Abbecedario

8 maggio. Indiana Jones e il Tempio Maledetto, i 40 anni di un gioiello a lungo incompreso

L’8 maggio 1984 usciva in sala il secondo capitolo della saga di Steven Spielberg, oscuro e scatenato, non fu apprezzato come avrebbe meritato

Giulio Zoppello – wired.it

Indiana Jones e il Tempio Maledetto ancora oggi è considerato da molti come il capitolo meno riuscito della saga. La critica all’epoca fu molto severa con la seconda avventura dell’iconico archeologo, che in effetti non incassò in patria quanto si sperava e venne definito eccessivamente violento, gargantuesco, oscuro e fin troppo distante da ciò che di buono aveva regalato il primo, iconico film. Eppure, a 40 anni di distanza, bisogna ammettere che questo prequel è e rimane un gioiello, di certo quello con il quale Indiana Jones si addentrò verso confini inesplorati e rivelò davvero moltissimo di sé, demitizzandosi allo stesso tempo.

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4 maggio. “Cattiverie a domicilio”: la commedia “gialla” di Sharrock fa a pezzi il perbenismo

Andrea Aloi – strisciarossa.it

Chi volesse gustarsi una classica commedia giallo-satirica molto british, frizzantina e meticolosamente cesellata con in più tutti i contenuti di un incoraggiante apologo sul riscatto femminile non dovrebbe perdersi “Cattiverie a domicilio”  della quarantottenne Thea Sharrock, tra molto altro pure assistente alla direzione artistica del londinese Royal National Theater. Il titolo originale del film, ispirato a una storia vera, è “Wicked little letters”, ovvero “Piccole lettere malvagie”. Sono quelle farcite di sanguinosi insulti spedite alla nubile e timorata Edith Swan (Olivia Colman, strepitosa) e ad altre donne di Littlehampton, cittadina marinara nel Sussex, da un misterioso “corvo”, come nel vecchio film di Clouzot. Un anonimo che però non punta alla perfida delazione, ma pare mosso dalla irresistibile pulsione all’insulto, ora barocco ora pesante (“vecchia scaldacazzi” è uno dei tanti, sarebbe piaciuto a Gianfranco Funari, teorizzatore del potenziale liberatorio delle “parolacce”). Materia incandescente in una piccola, puritana realtà, nell’anno di grazia 1922, e portatrice di disgrazie all’immigrata irlandese Rose Gooding (Jessie Buckley). Sboccata e verace, Rose convive con un musicista nero (Malachi Kirby) ed ha una figlia, Nancy (Alisha Weir) nata fuori dal matrimonio, frequenta il pub ed è un contraltare perfetto della matura Edith, religiosa, succube del pessimo padre Edward (Timothy Spall). Il perbenismo e una opprimente mentalità sessista le spingono in rotta di collisione.

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27 aprile 2024. Perché una Terni, città operaia e di sinistra, ha un sindaco come Bandecchi? Il libro di Alessandro Portelli

Ella Baffoni – strisciarossa.it

Ci sono libri che appassionano, che si leggono d’un fiato, come un romanzo. Così è “Dal rosso al nero. La svolta a destra di una città operaia” di Alessandro Portelli (Donzelli editore, pag.269, 28 euro). E ci sono anche libri che, una volta letti, ti scavano dentro, ti fanno domande, chiedono un approfondimento. Così è, di nuovo, “Dal rosso al nero”. Perché il racconto della svolta, la vicenda della prima città non del nord conquistata dalla Lega, costruito con una miriade di interviste, sembra una cronaca in presa diretta e invece si fa storia.
Quasi una Stalingrado italiana, Terni è sempre stata orgogliosamente operaia e di sinistra. Alle elezioni non c’era competizione. L’acciaieria (Acciai speciali Terni, Ast) sovrasta la città, la occupa, attira altre aziende. Grande differenza con le altre città umbre, note per la bellezza e la storia, in perenne competizione con la “modernità” faticosa e inquinata di Terni

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26 aprile. Storia di un giorno irrinunciabile lungo ottant’anni

SCAFFALE. In “25 aprile” (pp. 170, euro 13), che esce nella collana delle Voci del Mulino, lo storico Luca Baldissara, docente all’Università di Bologna e già autore, tra gli altri suoi titoli, di Italia 1943. La guerra continua (il Mulino, 2023), offre un’accurata immagine di cosa questa data abbia rappresentato e continui a rappresentare per il Paese

Guido Caldiron – ilmanifesto.it

Un piccolo, ma prezioso libro che racconta, tappa per tappa e anno dopo anno, la storia, il significato e la percezione del 25 aprile nelle vicende come nella memoria del nostro Paese. In 25 aprile (pp. 170, euro 13), che esce nella collana delle Voci del Mulino, lo storico Luca Baldissara, docente all’Università di Bologna e già autore, tra gli altri suoi titoli, di Italia 1943. La guerra continua (il Mulino, 2023), offre un’accurata immagine di cosa questa data abbia rappresentato e continui a rappresentare per il Paese.

