Gennaio: nasce la Società Anonima Altiforni e Fonderia di Piombino (Li). Contribuirà all’incremento della siderurgia italiana, avviando nei primi anni del novecento la produzione della ghisa a ciclo integrale.
7 gennaio: Reggio Emilia, Giosuè Carducci celebra il primo Centenario della Bandiera Tricolore.
7 febbraio: si costituisce la Federazione interprovinciale fra la cooperative di lavoro di Bologna, Ferrara e Ravenna, composta da 14 società con 7.590 soci.
12 febbraio: Paola (Cosenza), nasce Giacomo Bottino, figlio di Augusto e di Raffaella Cupello. Giovanissimo emigra a San Paolo del Brasile e rientra in Italia nel 1919. Prende casa a Formia, dove trova lavoro come stuccatore presso la ditta del costruttore di villini, l’ingegner Naretti. Nel 1921, in casa di Errico Malatesta, durante una riunione conosce una giovane anarchica toscana, Ida Scarselli, “ospite”di Malatesta poiché ricercata dalla polizia con l’accusa di aver partecipato, insieme a gran parte della sua famiglia, allo scontro armato contro i fascisti del 28 febbraio 1921 a Certaldo (FI). Giacomo è molto conosciuto negli ambienti anarchici e altrettanto nelle questure di mezz’Italia. Nell’aprile del 1922, a Roma, viene colto in flagrante mentre distribuisce volantini di propaganda anarchica tra i militari, arrestato per apologia di reato e accusato di incitazione alla diserzione e alla disobbedienza. Per sfuggire alla morsa poliziesca dal Lazio si nasconde in Sicilia, ma il 13 Febbraio 1927, a Messina, viene catturato e arrestato con l’accusa di appartenenza ad organizzazioni e partiti disciolti e per propaganda sovversiva e assegnato al confino per anni cinque da trascorrere nelle isole di Lipari e Ponza. Otterrà la libertà il 14 Febbraio 1932, per fine periodo, dopo cinque anni e 2 giorni di confino. E’ proprio durante il confino che sposa la sua amata compagna Ida Scarselli, sorella dei temutissimi anarchici Ferruccio, Egisto, Oscar, Tito, Ines, Leda, alcuni dei quali avevano dato vita alla cosiddetta “Banda dello Zoppo”. Nel 1933 Giacomo e Ida vengono condotti al soggiorno obbligato a Paola, in provincia di Cosenza. In questa cittadina del Tirreno cosentino la crisi occupazionale è un vero dramma sociale e l’impiego gli viene garantito solo fino all’ultimazione delle palazzine del nascente quartiere destinato a ospitare le famiglie dei ferrovieri. In piena crisi lavorativa, impossibilitato a svolgere altri lavori, con la paura di non poter garantire alla famiglia il minimo indispensabile per sopravvivere, a seguito di un’ accesa discussione con il commissario prefettizio, viene da questi denunciato e dichiarato agli arresti per trenta giorni. Nonostante le pressioni dei fascisti locali, che non riescono a piegarlo neanche con le minacce fisiche, il Pretore di Paola, con sentenza del 7 luglio 1933, lo assolve per insufficienza di prove dalla imputazione di minaccia a pubblico ufficiale. Dopo l’arresto, per Giacomo e la sua compagna Ida, in attesa del figlio Germinal, era diventato difficile vivere nel paesino calabrese. Il 27 marzo del 1939, due giorni prima della visita di Benito Mussolini a Cosenza, Giacomo, Ida e molti altri antifascisti calabresi vengono arrestati, per misure cautelari di polizia, e solo dopo due o tre giorni di detenzione vengono rilasciati. Caduto il fascismo, Giacomo riprendere appieno la sua attività politica e nei giorni 10 e 11 Settembre 1944 si reca a Napoli per la riunione organizzativa dei Gruppi Libertari dell’Italia liberata. Il 6 maggio 1945 a Roma partecipa, insieme a Nino Malara e Stefano Vatteroni, alla riunione della Federazione Comunista Libertaria Laziale. Nei giorni 15, 16, 17, 18 e 19 Settembre del 1945 parte per Carrara dove partecipa al Congresso Nazionale quale rappresentante del Gruppo Anarchico “Pietro