Nel corso dell’anno si aggrava la crisi agraria, mentre l’effervescenza negli affari sostiene il buon andamento congiunturale degli altri settori dell’economia; cresce la spesa statale in opere pubbliche
1 gennaio: Roma, abolizione dell’imposta sul macinato, ma le spese militari e quelle per le opere pubbliche riconducono a un grave disavanzo il bilancio dello Stato
6 gennaio: Milano, costituita, con capitale sociale di 3 milioni di lire, la Società generale italiana di elettricità sistema Edison. In breve diventerà la più importante società elettro-commerciale del Paese. La società nasce con il sostegno della Banca generale e di istituti di credito e banchieri privati milanesi.
Nel 1893 la Edison realizza a Milano la prima tranvia elettrica sperimentale, primo tassello di una vasta rete che la Edison gestirà fino al 1916. I brevetti di Thomas A. Edison basati sulla corrente continua si rivelavano però ben presto superati. Dal 1895 un pool di banche italiane, guidati dalla neo costituita Banca Commerciale Italiana, rilancia l’impresa adottando il sistema della corrente alternata, anche grazie ad opportuni accordi con la AEG e investendo via via nuovi capitali. Già poco prima della Prima Guerra Mondiale la Edison rientrava tra le grandi imprese produttrici di energia elettrica e il suo titolo azionario era considerato “la rendita lombarda”.
Dai primi anni del dopo la Seconda Guerra Mondiale Edison vantava il più ampio e moderno parco centrali d’Italia e uno dei maggiori a livello europeo. Negli anni ’50 Edison investì nella diversificazione delle sue attività, rafforzandosi in altri settori, tra cui la chimica. In seguito alla nazionalizzazione del settore elettrico avvenuta nel 1963 e alla conseguente cessione delle attività di produzione e vendita di energia elettrica, Edison rimase autoproduttore, continuando a gestire le sole centrali che alimentano gli impianti industriali del gruppo.
Nel 1966 la società si fonde con Montecatini e nasce la Montedison (1969), il maggior gruppo chimico privato italiano. Nel 1979 gli impianti elettrici di Montedison (21 centrali idroelettriche e 2 termoelettriche) entrano a far parte una nuova società, Selm, che dopo quattro anni verrà quotata alla Borsa di Milano. Nel ’91 Selm riprenderà il nome storico di Edison.
Gli anni successivi rappresentarono un periodo di grande sviluppo, anche grazie al Piano energetico nazionale del 1991 che promosse la realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili e assimilate rilanciando il ruolo degli autoproduttori. Sempre negli anni ‘90 Edison consolido’ le sue attività nel settore degli idrocarburi, stoccando importanti riserve di gas naturale.
Dal 1999 la nuova legislazione sulla progressiva liberalizzazione del settore elettrico nel (cd. Decreto Bersani) reintrodusse la concorrenza nei settori dell’elettricità e del gas. Edison entra nel nuovo mercato realizzando le prime forniture di energia elettrica ai clienti privati allargando anche la propria presenza nel settore gas.
Nell’estate del 2001 Italenergia (società costituito da Fiat, EdF, Tassara, Banca di Roma, Banca Intesa e San Paolo) lancia un’Opa su Montedison e su Edison, acquisendone il controllo. L’operazione aveva l’obiettivo di consolidare il secondo polo energetico nazionale, e comporto’ la dismissione di tutte quelle attività del Gruppo Montedison che, non rientranti nel settore energia, non erano più considerate core business.
L’anno seguente, l’incorporazione di Edison, Sondel e Fiat Energia in Montedison diede vita a una nuova società che riprese il nome storico di Edison. L’ assetto di Edison sarà nuovamente modificato nel 2005 quando il controllo della società passerà attraverso un’Opa a Transalpina di Energia, società controllata pariteticamente dal gruppo Électricité de France (EDF) e da Delmi, di cui A2A detiene il 51%.
