1916

Il lavoro, le lotte, la politica giorno per giorno

SITO IN CONTINUO AGGIORNAMENTO

6 gennaioGenova, uno sciopero parziale è attuato nei Cantieri Savoia di Cornigliano, per la mancata concessione di mezza giornata di riposo per la festività dell’Epifania: in seguito a ciò sono deferiti alla giustizia militare per rifiuto di obbedienza, quattro membri della commissione operaia che ha presentato la richiesta, mentre un operaio e nove ragazzi dai 14 ai 17 anni sono denunciati per ammutinamento; ad altri venti operai viene revocato l’esonero. Altre agitazioni con sospensioni parziali del lavoro avvengono nello stesso mese alle Acciaierie e Ferriere Italiane di Bolzaneto, dove per far opera di pianificazione si recano i membri operai del CRMI Ancilotti e Benato, alle Ferriere di Voltri, allo Stabilimento meccanico Ansaldo di Sampierdarena, all’Officina allestimento navi del Molo Giano e al Cantiere Odero della Foce: nei due ultimi stabilimenti sono arrestati e denunciati alla magistratura militare rispettivamente quattro e diciassette operai, in prevalenza ragazzi.
“Conviene, qui rilevare che, evidentemente per diversità di orientamenti, i rapporti tra la Camera del Lavoro di Genova e la Federazione metallurgica non erano mai stati buoni e la seconda rimproverava alla prima di non essersi adoperata abbastanza per portare i lavoratori della categoria nella Federazione, ciò che la CdL negava. Proprio tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, vi era stata una polemichetta al riguardo tra Bruno Buozzi e Ferdinando Barbieri, uno dei segretari della CdL, dopo il congresso nazionale dei metallurgici. Il problema di una migliore collaborazione fra le due organizzazioni venne trattato in una riunione tenutasi il 12 agosto presso la Camera del Lavoro di Genova, con la partecipazione dei consigli direttivi delle leghe metallurgiche del Genovesato aderenti alla stessa CdL, che erano le seguenti: a Genova, Federazione Ligure fornitori, Soc. M.S. e lega Archimede, Lega operai Officine elettriche genovesi, Compagnia elettricisti del porto, Lega aiutanti metallurgici di bordo, Cooperativa metallurgici del porto, Cooperativa fabbri-ferrai, Cooperativa ottonieri e affini, Cooperativa elettricisti; a Sampierdarena, Lega metallurgica; a Cornigliano, Cooperativa calderai in rame; a Voltri, Lega metallurgica, a Pontedecimo, Lega metallurgica. Delle citate organizzazioni soltanto quelle di Cornigliano, Voltri e Pontedecimo aderivano alla Federazione nazionale di categoria. La riunione – alla quale presenziò anche Buozzi, che parlò sul “coordinamento del movimento locale col movimento federale” – si concluse con l’impegno da parte dei convenuti di portare in seno alle rispettive assemblee la questione dell’adesione alla Federazione nazionale”(Cfr. Il Lavoro, 14 agosto 1916).

9 gennaio: evacuazione definitiva di Gallipoli e dei Dardanelli

11 gennaio: offensiva russa in Armenia.

Gli austriaci terminano la conquista del Montenegro occupando il monte Lovcen

14 gennaioTorino, firmata la nuova convenzione che regola il lavoro dei lavoratori metallurgici e dell’auto

16 – 17 gennaioBologna, congresso nazionale dei Comuni retti da giunte socialiste.

1° febbraioBologna, costituito il Segretariato permanente della Federazione casse rurali cattoliche.

