Gennaio: le truppe nordcoreane e cinesi occupano Seoul. La Cina rigetta il piano di pace dell’ONU e viene dichiarato paese aggressore.
Costituitala prima società finanziaria legata alla mafia, l’ISEP (Istituto Sovvenzioni e Prestiti). Due anni più tardi entreranno nella società il capitano Di Carlo, protettore di Navarra e di Nino Sorci, grande collaboratore di Lucky Luciano. Nello stesso periodo Luciano e Lansky, amico di una vita e consigliori di origine ebrea, acquistano il primo istituto di credito: la Banque de Change et de Investiment di Ginevra.
Bologna, braccianti e mezzadri ottengono il rinnovo integrale di tutti i patti agrari. Per i braccianti restano aperte due vertenze: l’estensione alla categoria del nuovo meccanismo di scala mobile e la difesa dell’assistenza mutualistica extra che gli agrari vogliono eludere.
Reggio Emilia, dopo una serie di rinvii, riprendono le trattative per le Reggiane. La direzione propone il ritiro di 300 dei 2.200 licenziamenti annunciati, con la contropartita di una riduzione da 40 a 32 ore e l’istituzione di un corso di riqualificazione per 600 operai. Il sindacato rifiuta, riproponendo invece “dimissioni volontarie, apertura di un corso di riqualificazione per gli operai sospesi, ai quali sia assicurato però un trattamento economico non inferiore a quello precedente il corso e infine la riduzione dell’orario settimanale di lavoro, per i rimanenti dipendenti, a 32 ore lavorative con l’integrazione della Cassa speciale guadagni”.
Esce Aut Aut, “rivista bimestrale di filosofia e cultura”, creata e diretta da Enzo Paci. La rivista si segnala fin da subito per un dibattito anti accademico, diventando ben presto luogo centrale di apertura alla fenomenologia e al filone husserliano di discussione sulla crisi delle scienze europee. Negli anni ’60 si accentua l’interazione tra il pensiero fenomenologico e Marx, parallelamente al formarsi a Milano di un gruppo di fenomenologi raccolti attorno a Paci e di cui fanno parte Giairo Daghini, Giovanni Piana, Enrico Filippini, Guido Neri, Renato Rozzi. E’ frequentato anche da Lapo Berti, Pierluigi Gasparotto, Romano Alquati. All’interno dell’idea paciana di “unificazione e unità possibile dei campi del sapere”, Pier Aldo Rovatti (che ha diretto la rivista dopo la morte di Paci) rimarca che “la rivista a immagine di Paci è molto meno dibattito filosofico in senso stretto quanto sia possibilità di fare delle incursioni attraverso lo strumento critico della fenomenologia e della filosofia dentro dei campi che secondo lui avevano bisogno di essere attraversati dalla critica filosofica”. Alla fine degli anni ’60 si sviluppa un maggiore legame con il dibattito di movimento e ci sono forti intrecci con le varie declinazioni delle tematiche operaiste. “Aut Aut – sostiene Rovatti – si identifica con una posizione anti-istituzionale (l’istituzione può essere anche il partito)”. Va inoltre segnalato il respiro internazionale della rivista: si pensi alla collaborazione con Agnes Heller e al dibattito sulla sua teoria dei bisogni.
1° gennaio: nella zona dell’Arceo (Lecce) i contadini festeggiano il Capodanno sulle terre occupate. Il giorno 3 la polizia sgombererà i terreni con cariche, effettuando numerosi fermi e sequestrando coperte e biciclette.
Torino, il sostituto procuratore della repubblica Benedicti contesta in carcere il reato di strage e devastazione ai 3 operai arrestati per lo scoppio del 6 agosto precedente.
2 gennaio: Modena, mentre la città si prepara commemorare l’eccidio del 9 gennaio, le Fonderie riunite annunciano il licenziamento di 118 operai.
3 gennaio: Washington, il National security council approva la direttiva con la quale “su richiesta del governo italiano legale” gli Stati uniti autorizzano lo sbarco di proprie truppe “nelle regioni dell’Italia peninsulare controllate dal governo, per sostenere il governo legale nei suoi sforzi per restaurare il proprio controllo sul territorio italiano”. Vi è inoltre una parte ancora censurata, al punto 5, nella quale si può leggere: “Nel caso che i comunisti guadagnino la partecipazione nel governo italiano con mezzi legali e minaccino di ottenere il controllo del governo italiano, o nel caso che quel governo cessi di mostrare determinazione a opporsi alle minacce comuniste interne ed esterne, gli Usa dovrebbero iniziare misure (…) omissis (…), progettate per impedire la dominazione comunista e per ravvivare la determinazione italiana a opporsi al comunismo”.
4 gennaio: Bologna, straripa nuovamente il fiume Reno. Qualche mese prima, i contadini del ferrarese che si accingevano, per rivendicare lavoro e sicurezza, ad effettuare lavori di rafforzamento degli argini, erano stati arrestati e bastonati dalla polizia.
Violente alluvioni anche nel Fucino, in Trentino, nella Marsica, nel comasco ed in Sardegna. il governo, oltre a non aver provveduto ad alcuna opera di prevenzione, è praticamente assente anche nell’assistenza della popolazione .
4 – 5 gennaio: Bari, il Consiglio generale della CISL approva una memoria nella quale per la prima volta si parla di contrattazione aziendale. Ma la data esatta di nascita della contrattazione aziendale è il 24 febbraio 1953 quando Dionigi Coppo, introducendo i lavori del Consiglio generale riunito a Ladispoli (Roma), afferma tra l’altro: “Si è fissato un principio ispiratore che regge tutto il sistema, e cioè: le possibilità reali di miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro sono strettamente collegate alo sviluppo dell’efficienza e della redditività del sistema. Da cui discende: da una maggiore efficienza e redditività si può ottenere il miglioramento della posizione sociale dei lavoratori come gruppo in seno alla comunità nazionale, e la possibilità di aumentare la forza, la presenza, l’importanza del movimento sindacale”.
5 gennaio: Firenze, la “squadra 23” della divisione Affari riservati trasmette una nota sul conto dell’ufficio Rei del Sifar, diretto dal colonnello Renzo Rocca. Tra l’altro si accenna ad un Servizio informativo organizzato militarmente, su indicazione del Servizio americano e adibito alla difesa del sistema atlantico. Il centro di Firenze era affidato al capitano di fregata Max Ponzo. Il servizio, a cui si riferisce la nota, era quello diretto dal generale Giuseppe Piechè.
Reggio Emilia, la celere carica una manifestazione di operai delle Reggiane che protestavano contro il rinvio delle trattative.
8 gennaio: Roma, il governo propone un pacchetto di decreti, chiamati anche “decreti di guerra”, che prevedono una delega di poteri legislativi all’esecutivo in campo economico, e comportano fra l’altro il censimento delle materie prime di importanza strategica, modifiche al codice penale che introducono sanzioni contro il “sabotaggio”, stanziamenti straordinari per le forze armate.
9 gennaio: Modena, il Questore vieta ogni manifestazione in occasione del primo anniversario dell’eccidio delle Fonderie. La Camera del Lavoro indice uno sciopero generale di due ore il giorno 8 e di otto ore per il 9. Per le autorità la commemorazione avrebbe turbato “il normale andamento della vita cittadina”, essendo esclusivamente una iniziativa “a scopo di speculazione politica”. Intanto, mentre i lavoratori si preparano a ricordare i compagni caduti, la direzione annuncia il licenziamento di 118 operai. La manifestazione si svolgerà ugualmente con una grande partecipazione di popolo.
Anche a Reggio Emilia una grande manifestazione popolare, organizzata all’interno delle Reggiane, ricorda i caduti.
Modena, Conferenza di produzione alle Fonderie Riunite. Le maestranze rivendicano, in contrapposizione ai licenziamenti, strada scelta dalla direzione, il «totale ed integrale sfruttamento delle capacità potenziali degli impianti e dei fattori produttivi attraverso l’utilizzazione di tutte le macchine a formare disponibili (72) e la costruzione di altre 20 macchine del tipo già costruite nel reparto meccanico dell’azienda».Conferenze di produzione si tengono anche alla Corni, alla Rizzi, alla Martinelli, alla Fiat Grandi Motori, alla Accumulatori Maserati, alla Julli, con le maestranze impegnate nell’elaborazione di programmi produttivi aziendali per la difesa e lo sviluppo della produzione.
10 gennaio: Reggio Emilia, sciopero generale dalle sei alle 13 in appoggio ai lavoratori delle Reggiane. Abbassate le serrande dei negozi, tutta la città si ferma.
Genova e Savona, sciopero dei metalmeccanici, a sostegno degli operai della Piaggio in lotta da 20 giorni contro il supersfruttamento e gli abusi della direzione. Davanti al teatro Italia, gli operai che si stanno concentrando per partecipare ad un comizio, sono caricati improvvisamente dai carabinieri.
11 gennaio: il presidente della Camera Gronchi (Dc) attacca pesantemente i ministri Sforza e Pacciardi accusandoli di «isterismo bellicista» per le posizioni assunte sulla guerra di Corea.
Reggio Emilia, una delegazione di operai della torinese RIV visita i lavoratori delle Reggiane consegnando, in segno di solidarietà, i cuscinetti a sfera per la costruzione del trattore e 500.000 lire.
11 – 12 gennaio: Aversa (Caserta), centinaia di persone senza lavoro occupano le terre incolte dei latifondisti. I disoccupati organizzano protestano anche nel cagliaritano, nel Fucino e in Val Nestore.
12 gennaio: Carbonia (Cagliari), la polizia irrompe in un’assemblea sindacale, malmena gli operai presenti compiendo anche qualche arresto, fra cui il consigliere regionale Cocco e il sindacalista Puggioni.
13 gennaio: Reggio Emilia, nuovamente interrotte le trattative per le Reggiane. L’esecutivo della Camera del Lavoro decide nuove forme di lotta.
14 gennaio: Roma, in occasione della visita del generale Eisenhower in Italia, il consiglio nazionale della Dc approva all’unanimità un durissimo appello contro il “minacciato sabotaggio” della visita da parte dei comunisti, e di condanna del “tentativo sovvertitore degli emissari bolscevichi”. Il testo dell’appello è materialmente redatto da Guido Gonella, Umberto Tupini, Giuseppe Cappi, Giuseppe Bettiol e Giulio Pastore.
15 gennaio: Gaspare Pisciotta, interrogato per la prima volta, dichiara che Giuliano gli aveva riferito di aver ricevuto una lettera da Scelba a mezzo di un deputato di cui non fa il nome, per invitarlo a favorire la Democrazia cristiana “con la promessa di impunità per sé e per i suoi compagni”.
17 gennaio: arriva a Roma in visita ufficiale il generale Dwight D. Eisenhower accolto dall’ambasciatore Dunn e dal ministro Pacciardi. Secondo il quotidiano comunista L’Unità, quest’ultimo “si è inchinato così profondamente, che è sembrato volesse addirittura baciargli la mano”. Nel pomeriggio e in serata, la polizia si sguinzaglia per la città procedendo a fermi, arresti ed al sequestro dei giornali murali, nel tentativo di ostacolare le annunciate manifestazioni anti americane. In precedenza il generale aveva incontrato a Lisbona il dittatore portoghese Salazar.
Adrano (CT), la polizia apre il fuoco su una manifestazione di protestano contro la visita di Eisenhower, uccidendo Girolamo Rosano, bracciante di 19 anni iscritto alla Cisl e ferendo altre 11 persone fra i quali, gravissimo, Francesco Greco, di 16 anni. Una donna muore per attacco cardiaco, poco dopo la sparatoria. Secondo il quotidiano comunista l’Unità si sarebbe sparato anche dal balcone di tale Filadelfio Cancio, iscritto al Msi e dell’avvocato Danielo, già segretario del Fascio.
Reggio Emilia, assemblea all’interno delle Reggiane per protestare contro la venuta in Italia di Eisenhower. Ogni cinque minuti è fatto suonare lo scifolo “per tenere desta l’attenzione e la protesta, non solo degli operai, ma di tutta la cittadinanza”.
18 gennaio: Washington, il segretario di Stato statunitense Dean Acheson in un memorandum per il presidente Truman, suggerisce di prendere in considerazione la proposta del professor Norman Stamps della Rogers University secondo il quale, in vista della “possibilità che il Vaticano venga occupato dalle truppe comuniste, deve essere presa in seria considerazione la possibilità di invitare il Papa a venire negli Stati Uniti come governo in esilio”.
Roma, la Divisione Affari Riservati del ministero dell’Interno propone al capo della Polizia Giovanni D’Antoni, l’assunzione come informatore di Gaetano Orefice, detto Molotov, di Frattamaggiore (Na), operaio e dirigente della locale sezione del Pci. Orefice è così descritto: “E’ molto noto quale fervente comunista ed acceso attivista. In qualità di vicesegretario del Pci locale è continuamente in contatto con esponenti locali, provinciali e centrali del partito. Si dichiara uno scontento e sfruttato dal partito, disposto a mettersi a disposizione allo scopo di integrare le sue magre risorse”. La proposta sarà accolta.
Piana degli Albanesi (Pa), i manifestanti che protestano contro la visita del generale Eisenhower, sono caricati dai carabinieri con bombe lacrimogene. Il maresciallo dei carabinieri ordina il fuoco. Il bracciante Domenico Lo Greco, padre di 4 figli, colpito e portato in ospedale, morirà qualche ora dopo.
San Cipirrello (Pa), la polizia occupa il paese per impedire la manifestazione antiamericana.
Comacchio (Ferrara), una manifestazione di protesta contro Eisenhower, la Nato e per le precarie condizioni dei braccianti agricoli, è stroncata dalle forze di polizia con estrema violenza e l’uso delle armi. Nella carica è ucciso il bracciante Antonio Fantinuoli di 61 anni. I feriti sono alcune decine, fra cui due molto gravi.
Roma, fra i vari divieti emanati in occasione della visita di Eisenhower, la Questura vieta l’inaugurazione, presso la Galleria del Teatro delle arti, della mostra “L’arte contro la barbarie”.
Rosignano (Li), gli operai della Solvay in sciopero e numerosi cittadini manifestano contro la venuta in Italia di Eisenhower
18 – 20 gennaio: Reggio Emilia, durante il Congresso della Federazione Provinciale del PCI di Reggio Emilia, il segretario Valdo Magnani presenta un ordine del giorno con cui propone una linea di autonomia rispetto alla politica dell’URSS
19 gennaio: Reggio Emilia, sciopero generale di un’ora per protestare contro i nuovi eccidi di polizia.
20 gennaio: come reazione alle manifestazioni anti americane dei giorni precedenti, sono sospesi dalle rispettive Prefetture diversi sindaci che avevano favorito, o quanto meno non ostacolato, le dimostrazioni. Altre rappresaglie avvengono ai danni dei lavoratori della Manifattura Tabacchi, di ferrovieri a Porta a Prato e Pontassieve (Firenze) e in diverse altre località. A Roma, emerge in alcune scuole una sorta di rete informativa per individuare gli studenti che hanno attaccato manifestini. All’Oriani, è arrestata una studentessa di 16 anni.
Roma, arrestato Marco Turelia, senza fissa occupazione da anni e padre di 5 figli, perché sorpreso a pescare rane in una marrana per sfamare la famiglia.
Deferiti al Tribunale militare 2 obiettori di coscienza, l’anarchico Pietro Ferrera, condannato a 1 anno e 3 mesi dal Tribunale di Spezia, e Santi Elevoine, condannato dal Tribunale di Napoli. Sono difesi dal prof.Giuliano Vassalli.
21 gennaio: su un quotidiano romano appare la seguente inserzione: “Ente morale assume immediatamente segretario – segretaria se parente di importantissima personalità. Dettagliare casella postale 9 F-Sip Tritone (…)”. Il deputato democristiano Raffaele Terranova presenterà un’interpellanza al presidente del Consiglio e al ministro degli Interni per conoscere quale fosse “l’ente morale” in questione, senza ottenere risposta.
Roma, il segretario generale della FIOM, Giovanni Roveda, presenta al governo un promemoria con le richieste per le Reggiane, nel quale – dando per scontato comunque che non tutte le maestranze si sarebbero potute salvare dal licenziamento – si punta con forza alla salvaguardia delle condizioni finanziarie della liquidazione.
22 gennaio: Milano, la polizia varca in forze i cancelli della OM alla ricerca di un deposito di armi e munizioni che si troverebbe secondo le segnalazioni, nel sotterraneo. Sono effettivamente rinvenute alcune armi, avvolte in giornali di sinistra L’Unità parla di provocazione contro i lavoratori e di pretesto per le solite manovre antisindacali.
Muore in un incidente stradale, Ilio Barontini
Biografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Ilio_Barontini
21 febbraio 1949 l’Ilva di Portoferraio è occupata dai lavoratori. Nella foto Ilio Barontini parla agli operai, riportando la calma
(Fotografia da Sergio Polastri – Portoferraio. Memorie fotografiche 1940-1950, 1981)
Ilio Barontini. Un protagonista dell’antifascismo internazionale
http://www.toscananovecento.it/custom_type/ilio-barontini-protagonista-dellantifascismo-internazionale/
La morte di Ilio Barontini, il comandante Dario del CUMER
https://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna/1951/la_morte_di_ilio_barontini_il_comandante_dario_del_cumer
Paolo Rumiz: Etiopia. I guerrieri rasta e l’impero di latta
‟Sì… c’era un italiano che ci insegnava a sfottere i fascisti… in italiano”. A riparlarne gli vien da ridere, al veterano etiope in divisa kaki. ‟Lui stava col nostro esercito, Paolo si chiamava. Me lo ricordo perché c’era la taglia col suo nome”. Che faceva? ‟Ci mandava di notte sotto le mura dei fortini, a gridare a squarciagola”. Cosa urlavate? ‟Le vostre mogli se la spassano con i gerarchiiii!”. E poi? ‟Gridavamo in eritreo, agli ascari collaborazionisti: le vostre se le fanno gli italianiiii!”. Abboccavano? ‟In cinque minuti scoppiava il pandemonio. I fascisti aprivano le porte e uscivano per farci la pelle. Noi scappavamo come lepri in una gola tra i monti. E lì c’era l’imboscata”.
continua in
https://www.feltrinellieditore.it/news/2006/05/04/paolo-rumiz-etiopia–i-guerrieri-rasta-e-limpero-di-latta-6626/
23 gennaio: Reggio Emilia, una delegazione di operai della FIAT porta la propria solidarietà ai lavoratori delle Reggiane.
Napoli, sbarca Carmine Palazzolo, già componente della banda Giuliano, espulso dagli Usa e colpito da mandato di cattura per omicidio e rapine.
24 gennaio: Firenze, sciopero di solidarietà con i lavoratori della Richard Ginori, che occupano lo stabilimento dalla fine del novembre 1950 e sono stati evacuati dalla polizia. Anche lo sciopero è disturbato dalle forze di polizia che effettuano una violenta carica e procedono ad un arresto.
