1 gennaio: Gaetano Salvemini afferma in un articolo su Critica Sociale la necessità del suffragio universale amministrativo, soprattutto nei comuni meridionali, dove la presenza di liste camorristiche appoggiate dai prefetti contribuisce a impedire l’affermazione di giunte comunali alternative
Cesena, la Camera del Lavoro diventa autonoma da quella di Forlì e aderisce immediatamente al Comitato Centrale delle Federazioni e delle Camere del lavoro di Milano, cui dà l’adesione anche la neonata Federazione zolfatai. Segretario è confermato il repubblicano Armando Bartolini.
25 gennaio: Cesena , la Camera del Lavoro organizza una manifestazione di solidarietà con i lavoratori di Berra, Candela, Giarratana duramente colpiti dalla repressione poliziesca.
Febbraio: Cesena , si chiude la vertenza per il patto colonico. In realtà poi l’accordo venne largamente disatteso dagli agrari e molti coloni, aderenti alle Leghe, ricevettero l’escomio.
13 febbraio: Piombino, inizia un grande sciopero che parte dai lavoratori del reparto stagnatura e lavaggio della latta, dove gli occupati – spesso donne e bambini – respirano per 12 ore al giorno le esalazioni dell’acido solforico. Qui è più attiva la propaganda di “idee sovversive” e sono quindi più dure le misure repressive della Direzione dello stabilimento, ben informati da “maestri e sorveglianti” che svolgono in realtà funzioni di polizia politica
23 febbraio: Petaccio (Campobasso), gli scontri fra forza pubblica e dimostranti provocano la morte di tre persone e trenta feriti. Il 14 marzo si registreranno otto feriti, in analoghe circostanze, a Putignano (Ba). In tutti questi mesi numerosi sono gli scontri, anche sanguinosi, che accompagnano violente agitazioni nelle campagne meridionali per motivi salariali e per protesta contro le tasse e la cattiva amministrazione.
Marzo: Roma, Riscatto ferroviario, che aderisce agli indirizzi della sinistra socialista di Arturo Labriola, esce polemicamente dalla Federazione dei ferrovieri italiani, costituita nel 1900 sotto l’egemonia dei socialisti riformisti. Fra i punti di contrasto vi è la questione della nazionalizzazione delle ferrovie, sostenuta dai riformisti e giudicata da Labriola inutile e manovrabile in senso antisindacale, come aveva mostrato la militarizzazione degli addetti alle ferrovie attuata dal governo nel 1902. I gruppi della sinistra socialista che fanno riferimento ad Arturo Labriola (che nel 1904 preciserà teoricamente la sua idea di sindacalismo rivoluzionario) sono ostili a ogni compromesso del Psi con i giolittiani e sostengono la necessità di un’azione diretta del proletariato contro lo Stato borghese, attribuendo al partito un ruolo marginale rispetto a quello del sindacato, individuato come nucleo propulsivo della futura società socialista.
20 marzo: Roma, scioperano i tipografi per l’ottenimento delle otto ore. La repressione è durissima con arresti e condanne.
Milano, in vista dell’approvazione della Legge Luzzati (che permetterà ai Comuni di costruire case popolari ndr) la Giunta comunale propone la costituzione dell’Ente comunale per la casa, che tra il 1905 e il 1909, costruirà i primi 4 quartieri di edilizia pubblica: il Mac Mahon, lo Spaventa, il Ripamonti e il Tibaldi. Il giorno prima in corso di Porta Romana la polizia aveva represso un corteo di operai che chiedevano case popolari
23 marzo: Roma, una mozione per la statalizzazione delle ferrovie, presentata alla Camera dal radicale Edoardo Pantano a nome di una quarantina di deputati dell’estrema sinistra, permette di iniziare un ampio dibattito sul tema dell’esercizio ferroviario
24 marzo: Roma, i parlamentari socialisti decidono di passare all’opposizione contro il governo, sulla base di una mozione presentata da Filippo Turati sotto le pressioni dell’ala intransigente del partito. Annunciando alla Camera le risoluzioni del PSI, Turati tenderà comunque a dissociare l’azione del ministro degli interni Giolitti dalle responsabilità del governo.
29 marzo: Roma, il parlamento approva la legge che consente agli Enti locali di gestire direttamente servizi pubblici
Aprile: Roma, non riesce lo sciopero generale cittadino, indetto per sostenere la lotta che i tipografi conducono da oltre un mese. Anch’essa sarà destinata al fallimento. Come in molti altri casi di insuccesso delle lotte sindacali del biennio 1902-1903, il dibattito interno al Psi sull’andamento delle agitazioni sindacali sarà occasione di polemiche fra la corrente riformista e quella rivoluzionaria. Nonostante il fallimento, però, si apre una breccia nel fronte padronale che si dichiara disposto a trattare sull’orario.
Milano, in un convegno delle Università Popolari è deliberata la costituzione della Federazione nazionale delle università popolari, scuole libere e associazioni Pro cultura popolare. La Federazione ha sede a Bologna e inizia i lavori l’anno successivo.