27 gennaio: Pisa, La Questione Sociale di Firenze pubblica il resoconto di una riunione tenutasi a Pisa in cui una commissione di 50 militanti informa sui mutamenti avvenuti in seno all’Associazione Internazionale dei lavoratori e sulle decisioni prese: “(…) considerando che la federazione di Pisa è nettamente anarchica e rivoluzionaria; che qualunque azione legalitaria è in aperto contrasto con i principi del comunismo anarchico rivoluzionario; [la commissione] propone vengano espulsi dalla federazione tutti coloro che con parole o atti possono essere contrari al programma della suddetta organizzazione (…)“
2 febbraio: Milano, IV Congresso della Confederazione operaia lombarda. Il dibattito è incentrato sulla proposta di legge contro lo sciopero e per l’arbitrato obbligatorio, avanzata dal governo e in discussione alla Camera. Poiché l’arbitrato obbligatorio, che dovrebbe rappresentare una giustizia superiore, resterebbe affidato a un organismo composto per due terzi da rappresentanti dei padroni e del governo, il Congresso respinge la proposta affermando che, in tal forma, i lavoratori non riuscirebbero mai a far valere le loro ragioni.
Parma, agitazioni nelle campagne della bassa parmense. A Torricella 5.000 braccianti scioperano per trattare le tariffe della mietitura. A Sorbolo si forma la Lega dei contadini. A Diolo di Soragna, dove da tempo è attivo un circolo di lavoratori, i braccianti scioperano per un aumento delle tariffe orarie. Sei persone arrestate: dopo 20 giorni di detenzione sono assolte
13 febbraio: Firenze, La questione sociale, organo comunista anarchico, è sequestrata per la terza volta dalle forze dell’ordine. Il redattore Pilade Cecchi è arrestato: in marzo subirà la condanna a una multa e a quattro anni di carcere
19 febbraio: Roma, la Santa Sede invia ai nunzi apostolici presso i governi europei, una lettera in cui critica duramente la sentenza della Corte di cassazione che impone alla Congregazione di propaganda fide la conversione di tutti i suoi beni immobili in cartelle del debito pubblico. Papa Leone XIII considera l’imposizione un attentato ai diritti della Chiesa e al suo potere spirituale. Ricevendo i cardinali, il 2 marzo, riprenderà la polemica.
9 marzo: Budrio (BO), nella sede della Società Operaia si riunisce un Comitato promotore “per costituire una vasta Associazione mandamentale fra operai braccianti al fine di poter concorrere con fondi sociali agli appalti dei lavori pubblici e privati”. Il nuovo organismo (che associa lavoratori di Budrio e Molinella), nasce da una vecchia di idea del bracciante di Capofiume, Giuseppe Gabusi, e inizierà a funzionare ufficialmente il 9 dicembre, quando già conta 931 operai aderenti e 170 azionisti non operai. L’Associazione, che raggiungerà la cifra massima di 2.501 soci, assumerà ed eseguirà imponenti lavori di bonifica, di costruzioni murarie stradali e ferroviarie, contribuendo in maniera importante alle trasformazioni agrarie che interessano la campagna bolognese. Fino all’avvento del fascismo realizzerà per i propri soci trattamenti salariali d’avanguardia, e già nel 1908 estenderà le leggi assicurative e previdenziali a tutti i lavoratori associati.
Savona, il periodico L’Operaio pubblica un lungo articolo per denunciare le condizioni di lavoro nelle locali acciaierie e fonderie dove il salario medio è di lire 1,75 al giorno per 14 ore di lavoro.
10 marzo: nasce la Società altiforni, acciaierie e fonderie di Terni per iniziativa di un gruppo di imprenditori privati guidato da Vincenzo Stefano Breda e sostenuto dalla Banca generale, dal Credito mobiliare e dalla Banca nazionale, Grazie al determinante contributo della nuova azienda la produzione di acciaio, oscillante fino al 1885 attorno alle 3-4000 tonnellate annue, passerà a 157.000 nel 1889
18 marzo: Ravenna, sequestrato Il Comune: il giornale aveva dedicato un numero alla Comune di Parigi e aveva pubblicato il ritratto di Amilcare Cipriani, l’esponente socialista incarcerato nel 1882 con l’accusa di omicidio
21 marzo: Parigi, abolita la legge Le Chapelier con la Loi relative à la création des syndicats professionels (legge Waldeck-Rousseau).