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25 aprile 2024. Calvino e il grumo nero della guerra

Alberto Volpi – doppiozero.com

“Un passaggio tanto più stretto in quanto i nostri cerchi di luci lo circoscrivevano, e nel quale dovemmo incurvarci, conduceva a un crepaccio di circa trenta metri di lunghezza per dieci di larghezza. Le guide si fermarono, tutti i fasci conversero: su vari paracadute rossi e blu distesi, riposavano casse e casse: simili ad animali di un’era futura, le vigilavano due mitragliatrici posate sul loro treppiede come gatti egizi sulle zampe anteriori. Sulla volta, ora nitida, immensi animali con le corna.

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Archivi della Resistenza, Fondazione Gramsci.

25 aprile 2024. Civil war, un Vietnam a stelle e strisce che parla al nostro presente

Andrea Aloi – strisciarossa.it

“Civil War”. Ma dove, scusi? Negli Usa. Data la nota sovrabbondanza di armi automatiche e le spese fantastiliardarie dedicate alla Difesa, ci si ammazza gagliardamente tra le praterie, le fattorie, i suburbi. E le Western Forces, l’armata di Texas e California, stanno stringendo il cappio attorno al collo di Washington, dove un presidente al terzo mandato si avvia a una brutta fine. Non voleva cedere e ha bombardato città e gente, alimentando una carneficina.
Alex Garland, britannico poco più che cinquantenne di onesta carriera, tra science fiction e horror, ha ideato, scritto e diretto un film distopico-ansiogeno ad alto budget che sta facendo discutere il mondo per un semplice motivo: a novembre nel Grande Paese si vota in un clima acido ad alta contrapposizione, urne come un bivio esistenziale tra Sleepy Joe Biden e Trump, un Joker della politica pronto ad attizzare il 6 gennaio del 2021 l’assalto al Congresso di una ignorante, manipolabile “canaglia” complottista, molto impegnato a insultare e mentire per sgusciare da una tenaglia di processi, paventando “un bagno di sangue” nel caso di una sua sconfitta alle elezioni.

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25 aprile 2024. Pestaggi, dossier e spionaggio: “Trudy” di Carlotto, noir in missione sociale

Valerio Calzolaio – strisciarossa

Lombardia, Toscana, Romagna. Estate 2023. Il commissario Gianantonio Farina aveva cambiato vita nel 2008, gli suggerirono di chiudere rapidamente una delicata indagine (dove erano morti due agenti di polizia, una prostituta bulgara e il trentottenne Molteni, maturità classica e investigatore privato, probabile serial killer e già sottufficiale dei paracadutisti della Folgore) e gli proposero di passare al settore privato. Sono ormai quindici anni che si è fatto ricco e potente, riverito come Il Dottore, sussurrato come il Grigio, ai vertici dell’agenzia milanese Nsg che fornisce servizi di sicurezza a tutto campo, con personale altamente specializzato, quasi sempre con un passato nei corpi scelti dell’esercito o nelle forze dell’ordine: scorte a vip di ogni tipo pure fuori dal Paese e nelle aree di crisi (contractor in zone di guerra); controllo dei figli dei pezzi grossi senza essere invasivi; protezione di edifici, centri commerciali, attività produttive; investigazioni, intelligence, analisi dei rischi, sfera reputazionale; il tutto sia passivo che attivo, con dossieraggio e spionaggio tramite intercettazioni, pedinamenti, intermediazioni (ovvero ricerca di prove in ambienti ostili).

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8 aprile 2024. L’ultima tragica cascina, dove la Resistenza ha il volto di contadini e donne

Andrea Guermandi – strisciarossa.it

Così introduce il volume di Claudio Visani l’ex direttore dell’Istituto Parri di Bologna, Luca Alessandrini, attuale presidente dell’associazione Salviamo la Costituzione di Bologna:
“Una delle qualità del libro è la piena esplicitazione della ricerca condotta, perché la storia è ricerca e costruzione di fondate ipotesi interpretative. Ed anche questa natura del lavoro è restituita al lettore quasi nel suo farsi, rendendo una viva testimonianza di come e quali conoscenze si vanno via via acquisendo, di come si compongono fino a definire un quadro di un passaggio cruciale della Resistenza non solo della pianura tra Castenaso e Budrio, ma del bolognese e dell’Italia. Infatti, benché la scelta del campo di ricerca sia circoscritta alle tragiche vicende della fine dell’ottobre 1944 a Fiesso e Vigorso, essa è assai eloquente in materia tanto di una stagione della guerra civile e della guerra di liberazione quanto del movimento partigiano, della sua composizione, delle sue capacità e dei suoi limiti. Dunque, attraverso un episodio definito, minutamente e scrupolosamente ricostruito, l’Autore getta luce e riflette se non sulla Resistenza intera, su gran parte dei tratti che l’hanno caratterizzata”.

