2016 – 08.Agosto

Il lavoro, le lotte, la politica giorno per giorno

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Questa non è una rassegna stampa, ma una mia personale raccolta di notizie, fatti, idee e persone che metto a disposizione  di quanti, determinati ma con il sorriso sulle labbra, ancora resistono e lottano per il pane e le rose

18 agosto

18 agosto: Macbeth e Heidegger al Cimitero militare germanico

MASSIMO MARINO – DOPPIOZERO Sembra di essere nella brughiera scozzese, qua sui monti d’Emilia. Specie se la giornata è fresca, come capita in questo agosto. Prati rasi. Un odore che all’inizio non sai bene identificare. Un cerchio di monti intorno. Un lago (Suviana?) sullo sfondo. Qualche fiore viola. Qualche ghirlanda funebre secca tra le distese di pietre tombali allineate, che conservano i resti di soldati nati, in gran parte, nel 1924, nel 1925, e morti nel 1944-45 sulla Linea Gotica, sotto le bandiere del Führer.
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https://www.doppiozero.com/materiali/macbeth-e-heidegger-al-cimitero-militare-germanico

17 agosto

17 agosto. La ripresa possibile in quattro mosse

Il ministro dell'Economia Pietro Carlo Padoan - LaPresse

VALENTINO PARLATO – ILMANIFESTO.IT L’Italia economica patisce da lustri carenze tanto di domanda quanto d’offerta. L’ultimo dato del Pil, fermo nel secondo trimestre del 2016, ne è l’ennesima conferma. Consumi e investimenti privati, ma anche produttività, languono.
Con insufficienti eccezioni, le imprese non innovano, non accumulano capitali incorporanti progresso tecnico. Assumono qualcuno, non per produrre di più, ma per lucrare i sussidi statali, così abbattendo la produttività del lavoro insieme con quella del capitale.
Se l’ignavia dei produttori dovesse persistere nemmeno la politica economica migliore potrà sciogliere i nodi che minano il benessere dei cittadini, in specie dei lavoratori e dei meno abbienti. Ma il governo Renzi, in carica da due anni e mezzo, ha preso misure dimostratesi inefficaci, se non controproducenti (come i trasferimenti alle imprese, che alimentano l’attesa di profitti privatizzati e di inefficienze e perdite scaricate sui contribuenti).
Fino a ieri il governo ha scelto di non seguire le quattro linee d’azione da tempo suggerite dai migliori economisti (fra cui amici de il manifesto come Alberto Burgio, Pierluigi Ciocca, Giorgio Lunghini), che provo a riassumere:

  • Investire il danaro pubblico in infrastrutture utili ai cittadini (messa in sicurezza del territorio) e a un tempo capaci di sostenere sia la domanda globale sia la produttività del sistema. Se il punto di Pil dissipato in trasferimenti a imprese e famiglie fosse stato così investito, l’economia sarebbe, se non in crescita, in ripresa (2% l’anno?) e lo stesso disavanzo pubblico sarebbe minore rispetto al Pil.
  • Imporre la concorrenza, chiarendo in via definitiva alle imprese italiane che il profitto va ricercato attraverso efficienza e innovazione, invece di scaturire da sussidi statali, da posizioni di rendita, dal taglio dei salari consentito dalla contrattazione aziendale.
  • Riformare con urgenza e in modo organico, secondo una sinergica visione d’assieme, l’ordinamento giuridico dell’economia, segnatamente nel diritto societario, fallimentare, processuale, dei contratti pubblici di appalto e fornitura. Ne dipendono punti di Pil.
  • Correggere una distribuzione dei redditi fra le più sperequate nel novero dei paesi industriali, a cominciare da una vera lotta all’evasione fiscale e contributiva.