Roma, il re affida a Depretis l’incarico di formare il nuovo governo
23 marzo: Bologna, fondata la Società Anonima Cooperativa per la Costruzione ed il Risanamento di Case per Operai. Primo presidente fu il conte Francesco Massei. Fra i soci della Cooperativa – nata dallo sviluppo della Società Operaia – troviamo Giosué Carducci, Aurelio Saffi, Quirico Filopanti, Alfonso Rubbiani, ma anche Marco Minghetti, lo stesso Re d’Italia e numerosi esponenti della alta società bolognese. Nella sua storia la Risanamento ha contribuito ad accrescere e qualificare i nuovi quartieri della periferia bolognese: la Bolognina, gli ex orti Garagnani (via Cairoli, via Rosselli), la “Cirenaica” (situata fra i quartieri San Vitale e San Donato Ndr.) dove la Risanamento può annoverare ben 516 appartamenti. Anche durante il ventennio fascista la Risanamento ha continuato a svolgere il proprio ruolo fedele agli orientamenti statutari. La Risanamento si è sempre scrupolosamente attenuta alla missione originaria, incrementando il proprio patrimonio pur attraverso le due guerre mondiali e le terribili distruzioni dei bombardamenti. Il patrimonio attuale è di oltre 2.200 alloggi, 100 locali commerciali e 400 autorimesse, patrimonio dato in godimento ai Soci a canoni non solo al di sotto del libero mercato, ma anche abbondantemente al di sotto dei canoni concordati.
29 – 30 marzo: Forlì, congresso operaio romagnolo che prende posizione contro le leggi anti sciopero e contro l’arbitrato obbligatorio proposti dal governo. Si chiede che il Parlamento si occupi invece di una legge concernente gli infortuni sul lavoro.
Marzo: nel primo quadrimestre dell’anno scioperano a Novara i lavoratori dei lanifici Invero e Portula. Partecipano alla lotta 800 operai. Lo sciopero si prolunga per 3 mesi e ha non soltanto Io scopo di ottenere migliori condizioni economiche per i lavoratori, ma anche quello di impedire l’introduzione del telaio meccanico. Termina con una sconfitta totale degli operai, la cui opposizione ai nuovi sistemi produttivi non incontra l’appoggio dell’opinione pubblica.
Aprile: gli operai delle cartiere di Fabriano e di Jesi, sono in sciopero per questioni salariali e per gli orari di lavoro. Subiscono una dura sconfitta, dovuta alla mancanza di solidarietà e di un’adeguata organizzazione di classe.
Verso la metà dell’anno nasce la Società di mutuo soccorso fra macchinisti e fuochisti delle ferrovie meridionali e, in particolare, di quelle calabro-sicule.
Roma, il ministro Agostino Depretis presenta alla Camera dei deputati un disegno di legge che riconosce la libertà di coalizione per i padroni e per gli operai, ma prevedendo severe sanzioni nei casi di violenze, minacce e frodi. La relazione sulla proposta governativa è affidata all’onorevole Antonino Paternò-Castello, marchese di San Giuliano, che difende a oltranza la legge. Ma, per quanto sia fatta a evidente uso e beneficio del padronato, la legge non passa e viene respinta (con 121 voti contro 117) dai conservatori che negano per principio agli operai il diritto di associazione. I conservatori sostengono d’altra parte che i padroni non hanno il minimo bisogno di tale legge, trovando essi sempre il modo di presentarsi uniti e di farsi valere.
19 aprile: fondata a Tilleur le Liége, un sobborgo di Liegi, la Société Anonyme des Tramways des Romagnes, società del gruppo Engetra che avrebbe operato in Italia. L’anno successivo rilevò da Giovanni Brusaporci le concessioni per l’esercizio delle tranvie Meldola – Forlì e Forlì – Ravenna.