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6 aprile 2024. “Un mondo a parte”, quel borgo sperduto in lotta per la sua scuola

Andrea Aloi – strisciarossa.it

“Un mondo a parte” di Riccardo Milani, sperimentato chef di umane venture mai banali, vedi “Come un gatto in tangenziale”, è una commedia sociale azzeccata e ben piantata nell’attualità. Una storia, anche, di resistenza umana, quella del maestro Michele (Antonio Albanese, in un ruolo disegnato su misura), della vicepreside (Virginia Raffaele, promossa a pieni voti) e di tutta la comunità di Rupe, piccolo paese nell’alto Abruzzo più tosto, ruvido e nevoso. Sono in lotta per salvare dalla chiusura la scuola elementare Cesidio Gentile detto “Jurico”, poeta-pastore davvero esistito a cavallo di Otto e Novecento, cantore di prati e cielo. A Rupe (si tratta in realtà di Opi, splendido borgo medioevale nel Parco Nazionale) sono rimaste poche centinaia di abitanti, figli non se ne fanno più e nell’unica classe, che copre la prima, la terza e la quinta, sono rimasti appena sette bambini, troppo pochi per tenere in funzione l’istituto. Il bieco sindaco di Castel Romito, con le mani in pasta in un nuovo centro commerciale, sarebbe felicissimo se la Cesidio Gentile chiudesse i battenti, senza più una scuola molte famiglie potrebbero trasferirsi dalle sue parti. Insomma, bisogna darsi subito una mossa.

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5 aprile. Tra editoria e politica: a Bari la mostra su Diego De Donato

Sebastian Mattei – strisciarossa.it

Tra i documenti esposti nelle teche che dallo scorso 14 marzo popolano lo Spazio Murat di Bari, vi è un vecchio provino fotografico che ritrae un giovane Diego De Donato, poco più che diciottenne, insieme a Catullo Nardi a Camigliatello Silano, durante un periodo di villeggiatura. Lo scatto è del febbraio 1947 e i due amici, circondati dalla neve, si mostrano sorridenti, con l’attrezzatura da sci. Dietro l’obiettivo, Fosco Maraini, rientrato da poco dal Giappone dove, insieme alla moglie, la pittrice Topazia Alliata, e alle tre figlie Dacia, Toni e Yuki, ha trascorso due anni in un campo di prigionia per aver rifiutato l’adesione alla Repubblica sociale italiana.

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26 marzo 2024. Beppe Ramina: “Dal ’77 al Cassero, la mia vita è stata una lotta continua”

Ramina: «Diverso il mondo d’oggi da quello che ho conosciuto. Ma restano le ingiustizie sociali: il movimento Lgbti si batta contro di esse»

Se si digita il nome di Beppe Ramina sul sito di Radio Città del Capo, della quale è stato uno dei fondatori, si legge: «Giornalista che nel 1977 era un dirigente di Lotta Continua e da militante del movimento gay prese le chiavi del Cassero nell’82».
Ma chi lo conosce aggiungerebbe che è da sempre una persona molto attenta al tema dei diritti con uno guardo un po’ ironico e un po’ serio. Tra i suoi scritti non è possibile non ricordare Ha più diritti Sodoma di Marx – Il Cassero 1977/1982, pubblicato nella collana Quaderni di critica omosessuale

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25 marzo. Le armi di carta della guerra

Gino Boccasile

Claudio Franzoni – doppiozero.com

In un libro di centinaia di pagine ci sono tante cose. Poi succede che una ti colpisce prima di altre, e non è neppure la più importante. Come l’idea che si possa indossare “la stanchezza del mondo”. È in una pagina di Campagne di guerra. 150 anni di comunicazione, pubblicità, propaganda, che Giuseppe Mazza ha scritto per Prospero Editore. Il capo indossato è il trench coat, letteralmente il “cappotto da trincea”, un abito impermeabile usato già nella Prima guerra mondiale. Oggi, come è naturale, indossiamo il trench senza alcun pensiero, ma quel capo di vestiario si è portato dietro per decenni una memoria di fango, sofferenze, e fatica; è anche per questo che appare così triste la figura di Humphrey Bogart in Casablanca (1942). Insomma – scrive Mazza – “viviamo tra segni di guerra. Dagli orologi da polso, ben più rapidi da consultare di quelli da taschino, alle Jeep oggi considerate un bucolico veicolo per percorsi campagnoli, la nostra quotidianità è piena di significati bellici mediati da oggetti che un po’ mantengono il segreto, un po’ lo lasciano trapelare”.

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20 marzo 2024. La rivelazione greca

Giusy Capone – lafionda.org

Simone Weil tra il 1936 ed il 1943 incontra la civiltà greca; dialoga con Omero, Platone, i Pitagorici ed i tragici,  l’orfismo ed i misteri eleusini.
Vicina al pensiero anarchico ed all’eterodossia marxista si lega alla sequela cristiana, pur nel volontario distacco dalle forme istituzionali della religione, per fedeltà alla propria vocazione morale di presenziare fra gli esclusi in una totale dedizione solidaristica fino al sacrificio di sé, respingendo la forza.
La Grecia come ponte verso i Vangeli, come se la via regale per comprenderli non passasse da Gerusalemme bensì da Atene e le stazioni per raggiungerli fossero il soprannaturale e l’innaturale, la bellezza, il giusto punito e la sventura con il Verbo da mediatore.