25 gennaio: la Federterra denuncia la Montecatini per truffa nei confronti dei contadini, per aver aumentato i prezzi dei fertilizzanti del 30%.
Reggio Emilia, una delegazione di operai delle Reggiane visita a La Spezia le maestranze della OTO e della Termomeccanica in lotta. Intanto sono riprese le trattative a Roma.
L’on. Valdo Magnani e il collega bolognese Aldo Cucchi presentano le proprie dimissioni dal PCI. Il partito le respinge ed espelle i due deputati.Sono rese note le dimissioni dal PCI dei deputati comunisti Aldo Cucchi (1911-1983) e Valdo Magnani. I due, che hanno criticato la subordinazione del partito all’Unione Sovietica, vengono espulsi e denunciati come “traditori”, assieme allo scrittore Ignazio Silone.
Il segretario Togliatti, di ritorno da un soggiorno in Russia, commenta la vicenda sul quotidiano “L’Unità” con parole sprezzanti: “Anche nella criniera di un nobile cavallo da corsa si possono sempre trovare due o tre pidocchi”. Sarà coniato il termine dispregiativo di “magnacucchi”.
Aldo Cucchi, eletto nel 1948 nella circoscrizione di Bologna con oltre 70.000 preferenze, è stato un protagonista della Resistenza, insignito della Medaglia d’oro, unica concessa a un partigiano vivente.
Nel 1950 ha ottenuto la cittadinanza onoraria di Bologna. Nel 1953 sarà tra i fondatori dell’Unione Socialista Indipendente (USI), per una via italiana al socialismo autonoma dai blocchi della Guerra Fredda.
Più tardi aderirà al PSDI di Saragat, tornando anche alla professione medica. Negli anni Settanta sarà coinvolto nelle vicende del cosiddetto “golpe bianco” di Edgardo Sogno e Randolfo Pacciardi
(da https://www.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna/1951/aldo_cucchi_espulso_dal_pci)
26 gennaio: Roma, con l’approvazione di alcuni decreti legge, aumentano i prezzi di beni di prima necessità quali olio, sapone, carne, frutta, lana e cotone. In commissione Difesa, i deputati governativi approvano la spesa di ulteriori 200 miliardi per il riarmo. L’on. Rapelli denuncia le pesanti conseguenze del decreto, datato 8 gennaio che prescrive la rilevazione obbligatoria delle scorte di materie prime considerate strategiche nei magazzini delle aziende, ciò che avrebbe messo in seria difficoltà le piccole aziende, privilegiando i monopoli. Viene altresì rinviata la discussione della legge che prevede il blocco temporaneo degli sfratti.
Torino, in lotta i lavoratori della Fiat. Sono in agitazione anche i lavoratori della IMM di Napoli, della Breda di Sesto San Giovanni (Milano), della Pirelli di Milano e della Piaggio di Pisa.
27 gennaio: Reggio Emilia, rientra la delegazione delle Reggiane che ha partecipato alla trattativa romana, conclusasi con un nuovo nulla di fatto. La direzione propone la riduzione dell’orario da 40 a 32 ore per i lavoratori non licenziati, un corso per 500 operai e il licenziamento per 1.400. La Camera del Lavoro convoca il Consiglio generale delle Leghe per discutere come continuare la vertenza. L’assemblea dei lavoratori delle Reggiane respinge la proposta della Direzione.
29 gennaio: una nota del Sifar (Servizio Informazioni Forze Armate) segnala il viaggio in Cecoslovacchia di Luigi Longo e Pietro Secchia, avanzando la seguente ipotesi: “Avrebbero partecipato a Praga a una riunione del Comitato militare centrale del Cominform, la quale sarebbe stata presieduta dal maresciallo Bulganin. Nel corso di tale riunione sarebbe stato esaminato il lavoro già svolto dalle organizzazioni paramilitari comuniste operanti in Occidente e formulato il programma dell’azione da svolgere nei prossimi mesi”.
Napoli, si apre in Corte d’assise il processo per l’omicidio del detenuto Lucio Volpe, ucciso a botte nel carcere di Poggioreale, e per maltrattamenti ai danni di altri prigionieri. Imputati sono il secondino Felice La Manna, incriminato per omicidio preterintenzionale in concorso con i secondini Rocco Pastore, Antonio Ruggiero, Gino Rosati, Antonio Ranieri e il detenuto Tobia Varriale. Fra i corpi di reato, vengono prodotti giubbetti di costrizione macchiati di sangue, un grosso bastone con tracce di pelle e sangue e la riproduzione di una cella nota come “cella imbottita”. Alcuni testimoni riferiscono che La Manna conduceva talora gli interrogatori, premendo col ginocchio sulle reni del malcapitato di turno, affinché le cinghie meglio stringessero il giubbetto; e che il prigioniero Galderisi rimase per 3 giorni, privo di cibo e di acqua, legato ad un letto di contenzione. Il perito riferisce che il corpo del Volpe riportava 24 ecchimosi.
Magnani e Cucchi, già espulsi dal Pci, lanciano un appello “ai compagni, ai partigiani, ai lavoratori”. Il Pci li bolla come “traditori”
30 gennaio: Reggio Emilia, all’interno delle Officine Reggiane muove i primi passi il trattore R60.
31 gennaio: Reggio Emilia, manifestazione popolare, alla sala ENAL, per festeggiare la nascita del trattore R60. La polizia circonda lo stabilimento per impedire che il trattore possa uscire all’esterno. Partecipano rappresentanti delle Camere del Lavoro di Milano, Genova, Torino, Bologna, Spezia, Savona, Firenze, Modena, Parma. A nome della CGIL interviene Vittorio Foa.
Francoforte, per ordine del Commissario americano in Germania, è rimesso in libertà l’industriale nazista Krupp e gli sono restituite le proprietà.
Gennaio: nasce l’organizzazione CATENA composta da ex SS e fondata da Skorzeny, Dollmann e Degrelle. Ha la sede centrale a Madrid dove, tra l’altro si trova una delle sedi principali della consociata ODESSA. Gruppi collegati operano in Egitto, Svezia, Marocco, Italia e Argentina.
Febbraio: Bologna, la Calzoni annuncia la smobilitazione del reparto fonderia e il conseguente licenziamento di 230 operai. Il 17 febbraio i 230 decidono di occupare la mensa aziendale e di non uscire fino al ritiro dei licenziamenti. Il 14 marzo rientrano, accompagnati dagli altri operai, in fonderia manifestando così la volontà di riprendere il loro posto. Due giorni dopo scioperano per due ore in segno di solidarietà tutti gli operai metallurgici del bolognese. Il 20 marzo i licenziati iniziano le fusioni, nel reparto occupato, dedicando la prima colata alla lotta per la pace. Dopo 4 mesi di lotta e sacrifici si giunge ad un accordo: il reparto non viene chiuso, 90 operai sono riassorbiti mentre i licenziati avranno un sussidio di 225 lire al giorno per sei mesi e il lavoro eseguito durante l’occupazione sarà pagato.
Forlì, conferenza provinciale d’organizzazione della Federmezzadri.
1° febbraio: Piombino, la Cgil proclama uno sciopero di protesta contro il clima repressivo instaurato in fabbrica dopo la visita dell’ammiraglio Dayton e la sospensione del sindaco Villani, il quale annuncia di ricorrere al Consiglio di Stato per impugnare il provvedimento sospensivo.
L’Ina annuncia che occorreranno almeno quattro anni per l’assegnazione degli alloggi agli sfollati, dovendo esaminare 120.000 domande.
Disastrose piene dell’Arno, del Tevere e del Reno che, straripando, allagano decine di migliaia di ettari. Nonostante le piene verificatesi negli anni addietro, sono mancati del tutto i necessari lavori di rafforzamento degli argini e sistemazione del territorio.
Roma, 80 parlamentari democristiani fra cui i senatori Paratore, Jannaccone, Castelnuovo e Frassati si oppongono ai decreti varati nei giorni precedenti e parlano di “dittatura economica”.
2 febbraio: Bologna, arrestato il segretario della Federazione giovanile comunista, Nello Adelmi con l’accusa di vilipendio, per frasi pronunciate durante un comizio contro la guerra in Corea tenuto a Minerbio. Adelmi è deferito al Tribunale militare. Allo stesso Tribunale sono deferiti anche Antonio Natoli, responsabile del settimanale forlivese La Lotta e il senatore Montagnani, autore di un articolo sullo stesso periodico.
Pontedera (Pi), ucciso in un agguato da uomini mascherati il pievano, don Ugo Bardotti. Le indagini, dirette dal maresciallo Cau, si orientano verso gli ambienti di sinistra.
3 febbraio: Reggio Emilia, in molte località della provincia si tengono assemblee popolari per discutere della situazione delle Reggiane.
4 febbraio: Porto Tolle (Ro), manifestazione popolare per il Delta Padano. Interviene Giuseppe Di Vittorio.
5 febbraio: Roma, vietata per la seconda volta l’inaugurazione della “Mostra contro la barbarie”. La Celere presidia la Casa della cultura.
Villa Cella (Reggio Emilia), trovate armi e munizioni nella canonica. Arrestato il parroco don Luca Pallai, fratello del sindaco democristiano di Collagna.
6 febbraio: Gonzaga (Mantova), denunciato dai carabinieri l’ex comandante partigiano Giovanni Pesce per aver “compiuto atti ostili tali da turbare le relazioni con un governo estero”. In una conferenza aveva criticato il presidente americano Eisenhower. Sarà assolto nel giugno 1955.
Palermo, arrestato l’avvocato De Maria, nel cui cortile venne trovato il cadavere di Salvatore Giuliano. Il generale Luca è convocato d’urgenza a Palermo e interrogato dai magistrati che conducono le indagini.
8 febbraio: Tunisia, manifestazioni indipendentiste. La Francia è costretta a concedere maggiore autonomia al proprio protettorato.
Verona, si apre il processo contro 18 giovani, in maggioranza ex partigiani, accusati di aver fatto parte della Volante Rossa.
9 febbraio: Palermo, graziato dopo aver scontato 9 anni di carcere Filippo Patti, un disoccupato che aveva preso un pezzo di legno da ardere tra le macerie di una casa. Arrestato nel 1942 e giudicato secondo le leggi di guerra, Patti era stato condannato a 24 anni di reclusione.
10 febbraio: i dissidenti comunisti Cucchi e Magnani comunicano l’intenzione di costituire un “Comitato d’azione per l’unità e l’indipendenza del movimento operaio in Italia”. Alla fine di marzo verrà pubblicato il manifesto – programma del Comitato d’azione per l’unità e l’indipendenza del movimento operaio
11 febbraio: Pegognaga (Mantova), arrestato il segretario della locale Camera del lavoro, Enzo Goroni di 32 anni e deferito al Tribunale militare per un comizio contro la visita di Eisenhower a circa un mese dal fatto.
12 febbraio: Santa Margherita Ligure (Ge), l’Italia, durante i lavori della conferenza italo-francese, assicura il proprio appoggio al Piano Pleven, che prevede la costituzione della CED (Comunità europea di difesa).
Arezzo, la polizia carica una manifestazione antifascista convocata per protestare contro il comizio del segretario missino Augusto De Marsanich.
Reggio Emilia, sciopero generale dopo il nuovo stop alle trattative per le Reggiane. In piazza della Libertà parla il segretario confederale Bitossi. Nel pomeriggio, nuovamente, si scatena la violenza della polizia contro i lavoratori.
14 febbraio: in un’intervista al quotidiano londinese Daily Express, il ministro Pacciardi conferma l’utilizzo da parte del governo italiano, nella polizia e nell’esercito, di elementi dell’Ovra e del Sim. “Per fare un esempio – afferma il ministro – ho qui, col grado di maggiore nel servizio segreto dell’Esercito, proprio la persona che tentò di accalappiarmi dopo che ero passato in Svizzera, sfuggendo a Mussolini. Questa persona confezionò una bomba e la mise nella mia valigia. Poi, mi denunciò alla polizia svizzera. Quando sono diventato ministro, l’uomo ha pensato che lo avrei silurato o anche peggio. Ma io gli ho detti ‘rimani pure amico mio, nel tuo lavoro sei un asso ed avremo bisogno di te’. Quanto avevo ragione!” Il corrispondente, Delmer, aggiunge: “Pacciardi mi ha assicurato che gli agenti sotterranei sovietici sono ben individuati e che esiste una cellula comunista ad ogni piano. Ma noi li conosciamo e li sorvegliamo”.
Lucca, termina con assoluzioni per insufficienza di prove e alcune condanne a lievi pene per omicidio colposo, ulteriormente scontate dal condono, il processo a carico di 22 agenti imputati dell’omicidio di 5 detenuti nel carcere di Pianosa avvenuto nel settembre del 1943.
Reggio Emilia, protesta silenziosa per le vie della città degli operai delle Reggiane.
15 febbraio: Reggio Emilia, gruppi di lavoratori delle Reggiane raggiungono in bicicletta i paesi della provincia per sensibilizzare la popolazione sulla lotta in corso. La celere interviene contro alcuni gruppi, un lavoratore è ricoverato in ospedale, tre sono fermati. Distrutte deliberatamente le biciclette dei lavoratori.
Modena, il segretario della Camera del Lavoro, Arturo Galavotti, lancia un segnale d’allarme: “la politica del governo – afferma – quella di far pagare alle masse il riarmo, avviene in un momento in cui la depressione economica, già grave nel nostro Paese, aveva operato un abbassamento dei salari medi (…) Da una statistica presentata dalla Edison, una famiglia tipo di lavoratori dell’industria, per condurre un tenore di vita normale, necessita di uno stipendio di 13.000 settimanali, mentre in realtà (…) percepisce una media di 27.000 mensili, e nella nostra provincia è appena di 22.000 mensili. L’aumento dei prezzi intacca quindi seriamente il potere d’acquisto del salario”.
Reggio Emilia, la Celere carica un gruppo di lavoratori, nel corso di una mobilitazione anti americana. Vengono anche denunciati i segretari della Camera del lavoro e sospeso il sindaco, Cesare Campioli, per non aver preso provvedimenti contro i dipendenti comunali che avevano scioperato.
16 marzo: New York, messo al bando il film Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, accusato di “glorificare il furto”.
Reggio Emilia, il Prefetto sospende, per due mesi, il sindaco Campioli per non aver preso provvedimenti nei confronti dei dipendenti comunali che hanno scioperato in occasione della visita in Italia di Eisenhover. La Camera del lavoro indice uno sciopero generale di protesta dei lavoratori dell’industria, che si fermano dalle 10,45 alle 11.
17 febbraio: Roma, convegno straordinario delle federazioni di categoria, dell’industria, delle Camere del lavoro e delle commissioni interne CGIL sulle vertenze delle Reggiane, Oto Melara, Termomeccanica, SNOS di Sivigliano, ILVA di Bolzaneto, IMM di Napoli. Si tratta dei casi più gravi di industrie minacciate di smantellamento, mentre in tutta Italia proseguono le lotte per impedire licenziamenti e liquidazioni di aziende.
18 febbraio: Sicilia, scendono in agitazione gli zolfatari, chiedendo limiti allo sfruttamento e sicurezza sul lavoro.
20 febbraio: l’Italia entra nel Consiglio dell’ONU per le Amministrazioni fiduciarie, senza diritto di voto.
Mosca, Palmiro Togliatti rifiuta la presidenza del Cominform e rientra, dopo due mesi di permanenza a Mosca, in Italia.
21 febbraio: Rovigo, la polizia sloggia una famiglia sfrattata che si era accampata sotto i portici e i cittadini che si erano avvicinati per manifestare loro solidarietà.
Roma, riprendono le trattative per le Reggiane. Intanto, in città, continuano le proteste per la sospensione del sindaco Campioli.
23 febbraio: Reggio Emilia, la Direzione delle reggiane impone alla Società Emiliana la sospensione dell’erogazione dell’energia elettrica in fabbrica, per impedire che continui la produzione del trattore R60. CGIL e FIOM chiedono l’intervento di De Gasperi, mentre le trattative romane segnano un altro nulla di fatto.
25 febbraio: l’agenzia di stampa United Press, rivela che “gli Stati Uniti stanno esercitando una nuova pressione sull’Italia affinché si riarmi molto rapidamente. Per accelerare il compito, la nazione americana progetta di fornire all’Italia, entro l’anno in corso, quantitativi di armi per un valore di 100 milioni di dollari, nonché consigli sulla strategia da seguire. L’Italia dal canto suo progetta di spendere 400 milioni di dollari (280 miliardi circa di lire) per il suo programma di riarmo. Il contributo americano verrà solo a condizione che l’Italia impieghi effettivamente per il riarmo la cifra di 400 milioni di dollari (…) La nazione italiana – prosegue la nota – è, fra le nazioni del Patto Atlantico, quella che ha più potenziale umano disponibile. L’Italia ha circa 1 milione e 800 mila disoccupati. Questi potrebbero lavorare nelle fabbriche per incrementare la difesa e potrebbero arruolarsi nelle forze armate (…)”.
Guastalla (RE), “Assise contro la miseria dei contadini, braccianti ed esercenti”. Gli organizzatori rilevano la necessità di un collegamento tra lotte per la difesa dell’occupazione, lotta per il lavoro nelle campagne e battaglia per la Pace in Parlamento. Scrive Il lavoratore dei campi: “mentre nella Bassa Reggiana braccianti stremati dalla fame a causa dello stato di continua disoccupazione, si preparano, assieme a tutti gli altri lavoratori colpiti dalla crisi determinata dalla involuzione governativa, a partecipare alla assise della Bassa Reggiana per indicare ancora una volta la via della salvezza nazionale nel lavoro e nella pace, a Roma, si discute intorno allo stanziamento di altri 250 miliardi per la preparazione della guerra. In Parlamento i rappresentanti dei lavoratori si battono a fondo per impedire un simile stanziamento che porterà il Paese alla catastrofe”. L’assemblea chiede investimenti per la costruzione di canali primali o poderali, il completamento e il potenziamento di opere già intraprese; la democratizzazione dei Consorzi di Bonifica e la “riforma agraria intesa come limitazione della proprietà fondiaria e modificazione dei contratti agrari”.
25 febbraio: Mantova, arrestato Bruno Pasqualini che, in un intervento pubblico, aveva esortato i giovani a lottare contro il riarmo.
27 febbraio: Reggio Emilia, nuove cariche della polizia contro i lavoratori delle Reggiane. Intanto gli azionisti annunciano la messa in liquidazione della società se, entro un mese, non saranno accettati i 2.000 licenziamenti proposti dall’azienda.
28 febbraio: Scandiano (Re), i carabinieri arrestano due operai delle Reggiane durante un comizio volante per informare la popolazione sull’andamento della vertenza.
Reggio Emilia, dopo 60 giorni di lotta, firmato l’accordo al calzificio Marconi sono accettati 37 licenziamenti su 58 occupati.
Milano, annunciata la chiusura della Ducati e della Sertum.