1° aprile: Leonida Bissolati lascia la direzione dell’Avanti!. Il 10 maggio, sostituito da Enrico Ferri. Dopo il congresso di Imola del 1902, Ferri aveva cercato di porsi come mediatore dei contrasti nel PSI. La perdita della direzione dell’organo ufficiale del partito da parte dei riformisti sarà seguita da altri significativi passi avanti del gruppo intransigente che si raccoglie attorno all’Avanguardia socialista, il giornale fondato da Arturo Labriola nel dicembre 1902. Il gruppo conquisterà non solo la federazione del partito e la Camera del lavoro di Milano, ma anche le forti organizzazioni bracciantili mantovane e parte dei lavoratori delle industrie meccaniche e metallurgiche in Piemonte e Liguria.
4 aprile: Novara, la Lega Muratori, sostenuta dalla Camera del lavoro e dalla Federazione nazionale Arti Edilizie, proclama lo sciopero dopo il fallimento delle trattative con la Commissione dei Capomastri. Lo sciopero si prolunga fino al 24 aprile sostenuto dalle sottoscrizioni dei lavoratori, con la vittoria dei muratori
19 aprile: Galatina (Le) durante una rivolta di contadini, i carabinieri, intervenuti per sedare la sommossa, sparano ai rivoltosi lasciando sul suolo 2 morti e 30 feriti. I caduti sono Angelo Gorgone e Oronzo Lisi detto “Penna”. Questa è da ritenere la prima rivolta contro i latifondisti dell’epoca e fu contagiosa per tutto il Salento. Nel 1906 si arriverà alla firma del primo contratto di lavoro dei braccianti agricoli che prevedeva 12 ore di lavoro, compresa un’ora e mezza di pausa, una paga settimanale di 1,5 giornaliera per gli uomini e 0,50 per le donne
29 aprile: Roma, il governo annuncia la disdetta delle convenzioni ferroviarie del 1885. La decisione è presa in accordo con le società ferroviarie, le cui richieste escludono la possibilità di un rinnovo automatico delle concessioni da parte dello Stato. Il nuovo regime ferroviario dovrà essere stabilito entro la data di scadenza delle convenzioni esistenti, fissata al 30 aprile 1905.
Maggio: Ottaviano Minale, organizzatore delle lotte agrarie nel modenese, fonda a Mirandola (Mo) la Federazione socialista rivoluzionaria, uno dei primi tentativi della corrente del sindacalismo rivoluzionario di dar vita a organismi che unifichino istanza sindacale e istanza politica ponendo le basi per la costruzione di una struttura politico-organzzativa alternativa al riformismo del PSI. Poco seguita in questa fase, l’idea di Minale troverà molti consensi fra i socialisti intransigenti negli anni successivi.Prime manifestazioni irredentistiche in diverse città. La protesta contro il dominio austro ungarico su Trento e Trieste è destinata a svilupparsi negli anni seguenti
3 maggio: Cesena, elezioni del Consiglio generale della Camera del lavoro. Ricomposta la frattura tra repubblicani e socialisti. Alla fine dell’anno la struttura camerale organizzerà 4.580 lavoratori. Nella seconda metà dell’anno si segnalano scioperi bracciantili a Sogliano e Sant’Agata Feltria e agitazioni dei lavoranti macellai, dei fornaciai, dei facchini, degli zolfatai, degli operai dello zuccherificio per modificazioni tariffarie.
12 maggio: Romagnano (Novara), la Cartiera Vonwiller chiude: la Camera del lavoro di Novara guida la lotta degli operai contro la serrata e lancia una sottoscrizione a loro favore. Il 17 luglio la Cartiera riaprirà rioccupando da subito 150 lavoratori
17 – 20 maggio: Milano, II° congresso nazionale della Fiom (Federazione italiana operai metallurgici), che individua come punti programmatici fondamentali la questione dei salari, dell’orario di lavoro e la lotta alla disoccupazione.
«Esplosa letteralmente sul piano quantitativo – al Congresso aderivano 172 leghe per un totale di 29.066 iscritti – e in previsione di crescere in misura ancora massiccia», il momento per l’organizzazione, però, non è positivo. Soprattutto per fattori esterni come la crisi economica che l’anno dopo avrebbe portato gli iscritti dell’organizzazione a quota 4.300. Ma quel Congresso affronta poco questo aspetto, occupandosi quasi totalmente dei problemi interni dell’organizzazione, quali il difficile rapporto centro-periferia sindacale. «La relazione orale con la quale Verzi apre il Congresso (…) è tutta tesa ad insistere sul ruolo dirigente della Fiom e sull’esigenza di accentrare nel Comitato centrale tutte le decisioni relative allo svolgimento dell’iniziativa sindacale» (Boni, 1993). Tra gli altri aspetti affrontati dal Congresso c’è quello della Cassa centrale per la Resistenza – ritornata attuale nella storia della Fiom – che qui viene approvata (a differenza di quanto era accaduto due anni prima a Livorno) e il cui fondo, alimentato «da un contributo mensile di 5 centesimi per ogni socio federato (…) è esclusivamente destinato a sostenere i movimenti di quelle Sezioni che hanno avuto l’autorizzazione dal Comitato centrale» (Antonioli, Bezza, 1978). Il Congresso approverà all’unanimità l’azione del Comitato centrale e la relazione di Verzi, oltre a confermare Roma come sede del Comitato centrale stesso
continua in
https://www.fiom-cgil.it/net/index.php/1903-ii-congresso-nazionale
21 maggio: Pieve di Coriano (Mn), la polizia spara contro una manifestazione di braccianti uccidendo tre persone e ferendone molte altre.