Circa duemilacinquecento anni fa in Grecia si scrivevano bellissimi poemi. Ormai sono letti soltanto dalle persone che si specializzano in questo studio, ed è proprio un peccato. Perché questi antichi poemi sono così umani che ancora oggi ci toccano da vicino e possono interessare tutti. Sarebbero anzi molto più toccanti per la gente comune, per coloro che sanno cos’è lottare e soffrire, piuttosto che per chi ha passato la vita tra le quattro mura di una biblioteca.

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https://www.lafionda.org/2024/03/20/la-rivelazione-greca/


6 febbraio. Il giudice che scopre i cannoli e quello che riceve una testa di capretto

Adriano Sofri – Piccola Posta

Da Camilleri (quanto se ne sente la mancanza) alla realtà. Tre racconti pubblicati col titolo “Il giudice Surra e altre indagini in Sicilia”

Un tempo mi sembrava di non essere un tipo che sentiva la mancanza. Mi sembrava di essere un tipo che sentiva la presenza, e se no non se ne lamentava. Ora che sono vecchio anche questa sensazione è cambiata. Dev’essere inevitabile, dal momento che tante persone di cui sento la mancanza non ci sono più e posso sperare solo che vengano a trovarmi in sogno. Potevo fare senz’altro a meno di questo pensierino, ma era per dire che non di rado io sento la mancanza di Andrea Camilleri. Della sua persona, e dei suoi scritti. Sapete con che prontezza Camilleri si impadroniva dei cambiamenti per infilarli nelle sue storie, imprimendo loro la sua peculiare piega. Pensate che cosa avrebbe tirato fuori dall’intelligenza artificiale, che non ha fatto in tempo a vedere sviluppata, ma che sembra più una cosa sua e di Catarella che, non so, di Elon Musk.

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6 febbraio 2024. Da Tango a Cuore, quando la satira metteva alla prova la sinistra

Andrea Aloi – unita.it

Satira. Cattiva, maliziosa, felicemente gaglioffa, a briglia sciolta con le matite e le intuizioni dei migliori talenti nel ramo. Sull’Unità, l’Organo del Pci, che chiamata così incuteva soggezione. Sembrava, ancora a metà anni Ottanta, una piccola eresia, consistendo la reale – sottolineo reale – diversità del partito dei comunisti italiani in una certa impettita serietà, oggi, in questo torno di tempo, da rimpiangere perché era decenza morale e civile.

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5 febbraio 2024. Che bello vivere il cinema per l’Unità. I “falsi” di Dino Risi e quella domanda di Ken Loach: “Ma che state facendo con il Pci?”

Alberto Crespi – strisciarossa.it

«L’è un’idea del Pci? ‘Un la passerà mai». È la frase, in toscano stretto, che ci disse Francesco Nuti al telefono quando lo chiamammo per lanciare la campagna contro gli spot pubblicitari nei film. Qualcuno la ricorderà. La volle Walter Veltroni, era un grido di battaglia contro la tv commerciale, quindi contro Berlusconi, e Federico Fellini fu il suo principale sostenitore. Lo slogan, piuttosto romantico, era: «Non si interrompe un’emozione». Fa quasi ridere, a ripensarci oggi, e però ci tengo a dirlo: penso tuttora che vedere film interrotti dalla pubblicità sia un abominio.

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27 gennaio. Shoah e Nakba. Storie e traumi

David Bidussa – doppiozero.com

Il «Giorno della memoria» 2024 si preannuncia come un’occasione altamente conflittuale.
La carica emozionale che accompagna le immagini della guerra a Gaza avrà un peso rilevante. Allo stesso tempo questa scadenza avviene in un clima che registra un innalzamento dell’antisemitismo.
Se quella giornata si risolverà nel passaggio da un attore vissuto come vittima eterna, a un altro assunto come vittima eterna, non faremo nessun passo in avanti: semplicemente passeremo da una metafora ideologica a un’altra metafora ideologica.
In politica le metafore ideologiche non segnano nessun processo di riflessione culturale. Sono solo maschere per non fare i conti né con i problemi connessi con il tema; né con la storia; né, infine, con il presente. Segnano solo un comportamento commemorativo e/o celebrativo. Hanno valore perché formano una tifoseria, ma non inaugurano nessun percorso di responsabilità, anzi fanno di tutto per evitarla. Niente di innovativo né di eccezionale. Semplicemente la conferma, come scrive Eszter Kováts, che viviamo in un tempo in cui lo spazio attribuito ad attori a cui riconoscere il diritto di parola è molto più rilevante che discutere nel merito di ciò che dicono
Anche per questo è significativo misurarsi con i temi e le questioni proposte nel libro Olocausto e Nakba. Narrazioni tra storia e trauma a cura di Bashir Bashir e Amos Goodberg (il primo del Van Leer Jerusalem Institute e il secondo docente presso la Hebrew University of Jesusalem). Qui di celebrativo c’è molto poco. C’è invece, e moltissimo, di una possibile agenda culturale per domani, al netto del concordare o meno con il contenuto dei saggi che compongono il libro.