Gori” di Paola, con la delegazione calabrese composta da Nino Malara e Luigi Sofrà. Il 1° Settembre del 1946, a Cosenza, sarà la figlia ventenne, Scintilla, a presentare alla folla radunata in un cinema il noto conferenziere anarchico Armando Borghi. Il primo maggio del 1946 sempre a Cosenza, Germinal, secondogenito di Ida e Giacomo, seppur giovanissimo, viene incaricato di portare la bandiera rosso-nera alla gigantesca manifestazione che si tiene in quella città per festeggiare, dopo vent’anni di dittatura, la festa dei lavoratori. Ma è giunto il momento di voltare pagina, di dichiarare chiusa l’esperienza italiana. Il 5 gennaio 1947, la famiglia Bottino parte per Roma dove risiede per soli 14 giorni; difatti, il 19 gennaio riparte per Napoli da dove s’imbarca alla volta del Brasile, terra in cui approderà il 17 febbraio. Finalmente si realizza il sogno coltivato da Giacomo nei momenti più tristi della dittatura fascista: ricongiungersi al fratello imprenditore edile per cercare di garantire alla sua famiglia una vita più serena. Ma il sogno di condurre una vita “normale”, di riprendersi piano piano dalle tante sofferenze patite, non si realizzerà completamente. Negli anni della dittatura militare brasiliana a Niteròi, un provocatore minaccia continuamente la famiglia Bottino. Un giorno, rivoltella in mano, il delinquente minaccia di morte Germinal, e dopo poco tempo denuncia ai militari i contatti di Giacomo con degli anarchici brasiliani. Due settimane dopo aver tenuto in casa sua una riunione con degli anarchici brasiliani, Giacomo, viene convocato in un ufficio segreto del governo militare, ma grazie alla lunga esperienza italiana ne esce senza gravi conseguenze. Non pago dei rischi fatti correre all’intera famiglia, il 14 settembre 1970, nel corso dell’ennesima lite il rissoso confinante apre il fuoco contro Giacomo uccidendolo. Dopo aver contribuito alla ricostruzione del movimento anarchico e sindacale in Italia, in quel caldo paese, l’infaticabile “Giacomino”, amico di Errico Malatesta, marito di una delle prime donne condannate dal tribunale speciale, cessa di vivere lasciando alla lotta la sua amata compagna Ida e i tre figli Scintilla, Germinal e Spartaco.
Angelo Pagliaro per http://www.socialismolibertario.it/giacomobottino.htm
Per saperne di più: Giacomo e Ida: storia d’amore e d’anarchia a Cosenza in https://icalabresi.it/cultura/anarchia-amore-calabria-brasile-storia-giacomo-bottino/
21 marzo: alle elezioni generali, che si svolgeranno anche il 28 marzo, votano 1.241.486 elettori, il 50,5% degli aventi diritto. I risultati non risponderanno alle aspettative del presidente del consiglio, marchese Antonio Starabba di Rudinì, che in accordo con i circoli di corte aveva fatto sciogliere anticipatamente la Camera al fine di rafforzare e rendere più omogenea la maggioranza governativa. La destra di Rudinì non otterrà lo sperato vantaggio sul centro di Sidney Sonnino e sulla sinistra crispina. L’estrema sinistra manderà in Parlamento circa 80 deputati, rafforzando notevolmente la sua presenza alla Camera. I socialisti, in particolare, porteranno i loro deputati a 16.
Aprile: Carpi, entrano in agitazione gli operai delle fornaci rivendicando migliori condizioni salariali.
Maggio: Milano, inizia la costruzione della Casa dei ferrovieri in via S. Gregorio. Comincerà a funzionare dall’estate del 1998. L’edificio comprende appartamenti per ferrovieri in trasferta, vari servizi, biblioteca e un grande salone per assemblee
15 maggio: Imola, costituito il Comitato diocesano dell’Opera dei Congressi dei comitati cattolici. Già dal 1881 era attiva a Imola una Società cattolica di Mutuo soccorso e, sempre Imola, aveva ospitato il 25 gennaio 1994, la Seconda adunanza regionale romagnola dell’Opera dei Congressi.
