2017 – 06.Giugno

PAGINA IN COSTRUZIONE

Questa non è una rassegna stampa, ma una mia personale raccolta di notizie, fatti, idee e persone che metto a disposizione  di quanti, determinati ma con il sorriso sulle labbra, ancora resistono e lottano per il pane e le rose

4 giugno: L’equazione del panico
Bruno Giorgini – Inchiesta

Durante il Memorial Day del 1883 , il tacco di una donna si incastrò tra le assi dell’area pedonale sul Ponte di Brooklyn, appena inaugurato, e lei iniziò ad urlare. Le persone intorno, forse credendo che il ponte stesse per crollare, furono prese dal panico, e nella ressa 12 persone persero la vita schiacciate sulle scale, mentre molte altri rimasero ferite.
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http://www.inchiestaonline.it/altro/bruno-giorgini-lequazione-del-panico-2/

10 giugno: Macronisti d’Italia, provinciali d’Europa
Pietro Spataro – Strisciarossa

Ecco s’avanza, con passo sicuro e sguardo profondo, il nuovo Eroe del Futuro che affascina il Pd e pezzi del centrosinistra italiano, al quale ispirarsi senza se e senza ma. È giovane, ha una bella presenza, e un paio di pregi in grado di eccitare gli animi: nel giro di un paio di anni ha fondato un nuovo partito (il cui nome, En Marche, è stato già usato nella traduzione italiana) e ha conquistato l’Eliseo così senza colpo ferire e senza particolari fatiche; ha rottamato ben due partiti tradizionali (i socialisti e i gollisti) e la loro vecchia e nuova dirigenza, anche qui senza troppo impegno e senza troppo lavoro, visto che i soggetti in questione ci hanno messo molto del loro nel farsi ridurre al lumicino
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I perdenti di Pittsburgh hanno ripreso le chitarre

Forse anche gli operai americani hanno di nuovo qualcosa da dire. Da contestare. In musica. Magari proprio quegli operai di Pittsburgh, magari proprio quelli della “Larmer Steel”, che decenni dopo la chiusura della loro acciaieria, alle elezioni presidenziali sembravano essersi arresi
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11 – 25 giugno: elezioni amministrative. 

I RISULTATI COMUNE PER COMUNE
www.repubblica.it/static/speciale/2017/elezioni/comunali/

https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=G&dtel=11/06/2017&es0=S&tpa=I&lev0=0&levsut0=0&ms=N&tpe=A


14 giugno: Roma, i voucher in piazza San Giovanni
di Bruno Ugolini – Strisciarossa.it

Voucher è un termine inglese. Significa tagliando oppure buono oppure coupon. Con quello puoi comprare un prodotto. Nel caso di cui si discute ormai da mesi si compera il lavoro. Quasi sempre il lavoro di una giovane o di un giovane. Non per tutta la vita o per qualche mese. Per tempi assai brevi. Li chiamano lavori estemporanei, lavoretti. Chi non ha bisogno in famiglia di ricorrere all’aiuto di qualcuno per riparare qualcosa che si è rotto, per compiere mansioni occasionali che in famiglia nessuno vuole portare a termine? Non pensate però di poter chiamare che so un idraulico o un falegname agitando il foglietto del voucher. Quelli hanno le loro tariffe.
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20 giugnoTante piccole sinistre non fanno una sinistra
Pietro Spataro  –  Strisciarossa

Sono stanco di sinistra, dice un militante di vecchia data mentre ascoltiamo Emanuele Macaluso, che parlando di Gramsci e del giornalismo parla di noi oggi, di quell’”agglomerato elettorale” che è il Pd e della sinistra che non trova pace. Sono stanco di sinistra e non della sinistra, ci tiene a spiegare la sottile differenza il militante deluso, rimasto senza casa e ormai circondato da tante piccole capanne con il filo spinato attorno
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Oggi è una data storica per Brescia e l’Italia. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza del 22 luglio 2015 con la quale la Corte di Assise di Appello di Milano aveva condannato all’ergastolo Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte – capo di Ordine Nuovo del Triveneto / Ordine Nero, il secondo un estremista della destra eversiva, militante ordinovista e informatore dei Servizi segreti – per la strage di piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974. Oltre a essere confermata la sentenza di condanna all’ergastolo di Maggi e Tramonte, è stata pure convalidata la ricostruzione che vede le responsabilità già in precedenza accertate di tre imputati defunti: Ermanno Buzzi, la cui responsabilità nella partecipazione alla realizzazione della strage era già stata ribadita nella sentenza della Corte di Appello di Venezia del 19 aprile del 1985,” tranne che per la preparazione dell’ordigno, che riteneva fosse stato consegnato allo stesso, già pronto, per la collocazione”; Marcello Soffiati, collaboratore dei servizi segreti, componente del gruppo ordinovista e corriere della bomba; Carlo Digilio, collaboratore dei servizi, artificiere e armiere del gruppo, che attingeva anche al deposito di armi ed esplosivo sito nel casolare di Paese (Treviso) in mano a Giovanni Ventura che ne pagava l’affitto

20 giugno: Di fischi, di unità, di Corbyn e Pisapia
Stefano Bocconestti – Strisciarossa

Un po’ perché non so fischiare. E un po’ perché in linea di massima sono contrario ad interrompere un oratore che parla. Ma solo in linea di massima: perché a volte – spesso nell’Italia berlusconiana e di seguito in quella renziana – il dissenso si può esprimere solo con gesti poco ortodossi. Comunque sia, al Brancaccio l’altro giorno non ho fischiato Gotor mentre parlava. Ma non ho neanche cercato di convincere i tanti che fischiavano a smettere. Quello di Gotor è stato un discorso per molti versi ipocrita, sicuramente superficiale. Di maniera. Inutile. La persona seduta vicino a me, invece, si sbracciava per calmare la platea: “Basta, sennò domani scriveranno che qui c’è aria settaria”. Non scriveranno di una sinistra che per la prima volta dopo anni di tentativi di sintesi al vertice, prova a ribaltare il quadro. A ripartire dall’analisi di cosa sono stati questi ultimi vent’anni (di cui tre quarti guidati dal cosiddetto centro-sinistra), prova a riscrivere un vocabolario comprensibile, anche semplicemente chiamando destra le politiche di destra. Che salta il balletto delle alleanze legate alla prossima elezione ma prova a riflettere su quel che avviene nel mondo, in Europa, in questo paese
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30 giugno: Boltanski, un fallimento che non si risolve
Mario De Santis  –  Doppiozero

Christian Boltanski ha un lungo rapporto con l’Italia e con Bologna in particolare. Venti anni fa si tenne in questa città dalle molte ferite la sua prima mostra italiana, “Pentimenti”, all’interno della Villa delle Rose. Nel capoluogo emiliano ci è tornato per realizzare l’installazione dedicata Museo per la memoria di Ustica, la sua prima installazione permanente nel nostro paese realizzata al fianco dei parenti delle vittime. E ora torna per un progetto che coinvolgerà ancora una volta anche la storia della strage di Ustica, ma tutto il tessuto della città.
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