Marzo: il generale di brigata Umberto Broccoli nuovo capo del Sifar.
Bologna, la Camera del Lavoro, sentito il Consiglio generale delle Leghe, decide di presentarsi con programma e candidati propri nelle liste del PSI e del PCI alle prossime elezioni amministrative.
Durante la campagna elettorale si chiude vittoriosamente la vertenza sulla scala mobile ed è pure siglato un accordo provinciale sull’assistenza.
1° marzo: manifestazioni contro la disoccupazione nel Delta Padano, nell’Agro Pontino e nel barese, con forme di sciopero alla rovescia, cioè l’inizio di lavori socialmente utili, di cui viene poi chiesta la remunerazione.
2 marzo: Reggio Emilia, la polizia arresta 22 lavoratori delle Reggiane durante le quotidiane manifestazioni di propaganda in città e in provincia. Intanto prosegue la gara di solidarietà: la FIOM di Torino ha raccolto 2.000.000 tra i propri iscritti a favore dei lavoratori delle Reggiane.
4 marzo: Marzabotto (BO), convegno internazionale per protestare contro il riarmo della Germania.
5 marzo: Scandiano (Re), i carabinieri fermano cinque lavoratori delle Reggiane durante la quotidiana opera d’informazione svolta da squadre di operai. I carabinieri intervengono anche a Castelnuovo.
Roccagorga (Latina), polizia e carabinieri caricano i disoccupati intenti ad uno sciopero alla rovescia consistente nella manutenzione di una strada, e fermano 34 persone. Scioperi alla rovescia sono in corso in questi giorni anche a Cerignola,Volterra (Pisa), Pietrabuona(Pistoia), nel quartiere di Primavalle a Roma, Priverno, Pesaro, in provincia dell’Aquila. Nel catanzarese, gruppi di disoccupati organizzano una marcia della fame; altre centinaia di persone manifestano a Benevento e nel salernitano.
7 marzo – 16 maggio: Roma, il Parlamento approva la legge sul riarmo e sulle relative spese. L’Italia ottiene così, di fatto, la possibilità di aggirare gli accordi di pace. In un documento del NSC, datato 29 dicembre 1950 e rintracciato da Nico Perrone negli archivi Truman, si introduce per l’Italia un principio innovativo per lo status di nazione sconfitta: ”quello che essa, nell’interesse della sicurezza degli Stati Uniti e dei paesi NATO, possa derogare alle limitazioni del proprio riarmo”.
Il riarmo dell’Italia avviene ovviamente all’insaputa dell’URSS, altra controparte dell’Italia negli accordi di pace.
7 marzo: Palermo, per fermare lo sciopero degli zolfatari, i padroni minacciano di allagare le miniere.
Reggio Emilia, una delegazione di operai delle Reggiane, accompagnata da funzionari della Camera del Lavoro, protesta con il Prefetto per il prolungarsi della vertenza e per la brutalità usata dalle forze dell’ordine contro i lavoratori.
Delegazioni di lavoratori della FIAT e della provincia di Ravenna portano la loro solidarietà alle Reggiane.
8 marzo: su “designazione ufficiosa” del generale Eisenhower, il governo italiano nomina il generale Maurizio Lazzaro de Castiglioni, già a capo del V Comiliter, comandante delle forze terrestri alleate del Sud Europa (Ft Ase Land South).
Reggio Emilia, delegazioni di donne visitano le Reggiane. Intanto, in fabbrica, si discute dell’abbassamento progressivo del livello di partecipazione.
9 marzo: Roma, durante il duro scontro parlamentare sui decreti economici, le sinistre denunciano che parte dei fondi, già stanziati per opere di bonifica nel Mezzogiorno, sono stati destinati invece per il piano di riarmo.
Reggio Emilia, si riuniscono le Camere del Lavoro della provincia per discutere l’eventuale allargamento della lotta in difesa del posto di lavoro. Colonne di lavoratori in bicicletta fanno opera di propaganda in città. L’iniziativa prosegue anche nei giorni successivi.
10 marzo: Sulcis (Ca), i minatori scendono in agitazione contro le continue riduzioni di personale e la insopportabilità dei carichi di lavoro e delle condizioni di sicurezza.
11 marzo: Bologna, si riuniscono le segreterie della FIOM delle principali città, per decidere come allargare e con quali forme, il fonte di lotta a difesa del posto di lavoro.
12 marzo: Roma, la Legione Nera ricomincia l’operazione “Bel tempo”: Clemente Graziani piazza una bomba su una finestra del ministero degli Esteri; Franco Dragoni lancia una bomba oltre il muro dell’ambasciata statunitense; Fausto Gianfranceschi colloca un ordigno nei pressi della sede della delegazione jugoslava. Il 10 aprile una bomba è fatta esplodere sul cornicione di un palazzo di via De Petris, a una decina di metri dal Viminale. Il giorno 18 un ordigno composto da un chilo e mezzo di tritolo viene piazzato a breve distanza dall’abitazione del ministro Scelba: la miccia si spegne dopo essere bruciata per nove metri. La notte del 25 aprile serie di attentati contemporanei contro le sedi dell’ANPI di Milano, Roma e Brescia e al carcere giudiziario di Arezzo.
13 marzo: Forlì, ignoti devastano una sezione del Pci.
14 marzo: Roma, trovata una bomba inesplosa nella sede della Legazione jugoslava.
15 marzo: Reggio Emilia, gli operai delle Reggiane manifestano contro la situazione di stallo, e i nuovi rinvii, in cui si trova la trattativa. Al momento del rientro in fabbrica la polizia carica le colonne di lavoratori.
Il periodico di destra Il Pensiero Nazionale pubblica un articolo nel quale afferma che la rivista Il Nazionale, diretta da Ezio Maria Gray, sarebbe finanziata dagli Scalera e dal principe Pignatelli; il Merlo Giallo sarebbe, a sua volta, passato da un’opera di sostegno alla Dc a quella di appoggio all’intesa fra il Msi, il partito monarchico e una parte dei liberali, dietro impulso e soldi del conte Marzotto.
16 marzo: Roma, la fonte “Agamennone” del Sifar riferisce che il maggiore delle Ss Karl Hass, alias Rodolfo Giustini, abitante a Velletri, gli ha proposto di lavorare per i servizi segreti britannici e americani.
Reggio Emilia, sciopero per la salvezza delle industrie e per la difesa del posto di lavoro. Gli operai della Lombardini si uniscono a quelli delle Reggiane nelle colonne mute che girano per la città. A Novellara le colonne sono caricate brutalmente dai carabinieri: due operai feriti e molti contusi.
In 10 province, scendono in sciopero i metallurgici per la salvezza delle industrie e contro i licenziamenti. I tagli annunciati riguardano fra l’altro la Sertum di Milano, l’Oto Melara e la Termomeccanica di Spezia, Snos di Savigliano, Imm di Napoli e l’Ilva di Bolzaneto, dove gli operai effettuano la protesta accendendo il forno Martin-Siemens per una colata della pace.
Napoli, l’esplosione di una petroliera nel porto uccide 7 persone e provoca il ferimento di altre 50.
17 marzo: Roma, assemblea nazionale delle Commissioni Interne, indetta dalla CGIL, per discutere della lotta a difesa delle fabbriche minacciate di smobilitazione e contro i licenziamenti.
Bari, termina il processo a carico di alcuni affiliati alla banda Giuliano, giudicati colpevoli di banda armata, dell’omicidio del commerciante Lupo e del tentato omicidio del professor Orestano a scopo di estorsione. Fra gli altri, sono condannati Giuseppe Badalamenti a 30 anni di reclusione, Giovanni Spica a 11, Gioacchino Messala a 9 anni e 6 mesi, Natale Pileri a 22 anni, Francesco Barone a 21; Mariannina Giuliano, sorella del bandito e Caterina Pizzurro sono condannate a 3 anni e 6 mesi.
Modena, comincia il processo per i fatti accaduti nel cosiddetto “triangolo della morte”, il cui grande accusatore è il maresciallo dei carabinieri, Cau. L’avvocato della difesa Cavallari fa mettere agli atti che il tenente Nilo Rizzo, comandante della tenenza carabinieri di Castelfranco Emilia negli anni ’48-’50 e alle cui dipendenze era il Cau, riferì più volte ai superiori sui metodi violenti usati dal Cau nei confronti dei fermati. Tre imputati, i fratelli Fiorini e Cotti, confermano di avere subito sevizie da parte del Cau. In particolare, il Cotti sostiene che il maresciallo, mentre lo percuoteva con un bastone, brandiva con l’altra mano un crocefisso, minacciandolo di farlo finire in una fossa.
19 marzo: Cassano allo Ionio (Cosenza), arrestato il segretario della Camera del Lavoro, Frasca, che aveva tenuto un comizio a favore della pace. Sarà condannato dal Tribunale militare di Napoli ad un anno e nove mesi di reclusione.
20 marzo: Gallipoli (Lecce), la polizia carica gruppi di disoccupati che manifestano per il lavoro. Per protesta, è proclamato uno sciopero simbolico di 15 minuti. Il giorno 23 un’altra manifestazione di disoccupati sarà caricata dalla polizia.
21 marzo: sciopero nazionale dell’industria di mezz’ora in appoggio ai lavoratori delle aziende in via di smobilitazione e a difesa del posto di lavoro.
La Spezia, il Tribunale militare assolve un giovane “partigiano della pace”, Vittorio Cavallini dalla imputazione di “istigazione di militari a disobbedire alle leggi”. Processi analoghi si stanno svolgendo a Padova e Bologna. In provincia di Gorizia, i carabinieri hanno arrestato con le stesse accuse, Lionello Cucut e Giuseppe Visentin, mentre è stato deferito al Tribunale militare di Napoli Salvatore Frasca, socialista, segretario della Camera del lavoro di Cassano Jonio (Cosenza).
Reggio Emilia, in questi giorni delegazioni di lavoratori delle Reggiane si recano in varie città (Como, Pistoia, Lecco, Grosseto, Genova, ecc.) per propagandare la lotta in corso.
23 marzo: Roma, il raggruppamento dei Centri Cs riferisce che l’agente americano Joseph Luongo ha soggiornato brevemente nella capitale incontrandosi con il maggiore tedesco Karl Hass e con funzionari del ministero degli Interni. Si apprenderà successivamente che i funzionari erano Gesualdo Barletta e Ulderico Caputo.
Gallipoli (Le), la polizia carica violentemente una manifestazione per il lavoro.
24 marzo: Genova, all’ILVA di Bolzaneto, in lotta da nove mesi contro il rischio di smobilitazione, gli operai effettuano la “colata della Pace”. Alla manifestazione partecipano delegazioni di altre fabbriche in lotta per la difesa del posto di lavoro, i vertici della FIOM, il sindaco di Genova Adiamoli e tantissimi cittadini.
25 marzo: Reggio Emilia, Pasqua in fabbrica per i lavoratori delle Reggiane. Intervengono il sindaco Campioli e il segretario generale della FIOM Giovanni Roveda e molti cittadini.
L’Ilva annuncia 4.250 licenziamenti nel gruppo.
28 marzo: Corea, dopo aver riconquistato Seoul, le truppe americane stabilizzano il fronte lungo il 38° parallelo.
Ancona, serrata ai Cantieri Navali.
28 – 30 marzo: Bologna, si svolgono tre convegni della cooperazione di categoria (consumo, produzione e lavoro, agricole) per esaminare la posizione dei cooperatori alle prossime elezioni amministrative.
29 marzo: Reggio Emilia, alla notizia che il Consiglio d’amministrazione delle Reggiane ha confermato la richiesta di 2.200 licenziamenti, colonne mute di lavoratori escono dalla fabbrica e portano la loro protesta per le strade della città. Il giorno successivo le colonne si recano a Cavriago e Scandiano, dove sono sciolte dai carabinieri.
29 marzo: nella piana del Fucino, disoccupati e lavoratori precari scendono in lotta per ottenere l’esproprio dei terreni incolti dei principi Torlonia.
30 marzo: Chieti, solleva numerose polemiche la condanna a 8 mesi della deputata comunista Laura Diaz. Era accusata di “oltraggio al capo di uno stato estero”, per una frase contro il Papa pronunciata in un comizio durante la campagna elettorale del 1948. Era stata denunciata dalle organizzazioni cattoliche di Ortona..
Orbetello, la polizia arresta trenta disoccupati durante una manifestazione per il lavoro.
31 marzo – 1° aprile: Modena, Congresso provinciale dei Consigli di gestione impegnati contro i tentativi di smobilitazione dell’industria modenese, contro il cosiddetto “ridimensionamento” e il “soffocamento politico-economico derivante dall’azione dei grandi monopoli”.
Reggio Emilia, conferenza provinciale giovanile dei lavoratori metallurgici, indetta dalla FIOM.
Marzo, in Sardegna, Abruzzo e Toscana, avvengono occupazioni di terre incolte e scioperi alla rovescia. Nel grossetano, la parola d’ordine dei dimostranti è “concimi, non esplosivi”. Anche in altre località i lavoratori e i disoccupati chiedono una “produzione di pace”.
Aprile: Palestina, scoppiano gravi incidenti lungo la frontiera tra Israele e Siria.
Comincia il sacco di Palermo. Sono ditte legate alla mafia ad aggiudicarsi i primi appalti per la ricostruzione della città. Il sindaco Gaspare Cusenza – senatore DC, rettore dell’università, presidente della Cassa di Risparmio e suocero di Gioia – assegna per 125 milioni all’ex carrettiere Francesco Vassallo l’incarico di costruire le rete fognaria in due borgate.
Convegno nazionale della FIOM contro il supersfruttamento. L’obiettivo politico è quello di contrastare l’aumento dello sfruttamento avvenuto attraverso la crescita della produttività, mentre i salari restano legati a cottimi e premi di produzione collettivi. E’ introdotta l’idea del salario legato alla qualità professionale e alle ore lavorative, non alla quantità, ma alla qualità della merce prodotta. Sono inoltre analizzate le diverse forme di evasione contrattuale e di sfruttamento, tra cui l’aumento dei ritmi produttivi e l’allungamento della giornata lavorativa. Il convegno individua dieci punti di lotta contro il supersfruttamento. I primi due riguardano la struttura del salario, gli altri le evasioni contrattuali e le altre forme di sfruttamento, individuando infine le Conferenze di produzione come lo strumento d’iniziativa nelle fabbriche.
Centinaia di contadini occupano terre incolte in provincia di Nuoro. Analoghe occupazioni avvengono nella Sila.
1° aprile: Genova, termina la lotta all’ILVA di Bolzaneto con la chiusura della fabbrica e il riassorbimento delle maestranze in altre aziende.
Reggio Emilia, si riunisce il Consiglio provinciale delle Leghe per definire il proprio impegno nelle prossime elezioni amministrative.
2 aprile: Ascoli Piceno, la polizia sgombera gli stabilimenti Molini e Pastifici dagli operai che li occupavano per impedire la chiusura di due reparti.
3 aprile: Porto San Giorgio, nell’ascolano, la polizia carica una manifestazione operaia.
3 – 8 aprile: Roma, si svolge al teatro Adriano il 7° congresso del Pci. Riaffermata la fiducia nell’Unione Sovietica e chiesto un patto di pace tra le cinque grandi potenze
Il congresso attraverso le pagine dell’Unità
https://archivio.unita.news/issue/1951/04/01
https://archivio.unita.news/issue/1951/04/03
https://archivio.unita.news/issue/1951/04/04
https://archivio.unita.news/issue/1951/04/05
https://archivio.unita.news/issue/1951/04/06
https://archivio.unita.news/issue/1951/04/07
https://archivio.unita.news/issue/1951/04/08
https://archivio.unita.news/issue/1951/04/09
https://archivio.unita.news/issue/1951/04/10
4 aprile: Reggio Emilia, lunghe colonne di operai in bicicletta percorrono i paesi della provincia facendo propaganda sullo stato della vertenza delle Reggiane. Il giorno successivo si manifesta in città. Delegazioni di donne si recano, per evidenziare la protesta cittadina sullo stato della vertenza, in Prefettura, all’Ufficio del Lavoro, all’Associazione industriali, alla sede provinciale della Democrazia Cristiana.
Scandicci (Firenze), arrestati due giovani “partigiani della pace”, Galeno Ferretti e Marcello Maranghi, accusati di aver respinto le “cartoline rosa” di chiamata alle armi per il servizio di leva. Arrestati negli stessi giorni e con la medesima imputazione anche due giovani di Fucecchio, Cambi e Bertelli.
5 aprile: L’Aquila, inizia uno sciopero alla rovescia di disoccupati della Valle del Roveto, nella Marsica.
9 aprile: Augusta (Sr), arriva nel porto siciliano una flotta americana composta da quattro navi classe Liberty, 14 cacciatorpedinieri, 2 incrociatori e 1 portaerei. Gruppi di marines ubriachi festeggiano lo sbarco infastidendo la popolazione. Fatti analoghi si erano verificati in precedenza a Siracusa. Il ministro della Difesa fa sapere che gli sbarchi e la permanenza dei marines nell’isola sono autorizzati dalle autorità governative.
10 aprile: Roma, attentato della Legione Nera, organizzazione clandestina neofascista, contro il palazzo della Presidenza del Consiglio. La folla di curiosi che si raduna sul posto è improvvisamente caricata dalla Celere.
Ancona e Pescara, si insediano i commissari prefettizi in sostituzione degli organi comunali sciolti dal ministero dell’Interno. La polemica è lungi dall’essere conclusa, anche perché il Consiglio di stato ha accolto recentemente un ricorso presentato dagli amministratori del comune di Taranto, anch’essi sospesi dalle loro funzioni in conseguenza di analogo provvedimento.
11 aprile: il generale Mac Arthur è esonerato, per aver minacciato l’uso della bomba atomica contro la Cina, dal comando delle truppe americane in Corea. E’ sostituito dal generale Matthew Ridgway.
La Spezia, l’Oto Melara è presidiata dalla polizia per dissuadere la perdurante agitazione dei lavoratori. Proclamato uno sciopero di protesta. Due giorni prima si era chiusa negativamente la lotta, durata 183 giorni, della Termomeccanica.
San Giovanni in Fiore (Cosenza), durante un’occupazione di terre incolte che l’Ente Sila vuole negare ai contadini, 50 occupanti sono arrestati.
12 aprile: il New York Times chiede l’impeachement per Henry Truman per scoprire “chi è il governo invisibile che ha così astutamente trascinato il nostro paese sulla via della distruzione”.
Rovigo, il Tribunale condanna il parroco don Antonio Raisi per calunnia nei confronti dell’esponente comunista Umberto Terracini, avendo sostenuto sulla base di illazioni prive di riscontro, collusioni del parlamentare comunista con l’Ovra.
13 aprile: Reggio Emilia, una delegazione della Tosi di Legnano porta la propria solidarietà ai lavoratori delle Reggiane.
14 aprile: Reggio Emilia, manifestazione al teatro Municipale a sostegno della vertenza delle Reggiane.
