Luglio: William Colby nominato capo stazione della CIA a Roma. E’ un esperto di Covert Actions e in seguito dirigerà in Vietnam l’operazione Phoenix, per diventare poi direttore della CIA dal 1973 al 1976. Colby resterà a Roma fino al 1958 impegnato, come scriverà lui stesso nel suo libro di memorie, nel “più vasto programma di azione politica clandestina mai intrapreso fino ad allora dalla CIA”. Si tratta di una gigantesca operazione di “conoscenza e sorveglianza del nemico”, cioè dell’individuazione del controllo capillare degli elementi attivi della sinistra attuato mediante il reclutamento di migliaia di informatori. Durante la permanenza di Colby: De Lorenzo a capo del SIFAR; rientra in Italia dagli Stati Uniti Luigi Cavallo che si occuperà in particolare dell’eliminazione dei comunisti dalla Fiat e, insieme a Sogno – rientrato anch’egli in Italia dopo aver seguito a Parigi i corsi del Defense College per la guerra psicologica – darà vita a Pace e Libertà. Pino Rauti fondaOrdine Nuovo.
Torino, il mancato ridimensionamento elettorale delle sinistre porta ad una intensificazione dell’offensiva contro la CGIL. La FIAT impone un regolamento estremamente rigido alle Commissioni interne, chiudendone le sedi e vietando ai membri ogni possibilità di movimento in fabbrica. L’esempio della FIAT fu seguito, nonostante le proteste e gli scioperi, da molte altre aziende.
1 luglio: il presidente del Consiglio Giuseppe Pella incarica Edgardo Sogno di riorganizzare il movimento Pace e Libertà, che assume la definizione di Comitato di difesa Pace e Libertà, sede in via Palestro a Milano. Sostenitori dell’iniziativa anche i ministri Mario Scelba, Paolo Emilio Taviani e Randolfo Pacciardi. Scopo “ricreare nel paese le condizioni politiche per un’azione anticomunista di stato”. I primi finanziamenti provengono dalla Fiat e da alcuni industriali lombardi, mentre Sogno associa alla dirigenza del movimento il torinese Luigi Cavallo, da poco rientrato in Italia dagli Stati Uniti e fornito di collegamenti con il Sifar (Servizio Informazioni Forze Armate). Il rilancio dell’organizzazione avviene con gli auspici del francese Jean David, che oltralpe sovrintende a Paix et Libertè e che è in rapporti con Sogno.
3 luglio: De Gasperi incaricato di formare il nuovo governo, ma non otterrà la fiducia per l’astensione di PLI, PSDI e PRI. Il centrismo comincia a dare segni di logoramento, ma non esistono alternative praticabili. Dopo un tentativo infruttuoso di Piccioni, il 13 agosto verrà incaricato Pella. Otterrà la fiducia con il voto favorevole di PRI, PLI, DC e monarchici e l’astensione di socialdemocratici e missini. Fanfani ministro degli Interni al posto di Scelba, Pella mantiene anche il dicastero degli Esteri, Taviani alla Difesa. Andreotti sottosegretario alla Presidenza del consiglio. Il primo atto del governo sarà l’invio di truppe ai confini orientali contro presunte minacce jugoslave al Territorio libero di Trieste.
Sardegna, la direzione della Sapez decide licenziare 300 minatori delle miniere sarde di Agruxian, Nebida, Masua e Acquaresi, seguiti da altri provvedimenti analoghi in Veneto e al Monte Amiata. I minatori cominciano un’agitazione che si protrarrà per tutta l’estate.
4 luglio: in lotta i lavoratori tessili: cominciano i bresciani che protestano contro la riduzione di orario e i licenziamenti alla manifattura di Pontoglio, poi i lavoratori della De Angeli Frua e di diversi cotonifici, infine viene proclamato uno sciopero nazionale per il 22 luglio. Secondo fonti sindacali, sono 15.000 gli operai del settore sospesi a vario titolo dopo le elezioni del 7 giugno, mentre sarebbero stati sottratti, nel solo 1952, 35 miliardi di salari. Una delle richieste della Cgil è il ripristino degli scambi con l’Est, soprattutto con la Cina, bloccati dal governo De Gasperi.
Padre Messineo, su Civiltà Cattolica, scrive, a commento dei risultati elettorali del 7 giugno, che “il governo è stato fino all’ultimo restio a varare le leggi sindacali e regolatrici della sfrenata libertà di sciopero e della licenza criminosa di stampa. Inoltre non si sono troppo spesso applicate le sanzioni del codice penale contro le flagranti violazioni della legge perpetrate dai comunisti (…) Le leggi particolari solennemente promesse per difendere le istituzioni democratiche, sono state insabbiate (…) Si è avuto così il risultato che, mentre si combattevano i movimenti di destra, si sono lasciate quasi indisturbate le sinistre”.
6 luglio: in un documento del Sifar il direttore richiama “l’attenzione del capoufficio R sulla necessità di effettuare un esame approfondito della questione Duca”. Successivamente si trasformerà in “operazione Gladio”.
7 luglio: sciopero nelle aziende metallurgiche in difesa dell’occupazione, che verrà reiterato l’11 in alcune località. Sono stati richiesti infatti oltre 1.000 licenziamenti all’Ilva di Savona, mentre all’Ilva di Porto Marghera vengono colpiti nove componenti della commissione interna per aver fatto entrare in fabbrica due dirigenti della Camera del lavoro di Venezia, mentre prosegue la lotta alle Acciaierie Terni contro i piani di smobilitazione, e alla Necchi di Pavia.
10 luglio: Luigi Longo visita, nel carcere di Macerata, i partigiani ravennati accusati dell’eccidio della famiglia Manzoni, in attesa della sentenza. Per la prima volta, come si legge sull’Unità il giorno successivo, un dirigente comunista visita dei partigiani imprigionati.
13 luglio: la Corte d’appello di Bologna conferma la sentenza di primo grado e condanna a soli 6 mesi e 15 giorni di reclusione il carabiniere Francesco Galeati, uccisore della mondina Maria Margotti. Nessuna condanna a carico dei superiori del Galeati.
16 luglio: nasce il governo presieduto da Alcide De Gasperi (dal 16 luglio 1953 al 16 agosto 1953). Ma il 28 successivo la Camera dei deputati negherà la fiducia con 282 voti contrari, 263 favorevoli e 37 astenuti.La composizione del governo: http://www.senato.it/leg/02/BGT/Schede/Governi/0039_M.htm
Washington, presentato al presidente Eisenhower il rapporto “Project Solarium”. E’ diviso in 3 sezioni curate, la prima, da George Kennan; la seconda dal generale James McCormarck jr.; la terza dall’ammiraglio R.L. Conolly. Il rapporto propone misure psicologiche, politiche ed economiche per combattere il comunismo, insieme all’affermazione del principio di una risposta nucleare in caso di attacco con mezzi convenzionali o, comunque, di un allargamento dei confini sovietici fino alla richiesta di “distruggere l’apparato comunista nel mondo libero” come una delle misure per portare al disgregamento l’Unione sovietica.
20 luglio: Washington, il diplomatico italiano Egidio Ortona annota nel suo diario una conversazione con Nagib Halaby, vice assistente del Segretario di Stato per la difesa, al quale ha chiesto le ragioni delle umiliazioni inflitte all’Italia recentemente in relazione alla questione di Trieste: “Perché – ha risposto Halaby – vi si considera degli alleati scontati ! Voi non siete comunisti da attrarre al nostro fianco”.
Roma, la presentazione dei risultati dell’inchiesta parlamentare La miseria in Italia e i mezzi per combatterla, rivela una situazione nazionale di diffusa arretratezza economica e povertà (un quarto della popolazione), con condizioni drammatiche in alcune aree del Meridione. L’indagine conoscitiva e le prospettive di intervento sono oggetto di una pubblicazione in più volumi nel corso dell’anno seguente: un documento di grande importanza per la conoscenza delle condizioni economiche e sociali del Paese
20 – 25 luglio: Bologna, 960 dipendenti della Ducati (814 operai e 146 tecnici e impiegati) ricevono una lettera di licenziamento o di sospensione a tempo indeterminato. Il 27 luglio CGIL CISL e UIL indicono uno sciopero generale provinciale contro il tentativo di liquidazione dell’azienda. Per una settimana i licenziati (660 dei quali sono donne) entrano ugualmente in fabbrica fino a che sarà la polizia in armi ad impedirlo. La lotta durerà sei mesi tra la solidarietà di tutta la città.