Nel 1912 cambiò denominazione in Tramways de Lombardie et Romagnes (SATLR) per assumere il controllo delle concessioni della Brescia – Mantova – Ostiglia, fino a quel momento gestite direttamente dalla Engetra. Nel 1929 l’Engetra cede le sue quote della SATLR ad un gruppo di investitori italiani. Nella prima metà degli anni trenta, il tratto tranviario Brescia – Carpenedolo della Brescia – Mantova – Ostiglia fu elettrificato grazie all’interesse della provincia di Brescia e all’intervento dell’ASM che si fece completamente carico delle spese.
Nello stesso periodo si verificò il progressivo passaggio agli autoservizi delle tranvie la cui trazione era rimasta a vapore: il 3 marzo 1934 chiuse l’esercizio della Mantova – Ostiglia, mentre il 24 aprile 1935 fu il turno delle corse tranviarie Mantova – Brescia e Mantova – Desenzano del Garda. Il traffico merci è continuato fino all’anno successivo.
Dopo l’acquisizione da parte del capitale italiano fu ribattezzata Società Italiana Tramvie e Autovie di Lombardia e Romagna (SITALR).
I servizi autobus sono continuati fino al 1973, quando l’impresa è stata assorbita dall’APAM.
20 aprile: Roma, Leone XIII con l’enciclica Humanum genus, rinnova la scomunica alla massoneria
25 aprile: Fabriano (An), gli operai delle Cartiere scioperano inalberando la bandiera anarchica. Nascono dei tafferugli durante i quali è ferito l’industriale Giambattista Miliani. Il giorno successivo i Miliani chiudono la loro cartiera licenziando tutti gli operai che avevano scioperato e si trasferiscono a Firenze. Dopo 16 giorni di scioperi e agitazioni la cartiera riaprirà. Sono però rafforzato le misure di sicurezza con l’impiego di ex carabinieri
26 aprile: Torino, inaugurazione dell’Esposizione generale italiana: si registra un successo notevole, con più di tre milioni di visitatori, interessati agli aspetti celebrativi della sezione dedicata al Risorgimento e a quelli spettacolari centrati sugli effetti del progresso tecnico-industriale (Galleria delle macchine) e delle prime applicazioni dell’energia elettrica
Maggio: nasce a Torre Annunziata (Napoli) la prima Società di mutuo soccorso fra pastai e mugnai.
Giugno: Mantova,lo sciopero in corso nelle campagne di Campitello, Buscaldo, Canicossa e Cesoie viene duramente represso dalla polizia con le armi da fuoco. Il grido La boje! lanciato dai braccianti diventa l’urlo di battaglia di tutti i lavoratori agricoli”Nel giugno 1884, in provincia di Rovigo, estesi scioperi coinvolgono migliaia di lavoratori. Al grido di “La boje! De boto la va fora!” (bolle e subito esce fuori!), i mietitori di Polesella si astengono dal lavoro per trenta giorni. I militari intervengono in sostituzione degli scioperanti, mentre i carabinieri sono inviati a placare la protesta.
L’agitazione si estende nel mantovano, dove i braccianti sono raccolti nella Società di Mutuo Soccorso guidata da Eugenio Sartori e nell’Associazione dei Lavoratori mantovani guidata da Francesco Siliprandi. Il 26 e 27 marzo 1885 scatta il piano per decapitare il movimento, con l’arresto in provincia di Mantova di 168 “eccitatori”.
Nel dare notizia dell’operazione di polizia il “Resto del Carlino” del 1° aprile sostiene che le agitazioni sono imposte “non da facinorosi ma dalla fame” e che gli arresti eliminano gli individui, ma non le cause della protesta.
Contro i capi della rivolta contadina, estesa anche in altre zone della Lombardia e dell’Emilia, si svolgeranno vari processi. Il più importante sarà quello di Venezia, dal 16 febbraio al 27 marzo 1886, contro 22 agitatori mantovani.
Il collegio di difesa sarà composto dall’avvocato Giuseppe Ceneri (1827-1898), professore di Diritto all’Università di Bologna, dall’on. Ettore Sacchi (1851-1924) di Cremona e dal giovane avvocato mantovano Enrico Ferri (1856-1929). Andrea Costa seguirà tutto il processo come inviato speciale de “Il Messaggero” di Roma. Il verdetto di assoluzione “completa per tutti” sarà visto come una grande vittoria delle associazioni bracciantili” (da https://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna/1885/i_moti_contadini_de_la_boje)
29 giugno: Forlì, fondata la Società Anonima Cooperativa per le Case Operaie in Forlì.
