Il lavoro, le lotte, la politica giorno per giorno
SITO IN CONTINUO AGGIORNAMENTO
19 gennaio: Bologna, Filippo Tommaso Marinetti tiene una conferenza all’Università. Il leader del futurismo parla dei danni della cultura umanistica e della necessità di formare dei tecnici invece che dei sapienti. La sera al teatro del Corso lo stato maggiore futurista, di cui fanno parte Carrà, Boccioni, Balilla Pratella e Russolo, tenta di mettere in scena una sintesi dal titolo “Elettricità”. La rappresentazione viene interrotta dalle intemperanze del pubblico, compreso il proverbiale lancio di ortaggi. L’epilogo della giornata si ha al Caffè San Pietro in via Indipendenza, dove Marinetti è aggredito da un “passatista”: ne segue un parapiglia generale
20 gennaio: fondata a Londra la Pirelli-General Cable Works Ltd, da Pirelli e General Electric Company
30 gennaio: Milano, disordini e sabotaggi alle Officine Meccaniche. L’azienda decide la serrata che durerà fino al 12 febbraio. Sconfitta dell’Unione sindacale che non riesce ad estendere l’agitazione alle altre fabbriche milanesi
31 gennaio: Roma, congresso del Partito Radicale. La stragrande maggioranza dei delegati vota per l’uscita del Partito dal governo. In particolare è criticata la politica protezionistica, la mancata riforma tributaria e le eccessive spese militari. Inizialmente i ministri radicali si dichiareranno non vincolati alle decisioni congressuali e solo in un secondo momento rassegneranno le dimissioni.
Febbraio: i fratelli Giulio e Ferruccio Calabi fondano a Bologna la Società Generale delle Messaggerie Italiane.
Si svolge a Roma il Congresso dei radicali, viene approvato il ritiro della fiducia al governo
3 febbraio: Roma, Facta propone una riforma del sistema tributario in senso perequativo, la riforma colpisce le automobili, le successioni e i contratti commerciali.Il ministro guardasigilli Finocchiaro Aprile presenta una legge che introduce delle sanzioni per il matrimonio religioso non preceduto da quello civile
10 marzo: Roma, in seguito alle dimissioni dei ministri radicali, il capo del governo Giovanni Giolitti rassegna le dimissioni.
13 marzo: Parma, congresso della Camera del Lavoro
18 marzo: Irlanda, i sindacalisti guidati da Edward Carson rifiutano un rinvio di sei anni proposto all’Ulster per l’attuazione della Home Rule.
Aprile: Bologna, la vecchia Camera del Lavoro aderisce all’Unione sindacale italiana.
Il sindaco Zanardi, preoccupato per la divisione dei lavoratori in due Camere del Lavoro, invia ai dirigenti camerali una lettera per ottenere che, nonostante le diverse tendenze, si trovi la maniera di costruire un comune ufficio di collocamento estendendone l’opera anche verso gli operai non organizzati. Mentre la vecchia Camera del lavoro accoglie favorevolmente la proposta, quella confederale non accetta e invita i sindaci della provincia a concedere solo ai propri iscritti i lavori di pertinenza del comune, “aiutando così l’opera della Camera confederale e della Federterra”.
5 aprile: Roma, la Camera concede la fiducia al governo Salandra con 303 voti favorevoli (tra cui quelli della componente giolittiana), 122 contrari e 9 astenuti.
19 aprile: Bologna, dopo aver riconosciuto la presenza al suo interno di varie categorie di lavoratori (piccoli affittuari, piccoli proprietari, braccianti, ecc.), la Federterra si trasforma in Confederazione provinciale lavoratori della terra, in cui le varie categorie costituiscono le federazioni provinciali
20 Aprile: Stati Uniti, a Ludlow, nel Colorado, massacrate le famiglie dei lavoratori in sciopero. La feroce repressione dello sciopero dei minatori fu decisa dai proprietari delle miniere, guidati dalla Colorado Fuel and Iron Company della famiglia Rockefeller, spalleggiata dalla Guardia Nazionale, che si astenne dall’intervenire, assistendo sul posto alla carneficina.In conseguenza del lungo sciopero dei minatori, le loro famiglie erano state sloggiate dalle case dove abitavano, di proprietà delle compagnie minerarie, ed avevano costruito un accampamento su un terreno pubblico. I lavoratori in sciopero erano per la maggior parte greci, italiani, slavi e messicani. L’attacco fu freddamente preparato, le guardie private spararono sull’accampamento e poi gli diedero fuoco, uccidendo venti persone, di cui una dozzina fra donne e bambini. Indagini successive dimostrarono l’uso del kerosene per appiccare gli incendi. Sette delle vittime avevano meno di sei anni. Il compito assegnato alla Baldwin Felts Detective Agency era stato specificatamente quello di sopprimere i minatori in sciopero. Allo scopo venne anche utilizzata un’automobile dotata di una mitragliatrice, chiamata la Death Special.