31 maggio: Molinella (Bo), 500 lavoratori manifestano davanti al Municipio reclamando “pane e lavoro”.
12 giugno: Molinella (Bo), scioperano le roncatrici delle risaie delle Casse di colmata dell’Idice, contro il tentativo padronale di diminuire i loro salari. Interviene la truppa, mentre i proprietari si rifiutano di comporre la vertenza. I lavoratori di Medicina e Castelguelfo scioperano in solidarietà con le roncatrici. Il 17 giugno, tra Vedrana e San Martino, sono bastonate e arrestate 43 mondine e quattro lavoratori. L’agitazione si estende coinvolgendo anche gli operai addetti alla falciatura. Le richieste sono di aumenti salariali, giornata lavorativa di nove ore, cessazione della paga in natura e nomina dei sorveglianti da parte dei lavoratori. Il 22 giugno, grazie alla mediazione dell’on. Anselmo Marabini, è firmato in prefettura a Bologna un accordo che accoglie le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori. Due giorni dopo le lavoratrici e i lavoratori arrestati sono tutti condannati da tre mesi a otto giorni di carcere. Tra le condannate c’è anche Adalgisa Lipparini che, nel 1901, sarà eletta nel Consiglio generale della Federazione nazionale dei lavoratori della terra.
4 luglio: Bologna, scendono in sciopero per aumenti tariffari, i lavoratori di Altedo e Baricella. L’agitazione si estende alle frazioni e ai comuni di Molinella e Minerbio. La polizia interviene compiendo numerosi arresti. Grazie all’intervento di Andrea Costa, la vertenza si ricompone con un accordo sugli aumenti.
10 luglio: Bologna, il governo scioglie – per aver organizzato i primi scioperi – i circoli socialisti e le cooperative di consumo di Mezzolara e Beverara di Budrio e l’Unione elettorale socialista di Molinella. Il provvedimento sarà esteso a tutti i circoli socialisti.
Luglio: Modena, i fonditori di Bologna, chiamati per sostituire, a loro insaputa, i colleghi modenesi in sciopero dello stabilimento L’Emilia, si rifiutano di lavorare e ripartono per Bologna solo dopo aver imposto il pagamento del viaggio e di una giornata di lavoro.
Ferrara, sciopero dei panettieri per l’ottenimento di migliori condizioni di lavoro.
4 agosto: l’abolizione del dazio doganale sul grano e dei dazi di consumo sulle farine è richiesta dalla federazione milanese del Partito socialista, che intende così affrontare il rincaro del prezzo del pane, causato dal cattivo raccolto dell’anno (il più scarso dei raccolti dopo l’unificazione italiana) e dal calo delle importazioni, legato alla crisi fra Spagna e Stati Uniti che si contendono il dominio su Cuba. Agitazioni popolari contro il caropane si svilupperanno negli ultimi mesi dell’anno, soprattutto nelle Marche e in Romagna, ma saranno represse dal governo, che solo nel gennaio 1898 assumerà misure legislative per contenere il costo del pane.
22 agosto: Piacenza, II congresso nazionale delle Camere del Lavoro. Sono presenti rappresentanti delle organizzazioni di Brescia, Codogno (MI), Cremona, Lodi, Milano, Monza, Parma, Pavia, Pisa, Torino e Borgo San Donnino (Fidenza). La discussione è incentrata sulla necessità di aiutare le organizzazioni maggiormente colpite dalla repressione e sui criteri pratici per la ricostituzione delle Camere del lavoro sciolte dalle autorità, il finanziamento e il tesseramento. Deciso anche il trasferimento della sede nazionale da Bologna a Firenze. Nel 1900 la sede sarà portata a Milano.
30 agosto: Milano, XV Congresso dell’Opera dei congressi. Si evidenziano i grandi progressi organizzativi realizzati dal movimento cattolico sotto la presidenza, a partire dal 1889, di Giovanni Battista Paganuzzi. l’Opera può contare su 921 società operaie cattoliche, 705 casse rurali, 188 comitati diocesani, 3982 comitati parrocchiali, 708 sezioni giovanili e 17 circoli universitari. Oltre ad aver allargato la sua base popolare, il movimento cattolico si va inserendo in misura crescente nel sistema produttivo attraverso gli investimenti di alcune banche cattoliche come il Piccolo credito bergamasco, il Banco San Paolo di Brescia, Banca cattolica di Vicenza.
3 settembre: Rovereto, congresso delle società operaie del Trentino.
4 settembre: Reggio Calabria, si svolge, convocato dalla Società artistica operaia, un convegno che assume i caratteri di un vero e proprio II° congresso degli Operai di Calabria. Come l’anno precedente a Catanzaro, si cercano le strade migliori per uscire dalla crisi provocata dalla feroce repressione governativa.
16 settembre: Vallesessera (Biella), scioperano i lavoratori delle aziende tessili chiedendo la giornata lavorativa di 10 ore. Altre agitazioni per migliori condizioni di lavoro avvengono in altri centri del Piemonte.
Settembre: Molinella (Bo), scendono in sciopero le mondine chiedendo la giornata lavorativa di nove ore, la paga in contanti anziché in natura e che i sorveglianti – veri e propri aguzzini – siano nominati dai lavoratori anziché dai padroni. Lo sciopero dura due mesi. La polizia interviene operando arresti in massa, ma senza riuscire a scalfire la compattezza dei lavoratori.
Nel ferrarese i braccianti agricoli scendono in sciopero e ottengono che l’intero salario sia corrisposto in denaro anziché in natura.
18 – 20 settembre: Bologna, V congresso nazionale del PSI. È approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato da Anna Kuliscioff ed Ettore Reina, che riguarda l’atteggiamento del partito “di fronte al movimento economico del proletariato”. La mozione impegna i socialisti a partecipare ai movimenti sindacali, agli scioperi e alla lotta politica in favore di una legislazione sul lavoro e indica le linee essenziali dell’indirizzo riformista che caratterizzerà la direzione del partito negli anni seguenti. Sulla questione dell’azione del PSI fra le “classi agricole” è approvato un ordine del giorno del modenese Gregorio Agnini, che prevede accanto all’organizzazione delle agitazioni bracciantili un intervento del partito a favore di coloni e mezzadri, teso in particolare alla riforma dei patti colonici e dei contratti di mezzadria; nessun impegno è invece assunto nei riguardi della piccola proprietà, che secondo la maggior parte dei dirigenti è destinata a scomparire con la progressiva concentrazione capitalistica nelle campagne. L’Avanti! è proclamato organo ufficiale del partito.
16 – 18 ottobre: Milano, IX Congresso della Lega delle cooperative e I Congresso nazionale delle cooperative di consumo.
24 – 27 ottobre: Roma, III congresso della Federazione lavoratori pastai. Sono presenti i rappresentanti di 60 città. E’ istituita la Cassa unica per gli scioperi.
11 novembre: Stagno Lombardo (Cremona), nel fienile del podere di Cittadella, Giovanni Rossi, insieme a tutti i contadini che nel podere lavoravano, fonda l’”Associazione Agricola Cooperativa di Cittadella in Comune di Stagno Lombardo, Cremona” per gestire i 120 ettari di campagna, oltre ad una ventina di case contadine, stalle e un piccolo asilo infantile, ceduti in affitto alla cooperativa dal proprietario Giuseppe Mori.
Dallo statuto della cooperativa (steso da Rossi e Bissolati ma modificato in un secondo momento in maniera consistente dai contadini) risulta che l’assemblea generale dei soci era composta da uomini e donne, ma per queste ultime non era previsto il diritto al voto. La retribuzione del lavoro, contrariamente a quanto aveva inizialmente previsto Rossi, venne suddivisa in base alle categorie d’appartenenza (in funzione della quantità e della responsabilità rivestita all’interno della cooperativa). Inoltre una commissione tecnica – costituita da un socio, da un rappresentante della proprietà e dal segretario Giovanni Rossi (eletto dai contadini tramite votazione segreta) – si riuniva ogni sera al fine di stabilire compiti e obiettivi della comunità, redigere bilanci ecc.
La speranza di Rossi era tuttavia quella di applicare i principi socialisti dell’anarchismo, e non semplicemente gestire una cooperativa. L’occasione per sperimentare le sue idee giunse nel 1889 quando alcune famiglie di contadini, che prestavano servizio nella cooperativa, decisero di allontanarsi. I posti vacanti furono da Cardias rimpiazzati inserendo nella comunità elementi pienamente socialisti (due famiglie più alcuni singoli): l’obiettivo di Rossi era quello di dar vita ad un nucleo realmente socialista, nella speranza che gli altri contadini avessero deciso di prendere tale gruppo ad esempio.
Tale comunità socialista era inizialmente formata da sedici persone; le spese venivano decise comunitariamente, la gestione della casa affidata in rotazione alle donne. Tuttavia le difficoltà divennero lentamente insormontabili, a causa principalmente della diffidenza degli altri contadini di Cittadella, assai restii a rapportarsi con quella comunità (i contadini lessero male il gesto di Rossi di integrare in Cittadella un nucleo socialista; il loro timore era che l’obiettivo finale di Rossi fosse di sostituire tutti i contadini di Cittadella con altri contadini socialisti), e a tutte una serie di difficoltà nel far accettare la modernità scientifica e le idee dell’anarco-comunismo, senza contare il conservatorismo di stampo contadino e religioso che ancora condizionava il pensiero di molti “comunardi”.
A questo punto Rossi ritenne che determinate idee potessero applicarsi solamente in terre lontane dai condizionamenti della società italiana dell’epoca, per questo decise di riprovare la medesima esperienza in Sud America (la meta divenne il Paranà, Brasile), dove qualche mese più avanti nacque la comunità de La Cecilia (Cfr. http://usistoriaememoria.blogspot.it/2012/01/la-comune-di-cittadella-1887-1890.html).
DURANTE L’ANNO
Roma, nasce l’Associazione Nazionale per la Donna. Si batte per i diritti civili e politici. Sciolta l’anno seguente e ricostituita nel 1898, ancora per iniziativa di Maria Montessori e, fra le altre, di Eva de Vincentiis e Giacinta Martini Marescotti.
Parigi, il quotidiano francese La Fronde, che apre anche un ufficio gratuito di collocamento, è un importante centro di cultura femminista: la redattrice Margherite Durand «apre una breccia a favore del giornalismo professionale», la sua collaboratrice, Caroline Rémy, nota sotto lo pseudonimo di Sévérine, è la prima donna giornalista a vivere del proprio lavoro
Mosca, fondata L’Unione dei Lavoratori della Russia Meridionale da L.D. Bronstein e altri ex narodnik (populisti) che hanno abbracciato il marxismo
Fondato il Bund, Allgemeiner Jiddischer Arbeiterbund. Costituitosi al Congresso di Vilna del 1897, rappresentò il momento culminante della penetrazione, iniziata verso il 1870, del marxismo tra i lavoratori e i circoli intellettuali ebraici russi. Il Bund svolse un ruolo importante nell’organizzazione del partito socialdemocratico russo, entrando anche a farne parte, pur con la riserva di mantenere una giurisdizione esclusiva sulle questioni relative ai lavoratori ebrei (e su questo tema avverrà la rottura con Lenin nel 1903). Il trionfo della reazione, all’indomani della fallita rivoluzione del 1905, fece perdere forza al Bund, che dopo il 1910 rimase privo dei quadri dirigenti intellettuali, restringendo la sua attività alla difesa dei principi ebraici. La Rivoluzione d’ottobre spezzò definitivamente l’unità del Bund, che seguì in larga misura i bolscevichi. In Polonia sopravvisse fino all’invasione nazista all’inizio della II guerra mondiale.
Milano, a caua della crisi economica, il Comune deve togliere la sovvenzione al teatro della Scala per destinarla alla refezione scolastica. La Scala deve chiudere. Nell’aprile del 1898 i cittadini raccoglieranno i fondi necessari per la riapertura attraverso una sottoscrizione
Reggio Emilia, nasce l’Unione Agricola cattolica, allo scopo di fare acquisti collettivi di concimi sintetici e di mangimi a favore dei soci. E’ una delle prime concrete applicazioni dei principi dell’enciclica Rerurm Novarum. Nel 1900 si trasformerà in Società anonima cooperativa.
Napoli, gli operai degli opifici di Pietrarsa e dei Granili scioperano in difesa del posto di lavoro