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21 gennaio 2024. Alfabeto Roversi, Autori Vari (2023)

L’aglio impolverato al davanzale (Dopo Campoformio, 1962)

Rudi Ghedini – rudighedini.wordpress.com

Alfabeto Roversi è un ritratto in forma di “voci”: 67 parole intorno alle quali riordinano i loro ricordi alcuni poeti e scrittori che l’hanno lungamente frequentato (1923-2012) e, nati nella prima metà degli anni Cinquanta, appartengono alla generazione sulla quale Roberto Roversi (1923-2012) ha avuto maggiore influenza. I loro nomi: Luca Egidio, Mattia Fontanella, Maria Gervasio, Salvatore Jemma, Maurizio Maldini, Mino Petazzini, Massimo Raffaeli e Jean Robaey.

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9 gennaio. I Golden oggi, l’Oscar domani. Le possibilità di “Io capitano” e il retropensiero su “C’è ancora domani”

Alberto Crespi – strisciarossa.it

I Golden Globe assegnati a Hollywood hanno ampiamente rispettato le previsioni che vedono Oppenheimer, il famoso kolossal politico-scientifico di Christopher Nolan, super favorito nella corsa agli Oscar; hanno anche lasciato intuire che Barbie, l’altro grande fenomeno al box-office del 2023, è un concorrente temibile ma sembra destinato a raccogliere più candidature che premi finali (si consolerà con l’incasso globale racimolato in tutto il mondo: al momento 1 miliardo 441 milioni di dollari); hanno proposto, come possibile terzo incomodo, il Leone d’oro di Venezia Povere creature; e hanno assegnato un giustissimo premio all’attrice nativa americana Lily Gladstone, splendida protagonista di Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.

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28 dicembre 2023

La storia d’amore e d’anarchia di Bruno Castaldi, il combattente che attraversò le tragedie del Novecento

Andrea Guermandi – strisciarossa.it

“Ricercato e perseguitato sempre. È un destino malefico e crudele quello che lo Stato italiano – prima ferocemente dittatoriale poi teoricamente democratico – ha assegnato all’anarchico Bruno Castaldi. L’uomo, che l’autorità costituita considerava il male assoluto, nella prima parte del Novecento inseguiva due sogni concatenati: creare un mondo senza oppressi e oppressori e uccidere Mussolini”.

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22 dicembre 2023. «Migliaia di specchi», la rivoluzione di Fassbinder

Goffredo Fofi – ilmanifesto.it

INTERSEZIONI. «Migliaia di specchi», il libro del musicologo Ian Penman per riscoprire il regista tedesco. I sentimenti e la denuncia sociale, gli emarginati e le figure femminili, l’influenza di Douglas Sirk

È un curioso libro questo Fassbinder. Migliaia di specchi (traduzione di Luca Fusari, edizioni Atlantide, pp.202, euro 24) che un musicologo inglese importante, Ian Penman, ha dedicato al regista cinematografico Rainer Werner Fassbinder (1945-1982).

Dell’ultimo gruppo di grandi registi che la storia del cinema – arte novecentesca per eccellenza – ha dato in giro per il pianeta, i tedeschi costituirono, con i francesi, la parte più densa di novità formali ma anche tematiche. Quasi mezzo secolo dopo Weimar – dopo i grandi registi dell’espressionismo, dopo Lang e Murnau, dopo Pabst e Lubitsch, ma anche dopo Toller e Brecht, dopo Munch (benché norvegese) e Grosz eccetera, la cultura tedesca post-bellica, risorta faticosamente dalle rovine, aveva visto una grande fioritura letteraria con il Gruppo 47, ai cui autori – per esempio Grass e Boll, Bachmann e Johnson – il cinema che esplose dieci o venti anni dopo molto dovette. Quegli autori scavavano davvero con una nuova sensibilità nella realtà e nell’immaginario della nazione (e del mondo, quantomeno l’occidentale) con una forza dirompente quanto quella della Nouvelle Vague francese, ma anche di quelle statunitensi, giapponesi, brasiliane… E in concomitanza in altri campi con le esperienze di una generazione che intendeva leggere il proprio tempo alla luce di cambiamenti irreversibili e sognando una rivoluzione che non fosse solo artistica né solo politica.

