2021 . 04 – Aprile

LAVORI IN CORSO

4 aprile: ENERGIAPERLITALIA. Proposte sul PNRR

Coordinatore Vincenzo Balzani. Hanno contribuito alla stesura di questo documento: Nicola Armaroli,
Vincenzo Balzani, Alessandra Bonoli, Sergio Castellari, Marco Cervino, Vittorio Marletto, Leonardo Setti

A nostro parere l’ultima versione del PNRR non affronta in maniera adeguata gli obiettivi in materia di clima e energia delineati nel Quadro 2030 per il clima e l’energia e nel Green Deal Europeo e non considera pienamente i
capisaldi delineati nella Guidance Europea (Commission Staff Working Document – Guidance to MS Recovery and Resilience Plans, 17.9.2020). Infatti, considerando le proposte di investimenti in nuove azioni in campo climatico (includendo l’energia), non si raggiunge la quota (come prescritta nelle Guidance Europee) del 37% del totale dei fondi. Nel PNRR questi fondi sono pianificati principalmente per i seguenti obiettivi: contrasto del dissesto idrogeologico; gestione sostenibile della risorsa idrica; attuazione di un programma di riforestazione; miglioramento
della qualità delle acque interne e marine. Sono invece scarsi i fondi assegnati per l’adattamento climatico

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http://www.energiaperlitalia.it/wp-content/uploads/2021/04/EnPI-PNRR.pdf

21 aprile. Leonardo entra nel capitale della tedesca Hensoldt. Zanocco, Masci: bene per il rafforzamento del Gruppo italiano ma è necessario il confronto sull’integrazione

Hensoldt è la società originata da precedenti ex attività di Airbus legate all’Elettronica per la Sicurezza e Difesa: occupa circa 5600 dipendenti con siti produttivi in Germania (3), Francia (1), Regno Unito (1) e Sud Africa (2). Nel 2020 ha generato ricavi per 1,2 mld e detiene un portafoglio ordini di 3,5 mld.

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https://www.fim-cisl.it/2021/04/24/leonardo-entra-nel-capitale-della-tedesca-hensoldt-zanocco-masci-bene-per-il-rafforzamento-del-gruppo-italiano-ma-e-necessario-il-confronto-sullintegrazione/

24 aprile. Andrea Mingardi: Milva, la Pantera di Goro

Nella seconda metà degli anni 50, a pochi passi dal cinema Modernissimo, girato l’angolo verso le due torri, c’era un caffè concerto. Era al posto del cinema Centrale, divenuto poi nel tempo Royal. Si trattava di un locale particolare. Si entrava e al piano terra c’era un enorme bancone bar e tavolini sparsi. La gente faceva aperitivi, colazioni e verso mezzogiorno si poteva anche mangiucchiare qualcosa. Le vetrate su via Rizzoli consentivano di sedere all’interno, di godere del passeggio. Ma la vera particolarità del locale era la balconata. Cioè, un lungo palco orizzontale su cui si esibivano le orchestre. Quel giorno non passavo da lì per caso. Il Modernissimo era anche un ritrovo di musicisti e, anche se si trattava di gente matura, io diciassettenne, volevo capire di persona come funzionava la “mossa del mercato dei “musicisti”. Dopo, aver orecchiato qua e là cose poco interessanti per un rocker diciassettenne, sono stato attirato da una musica che stava invadendo il centro. Superato l’angolo degli “impbecilli”, mi sono ritrovato di fronte a quell’atipico caffè concerto. Un manifesto su una plancia all’interno, parva di un’orchestra con una cantante. Roba tradizionale ma la giovane aveva una gran voce e soprattutto, dal piano inferiore, due gambe niente male. Cantava a squarciagola la “putina” e la gente non lesinava applausi. Ho chiesto a un cameriere chi fosse e mi ha risposto: “Mò, una di Ferrara, credo.”. Riguardo il manifesto e leggo “Sabrina” ma era Milva Biolcati, per me, che al massimo arrivavo a Jerry Lee Lewis, quel nome non poteva dirmi nulla. Poi, una notte di qualche tempo dopo avevo chiesto a Piergiorgio Farina se la conoscesse. “Ma certo, è del mio paese, Goro. C’ha una gran voce la ragazola.”. Occorsero più anni perché Milva perdesse il cognome e acquisisse il soprannome di “pantera di Goro”. La giovane che non era ancora “rossa”, era entrata nel novero delle animali da palco: “La tigre di Cremona.” e “L’aquila di Ligonchio”, prima della riduzione chirurgica. L’impresario Giancarlo Conte di Reggio Emilia, un vero fenomeno, aveva scoperto le ultime due più Orietta Berti ma non la rossona. La “pantera” era proprio diversa da tutti. E dopo le prime Canzonassimo e Sanremo in comune, si era capito che lei desiderava percorrere altre strade.