“Lo scopo della società è di provvedere la classe operaia di case salubri, sia edificandone delle nuove, sia riattando e migliorando le già esistenti, per alienare quindi ad operai dietro un annuo canone, che rappresenti, oltre al fitto, la quota d’ammortizzazione del prezzo, e dietro le norme del Regolamento da redigersi dal Consiglio Amministrativo” (dall’Art. 3 dello Statuto www.comune.forli.fc.it/storiaeconomicaforli/Cdstoria/CDfatti/archiviostato/caseoperaie.htm)
Luglio: Roma, Stefano Jacini presenta alla Camera la Relazione finale dell’Inchiesta agraria iniziata nel 1877: in 15 volumi, gliAtti presentano l’immagine di un’economia agricola del Paese segnata da profondi squilibri e ampie aree di arretratezza
20 luglio: Forlì, congresso del Partito socialista rivoluzionario di Romagna. Su proposta di Andrea Costa, muta il suo nome in Partito socialista rivoluzionario italiano, prendendo le distanze sia dalle posizioni degli anarchici sia da quelle dei radicali.
20 ottobre: Lodi, convegno dei grandi fittavoli. Chiedono al governo provvedimenti sui contratti di affitto e riduzioni fiscali. In Piemonte poco dopo si forma una Lega agraria, fautrice di politiche protezionistiche e nucleo centrale di un più ampio “partito agrario”. Essa è diretta dai deputati Piero Lucca e Luigi Tegas. L’iniziativa ottiene l’appoggio di altri 30 deputati
1 novembre: Castellucchio (Mantova), alla presenza dei delegati di 24 località della provincia, si costituisce il primo nucleo della Associazione generale dei lavoratori.
Il governo scioglie con la forza tutte le leghe per il miglioramento costituite in Italia settentrionale al posto delle società di mutuo soccorso.
6 novembre: Ravenna, un gruppo di operai, organizzati dall’Associazione Braccianti e guidati da Nullo Baldini, parte per eseguire lavori di bonifica negli acquitrini di Maccarese, Ostia e Isola Sacra (Roma)
Novembre: Chicago, nasce la festa del 1° maggio! Il IV congresso dell’America Federation of Labor vota questa risoluzione: «Otto ore costituiranno la durata legale della giornata di lavoro a partire dal 1° maggio 1886 e noi raccomandiamo alle organizzazioni sindacali di questo Paese di fare promulgare delle leggi conformi a questa risoluzione, a iniziare dalla data convenuta»Per saperne di più: http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2785:il-i-maggio-a-castellammare-di-stabia-1890-1948&catid=84:storia-contemporanea&Itemid=28
23 dicembre: il Regio Decreto n. 2730 istituisce l’Ufficio Brevetti presso il Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio
DURANTE L’ANNO
Mantova, al grido di La boje! (La bolle! Ndr.), iniziano nel mantovano e in altre province padane grandi agitazioni per l’aumento dei salari bracciantili. Si formano le prime Leghe di resistenza dei lavoratori della terra: è il segnale della possibile organizzazione dei braccianti.