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22 dicembre 2023. Perché l’Italia deve “licenziare” i padroni

Riccardo Piccolo – wired.it

È la provocazione dell’ultimo libro di Marco Bentivogli che, dallo smart working all’intelligenza artificiale, riflette sui cambiamenti nel mondo del lavoro

Nel suo recente libro Licenziate i padroni – Come i capi hanno rovinato il lavoro, (Rizzoli, 2023) Marco Bentivogli sferra un attacco alla classe dirigente italiana, colpevolizzandola per la crisi del mercato del lavoro nel nostro paese. Bentivogli, ex segretario dei metalmeccanici della Cisl, critica la persistenza della “mediocrazia” al potere, la resistenza alle nuove strutture organizzative, e gli effetti del digitale e dei social sul mondo del lavoro. Ma non bisogna avere paura della tecnologia, ci ricorda il sindacalista, anzi, l’arrivo di nuovi strumenti come l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione ha affrancato il lavoro da molte mansione ripetitive rendendo il contributo della mente umana più importante e le mansioni più flessibili. Rimane il fatto, però, che l’AI e la tecnologia in generale nei prossimi anni, “spingerà la polarizzazione del lavoro tra le persone che la utilizzeranno e chi, per scelta o condizione, ne sarà escluso”, contribuendo a generare nette disuguaglianze.

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9 dicembre 2023. “Palazzina LAF”: Riondino mette in scena l’inferno alienante dell’Ilva di Taranto

Andrea Aloi – strisciarossa.it

Ma guarda, c’è un film che parla di condizione operaia con acuta sensibilità, d’arte e di cuore. Condizione operaia. Traducendo: ritmi pesanti, caposquadra che rompono, salari bassotti, lavori a rischio della buccia. Caterino Lamanna – lo interpreta uno splendido Michele Riondino, quarantaquattrenne senza limiti, qui alla prima regia – è un addetto alla pulizia dei forni nelle cokerie dell’Ilva di Taranto, rozzo, biecamente ostile al sindacato, da poveraccio al quadrato pronto a far la spia per i nuovi capoccia delle acciaierie passate a metà anni Novanta dallo Stato al gruppo Riva.

Palazzina LAF, dove l’acronimo sta per per laminatoio a freddo, viaggia sul filo del grottesco e del drammatico secondo le migliori tradizioni della nostra commedia, quella che sapeva sposare gli umori sarcastici e satirici a un pensiero critico e ad una complicità piena, più umana che immediatamente politica, con la vita a ostacoli degli umili, dei poveri di spirito e pecunia, dei loser senza rimedio. Guardare dietro le quinte del celebrato progresso, tradurre domande in emozioni, installare dubbi, anche questo è cinema. Civile lo si definiva ai tempi di Rosi e Petri, ma lo si può dire anche adesso, pensiamo a un nome per tutti, Daniele Vicari.

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2 dicembre 2023. Fake news, tra passato e futuro

Mauro Boarelli intervista Carlo Ginzburg – gliasinirivista.org

Carlo Ginzburg

“Le false notizie, in tutta la molteplicità delle loro forme – semplici dicerie, imposture, leggende – hanno riempito la vita dell’umanità. Come nascono? Da quali elementi traggono la loro sostanza? Come si propagano, amplificandosi a misura che passano di bocca in bocca, o da uno scritto all’altro?” Questi gli interrogativi che il grande storico francese Marc Bloch si poneva nelle Riflessioni di uno storico sulle false notizie della guerra (1921). Ai nostri giorni, nell’era del web e degli esperimenti sull’intelligenza artificiale, la produzione e la circolazione di fake news inquinano il dibattito pubblico e – in alcuni casi – vengono utilizzate per preparare il terreno a tentativi di sovvertire gli ordinamenti democratici. Di questa mescolanza tra vecchio e nuovo, dei pericoli e degli anticorpi, abbiamo discusso con Carlo Ginzburg, che di recente ha dedicato all’argomento due saggi, inediti in italiano: La posverdad: un viejo asunto nuevo (in Verdad, historia y posverdad. La construcción de narrativas en las humanidades, a cura di Miguel Giusti, Pontificia Universidad Católica del Perú, Fondo Editorial, 2020), e Fake News? An Old New Story (in Secularism and Its Ambiguities, Natalie Davis Lectures, Budapest, CEU, in corso di pubblicazione).

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https://gliasinirivista.org/fake-news-tra-passato-e-futuro/

30 novembre 2023. Bifo: «L’unica strategia è disertare»
Serena Tarabini – ilmanifesto.it

Franco Bifo Berardi

Lo scorso settembre un centinaio di persone si sono incontrate sull’isola di Vis, in Croazia, per presentare Issa (Island School of social autonomy), il progetto di una scuola che si interroga su come sopravvivere ai tempi di una crisi planetaria che dirige l’umanità verso la catastrofe. Tra teorie filosofiche e pratiche sostenibili, la scuola va alla ricerca delle conoscenze utili per vivere meglio il presente quando non si intravede un futuro migliore. Un esercito di nichilisti? Lo scrittore e filosofo Franco “Bifo” Berardi è uno dei fondatori del progetto. Disertare. Dalle armi, dalla guerra, dallo sfruttamento, dall’«eroismo isterico», dal profitto, dal consumo, dal progresso. Disertare dai limiti e dalle imposizioni del sistema di governo globale è la riflessione che attraversa i suoi scritti più recenti.