Febbraio: gli austriaci concentrano nel Trentino quattordici divisioni, trasferite dal fronte dell’Isonzo, da quello russo e da quello balcanico, nell’intento di dare avvio alla Strafexpedition (spedizione punitiva). Si tratta di un’offensiva che, muovendo dal Trentino, dovrebbe sfondare il fronte italiano sugli altipiani tra la Val Lagarina e la Valsugana, per poi giungere nella pianura veneta, prendendo così alle spalle le armate italiane schierate sull’Isonzo. Stratega dell’operazione è il capo di stato maggiore austriaco Franz Conrad von Hotzendorf, che ha tentato invano di coinvolgere anche il comandante supremo tedesco Erich von Falkenhayn. Cadorna, risponde inviando rinforzi nella zona, ma ritiene improbabile un’offensiva austriaca in una regione marginale come il Trentino. La Strafexpedition, il cui avvio era stato fissato per il 10 aprile, avrà inizio solo il 14 maggio, a causa della neve e delle condizioni atmosferiche

9 febbraio:  completato lo sgombero dall’Albania dell’esercito serbo

14 febbraio: primo bombardamento austriaco su Milano. Due aerei sganciano bombe a Porta Romana e a Porta Volta. La zona più colpita è quella di piazzale Adige (poi piazza Buozzi ndr). Muoiono a Porta Romana 18 persone. In ricordo di questo episodio verrà innalzato il 24 giugno 1923 il monumento “Ai caduti di Porta Romana”, opera di Enrico Saroldi

16 febbraioArmenia, i russi occupano Erzerum; a metà d’aprile Trebisonda

18 febbraio: incursione aerea italiana su Lubiana

21 febbraio: inizia la battaglia di Verdun
“Recita una delle tantissime testimonianze dei soldati francesi, gettati nel diabolico tritacarne di Verdun: ”Se non avete visto Verdun, non avete visto niente della guerra”.
Alla vigilia di Natale 1915 Eric von Falkenhayn presenta al Kaiser un memorandum per l’attacco a ovest. L’obiettivo sarà il tranquillo settore meridionale di Verdun, che la propaganda francese ha dichiarato imprendibile.
Il 21 febbraio 1916 l’artiglieria prende a martellare le posizioni francesi. Per tre giorni i tedeschi investono le linee nemiche. Fanno pochi progressi, ma il morale dei francesi è a terra – vengono calcolati circa 2 milioni di proiettili, lanciati solo nelle prime 9 ore di bombardamento (in circa 20 chilometri quadrati di zona di combattimento).
I tedeschi quindi attaccano, provando per la prima volta tecniche di infiltrazione, supportate da due terribili armi: i gas e i lanciafiamme (che fanno la loro prima apparizione proprio a Verdun). Il 25 cade il bastione centrale delle difese di Verdun, il forte Douaumont (lasciato pressochè indifeso già dall’inizio della guerra, erroneamente considerata veloce ed esclusivamente di movimento).
Politicamente tuttavia, Verdun non può cadere e proprio su questo si basa la strategia di von Falkenhayn, ideata per dissanguare l’esercito francese. Lo Stato Maggiore francese decide di resistere a qualsiasi prezzo affidando il settore a Philippe Pétain. Questi lancia una serie di furiosi contrattacchi, alimentati dai rinforzi che arrivano lungo la Voie Sacrèe (la “Via Sacra”): una strada battuta dall’artiglieria, ma unica via di collegamento al fronte, che i francesi fanno percorrere a circa 20.000 uomini al giorno e un autocarro di rifornimenti ogni cinque secondi. “Ils ne passeront pas” è la parola d’ordine di Petain: Verdun diventa il simbolo della Francia, del suo onore e della follia della guerra. Lo scontro, violentissimo e senza quartiere (si arrivò spesso agli attacchi alla baionetta e a selvaggi confronti a mani nude) si protrasse fino all’ottobre del 1916 quando, entrambe le fazioni si arresero di fronte al reciproco sfinimento e a circa 300.000 soldati caduti per parte”.
(da www.lagrandeguerra.net/ggverdun.html)

La grande offensiva tedesca sul fronte di Verdun porterà il 25 alla conquista di Douamont. Il generale Philippe Pétain assume il comando delle forze francesi su questo fronte. Il 2 marzo l’attacco si estende anche alla sinistra della Mosa. La battaglia di Verdun continuerà fino alla fine di settembre

MarzoTorino, molti reduci attaccano la Fiat a causa dei guadagni che le derivavano dalle commesse di guerra

1 marzoRoma, termina la sottoscrizione al terzo prestito nazionale: raccolti 2 miliardi e 933 milioni, escluse le colonie