23 luglio: Roma, la Cgil organizza il “Convegno sulle industrie minacciate di smobilitazione”
26 luglio: Santiago de Cuba, un gruppo di rivoluzionari, guidati da Fidel Castro, assalta la caserma Moncada. L’assalto è respinto. Castro catturato, è condannato a 16 anni di prigione.
27 luglio: il presidente Eisenhower firma l’armistizio di Panmunijon che pone fine alla guerra di Corea. Il confine tra Corea settentrionale Corea meridionale è fissato lungo il 38° parallelo.
Roma, nominato capo dell’ufficio D del Sifar, il colonnello Enrico Annaruma.
28 luglio scioperano i mezzadri per l’intransigenza degli agrari che non vogliono neppure discutere il nuovo capitolato colonico.
Macerata, condannati all’ergastolo i 12 partigiani imputati dell’eccidio della famiglia Manzoni: Silvio Pasi, Dergo Donegaglia, Secondo Guerra, Primo Cassani, Mino ed Ettore Martini, Giamprimo Bagnaresi, Colombo Tasselli, Abelardo Fabbri, Marino Salami, Enea Costa e Novello Tozzi. Assolti invece, per insufficienza di prove, i cosiddetti “sette di Voltana”.
29 luglio: inizia uno sciopero di tre giorni dei lavoratori del settore conserviero, in lotta contro lo sfruttamento, il lavoro nero e i licenziamenti.
30 luglio: giornata di lotta nazionale dei lavoratori chimici.
31 luglio: Savarna di Ravenna, un gruppo di lavoranti scortato da polizia e carabinieri entra nelle terre già del conte Rasponi, espropriate in seguito alla riforma agraria, per prelevare il grano accantonato dai lavoratori del fondo. Centinaia di contadini si riversano nei campi per impedire di essere privati del frutto del loro lavoro e vengono caricati dalla polizia. Tra i feriti più gravi, Mari Fontana, Pietro Morelli, Domenico Ciceroni. Dopo che i lavoranti scortati dalla polizia si rifiutano adi proseguire l’opera, vengono sostituiti dagli stessi poliziotti.
Luglio: Torino, la Fiat chiude i locali riservati alla commissione interna e vieta ai delegati di muoversi all’interno degli stabilimenti.
Palermo, muore in circostanze dubbie Cusumano Geloso. Ufficialmente il decesso è causato da emofilia, ma sulla sua morte gravano fondati sospetti. Geloso era stato indicato fra i mandanti della strage di Portella delle Ginestre e uno dei punti di riferimento politici di Salvatore Giuliano.
1 agosto: Roma, Lotta Politica, organo del Msi, scrive a commento del discorso tenuto da De Gaperi il 28 luglio precedente: “Rileviamo (…) che De Gasperi, nel suo discorso finale, ha dichiarato di voler accettare in pieno taluni punti essenziali del nostro programma politico. Roberti, nella successiva dichiarazione di voto, ne ha preso atto. Noi riteniamo che De Gasperi non abbia in quel momento parlato in nome di un Governo ormai chiaramente condannato, ma nella sua qualità di presidente di un partito al quale spetta tuttora la responsabilità di formare il governo. E infatti i deputati democristiani sono stati unanimi nell’applaudire il discorso e nel convalidarne, pertanto, le impostazioni. La Dc ha dunque riconosciuto che bisogna abrogare le leggi eccezionali, a cominciare dall’infausta ‘Scelba’, che bisogna liberare i detenuti politici fascisti, concedere le pensioni a tutti gli ex combattenti, ristabilire la piena parità dei diritti. Qualora la Dc, a chiunque vada la responsabilità di capeggiare il futuro governo, si renda conto che queste sono le premesse da cui qualsiasi governo italiano dovrà partire, non sarà impossibile trovare le formule per una soddisfacente conclusione della crisi”.
Milano, nel carcere di San Vittore, inizia uno sciopero della fame al braccio dei politici, per richiedere l’amnistia e più umane condizioni di vita.
3 agosto: la polizia interviene a Ponte San Pietro (Bergamo) contro gli operai della Cab che presidiano la fabbrica contro i 150 licenziamenti annunciati dalla direzione, mentre il Prefetto si rifiuta di ricevere una loro delegazione. Negli stessi giorni sono in lotta anche i lavoratori della Faini di Lecco la cui direzione vuole smobilitare e licenziare 600 persone, della De Magistris di Bagnolo Cremasco, della Alesiani di Varese, del Cotonificio Maino di proprietà vaticana, della Tlm di Villa Carcina (Brescia), sempre contro licenziamenti.
4 agosto: lo sciopero della fame dei detenuti si estende al carcere di San Gimignano (Siena).
7 agosto: Torino, inizia alla FIAT uno sciopero indetto dalla Cgil per ottenere il rispetto degli accordi e per la tutela dei diritti dei lavoratori del reparto cosiddetto “Stella rossa”, dove sono stati concentrati gli attivisti sindacali.
11 agosto: Padova, fondato il Movimento antibolscevico italiano.
12 agosto: inizi uno sciopero della fame di un gruppo di detenuti politici del carcere di Terni.
13 agosto: Caltanissetta, arrestato l’esponente democristiano Gianmaria Lespa, che durante la campagna elettorale si era ferito per simulare un’aggressione comunista ai suoi danni.
14 agosto: Spoleto, inizia uno sciopero della fame di un gruppo di detenuti del carcere locale.
17 agosto: Roma, nasce il governo presieduto da Giuseppe Pella (dal 17 agosto 1953 al 17 gennaio 1954). E’ un monocolore democristiano con la presenza di due tecnici.La composizione del governo: http://www.senato.it/leg/02/BGT/Schede/Governi/0040_M.htm
20 agosto: Passo del Brennero, la polizia di frontiera ritira i passaporti ai giovani reduci dal festival della gioventù di Bucarest.
21 agosto: intervenendo al Senato, Pietro Secchia riconosce che dal governo Pella “sono stati esclusi alcuni ultrà dell’Azione cattolica, alcuni forsennati sanfedisti (…) si presenta l’attuale governo con una veste meno spietatamente clericale. Ma ancor più apertamente, per gli uomini che lo compongono, come il rappresentante diretto del grande capitale dei gruppi monopolistici, come il governo della Confindustria”.
22 agosto: Egidio Ortona registra nel suo diario una conversazione con Massimo Magistrati che gli “mostra una lettera dell’ammiraglio Carney scrittagli al momento di partire dall’Italia (dove comandava il settore sud orientale della Nato), per andare ad assumere il comando della forze navali Usa a Washington. E’ una lettera amichevole ‘dear Massimo’, ma molto grave e severa. Pone in sostanza in modo molto brusco l’interrogativo: l’Italia vuole o non vuole essere protetta e difesa dalle forze americane? E se vuole, perché non accelera i tempi per creare le basi necessarie a tali forze? Siamo ancora e sempre al problema delle facilities. Carney ricorda che esso doveva essere risolto prima delle elezioni, ma che era poi stato rinviato appunto per le elezioni. Sono passate, egli osserva, varie settimane e il governo nicchia. Ci volete o non ci volete? Non venite poi un giorno a lamentarvi per aver perso la possibilità di una nostra protezione anche virtuale. Non piangete poi sul diminuito ruolo della vostra aviazione etc. etc. E’ un documento molto serio, che Magistrati valuta in tutta la sua importanza e che egli ha mostrato a De Gasperi, Zoppi, Pacciardi, ma che non ha avuto finora seguito. Anche perché nessuno ha potuto o può farne oggetto di decisioni di governo. Ma i problemi che la lettera pone non potranno non venire duramente in superficie in un futuro molto prossimo (…)”23 agosto: Venezia, predisposto un Progetto di massima per l’ampliamento della zona industriale. Sarà approvato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici il 10 marzo 1955
25 agosto: Quinzano all’Oglio (Brescia), in occasione della riapertura dei lavori stagionali, la direzione della filanda Mambroni, eludendo le norme sul collocamento, discrimina 24 lavoratrici e chiama i carabinieri per impedire la contestazione delle lavoratrici escluse dall’esercizio dei propri diritti.