16 aprile: Reggio Emilia, una folta rappresentanza di operai delle Reggiane saluta il sindaco Campioli, ritornato al suo posto in Municipio dopo la sospensione inflittagli dal Prefetto. Contemporaneamente un’altra delegazione portava la propria solidarietà ai braccianti di Massenzatico che iniziano uno sciopero alla rovescia sul Canale Ronchi.
18 aprile: Parigi, nasce la CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio). Ne fanno parte: Francia, Germania Ovest, Olanda, Belgio, Lussemburgo e Italia.
Roma, fallito attentato dinamitardo contro l’abitazione del ministro dell’Interno, Mario Scelba.
Borretto (Re), manifestazione per il lavoro dei braccianti. Sul Cavo Fiuma si radunano anche moltissimi operai delle Reggiane che portano così la loro solidarietà ai braccianti in lotta. Molte colonne di operai in bicicletta, che si dirigevano verso Borretto, sono attaccate dalla polizia. Numerosi fermi e distrutte deliberatamente molte biciclette. Manifestazioni unitarie tra braccianti e operai delle reggiane, per l’avvio dei lavori di bonifica dei Canali Ronchi e Cavo Fiuma, si erano svolte anche 10 e 16 e un’altra è in programma per il 24.
Il giorno successivo la polizia fa irruzione all’interno delle Reggiane, provocando la reazione dei lavoratori che manifestano per le strade della città.
Teramo, la polizia carica una manifestazione di lavoratori in marcia verso il cantiere San Rustico.
20 aprile: Roma, muore a 78 anni il presidente del senato Ivanoe Bonomi. Al suo posto è eletto l’ex capo dello Stato Enrico De Nicola.
Messina, tensione fra i marinai di due incrociatori americani attraccati nel porto e la popolazione: pochi giorni prima, un marine ha accoltellato un marinaio italiano che difendeva una ragazza molestata. Analoga situazione a Napoli, dove 46 sono le navi americane ancorate.
Roma, si apre il processo contro il generale fascista Carloni, già comandante della Divisione Monterosa, accusato di sanguinose rappresaglie contro i partigiani.
23 aprile: Bologna, la polizia irrompe nello stabilimento Calzoni per fermare un’agitazione sindacale organizzata dalla Cgil. Proclamato uno sciopero provinciale di solidarietà.
Trieste, Alfredo Scialpi scrive personalmente al capo della polizia per chiedergli di poter proseguire nel servizio di informatore, dal quale era stato sospeso il 21 marzo con comunicazione al maresciallo di Ps Capuozzo. Lo Scialpi ricorda al capo della polizia di essere stato “assunto personalmente da S.E. Arturo Bocchini, nel 1928, per informazioni sia sui gerarchi dell’epoca, sia per informazioni su situazioni più o meno imbrogliate venutesi a verificare nella Venezia Giulia (…)”.
24 aprile: la CGIL proclama uno sciopero dei dipendenti statali contro l’intransigenza del governo nella trattativa per il rinnovo del contratto.
Il Tribunale di Lecce ordina la scarcerazione di 57 contadini dell’Arceo, incriminati per occupazione di terre incolte.
25 aprile: Roma e a Milano, esplodono ordigni incendiari presso due sedi dell’Anpi. Altri attentati si verificano a Brescia ed Arezzo.
26 aprile: Ostia (Roma), una manifestazione di disoccupati viene caricata dalla polizia, che procede ad alcuni arresti.
27 aprile: la FIOM indice uno sciopero nazionale in sostegno della lotta dei lavoratori delle Reggiane e della OTO-Melara. Nell’occasione emerge il rischio di uno scollamento tra le lotte in difesa dell’occupazione e quelle dei lavoratori occupati in aziende all’avanguardia. Ciò è sottolineato in una lettera inviata – il 5 giugno – dal segretario della FIOM Roveda al Comitato regionale piemontese di coordinamento dei consigli di gestione sulla mancata partecipazione dei lavoratori della Olivetti allo sciopero.
Una delegazione di lavoratori fiorentini porta la propria solidarietà alle Reggiane.
29 aprile: Iran, il progressista Muhammad Mossadeq è eletto primo ministro. Immediatamente appronta un progetto per la nazionalizzazione dell’industria petrolifera.
Firenze, in occasione del ritorno in Italia delle salme di Carlo e Nello Rosselli, che saranno tumulate nel cimitero di Trespiano, si svolge a Palazzo Vecchio una solenne commemorazione dei due fratelli. Gaetano Salvemini tiene il discorso commemorativo alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi
30 aprile: un appunto del Sifar segnala che Joseph Luongo è in contatto con Ulderico Caputo e con Karl Hass, e che i tre starebbero tentando di infiltrarsi all’interno di una rete controllata dal Sifar. A seguito di questa notizia il capocentro Cs di Verona chiede a Massimo Uffreduzzi di rendere una dichiarazione sui suoi contatti con Hass.
Aprile: in un rapporto confidenziale inviato al capo della polizia si legge: “Nel campo delle varie attività del Pci, vi è da inserire quella del noto industriale Gian Giacomo Feltrinelli, abitante in (…) che è costituita dall’iniziativa, già a buon punto, per attirare i giovani di tutti i ceti e desiderosi di cultura in una biblioteca che porta appunto il nome del predetto Feltrinelli, con sede in uno stabile di proprietà dello stesso, sito in via Domenico Scarlatti 26. Secondo le informazioni raccolte da fonti molto attendibili, questa piccola università marxista sarebbe in realtà un luogo d’incontro fra giovani fanatici comunisti che vengono preparati sia sotto il profilo culturale, sia sotto quello squadristico“.
1 maggio: nasce l’Internazionale di Malmöe. Per l’Italia sono presenti Fausto Gianfranceschi, inviato dal gruppo che nel MSI ha come riferimento Evola, Rauti ed Enzo Erra, mentre il MSI è rappresentato ufficialmente da Ernesto Massi e Fabio Lonciari. Tra gli altri partecipanti: lo scrittore Maurice Bardèche in rappresentanza del Comité National Francais, l’ex capo della gioventù hitleriana Karl Einz Priester che già aveva preso parte al convegno di Roma dell’ottobre del 1950, l’inglese sir Oswald Mosley e il tedesco Fritz Rossler. Organizzatore del raduno è Per Engdahl, capo del Partito fascista svedese Nysvenska Rorelsen.
Roma, il questore proibisce il tradizionale comizio sindacale in piazza del Popolo.
Psu e Psli procedono alla loro unificazione, dando vita al Partito socialdemocratico italiano (Psdi).
2 maggio: il vicecomandante della Nato, Bernard Low Montgomery è a Roma dove si incontra con i responsabili politici e militari italiani. Già in gennaio analoghi incontri erano stati compiuti dal neocomandante Nato, generale Dwight Eisenhower.
Pubblicate le dichiarazioni del colonnello Luca, ex comandante del Cfrb, sull’appuntamento con Pisciotta la notte del 5 luglio 1950. Secondo Luca, Pisciotta entrò nella casa dove era rifugiato Giuliano e, dopo 3 ore di attesa “i carabinieri intuirono che Giuliano non sarebbe caduto nella rete e che bisognava sparare”. Giuliano sarebbe uscito dalla porta inseguendo Pisciotta con un’arma in mano e sparando, i carabinieri avrebbero fatto fuoco a loro volta. A domanda dell’intervistatore, Luca dice di ritenere che Pisciotta avrebbe almeno ferito il bandito. Il giornalista Jacopo Rizzo, autore di un’intervista a Salvatore Giuliano, scrive su un giornale milanese: “Il bandito mi disse: ‘E’ vero, mio cognato (Pasquale Sciortino, ndr)consegnò la lettera che io commentai pressappoco con le parole riferite dal Genovesi (‘finalmente siamo liberi, domani spareremo sui comunisti’). Ma non mi importa che Genovesi abbia cantato; prima di tutto perché so come fanno a farli cantare e poi perché scriverò al magistrato, addossandomi tutta la responsabilità. Ma nel mio memoriale non additerò i mandanti, negherò di aver pronunciato quella frase in presenza di Sciortino e di Genovesi. Posso dichiarare quello che voglio perché io sono il capo e soltanto io conosco la verità. Una promessa di libertà c’è stata, altrimenti non avrei sparato a Portella”. L’onorevole comunista Li Causi, sulla base di queste dichiarazioni, accusa esplicitamente Scelba di aver interesse a chiudere in anticipo la vicenda.
5 maggio: la Montecatini annuncia 319 licenziamenti nelle miniere di Ribolla, Gavorrano, Niccioleta e Boccheggiano. I minatori entrano in agitazione.
Reggio Emilia, una delegazione di operai delle reggiane incontra il ministro Campilli, accompagnato da Giuseppe Dossetti.
7 maggio: l’agenzia Nuova Cina dirama la notizia che l’esercito americano in Corea sta sperimentando armi batteriologiche su cinesi fatti prigionieri e che una nave americana attrezzata allo scopo è ancorata nel porto di Wonsan, camuffata da laboratorio per il controllo delle epidemie.
8 maggio: Roma, alla Camera, inizia la discussione sul progetto Scelba di istituire un corpo di “difesa civile”, ufficialmente destinato alla “protezione della popolazione civile in caso di guerra e di calamità nazionale” ed avente compiti eccezionali anche in tempo di pace. Nel presentare il progetto, Scelba dichiara che fra i motivi di pericolo per la sicurezza del paese, tali da mettere in moto il meccanismo della “difesa civile”, sono da includere quelli dipendenti da agitazioni popolari e scioperi e che essa è “intimamente legata alla difesa esterna”.
Sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori del pubblico impiego indetto da CGIL, CISL e UIL. De Gasperi definisce l’agitazione “una rivolta contro la legge (…) un attentato alle istituzioni democratiche”.
9 maggio: sciopero unitario dei dipendenti statali che chiedono una rivalutazione degli stipendi.
Roma, si costituisce nello studio del notaio Renato Armati il Comitato Pace e Libertà. I soci promotori sono tre: Giulio De Marzio, Rinaldo Garagnani e Leone Montotti, i primi due con un passato di militanza fascista. Le finalità sono delineate in una nota del Questore di Roma: “Il Comitato s’inquadra nell’omonimo Paix et Liberté, che ha sede a Parigi e di cui è segretario il deputato Jean David, segnalato come uomo di fiducia del presidente del Consiglio dei ministri di Francia Renè Pleven. Il movimento ha carattere decisamente anticomunista. Tutta la sua attività sarebbe sovvenzionata, coi fondi Erp, dagli Stati Uniti d’America”. L’iniziativa non avrà fortuna. Trascorso un anno tra l’organizzazione italiana e quella francese avverrà la rottura e la prima cesserà le attività.
10 maggio: Roma, intervenendo alla Camera, l’onorevole comunista Leone denuncia un pesante clima repressivo all’interno delle caserme, segnala la esistenza di un misterioso Centro di assistenza militare (Cam) con sede in Roma in via delle Botteghe oscure, diretto dall’avvocato Evaristo Matteini e a suo giudizio dipendente dalla Democrazia cristiana, i cui fiduciari regionali e provinciali avrebbero un doppio indirizzo, ufficiale ed occulto. Sulla scorta di notizie fornite dal bollettino mensile Prospettive, legato all’Azione cattolica, Leone conclude che la Democrazia cristiana ha istituito un servizio di controllo politico sui militari.
11 maggio: firmato il primo contratto nazionale dei braccianti
Reggio Emilia, i lavoratori delle Reggiane organizzano colonne mute e comizi volanti in molte parti della città. Cariche della polizia.
14 maggio: Reggio Emilia, la polizia sequestra gli altoparlanti attraverso i quali gli operai delle Reggiane diffondevano un giornale parlato. Fermato un lavoratore.
15 maggio: Viterbo, il luogotenente di Salvatore Giuliano, Gaspare Pisciotta afferma, durante il processo contro Salvatore Giuliano, che “Nel memoriale di Giuliano che io consegnai al colonnello Luca si parlava di Scelba e Mattarella come mandanti della strage di Portella delle Ginestre” ed aggiunge a questi nomi quelli di Alliata e Marchesano. Pisciotta afferma altresì che una lettera a firma di Scelba avrebbe ordinato a Giuliano di agire contro i comunisti, promettendo di fornire le prove. L’ispettore Verdiani, sostiene ancora il bandito, favorì la fuga dei responsabili.
16 maggio: Reggio Emilia, per tutto il giorno la polizia carica gruppi di lavoratori delle Reggiane che svolgono comizi volanti, sequestrando cartelli e fermando alcuni lavoratori.
17 maggio: Reggio Emilia, nuova irruzione della polizia dentro le Reggiane. Immediata la reazione dei lavoratori che formano, insieme a moltissimi cittadini subito accorsi richiamati dal suono della sirena, una grande manifestazione di protesta.
18 maggio: Caltanissetta, la Celere disperde un capannello di persone che, in piazza Garibaldi, ascoltano il giornale parlato del Blocco del Popolo, riguardante il processo di Viterbo e le dichiarazioni di Gaspare Pisciotta. Disturbato anche un comizio della comunista Nadia Spano a Siracusa.
19 maggio: Roma, Lotta Politica, organo del Msi, pubblica un articolo in cui si ribadiscono i contenuti di una circolare interna inviata dalla direzione nazionale a tutte le federazioni nella quale si riconferma “il pieno rispetto del Msi per la Chiesa cattolica ed i Patti lateranensi”. Si chiarisce come la opposizione politica del Msi al governo della Democrazia cristiana non coinvolge l’Azione cattolica e i Comitati civici, che debbono essere considerati come forze autonome, “nei confronti delle quali il Msi non ha alcun aprioristico dissenso e con le quali pertanto confida di poter avere i più corretti rapporti”.
20 maggio: Palermo, la polizia interrompe un comizio dell’onorevole comunista Girolamo Li Causi. Pochi giorni prima, un altro comizio di Li Causi era stato disturbato a Messina.
22 maggio: Reggio Emilia, si diffonde la notizia che è stato scelto il Commissario liquidatore delle Reggiane. Nel comunicato del Fondo per l’industria metalmeccanica (FIM) si legge, tra l’altro: “(…) nell’intento di attenuare le conseguenze della chiusura delle OMI, il comitato del FIM in liquidazione ha previsto la costituzione di una società d’esercizio che possa assumere a condizioni assolutamente economiche, almeno una parte dell’attività dell’azienda, mentre in un tempo successivo, se si verificheranno favorevoli condizioni di mercato e di finanziamento potrà anche prendere consistenza, finchè le Nuove Reggiane possano contare sulla disciplinata collaborazione delle maestranze”. La città reagisce immediatamente con la proclamazione di uno sciopero cittadino e una manifestazione in piazza della Libertà, al quale partecipano oltre 50.000 lavoratori.
23 maggio: nei pressi di Rovigo sono arrestati Fausto Gianfranceschi insieme alla moglie e ad altri due camerati. Stanno facendo ritorno dalla riunione di Malmoe. Il giorno successivo, sempre nell’ambito dell’inchiesta sulla Legione Nera, sono arrestati Clemente Graziani (come Gianfranceschi membro della giunta nazionale del raggruppamento giovanile missino), Egidio Sterpa giornalista dell’Asso di Bastoni, Giovanni Cucci segretario di una sezione del MSI a Roma, Franco Dragoni e Flaminio Capotondi. A Trieste è incriminato Francesco Petronio. A Roma sono incriminati Amedeo Bassi dell’Ufficio esteri della Direzione del MSI, il segretario provinciale giovanile Alberto Ribacchi e Mario Gionfrida. Fermato anche Giulio Cesare Evola. Sono accusati di una decina di attentati terroristici compiuti a Roma e in altre città d’Italia tra l’ottobre 1950 e l’aprile 1951, tutti addebitati all’organizzazione Legione Nera. Il processo si terrà nel novembre successivo. Il collegio di difesa è composto dagli avvocati Cornelutti, Augenti, D’Ettori e dall’ex ministro della giustizia della RSI Pisenti. Ne doveva far parte anche Vittorio Ambrosini, espulso però dall’albo professionale per la sua attività di informatore dell’OVRA. Durante il processo vengono compiuti altri attentati. Graziani, Dragoni e Gianfranceschi sono condannati a un anno e 11 mesi, gli altri a pene comprese tra i 2 e gli 11 mesi.
Rimesso in libertà il generale Carloni, già comandante della divisione alpina repubblichina “Monterosa”
Roma, due partigiani della brigata Gramsci operante nel reatino, Aldo Procoli e Iginio Blasi, sono condannati rispettivamente all’ergastolo e a 20 anni di reclusione per aver ucciso quattro spie fasciste.
Reggio Emilia, colonne di operai delle Reggiane fanno opera di propaganda nei paesi della provincia. In città è arrestato un operaio mentre attaccava manifesti. Intanto arrivano in fabbrica numerosi attestati di solidarietà, dopo l’annuncio della nomina del Commissario liquidatore. Anche la CGIL nazionale fa sentire la propria voce chiedendo che “il governo renda conto della rovina dell’industria italiana”.
25 maggio: Modena, per la settima volta è siglato l’accordo alle Fonderie Riunite e per la settima volta non è rispettato dall’azienda, che riapre così la vertenza.
Reggio Emilia, riunione dei segretari delle Camere del Lavoro della regione per decidere l’allargamento della solidarietà alla lotta delle Reggiane. Deciso uno sciopero regionale dei metallurgici per il giorno cinque. Il giorno successivo si riuniscono i parlamentari della regione per analizzare la situazione. Al termine è diffuso un ordine del giorno nel quale si stigmatizza l’operato del governo e propone che una delegazione, guidata dal sindaco Campioli, incontri a Roma il ministro Marazza.
26 maggio: Paese Sera scrive che Pietro Licari, uomo indicato da Pisciotta come uno di quelli che potrebbero “raccontare molte cose”, è morto durante il trasferimento dal carcere all’ospedale.
Maggio: i minatori della Montecatini intensificano la lotta, rimanendo 24 ore su 24, nei pozzi.
Giugno: Palermo, scoperto un grosso traffico di eroina fra Italia e Stati Uniti.
Londra, firmata la Convenzione sullo Statuto delle FFAA della NATO in servizio in Paesi diversi da quello di origine.
Roma, continuano le trattative per il contratto degli statali dopo che il governo aveva minacciato di voler limitare il diritto di sciopero per i lavoratori del pubblico impiego.
1 giugno: Villalba (Pa), al termine di una manifestazione della Dc, un gruppo di mafiosi assale l’abitazione dell’onorevole comunista Michele Pantaleone.
Reggio Emilia, da un anno esatto è iniziata la lotta dei 700 corsisti delle Reggiane. L’anniversario è ricordato con una manifestazione in fabbrica.
2 giugno: Reggio Emilia, Luciano Lama celebra, al Teatro Municipale, l’anniversario della nascita della Repubblica. La polizia vieta l’installazione di altoparlanti all’esterno del teatro. Al termine Lama incontra, nella sede della Camera del Lavoro, i lavoratori delle Reggiane.