11 – 19 marzo: quinta battaglia dell’Isonzo. E’ sollecitata dai francesi per alleggerire la pressione tedesca su Verdun

16 marzoRoma, approvata, durante una riunione riservata, la partecipazione dei cattolici ad un eventuale ministero nazionale, di cui faccia parte lo schieramento giolittiano. Sono presenti: don Luigi Sturzo, Filippo Meda, Giovanni Maria Longinotti, Cesare Nava, Giovanni Grosili e Carlo Santucci

18 – 28 marzo: offensiva russa contro le truppe di Hindenburg, sui fianchi del Narocz

19 marzoRoma, il governo ottiene la fiducia della Camera con 394 voti favorevoli e 61 contrari (tra cui quelli dei socialisti e dei nazionalisti). Si conclude così il dibattito parlamentare avviato nei giorni precedenti dagli interventisti di sinistra, che avevano tentato di mettere in crisi il governo allo scopo di ottenere la formazione di un ministero di unione nazionale e quindi con una base più larga dell’attuale. Il voto di fiducia è il risultato del cambiamento di posizione di Leonida Bissolati, che, pur avendo guidato l’azione contro Salandra, ora offre l’appoggio al governo nell’intento di prendere le distanze dai nazionalisti, anch’essi critici nei confronti di Salandra

20 marzo: Albert Einstein pubblica sulla rivista Annalen der Physik la sua teoria della relatività generale. Gli effetti delle ricerche di Einstein sul mondo della fisica saranno rivoluzionari.

9 aprileBologna, per volontà del Comitato bolognese di assistenza agli invalidi di guerra, attivo a Bologna dal 1915 sotto la direzione del senatore Giuseppe Tanari e del prof. Vittorio Putti, è istituita, presso l’ex convento di suore del Foro Boario (poi piazza Trento e Trieste) la Casa di Rieducazione Professionale per Mutilati e Invalidi di Guerra, diretta dall’ingegnere Dino Zucchini. Il suo scopo è quello di ridare libertà di movimento ai mutilati, attraverso un percorso di apprendimento professionale. Dopo varie ristrutturazioni la Casa raggiunge la capienza di 175 posti letto. Tra i corsi proposti vi sono: costruzione di cesti in vimini, treccia di paglia, truciolo, sartoria, falegnameria, tornitura di legno e intarsio, legatoria, calzoleria, dattilografia, telegrafia, allevamento di conigli, bachi da seta e api, ciclismo, musica e canto corale. Alla rieducazione sono obbligati, per almeno 15 giorni, i mutilati dimessi dall’Istituto Rizzoli. Dopo la fine del conflitto l’ingresso sarà su richiesta. Nonostante i buoni risultati raggiunti (oltre 2000 ammessi e 1200 rieducati), la Casa chiuderà l’11 agosto 1922

24 – 29 aprile: la seconda conferenza di pace dei partiti socialisti si svolge a Kienthal, nel cantone svizzero di Berna, convocata per iniziativa della commissione nominata a Zimmerwald, durante la prima conferenza internazionale dei socialisti contrari alla guerra del 5-8 settembre del 1915. La conferenza respinge la proposta di Lenin, il leader bolscevico russo, di abbandonare ufficialmente la II Internazionale per costruirne una terza. La delegazione italiana si divide: Angelica Balabanoff e Giacinto Menotti Serrati, appoggiano la proposta di Lenin, mentre Costantino Lazzari, Oddino Morgari e altri la disapprovano. Il manifesto di Kienthal contro la guerra sarà diffuso clandestinamente in Italia

29 aprile: fronte medio orientale: capitolazione di Knt el-Amàra, dove si erano asserragliati gli inglesi dopo la sconfitta di Ctesifonte

Aprile – MaggioNovara, le fabbriche sono investite da una serie di agitazioni che si estendono anche alla provincia: i tessili di Cerano, i cotonieri di Vespolate, i contadini di Nibbiola e i mondariso di San Pietro Mosezzo e Sozzago

3 maggioBologna, il consiglio della Bonifica renana chiede di poter impiegare alcune migliaia di prigionieri austriaci nei lavori di bonifica di alcune paludi ancora esistenti tra Bologna e Ferrara. Nonostante una circolare ministeriale fissi in maniera precisa l’uso dei prigionieri, il governo accetta la richiesta, censurando, inoltre, la stampa che ne da notizia.

8 maggioBologna, congresso provinciale del Partito socialista. Dei 2.400 iscritti, 800 sono sotto le armi.

15 maggio: l’Austria lancia sul fronte italiano la cosiddetta Strafexpedition, spedizione punitiva, al comando del generale Franz Conrad, nei confronti dell’alleato traditore, riuscendo a sfondare il fronte ad Asiago

20 maggioRoma,  in conseguenza dell’attacco austriaco, Salandra, in previsione di forti contrasti all’interno del governo, si pronuncia a favore della costituzione di un ministero di unità nazionale. Nei giorni successivi tenterà di coinvolgere al governo, il socialriformista Leonida Bissolati, che però, prima di pronunciarsi, chiederà l’autorizzazione a recarsi nella zona di guerra per valutare la situazione militare. Al ritorno dichiarerà la sua intenzione di far parte del ministero, ma senza garantire nulla riguardo alle posizioni del suo gruppo.

31 maggio: battaglia navale dello Jutlandtra le flotte inglese e tedesca.

5 giugno: il generale Brusilov guida le armate russe in un potente e vittorioso attacco contro le truppe austro-ungariche nella Bucovina

6 giugno: alla Camera il bilancio dell’interno, approvato a grande maggioranza per alzata e seduta nella prima votazione, viene approvato nella seconda seduta a scrutinio segreto con soli 194 voti favorevoli di fronte ai 120 contrari. La votazione è il risultato dell’accordo tra una parte degli interventisti e una parte dei giolittiani, che mirano al rovesciamento del governo.

10 giugno: la Camera respinge un voto di fiducia al governo, presentato da Vito Luciano, su richiesta di Salandra, con 197 voti contrari, 158 favorevoli e 2 astensioni.  98 deputati si sono allontanati dall’aula prima della votazione. Vota contro il governo un composito gruppo di interventisti e di ex neutralisti.

12 – 16 giugno: fallisce l’estremo tentativo austriaco contro il Novegno e il Lemerlefallisce

18 giugnoRoma, costituito il nuovo governo Boselli, che ha il carattere di un ministero di unità nazionale ed è formato da diciannove ministri, al fine di accontentare tutti i gruppi politici. E’ così composto: Vittorio Emanuele Orlando, agli interni, Sidney Sonnino agli esteri, Paolo Morrone alla guerra, Camillo Corsi alla marina, Paolo Carcano al tesoro, Filippo Meda alle finanze, Ettore Sacchi alla giustizia, Francesco Ruffini all’istruzione, Ivanoe Bonomi ai lavori pubblici, Gaspare Colosimo alle colonie, Cesare Fera alle poste. I dicasteri dei lavori pubblici e di agricoltura, industria e commercio ridistribuiscono le proprie competenze in tre nuovi ministeri: il ministero dei trasporti marittimi e ferroviari, affidato a Enrico Arlotta; quello dell’agricoltura a Giovanni Raineri; quello di industria, commercio e lavoro a Giuseppe De Nava. Sono inoltre nominati quattro ministri senza portafoglio: Leonida Bissolati, Leonardo Bianchi, Ubaldo Comandino, Vittorio Scialoja. Sei ministri sono liberali di destra e di centro (Borselli, Sonnino, Arlotta, De Nava, Ruffini e Scialoja), cinque sono uomini della sinistra costituzionale (Orlando, Carcano, Colosimo, Bianchi e Raineri) due sono radicali (Fera e Sacchi), uno repubblicano(Comandino), e uno cattolico Filippo Meda, che entra al governo a titolo personale.

25 giugnoTorino, congresso straordinario della Fiom. Poiché nel 1915, a causa dell’entrata in guerra dell’Italia, non si era potuto tenere, come da Statuto, il Congresso nazionale della Federazione, fu deciso di convocare a Torino un convegno straordinario che ne facesse in un certo senso le veci. La riunione, abbastanza modesta, avviene in un momento di crescente successo per la Fiom, che sta riprendendo vigore perfino in Lombardia, per anni prostrata dalle lotte fra riformisti e sindacalisti. «I problemi connessi alla posizione verso la guerra e alla “mobilitazione industriale” occuparono gran parte del dibattito, ma l’adesione alla linea adottata dalla Fiom fu pressocché unanime» (Boni, 1993). Il quadro che la relazione del Segretario federale prospettava all’assemblea era ampiamente positivo poiché la Fiom, che dal 1915 alla fine del 1916 era passata da 13.800 a 22.445 iscritti, aveva ormai acquistato sicurezza nelle proprie forze, era rinsaldata nella struttura e, proprio grazie a Buozzi, saldamente guidata.

28 – 29 giugnoMilano, convegno Nazionale Lavoratori della Terra

LuglioFaenza, nuovo accordo sull’impiego di braccianti nella trebbiatura. Si stabilisce che le squadre di braccianti addette alle macchine debbano essere composte da un minimo di 12 – 16 braccianti. Quest’accordo resta valido fino al 1920 quando si arriva alla totale abolizione dello scambio d’opera e alla trebbiatura vengono adibiti esclusivamente i braccianti.

1° luglio – 23 novembre: grande offensiva alleata sulla Somme. Pieno sviluppo delle battaglie dimateriale, con largo impiego di carri armati”Cinquantanovemila caduti, circa tanti quanti i soldati scomparsi in dieci anni di guerra in Vietnam, sono le perdite della British Expeditionary Force solo nel primo giorno di offensiva nel settore del fiume Somme, a sud di Ypres. Narrano le cronache dei testimoni oculari che, i mitraglieri tedeschi ad un tratto smisero di sparare, esterefatti ed allibiti dal terrificante tiro al bersaglio che si presentò loro la mattina del 1 luglio 1916. I soldati inglesi, convinti che una settimana di bombardamento di preparazione avesse annichilito qualsiasi tipo di difesa passiva, uscirono dalle trincee e marciarono incontro a morte certa, a passo rallentato, senza quasi imbracciare il fucile.I tedeschi, dal canto loro, usciti dalle “stollen”, profonde caverne studiate per sopravvivere anche ai cannoneggiamenti più intensi, si trovarono a sparare contro file inspiegabilmente compatte di bersagli, senza dover neanche prendere la mira. La Battaglia della Somme, voluta principalmente dalla Francia, per alleggerire la pressione su Verdun, testimoniò per la prima volta la caparbia testardaggine dello Stato Maggiore britannico, unitamente alla sua alta impreparazione ed immaturità nella prima offensiva di materiali dell’Intesa.
Dal tragico risultato di questa campagna, l’esercito inglese non riuscì a trarre sufficienti insegnamenti per evitare, un anno dopo, un’analoga strage annunciata durante la terza battaglia di Ypres (Passchendaele). A rendere più amara l’inutile perdita di tante vite umane contribuì poi la scoperta di moltissimi proiettili inesplosi e difettosi, che durante il bombardamento preparatorio lasciarono intatti reticolati, filo spinato e trincee avversarie. Con l’autunno il campo di battaglia si copre di fango.
La pioggia trasforma le trincee in acquitrini, rendendo ancora più difficile la vita ai soldati. L’ultima fase della battaglia finale termina il 19 novembre. Da un punto di vista strettamente tattico si tratta di una sconfitta tedesca, ma il guadagno territoriale alleato rispetto a luglio è minimo: un saliente profondo al massimo dieci chilometri; mentre le perdite tra morti e feriti sono terribili: 620.000 tra inglesi e francesi, contro 450.000 tedeschi. Unico nuovo elemento tattico, di modestissimo successo, per gli alleati fu l’impiego dei primi prototipi di carri armati, lanciati all’assalto il 15 settembre 1916, sul finire dell’offensiva della Somme”.
(da http://www.lagrandeguerra.net/ggsomme.html)

12 luglioTrento, Cesare Battisti e Fabio Filzi sono impiccati dagli austriaci nel castello del Buonconsiglio. Sudditi austriaci ed esponenti dell’irredentismo trentino di matrice socialista, si erano arruolati nell’esercito italiano; catturati dagli austriaci il 10 sul Monte Corno, erano stati condannati come disertori. Il 19 maggio era stato fucilato a Trento anche l’irredentista trentino Damiano Chiesa. Il 10 agosto a Pola sarà impiccato l’irredentista istriano Nazario Sauro, comandante di un sommergibile catturato nel Golfo del Quarnaro.

AgostoRoma, al teatro Argentina ha luogo un convegno regionale delle Leghe contadine per la requisizione delle terre incolte

2 agosto: lo Stato riconosce ai Comuni la facoltà di istituire Enti autonomi di consumo.

Bologna, il 31 ottobre 1915 alcune organizzazioni, tra cui la Società Operaia e il Partito Socialista, costituiscono l’Associazione dei consumatori, che diviene dal 1 gennaio 1916 proprietaria dei “negozi Zanardi”, gli spacci per i generi alimentari a prezzi calmierati, voluti nel 1914 dal sindaco socialista. L’Ente autonomo dei Consumi (EAC), promosso dall’Associazione, diviene pienamente legale con l’approvazione governativa dello statuto il 2 agosto 1916. Francesco Zanardi, chiamato in seguito “il sindaco del pane”, non viene perseguito per le irregolarità amministrative commesse, che sono considerate ad esclusivo vantaggio dei consumatori. Grazie ai negozi dell’EAC, durante la guerra Bologna non conoscerà la fame, nè le sommosse contro il carovita di altre città italiane

6 agosto – 16 settembre: sesta battaglia dell’Isonzo. Il 9 agosto gli italiani entrano a Gorizia. La guerra di posizione riprende con la settima (14 – 16 settembre), l’ottava (10 – 12 ottobre) e la nona (1-4 novembre) battaglia dell’Isonzo (le tre « spallate » autunnali del Carso)

9 agosto: le truppe italiane entrano a Gorizia e iniziano l’attacco contro le postazioni austriache del San Gabriele. La battaglia di Gorizia provocherà 21.630 morti e 52.940 feriti fra le truppe italiane, contro i 4330 morti e 18 076 feriti degli austriaci e avrà risultati limitati sul piano strategico: passate sulla sponda sinistra dell’Isonzo, le truppe italiane troveranno infatti una nuova linea di difesa austriaca. Nel frattempo le truppe che operano sul Carso avanzano sino al Vallone e lo oltrepassano.

Bologna, dopo la presa di Gorizia il generale Capello, comandante del VI corpo d’armata, invia un telegramma al sindaco Zanardi, collegando l’evento alla cacciata degli Austriaci da Bologna, l’8 agosto 1848. Del VI Corpo fanno infatti parte parecchi bolognesi. In città l’effimera vittoria italiana diviene occasione di un tumulto nazionalista, con l’assalto a Palazzo d’Accursio.

16 agostoBologna, il Prefetto chiede direttamente al presidente del Consiglio la proclamazione dello stato d’assedio in tutta la provincia, giustificando la richiesta con l’affermazione che non è sufficiente includere Bologna nelle zone di guerra – con il conseguente passaggio ai militari di quasi tutti i poteri civili e politici – perché la propaganda contro la guerra è vivissima. Salandra respinge la richiesta, ma concede al Prefetto carta bianca in materia di ordine pubblico. L’effetto si fa sentire immediatamente: decine di sindacalisti e dirigenti socialisti sono inviati al domicilio coatto con l’obbligo di restarci fino alla fine della guerra.

28 agosto: l’Italia dichiara guerra alla Germania. La Romania si schiera a fianco della Triplice Intesa

29 agosto: il generale tedesco Von Falkenhayn, in seguito alla sconfitta di Verdun, viene sostituito da Hindenburg

La Turchia dichiara guerra alla Romania

10 settembre: la polizia arresta il comitato centrale della Federazione giovanile socialista, per aver pubblicato un appello rivoluzionario dell’Internazionale socialista giovanile.

14 – 17 settembre: settima battaglia dell’Isonzo

16 settembre: sul fronte delle Somme fanno la loro comparsa, per mano degli inglesi, i primi carri armati

1 – 15 ottobre: riprende l’offensiva russa, agli ordini del generale Alekseij Brusilov

5 ottobre: il governo italiano è informato sul contenuto dell’accordo stipulato nel maggio tra Francia, Inghilterra e Russia per la spartizione della parte asiatica dell’impero ottomano. L’Italia avanzerà riserve su questi accordi e chiederà che la zona dell’Asia Minore assegnatale dall’art.9 del patto di Londra comprenda le province turche di Aidin (Smirne), Konia e Adana. Le trattative al riguardo continueranno sino all’aprile 1917 senza risultati concreti, poiché la zona di Adana era già stata assegnata alla Francia e quella di Smirne interessa all’Inghilterra.

9 – 12 ottobre: ottava battaglia dell’Isonzo

20 ottobreBologna, V Congresso provinciale della Federterra. In virtù della chiamata alle armi (situazione in cui, ovviamente, non si può rinnovare la tessera) gli iscritti passano dai 41.543 del 1914 a 23.874.

Bologna, muore Olindo Guerrini (1845-1916), poeta e letterato, forlivese di nascita, ma residente quasi tutta la vita a Bologna, dove fu bibliotecario e direttore della Biblioteca Universitaria (tra il 1886 e il 1912). Protagonista della scena letteraria raccolta attorno a Carducci, suscitò scandalo nei benpensanti pubblicando, con lo pseudonimo Lorenzo Stecchetti, raccolte di poesie satiriche. Fu anche appassionato cicloturista e esperto di cucina. In quasta veste diede alle stampe il ricettario: “L’arte di utilizzare gli avanzi della mensa”, contraltare povero dell’Artusi

26 ottobreBologna, su alcune linee urbane di tram fanno la loro comparsa le prime donne, assunte come bigliettaie avventizie a tempo determinato. Altre donne già operano in città come spazzine, altre ancora hanno occupato nelle fabbriche i posti di lavoro degli uomini inviati al fronte. Nel Laboratorio Pirotecnico Statale e nel limitrofo Arsenale, situati ai piedi delle colline, tra le porte San Mamolo e Castiglione (durante la guerra i due stabilimenti raggiungono rispettivamente 12.000 e 6.000 occupati), le donne sono in maggioranza, preferite agli uomini anche per la loro abilità manuale.

31 ottobre – 1 novembre: nona battaglia dell’Isonzo

Novembre – dicembre: operato il congiungimento (26 novembre), le due armate tedesche in Romania combattono sull’Argesul (3 – 4 novembre) e occupano Bucarest (6 dicembre). Il governo si trasferisce a Iasi, nell’estrema Moldavia. Grazie al soccorso russo i Rumeni possono costituire un nuovo fronte fra il Sereth, i Carpazi e la foce settentrionale del Danubio

21 novembreVienna, muore l’imperatore Francesco Giuseppe. Gli succede Carlo I.

DicembreBologna, Giacomo Zamboni, già titolare del trasporto dell’immondizia prima dell’avvento dell’amministrazione socialista, propone agli altri industriali dei trasporti di esaminare la “proposta di licenziamento di tutto il personale iscritto alla Camera del Lavoro”.

6 dicembre: la Romania viene travolta dalle truppe tedesche, che occupano Bucarest. Lloyd Gorge è eletto primo ministro inglese

13 dicembre: il generale francese Nivelle sostituisce Joffre nella carica di comandante dell’esercito

15 dicembre: clamoroso successo del generale Nivelle davanti a Verdun dopo sei giorni di pesante bombardamento

17 – 18 dicembreMilano, I Convegno nazionale della cooperazione, promosso dalla Lega delle cooperative. Sono presenti 591 cooperative, altre 1.000 aderiscono all’iniziativa. 