29 agosto: il ministro della Difesa Paolo Emilio Taviani, in accordo col presidente del Consiglio Giuseppe Pella, impartisce al capo di Stato Maggiore della Difesa generale Efisio Marras l’ordine di schierare reparti dell’esercito a Gorizia e Monfalcone, sul confine del Territorio Libero di Trieste. Annota Taviani nel suo diario: “A Tito, e soprattutto agli Alleati, dobbiamo dimostrare che non intendiamo a nessun costo cedere Trieste”.
Busto Arsizio, licenziato dal cantiere edile comunale l’operaio Ambrogio Molla, testualmente “per sovversivismo”.
Il governo respinge le richieste sindacali di sospendere i licenziamenti nelle imprese pubbliche e mediare con le associazioni padronali per tamponare gli effetti della crisi. Lo stesso giorno l’Ansaldo di Genova, controllata dall’Iri, che si era formalmente impegnata a sospendere i licenziamenti, ne annuncia 220. Le situazioni più calde nel settore pubblico sono la Magona di Piombino (2400 licenziamenti richiesti), le Acciaierie Terni (2000, oltre i 700 intimati tempo addietro), la Ducati di Bologna (960), la Pignone di Firenze (250), l’Ilva di Savona (1150).
30 – 31 agosto: Fratte di Salerno, la polizia presidia il cotonificio Mcm per impedire la protesta degli operai contro i 285 licenziamenti annunciati dalla direzione. Giorni prima la stessa scena si era ripetuta al canapificio Buchy di Sarno (Salerno) dove sono stati annunciati 262 licenziamenti.
Fine agosto: manovre militari denominate Saldatura Veneta. Sono schierate truppe sul confine orientale e vengono messe in preallarme la Bgt. Corazzata Centauro e la 51a Aerobrigata. Contemporaneamente vengono organizzate manifestazioni irredentiste a Trieste stroncate dalla polizia militare inglese: 6 morti e 60 feriti. Si inasprisce la tensione tra Italia e Jugoslavia: il 6 settembre Tito chiede l’internazionalizzazione di Trieste e l’annessione alla Jugoslavia del retroterra triestino. Il giorno 13 il presidente Pella rilancia la proposta di plebiscito sotto tutela internazionale.
Settembre: sciopero generale, dichiarato disgiuntamente ma nella stessa data dalle tre Confederazioni sindacali. Un nuovo sciopero generale, con le stesse caratteristiche di convocazione e di contenuti, sarà proclamato in dicembre. Le due astensioni rientrano nella vertenza sull’inglobamento nella busta paga l’assegno di caro vita e le indennità minori e per aumenti salariali. La vertenza, iniziata nel 1952, si trascinerà fino al giugno del 1954 quando, dopo la rottura delle trattative da parte della CGIL, CISL e UIL firmano un accordo con la Confindustria che prevede l’inglobamento e aumenti salariali diversi categoria per categoria, ma comunque non superiori al 5 per cento. Un aumento decisamente miserevole se si tiene conto che i salari avevano conosciuto un lungo periodo di stasi, mentre il costo della vita era continuamente cresciuto. Secco il giudizio di Di Vittorio sull’accordo: “E’ sempre molto facile vendere a basso prezzo”.
3 settembre: Torino, sciopero alla FIAT. Centinaia di poliziotti e carabinieri in assetto di guerra presidiano il centro città e la sede dell’Unione industriali.
5 settembre: Brescia, arrestato Giordano Bruno Sclavo, segretario della Camera del lavoro, per “vilipendio alle forze armate”, per alcune frasi pronunciate durante un comizio. Benché si tratti di un privato cittadino, il giudizio viene spostato davanti al Tribunale militare. Sarà condannato a 7 mesi e 3 giorni con la condizionale dal tribunale militare di Milano.
Il Questore di Milano informa, per via riservata, il capo della polizia Tommaso Pavone che secondo notizie confidenziali ed attendibili, la Procura militare di Milano sta procedendo a carico di Guido Aristarco, Davide Laiolo e Corrado De Vita per reati militari a mezzo stampa. Conclude: “a carico dei predetti quali militari in congedo, sarebbero pure in corso ordini di cattura”.
6 settembre: il maresciallo Tito, parlando ai partigiani jugoslavi, rivolge un duro monito all’Italia elencando i morti, i prigionieri, le distruzioni che l’esercito italiano ha arrecato alla Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale.
8 settembre: Washington, il presidente Eisenhower, in un memorandum segreto sottoposto a John Foster Dulles, chiede se “il dovere nei confronti delle generazioni future non esiga che diamo inizio alla guerra nel momento più propizio che possiamo individuare”.
La Corte d’assise di Milano nega l’applicazione dell’amnistia per i partigiani Mirotti, Farilli e Croce, imputati di fatti avvenuti prima del 31 luglio 1945.
9 settembre: l’attore Mario Pazzagalli, membro del Gruppo manzoniano di Oggiono (Lecco), che aveva messo in scena i Promessi Sposi al Festival dell’Unità, ed impersonava fra Cristoforo, è arrestato per “porto abusivo dell’abito talare”.
10 settembre: i giornalisti Renzo Renzi e Guido Aristarco sono arrestati e rinchiusi nel carcere militare di Peschiera del Garda, su ordine del Tribunale militare, per aver scritto un soggetto cinematografico dal titolo L’armata Sagapò, dedicato all’occupazione italiana della Grecia durante la seconda guerra mondiale. In un appunto segreto si informa che “nel febbraio c.a. il nostro Addetto militare in Atene comunicava che il locale quotidiano “Acropoli” in data 27 detto mese aveva riportato in prima pagina un articolo diffamatorio per leForze armate italiane pubblicato sulla rivista Cinema Nuovo di Milano in data 1 febbraio a firma del giornalista Renzo Renzi. Lo stesso Addetto militare riferiva che l’articolo aveva prodotto grande impressione nei circoli politici di quella capitale e fra quella colonia italiana (…) Riscontrandosi nell’articolo gli estremi del reato di vilipendio alle Forze armate e data la ripercussione che il contenuto di esso aveva avuto anche all’estero, venne dato incarico ai dipendenti organi controinformativi (al Sifar, ndr)di segnalare il fatto alle Autorità militari interessate specificatamente alla revisione stampa per questioni di interesse militare, per quanto di ulteriore competenza. In conseguenza di ciò, il Comando militare di Milano in data 2 aprile c.a. provvide per il deferimento a quell’Autorità giudiziaria militare dell’articolista e del direttore responsabile della rivista. Il 10 corrente, in esecuzione di mandato di cattura emesso dal procuratore militare presso il Tribunale di Milano, sono stati arrestati Guido Aristarco a Milano e Renzo Renzi a Bologna, sotto la imputazione entrambi di vilipendio alle FF.AA. I predetti si trovano ristretti al carcere militare di Peschiera data la loro qualità di persone sottoposte alla giurisdizione militare (…)”.
13 settembre: Roma, parlando in Campidoglio il presidente del Consiglio Pella chiede che il problema di Trieste venga risolto con un plebiscito. Questa dichiarazione, per l’incoerenza dimostrata nel diverso atteggiamento adottato a suo tempo sulla questione altoatesina, provoca la reazione sia dei sudtirolesi che dell’Austria. Il 18 ottobre, con una mozione presentata a Parigi e Londra, l’Austria chiede il plebiscito per l’Alto Adige.