22 maggio: Roma, dopo l’interesse suscitato dalla Esposizione dei lavori femminili del 1902, è costituita a Roma la cooperativa “Le industrie femminili italiane”. La società, a conduzione unicamente femminile, è finalizzata a “promuovere e migliorare il lavoro femminile e la condizione economica delle lavoratrici con un sano indirizzo artistico e industriale”. Tra le socie figurano anche Amelia Rosselli e Liliah Nathan. Il presidente è la contessa Cora di Brazzà che già aveva presieduto all’allestimento dell’esposizione
20 luglio: muore Leone XIII (Carpineto Romano, 1810)
4 agosto: eletto papa Giuseppe Sarto. Prenderà il nome di Pio X
31 agosto: Torre Annunziata (Na), inizia uno sciopero generale per l’ottenimento delle 10 ore lavorative e miglioramenti salariali. Polizia e un reparto dell’esercito sparano sul corteo: muoiono 8 persone e ne restano ferite quaranta. Lo sciopero continuerà fino al 3 settembre. Nei giorni immediatamente successivi alla strage sorgono la Camera del lavoro della vicina Castellamare di Stabia e le prime Leghe di categoria a Gragnano e Scafati (Sa).
Settembre: Guspini (Cagliari), 1.200 minatori di Montevecchio di Guspini scioperano chiedendo più umane condizioni di lavoro. Particolarmente drammatiche sono le condizioni in cui sono costrette a lavorare le 81 donne e gli 80 bambini impiegati in miniera. Montevecchio è stato uno dei più grossi centri minerari del continente europeo.
Avezzano, nasce la Camera del Lavoro, una delle prime che si formano in Abruzzo
6 – 7 settembre: Firenze, fondata la Federazione giovanile socialista
Già alla fine dell’800 esistevano in Italia diversi gruppi di giovani di orientamento socialista attivi in politica. Alcuni di questi decisero dopo un periodo di rodaggio di costituirsi in circolo o federazione. Questo avvenne, ad esempio, per il gruppo giovanile socialista fiorentino che nel 1902 fondò la Federazione regionale toscana della gioventù socialista. Fra i suoi impegni figurava anche la pubblicazione di un giornale intitolato ‘La giovane guardia’.
Nel 1903, durante un congresso costitutivo celebrato a Firenze, l’insieme delle federazioni giovanili socialiste regionali si unirono dando vita alla prima ‘Federazione nazionale giovanile socialista’ italiana. Anche in questo caso si pensò alla pubblicazione di un periodico, ‘La gioventù socialista’ , che venne stampato a Milano a partire dal 1904.
Tuttavia, sin dall’inizio, all’interno della stessa Federazione si vennero a formare due correnti di orientamento sensibilmente diverso tra loro, tanto da portare i due schieramenti ad insormontabili contrasti ideologici per i quali, nel congresso di Bologna del 1907, un gruppo di militanti decise di abbandonare la Federazione. Nello stesso anno vennero ufficializzati programmi ed obbiettivi della giovane Federazione che risultarono di chiara impostazione antimilitarista ed anticlericale.
Dopo un periodo di forzata interruzione dell’attività politico-sindacale in Italia, imposta dal regime fascista, il movimento giovanile si ricostituì nel 1944 su iniziativa di Eugenio Colorni, Giorgio Lauchard, Matteo Matteotti, Leo Solari e Mario Zagari ma si sciolse nuovamente nel 1947 in conseguenza alla scissione socialdemocratica.
Il Partito socialista istituì in seguito un ‘Movimento giovanile socialista’ all’interno del suo ufficio della direzione dandogli il compito di promuovere e coordinare le politiche giovanili. Seguirono nel 1961 le rinnovate costituzioni della ‘Federazione dei giovani socialisti’ e, a livello nazionale, della Fgsi come espressione della rinnovata intesa tra socialisti e socialdemocratici.
Negli anni ’80 al posto delle Federazioni venne creato il Movimento giovanile socialista (Mgi) che scomparve definitivamente nel 1994 con lo scioglimento del Partito socialista italiano.
Per saperne di più
https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=43392
14 settembre: Roma, entra in funzione il Consiglio superiore del lavoro.