17 agosto. Perché Renzi perderà il referendum

MICHELE PROSPERO – ILMANIFESTO.IT Dopo aver fatto delle riforme una questione vitale per il suo destino, adesso Renzi cambia le carte in tavola. E dice che le innovazioni costituzionali non sono neppure di sua paternità ma appartengono solo al lascito personale del senatore Napolitano. Insomma, il plebiscito non verterà più sulla leadership del premier toscano, in cerca di legittimazione dopo tre anni di potere assoluto, ma sul gradimento del servizio reso in questi anni dal presidente emerito. Un vero disconoscimento delle responsabilità di chi teme il popolo in rivolta e supplica di essere risparmiato dalle polveri ormai accese.

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17 agosto. Salvini: «Pulizia etnica contro gli immigrati»

ILMANIFESTO.IT Al posto della solita felpa ha indossato una maglietta della polizia con tanto di mostrine. Il tutto per lanciare messaggi che con le forze dell’ordine hanno davvero poco a che fare. Come promettere, una volta al governo, una «pulizia etnica» dagli immigrati messa in atto proprio da polizia e carabinieri. Oppure invocare una manifestazione per il 12 novembre a Firenze «per dare lo sfratto a Renzi». Parole, slogan ma soprattutto abbigliamento quello sfoggiato da Matteo Salvini domenica a Ponte di Legno (frasi ripetute anche ieri su Facebook), che non sono andate giù alle forze dell’ordine, quelle vere, che avvertono il segretario della Lega: «Giù le mani dalla nostra divisa». «E’ «gravissimo indossare la nostra maglia per invocare addirittura una pulizia etnica che ci riporta indietro a una delle pagine più oscure e dolorose del nostro paese», è il commento di Lorena La Spina, segretaria dell’Associazione nazionale funzionari di polizia. Giudizio analogo a quello espresso dal segretario del Silp-Cgil Daniele Tassone, che definisce quello di Salvini un gesto «inqualificabile quanto inaccettabile».

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17 agosto
Compagni dai campi e dalle officine…
Notizie sparse raccolte qua e la

17 agosto. Contratto Pa, Cgil Cisl Uil al governo: “Servono sette miliardi”

Matteo Renzi e Marianna Madia

RICCARDO CHIARI – ILMANIFESTO.IT Gli ultimi dati dell’Istat, su quella che gli ottimisti definiscono “non crescita”, allarmano i sindacati del pubblico impiego. Così Cgil, Cisl e Uil di categoria tornano a farsi sentire, dopo l’incontro avuto con Marianna Madia il 26 luglio scorso, e l’assicurazione ministeriale che a settembre andrà avanti la trattativa per il rinnovo del contratto di categoria. Una vertenza ancora al palo, visto che il governo vorrebbe assicurare (piccoli) aumenti retributivi solo agli addetti della pubblica amministrazione con i redditi più bassi, indicativamente sotto la soglia dei 26mila euro lordi annui.

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17 agosto. L’odissea degli operai di Pomigliano

DANIELA PADOAN – ILMANIFESTO.IT Nel 2007 l’amministratore delegato della Fiat annunciò la chiusura per sei mesi dello stabilimento automobilistico di Pomigliano e l’avvio di corsi di formazione per addestrare gli operai alla nuova organizzazione del lavoro aziendale.
Venne creato allora un centro logistico a Nola, dove furono trasferiti 316 lavoratori scelti fra gli attivisti più sindacalizzati. Un “reparto confino” dove gli operai rimasero per sei anni in Cig a zero ore, senza alcuna prospettiva di ripresa del lavoro. In quei sei anni si verificano due suicidi, almeno sei tentativi di suicidio e numerosi gesti autolesivi.
Il 30 luglio 2011, Maria Baratto, attivista e cassintegrata di Nola, scriveva: «Il tentato suicidio oggi di Carmine P., cui auguriamo di tutto cuore di farcela, e il suicidio di Agostino Bova dei giorni scorsi, che dopo aver avuto la lettera di licenziamento dalla Fiat per futili motivi è impazzito dalla disperazione ammazzando la moglie e tentando di ammazzare la figlia prima di togliersi la vita, sono solo la punta dell’iceberg della barbarie industriale e sociale in cui la Fiat sta precipitando i lavoratori». Nemmeno tre anni dopo, il 20 maggio 2014, Maria Baratto si tolse la vita squarciandosi il ventre con un coltello.

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