DURANTE L’ANNO

Genova, lo sviluppo industriale determinò un notevole incremento del numero dei lavoratori, come risultadal censimento del 1911, che nel circondario di Genova accertò 85 mila operai delle industrie (contro i 30 mila circa del 1891), dei quali 30 mila delle industrie metallurgiche, meccaniche e navali (contro 10 mila del 1891). Anche il movimento commerciale del porto di Genova aumentò nello stesso periodo di tempo, la quantità delle merci sbarcate ed imbarcate essendo passata da 4.004.307 tonn. nel 1891 a 7.837.387 tonn. nel 1913. Nonostante i progressi fatti, l’economia genovese attraversava tra la fine del primo e l’inizio del secondo decennio del secolo una fase di depressione e l’apparato industriale appariva ancora assai debole. La crisi dell’industria metallurgica e le ristrutturazioni avvenute negli altri settori industriali ebbero l’effetto di peggiorare la condizione degli operai, che in genere dovettero subire un più intenso sfruttamento e vivere sotto la costante minaccia del licenziamento: una condizione, questa, che ovviamente si ripercosse sulla combattività operaia, diminuendo il numero delle agitazioni.
L’entrata in guerra dell’Italia dette inizio ad una profonda trasformazione dell’economia ed in particolare della struttura industriale: le esigenze belliche dettero impulso ad un eccezionale sviluppo delle industrie metallurgiche, meccaniche e navali, ad una straordinaria e rischiosa dilatazione degli impianti, che non teneva conto dei problemi di riconversione e di ridimensionamento, né di quelli sociali che ineluttabilmente si sarebbero presentati nel dopo guerra.Di questo grande moto di espansione provocato dalla guerra, la società Gio. Ansaldo e C. fu nel genovese l’esempio più vistoso. L’Ansaldo nel corso di poco più di tre anni, fu la protagonista di un rapido processo di incremento e di concentrazione, che si attuò mediante l’apertura di nuovi stabilimenti, l’ampiamento ed il potenziamento di quelli già esistenti, l’assorbimento di altre imprese e la creazione di un sistema verticale che, partendo dal complesso minerario e dagli impianti idroelettrici della Val d’Aosta, si articolava nei diversi settori della metallurgia, della meccanica, dell’elettrotecnica, della fabbricazione degli esplosivi, della costruzione delle artiglierie, delle costruzioni navali ed aeronautiche ed era integrato da due compagnie di navigazione (Transatlantica Italiana e Società Nazionale di Navigazione) per il trasporto delle materie prime e dalla Banca Italiana di Sconto che da istituto finanziatore, quale era stato dapprima, divenne poi una semplice dipendenza bancaria del complesso industriale. Il capitale della Società, che era di 30 milioni nel 1914, passò a 45 milioni nel 1916, a 100 nel 1917, a 500 nel 1918. Al fine del 1916 il complesso industriale comprendeva già ben 22 stabilimenti.
Anche l’Ilva ampliò notevolmente gli impianti che essa gestiva nel circondario di Genova, ossia quelli di Sestri Ponente, di proprietà della Società Ligure Metallurgica, e quelli di Bolzaneto, di proprietà della Società Ferriere Italiane. Lo stabilimento di Sestri realizzò notevoli innovazioni, tra cui la sostituzione della forza a vapore con l’energia elettrica applicata prima ai macchinari dei servizi ausiliari e poi ai treni laminatoi, e arrivò a produrre fino a 47 mila tonnellate all’anno.

Bologna, il metodo di Maria Montessori, basato sullo sviluppo libero della personalità del bambino in un ambiente accogliente e stimolante, è introdotto negli asili bolognesi accanto ai metodi Aporti e Froebel

Bologna, sulla strada della Beverara, fuori porta Lame, sorge un edificio provvisorio a sette padiglioni, destinato al ricovero dei feriti e degli ammalati di guerra. Ideato dall’ingegner Giulio Marcovigi, è capace di 850 posti letto. Dopo la fine del conflitto mondiale si riempirà di poveri immigrati in cerca di lavoro e di famiglie sloggiate dai primi sventramenti nel Mercato di Mezzo. Ingrandito dal Comune con nuove costruzioni fino al 1935, quando arriverà ad ospitare circa 3.500 persone, il Baraccato sarà demolito dopo la costruzione delle prime case Popolarissime. L’ospizio del Baraccato è uno dei luoghi in cui il giovane don Olinto Marella, attraverso la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, eserciterà la propria azione caritativa.