Roma, l’ufficio politico della Questura arresta una ventina di fascisti legati alla rivista Imperium, fra i quali il giornalista Egidio Sterpa, collaboratore del giornale filo governativo Il Tempo, per attentati avvenuti fra Milano, Brescia ed Arezzo contro sedi di partiti e dell’Anpi.
5 giugno: sciopero regionale dei metallurgici, dalle 16,30 a fine turno, a sostegno della lotta delle Reggiane.
Reggio Emilia, manifestazione davanti alla sede della Camera del lavoro. Una delegazione di lavoratori chiede al Prefetto di intervenire presso la direzione delle Reggiane perché assegni al Comune la colonia di Gatteo. Lo stesso Comune si è impegnato a coprire le spese delle medicine non mutuabili. Continua la solidarietà dei lavoratori di Reggio e di tutta la Regione, ma non è sufficiente a coprire le spese accumulate in un anno di lotta.
Venere dei Marsi nel Fucino, a seguito di fischi indirizzati da manifestanti di sinistra contro il comizio del parlamentare democristiano Natali, qualcuno non identificato spara, ammazzando il bracciante comunista Pietro Pollio, 29enne e ferendo Guido Zanzi.
6 giugno: Reggio Emilia, il segretario della FIOM Roveda incontra il sindaco Campioli per fare il punto sulla situazione delle Reggiane. Successivamente presiede la riunione dell’Esecutivo della Camera del Lavoro e della segreteria della FIOM.
7 giugno: Reggio Emilia, si chiude la mostra sulla lotta delle Reggiane, allestita alla Sala Verde.
11 giugno: Reggio Emilia, il segretario della FIOM Roveda incontra il Commissario liquidatore delle Reggiane. Intanto la Camera del Lavoro, attraverso l’INCA, organizza il soggiorno di 50 bambini – figli di lavoratori delle Reggiane – alle colonie estive. Altri soggiorni saranno organizzati nelle settimane successive.
12 giugno: Parigi, il giornale della sera Paris Presse scrive che agenti dell’Ufficio investigativo federale americano sono giunti recentemente in Europa, avendo il compito di chiudere la “rotta Pontecorvo” (dal nome dello scienziato italiano fuggito in Unione Sovietica ndr) che condurrebbe all’Europa orientale attraverso l’Italia. Aggiunge che l’Fbi e il controspionaggio francese hanno già lavorato insieme in passato per individuare questa rotta, seguendo i movimenti di uno scienziato svedese che avrebbe recentemente lasciato il suo laboratorio negli Usa, col pretesto di un periodo di riposo ed ora si troverebbe in Italia, dove la sua dimora sarebbe sorvegliata. Secondo il quotidiano comunista l’Unità, “la caccia a fantomatici scienziati atomici non è altro che un passo avanti del programma predisposto a Washington di controllo della polizia italiana e di altri paesi” , come ha dimostrato il caso Fuchs, usato a pretesto per sottoporre a stringenti controlli l’apparato atomico e la polizia inglesi.
13 giugno: Palermo, nasce l’Accademia Internazionale del Mediterraneo.
14 giugno: visita ufficiale in Italia del Cancelliere tedesco Konrad Adenauer.
Reggio Emilia, il Commissario liquidatore intima ai lavoratori lo sgombero delle Reggiane entro le 10 del giorno successivo. I lavoratori chiedono il pagamento delle 200 ore, dei lavori fatti e il riconoscimento della Commissione Interna.
Una delegazione di operai dello zuccherificio di Ferrara porta la propria solidarietà ai lavoratori delle Reggiane.
15 giugno: si allarga la lotta dei minatori nelle province di Ancona e Pesaro.
Imola, i lavoratori della Cogne entrano in agitazione, chiedendo la riconversione in produzione di pace.
Udine, i “partigiani della pace” organizzano una protesta contro l’ispezione militare di una delegazione del Congresso americano.
Roma, esce il primo numero del settimanale “Risorgimento socialista”, curato dai dissidenti comunisti Cucchi e Magnani
16 giugno: Roma, il Pci organizza una protesta contro la visita di Adenauer – “continuatore della politica nazista” – con pellegrinaggi alle Fosse Ardeatine e al Verano e comizi nel ghetto ebraico.
18 giugno: Genova, Convegno nazionale della mutualità promosso dalla Lega delle cooperative. Presenti 200 delegati in rappresentanza di 108 società di mutuo soccorso.
19 giugno: Roma, alla Camera, alcuni deputati comunisti denunciano che si stanno costituendo i nuclei della cosiddetta Difesa civile, con l’utilizzo in posizioni di responsabilità di ex ufficiali della milizia fascista.
Brescia, la Corte di assise assolve, dopo 29 mesi di detenzione gli imputati, tutti militanti del Pci di Casalecchio di Reno (Bo), dalla imputazione di concorso in strage.
20 giugno: Cagliari, il tribunale condanna alcuni esponenti sindacali di Carbonia, fra i quali Pietro Cocco, consigliere regionale e membro del Comitato centrale del Pci, Utrau, Piana, Puggioni, Giardina e Milia per ammanchi ai danni della cassa di assistenza ai minatori, gestita unitamente dalla Carbosarda e dalla Camera del lavoro.
21 giugno: Metaponto (Matera), la polizia arresta diversi dirigenti sindacali, che stavano organizzando una agitazione contro i bassi salari e il caporalato per il reclutamento della manodopera.
Napoli, insediato dall’ammiraglio Carney il Comando mediterraneo della Nato. La Cgil proclama un’astensione dal lavoro di protesta di 15 minuti. Anche nel porto di Livorno l’ancoraggio da 24 ore della portaerei Koral Sea con quattro navi di scorta dà luogo a proteste dei lavoratori.
Viterbo, il maresciallo Giuseppe Calandra nella sua deposizione al processo per la strage di Portella delle Ginestre, ammette che Salvatore Ferreri, detto Fra Diavolo, ucciso in una caserma dei carabinieri e responsabile della morte di alcuni militi, era aggregato alla banda Giuliano come confidente. Calandra sostiene di aver dovuto sospendere le indagini, per essere stato trasferito a Teglia.
Reggio Emilia, dopo il fallimento degli incontri con il governo, con le autorità locali e il Commissario liquidatore, colonne di operai delle Reggiane escono dalla fabbrica per fare opera d’informazione sullo stato della vertenza in città e in provincia. La polizia interviene duramente, arrestando alcuni lavoratori.
22 giugno: scioperano gli statali della Cgil, per l’indomani è annunciato uno sciopero dei bancari. La maggioranza ripresenta in Parlamento un progetto di legge per regolamentare gli scioperi.
Frosinone, la Camera del lavoro proclama uno sciopero per protestare contro l’arresto del segretario Potini e di altri lavoratori.
Reggio Emilia, una delegazione di lavoratori delle Reggiane porta la propria solidarietà agli statali in sciopero. La polizia carica una folta delegazione di donne che chiedeva di essere ricevuta dal Prefetto. Anche nei giorni successivi continuerà il lavoro incessante delle delegazioni presso enti, autorità, parlamentari, per tenere accesa l’attenzione sul problema delle Reggiane.
24 giugno: Palermo, due marines americani, sorpresi in flagranza di reato, mentre stanno eseguendo un furto con scasso, sono condannati a 2 anni di reclusione. Ma la Corte d’appello li assolverà “perché il fatto non costituisce reato”.
26 giugno: Reggio Emilia, il governo impone all’INAM la sospensione dell’assistenza ai lavoratori delle Reggiane. Immediatamente il Comune si rende disponibile a garantire l’assistenza.
Torino, la Cgil proclama uno sciopero di 24 ore alla Fiat in difesa delle libertà sindacali.
27 giugno: Reggio Emilia, gli operai delle Reggiane collaudano il trattore R60 in un campo all’esterno della fabbrica. Contemporaneamente, la segreteria regionale dei Consigli di gestione lancia un appello a tutti i lavoratori perché sostengano la lotta delle Reggiane.
29 giugno: Corea, appello del generale Ridgway, comandante delle truppe ONU, per un’armistizio con le forze comuniste. In luglio inizieranno a Kaesong i colloqui di pace.
30 giugno: la Cgil organizza una serie di manifestazioni contro il ventilato tentativo di regolamentazione del diritto di sciopero nel pubblico impiego.
1° luglio: CGIL, CISL e UIL firmano l’accordo sugli assegni familiari.
Reggio Emilia, l’Esecutivo nazionale della CGIL lancia un appello per una grande sottoscrizione nazionale a favore dei lavoratori delle Reggiane. L’UDI dell’Emilia Romagna si impegna per inviare 300 bambini nelle colonie marine e montane e a casa di privati. L’INCA di Reggio invia altri 50 bambini alla colonia marina.
2 luglio: Reggio Emilia, riunione in Prefettura – presenti enti, associazioni, parlamentari e il segretario della FIOM Roveda – per esaminare la situazione delle Reggiane dopo che il governo ha ribadito la necessità dello sgombero della fabbrica come condizione per la ripresa della trattativa.
Dopo aver visitato la fabbrica, Roveda partecipa alla riunione del Direttivo provinciale della FIOM.
3 luglio: Roma, un gruppo di invalidi occupa la Casa madre dell’associazione di piazza Adriano, esasperati dal silenzio con cui sono state accolte le loro rivendicazioni per condizioni di vita più umane.
Livorno, la Celere carica una manifestazione indetta per protestare contro l’occupazione americana del porto.
Sicilia, l’accordo Dc-Msi porta ad eleggere presidente dell’Assemblea regionale l’avvocato democristiano Giulio Bonfiglio e vice presidente il missino Marinese.
Viterbo, al processo contro salvatore Giuliano, un testimone dichiara di aver intercettato la corrispondenza dell’attentatore di Togliatti, Antonio Pallante, con tale capitano Guglielmo Ferro, già appartenente alla X Mas, e che il Pallante gli rivelò i suoi contatti con la banda Giuliano.
4 luglio: Reggio Emilia, conferenza stampa nazionale del sindaco Campioli per illustrare la situazione delle Reggiane.
Scarcerato l’ex repubblichino Eugenio Rizzato.
Bologna, riunione delle Camere del Lavoro della regione. Tra l’altro, si discute come organizzare la sottoscrizione nazionale a favore dei lavoratori delle Reggiane.
6 luglio: Parma, costituito un Comitato per organizzare l’invio di bambini, figli di lavoratori delle Reggiane, alle colonie estive e in soggiorni in case di privati.
7 luglio: Reggio Emilia, una delegazione di uomini di cultura – tra cui Mazzali, Renato Guttuso, Primo Levi, Italo Calvino – porta la propria solidarietà ai lavoratori delle Reggiane. Tra l’altro è deciso di organizzare una vendita di quadri e libri a sostegno della vertenza.
Il ministero della Difesa depenna dall’elenco degli invitati a visitare l’Accademia dell’Aeronautica di Caserta un inviato di Milano Sera, provocando le proteste del Pci e della Federazione della stampa lombarda.
7 – 8 luglio: Ferrara, Convegno interregionale della cooperazione per la rinascita del Delta Padano.
8 – 10 luglio: agitazioni e scioperi in Toscana contro la Legge istitutiva della Difesa Civile.
9 luglio: Reggio Emilia, una folta delegazione di lavoratrici del Delta Padano porta la propria solidarietà ai lavoratori delle Reggiane.
10 luglio: Reggio Emilia, convegno regionale promosso dalla Commissione giovanile della FIOM. Tra i principali argomenti affrontati, la situazione delle reggiane. Decisa l’organizzazione di una Giornata della gioventù emiliano romagnola in difesa delle Reggiane.
11 luglio: approvato dalla Camera (258 si, 240 no) la legge sulla Difesa civile. Si costituisce, presso il ministero dell’Interno, una Direzione generale per la difesa civile in caso di calamità o guerra.
Reggio Emilia, delegazioni di lavoratori delle Reggiane partono per Milano e Taranto, dove terranno una serie di incontri per illustrare la situazione della vertenza. Altri gruppi di lavoratori si recheranno, nei giorni successivi, in altre città italiane.
Il ministero della Difesa licenzia 200 salariati degli Arsenali militari.
12 luglio: Reggio Emilia, la polizia interviene contro i gruppi di lavoratori delle reggiane che fanno opera di informazione in città.
13 luglio: Modena, l’Esecutivo della Camera del Lavoro esprime una ferma condanna dei disegni di legge governativi sulla regolamentazione dello sciopero e sulla “difesa civile” e annuncia la volontà di costruire dei Comitati per la difesa delle libertà costituzionali.
Terni, la Celere interviene per impedire lo sciopero alla rovescia di un gruppo di disoccupati, che hanno intrapreso la costruzione di un ospedale civile in zona Monte Obito.
Rosignano (Livorno), durante uno sciopero bracciantile indetto per richiedere un nuovo capitolato colonico, la polizia irrompe in un circolo ricreativo e arresta Giulio Carli, dirigente della locale Camera del lavoro, Ghino Pelosini, segretario della Federmezzadri e altri due lavoratori. Per protestare contro le brutalità poliziesche, la Cgil indice uno sciopero di 24 ore nella zona.
15 luglio: Reggio Emilia, continuano le visite di solidarietà di delegazioni di lavoratori, provenienti da tutt’Italia, alle reggiane. I deputati del PCI, aderendo alla campagna nazionale lanciata dalla CGIL, sottoscrivono 5.000 a testa.
16 luglio: a seguito delle dimissioni del ministro Pella e fallito un tentativo di rimpasto, Alcide De Gasperi rassegna le dimissioni nelle mani del presidente della repubblica Einaudi che, dopo tre giorni di consultazioni, gli rinnova l’incarico.
Il Consiglio dei ministri stabilisce che per recarsi nei paesi comunisti occorre uno “speciale permesso motivato” e, successivamente, il ministro degli Interni Mario Scelba richiama “l’attenzione dei dipendenti organi di polizia affinché intensifichino al massimo i servizi informativi di vigilanza e quelli di osservazione, specie nei servizi pubblici, in modo da essere quotidianamente aggiornati per prevenire tempestivamente e all’occorrenza reprimere con energia ogni forma di sobillazione”.
Pubblicato Il giovane Holden (The Catcher in the Rye) di J. D. Salinger. Nato come libro per adulti, viene letto principalmente da ragazzi e adolescenti, con il protagonista icona della ribellione adolescenziale. Tradotto in quasi tutte le lingue del mondo, venderà oltre 65 milioni di copie
18 luglio: Cagliari e nel bacino di Carbonia, avvengono scioperi per protestare contro l’occupazione americana delle coste sarde.
Santa Maria Capua Vetere (Ce), 30 lavoratori restano sepolti da una frana. Le vittime, operai della cava, erano pagati con salari bassissimi (500 lire al giorno) e lavoravano in condizioni pesanti e rischiose.
19 luglio: Viterbo, testimoniando al processo contro Salvatore Giuliano, il capitano Perenze conferma che Pisciotta era in rapporti con il colonnello Luca e rivela che un confidente del Cfrb (Centro forze repressione banditismo) distrusse importanti documenti, dai quali si sarebbe potuta ricostruire tutta l’attività della banda Giuliano. Pisciotta, invece, dichiara di aver posseduto tesserini della polizia dal 1947 al 1950 e rivela altresì che i mitra che spararono a Portella vennero forniti dall’ispettore Messana.
20 luglio: assassinato il Re di Giordania Abd Allah. Gli succede il figlio Talal.
Roma, il Prefetto fa sequestrare il giornale murale del Pci.
Modena, Consiglio generale delle Leghe aderenti alla Camera del Lavoro. La mozione approvata è una denuncia, l’ennesima, dell’aggravarsi della crisi che investe tutti i settori economici: mancato rinnovo degli impianti e, causa la mancanza dell’apprendistato, della manodopera; costante diminuzione degli occupati; aumento in percentuale della produzione grazie al maggiore sfruttamento; basso livello di salari e stipendi e drastica diminuzione del loro potere d’acquisto. A ciò si aggiunge, poi, la progressiva restrizione delle libertà democratiche.
Reggio Emilia, assemblea alle Reggiane per discutere il resoconto delle delegazioni sugli incontri che hanno avuto nelle varie città italiane.
21 – 22 luglio: Genova, il PCI organizza l’I° Convegno nazionale dei giornali di fabbrica, al quale partecipano i lavoratori delle più importanti aziende del Paese. Emerge la necessità di “migliorare e sviluppare i giornali di fabbrica” come “uno dei fondamentali compiti dei comunisti, per rafforzare e difendere l’unità della classe operaia, per sostenere le lotte, per allargarne il raggio delle alleanze al di fuori della fabbrica”.
21 luglio: Reggio Emilia, si riunisce il Consiglio delle Leghe per discutere della grave situazione occupazionale che sta investendo la provincia. Decisa, oltre al pieno sostegno della vertenza delle reggiane, la mobilitazione di tutte le categorie.
Roma, serrata al Poligrafico di Roma e intervento della Celere contro i lavoratori in sciopero. L’intervento della polizia provoca una nuova agitazione.
24 luglio: sciopero nazionale dei calzaturieri per il rinnovo del contratto.
Trapani, bloccati pesca e traffici civili per consentire le manovre aeronavali americane.
25 luglio: Viterbo, testimoniando al processo per la strage di Portella delle Ginestre, l’ispettore Ciro Verdiani ammette di essersi incontrato con Giuliano: “Ebbi dei contatti col bandito attraverso l’organizzazione di confidenti dell’Ispettorato; dovevo cercare di calmarlo affinché non assalisse le forze di polizia. Nel colloquio che ebbi con lui, parlammo di tante cose e fra l’altro del suo espatrio. Promisi anche al bandito di far liberare sua madre e in effetti Maria Lombardo fu scarcerata qualche tempo dopo (…) Le mie raccomandazioni raggiunsero effettivamente il loro scopo e per qualche tempo il bandito non effettuò azioni contro la polizia”. Il Presidente chiede a Verdiani dei contatti da lui avuti con Giuliano, dopo essere stato sollevato dall’incarico. Verdiani: “Vidi Giuliano ancora una volta a un appuntamento fissato per mezzo dell’organizzazione degli intermediari in una località fra Corleone e Castelvetrano (…) Di tutti i miei colloqui informai il ministro dell’Interno Scelba il quale, dopo che fu istituito il Cfrb, mi disse che non era più il caso di continuare”. Sempre a domanda, risponde di essersi tenuto in contatto epistolare col bandito, e aggiunge che Pisciotta gli scrisse una lettera a Roma, mettendosi a sua disposizione per l’eliminazione di Giuliano. E sul memoriale: “Giuliano, a mezzo di una lettera che esibisco alla Corte, si offrì di compilare un memoriale sui fatti di Portella, ma chiese tempo – continua Verdiani – perché non era un letterato” e voleva sottoporlo al suo avvocato Romano Battaglia. “Mi scrisse nel febbraio 1950 e circa 2 mesi dopo ebbi il memoriale che feci pervenire al Procuratore Generale di Palermo, commendator Pili”. A domanda, risponde: “scritto a macchina, con una parte autografa scritta in alto a mo’ di intestazione”. “C’è scritto – dichiara Verdiani – che una squadra di 7 uomini mancò all’azione che si limitò così ad una sventagliata dimostrativa mentre avrebbe dovuto essere più cruenta”. Verdiani, infine, smentisce che Pisciotta lo abbia accompagnato all’appuntamento con Giuliano nonché di aver mai avuto l’intenzione di far uccidere il generale Luca.