20 settembre: Pontremoli (Ms), alla fine di una festa “un gruppo di Pontremolesi, tra cui qualche maestro elementare, gira per la città gridando a squarcia gola: – Morte al Re, evviva l’anarchia, abbasso i preti – finché ne nasce un parapiglia con la forza pubblica e volano molti cazzotti, talché ci volle tutta la prudenza del Tenente dei carabinieri per evitare l’eccidio”. Nei giorni seguenti una parte dei componenti del gruppo si dà alla latitanza e per molte settimane rimane nascosto nei boschi
22 settembre: Rimini, un nucleo di ferrovieri convoca la riunione costitutiva della Camera del lavoro. Partecipano rappresentanti delle Leghe dei calzolai, fornaciai, camerieri, cuochi, fornai, facchini, tipografi, macellai, barbieri, fiammiferai, infermieri. Una settimana dopo la Camera del lavoro è formalmente costituita.
28 settembre: inaugurata la ferrovia elettrica, parzialmente a cremagliera, Pugliano – San Vito – Eremo – Vesuvio
18 – 19 ottobre: Genova, XIII Congresso dei cooperatori italiani. Sono presenti 300 cooperative.
3 novembre: Roma, nasce il nuovo governo Giolitti, che nell’impossibilità di coinvolgere socialisti e radicali, risulta più orientato a destra di quello precedente
9 novembre: si suicida il ministro delle Finanze Pietro Rosano. Con una lettera al Presidente Giolitti, proclama la propria innocenza dalle accuse infamanti pubblicatr da diversi giornali. Il ministro, avvocato napoletano, era stato accusato di collusione con ambienti mafiosi e camorristi e di illeciti a scopo di lucro nell’esercizio della professione
10 – 13 novembre: Bologna, XIX Congresso cattolico. I democratici cristiani sostengono le posizioni del nuovo presidente dell’Opera dei congressi Giovanni Grosoli, osteggiato dagli elementi più intransigenti anche per la sua scelta di mediare i contrasti interni. È per il momento vincente la linea di Grosoli, che riesce a farsi attribuire la facoltà di sciogliere i comitati locali non attivi sul piano sociale, facoltà prima riservata al comitato generale permanente.
12 novembre: fondata la Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Pontassieve. Nel 1994 diventa l’attuale Banca di Credito Cooperativo di Pontassieve
15 novembre: Milano, si costituisce la società Tecnomasio italiano Brown Boveri, specializzata in produzione elettromeccaniche: strumentazione elettrica, dinamo e poi soprattutto locomotive. Nel 1906 inizierà la costruzione di un grande complesso industriale a piazzale Lodi
17 novembre: Londra, durante il proprio congresso, il Partito Operaio Socialdemocratico Russo si spacca in due tronconi: i bolscevichi, guidati da Lenin e i menscevichi guidati da Julius Martov
26 novembre: Ferrara, il Congresso provinciale delle organizzazioni sindacali, guidato da Umberto e Guido Pagella, in cui sono rappresentate 86 Leghe, sancisce il successo dei sindacalisti rivoluzionari: la Camera del Lavoro accoglie gli antichi risentimenti della campagna verso la città e ciò è comprensibile in una provincia travolta dalla disoccupazione bracciantile con un anomalo sviluppo agrario e un mancato sviluppo industriale, una provincia a cui male si adattavano le cautele dei riformisti.
Dicembre: Faenza, inizia il lunghissimo sciopero dei brecciatori, sostenuto dalla Lega dei lavoratori di pietrisco aderente alla Camera del Lavoro. Solo nel marzo del 1905, dopo che nel giugno dell’anno precedente c’era stato un primo accordo non rispettato dai padroni, si arriva ad un accordo e i maccarini “videro così coronata – come si legge nella relazione morale del 1905 della Camera del Lavoro – dal pieno successo l’opera loro, benché a prezzo di lunghissimi sacrifici”.
1° dicembre: Roma, Giolitti presenta alla Camera il programma del governo. I punti qualificanti sono il proseguimento della politica liberale; la conversione della rendita sul debito pubblico che diminuisce gli interessi dal 4,5% al 3,5% (sarà approvata il 29 giugno 1906); la stipulazione di nuovi trattati commerciali con Austria, Germania e Svizzera, tesi a favorire in particolare le esportazioni agricole; la riforma del sistema ferroviario, rispetto al quale il governo si impegna a presentare un progetto che contempli il passaggio del servizio allo Stato; l’impegno a favore del Mezzogiorno tramite la politica di opere pubbliche e di alleggerimento dei debiti comunali e, in prospettiva, tramite interventi in sostegno della piccola proprietà contro il latifondo.