San Benedetto Po (Mantova), nella frazione di Portiolo il medico Romeo Romei (1855-1916) per migliorare la classe dei contadini, fonda l’associazione Fratellanza dei Lavoratori, chiamata anche Società di Mutuo Soccorso di Portiolo. Il fine principale è «l’aiuto reciproco in caso di malattia, convalescenza, vecchiaia, mediante sussidi in denaro». Negli anni successivi Romei estende il modello associativo di Portiolo a tutto il Basso Mantovano, insieme ad una forte presa di coscienza sulla necessità di un personale impegno anche sul versante della politica. Scriverà, tra l’altro, nel 1887 ai contadini mantovani: (…) Voi gemete fra le miserie della servitù economica e della mancanza d’istruzione. Aggregatevi nella Associazione di M. S. del vostro paese richiedendo da essa che vi mostri la sua solidarietà unendosi alla Federazione Cooperativa, e se non esiste Società di M. S. formatela voi, senza concetti aggressivi, con larghe vedute di tolleranza, con l’idea della famiglia e non della classe; e venite in mezzo a noi. Vi attendiamo a braccia aperte per muovere uniti nel primo passo della vostra emancipazione, ma siate perseveranti e non dite – faccio l’Associazione per fare la guerra, per diventare un signore; – ma dite solo: – faccio l’Associazione per dimostrare che sono anch’io un uomo, che non voglio la roba degli altri; ma che penso, che con dei sacrifici e unito e ordinato posso bene anch’io aspirare al miglioramento della mia meschina condizione;
con dei sacrifici posso bene lavorare nella costituzione di questo edificio per me od almeno pei miei figli, i quali diranno: – «mio padre a furia di stenti in unione a tutti i suoi compagni è pur riuscito a renderci meno infelice questa misera vita» (…)
Roma, nasce il marchio Bulgari. La famiglia di gioiellieri Bulgari ha origine da un’antica dinastia proveniente da un piccolo villaggio dell’Epiro, Kalarites, dove il capostipite, Sotirios, produceva oggetti in argento. Nel 1884, Sotirios arriva a Roma e apre il suo primo negozio in via Sistina. Nel 1905, con l’aiuto dei figli Costantino e Giorgio, inaugura il famoso negozio di via Condotti, che è tuttora il flagship del marchio Bulgari.
Nei primi anni del ventesimo secolo i due fratelli si specializzano nella lavorazione di pietre preziose, gioielli e orologi, sostituendo il padre alla guida dell’azienda.
L’espansione del marchio Bulgari avviene negli anni ’70, quando si aprono i negozi di New York, Parigi, Monte Carlo, Ginevra. Nel 1993 Bulgari entra anche nel mondo del profumo e nel 2007 in quello della cosmesi. Nel 1998 Bulgari lancia la linea di accessori in cuoio e la linea di occhiali. Dal 2001 Bulgari ha creato anche una catena di alberghi e resorts, la Bulgari Hotels & Resorts.
Vipiteno (Bz), nasce la Cooperativa Latteria Vipiteno (Genossenhaft Milchhof Sterzing). La cooperativa, sorta per iniziativa di alcuni pastori vipitenesi con il nome di Genossenschaft Milchhof Sterzing (Cooperativa Latteria Vipiteno), inizialmente era una piccola cooperativa. Negli anni ’60 ha avuto una grande espansione. Nel 1983 la Latteria di Stilves si è fusa con la Latteria Vipiteno. Tuttora è la quarta azienda italiana produttrice di yogurt
Fabbrico (Re), Giovanni Landini fonda l’omonima fabbrica di trattori, allora denominata Fabbrica di Attrezzi Agricoli ed Enologici. Inizialmente la produzione dell’impresa riguardò macchinari a vapore come le Locomobili, ma nel 1910 Giovanni Landini costruì il suo primo motore fisso a testa calda. L’idea non è del tutto originale, in quanto i motori di questo genere erano già stati impiegati all’estero, particolarmente nelle costruzioni navali. Landini, tuttavia, ha il merito di applicare, primo in Italia, questa soluzione a macchinari per uso agricolo.
Genova, Rinaldo Piaggio fonda a Sestri Ponente l’omonima fabbrica che inizialmente si occuperà di arredamento navale per poi arrivare alle produzioni metalmeccaniche e ferroviarie.
Gli stabilimenti dell’azienda vennero utilizzati nel periodo tra le due guerre mondiali per la produzione di rotabili ferroviari, ma nello stesso periodo avvia anche l’attività nel settore degli aeroplani: nel 1915 l’azienda acquisisce le Officine Aeronautiche Francesco Oneto, e nel 1924 cominciano le produzioni dei primi motori Jupiter e degli aeromobili Dornier Wal, costruiti su licenza.
La storia della Piaggio ha però una svolta nel dopoguerra, quando, il 23 aprile 1946, su progetto dell’ingegner D’Ascanio, viene brevettata una motocicletta il cui nome diventerà quasi un sinonimo di Piaggio: la Vespa (il modello era stato preceduto da un prototipo, poi non commercializzato, denominato Paperino, progettato nel 1944 a Biella, dove erano stati trasferiti i macchinari da Pontedera per sfuggire ai bombardamenti anglo-americani.