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26 novembre 2023. Monica Stambrini e le riflessioni sul corpo femminile

Giuseppe Gariazzo – ilmanifesto.it

Il corpo femminile – in una declinazione plurale di esperienze vissute, da vivere, da immaginare in età diverse, esplorato da cineaste appartenenti a generazioni e storie personali, intime, differenti, registe che mettono in campo frammenti di se stesse da ri-comporre aggregandoli e al tempo stesso nuovamente dis-perdendoli nello spazio e nel tempo di testi filmici di luminosa soggettività – è un elemento/argomento che ha attraversato il programma di Filmmaker Festival di Milano (che termina questa sera). Anche la giornata conclusiva è nel segno di opere che pongono in primo piano la relazione di autrici con il proprio corpo, come si era già notato in altri film, a partire dal folgorante Annalucia di Lea Binarelli.

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Chutzpah – Qualcosa sul pudore – Trailer – SalinaDocFest XVII Concorso Ufficiale

25 novembre 2023. Quando Calvino scrisse sul «Male» (poi venne l’Immobilismo molisano)
Alessandra Vanzi – ilmanifesto.it

INCONTRO. Angelo Pasquini ricorda i classici falsi e la vera anticipazione di un capitolo dello scrittore sul «Male»

In questo tempo di falsi, mistificazioni, scherzi e doppi o tripli rovesciamenti di senso, incontro Angelo pasquini, sceneggiatore, scrittore, inventore dell’Immobilismo Molisano, cofondatore di Zut e del Male, di cui era il responsabile delle pagine culturali, un vero esperto in materia di satira, dadà, surrealismo, situazionismo… L’occasione dell’intervista nasce da un paginone doppio del Male esposto in una bacheca nella mostra su Calvino alle Scuderie del Quirinale dal titolo «L’Universo è un falso» in cui si pubblica un capitolo del romanzo, ancora inedito, di Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore. Angelo Pasquini ha lo sguardo sornione e il sorriso un po’ trattenuto di chi osserva la realtà con lo sguardo obliquo, ironico, sguincio, di chi vede anche cosa c’è dietro o di lato, sopra o sotto l’apparenza e la svela con l’arma sottile e tagliente della satira. Gli chiedo di raccontarmi:
«Quando sono andato a vedere la mostra su Calvino qualche giorno fa sono rimasto piacevolmente sorpreso nel trovare alla fine del percorso questo numero del Male del giugno 1979 in cui era pubblicato un capitolo inedito del suo ultimo romanzo».

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13 novembre 2023. I 25 anni di Amici del Musical

Amici del Musical, il network di cultura e informazione sul teatro musicale, compie 25 anni e li festeggia con un grande evento, “Live è più musical”, che ripercorre gli ultimi 25 anni del musical italiano e internazionale, tra esibizioni, ricordi, ospiti e tante sorprese. Sul palco del Teatro Circolo “Il Campanile” di Bologna si alternano professionisti del teatro musicale italiano (Francesca Taverni, Barbara Logaglio, Fabiola Ricci) accanto a realtà emergenti (Compagnia delle MO.RE, Compagnia Sopra le righe, Tweet Charity, 1/3 Group, i Muffins, Chiara Bonfrisco e Tommaso Parazzoli, Cristina Cireddu) e studiosi (Luca Billi, autore del saggio Anything Goes, e Roberto Mazzone, critico teatrale), davanti a una sala gremita di appassionati e addetti ai lavori, tra cui la produttrice Nicoletta Mantovani, l’attrice Barbara Corradini, il musicista Giovanni Giannini, gli attori Luca Biagini e Renato Cortesi, e il regista Gianni Marras. Assistiamo inoltre alla consegna degli AdM Awards, riconoscimento creato per il 25ennale, a Saverio Marconi e Stefano Curti. La serata è presentata da Andrea Celeghin, animatore del web-talk Could We Start Again, che ci regala anche una spiritosa parodia come numero di apertura.

http://www.amicidelmusical.it/web/home.html

11 novembre 2023. Intersezionalità e codeterminazione
Daniele D’Ambra – jacobinitalia.it

Nel dibattito sulla combinazione di classe, genere e ‘razza’ si sviluppa l’idea, rilevante dal punto di vista politico, che queste componenti non solo siano destinate a incontrarsi, ma si formino continuamente assieme.

Negli ultimi anni il concetto di intersezionalità ha avuto ampia diffusione nella teoria critica e nei movimenti sociali, da Black Lives Matter negli Stati uniti al movimento femminista transnazionale.
Pur essendo presente in forma embrionale in diversi testi precedenti, si pensi anche solo alla produzione teorica di Angela Davis, la definizione compiuta nel 1989 da Kimberlé Crenshaw – secondo cui le forme di dominio, in particolare patriarcato, capitalismo e razzismo, si esprimono concretamente in un sistema combinato – si è notevolmente sviluppata in tempi recenti.

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https://jacobinitalia.it/intersezionalita-e-codeterminazione/


1 novembre 2023. Appello: la libertà d’informazione in tempo di guerra

Da lettera22.itLappello che pubblichiamo sulle garanzie minime perché i giornalisti possano fare il loro lavoro è stato sottoscritto anche dalla redazione di Lettera22. Riteniamo che solo così possiamo adempiere al nostro dovere di informare e garantire che si abbia un quadro completo e accurato di ciò che sta accadendo a Gaza. Queste sono solo alcune delle firme che ieri sera hanno abbondantemente superato quota 500. L’appello viene pubblicato oggi da diverse testate

Leggi l’Appello in https://www.lettera22.it/appello-la-liberta-dinformazione-in-tempo-di-guerra/


8 novembre 2023. Sabotate con grazia…

L’invasione (innocua) di Cheap al MAMbo. Dal 6 ottobre al 17 dicembre, gli spazi del museo di Via Don Minzoni vengono invasi dalle opere di Cheap, il collettivo che da ormai diversi anni “infesta” le strade del capoluogo emiliano, con progetti di arte pubblica su poster. “Sabotate con grazia” nasce per celebrare un importante traguardo: l’anniversario decennale del collettivo come strumento di pratica artistica trasformativa all’insegna del sabotaggio

SARA COSIMINI – CANTIEREBOLOGNA.COM 

Così, il MAMbo diventa il contenitore perfetto del messaggio rivoluzionario che da sempre caratterizza Cheap, accogliendo installazioni di lavori già pubblicati, riproduzioni fotografiche in formato inedito che documentano le azioni realizzate sui muri in strada, riedizioni di poster in formati atipici e progetti site-specific.

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https://cantierebologna.com/2023/11/08/sabotate-con-grazia/

27 ottobre 2023. Una storia d’amore e di morte, l’Italia degli anni 60 e il giornalismo dell’Unità

Pietro Spataro – strisciarossa.it

Sembra un romanzo, con tutti gli elementi al loro posto, compresi i colpi di scena. Ma non è un romanzo, è un’inchiesta semmai: la ricostruzione di una vita vissuta con l’ombra di un doppio suicidio e di un abbandono. Il libro di Maria Grazia Calandrone “Dove non mi hai portata” (Einaudi, euro 19,50) è la cronaca di un viaggio drammatico alla riscoperta di sé stessa, il tentativo di ricostruire tutti i pezzi della propria identità. Per l’autrice è anche qualcosa di più: il diario di un tormento, tra una dolorosa separazione e la tragedia della morte che aleggia sulla propria vita. Circola in queste pagine, infatti, un sentimento di incompiutezza che spinge a scavare dentro sé stessi, anche se ciò provoca dolore e sofferenza. Il prezzo da pagare per raggiungere la verità – e le varie sfaccettature che la compongono – è molto alto. Ma non c’è altra strada per ritrovarsi. Il puzzle della vita va ricomposto, costi quel che costi. Così è.

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https://www.strisciarossa.it/una-storia-damore-e-di-morte-litalia-degli-anni-60-e-il-giornalismo-dellunita/

6 settembre 2017. La vita in una borsa: meravigliosa storia di Alberta D.

C’era una volta una ragazza, che curava le ferite del cuore assemblando pezzi di pelle colorata, per farne borse che in un solo colpo d’occhio illuminavano gli outfit sartoriali e a tratti anonimi delle signorine di buona famiglia in provincia, alla fine degli anni Sessanta: la storia delle borsedi Alberta D., al secolo Alberta Dalla, è quella di una passione intima e un approccio artigianale che si trasformò, negli anni Ottanta, in un brand di enorme successo, in Italia e all’estero.
La mostra “La vita in una borsa: meravigliosa storia di Alberta D.” di ABC Arte Bologna Cultura (via Alessandrini, 11, Bologna) in programma dal 12 settembre al 10 ottobre non è solo un omaggio alla creatività della designer, ma un vero e proprio viaggio nella storia della borsa, che per Alberta è l’accessorio femminile per eccellenza, casa e utero, ma pure fagotto da portare in giro per il mondo per lei, spirito nomade da sempre. Oltre 400 i modelli che saranno presenti nell’esposizione, tra creazioni di Alberta e borse di seconda mano accumulate in una ricerca ossessiva del dettaglio da riprodurre e reinterpretare, scovate nei mercatini delle pulci parigini, sulle bancarelle delle artigiane di Bali o barattate con le anziane signore bolognesi in cambio di un modello nuovo di zecca. Un vero e proprio campionario della storia mondiale della borsa: la più antica è di fine Settecento, la più recente è del 2008, e fa parte dell’ultima collezione firmata da Alberta D. Borse da guardare per un viaggio nell’evoluzione del gusto ma pure dell’evoluzione della figura femminile nella società, e anche da acquistare: sarà infatti possibile comprare alcuni dei modelli, mentre una cinquantina di pezzi, i più pregiati, saranno protagonisti di un’asta il 10 ottobre.

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https://www.meer.com/it/29972-la-vita-in-una-borsa-meravigliosa-storia-di-alberta-d