26 luglio: settimo governo De Gasperi (dal 26 luglio 1951 al 15 luglio 1953). Scelba confermato agli Interni e Pacciardi alla Difesa. De Gasperi mantiene anche il ministero degli Esteri con Paolo Emilio Taviani sottosegretario. Andreotti sottosegretario alla Presidenza del consiglio. E’ un bicolore Dc – Pri. Socialdemocratici e liberali mantengono un’opposizione costituzionale. Per la prima volta entra nel governo una donna: la democristiana Angela Maria Guidi Cingolani, sottosegretaria all’IndustriaComposizione del governo: http://www.senato.it/leg/01/BGT/Schede/Governi/0038_M.htm
27 luglio: la CGIL apre la vertenza per l’aumento del 15 per cento dei salari.
28 luglio: Reggio Emilia, il segretario della CGIL Giuseppe Di Vittorio commemora i nove caduti delle Reggiane del 28 luglio 1943. Per l’occasione i lavoratori delle Reggiane hanno stampato un Album che racconta la loro lotta.
Condanna all’ergastolo per 20 componenti della banda Carità: Bernasconi, Brilli, Bugliani, Cardini, Castellani, Ciulli, Del Sole, Fratini, Innocenti, Manente, Martucci, Menichetti, Moroder, Niedermayer, Nocentini, Perotto, Rabanzer, Radicchioli, Spezzotto, Troja e Claj. altri sono condannati a pene inferiori ed alcuni già liberati per l’applicazione del condono. La Banda Carità era una delle tante polizie che agivano al di fuori di ogni regola durante la Rsi, specializzate in torture e sevizie contro partigiani e popolazione civile.
Torino, il colonnello Massimo Ivrea, nominato consigliere comunale del Msi al posto del comandante Ernesto Botto, già sottosegretario all’Aeronautica nel governo della Rsi, la cui elezione era stata invalidata.
29 luglio: Reggio Emilia, domenica, centinaia di operai milanesi portano la loro solidarietà ai lavoratori delle reggiane. Intanto si riorganizzano le delegazioni che dovranno recarsi nelle altre province a propagandare i contenuti della vertenza.
Luglio: prosegue da 132 giorni la lotta dei minatori chiusi nelle miniere del grossetano. Si svolgono scioperi e agitazioni degli zolfari a Lercara.
Calabria, i mezzadri entrano in agitazione contro l’Ente Sila.
Ancona e Matera, continuano gli scioperi alla rovescia dei braccianti.
Scioperi alla Piaggio in difesa dei diritti sindacali.
Agosto: Parigi, firmato il protocollo aggiuntivo sullo status della NATO.
1° agosto: Roma, dopo un anno di lotte e trattative, è firmato il patto collettivo nazionale per i salariati fissi in agricoltura.
Nella Sila, i mezzadri scendono in agitazione contro l’Ente Sila, trattenendo il canone.
Salerno, continua l’occupazione della Mattioli minacciata da licenziamenti.
Scioperi alla rovescia di braccianti si svolgono nell’anconetano e in provincia di Matera.
Ancona, gli operai della Piaggio scendono in lotta per difendere i diritti sindacali.
3 agosto: Reggio Emilia, le donne manifestano a sostegno dei lavoratori delle Reggiane. Davanti alla Prefettura interviene la polizia che disperde le dimostranti, compiendo anche alcuni arresti. Intanto la petizione da inviare al presidente della Repubblica Einaudi ha già raccolto oltre 100.000 firme.
10 agosto: Roma, una delegazione, guidata dal sindaco Campioli, incontra tutti i ministri interessati alla vertenza delle Reggiane, senza ottenere risposte soddisfacenti.
11 agosto: Forlì, convegno provinciale contro il super sfruttamento.
16 agosto: Reggio Emilia, una delegazione di cooperatori di Terni porta la propria solidarietà – così come avviene quotidianamente da parte di lavoratori di tutto il Paese – ai lavoratori delle Reggiane.
19 agosto: Massa, sciopero generale per il mancato pagamento dei salari in alcune fabbriche.
20 agosto: si ripete il braccio di ferro sulle colonie estive gestite dall’Inca e dai sindacati. Vengono chiuse cinque colonie, fra le quali la colonia Inca di Due Ponti presso Roma per “deficienze sanitarie”, in realtà il provvedimento fa riferimento al fatto che i bimbi della colonia intonavano canzoni “comuniste”. A Torre del Greco, le bimbe della colonia vengono trattenute per ore dalla polizia.
20 agosto: Reggio Emilia, assemblea generale, al rientro dalle ferie, di tutti i lavoratori delle Reggiane. Una delegazione di lavoratori di Parma visita la fabbrica. Il giorno successivo portano la loro solidarietà i lavoratori di Bolzano.
23 agosto: interrotti i colloqui di pace di Kae song. Riprendono i combattimenti in Corea.
25 agosto: Reggio Emilia, una folta delegazione di lavoratori modenesi visita le Reggiane.
28 agosto: Reggio Emilia, manifestazione a sostegno della vertenza delle Reggiane.
Roma, il governo aumenta le imposte di consumo su elettricità, gas e vino per finanziare la politica di riarmo. Viene anche approvata dalle commissioni Finanze e Tesoro in sede legislativa, la legge “sul finanziamento degli acquisti di prodotti alimentari e materie prime per la costituzione di riserve di proprietà dello Stato”, che costituisce le scorte di guerra.
30 agosto: Sanremo, riunione per la costituzione di un Comitato europeo Pace e Libertà che “si propone di coordinare l’azione dei diversi comitati nazionali nella lotta contro il comunismo”. Sono presenti il francese Jean David di Paix et Libertè, gli italiani Giulio De Marzio, Luigi Fiocca e Walter Prosperetti del Comitato Pace e Libertà e i tedeschi Arthur Ruppert e Eberhard Taubert (ex gerarca nazista) della Lega popolare per la pace e la libertà.
Agosto: Palermo, scendono in agitazione i lavoratori dell’Omssa contro i licenziamenti, quelli dell’Aerosicula che vuole tagliare 150 posti di lavoro su 400, mentre la polizia impedisce ai licenziati di entrare in fabbrica, e della chimica Arenella che ha richiesto altri 150 licenziamenti, dopo i 600 già effettuati.
Cosenza, inizia una lotta contadina per una più equa ripartizione del prodotto.
Minaccia di smobilitazione la Savigliano di Torino, mentre l’Ansaldo di Genova annuncia 3.000 licenziamenti e la Breda di Milano vuole smembrare la sezione aeronautica e licenziare 5.000 persone
Milano, la Questura trasmette una nota informativa all’ufficio Affari riservati del ministero degli Interni, in cui scrive che Gian Giacomo Feltrinelli avrebbe salvato la casa editrice “diretta dal figlio comunista del Presidente della repubblica”.
Reggio Emilia, durante il mese si sono svolte nei centri della provincia assemblee a sostegno della vertenza delle Reggiane.
Settembre: Bologna, la Camera del lavoro organizza un’occupazione simbolica della Bonifica anzolese, per protestare contro l’incuria del governo che ancora non ha stanziato i fondi necessari. Si mobilitano 20.000 braccianti, mezzadri, disoccupati e altri cittadini. Il governo stanzia immediatamente 150 milioni per l’inizio dei lavori.
1° settembre: Australia e Nuova Zelanda si schierano a fianco degli USA nella guerra di Corea firmando un trattato di alleanza militare (Anzus).
Calabria e Sicilia, riprendono le occupazioni di terre.
Roma, 15 cantieri scendono in sciopero contro gli incidenti sul lavoro che hanno causato 20 infortuni in 27 giorni, causa la violazione della normativa di sicurezza e gli orari di lavoro estenuanti. Lo stesso giorno, scampa fortunosamente alla morte un operaio edile, colpito da una trave caduta.
2 settembre: Reggio Emilia, delegazioni di lavoratori di Omega (NO) e Modena portano la loro solidarietà agli operai delle Reggiane. Intanto è stato rafforzato il presidio notturno per impedire che la polizia sgombri la fabbrica.
3 settembre: Reggio Emilia, delegazioni di lavoratori delle Reggiane si recano dal Prefetto, all’Associazione industriali e all’Ufficio del lavoro. Operai di Lecce e donne della bassa reggiana portano la loro solidarietà in fabbrica.
5 settembre: viaggio di De Gasperi negli Stati Uniti e Canada per partecipare alle sessioni del Consiglio atlantico. Il presidente Truman conferma che gli Stati Uniti proseguiranno nel loro piano d’aiuti all’Italia “sino al raggiungimento della stabilità economica e sociale”.
6 settembre: Roma, si svolge nei locali della pontificia università Gregoriana, con il consenso del rettore padre Paolo Dezza, una riunione degli esponenti giovanili del Msi, dei monarchici e dei liberali.
7 settembre: Reggio Calabria, la polizia carica i contadini che occupano simbolicamente le terre e chiedono l’estensione della legge-stralcio nelle tenute dei grossi proprietari Alvaro e Carigliano. Arrestato il segretario regionale della Federbraccianti, Caruso, appena giunto nel paese di Borgia per organizzare la lotta. Arrestati anche Salvatore Vetrano, segretario della locale Federbraccianti, la sorella di questi, Francesco Gualtieri, Salvatore Abruzzo, Rosa Sacco, il segretario comunale, Curcio e altri due lavoratori.
8 settembre: San Francisco, USA e Giappone firmano un trattato di pace che impone il disarmo giapponese.
Roma, un gruppo di donne e bambini che chiedono il terzo turno delle colonie estive, è caricato dalla Celere davanti al palazzo della Provincia, con un bilancio di numerosi contusi e il fermo di 5 donne.
10 settembre: Lercara (Pa), gli zolfatari presidiano le miniere.
Sesto Calende (Va), gli operai occupano lo stabilimento della Siai Marchetti minacciato di 3.500 licenziamenti.
11 settembre: Bucarest, si apre il processo a carico di una serie di persone indicate come spie vaticane e italiane, che secondo l’accusa sarebbero state legate ad organizzazioni terroristiche al servizio prima dei nazisti e poi degli americani, fra le quali il vescovo Agostino Pacha, Clemente Gatti, curato della Chiesa italiana di Bucarest, Eraldo Pintori, funzionario della legazione italiana a Bucarest, Adalberto Boros, rettore del Seminario cattolico di Timisoara.
Reggio Emilia, una folta delegazione di donne bolognesi, organizzate dall’UDI, porta la propria solidarietà ai lavoratori delle Reggiane.
13 settembre: Reggio Emilia, assemblee nei reparti delle reggiane per fare il punto sulla vertenza, giunta al 15° mese di lotta.
14 settembre: sciopero generale di 4 ore dei metalmeccanici contro i licenziamenti e le smobilitazioni.
Napoli, manifestazioni e astensioni simboliche dal lavoro per protestare contro l’insediamento del comando Sud Mediterraneo della Nato.
Bologna, alcune migliaia di lavoratori, per lo più precari, occupano le sponde del fiume Reno, per reclamare l’urgente inizio dei lavori necessari a proteggere i terreni dalle piene.
16 settembre: Reggio Emilia, una delegazione di lavoratori di Ferrara, che stanno ospitando i figli degli operai delle Reggiane, visita la fabbrica.
17 settembre: Reggio Emilia, assemblea generale dei lavoratori delle Reggiane, dopo il rientro della delegazione che sta conducendo le trattative a Roma.
18 settembre: inizia davanti alla Corte d’Assise di Bologna il processo al maggiore Walter Reder, accusato di essere uno dei responsabili della strage di Marzabotto. Reder è accusato anche delle stragi di S.Anna di Stazzena del 12 agosto 1944 (560 persone trucidate, in gran parte donne e bambini); Valla presso Fivizzano (19 agosto 1944, 103 vittime); San Terenzo (53 ostaggi uccisi). Il 31 ottobre, riconosciuto colpevole, sarà condannato all’ergastolo.
19 settembre: Reggio Emilia, assemblea al cinema De Amicis dei dipendenti statali e parastatali in sciopero. Una delegazione di lavoratori delle Reggiane illustra agli scioperanti lo stato della vertenza. Intanto si fa sempre più difficile la situazione in fabbrica. Iniziano a scarseggiare i fondi e molti negozianti e cooperative non fanno più credito. Aumenta anche l’assenteismo.
Sciopero nazionale degli statali nell’ambito della vertenza su scala mobile e aumenti salariali.
Viterbo, la Corte che sta giudicando il bandito Giuliano, respinge la richiesta di parte civile di citare Scelba, Mattarella, Verdiani e Cusumano. Domenico Albano, nel suo interrogatorio, conferma che Verdiani e un alto magistrato liberarono i parenti di Giuliano.
21 settembre: Torino, il direttore generale della Fiat Gaudenzio Bono annuncia che l’orario di lavoro sarà ridotto a 40 ore a causa del “sabotaggio” operaio e parla di 5.000 possibili licenziamenti.
22 settembre: Reggio Emilia, ancora un incontro a vuoto nella vertenza per le Reggiane.
Volterra, uccisi da sconosciuti tre contadini fra cui due attivisti sindacali. L’inchiesta ufficiale parla di rapina, ma questo movente risulterà discutibile trattandosi di persone non agiate.
23 settembre: Bologna, manifestazione di chiusura del festival nazionale dell’Unità. Largo spazio trova la situazione delle fabbriche in lotta contro i licenziamenti e la smobilitazione. Tra gli altri, almeno 200 lavoratori delle Reggiane partecipano al corteo con cartelli e striscioni. Nel discorso conclusivo, Palmiro Togliatti dedica grande spazio alla drammatica situazione occupazionale e in particolare alla vertenza delle reggiane.
Roma, si svolge il I Convegno nazionale del Movimento Lavoratori Italiani (MLI) dei dissidenti comunisti Cucchi e Magnani. In novembre si svolgerà un analogo convegno sindacale
24 settembre: nell’Agro romano, alcune migliaia di contadini marciano sulle terre degli agrari per rivendicare l’attuazione della riforma agraria e denunciare sabotaggi della legge, praticati dall’Ente Maremma.
26 settembre: Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia riconoscono il ruolo dell’Italia nel quadro dell’Alleanza atlantica e il diritto di ammissione all’ONU. Si dichiarano inoltre disponibili a una revisione del trattato di pace. In una nota dell’11 ottobre i sovietici subordinano la revisione del trattato all’uscita dell’Italia dalla Nato e alla decisione di non ospitare basi militari straniere. Il 16 De Gasperi respinge, intervenendo al Senato, il contenuto della nota.
Lucca, si apre il processo per la strage di Porzus del 7 febbraio 1945 a carico di 52 partigiani garibaldini e comunisti friulani, di cui 33 detenuti e 19 latitanti, fra i quali Luigi Zocchi (Ninci) e Giovanni Padoan, rispettivamente comandante e commissario della divisione Garibaldi Natisone, nonché Otello Modesti (Franco), delegato delle brigate Garibaldi al Cln di Udine. Sono imputati di delitti che vanno dall’omicidio aggravato al tradimento, per avere “in numero superiore a 5, sopprimendo i componenti della brigata partigiana Osoppo, spiegando attiva propaganda fra i partigiani di altre formazioni nonché fra la popolazione della zona ed operando alle dipendenze del corpo partigiano sloveno, commesso fatti diretti a sottrarre parte della provincia di Udine e Gorizia alla sovranità dello Stato italiano”. Secondo la difesa invece, il motivo dell’eccidio starebbe nella mancata collaborazione della Osoppo con le formazioni partigiane slovene e nell’attività di spionaggio a danno dei garibaldini.
Civitavecchia, i braccianti scioperano per protestare contro l’arresto di un centinaio di lavoratori, avvenuto durante le lotte per la terra. La lotta nell’Agro romano ha comunque portato all’assegnazione di 350 ettari ai contadini di Ceri e Genzano.
28 settembre: Zurigo, scissione dell’Internazionale di Malmoe. L’ala oltranzista, guidata dallo svizzero Guy Armandruz, fonda Nuovo Ordine Europeo. Nouvel Ordre Europèen ha l’obiettivo di riunire le forze neofasciste d’Europa, Italia compresa. I lavori si concludono con l’approvazione di una “dichiarazione” che imposta il programma del Noe su tre punti: difesa della razza (“proclamiamo la necessità di un razzismo europeo”), giustizia sociale e unità europea, quest’ultima “indispensabile per poter difendere la razza”. Sul piano politico – ideologico viene sancito che il “marxismo, ideologia asiatica, non è altro che la filosofia di lotta che porta le orde dell’Asia ad un altro attacco contro il mondo bianco”. Di qui la necessità “di una Europa nazionale armata”. L’assemblea è presieduta dal francese Renè Binet e dallo svizzero Guy Amaudruz, ex collaboratori dei nazisti.
Torino, la Cgil organizza uno sciopero del gruppo Fiat, per protestare contro la decisione dell’azienda di rafforzare la produzione bellica. Scioperi contro il riarmo avvengono anche al Pignone e alla Galileo di Firenze.
29 settembre: Roma, ennesimo incontro a vuoto nella vertenza per le Reggiane.
Tarquinia e Tuscania (Vt), la polizia interviene in forze per bloccare le lotte per la terra. Nella tenuta Presciano presso Genzano (Roma), di proprietà delle Assicurazioni Generali, la polizia effettua decine di fermi, poi rientrati in seguito alla protesta dei braccianti.
Settembre: Reggio Emilia, in un rapporto alla CGIL nazionale, la Camera del Lavoro ricostruisce l’attività svolta dal 5 aprile al 15 settembre, in merito alla vertenza delle Reggiane. Durante i mesi seguenti la svolta di maggio, mentre continua la propaganda e l’iniziativa di lotta, non mancano momenti di difficoltà con i lavoratori che inducono ad iniziative di discussione molto articolate. Numerose sono le assemblee per discutere l’andamento delle trattative. “Questa attività – si legge nel rapporto – ha permesso di mantenere legate le maestranze delle Reggiane ai problemi generali per i quali si stanno battendo tutti i lavoratori e le masse popolari italiane, per la pace, il lavoro e la libertà, contro la politica di guerra e affamamento del governo italiano”. Con il passare dei giorni diventa sempre più evidente
Autunno: Rimini, la polizia carica brutalmente i lavoratori che avevano occupato simbolicamente il Parecchia per sollecitare i finanziamenti statali per proseguire i lavori di arginatura del fiume. Numerosi i fermi effettuati.