Da allora la Piaggio ha sfornato moltissimi modelli del fortunato motoscooter, e a questo ha affiancato diversi modelli di motocicli e il veicolo a tre ruote Ape. Nel 1958 la Piaggio ha prodotto anche un’automobile, la ormai rarissima “ACMA Vespa 400”.
Dopo la morte di Enrico Piaggio l’azienda viene guidata dagli Agnelli e comincia una nuova fase, segnata dall’acquisto della Gilera nel 1969.
Dal 2003 la società è controllata dalla holding industriale Immsi S.p.A. di Roberto Colaninno.
La Piaggio controlla anche i marchi Gilera (dal 1969) e la spagnola Derbi (dal 2001) e ha stabilimenti in Italia, Spagna, India, Cina e Vietnam.
Nel 2004 ha acquisito l’Aprilia alla quale tra l’altro facevano capo altri marchi storici come Laverda e Guzzi.
La Piaggio è attiva anche nel campo dei veicoli commerciali con il Piaggio Porter, il Quargo, il nuovo Ape e il veicolo da lavoro Trackmaster.
Tra le novità di maggior spicco introdotte dalla Piaggio negli ultimi anni è da citare il MP3, scooter particolare a tre ruote, due anteriori e una posteriore. Nel 2007 è stato anche presentato alla stampa un prototipo di scooter ibrido, dotato di motore termico e motore elettrico.
Nel 2008 la controllata Moto Guzzi si è fusa con Piaggio.
Milano, le prime attività della Riva, come stabilimento per la “fabbricazione e vendita di macchinario a vapore e centrificazione e altro qualunque”, risalgono al 29 settembre 1861, nella sede al n.3711 della Strada di Corso Vettabbia (presso Via Molino delle Armi), a Milano.
Nel 1876 la ragione sociale diventa Porro & C. di Colombo & Galimberti.
Da questa, nel 1884 deriva l’Accomandita E. Galimberti & C., alla quale partecipa come accomandatario l’Ing. Alberto Riva, e viene costruito in Via Savona 58, a Milano, lo “Stabilimento meccanico con fonderia”. Questa sede sarà quella definitiva.
Nel 1887 L’ing. Ugo Monneret de Villard viene nominato cogerente e segue lo sviluppo della produzione delle turbine quindi nel 1894 la società diventa la “Ing. A. Riva, Monneret & C.”.
Nel 1899 l’azienda produce le sette turbine da 2160 CV per la Centrale Bertini di Paderno d’Adda: allora una della centrali più potenti in Europa e quella con la linea elettrica di trasporto più lunga. Nel 1961 l’impianto era ancora in regolare funzionamento con tutte le turbine originali.
Sempre nel 1899 la Riva-Monneret vince un concorso per il primo impianto che utilizza l’energia delle cascate del Niagara (Centrale della Cataract Power Co. Ltd. di Hamilton, Ontario, Canada), dove installa due turbine Francis per 6000 CV complessivi sfruttando un salto di 78 m, con una portata complessiva di 7700 l/s.
Nel 1911, dietro suggerimento dell’ing. Guido Ucelli, la Riva inizia lo sviluppo di pompe oltre alle turbine, completando così la produzione di grandi macchine idrauliche per impianti idroelettrici.
Altre importanti realizzazioni sono le turbine Pelton per la Centrale di Cimego (1953) per complessivi 220.000 kW, sfruttando una caduta di 727 m, e le turbine Kaplan per l’impianto di Isola Serafini.
Nel 2003 la società viene fusa con ATB, storica azienda metalmeccanica di Brescia, dando origine all’attuale ATB Riva Calzoni S.p.A., società operante nei settori energetici del petrolchimico, idroelettrico e nucleare, di proprietà del bresciano Gruppo Trombini.
Napoli, un’epidemia di colera colpisce la città. Sono oltre 7.000 i morti, particolarmente concentrati nei quartieri più poveri