3 dicembre: Genova, l’Ansaldo stipula un accordo con l’importante gruppo inglese Armstrong Whitworth, dando vita a una società per azioni, la Ansaldo Armstrong, che porterà a una crescita della produzione e della forza competitiva della principale azienda meccanica italiana, fondata nel 1852 e ora sotto la guida di Ferdinando Maria Perrone
18 dicembre: Roma, papa Pio X rende noti motu proprio i diciannove punti che riguardano l’Ordinamento fondamentale dell’azione popolare cristiana. Ispirato per la maggior parte alle enunciazioni di Leone XIII, esso si propone di riportare ordine e concordia nel movimento dei cattolici lacerato dai contrasti interni.Con il Motu Proprio, Pio X ribadisce le direttive di Leone XIII sull’azione popolare cristiana. Con questo motu proprio non si condanna la democrazia cristiana nel nome, ma si esclude che essa possa essere intesa come qualcosa di diverso «da un’azione benefica in favore del popolo, fondata sul diritto di natura e sui precetti del Vangelo». Si ricorda che la democrazia cristiana ha per base i principi della fede e della morale cattolica e soprattutto quello di non ledere per nessun motivo il diritto della proprietà privata. Infine si ripete che la democrazia cristiana ha obbligo strettissimo di dipendere dall’autorità ecclesiastica, «prestando ai vescovi e a chi li rappresenta piena soggezione ed obbedienza»
26 dicembre: Maderno (Brescia), muore Giuseppe Zanardelli (Brescia, 1826)
DURANTE L’ANNO
Roma, si riunisce il primo Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, aderente al Consiglio Internazionale Femminile e articolato in vari settori sui diritti sociali, economici, civili e politici. E’ presieduto dalla contessa Gabriella Spalletti Rasponi. La Federazione romana delle opere di attività femminile, ne costituisce la sezione romana
Roma, lo Stato decide di assumere in proprio il servizio telefonico allo scadere delle concessioni delle diverse società. Sarà un processo lento e negli anni ’20 il servizio tornerà ai privati
Milano, Giovanni Montemartini pubblica La questione delle case operaie in Milano, indagine sulle condizioni abitative nel capoluogo lombardo
Recanati, fondate la Cooperativa lavoranti pettinai, cui aderiscono oltre venti operatori del comparto, e le Premiate fabbriche riunite di pipe, per iniziativa di tre artigiani, fra i quali Giovanni Capodaglio. Negli stessi anni entra nel settore anche Rodolfo Antici, proprietario terriero e cofondatore della Società marchigiana di elettricità e molini
Venezia, Arthur Junghans rileva la ditta dei fratelli Herion, prima fabbrica italiana di orologi, fondata nel 1877. L’impresa diventerà una fra le più importanti fabbriche italiane del settore.
La Spezia, Pasquale Binazzi, un anarchico spezzino, stimato in tutta quanta la città, assieme a Zelmira, la sua compagna di tutta una vita, fa uscire IL Libertario, periodico che ha contribuito non poco alla maturazione politica e culturale del proletariato della città. Tutti a La Spezia riconoscono ai sindacalisti dell’USI doti di serietà di preparazione culturale e di competenza. Esiste in città anche l’Unione Anarchica Italiana e un folto gruppo di anarco individualisti con Tintino Persio Rasi, Dante Carnesecchi e soprattutto Renzo Novatore. Abele Rizieri Ferrari, questo è il suo vero nome, che verrà ucciso dai carabinieri in un’osteria di Teglia, una località vicina a Genova è un disertore condannato a morte e poi amnistiato. I suoi amici lo ricorderanno con le seguenti parole: “Era l’angelo e il leone, era il soldato del sogno”.
Londra, il Partito socialdemocratico russo svolge il proprio congresso nella capitale britannica. Si formano due schieramenti: da una parte i bolscevichi guidati da Lenin e dall’altra i menscevichi con alla testa Martov. I menscevichi insistevano sull’organizzazione di un partito aperto alla società e sul nesso sviluppo industriale-democrazia parlamentare-socialismo; i bolscevichi puntavano su un partito composto di militanti ben organizzati e disciplinati, in grado di conformarsi alle direttive di un comitato ristretto, per instaurare il socialismo con l’azione insurrezionale, senza attraversare la fase borghese.
Trotsky si schiera con i menscevichi per abbandonarli poi l’anno successivo.