1 ottobre: Roma, Pietro Secchia rende noti, nel corso di un intervento alla Camera, i dati relativi alla repressione poliziesca in 9 province italiane: “A Roma sono stati arrestati dal 1 gennaio di quest’anno, 868 lavoratori, 1.119 sono stati processati in pretura o in tribunale – naturalmente parlo solo di cause di carattere politico e sindacale – dei quali 760 sono stati condannati a pene varie. A Napoli gli arrestati sono stati 407, di cui 308 processati e 99 condannati a pene varie. A Reggio Emilia, 410 arrestati per diffusione di manifestini, sciopero, strillonaggio dell’Unità ecc., dei quali 146 denunciati e 250 bastonati dalla polizia. A Modena, 176 sono stati gli arrestati. A Livorno 483, di cui 105 per agitazioni esclusivamente sindacali, 62 per la diffusione dell’ “Unità”, 28 per la raccolta delle firme per la pace. A Foggia 156 lavoratori si trovano attualmente nelle carceri, arrestati per motivi politici e sindacali. A Bari, 2.214 lavoratori arrestati, 2.080 processati, 1.660 assolti, 380 condannati a pene varie. A Lecce 75 arrestati, a Brindisi 32 arrestati. Sono complessivamente 4.728 i lavoratori arrestati durante questo anno in sole 9 province durante scioperi, agitazioni sindacali, per diffusione di manifestini, della “Unità”, per la raccolta delle firme per la pace ecc.”.
4 ottobre: Reggio Emilia, seconda Conferenza di fabbrica, organizzata dalla sezione comunista delle Reggiane.
Roma, le tre confederazioni chiedono al Senato di approvare senza ulteriori modifiche il testo di legge sui patti agrari, già approvato dalla Camera.
CISL e UIL entrano a far parte del Comitato nazionale della produttività, istituito da De Gasperi.
6 ottobre: Reggio Emilia, dopo 493 giorni di lotta si chiude la vertenza delle Reggiane. L’accordo concede la precedenza, per la durata di un anno, nelle assunzioni nelle Nuove Reggiane, agli operai in forza alle vecchie Reggiane all’atto della liquidazione.
7 ottobre: Reggio Emilia, commentando l’accordo raggiunto alle Reggiane, scrive l’Unità: “gli obiettivi del governo e dei padroni erano sin dall’inizio brutalmente chiari ed espliciti: liquidazione della fabbrica o quanto meno lasciarne temporaneamente in vita solo un troncone per organizzare un piccolo centro di crumiraggio (…) In questo quadro l’accordo raggiunto ieri notte a Roma rappresenta senza dubbio un buon successo per i lavoratori. Certo non è nemmeno quello che i lavoratori reggiani, i piccoli produttori della città e delle campagne chiedevano al governo (…) La lotta comunque non è terminata: i lavoratori non si illudono certo su questo punto, essa muterà nella forma, ma non muterà nella sostanza degli obiettivi. Noi abbiamo vinto, dicono i lavoratori reggiani, perché abbiamo aumentato la stima e la fiducia di tutti i democratici verso la classe operaia e abbiamo fatto conoscere meglio la via del risanamento dell’economia nazionale”.
Intervenendo, invece, su Rinascita, Walter Sacchetti scrive: “la scelta dell’applicazione proprio in Emilia della politica di smantellamento dell’industria nazionale a tutto vantaggio di quella dei monopoli americani, propugnata da La Malfa, ha un significato molto chiaro e preciso (…) si tratta cioè di colpire contemporaneamente il movimento sindacale e quello democratico (…) Fallito il piano di attacco contro l’Emilia democratica e partigiana (…) non vi è dubbio ormai sul fatto che il governo DC abbia scelto la sua fatale strada per disgregare la classe operaia emiliana attraverso la smobilitazione dell’industria”.
Ma la conclusione della vertenza delle Reggiane si inserisce in un quadro economico provinciale estremamente difficile. Nelle campagne la disoccupazione è alta, mentre gravi problemi investono una serie di piccole e medie fabbriche. Chiudono, in questo periodo, l’Arduini e la Montanari, lasciando a casa 120 lavoratori; la SMEA (65), la SAGIF (169), la Prati (80), la CAIF (28), la SNIA (64), la Marchino Ventoso (115). Richiesti 36 licenziamenti alla Marconi, 40 alla Ficarelli, 80 alla Slanzi. Difficoltà anche per la Ruggerini e la Capolo e per altre fabbriche.
8 ottobre: Giuseppe Dossetti, leader della sinistra democristiana, si dimette dal partito per i contrasti con De Gasperi. Successivamente abbandonerà la vita politica per prendere i voti monastici.
Roma, il direttore del SIFAR, Umberto Broccoli, invia al Capo di Stato Maggiore Efisio Marras un promemoria chiamatoOrganizzazione operativa nel territorio nazionale suscettibile di occupazione nemica. “Nell’attuale – si legge nel documento – relatività di forze Nato e Cominform, primo dovere del Sifar è quello di prevedere, in caso di conflitto, l’occupazione nemica di almeno parte del territorio nazionale e di pre organizzare il servizio informazioni, il sabotaggio, la propaganda e la resistenza”.
Si informa di aver già predisposto una rete di resistenza capace di fornire informazioni, sabotare gli impianti e fornire assistenza ai militari rimasti dietro le linee.
Il direttore del SIFAR chiedeva inoltre di essere autorizzato a individuare 7 ufficiali da inviare immediatamente presso laTraining Division dell’IS per essere addestrati. I corsi in Inghilterra erano già stati prenotati e sarebbero iniziati il 15 novembre per concludersi il 12 febbraio 1952. Al termine del corso uno degli ufficiali sarebbe diventato il coordinatore generale della rete. Gli altri avrebbero diretto le sei branche operative: informazioni, sabotaggio, propaganda, comunicazioni, cifra e esfiltrazioni.
Si prevedeva di completare in un anno l’addestramento di 200 uomini.
Come coordinatore fu chiesto il capo del SIOS-Aeronautica, colonnello pilota Santini. Come responsabili operativi vennero individuati il colonnello Tessitore, capo dell’ufficio O del SIFAR; il tenente colonnello Garofalo e il maggiore Antino, entrambi già in servizio al SIFAR. Nono stante la collaborazione già avviata con gli inglesi, Broccoli fa presente che sarebbe più opportuno legarsi ai servizi americani.
La rete clandestina comincia dunque a muovere i primi passi. Era previsto che la direzione venisse assunta da alti ufficiali in servizio al SIFAR. Lo stesso Direttore si impegnava in prima persona prevedendo un comitato segreto composto dal coordinatore, dai rappresentanti degli uffici operazioni delle tre armi, dal rappresentante della CIA e, quando necessario, da un rappresentante del comando Su Europa della NATO.
Reggio Emilia, il segretario generale della FIOM Giovanni Roveda, spiega all’assemblea dei lavoratori delle Reggiane i termini dell’accordo siglato a Roma. Alle 16 i lavoratori escono in corteo, con alla testa Di Vittorio, Roveda e i dirigenti della Camera del Lavoro per recarsi in Piazza della Libertà dove parla Giuseppe Di Vittorio.
9 ottobre: Roma, il proprietario di una fabbrica di sapone riceve con la pistola in pugno il padre di un giovane appena licenziato, che aveva chiesto un colloquio chiarificatore.
Il Tribunale di Milano assolve tre tranvieri, denunciati dalla polizia con l’imputazione di abbandono del servizio, per aver aderito allo sciopero contro la visita di Eisenhower.
10 ottobre: Roma, il ministro delle Finanze, Ezio Vanoni, introduce la dichiarazione obbligatoria dei redditi.
Reggio Emilia, nella risoluzione del Comitato Federale del PCI, si afferma tra l’altro: “A nessuno deve essere consentito di cambiare il volto economico e civile della nostra provincia, di aggravarne ulteriormente la già gravissima situazione economica e sociale. A nessuno sia consentito di liquidare i nuclei della classe operaia che esprime gli interessi di tutte le categorie, del popolo e quindi della nazione e della Patria. Siamo d’accordo con chicchessia pur di occupare il maggior numero di operai nella fabbrica e avviare una produzione di pace”.
Roma, da un’interpellanza, firmata da alcuni deputati dell’opposizione, si apprende che nelle miniere della Montecatini ci sono stati 12 morti e diversi feriti in soli 2 mesi.
12 ottobre: Roma, la Camera dei deputati, su proposta di Vigorelli ed altri deputati, delibera la istituzione di una commissione d’inchiesta “sulla miseria in Italia e i mezzi per combatterla”. Un sondaggio ha evidenziato fra l’altro che le famiglie povere sono dislocate per il 5,8% al nord e per il 50,2 al sud. Scrive Giorgio Bocca: “(…) Chi volesse dare una cifra riassuntiva della miseria siciliana potrebbe dire: 21.852 famiglie vivono in grotte o baracche. Se si volesse citare il paese della povertà assoluta si potrebbe dire Bonpensiere: ha 2.400 abitanti, l’ospedale più vicino è a 25 chilometri, il medico condotto a 6, niente farmacia, si macella la carne di manzo due volte l’anno, 25 chili di carne ovina la settimana bastano, dato che i braccianti non sono in grado di comperarla, lavorano dai 100 ai 120 giorno l’anno a salari sotto le 300 lire giornaliere. A Licata, che conta 40.000 abitanti, 10.000 persone vivono in case prive di servizi e 1000 stanno nelle grotte (…) I contadini di Agrigento spesso non possono cucinare per mancanza di combustibile e di grassi; il loro pasto freddo è composto da pane, cipolle, olive e sarde sotto sale (…) Il lavoro minorile è diffusissimo, almeno il trenta per cento dei ragazzi poveri elude l’obbligo scolastico e molti ragazzi lavorano come manovali nelle zolfatare, altri vengono impiegati per il trasporto di sacchi di 30 o 35 chili nelle aziende dei profumi o delle conserve a una paga di 200 o 300 lire al giorno. A Reggio Calabria le raccoglitrici di olive che per contratto dovrebbero ricevere 500 lire al giorno per 8 ore di lavoro, ne prendono la metà lavorando 12 o 14 ore; le raccoglitrici di gelsomino fanno il lavoro notturno per sole 100 lire(…)”
Roma, si apre il processo a carico di 39 fascisti dei Far, accusati di apologia di fascismo, tentata ricostituzione del Partito fascista e di attentati dinamitardi. La seduta è movimentata da una ironica osservazione di uno degli accusati, Tommaso Stabile (che si dichiara estraneo agli attentati), il quale fa presente alla Corte che il presidente dell’Anci, l’associazione carristi accusata di collaborazione coi Far dall’ufficio politico della Questura, è il generale Babini, attualmente in servizio presso il ministero della Difesa. Evola, che si trova fra gli indiziati, svolge una dotta disquisizione sul fascismo.
12 – 14 ottobre, Genova, presenti 180 delegati si svolge il 1° Congresso nazionale che definisce l’assetto costitutivo della Federazione Italiana Metalmeccanici (FIM).
13 ottobre: Roma, scontri tra fascisti e antifascisti al quartiere Tiburtino. La polizia ferma alcune persone
13 – 17 ottobre: Parma, la Cgil organizza la “Conferenza nazionale della gioventù italiana”. Nell’occasione è presentato lo “Schema di provvedimento legislativo sulla disciplina dell’apprendistato”(legge sull’Apprendistato ndr), presentato alla Camera da Di Vittorio e Santi
15 ottobre: Napoli, un congresso nazionale di inquilini e senza tetto sforna una consistente documentazione, dalla quale risulta fra l’altro che 2 milioni e mezzo di italiani abitano in baracche, ruderi e grotte e che il fabbisogno abitativo richiede almeno 12 milioni di vani; che l’Ina casa ha speso in un anno un terzo del denaro incassato, la metà del quale di provenienza dai lavoratori.
16 ottobre: Pakistan, assassinato il primo ministro Liaqat Ali Khan.
18 ottobre: Milano, alcune centinaia di giovani manifestano contro il riarmo davanti al consolato. Sospensioni simboliche dal lavoro e comizi sono organizzati dal Pci e da altre organizzazioni anche a Terni, Reggio, Modena e in altre località.
19 ottobre: Torino, sospensioni dal lavoro alla Lancia e alla Fiat contro i tagli e il supersfruttamento.
Reggio Emilia, decisa la costituzione di Leghe della FIOM in tutti i quartieri, comuni e frazioni. A tale proposito scrive il segretario provinciale della FIOM, Azzolini: “Le Leghe rappresenteranno gli strumenti più sensibili e sperimentati della nostra organizzazione sindacale unitaria perché costituita di lavoratori che hanno saputo dimostrare a tutta la provincia e al paese di essere all’avanguardia dell’unità della classe operaia nella lotta per la difesa dell’industria nazionale, della democrazia e della libertà. Queste saranno di esempio a tutte le altre Leghe di categoria, trasmetteranno alle medesime le loro preziose esperienze di organizzazione e di lotta, portando così un enorme contributo al rafforzamento e allo sviluppo di tutto il movimento sindacale dei lavoratori della nostra provincia”.
22 ottobre: nel Fucino, riprende la lotta bracciantile per imporre all’Ente Fucino l’esproprio e l’assegnazione dei feudi Torlonia.
Washington,il presidente Truman nomina il generale Mark Clark ambasciatore in Vaticano, dichiarando: “E’ noto che il Vaticano è deciso nella sua lotta contro il comunismo. Dirette relazioni diplomatiche non potranno pertanto che giovare nel coordinare lo sforzo per combattere la minaccia comunista”.
25 ottobre: il deputato regionale siciliano Giuseppe Montalbano presenta al Tribunale di Palermo una denuncia nei confronti degli onorevoli Giovanni Francesco (Gianfranco) Alliata di Montereale, Tommaso Leone Marchesano e Giacomo Cusumano Geloso, tutti monarchici, accusandoli di essere i mandanti della strage di Portella della Ginestra dell’1 maggio 1947. Montalbano dununcia anche Ettore Messana, capo dell’Ispettorato Generale di Pubblica Sicurezza per la Sicilia all’epoca della strage, accusandolo di correità nell’organizzazione dell’eccidio. I denunciati reagiranno querelando Montalbano per diffamazione e calunnia, ma il Tribunale di Palermo archivierà i relativi procedimenti non ravvisando elementi sufficienti per avviare l’azione penale nei confronti tanto dei denunciati quanto dal denunciante.
Calabria e Puglia, occupati dai contadini alcuni feudi incolti.
Milano e Sesto San Giovanni, sciopero di solidarietà con i lavoratori della Breda.
25 – 26 ottobre: Rimini, I Congresso circondariale della CGIL. Si formalizza la raggiunta autonomia del sindacato riminese dalla Camera del Lavoro di Forlì: nasce la Camera confederale del lavoro di Rimini. Con 29.416 iscritti, la CGIL organizza oltre il 50 per cento della forza lavoro disponibile nel circondario.
27 ottobre: Gran Bretagna, dopo la vittoria elettorale dei conservatori, Wiston Churchill ritorna alla guida del governo.
L’Egitto abroga unilateralmente il trattato d’alleanza con la Gran Bretagna, siglato nel 1936, e pone fine al condominio anglo-egiziano in Sudan.
Messina, 631 contadini denunciati dagli agrari per occupazione di terre, sono assolti dal Tribunale.
29 ottobre: Lecce, incriminati, per l’occupazione delle terre del principe Ruffo, 23 contadini.
30 ottobre: Milano, due tragedie dovute alla disoccupazione: un operaio licenziato dalla Breda si uccide per disperazione, e un ex fattorino lancia una bomba nell’ufficio del direttore della Imac, dal quale era stato licenziato 20 giorni prima, morendo dilaniato con altre 2 persone.
Viterbo, commentando quanto sta emergendo dal processo contro Salvatoe Giuliano, l’organo democristiano Il Popolo scrive che “non è compito della Corte d’assise accertare se esistano o no dei mandanti” e che “non si vede nessun motivo di rinvio del processo”.
31 ottobre: presentato alla Camera un disegno di legge governativo anti sciopero e discriminatorio soprattutto verso la Cgil. Stabilisce fra l’altro: a) che la composizione delle rappresentanze unitarie è rimessa all’accordo fra le associazioni ma, qualora questo accordo non si raggiunga, è il ministero a determinare la composizione; b) per la stipula dei contratti è sufficiente la maggioranza dei delegati, purché vi appartenga almeno la metà delle associazioni; c) il diritto di sciopero è ammesso esclusivamente “per le controversie che abbiano per oggetto la formazione o la modificazione delle condizioni di lavoro disciplinabili con contratto collettivo”; esclusi quindi gli scioperi di solidarietà, contro i licenziamenti politici ecc.
1° novembre: il ministro del commercio Ugo La Malfa avvia, con una riduzione delle tariffe doganali, la liberalizzazione degli scambi commerciali.
3 novembre: Imperia, un gruppo di militari del V° Car, compie un’aggressione ai danni della federazione del Pci.
4 novembre: Milano, sciopero per salvare la Breda dalla smobilitazione e contro la legge antisindacale presentata dal governo.
San Giovanni Valdarno, scendono in agitazione i lavoratori delle vetrerie contro la smobilitazione.
5 novembre: Viterbo, durante il processo Giuliano, il presidente D’Agostino rigetta tutte le richieste della parte civile di riunificazione del processo con altri a carico della banda, nonché la citazione delle persone indicate come mandanti e del capitano Perenze, del generale Luca, del questore Marzano, del prefetto Vicari, del vice capo della polizia Coglitore e dell’on. Varvaro. Vengono rigettate anche le richieste del difensore di Pisciotta di citare gli on. Romita e Ruini, per deporre sull’attività dell’Evis.
Roma, alla presenza dell’ambasciatore americano Dunn e del capo della missione Eca a Roma Dayton, si riuniscono gli industriali italiani invitati per la seconda metà di novembre a New York per la I Conferenza internazionale degli industriali, indetta dall’Eca di Washington insieme all’Associazione industriali americani (Nan) per studiare i piani di produzione bellica e non. Della delegazione faranno parte fra gli altri il presidente e i vice presidenti della Confindustria, Costa, Quintieri e Segré; ed inoltre Valletta, Pirelli, Marzotto, Acquarone, Olivetti, Pesenti, Piaggio, Valerio.
7 novembre: Roma, In una nota del Sifar si afferma che il maggiore Karl Hass “opera in collaborazione con il commissario Gesualdo Barletta del ministero dell’Interno (…)”.
9 novembre: sciopero nazionale dei minatori, preceduto da una settimana di agitazioni in varie località, fra le quali il bacino di Carbonia.
11 novembre: Argentina, Juan Peron viene plebiscitariamente confermato Presidente della Repubblica.
11 – 14 novembre: Napoli, I Congresso confederale della Cisl. I lavori sono presieduti da Renato Cappugi. Partecipano al Congresso 768 delegati, di cui 322 rappresentanti delle Usp e 446 rappresentanti delle Federazioni e sindacati di categoria. Il tema congressuale è: “Uomini liberi nel sindacato libero”.