15 settembre: San Benedetto Po (Mantova), poliziotti in assetto da guerra occupano fin dal mattino il paese, in occasione dello sciopero delle lavoratrici del bottonificio Foresteria.
17 settembre: sciopero della fame dei detenuti politici del carcere di Forlì.
23 – 27 settembre: fondata all’hotel Villa Carlotta di Belgirate (No), la corrente democristiana della Base, con Giovanni Marcora, Luigi Granelli ed altri che avevano militato nelle formazioni cattoliche della Resistenza. L’operazione è sostenuta da Enrico Mattei.
24 settembre: sciopero generale dell’industria indetto da CGIL, CISL e UIL per l’unificazione di tutte le voci salariali.
Brescia, la polizia carica violentemente i lavoratori licenziati della De Angeli Frua; mentre a Cantù il sindaco Arturo Molteni, proprietario di una fabbrica di compensato, vieta il giorno seguente l’ingresso in fabbrica agli scioperanti.
26 settembre: la “Squadra 49”, operante a Napoli, invia alla divisione Affari Riservati del ministero dell’Interno una nota informativa su una manifestazione presso il Circolo Napoletano del Cinema a favore dei giornalisti Renzi e Aristarco. La manifestazione si è conclusa con l’approvazione di “una mozione nella quale si invita il Parlamento a votare un atto legislativo urgente al fine di modificare l’art.103 della Costituzione nel senso che solo i militari siano soggetti al Codice militare, auspicando che il Tribunale di Milano voglia rimettere in libertà Aristarco e Renzi. La manifestazione – conclude l’estensore – ha avuto un’intonazione decisamente di sinistra”.
28 settembre: De Gasperi torna alla guida della Democrazia Cristiana.
Varsavia, arrestato il cardinale Stefan Wyszynski, primate di Polonia, per la sua opposizione al sistema comunista.
29 settembre: il Tribunale militare di Milano condanna Bruno Sclavo, segretario della Camera del lavoro di Brescia, a 7 mesi e 3 giorni con la condizionale.
30 settembre: dibattito alla Camera su Trieste. Si accentua la differenziazione tra PCI e PSI.
Autunno: la realizzazione del “piano Sinigaglia” vede l’avvio dei laminatoi dell’impianto a ciclo integrale Finsider di Genova Cornigliano: fondamentale è l’accordo stipulato con la Fiat per la fornitura dei laminati piatti destinati alla produzione delle carrozzerie, che garantisce un equilibrio economico alla nuova grande intrapresa
Ottobre: Bologna, convegno provinciale delle Commissioni interne. Viene documentato il particolare accanimento repressivo con il quale gli industriali tentano di impedire alle stesse Commissioni interne di svolgere i propri compiti.
2 ottobre: Washington, in un documento del Dipartimento di Stato si legge: “Taviani preferirebbe evitare qualsiasi riferimento ad appendici o addendum nel testo dell’accordo-ombrello poiché pensa che quest’ultimo finirà in qualche modo col circolare in Parlamento. Se ci fossero riferimenti o documenti aggiuntivi, i parlamentari vorrebbero sicuramente vederli”.
4 ottobre: Roma, nominato Maestro del Grande Oriente d’Italia, Publio Cortini, industriale. Resterà in carica fino al 27 dicembre 1956.
5 ottobre: Milano, inizia davanti al Tribunale militare il processo a carico dei giornalisti Aristarco e Renzi. Durante lo svolgimento del processo viene fermato il corrispondente del giornale La Patria, che stava commentando con altri l’atteggiamento aggressivo degli agenti di Ps verso il pubblico. Alcuni giorni dopo l’onorevole Roberti, a nome del Msi, chiede con interpellanza al presidente del Consiglio e al ministro della Difesa che vengano incriminati i numerosi cittadini che esprimono solidarietà ai due cineasti. Renzi e Aristarco saranno condannati, rispettivamente, a 6 mesi e a 7 mesi e 3 giorni di reclusione, ed immediatamente scarcerati.
In un appunto della divisione Affari riservati sull’esito del processo si legge: “La condanna di costoro è stata accolta bene, specie fra i militari. Circa l’udienza nella quale ad un certo punto il dibattimento proseguì a porte chiuse (secondo degli ufficiali dell’Esercito che furono con le truppe in Grecia) deve essersi trattato del generale Geloso, il quale durante la sua permanenza in quelle terre ebbe a servirsi di ragazze greche minorenni”.
7 ottobre: altro processo militare contro un privato cittadino, Romeo Bonini , militante del Pci di Gatteo Mare (Fo) che aveva distribuito volantini elettorali ai marinai. Processato dal Tribunale militare di Bologna, verrà assolto.
8 ottobre: Stati Uniti e Gran Bretagna ritirano le truppe dalla zona A di Trieste trasmettendo i loro poteri al governo italiano e proponendo una conferenza internazionale. Tito annuncia di considerare l’ingresso delle truppe italiane nella zona A del Libero territorio di Trieste un atto d’aggressione. Anche l’URSS invia una nota di protesta a Stati Uniti e Gran Bretagna. Il 22 ottobre Tito, intervistato dalla France Press, afferma che le truppe jugoslave entreranno nella zona A se questa passerà sotto l’Amministrazione italiana.
14 ottobre: Bologna, processato il fattore Guido Cenacchi che, in occasione di uno sciopero bracciantile aveva sparato uccidendo Loredano Bizzarri e ferito un altro lavoratore (cfr.12 giugno 1949). Cenacchi, incriminato “per aver ecceduto colposamente i limiti della difesa legittima”, sarà scarcerato un mese dopo.
16 ottobre: durante la crisi italo jugoslava, a seguito della messa in allarme del 5° Corpo d’armata sul confine orientale, appartenenti all’Organizzazione [clandestina] O compiono incursioni in territorio jugoslavo.
Terni, alla vigilia dello sciopero contro i licenziamenti proclamato in varie località, la polizia carica una folla di centinaia di lavoratori delle acciaierie Terni, in lotta contro i 2.000 licenziamenti. Il giorno successivo, la polizia carica nuovamente i lavoratori che si attardano in pacifici capannelli in Corso Vecchio, spara colpi d’arma da fuoco e ferisce Bruno Bertini, uno dei licenziati ed un’altra persona. Decine i fermati, fra i quali l’onorevole Elettra Pollastrini.
17 ottobre: sciopero contro i licenziamenti in diverse località.
18 ottobre: Milano, Alcide De Gasperi afferma che in Italia esistono “due mondi: un mondo che ha il suo centro alle Botteghe Oscure, con le sue riviste e giornali, con le sue scuole di partito, con le cellule in ogni organismo: una specie di termitaio che fa un lavoro di erosione interna, in preparazione tenace, metodica d’uno Stato totalitario contro ed entro lo Stato democratico (…)”.
21 ottobre: l’organizzazione O è messa nuovamente in stato di allerta per il riacutizzarsi della crisi con la Jugoslavia.
Il Tribunale di Modena condanna a 1 anno e 2 mesi di reclusione per “vilipendio alla religione” Ferdinando Gualdi, imbianchino, che per scherzo aveva salutato un amico da un’impalcatura, brandendo il pennello e simulando una benedizione.
22 ottobre: Calabria, una violenta alluvione provoca molte vittime e danni ingenti.
Roma, intervenendo al Senato, l’onorevole Negarville denuncia i metodi repressivi della Fiat ed i tribunali d’inquisizione contro gli operai sindacalizzati. Vengono letti in aula alcuni verbali agghiaccianti a carico di due operai, Rapetti e Notario, entrambi licenziati per aver partecipato agli scioperi
23 ottobre: il ministro della difesa Paolo Emilio Taviani ordina al suo capo di gabinetto generale Mario Pezzi “di provvedere a far inviare un’adeguata scorta di armi ai partigiani italiani di Trieste”. Sono armi di dotazione Nato e dell’invio clandestino sono informati il presidente del Consiglio Giuseppe Pella, il sottosegretario Giulio Andreotti e il direttore del Sifar generale Ettore Musco. Destinatari delle armi sono i cosiddetti partigiani “bianchi”, che dovrebbero contrastare un’eventuale invasione jugoslava. Per l’occasione Taviani invia a Trieste l’ex comandante partigiano Enrico Martini Mauri.
Il direttore dell’amministrazione presso il Governo Militare Alleato invia alla Presidenza del Consiglio dei ministri una lettera sulla situazione di Trieste. Nella nota scrive che “si sta curando l’organizzazione di un gruppo di circa 300 aderenti al Msi pronti ad intervenire in caso di emergenza”. Prosegue la nota: “Tale reparto è inserito nel quadro delle iniziative promosse, per contrastare eventuali azioni violente degli elementi sloveni e titini, dal Comitato di difesa dell’italianità di Trieste presieduto dal sindaco Gianni Bartoli. In caso di necessità il gruppo del Msi opererebbe in coordinamento con lo stesso Comitato”.
Reggio Calabria, la polizia carica una folla di alluvionati che protesta per le inadeguate misure di soccorso, che hanno causato l’accrescimento del numero di morti e dispersi, e procede a numerosi fermi. La folla, che aveva seguito i fermati fino alla Questura per reclamare la loro liberazione, viene caricata una seconda volta, con diversi contusi.
27 ottobre: Milano, durante lo sciopero dei chimici, la Celere carica un gruppo di operai ed impiegati, strappando loro i cartelli e fermando un rappresentante sindacale.
28 ottobre: Bolzano, il canonico Michael Camper lancia lo slogan della “marcia verso la morte” scrivendo sul quotidiano Dolomiten: “Quella che noi sudtirolesi stiamo compiendo dal 1945 è una marcia verso la morte”. Successivamente spiegherà: “L’immigrazione di italiani in Sudtirolo ha assunto forme davvero impressionanti. La popolazione è cresciuta per l’apporto di circa 50 mila immigrati provenienti da quel meridione che ci è etnicamente estraneo. Se questo ritmo d’immigrazione proseguisse, entro un decennio noi ci vedremo ridotti a minoranza all’interno del nostro stesso paese”.
Torino, la Camera del lavoro denuncia la grave situazione che vivono i lavoratori della FIAT: licenziamenti, sospensioni, violazione dei contratti e tribunali di fabbrica.
31 ottobre: Roma, al processo d’appello a carico di Antonio Pallante, l’attentatore di Togliatti, viene ridotta la pena a 10 anni e 8 mesi, di cui 3 condonati. Pallante era stato condannato in primo grado a 13 anni e 8 mesi. Il Pm aveva chiesto l’aumento della pena a 17 anni, mentre la difesa aveva invocato le attenuanti per “motivi di particolare valore sociale”.
Ottobre: il consiglio generale della Cisl chiede alla Confindustria di venire incontro ai sindacati “democratici” in opposizione a “quelli marxisti”.
Autunno: Edgardo Sogno fonda, con finanziamenti Usa, il movimento Pace e Libertà. Al gruppo aderisce anche Luigi Cavallo, ex partigiano ed ex corrispondente dell’Unità da Parigi. Il movimento è la filiazione italiana del francese Paix et liberté, creato di sana pianta dalla CIA, sostenuto finanziariamente dalla Nato e presieduto dal deputato radical-socialista Jean Paul David. Del movimento fa parte anche il commissario Dides, uomo dei servizi Usa, responsabile della costruzione di una rete parallela alla polizia francese (Rete Dides) a cui si è ispirato Scelba per la riorganizzazione della polizia italiana. Di questa organizzazione fanno parte i commissari e gli ispettori epurati dopo la caduta del regime di Vichy e reintegrati appositamente. Una nota del Dipartimento di Stato precisa: “La Francia ha organizzato nuclei polizieschi ristretti, ma efficienti, al di fuori della polizia normale, attraverso la Sureté National, per combattere il pericolo comunista. Questi nuclei sono forniti di mezzi eccezionali e il personale, per quanto limitato nel numero è perfettamente addestrato per lavori di tale natura”. In Italia non è casuale che la nascita di Pace e Libertà sia affidata ad Edgardo Sogno. Nel fascicolo Pace e Libertà presso l’Ufficio Affari riservati vi è una riservatissima priva di firma, nella quale si afferma: “Elemento fiduciario riferisce che nel corso di un lungo colloquio con il conte Sogno (…) il predetto gli ha esposto le sue idee politiche. Convinto che il popolo italiano ama la forza e persuaso che il primo squadrismo fascista del 1919 e del 1920 sia degno di encomio, in quanto capace di rintuzzare la tracotanza rossa, Sogno tenta di rimettere in piedi uno squadrismo democratico, capace di difendere gli ideali cristiani e democratici contro l’assolutismo comunista (..) Egli ha detto che nel 1948, l’onorevole Scelba gli offrì la direzione della difesa civile, egli rifiutò perché la difesa civile doveva entrare in azione soltanto nel caso che comunisti dovessero tentare un azione di forza e secondo le sue opinioni non si possono galvanizzare gli uomini soltanto per un’occasione, che anche potrà non verificarsi. Occorre uno squadrismo risoluto e attaccabrighe, capace di prendere l‘iniziativa e non di servire da semplice reazione” (Divisione Affari riservati fascicolo Pace e Libertà Comitato centrale Milano, sottofascicolo 1). E’ importante questa nota (peraltro confermata da una lettera scritta dallo stesso Sogno all’allora ministro degli Esteri Aldo Moro, il 12 agosto 1969 e conservata nell’Archivio storico della Camera dei deputati ndr) in quanto conferma che negli anni compresi tra il 1950 e il 1953, nonostante il parere contrario del Parlamento che non approvò la legge per l’istituzione di una Direzione generale dei servizi di difesa civile con la facoltà di avvalersi anche di elementi volontari, venne comunque attivato un settore Difesa civile il quale ha espletato mansioni riservate senza che il Parlamento ne sia stato messo a conoscenza. A ulteriore conferma c’è quest’altra missiva. Il 22 ottobre 1949 Sogno scrive al ministro della Difesa Carlo Sforza: “Come Ella sa, il ministro Scelba mi ha recentemente manifestato il desiderio di chiedere il mio distacco presso l’amministrazione dell‘Interno allo scopo di affidarmi un incarico alle sue dipendenze. L’onorevole Scelba mi ha parlato in proposito della carica di Prefetto di Firenze o di quella di capo del costituendo servizio per la Difesa civile”(archivio storico Camera dei deputati). In un appunto non firmato della Direzione generale degli affari politici del ministero degli Esteri, si legge: “(…) Nel giugno scorso), per incarico del governo francese, è venuto a Roma l’onorevole David, presidente del Movimento Paix et Liberté, per raccogliere informazioni sulla situazione interna italiana e sulla azione che viene svolta nel nostro Paese contro la propaganda comunista. Agli si incontrò con il Presidente De Gasperi, con il capo di Stato maggiore e con il capo della Polizia (…)”(Appunto del 11.12.1953 – archivio storico ministero degli Esteri – Fondo casseforti busta 8). Contemporaneamente vengono scritte due lettere riservate, ambedue indirizzate al ministro Scelba, nelle quali si da notizia dell’avvenuta costituzione della sezione italiana di Pace e libertà diretta da Edgardo Sogno, legando strettamente la nascita dell’organizzazione anticomunista con il problema, sollevato in Consiglio atlantico dallo stesso De Gasperi, della guerra psicologica. Emergono cosi chiaramente ruolo e collegamenti che il Movimento ha direttamente con ambienti governativi ed atlantici. Ma nella sua attività, Sogno va ben oltre. Sempre nella citata lettera all’onorevole Moro afferma: “Nel luglio del 1953 (..) Mi veniva (…) proposto un incarico di carattere eccezionale e riservato (organizzazione della difesa psicologico delle istituzioni democratiche) (..) Accettai tale incarico (…) L’azione (…) ebbe tre fasi principali: (…) fino al 1954 si concretizzò nella realizzazione del progetto che gli onorevoli De Gasperi e Pella avevano ripetutamente sostenuto in Consiglio Atlantico e consistente nel contrapporre l’azione (…) della propaganda occidentale alla costante iniziativa sovietica nel campo dell’informazione (…) Dall’ottobre 1954 al giugno 1955 il Comitato assolse funzioni specifiche nel quadro dei provvedimenti adottati dal governo Scelba per la difesa delle istituzioni, assumendo compiti di punta che non potevano essere affidati a organi governativi (…) Dopo il giugno 1955 (…) ridusse progressivamente l’azione esterna per concentrarsi su compiti di carattere riservato (…) Durante questo servizio prestato alle dirette dipendenze della Presidenza del consiglio e in collaborazione con i ministri dell’Interno e della Difesa, rimasi nel ruolo del ministero degli Esteri (…)”. L’incarico e il ruolo di Sogno assume quindi un carattere sempre più riservato. Sogno è, ovviamente, in contatto anche con il generale Piéche: “Dal dottor Sogno (…) si è appreso che il generale di Corpo d’Armata Giuseppe Pièche fa parte attiva della sua organizzazione. E’ da ritenere, quindi, che tale alta personalità possa agire con funzioni di guida e controllo”(documento anonimo del 20 settembre 1954 – Divisione Affari riservati, fascicolo citato).
La questione della propaganda anticomunista aveva sollevato alcune perplessità di carattere costituzionale. In un memorandum, sollecitato dal ministero degli Esteri per rispondere a Jean Paul David, il Capo di Stato Maggiore Marras, afferma: “in linea generale l’azione che i governi possono svolgere nell’ambito della lotta anticomunista è infirmata da riconoscimento legale dei rispettivi paesi di un Partito comunista”. Rilevava quindi “la contraddizione tra il riconoscere legalmente da un lato e il combattere – come governo, non come partito – dall’altro”. Affidare tale contro propaganda ad un partito si sarebbe d’altronde rivelato pericoloso per la difficoltà di “scindere l’interesse di parte da quello superiore anticomunista”. La lotta, concludeva “dovrebbe essere assunta da un movimento anticomunista che, sotto il coordinamento NATO e l’aiuto NATO, operi attivamente nei singoli paesi con fisionomia di movimento nazionale” (cfr Relazione Gualtieri Commissione Stragi).
3 novembre: pochi giorni dopo che la Camera ha approvato una mozione per la sospensione dei licenziamenti nelle aziende di Stato, la Breda di Sesto San Giovanni (Milano) invia 240 lettere di licenziamento.
4 ottobre: parlando a Redipuglia, il presidente del Consiglio Pella afferma: “Per Trieste, buona guardia. Nessuno deve dubitare della fermezza con cui il governo compirà il proprio dovere”. Lo stesso giorno, la polizia carica un corteo di giovani nazionalisti che risponde con fitte sassaiole e circonda la sede del Fronte dell’Indipendenza ed il Supercinema, requisito dagli angloamericani. La situazione si normalizzerà in serata.
5 novembre: Trieste, ripetuti e violenti scontri tra manifestanti e la polizia del Governo militare alleato dopo che il generale britannico John Winterton aveva vietato l’esposizione della bandiera italiana negli edifici pubblici. I disordini proseguiranno anche il giorno successive e alla fine si conteranno sei morti tra i dimostranti e più di 70 feriti.
In questa circostanza l’Organizzazione O è posta alle dirette dipendenze del V Corpo d’Armata per un eventuale impiego. Sono richiamati un certo numero di ufficiali e la mobilitazione, iniziata il 18 ottobre, durerà fino a metà dicembre.
Ugo Fabbri, fascista coinvolto in numerose inchieste riguardanti episodi di violenza in Friuli, parla di un carico di armi e munizioni che il governo Pella aveva inviato clandestinamente a Trieste. Le armi furono distribuite alla Divisione Gorizia (formazione riconducibile a Gladio che non risulterà nei documenti), Brigata Italia e Terzo corpo volontari della Libertà. Fa anche i nomi di Cesare Devetag (assessore socialista), Carlo Pedroni (difensore negli anni successivi di numerosi fascisti e di Avanguardia Nazionale in particolare), on. Zuccalli (PSDI), on. Mario Martina (DC), colonnello Prospero Dal Din (Osoppo), colonnello Olivieri (Osoppo). La notizia e riportata da Lotta Continua del 20 febbraio 1978. Copia di questa lettera sarà ritrovata nelle carte di Pecorelli, il quale aveva sottolineato alcuni passaggi che si riferivano alla struttura Stay Behind. L’organizzazione O “aveva ricevuto 31 mortai da 81, 23 mortai da 45, 204 mitragliatrici, 351 fucili mitragliatori,. 820 moschetti automatici, 3416 fucili, 371 fucili esteri”(prerelazione sull’operazione Gladio in Atti Commissione stragi). Gli elenchi dell‘organizzazione saranno distrutti nel 1973 dal colonnello Giuseppe Cismondi, capo zona di Gladio.
6 novembre: Roma, una manifestazione studentesca di protesta per i fatti di Trieste, con bandiere abbrunate per il lutto e al canto dell’inno di Mameli, viene caricata dalla polizia davanti al Consolato britannico. Bilancio, 7 giovani contusi e 47 fermati. Manifestazioni anche in altre città al grido di “fuori lo straniero” e brevi astensioni dal lavoro, mentre messaggi di solidarietà giungono ai triestini colpiti dalla repressione.
Milano, si apre il processo intentato da Ferruccio Parri contro i redattori del giornale Il Meridiano, Servello e Franzolin, per aver scritto che la liberazione di Parri era avvenuta d’intesa coi dirigenti fascisti. In favore di Parri deporranno il generale Cadorna, Edgardo Sogno, Luca Osteria, l’ex agente della polizia politica che interrogò Parri ed il nazista Rauff il quale affermerà che la sua liberazione di Parri era stata voluta direttamente dal generale Wolff in previsione dell’imminente sconfiutt. I due giornalisti saranno condannati.
9 novembre: Washington, il segretario di stato Foster Dulles respinge seccamente la richiesta del governo italiano di sostituire il generale inglese Winterton, comandante alleato della zona A, e rivendica agli Usa la corresponsabilità politica degli eccidi di Trieste, elogiando Winterton e le truppe per “l’ammirevole disciplina e il senso di misura della polizia di fronte ad un’estrema provocazione”. Dal governo italiano non arriva neppure una nota di protesta.
Milano, elementi di destra inscenano una manifestazione dinanzi alla tipografia Same dove si stampano il Corriere Lombardo, il Popolo, l’Avanti, l’Unità e altri giornali, forzando l’ingresso, spaccando vetrate e bruciando con un falò copie dei giornali.
13 novembre: Ankara, il presidente del Consiglio Pella, in visita ufficiale in Turchia, esalta la “democrazia turca” amica dell’Italia, mentre il regime di quel Paese sta processando 167 oppositori e la pena di morte è frequentemente applicata.
Il confidente “Aristo” inoltra alla direzione Affari riservati una nota sul conto di Tullio Abelli: “Abelli Tullio di Roberto ex tenente in spe, già ufficiale della X Mas ed ispettore regionale e segretario del Msi di Torino, ha svolto dopo la Liberazione, attività neofascista. Nel 1948 si recò in Argentina quale corrispondente del giornale “Ordine sociale” e per prendere contatto con le associazioni studentesche per gli scambi culturali. Nel marzo 1950, dopo essere stato nominato membro del comitato centrale del Msi, espatriò nuovamente. Esplicherebbe, all’estero, attività in favore del Msi”.
15 novembre: il maresciallo Tito propone il ritorno di Trieste all’Italia e la divisione della zona A su basi etniche. L’Italia accetta invece l’idea di una conferenza a cinque. Il 1° dicembre Pella incontra il ministro jugoslavo Gregoric: si arriva ad un accordo per il ritiro simultaneo dai confini delle truppe dei due paesi.
Roma, presentato al Senato il disegno di legge della maggioranza sulle locazioni urbane, destinato a colpire pesantemente le fasce più deboli con rivalutazioni dei canoni nel quadriennio entrante che potrebbero arrivare anche al 250%.
16 novembre: ridotte in appello le condanne per gli imputati dei fatti attribuiti alla Volante Rossa.
17 novembre: Roverbella (Mantova), arrestati 3 braccianti per essersi recati al lavoro sul fondo dell’agrario Portioli nonostante la disdetta ricevuta, che essi contestano perché avvenuta senza giusta causa.
18 novembre: Innsbruck, il governatore del Tirolo Alois Grauss interviene sulla questione Alto Adige: “il Tirolo meridionale è entrato a far parte di un altro complesso statale non in seguito alla libera volontà della popolazione, ma attraverso macchinazioni della politica mondiale. Due trattati di pace hanno violato i suoi diritti, in contrasto con i diritti naturali. Neppure gli impegni assunti con il trattato di Parigi vengono osservati. La politica di snazionalizzazione perseguita dal fascismo prosegue sistematicamente. E’ nostro desiderio mantenere nuovi rapporti con il nostro grande vicino meridionale. Ma, al di sopradi ciò, vi è il nostro dovere nazionale di assistere fedelmente i tirolesi del sud nella difesa dei loro diritti. Non dovrebbe essere valido anche per il Tirolo meridionale quanto il capo del governo italiano considera giusto per Trieste?(il plebiscito ndr.)”.
19 novembre: Firenze, sciopero generale di 24 ore in solidarietà con i lavoratori della Pignone che stanno occupando l’azienda. Il sindaco Giorgio La Pira si schiera a fianco dei lavoratori.
Sesto San Giovanni (Milano), al termine di uno sciopero contro i licenziamenti, l’industriale Bruno Falck attende gli operai all’ingresso della fabbrica circondato da un folto cordone di poliziotti per impedire l’ingresso agli scioperanti. La scena si ripete in altri stabilimenti del gruppo, dove gli operai trovano ad attenderli la polizia.
20 novembre: Vietnam, sei battaglioni francesi vengono paracadutati a Dien Bien Phu, ai confini con il Laos, dove costruiscono una base militare.
La Commissione parlamentare d’inchiesta sulla miseria in Italia, presieduta dall’on. Vigorelli, conclude i lavori raccolti in 14 volumi e presenta al Parlamento la sua relazione conclusiva. Fra i dati, risulta che il 18% delle famiglie italiane non consuma che saltuariamente zucchero, carne e vino, che il 22% vive in case fatiscenti e sovraffollate, mentre l’analfabetismo passa da uno standard nazionale del 4% a punte assai più elevate nel Sud, fino al 53% a Cagliari; che le malattie dei poveri, prevalente causa di anticipata mortalità sono la silicosi, la tbc e naturalmente, la denutrizione.
21 novembre: il fattore Guido Cenacchi, imputato per l’uccisione del bracciante Loredano Bizzarri, è assolto dal tribunale di Bologna. Condannati, invece, ad 1 mese di reclusione 24 braccianti che, insieme al compagno caduto, si erano trovati inermi di fronte all’arma del fattore, guardaspalle dell’agrario Lenzi.
24 novembre: Roma, acceso dibattito alla Camera sulla proposta di una nuova amnistia. Le opposizioni denunciano che la precedente (la cosiddetta “Amnistia Togliatti”) è stata applicata in modo discriminatorio, con estensioni oltre la lettera della legge a beneficio dei fascisti e di fatto disapplicata per i partigiani. Criticano il nuovo progetto per la mancata demarcazione fra reati politici e comuni dopo la scadenza indicata, mentre i clericali intervengono per invocare limitazioni all’indulto per i reati politici.
25 novembre: Milano, la Corte d’assise giudica cinque partigiani ritenuti responsabili dell’uccisione di Michele Soliveri, dirigente fascista della Marelli avvenuta il 5 maggio 1945: due sono assolti, gli altri tre condannati a 14 anni ciascuno, di cui nove condonati.
Dicembre: Roma, Roveda, Mariani e altri senatori presentano un testo di legge per la riorganizzazione delle industrie siderurgiche e meccaniche dell’IRI, della FIM e del demanio.
1 dicembre: nota informativa del Viminale su Gabriele Vigorelli “nato a Milano il 24 febbraio 1907, abitante in via Cirene n.11, ha precedenti per truffa e lesioni. Nel 1944 aderì al movimento partigiano e, fino alla cessazione delle ostilità, fece parte delle brigate Matteotti. Dopo la liberazione, cercò di creare il Movimento di resistenza partigiana (è il gruppo che fa capo ad Andreoni ndr) e, verso la fine del 1946 si portò, con gli aderenti, sulle montagne biellesi. Nel 1948 fu uno dei promotori della costituzione della Organizzazione generale del lavoro che ha fornito più volte gruppi di liberi lavoratori agricoli, in occasione di scioperi, in varie province, a richiesta delle associazioni agricoltori. Nel 1951 era direttore responsabile dell’agenzia Latina press-Crociata della verità che pubblicava, a Milano, un bollettino periodico mensile di informazioni e propaganda anticomunista, recante lo stesso titolo”.
Palermo, il deputato regionale, Mario Ovazza, denuncia in un intervento all’Assemblea regionale che l’Eras ha iniziato ad operare alcuni scorpori di terreni che amministra, cedendo le quote non ai contadini che ne hanno diritto, ma agli ex proprietari e ai campieri.
2 dicembre: il direttore del Servizio segreto della Germania federale Schultz arriva a Roma, dove incontra, tra gli l’altri, l’ex criminale nazista Karl Hass, agente in Italia del Cic (Counter Intelligence Corp) statunitense, del Sifar e della Divisione Affari Riservati del ministero dell’Interno. E’ a un funzionario della Divisione infatti che Hass riferisce i contenuti del colloquio avuto con Schultz. Lo stesso funzionario, Ulderico Caputo, incontra Schultz e gli comunica “che si sta determinando in Italia una situazione che desta preoccupazioni”. Infatti i Servizi politici e militari americani stanno creando nel territorio italiano una poderosa quinta colonna costituita nelle linee fondamentali da cittadini americani, civili in apparenza, che si stabiliscono in Italia con i più strani pretesti e creano delle reti, apparentemente anticomuniste, ma in realtà destinate ad impadronirsi dei gangli vitali dello Stato col pretesto di una pretesa carenza dei poteri dello Stato in occasione di una crisi che forse essi stessi provocheranno. Analoga situazione si sta determinando nella Germania Occidentale.
6 – 8 dicembre: Roma, primo (in realtà è il secondo, considerando quello di fondazione ndr) congresso confederale della Uil all’insegna dello slogan Pace, Libertà, Lavoro. Italo Viglianesi è eletto segretario generale. Il congresso approva la linea sindacale seguita dalla Uil, schierata “contro l’offensiva combinata della classe padronale e del comunismo”. Accanto a Viglianesi membri della segreteria confederale sono: Bacci, Cariglia, Corti, Raffo, Rossi, Sommovigo e Vanni.
La Corte d’assise di Ferrara condanna a pene varie, orinandone al contempo la scarcerazione per l’applicazione di condoni e per la natura politica dei fatti, 7 partigiani (Uriano Spadoni, Tinozzi, Dragoni, Spada, Maragliano, Mucchi, Cardellini ) accusati dell’esecuzione dei fascisti Toto, Contini e Tabacchi.
9 dicembre: il presidente del Consiglio e ministro degli esteri Giuseppe Pella scrive al ministro dell’interno Amintore Fanfani per chiedergli di fornire assistenza al Comitato di difesa Pace e Libertà: “A Paix et Libertè non è mancato il successo in Francia e sarebbe desiderabile che eguale successo ottenesse in Italia. Ti sarò perciò grato se vorrai esaminare la possibilità di rivolgere la tua attenzione a Pace e Libertà in Italia alla quale il ministero affari esteri già fornisce assistenza”.
In vista dello sciopero nazionale dei dipendenti pubblici, indetto dalla Cgil per ottenere aumenti salariali e il riconoscimento dei diritti sindacali, il ministro degli Interni invita i prefetti ad intervenire presso i sindaci e i presidenti delle amministrazioni provinciali per svolgere opera di dissuasione; quasi tutti i prefetti emanano per conseguenza circolari nelle quali si invitano i lavoratori a non aderire all’agitazione, ventilando – più o meno esplicitamente secondo i casi – rappresaglie. Particolarmente dure le circolari prefettizie di Mantova e Pavia, mentre a Como la circolare viene diffusa dai capufficio che invitano i dipendenti ad apporre la propria firma. Il ministro del Tesoro Gava lancia per radio un appello antisciopero.
Incriminati per omicidio 5 partigiani di Acquanegra (Cremona) che il 28 ottobre 1944 ridussero in fin di vita, mediante sprangate in testa, il fascista Attilio Signorini, morto due giorni dopo. L’amnistia non ha luogo, secondo la pubblica accusa, per l’efferatezza dell’omicidio. E’ stato incriminato per furto aggravato un altro giovane di Acquanegra, Severo Gabella, per essersi impossessato nel settembre 1944 di un moschetto appartenente alla Gnr di Mantova.
10 dicembre: in una lettera inviata dal segretario generale del ministero degli Esteri al ministro degli Interni Amintore Fanfani sull’attività di Pace e libertà, si legge che Paul David ha confidato che il programma massimo cui tende la Francia, rappresentata nel Consiglio atlantico da Bidault, “consiste nella riorganizzazione del Servizio informazioni della Nato, che sarebbe trasformato in un centro motore e coordinatore dell’azione anti Cominform sul piano internazionale”.
11 dicembre: Roma, il Consiglio dei ministri riunitosi in serata, contrasta i dati diffusi dalla Cgil sulla partecipazione allo sciopero e riconferma la volontà di prendere misure punitive verso gli scioperanti.
13 dicembre: Roma, un gruppo di fascisti aggredisce studenti di sinistra, ferendo seriamente Pierluigi Donini.
15 dicembre: CGIL e CISL proclamano lo sciopero generale dell’industria contro l’atteggiamento di netta chiusura della Confindustria sul conglobamento delle retribuzioni. In concomitanza con lo sciopero, il cotonificio Macchi di Gallarate annuncia laconicamente la serrata e, nella stessa località, viene denunciato l’industriale Bertolli per aver percosso e licenziato uno scioperante. A Cremona, vengono arrestati alcuni attivisti sindacali che diffondono volantini. Trasferimenti e licenziamenti di rappresaglia antisciopero si registrano alla Moto Guzzi di Lecco, alla Necchi di Pavia, alla Conciaria Cornelia di Valle Olona ed in altre località.
Cessa la mobilitazione dell’Organizzazione O sui confini orientali.
17 dicembre: il segretario democristiano De Gasperi prende le distanze da Pella definendo il suo “un governo amico”.
18 dicembre: Roma, approvata definitivamente l’amnistia per reati politici. La sinistra appoggia il provvedimento per permettere l’uscita dal carcere delle centinaia di persone coinvolte negli incidenti con la polizia durante le dimostrazioni e gli scontri degli anni precedenti. Ma escono dal carcere anche numerosi criminali fascisti tra i quali l’attentatore di Togliatti Antonio Pallante e Amerigo Dumini, l’assassino di Matteotti.
19 dicembre: Salvatore Marsetti, che si firma comandante dell’organizzazione Faia (Forze Autonome Irredentiste d’Azione) di Trieste, invia una relazione al presidente del Consiglio Giuseppe Pella. Enumera gli scopi dell’organizzazione, tra i quali: “Impedire lo sviluppo della quinta colonna jugoslava, difendere gli italiani da qualsiasi aggressione, far fronte ad una eventuale invasione da parte di elementi militari jugoslavi”, e chiede la fornitura di mezzi finanziari e militari. Tra questi ultimi elenca “200 mitragliatori leggeri, 40 mitragliatori pesanti, 100 pistole, 10 mortai, 5 radio portatili, 1000 bombe a mano”.
21 dicembre: Palermo, aperto un nuovo procedimento sulla morte di Salvatore Giuliano dopo la denuncia di un carabiniere già in forze al Cfrb (Centro forze repressione banditismo), il quale sostiene che il bandito venne soppresso quando già era stato reso inoffensivo, perché non svelasse i mandanti della strage di Portella della Ginestra. Interrogato il capitano Perenze, che aveva fornito alle autorità e alla stampa la versione della morte di Giuliano in seguito a conflitto a fuoco entro il cortile di De Maria a Castelvetrano.
23 dicembre: René Coty è il nuovo presidente della repubblica francese.
24 dicembre: Roma, il Consiglio dei ministri discute un provvedimento anti sciopero, riesumando un disegno legge a firma De Gasperi, affossato nella precedente legislatura.
Napoli, un quotidiano della sera pubblica un servizio, a firma di un giornalista americano, nel quale l’ammiraglio John H.Cassaday, comandante della VI Flotta, afferma di avere sulle sue navi bombe atomiche ed aerei capaci di sganciarle sino ad oltre 770 miglia dalla base di partenza.
25 dicembre: Cislago (Varese), profanata la tomba del partigiano Luigi Carnelli (Tito), assassinato dai fascisti nell’agosto 1945
Esce il primo numero de L’Illustrato, realizzato dall’Ufficio Stampa e Comunicazione Fiat e spedito a casa di tutti i dipendenti. Il nome è rubato al successo dei rotocalchi, quasi a voler far intendere che si tratti della semplice, ennesima finestra sul mondo a cui gli italiani sono ormai abituati, e di cui, alle soglie della ricchezza, subiscono decisamente il fascino
27 dicembre: si diffonde la voce che il ministro degli Interni, Amintore Fanfani, sia in possesso un memoriale sulla morte di Wilma Montesi, scritto da Annamaria Caglio, ex amante di Ugo Montagna
28 dicembre: l’Ambasciata americana a Roma, riferendosi alle trattative in corso per l’installazione di basi militari americane in Italia, informa Washington: “Taviani vorrebbe che prendessimo in considerazione l’accordo in 5 o 6 parti separate. In questo modo, dice, sarebbe possibile per il governo italiano mostrare alcune di quelle parti se qualcuno dovesse chiederle in visione senza però mostrare l’intero accordo”.
29 dicembre: il presidente del Consiglio Pella respinge l’invito della Cgil di revocare le punizioni inflitte ai dipendenti pubblici scioperanti, come propone un odg approvato dalla Camera dei deputati, e riconferma le sanzioni adottate
31 dicembre: saluto di fine anno del presidente della Repubblica, Luigi Einaudi: http://presidenti.quirinale.it/Einaudi/documenti/ein_disc_31dic_53.htm
Dicembre: secondo fonti sindacali, nei primi 9 mesi del 1953, gli infortuni denunciati nel settore industriale sono stati 528.354, in testa il settore edile seguito dall’industria mineraria, alimentare e metallurgica (v.a.31 dicembre 1949,50,51,52).
Giulio Pastore scrive al presidente del Consiglio, Amintore Fanfani, dopo che il ministro Malvestiti si era espresso a favore della creazione di un ministero delle Partecipazioni Statali, rilevando l’opportunità di una legge che crei l’industria a capitale pubblico con configurazione autonoma “nei confronti del settore dell’industria, e ciò anche sul piano sindacale”.
DURANTE L’ANNO
Rinnovato l’accordo sulle Commissioni Interne. Tra l’altro prevede che membri delle C I possono assentarsi dal loro posto di lavoro o dall’azienda con l’autorizzazione della Direzione; la messa a disposizione di un locale per riunirsi e bacheca comunicazioni e per l’affissione dei comunicati sindacali. La convocazione di assemblee dei lavoratori nello stabilimento può essere fatto con l’accordo con la direzione. I componenti delle C I non possono subire il licenziamento o il trasferimento per rappresaglia
Napoli, dai cantieri di Castellammare esce il batiscafo Trieste, con cui lo scienziato svizzero Auguste Picard conquista il primato di profondità (3.150 m) nelle acque di Ponza