Olanda, il fisiologo Willem Einthoven inventa l’elettrocardiografo per misurare il battito cardiaco
Germania, i chimici Geissle e Bauer realizzano il sapone in polvere
Nascono le Cooperative Operaie di Trieste Istria e Friuli (o, più brevemente, Cooperative Operaie). Sono una Cooperativa di consumo, ed attualmente aderiscono all’ANCC della Lega Nazionale delle Cooperative e alla Confcooperative
Milano, Giuseppe De Vecchi decide di ampliare i suoi orizzonti produttivi e fonda insieme a Strada la De Vecchi – Strada con sede a Milano in Via Peschiera dove comincia a produrre a livello industriale automobili. Nel 1908 Strada lascia la società e De Vecchi che l’anno successivo fonda la De Vecchi & C, con cui costruisce auto con interessanti soluzioni tecniche e riesce a vendere le sue automobili anche all’impero russo. Nel 1917 De Vecchi conclude l’avventura nel mondo dell’automobile cambiando il nome della fabbrica in Officine Meccaniche De Vecchi SA con cui si dedica (esclusivamente e definitivamente nel dopoguerra) alla costruzione di motori per aeroplani per il periodo bellico della prima guerra mondiale. Il marchio sopravviverà fino al 1919 quando gli impianti e il marchio saranno assorbiti dalla CMN, Costruzioni Meccaniche Nazionali, che lo fa scomparire
Parigi, nasce il gruppo Deborah come Bonetti Freres per opera dei fratelli Bonetti, ultima generazione di una famiglia di chimici e ingegneri (il trisnonno era stato allievo di Alessandro Volta) imparentata con un ramo materno dei Bonzanigo. Benessere e salute sono i due cardini di indirizzo e riferimento dell’attività d’impresa. Così i primi prodotti sono soprattutto sostanze farmaceutiche come l’Arsichinina e la Iodalia, ma il successo dell’impresa è dato dalla Diadermina, un prodotto nato come eccipiente farmaceutico e diventato una crema cosmetica semplice, solubile in acqua, adatta alle esigenze sia dei bambini che degli adulti. Nella farmacopea francese il prodotto figurava come Diadérmine de Bonetti; in Italia ha avuto una diffusione così vasta da portare l’impresa a identificarsi nel marchio.
Sostenuto da una rete distributiva ramificata, il marchio ha conosciuto una forte affermazione anche nell’Italia del boom economico, traendo vantaggio dall’espansione dei consumi che l’ha caratterizzata. L’azienda decide di interpretare i mutamenti che negli anni ’60 investivano il costume e il ruolo della donna nella società. L’impresa avvia così la linea di prodotti Deborah Milano per il maquillage, cosmetici efficaci e a un costo contenuto, in grado di sottolineare la femminilità di donne che perseguivano l’obiettivo di inserirsi a pieno titolo come componente essenziale della vita sociale. I nuovi prodotti, riconoscibili sotto il nuovo marchio, poterono giovarsi della capillare rete distributiva realizzata per Diadermina. I due marchi – le due “D” affiancate che hanno espresso nel logo dell’impresa il dualismo tra bellezza e benessere – hanno proceduto poi parallelamente per un decennio, sino all’esaurimento del percorso di Diadermina. Dal 1970 Deborah Group si avvale del lavoro creativo di Gianni Versace, di Krizia o di Enrica Massei. Oggi Deborah si propone sul mercato come gruppo leader in Italia nella produzione cosmetica e di prodotti per la bellezza
Napoli, nasce la casa di edizioni musicali Curci
Torino, la Fiat inizia la produzione di autocarri (Fiat veicoli industriali). Nel 1974 diventerà Iveco
Dearbon (Usa – Michigan), Henry Ford apre la fabbrica automobilistica che porta il proprio nome. La Ford è nota per aver utilizzato per la prima volta la catena di montaggio e il nastro trasportatore, in seguito adottati da numerose altre aziende e tuttora usati nelle industrie moderne. Tale fenomeno venne chiamato fordismo. Le autovetture sono il prodotto principale del gruppo. In più di un secolo di attività sono stati prodotti all’incirca 170 modelli e alcuni di essi sono stati prodotti in più generazioni, come nel caso della Ford Fiesta.
Nel corso del Novecento la casa dell’ovale blu si espanse in tutto il mondo aprendo filiali in Regno Unito, Germania, Asia, Sud America e Africa. Inoltre acquistò altri marchi automobilistici quali Land Rover, Jaguar, Aston Martin, Volvo e circa il 33% delle quote di Mazda. Negli anni ’60 le due filiali europee si unirono formando la Ford Europe con sede in Germania. In seguito alle crisi economiche internazionali del nuovo millennio, la Ford registrò delle gravi perdite, tanto che fu costretta a vendere tutte le case automobilistiche acquistate in precedenza e a tagliare numerosi posti di lavoro, come imposto dal piano industriale The Way Forward. Attualmente il gruppo è composto solamente dai marchi Ford e Lincoln. Tuttavia, nonostante le drastiche misure adottate per fronteggiare la crisi finanziaria del 2008-2009, è stata anche l’unica industria automobilistica statunitense a non chiedere prestiti al governo USA. A partire dal 2009, la società tornò in attivo con un utile netto di 2,7 miliardi di dollari, che divenne di 7,149 miliardi l’anno successivo
Northfield – Illinois (Usa), nasce la Kraft Foods Inc., la più grande azienda alimentare dell’America settentrionale e la seconda al mondo dopo la Nestlé.
La Philip Morris, azienda produttrice di tabacco (oggi conosciuta come Altria Group) ha acquistato nel 1988 la Kraft per 12,9 miliardi di dollari, fondendola con un’altra sussidiaria alimentare, la General Foods, acquistata nel 1985. Nel 2000 la Philip Morris ha acquistato la Nabisco (azienda dolciaria) e l’ha fusa con la Kraft, mantenendone però l’autonomia.