La Cisl conta 1.189.882 iscritti. Questa la segreteria che guida la Cisl dopo il primo Congresso: Pastore (segretario generale); Morelli (segretario generale aggiunto), Storti, Coppo, Cuzzaniti, Parri, Canini, Cajelli, Cavezzali e Rocchi (membro di diritto in quanto direttore di “Conquiste del lavoro”).
13 novembre: Washington, documento della sezione C del Psycological and strategy board (PSB), incaricata di elaborare e perfezionare i piani per la discriminazione che il governo De Gasperi avrebbe dovuto compiere contro i cittadini iscritti al PCI. Si legge tra l’altro: “progredire gradualmente verso la rimozione dei comunisti dalle cariche amministrative nelle scuole e nelle università e guardare alla riorganizzazione degli enti assistenziali con lo scopo di aumentarne l’efficienza e ridurre – ed eventualmente eliminare – la rappresentanza comunista”. Il documento aggiunge ancora: “Aumentare la discriminazione nei confronti di quelle ditte che impiegano manodopera comunista per quanto concerne l’affidamento dei contratti governativi”. “Agire legislativamente ed amministrativamente per prosciugare le fonti di reddito in Italia del Partito comunista (…) Ciò potrebbe includere azioni per ridurre, ed eventualmente far fallire, le cooperative controllate dai comunisti e le società di import-export che convogliano fondi al partito”. Anche il governo statunitense si impegnerà da par suo: “Gli Stati Uniti si impegneranno a screditare il partito comunista, le organizzazioni comuniste e le figure di spicco comuniste, mediante: a) la distruzione della rispettabilità del Partito comunista; b) la compromissione dei comunisti che ricoprono cariche pubbliche; C) lo screditare gli sforzi comunisti durante la IIa guerra mondiale d) il gonfiare gli scandali riguardanti i leader del PCI”. C’è poi un invito, non si sa a chi rivolto, con cui si chiede di “impegnarsi in una propaganda aggressiva che includa programmi d’informazione coordinati a quelli del governo italiano e che sembrino d’ispirazione italiana, piuttosto che statunitense”. Questo passaggio è stato censurato, così come quello successivo che elenca un cospicuo numero di proposte, tipo quella che suggerisce al governo di “rendere noto che i comunisti incontrano difficoltà nell’emigrare nei paesi democratici” (documento agli atti della Commissione stragi e citato in Paolo Cucchiarelli – Aldo Giannuli Lo stato parallelo, Gamberetti editore, pag. 34). Un applicazione delle direttive contenute nel promemoria, si vedono immediatamente: numerosi licenziamenti avvengono tra i lavoratori del porto di Livorno; 400 comunisti sono licenziati dalla FIAT. La stessa situazione si crea negli arsenali di Taranto e La Spezia. Contemporaneamente gli americani chiedono a De Gasperi di nominare un proprio rappresentante presso l’ambasciatore americano a Roma, James Clement Dunn, per “esaminare, di tanto in tanto, il problema di un’azione comune contro il comunismo”. Inoltre il segretario di stato Acheson rivolge un perentorio invito a Pacciardi di giovarsi dell’aiuto di CISL e UIL. Tutti gli interventi saranno pianificati dal PSB che predispone appositamenteil piano Demagnetize.
Pisa, il consiglio provinciale approva a maggioranza di richiedere alla Prefettura la concessione in affitto di terreni demaniali tra San Piero e Stagno, che secondo voci correnti sarebbero stati ceduti al Logistical Command.
Novembre: una violentissima alluvione devasta il delta del Po colpendo in particolare il Polesine. Il Po rompe gli argini a Peviole di Rovigo: 84 morti e 150 mila persone sono costrette a lasciare le proprie abitazioni. I danni superano i 60 miliardi.
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https://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_del_Polesine_del_novembre_1951#Cronologia_dell’alluvione
Novembre 1951: la Catastrofe dell’Alluvione del Polesine
Era l’anno delle acque cattive, quel 1951, con un cielo ostile sempre gonfio di pioggia, che per mesi e mesi si abbatte in particolare sull’Italia centro-settentrionale, ma non risparmia nemmeno il sud e le isole: a ottobre, per inondazioni e frane muoiono, tra Calabria, Sicilia e Sardegna, 90 persone. Disastri naturali che sono un triste presagio all’alluvione del Polesine.
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https://www.vanillamagazine.it/novembre-1951-la-catastrofe-dellalluvione-del-polesine/
15 novembre: iniziano in Gran Bretagna i corsi per gli ufficiali Nato che dovranno, poi, predisporre le reti di resistenza anti invasione all’interno dei loro territori. I corsi ai quali avrebbero dovuto partecipare 7 ufficiali italiani (ma non esiste riscontro documentale), fra i quali il colonnello dell’aeronautica Felice Santini, si concluderanno il 12 febbraio 1952.
17 novembre: Perugia, il Tribunale condanna sei carabinieri, fra cui il maresciallo Falomi a 7 mesi di reclusione, e gli altri a 6 mesi, oltre al risarcimento dei danni, per avere torturato 5 detenuti allo scopo di estorcere loro confessioni, in seguito ritrattate. I 5 torturati sono operai, arrestati nel 1949 per furto di stoffe: ma in un secondo tempo emergeranno i reali responsabili, trovati in possesso della refurtiva.
Il principe Junio Valerio Borghese aderisce al Msi, che dirama in proposito un comunicato con il quale saluta “con senso commosso di orgoglio” l’ingresso di Borghese nel partito, affermando: “l’atto del Comandante probabilmente altro non fa che dare crisma di ufficialità a quella comunione di fede e di intenti che ha sempre legato il Partito all’Eroe; ma non è per questo meno importante ed indicativo agli effetti politici e morali (…) L’atto ufficiale di Valerio Borghese consacra quindi il Msi come l’unico centro attivo di attrazione per il quale gli italiani veramente sentono di dovere e di potere ancora servire la Patria nella battaglia morale e politica che conducono per la resurrezione. E non è senza significato che Valerio Borghese abbia chiesto l’iscrizione al Msi nei giorni stessi in cui Mario Scelba istigava il Senato a violare la Costituzione con la legge repressiva contro il fantomatico neofascismo. L’Eroe di tutte le battaglie del mare; il violatore di Malta, di Gibilterra e di Alessandria; il condottiero impavido delle legioni di veterani e di giovanissimi della X Mas che nell’ora della tragedia seppero offrire la vita per salvare l’onore d’Italia, ha saputo e voluto fare la propria scelta nell’ora del pericolo. L’uomo che, animando della propria fede e della propria perizia degni gregari, seppe infliggere colpi mortali e definitivi alla potenza e al prestigio britannico sui mari, entra nella lotta politica levando alta la bandiera del proprio passato, che è quella dell’Italia eroica della grande tradizione. Mentre l’Antitalia sta giocando le sue ultime carte contro l’Italia dell’onore e della rinascita, Valerio Borghese ha ripreso impavido ed indomito il proprio posto di combattimento nelle file del Msi. Per questo il Msi lo saluta con commosso e riconoscente orgoglio”.
18 novembre: manifestazione nazionale dei pensionati in lotta per un aumento di 3.000.
19 novembre: per far fronte ai danni dell’alluvione in Polesine, il governo stanzia 22 miliardi ricavabili da un’addizionale straordinaria e indiscriminata sulle imposte dirette. L’opposizione di sinistra aveva chiesto in suo luogo una “tassa sui ricchi” e altresì che non si tenga a Roma la riunione del Consiglio atlantico, finalizzata alla discussione sul riarmo. La parola d’ordine della protesta delle sinistre è “tutto per gli alluvionati, niente per il riarmo”.
20 novembre: la Corte d’assise di Roma pronuncia la sentenza contro trentasei neofascisti iscritti al Msi accusati di una decina di attentati terroristici compiuti dall’organizzazione Legione Nera, struttura clandestina dei Far (Fasci d’Azione Rivoluzionaria). Ventitre imputati sono assolti, tredici condannati. Tra i primi Giulio Cesare (Julius) Evola, Egidio Sterpa, Aldo Serpieri; tra i secondi, riconosciuti colpevoli anche di ricostituzione del partito fascista, Clemente Graziani, Fausto Gianfranceschi, Franco Dragoni, Luciano Lucci Chiarissi, Cesare Pozzo, Flaminio Capotondi.
21 novembre: Turania (Rieti), i precari che si affollano davanti al cantiere chiedendo l’inizio dei lavori, trovano invece i carabinieri e la polizia che li disperdono.
Le autorità governative impediscono l’ingresso in Polesine di centinaia di giovani volontari, impomgono loro il con foglio di via obbligatorio e ordinano che solo le organizzazioni autorizzate dal ministero possano portare soccorso agli alluvionati. In diverse città, i prefetti si oppongono alle offerte delle famiglie di ospitare i profughi, soprattutto bambini, nelle loro case.
Torino, continuano le agitazioni alla Fiat, fra l’altro contro il licenziamento di 23 lavoratori.
26 novembre: Roma, la polizia carica una manifestazione organizzata dal Pci per protestare contro i lavori del Consiglio atlantico. Seguono scontri fra polizia e manifestanti che, raggiunto palazzo Chigi, sono dispersi con gli idranti. Moltissimi i denunciati e i fermati al termine di 3 giorni di proteste iniziate già il 24 novembre. Secondo il quotidiano comunista “l’Unità”, sarebbero intercorse telefonate concitate fra il questore Polito e il ministro Scelba, che avrebbe ordinato di calcare la mano. Fra i denunciati vi è l’on. Concetto Marchesi, che viene malmenato, e l’ex partigiano Rosario Bentivegna.
27 novembre: Roma, in una conferenza stampa, il segretario nazionale del Msi Augusto De Marsanich saluta la nascita dell’esercito atlantico e dichiara che i giovani del Msi sapranno compiere il loro dovere contro la incombente minaccia comunista, asserendo: “I giovani del Msi hanno più di tutti gli altri il senso del dovere nazionale e compiranno tale dovere con un entusiasmo e con uno spirito di abnegazione ineguagliabili”.
29 novembre: Bologna, siglato alla Cattabriga un accordo aziendale che prevede, a partire dal successivo 19 dicembre, il 15 per cento di aumenti salariali. La cosa non va a genio all’Associazione industriali che mette in atto una pesante azione ricattatoria nei confronti della proprietà della Cattabriga, la quale è costretta – non per mancanza di commesse, ma per difficoltà di liquidità e creditizie – a chiedere la riduzione dell’orario a 40 ore settimanali, pagate 28. la manovra, ovviamente, trova l’opposizione dei lavoratori. Il 16 gennaio 1952 viene attuata la serrata e successivamente la direzione annuncia la disponibilità a discutere sulla base di 60 licenziamenti su 167 dipendenti. Dopo alterne vicende la vertenza si chiude con i 60 licenziamenti tra cui i membri della Commissione interna, il Consiglio di gestione e i componenti il Comitato per la pace, oltre ad altri lavoratori tra i più impegnati politicamente e nel sindacato.
Novembre: Teramo, l’Italstrade proclama la serrata per fermare la lotta dei dipendenti, mantenendo le gallerie senza energia elettrica né ventilazione.
Torino, scioperi alla Fiat contro i licenziamenti.
Dicembre: Rimini, conferenza di produzione alla Calchi e Cementi Valle Marecchia, del gruppo FIAT.
Mondaino (Fo), durante la vertenza alla Galanti – fabbrica di fisarmoniche – la direzione sospende 46 lavoratori.
Reggio Emilia, Conferenza economica per la rinascita delle Reggiane e dell’economia provinciale.
2 dicembre: l’ex comandante della X Mas Junio Valerio Borghese è acclamato presidente onorario del Msi (Movimento Sociale Italiano). Contro la politica filo atlantica di Borghese, prende duramente posizione, sul periodico Il Pensiero Nazionale, l’ex ammiraglio Ferruccio Ferrini, già sottosegretario alla Marina della Rsi (Repubblica Sociale Italiana).
3 dicembre: Viterbo, al processo per la strage di Portella della Ginestra, il procuratore generale Tito Parlatore pronuncia una requisitoria riduttiva, in particolare sul ruolo della mafia, degli agrari e dei mandanti politici che restano nell’ombra. Il Procuratore tesse le lodi delle forze di polizia e afferma che il banditismo siciliano fu favorito dal “mito di supremazia e invincibilità sorto intorno alla figura di Salvatore Giuliano”. Quanto ai rapporti di polizia e carabinieri con la banda, Parlatore afferma che “lo scopo che le forze di polizia perseguivano fu raggiunto: un fenomeno grave e sconcertante fu stroncato. Mai come in questo caso, il fine giustifica i mezzi”.
4 dicembre: Roma, il governo presenta un progetto di legge – che susciterà un’ampia discussione in tutto il Paese – concernente le “disposizioni per la disciplina giuridica dei rapporti di lavoro”.
La Camera dei deputati approva la costituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare sulla disoccupazione, con 334 voti favorevoli e 25 contrari.
Abano Terme, 1.800 famiglie di sfollati vengono sfrattate dagli alberghi della cittadina, per ordine del sindaco.
7 dicembre: l’Assemblea generale dell’ONU approva la proposta di ammissione dell’Italia.
Palermo, l’onorevole Antonio Ramirez scrive un memoriale con le rivelazioni fattegli dal deputato Gioacchino Barbera il quale gli aveva detto: 1) che Tommaso Leone Marchesano gli aveva confermato di essere stato lui a ordinare a Giuliano di sparare a Portella delle ginestre, non per uccidere ma per spaventare i comunisti; 2) che lui, Alliata e Cusumano erano sempre stati in contatto con Giuliano e che “quasi tutte le lettere di estorsione erano scritte” con il suo consenso nel palazzo di Alliata; 3) che Pisciotta aveva detto la verità sul conto suo, di Alliata e Mattarella; 4) che egli era affiliato all’alta mafia. Il memoriale sarà consegnato dai familiari, dopo la sua morte, il 6 novembre 1969, al deputato comunista Giuseppe Montalbano.
8 dicembre: Raffadali, assassinato il boss Gerlando Milia, erede designato del capofamiglia, che tra l’altro è suo zio, l’avvocato Salvatore Cuffaro. Proprio Cuffaro però ha ordinato l’omicidio dei nipote. Vengono promossi Vincenzo Di Carlo e Santo Librici. Comincia una faida che sfocerà dieci anni più tardi nel delitto Tandoy.
10 dicembre: Centuripe (Enna), 20 lavoratori precari che stanno effettuando uno sciopero della fame, ottengono il riconoscimento e conseguente pagamento di lavori svolti per sistemare le zone alluvionate, nonché l’apertura di un nuovo cantiere.
12 dicembre: Foggia, si svolge il processo per i fatti di San Severo del 23 marzo 1950, nei quali la polizia ha ucciso il giovane Di Nunzio e ferito decine di manifestanti. I 4 principali imputati, accusati di “insurrezione armata contro i poteri dello Stato, avvenuta con la formazione di barricate e uso di armi contro le forze di polizia” sono Erminio Colaneri, bibliotecario, Antonio Berardi, impiegato comunale, Carmine Cannelonga, segretario della locale Cdl e Matteo D’Onofrio, bidello. Le fotografie prodotte al processo mostrano barricate rudimentali, e le armi riprodotte non sono che fionde per lanciare sassi, mentre i pochi feriti riportati dalle forze di polizia non hanno riportato alcuna lesione da arma da fuoco. Diversi testimoni dichiarano che i rastrellamenti avvennero prima degli scontri ed alcuni imputati denunciano le torture subite: Pietro Forte denuncia la tortura dell’acqua, praticata con un tubo mentre gli era stato messo uno scarafaggio sul ventre, D’Errico dichiara di essere stato appeso ad un uncino, Matteo De Florio di aver avuto i denti spezzati durante l’interrogatorio a causa delle percosse. Il maresciallo Como, dal canto suo, ammette di aver inviato fra i lavoratori una prostituta sua informatrice, per acquisire notizie sull’agitazione.
14 dicembre: Roma, la Camera vota l’autorizzazione a procedere contro l’on. Francesco Moranino (“Gemisto”) per la fucilazione, in qualità di comandante di una divisione garibaldina, di 7 persone ritenute spie dei nazisti
17 – 18 dicembre: Reggio Calabria, la polizia impedisce a un gruppo di bimbi delle zone alluvionate del Polesine di trovare ospitalità presso le famiglie che l’avevano offerta, attraverso la locale Camera del Lavoro. La polizia, inoltre, fa irruzione nella sede della Camera del Lavoro. I genitori però denunciano il prefetto per il sequestro dei bambini, e la magistratura accoglie il loro ricorso obbligando le autorità a rilasciarli, permettendo così di recarsi nella destinazione desiderata, nonché a risarcire le famiglie.
19 dicembre: Roma, dopo un concitato dibattito alla Camera, la maggioranza nega l’aumento dei sussidi e la sospensione del pagamento delle imposte nelle zone alluvionate, proposti dalle sinistre.
21 dicembre: revisione del trattato di pace tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia. Abolite, tra l’altro, le clausole di restrizione al riarmo. Abolito anche il preambolo che definiva l’Italia uno stato nemico conquistato. L’Italia viene riconosciuta “membro della famiglia delle nazioni democratiche e amanti della libertà”.
24 dicembre: dichiarazione d’indipendenza della Libia. Sul trono sale Re Idris al-Sanusi
31 dicembre: di fine anno il saluto del presidente della Repubblica, Luigi Einaudi:
https://presidenti.quirinale.it/elementi/16
Dicembre: congresso della Federazione nazionale combattenti della Rsi. Acclamato presidente il maresciallo Rodolfo Graziani.
Cina, promossa dal Partito comunista una campagna contro la corruzione e la burocrazia dei funzionari governativi.
DURANTE L’ANNO
Livorno, l’area di Tombolo, circa 2.000 ettari, viene ceduta agli Stati Uniti, all’insaputa del Parlamento, con un accordo segreto siglato dal ministro della difesa Randolfo Pacciardi. Diventerà la base militare statunitense di Camp Darby. Il trattato di cessione non è mai stato reso pubblico. Sarà la sede USAF dell’Ottava Armata che ha compiti di supporto logistico per tutte le forze americane operanti in Europa a sud del Po. Vi opereranno dai 4.000 ai 7.000 militari statunitensi. Vi lavorano anche 600 civili italiani che devono giurare all’atto dell’assunzione: “(…) Io solennemente giuro che non favorisco alcun membro protettore di partiti politici che comportano la sovversione degli Stati Uniti d’America o che asseriscono il diritto di sciopero contro il governo italiano o contro il governo USA (…)“.
Il movimento dei giuristi costituzionalisti fonda la Rivista Giuridica del Lavoro, che rivendica l’applicazione sostanziale delle norme costituzionali anche nel rapporto di lavoro
Napoli, l’IRI rileva gli stabilimenti AVIS di Castellammare (Avioindustrie stabiesi Catello Coppola) e l’IMAM (Industrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali)