Notice: La funzione _load_textdomain_just_in_time è stata richiamata in maniera scorretta. Il caricamento della traduzione per il dominio basic è stato attivato troppo presto. Di solito è un indicatore di un codice nel plugin o nel tema eseguito troppo presto. Le traduzioni dovrebbero essere caricate all'azione init o in un secondo momento. Leggi Debugging in WordPress per maggiori informazioni. (Questo messaggio è stato aggiunto nella versione 6.7.0.) in /var/www/wp-includes/functions.php on line 6114
1891 – Senti le rane che cantano

1891

GennaioMilano, nasce, sull’esempio della parigina Borse du travail, la Camera del Lavoro (che sarà operativa in ottobre). Lo statuto, sul quale si modelleranno gran parte delle nascenti Camere del Lavoro, pone come compito principale l’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro. E’ vietata ogni azione di carattere politico o religioso. Ciò spiega la mancanza di prese di posizione negli anni successivi, quando più intensa si fece la repressione governativa nei confronti del movimento operaio e sindacale. La struttura organizzativa fondamentale della Camera del lavoro sono le Leghe, costituite sulla base del mestiere con una netta separazione tra lavoratori dipendenti, artigiani e padroni. Primo segretario è nominato il guantaio Giuseppe Croce, noto sindacalista socialista. La Camera si articola in 33 sezioni (Cfr. http://www.archiviolavoro.it/archivio-del-lavoro/camera-del-lavoro-di-milano)


LO STENDARDO Rappresenta simbolicamente l’unione e la solidarietà tra i lavoratori: su una base di seta rossa sono infatti applicati ventiquattro quadri ricamati a punto pieno che rappresentano ciascuno il simbolo di una categoria operaia: metallurgici, fonditori di caratteri, ferrovieri, carrettieri, falegnami, tessitori, sarti, orologiai, tintori, conciatori in pellame, guantai, badilanti, mugnai, pittori e imbiancatori, impiegati, lavoratori del libro, chimici, scalpellini, accenditori, panettieri, cappellai, muratori, ombrellai, canestrai 

Fondata la Federazione dei litografi italiani con l’adesione immediata di Milano, Bologna, Bergamo e Brescia e la successiva entrata dei lavoratori di Torino (1893), Sampierdarena e Firenze (1896), Udine e Venezia (1897).

Furnaro (Messina), si costituisce la Società di mutuo soccorso, Principe di Napoli.


4 – 6 gennaioCapolago, (Svizzera), congresso del Partito Socialista anarchico Rivoluzionario. Partecipano 80 delegati provenienti dalla Romagna, dall’Emilia, dalle Marche, dalla Toscana, da Roma, Napoli e altre località. E’ accolta la proposta di Errico Malatesta e Francesco Saverio Merlino di dare al movimento un’organizzazione partitica. La corrente individualista estremista, che sostiene il terrorismo individuale come unica forma di lotta, resta all’opposizione. Pur tenendo fermi l’astensionismo elettorale e l’obiettivo ultimo dell’abolizione dello Stato, il costituendo Partito socialista anarchico rivoluzionario propone un maggiore coinvolgimento degli aderenti nelle lotte del proletariato e la partecipazione alla giornata del 1° maggio


15 gennaio: esce il primo numero della rivista quindicinale Critica Sociale diretta da Filippo Turati e Anna Kuliscioff. È destinata a diventare la principale rivista del Partito dei lavoratori italiani che nascerà l’anno successivo. Il periodico rileva la testata di Cuore e critica fondata da Arcangelo Ghisleri nel gennaio 1887.


FebbraioModena, nascono la Cooperativa braccianti e il Circolo operaio socialista.


8 febbraioFabriano (Ancona), inizia le pubblicazioni il mensile operaio L’Indipendente. Cesserà le pubblicazioni l’anno successivo


9 febbraioRoma, entra in carica il nuovo governo Rudinì, dopo il fallimento del tentativo di dar vita a un gabinetto di coalizione con Giovanni Giolitti e Giuseppe Zanardelli.


13 febbraioBologna, duemila operai disoccupati dimostrano contro il governo. Il 23 un’altra grande manifestazione di protesta si svolgerà a Roma. Sotto accusa sono principalmente gli alti costi della politica coloniale


AprileBologna, assemblea di disoccupati dopo che, dall’inizio dell’anno, si erano svolte una serie di agitazioni contro le precarie condizioni di vita. L’assemblea approva un ordine del giorno nel quale, dopo aver affermata la volontà di operare per conseguire “quella compattezza, quell’accordo e quell’unità di indirizzo nell’azione che soli possono condurci a farci avere pane oggi, giustizia definitiva domani”, conclude: “gli stessi operai rifiutano con orgoglio, perché non sono mendicanti, quel lavoro che si vuole dare loro una volta la settimana. Questa carità ipocrita noi la respingiamo perché è ingiusto ed enorme che mentre la borghesia mangia tutti i giorni, il popolo debba mangiare una volta alla settimana”.


20 aprileMilano, Critica Sociale pubblica il Programma della Lega socialista milanese. Preparato da Filippo Turati e Anna Kuliscioff, che si ispirano al modello della socialdemocrazia tedesca, il programma si propone di fornire una base teorica scientifica al socialismo italiano, superando le incertezze e i pregiudizi ideologici che hanno finora impedito la costituzione di un partito socialista. Accogliendo l’eredità del Partito operaio, indica nelle lotte rivendicative degli operai su tutti gli aspetti del rapporto di lavoro la base fondamentale del socialismo, ma afferma al tempo stesso la necessità di dar vita a un partito politico distinto da quelli fino allora rappresentati in Parlamento. Turati e la Kuliscioff si professano marxisti e sono in corrispondenza con Friedrich Engels, anche se il loro programma risulta comunque poco influenzato dalla tendenza di Engels a creare una più netta demarcazione fra il marxismo e le altre correnti del socialismo


29 aprileRoma, Giovanni Bovio propone alla Camera il ritiro del contingente militare di Massaua, a eccezione di un piccolo presidio, e la rinuncia a ogni velleità di espansione in Africa. La proposta del deputato radicale, appoggiata dall’irredentista Matteo Renato Imbriani, otterrà il solo sostegno dei deputati dell’estrema sinistra e sarà bocciata nella seduta del 6 maggio


1° maggio: nonostante le limitazioni imposte dal governo, si svol­gono nei principali centri d’Italia le manifestazioni del Primo Mag­gio, con notevoli astensioni dal lavoro nelle zone industriali. La forza pubblica provoca numerosi conflitti. A Roma, il comizio in Piazza Santa Croce in Gerusalemme si trasforma in un sanguinoso scontro armato. Gli anarchici presenti reagiscono alle provocazioni della polizia. Molti saranno i feriti e gli arrestati, tra cui l’oratore Amilcare Cipriani che dovrà scontare tre anni di carcere. E’ proclamato uno sciopero generale ad oltranza che dura però solo quattro giorni per l’intervento di dirigenti politici e sindacali.

Ferrara, il Circolo socialista di Ferrara invita tutte le società operaie e i circoli della provincia a promuovere l’organizzazione di “un partito operaio da affratellarsi a quello generale italiano”.
Francia, a Fourmies, l’esercito spara su un presidio pacifico che festeggia la “giornata dei lavoratori”. Le donne e i ragazzi portavano semplicemente dei fiori per commemorare i caduti nelle lotte operaie. Alla fine si contano 14 morti e 40 feriti. Nel marzo 1892, l’anarchico Ravachol vendicherà questa strage colpendo le caserme di Lobau a Parigi.
Catania, Giuseppe De Felice Giuffrida fonda il Fascio di Catania. Il processo di formazione dei Fasci Siciliani è ora veramente avviato


15 maggioRoma, papa Leone XIII promulga l’enciclica Rerum Novarum, che stabilirà per decenni la posizione della chiesa sulle questioni sociali. Pur ribadendo la condanna della teoria socialista della lotta di classe ed affermando naturale l’esistenza di tangibili differenze tra ricchi e poveri, dichiara legittima la ricerca di un migliore tenore di vita da parte dei lavoratori. Ciò getta le base per la costruzione dell’organizzazione sindacale cattolica, al punto che, alla fine dell’anno, le Leghe cattoliche saranno 271.


25 giugnoPiacenza, fondata la Camera del lavoro. Gli aderenti sono 741, di cui solo 10 donne.


– 3 agostoMilano: primo congresso operaio che pone le basi per la costituzione, l’anno successivo a Genova, del Partito socialista. Il congresso riunisce in realtà tutte le correnti dell’area lombarda: socialisti, operaisti, anarchici, repubblicani e radicali. Nonostante l’opposizione di principio di operaisti e anarchici, Filippo Turati riesce a fare approvare una mozione favorevole alla lotta politica per ottenere una legislazione sul lavoro e viene nominato delegato al congresso internazionale operaio, che si svolgerà a Bruxelles qualche settimana più tardi, insieme con Giuseppe Croce, operaista ormai vicino alle sue posizioni. Contro l’impostazione dei mazziniani si afferma inoltre il carattere di classe delle lotte sul lavoro. Per la fondazione di un Partito operaio socialista, in opposizione alla proposta di Carlo Dell’Avalle, passa la mozione di Turati, che prevede la formazione di un Partito dei lavoratori italiani e la creazione di una commissione incaricata di prepararne il programma e lo statuto, in vista di un congresso costitutivo da tenersi l’estate successiva


settembreVicenza, IX congresso dei cattolici intransigenti. Si discute il sistema dei salari e si auspica la sua sostituzione con la partecipazione degli operai agli utili nell’industria e con l’adozione dei contratti di colonia parziaria in agricoltura. Nicolò Rezzara presenta un quadro delle 284 società cattoliche, quasi tutte di mutuo soccorso, presenti in prevalenza nell’Italia settentrionale


9 settembreTorino, fondata la Camera del Lavoro. Gli aderenti sono 2.000. Nel capoluogo piemontese è attiva una più forti Leghe dei metallurgici (le altre più attive sono a Milano, Brescia e Genova) italiane.


SettembreMilano, scioperano gli operai metallurgici per aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro. L’agitazione parte dai 700 lavoratori delle officine Elvetica e si estende rapidamente a tutti gli stabilimenti metallurgici milanesi. Gli scioperanti sono oltre 15.000. Dopo 12 giorni gli operai sono costretti a rientrare in fabbrica, ma la sconfitta, dovuta alla disorganizzazione del settore, da il via alla nascita della Lega di Resistenza fra metallurgici che aderisce immediatamente alla Camera del Lavoro. Dai 250 iscritti iniziali si salì immediatamente a 1.000 e contemporaneamente cominciarono a nascere Leghe nella provincia.

E’ il primo embrione organizzativo che porterà alla nascita della Federazione degli operai metallurgici. In precedenza c’era stato un qualche tentativo isolato di dare una struttura organizzativa stabile agli operai metallurgici, svolto in particolare dalle Società di Mutuo Soccorso, come le varie Società Mutue Archimede che dal 1860 sono attive in alcuni centri dell’industria meccanica. Le varie Leghe di resistenza che si formano saranno tutte sciolte nel 1994. A un anno dagli scioglimenti riprese il processo organizzativo. La prima a ricostituirsi fu la Lega di miglioramento fra tornitori in metallo (anche se in questo caso dobbiamo parlare di ripresa organizzativa, perché non era stata sciolta nel 1994 in quanto non aderiva alla Camera del Lavoro). Seguirono poi la federazione fonditori in metallo, la Lega di Resistenza fra lavoranti in piccola meccanica, la Lega di Resistenza fra operai aggiustatori e montatori meccanici, la Lega fra operai e aiutanti calderai, ecc. lo stesso processo organizzativo avveniva negli altri centri metallurgici.


1° ottobreMilano, inizia a funzionare la Camera del lavoro nei locali messi a disposizione dal comune nel Castello Sforzesco.Inizialmente si propone di svolgere un’azione per la difesa degli organizzati nel campo del collocamento e per la conciliazione delle vertenze sindacali. Struttura orizzontale, a base territoriale, diventa ben presto la rappresentanza sindacale unitaria e il punto di riferimento di larga parte dei lavoratori. Negli anni successivi, alla funzione sindacale e di collocamento si intrecciano funzioni politiche e culturali, all’interno di una scelta di campo democratica e socialista.
“La Camera del Lavoro di Milano, già al suo nascere, segna il sindacalismo italiano di un tratto caratteristico che lo fa diverso dalle altre esperienze europee. Le Camere del Lavoro, infatti, superando i confini dell’organizzazione di mestiere, propongono il patrocinio e la tutela degli ‘interessi dei lavoratori, per educarli, praticamente alla fratellanza e al mutuo appoggio’. Diventano in tal modo strumenti di lotta per la conquista di nuove condizioni di lavoro per apprendisti, per le donne e i fanciulli, per una durata di lavoro più umana, per garantire l’insegnamento professionale, l’elevazione culturale, la ricerca del lavoro e il collocamento” (Luciano Lama, 1981)


4 ottobreMilano, nasce la Lega di resistenza fra gli operai metallurgici e affini. Suoi obiettivi
sono la difesa dai soprusi padronali, la fissazione di una tariffa salariale, l’aiuto ai soci disoccupati
e la loro istruzione ed educazione


11 ottobreMantova, il dottor Romeo Romei fonda la Federa­zione mantovana delle società di operai e contadini.

Catania, Giuseppe De Felice Giuffrida organizza un Fascio o­peraio cui aderiscono circa 600 lavoratori. Il movimento dei Fa­sci, che si estende rapidamente in Sicilia, si fonda sugli operai di città e sui salariati agricoli, ma è limitato al perimetro citta­dino. Si tratta di un’organizzazione a carattere eterogeneo. Simi­le in talune zone a una società di mutuo soccorso, in altre as­sume l’aspetto di organismo sindacale e, d’accordo con le coo­perative, dà vita a leghe di resistenza; in altre ancora funziona come una vera e propria organizzazione politica


27 dicembreSalemi (Tp), fondata la Società Democratica, di chiara ispirazione mazziniana, Durante l’anno era nata anche l’Associazione degli Agricoltori con lo scopo di migliorare le condizioni di vita degli associati, ispirandosi ad analoghe finalità di altre Società di mutuo soccorso. Nonostante la scarsa sensibilizzazione ai temi sociali e l’altrettanto scarsa forza di coesione – che segna la diversità tra le associazioni contadine e quelle operaie – introduce comunque un’importante innovazione: viene istituita una Cassa di Anticipazione per effettuare prestiti ai soci per l’acquisto di sementi, attrezzi agricoli e bestiame


DURANTE L’ANNO
Una statistica ufficiale rileva che dal 1878 al 1891 sono stati attuati in tutta Italia i seguenti scioperi: tessili 240; metallurgici 144; braccianti muratori 260; tipografi e affini 27; cappellai, con­ciatori e vetrai 117; altre industrie 125; totale 1.075.
Bruxelles, il secondo Congresso dell’Internazionale decide di rendere permanente la festa del Primo maggio, che diventa Festa dei lavoratori.

Erfurt (Germania), il congresso dei socialdemocratici tedeschi adotta il programma marxista redatto da Kautsky
Germania, costituita la Alldeutscher Verband sotto la presidenza dell’esploratore Karl Peters. Fu espressione del pangermanismo e spinse il governo a una grande politica di espansione (politica coloniale e navale; tutela del sentimento nazionale dei Tedeschi all’estero; ostilità verso le minoranze nazionali; unione doganale centro-europea). Durante tutto il periodo della Repubblica di Weimar alimentò la cosiddetta opposizione nazionale, poi perse ogni importanza e fu sciolta nel 1939.Il Pangermanesimo è un “(…) Termine di origine polemica francese a denunzia dell’espansionismo della Germania di Bismarck e di Guglielmo II; con esso si indicano due fenomeni distinti: da un lato il programma politico-nazionale ottocentesco che mirava a costituire un solo Stato per tutte le genti germaniche, dall’altro l’insieme delle tendenze politiche autoritarie e imperialistiche fondate sull’idea di una proclamata superiorità biologica ed etnica del popolo tedesco.Sotto il primo aspetto, si definisce pangermanesimo il movimento patriottico unitario manifestatosi al Parlamento rivoluzionario di Francoforte del 1848, allorché alcuni delegati sostennero che il problema nazionale si dovesse risolvere attraverso un organismo statale che comprendesse tutti i territori abitati da Tedeschi, senza escludere neppure quelli compresi nell’ambito dell’Impero asburgico (partito “grande tedesco”, o Grossdeutsch) in contrasto con quanti (riuniti nel partito “piccolo tedesco”, o Kleindeutsch) rifiutavano simile intromissione per paura di preponderanze austriache e cattoliche e preferivano una Germania territorialmente più esigua, sottoposta all’egemonia prussiana.Nella seconda accezione del termine invece, per quanto le origini storiche e ideologiche immediate del pangermanesimo siano chiaramente individuabili nelle tesi razziali del periodo guglielmino, tuttavia conviene farle risalire al romanticismo e all’origine stessa dell’idea di nazione nel mondo germanico, caratterizzata da un netto prevalere delle componenti di tipo naturalistico-biologico su quelle volontaristiche spirituali. Così, mentre ancora con Johann Gottfried  Herder, nella polemica contro il cosmopolitismo e il razionalismo dell’Aufklärung, ci si limitava a dare vita a una forma di forte nazionalismo esclusivamente culturale scoprendo il valore delle “individualità storiche” collettive (le nazioni), ognuna con propri caratteri distintivi da conservare inalterati (massime la lingua), ma tutte egualmente “sacre” e rispettabili perché la storia dell’umanità era il “corso di Dio attraverso le nazioni”, già con Ernst Moritz Arndt si cominciò a parlare dei Tedeschi come di un popolo che possiede “purezza di lingua” e “purezza di razza”; e Johann Gottlieb Fichte, nel turbine delle guerre contro Napoleone, andava addirittura oltre l’idea della purezza etnica germanica di Friedrich von Schlegel per vedere in quello tedesco un “popolo primordiale” (Ur-Volk) con una lingua primordiale (Ur-Sprache) destinato “metafisicamente” a divenire la guida del mondo, seguito in ciò da Friedrich  Hegel che parlava di “spirito del mondo” (Weltgeist) ormai incarnato nei Tedeschi. Ma la svolta verso un nazionalismo pangermanistico dichiaratamente razzista si ha col violento polemista F. L. Jahn che, nel suo fanatico odio contro l’occupazione francese e le continue scorrerie belliche napoleoniche in Germania, reagì elaborando la teoria del bene supremo del popolo tedesco, la “purezza biologica”, da conservare anche mediante una politica di assoluto isolamento mondiale. Ad aggravare gli aspetti negativi di simili posizioni teoriche contribuì il processo di unificazione nazionale attuato da Bismarck con una politica appoggiata all’autoritarismo degli ambienti di corte, del militarismo prussiano degli Junker e delle grandi concentrazioni industriali a sviluppo monopolistico. Si fecero sempre più pressanti i miti della potenza e della forza guerriera (magari mascherati da romantiche nostalgie dell’espansione medievale: spinta all’Est degli Ottoni, ordine teutonico) accompagnati al rifiuto dei principi del liberalismo e della democrazia moderna in nome di una concezione organica della società in cui i valori individuali scompaiono per lasciare spazio alla disciplina, al senso di gruppo legato da vincoli di sangue, alla nazione autonoma portatrice di principi etici, allo Stato (tedesco) che assorbe e sommerge completamente il cittadino per realizzare la propria missione civilizzatrice in una proiezione esterna di politica di forza, di conquista e di espansione territoriale. Sono tesi care tra gli altri al liberal-nazionale Heinrich von Treitschke cui si deve lo slogan: “il Teutone, predatore nato, prende la proprietà dove la trova”. In tale clima politico e culturale ebbero largo seguito anche le dottrine pseudo-scientifiche del positivista francese Joseph Arthur de Gobineau di e più tardi di Houston Stewart Chamberlain. Bismarck non permise al pangermanesimo di disturbare i suoi piani politici improntati sì a ferreo autoritarismo, ma anche a un radicato senso di realismo politico tendente a conservare i nuovi rapporti di forza interstatali europei favorevoli al Reich tedesco. Quando però Bismarck abbandonò il cancellierato, il pangermanesimo, favorito dal Kaiser Guglielmo II, finì per organizzarsi anche politicamente nella Alldeutscher Verband (1894). A questa, che operava in Germania, si affiancarono le austriache Alldeutsche Vereinigung e Deutsch-Nationale Partei: eloquente premessa ai futuri programmi di Anschluss. Già alla fine del sec. XIX, assumeva così un valore quasi profetico l’epigramma del drammaturgo austriaco Franz Grillparzer, il quale aveva stigmatizzato le esaltazioni irrazionali del nazionalismo, affermando che era fatale il passaggio “dall’Umanità alla Bestialità attraverso la Nazionalità” malintesa. Eppure, la tragica parabola del pangermanesimo non era ancora conclusa. Uscito sconfitto dalla prima guerra mondiale, si riaffacciò nella storia tedesca in modo ancora più aberrante fino a dar vita al nazionalsocialismo. (Cfr.  http://www.sapere.it/enciclopedia/Alldeutscher+Verband.html)
Beatrice Potter Webb pubblica in Inghilterra The Cooperative Movement in Great Britain. Herbert Myrick pubblica negli Stati UnitiHow to Cooperate.

Milano, costruito in Foro Bonaparte il palazzo della Società delle strade ferrate del Mediterraneo, poi sede della Montedison

Milano, fondata la Banca Milanese di Credito

Milano, Ercole Marelli impianta il suo primo laboratorio artigianale in via Ausonio a Milano. Dopo aver occupato diverse altre sedi, nel 1905 si trasferisce in una grande fabbrica di motori elettrici a Sesto S. Giovanni

Torino, fondata la Benevenuta, una delle prime cooperative di “operai del legno e del ferro”, riunendo 120 operai, che pagando una quota associativa, firmarono l’atto costitutivo della cooperativa, quasi tutti con il proprio nome. Abramo Benevenuta, da ex socio, rileva nel 1939 la Cooperativa che diventa la A. Benevenuta e C. L’azienda che ha già più di un secolo di vita, a fine ‘800 stampava i primi pezzi con le berte, con i magli a caduta libera che sfruttavano la forza motrice dei salti d’acqua e come cooperativa fabbricava per lo più strumenti per l’agricoltura: zappe, aratri, ferri da cavalleria. La Benevenuta negli anni è diventata un’importante azienda che opera nella lavorazione meccanica dello stampaggio a caldo di componenti d’acciaio destinato all’industria dei mezzi di trasporto

Genova, primo in Europa, il parco ferroviario di Novi San Bovo viene illuminato per permettere la manovra dei carri – 2400 giornalieri – 24 ore su 24.

Nel corso dell’anno sorgono fra i metallurgici le prime orga­nizzazioni di resistenza. L’appellativo di resistenza seguirà le organizzazioni sindacali e i congressi confederali, fino all’avvento del fascismo e allo scioglimento della Confederazione ge­nerale del lavoro.