Altria ha venduto 280 milioni di azioni Kraft attraverso un’OPV nel 2001, trattenendo per sé una quota societaria dell’88,1%. Il 31 gennaio 2007, dopo mesi di speculazioni, la compagnia ha annunciato che i titoli in suo possesso sarebbero stati ceduti agli azionisti di Altria il 30 marzo 2007. Attualmente la società non detiene più alcun interesse in Kraft Foods.
Il 30 novembre 2007 la multinazionale nordamericana perfeziona l’acquisizione dell’intero settore biscotti del Gruppo Danone comprendente anche il marchio storico italiano Saiwa.
Dal 22 settembre 2008 il titolo azionario fa parte dell’indice Dow Jones Industrial Average.
Novi Ligure (Al), nasce Novi, come cooperativa di dettaglianti e grossisti dolciari. Dopo oltre un secolo di storia la Novi dispone di tre stabilimenti a Novi Ligure, Bra e Sassello che producono ogni anno oltre 80 milioni di tavolette e 200 milioni di cioccolatini. Tra le specialità Novi: il cioccolato Otello, i gianduiotti, la Crema Novi, e le “Terre del Cacao”, con cru provenienti da Grenada, Ghana, Ecuador e Venezuela. A questi prodotti si sono aggiunte recentemente le tavolette NoviPiù e varie tavolette di fondente con percentuale di cacao fino al 99%. Oggi la Novi è la divisione del gruppo Elah-Dufour specializzata nel settore del cioccolato prevalentemente in tavolette per la cui produzione detiene il primato nazionale con il controllo del 20% del mercato italiano e dei prodotti dolciari
Napoli, l’Ansaldo si fonde con l’Armstrong di Newcastle per sottrarsi alla dipendenza dei gruppi siderurgici guidati dalla Terni, formando la più grande industria meccanica italiana, specializzata nelle produzioni belliche. Ma la combinazione dura poco e nel 1912 i due partner si separano definitivamente
Coventry (Uk), Reginald Walter Maudslay fonda la Standard Motor Company. È stata attiva nel Regno Unito fino al 1963, ed in India fino al 1987.
Nasce la Talbot, casa automobilistica fondata dal francese Adolphe Clement, con il supporto finanziario del nobile inglese Lord Charles Chetwynd-Talbot. L’obiettivo dell’azienda era di importare nel Regno Unito le autovetture francesi della Clément-Bayard, una Casa automobilistica attiva in quegli anni. L’avventura commerciale cominciò però ufficialmente nel 1905, con il nome di Clément-Talbot. L’azienda è rimasta attiva fino a metà degli anni novanta.
Berlino, Georg Graf von Arco fonda la Telefunken, tra i maggiori produttori mondiali di prodotti elettronici per gran parte del XX secolo. Dal 2006 il suo marchio è utilizzato dalla turca Profilo Telra Elektronik che su licenza della stessa Telefunken produce televisori LCD e LED distribuiti da quest’ultima sul mercato europeo.La presenza di Telefunken in Italia risale al 1910, quando cominciò a distribuire i propri prodotti attraverso la filiale Siemens di Milano. Nello stabilimento Siemens del capoluogo lombardo, vennero prodotti apparecchi con il marchio della società tedesca. Nel secondo dopoguerra, Telefunken creò sempre a Milano, la propria filiale italiana Telefunken Radio Televisione S.p.A., mentre la sua produzione si insediò nello stabilimento di Baranzate, insieme a quella della CGE. La fabbrica venne poi ceduta nel 1982 alla Philco italiana. Verso gli anni novanta il marchio Telefunken scomparve dal mercato italiano dell’elettronica di consumo, per poi ritornarvi nel 2008, nel settore dei televisori LCD costruiti in Turchia e distribuiti dalla filiale italiana della Vestel.