Bella Ciao nella versione di canto delle mondine

Se le altre cantanti italiane, in generale, cantavano, lei interpretava e questa veniva considerata una cultura francese. Ogni canzone era uno spazio teatrale e Streheler fu il primo ad accorgersene. Quando l’ho incontrata era bella, e ruggente sesso e personalità. Non disdegnava le sue origini e ci giocava anche ma poi rientrava subito nell’abito stretto e prestigioso dell’enorme classe internazionale. Alexanderplatz la cantava meglio delle cantanti tedesche reduci dal mistero del “ventennio”. Antifascista convinta, interpretava “Bella ciao” come una partigiana. I capelli le si muovevano come la criniera di una leone e le braccia nude su una scollatura panoramica, facevano il resto. Le canzoni le aggrediva e non credo che Bertold Brecht abbia avuto mai interprete femminile più azzeccata. Ringraziava il suo pubblico difficile, preparato ed esigente, chinandosi in avanti e il fiume rosso che le arrivava alle ginocchia sembrava ricordare a tutti che Milva era una dea. Ma non quelle tristi signore della cultura che si accontentano dell’approvazione di una rada platea snob. Lei era una furia rossa che con la sua incontenibile voce travolgeva tutti i canoni preesistenti. Però, l’uragano rublo veniva dalla popolare “Filanda” ed entrava nel cuore di un “Milord” con l’arroganza tipica di chi ha una personalità travolgente. Sembrava fuori dalla corsa per l’hit parate ma quando si presentava, sparecchiava. Poi, è stata poco bene e credo che questo l’abbia convinta a non farsi più vedere in giro. Se n’è andata in silenzio lasciando l’immagine di una divina del teatro cantato, della musica recitata, forse unica testimone del passaggio dalla categoria di cantante a quella di attrice. Mi stupisco anch’io, rocker impenitente e seguace del soul, mentre scrivo queste poche parole, e sapete perché. Oltre all’immensa ammirazione per un’artista così diversa e lontana da me, mi guardo intorno spaurito. Non solo all’orizzonte non ci sono nuove Milva ma soprattutto, le condizioni perché possano nascere da qui a dieci anni sono minime. Forse sta tramontando un epoca ma sta a noi, a voi, fare in modo che non venga dimenticata troppo presto
https://sites.google.com/site/sentileranechecantano/magazzino-2021/il-ricordo-di-andrea-mingardi

26 aprile. Covid. Sì a paracetamolo, Fans e anticorpi monoclonali. No agli antibiotici e sconsigliata la telemedicina per cronici e fragili. Ecco le nuove linee guida del Ministero per le cure domiciliari
Luca Fassari – Quotidiano Sanità

Arriva dal Ministero una nuova circolare che aggiorna le linee guida per le cure dei pazienti Covid a casa. No a supplementi vitaminici e integratori alimentari (ad esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina e no all’eparina. Se saturazione scende sotto il 92% valutare o ricovero e ossigenoterapia a casa. Indicazioni anche su come curare i bambini e su quando usare la telemedicina. 
LE LINEE GUIDA

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Covid. Sì a paracetamolo, Fans e anticorpi monoclonali. No agli antibiotici e sconsigliata la telemedicina per cronici e fragili. Ecco le nuove linee guida del Ministero per le cure domiciliari – Quotidiano Sanità (quotidianosanita.it)