Fritz Thomas, socio nell’azienda Porzellanfabrik Jaeger, Thomas & Co., fondata nel 1872 presso Marktredwitz, in Baviera, lascia l’azienda per fondare la Porzellanfabrik Marktredwitz Thomas & Ens. Le nuove idee di Thomas portano immediato successo all’azienda, e dopo l’uscita dalla società di Ens nel 1907, l’anno successivo la Thomas viene acquisita da Rosenthal. Dai 400 dipendenti nel 1913, l’azienda passa ai mille nel 1930 e si attesta ai 750 poco prima della Seconda guerra mondiale, nel 1937.Negli anni cinquanta la fabbrica viene spostata nella sede di Speichersdorf, e nel 1985 la facciata di 220 metri dell’edificio viene decorata dall’architetto Marcello Morandini. Fino agli anni ottanta il marchio Thomas è stato orientato verso lo stile scandinavo, come per il servizio Scandic di Herta Bengston, premiata al Concorso internazionale della ceramica d’arte contemporanea di Faenza (1972). Successivamente le linee Thomas vengono influenzate dal design britannico, ad esempio con la collaborazione di David Queensberry e Martin Hunt per Loft, insignito dell’Internationaler Designpreis Baden-Württemberg (2002). Per Thomas hanno inoltre collaborato i designer Konstantin Grcic perCoup, che ha ricevuto il Good Design Award (2003) e l’iF International Forum Design (2004) e Stefan Diaz per Genio e Tema, entrambi premiati con il Red Dot Design Award e l’iF International Forum Design (2005), e per Shuttle, vincitore del Designpreis der Bundesrepublik Deutschland (2008)
Vauxhall – Londra, La Vauxhall era stata fondata nel 1857 da Alexander Wilson come casa produttrice di motori per le navi. Nel 1903 la società decise di muovere i primi passi nel nuovo e promettente mercato delle auto. Dopo anni di presentazioni ai saloni dell’auto nel 1925 venne acquistata dalla General Motors e da lì incominciò a produrre come vera e propria casa automobilistica. Nel 1970 la GM, per via della sua politica di globalizzazione, decise di cambiare completamente i modelli Vauxhall, che cominciò a produrre i modelli Opel per il mercato britannico, inizialmente con nomi e frontali dedicati al solo marchio Vauxhall. Tuttavia lo scopo finale di GM era quello di standardizzare il più possibile le sue linee di montaggio, e negli anni ottanta cominciò a commercializzare i modelli Opel con linea inalterata. Contemporaneamente soppresse il marchio Vauxhall nella Repubblica di Irlanda (1982), in favore di quello Opel, e in seguito anche in altri mercati europei caratterizzati dalla guida a destra come Malta e Cipro. Con l’inizio degli anni novanta si cominciarono ad uniformare anche i nomi, abbandonando via via le denominazioni Vauxhall in favore delle denominazioni delle gemelle tedesche. Tuttavia il primo modello dell’unificazione fu la Vauxhall Astra, nome che già caratterizzava da sempre la versione britannica della Opel Kadett. Nella produzione attuale, eccezion fatta per il volante a destra, l’unica differenza estetica con le gemelle commercializzate con altri marchi GM, è la mascherina anteriore con la forma caratteristica a V e il logo (un grifone che regge una bandiera).
Oggi la Vauxhall vende i modelli Opel con il suo marchio in Gran Bretagna, oltre alla Monaro, sportiva presa in prestito dalla Holden, consociata australiana della GM.
Vienna, la Wiener Werkstätte è una ditta fondata da Josef Hoffmann, Koloman Moser e un banchiere finanziere collezionista d’arte di nome Fritz Waerndorfer. Raccoglie le arti dei movimenti precedenti. Rielabora un nuovo classicismo, portando alla nascita il protorazionalismo. Associa l’artigiano all’economia, ispirandosi all’Art and Crafts inglese. · Era formata da 100 operai, pochissimi di loro erano artigiani di mestiere. Entrarono a far parte della ditta i maggiori artisti di Vienna, e gli alunni cui Moser e Hoffman insegnavano nella loro scuola. L’obiettivo era di avere più esperienze possibili di artisti ed oggetti, legati a un unico stile. Hoffmann con le sue opere riusciva a produrre con le stesse forme due oggetti completamente diversi. Uno dei progetti più importanti fuori dell’Austria è il Palazzo Stoclet a Bruxelles di Josef Hoffmann. La Wiener Werkstätte è perfettamente attrezzata di tutto ciò che serve all’impresa, la macchina non domina ma aiuta l’uomo: non è lei a dominare la fisionomia dei prodotti ma lo spirito creativo spetta alle mani dell’artista. Si utilizzano le energie e la creatività dei giovani, formati nella scuola dei due maestri fondatori. Il maggior talento di Koloman Moser era la grafica: i cartelloni pubblicitari e il marchio di fabbrica rispondevano benissimo alla fase commerciale che aveva la ditta. La Weiner Werkstätte partecipò a quasi tute le Expo che si tennero, dall’anno della sua fondazione fino al suo fallimento. Iniziarono ad aprirsi le prime filiali e punti vendita in tutto il mondo: finirà per influenzare lo Styling americano. Moser insisteva a lavorare solo su progetti commissionati, come un libero professionista. Seguirono inoltre la linea delle Mostre: i prodotti realizzati dalla Wiener Werkstätte venivano esposti nei negozi, sui cataloghi, nelle Expo, per aumentare i compratori. Anni dopo Moser si dimise poiché per lui l’attività non era più quella di una volta, dipendeva troppo dal gusto dei committenti nonostante loro non avessero idea del prodotto che volevano. Lui non capiva che la sua politica di lavoro artigianale non sarebbe mai arrivata a un largo pubblico, poiché il lavoro manuale era troppo costoso e non tutti potevano permetterselo. Il dovuto successo della Weiner Werkstätte fu essenzialmente grazie alla borghesia: i prodotti di lusso che la ditta produceva ebbero un grande successo. Il design della ditta era famoso poiché essenziale e semplice, nonostante fosse di gran prezzo
Grosseto: nasce Assunto Aira, primo segretario della Federazione grossetana del PCI dopo le leggi eccezionali del fascismo. Morirà per le conseguenze delle sevizie ricevute poco dopo aver lasciato il carcere.