Il giorno del massacro i minatori stavano celebrando la Pasqua greco-ortodossa. Alle dieci del mattino la milizia, guidata dal comandante Karl E. Lindenfelter, circondò il campo ed iniziò a sparare sulle tende. Alcuni dei leader dello sciopero furono sequestrati nei giorni successivi e assassinati dalle guardie dei padroni delle miniere. Nessuno dei responsabili del massacro venne mai punito.
Il giornalista John Reed, inviato del Metropolitan Magazine, giunse in Colorado pochi giorni dopo il massacro. Di questa strage e dell’eco che suscitò fra i lavoratori e la popolazione Reed scrisse in un suo famoso articolo, La guerra del Colorado
21 aprile: Milano, primo Grande Concerto futurista per intonarumori al teatro Dal Verme. L’avvenimento è accompagnato da una furibonda zuffa tra sostenitori e oppositori del movimento.
22 aprile: Cabiria di Giovanni Pastrone, sceneggiato da D’Annunzio, viene proiettato per la prima volta al teatro Costanzi di Roma.
26 – 29 aprile: Ancona, XIV congresso del Psi. Si afferma ancora la corrente rivoluzionaria, che conferma la tattica elettorale intransigente. Una mozione, presentata da Benito Mussolini e Giovanni Zibordi e approvata a grande maggioranza, afferma che è “incompatibile per i socialisti l’entrata e la permanenza nella Massoneria” e invita le sezioni a espellere dal partito coloro che non si uniformino alle nuove direttive. Con questo provvedimento antimassonico i socialisti si allontanano ulteriormente dalla sinistra laica formata da repubblicani e radicali.
Maggio: con un decreto ministeriale i costruttori di automobili ottengono il diritto di importare materiali metallici
Mussolini e Sergio Panunzio fondano e dirigono la rivista Utopia, “Rivista quindicinale del Socialismo Rivoluzionario Italiano”.
1° maggio: Trieste, scontri tra sloveni e italiani. La polizia interviene contro i manifestanti italiani. Nei giorni successivi si svolgeranno manifestazioni irredentistiche in numerose città italiane, contribuendo a rendere tesi i rapporti tra Italia e Austria.Il corteo del 1° maggio organizzato dagli sloveni viene attaccato violentemente da attivisti irredentisti: “Una banda musicale slovena” – racconta Tamaro – “che aveva osato attraversare la città, ebbe gli strumenti musicali rotti sulle teste, sui denti e sulle spalle dei suoi componenti. Quanti Slavi furono riconosciuti per la città furono bastonati, malmenati e feriti, alcuni gravemente. Non poco sangue corse in quell’occasione”. Toni ancora più duri e “razzisti” troviamo in Ruggero Fauro che commenta la manifestazione in questi termini: “Adesso bisogna persuadere anche gli slavi, che fanno cosa ingiusta a invadere Trieste, e che in omaggio alla Giustizia dovrebbero rimanere tra i sassi del Carso a coltivar patate”.
5 – 9 maggio: Mantova, quarto congresso della CGIdL. Si afferma la corrente riformista guidata da Rinaldo Rigola. La minoranza di sinistra, comunque, riesce a far approvare alcune modifiche allo statuto, grazie alle quali si garantisce una maggiore rappresentanza alle Camere del lavoro rispetto alle federazioni di mestiere
10 maggio: Battipaglia (Sa), nasce la Cassa Rurale ed Artigiana Banca di Credito Cooperativo di Battipaglia e Montecorvino Rovella. Oggi fa parte della Federazione Campana delle Banche di Credito Cooperativo
11 maggio: Napoli, nasce la Società anonima Withehead & C., con stabilimento a San Giovanni a Teduccio, che si trasformerà in seguito nel Silurificio italiano
16 – 18 maggio: Milano, terzo congresso dell’Associazione nazionalista italiana. A grande maggioranza è approvata una norma che sancisce l’incompatibilità degli iscritti con l’appartenenza ad associazioni di orientamento liberale. Dopo il congresso, i nazionalisti iniziano una battaglia in difesa del protezionismo industriale, nella quale si distingue in particolare Alfredo Rocco.
19 maggio: Aranco Sesia (Vc), inizia lo sciopero alla Manifattura Lane. Nei giorni successivi si avranno momenti di tensione e scontri che porteranno all’arresto di Maria Giudice e di tredici uomini e venti donne. I lavoratori della provincia di Novara sottoscrivono per sostenere la lotta delle operaie della Manifatt
Giugno: Roma, ostruzionismo parlamentare dei socialisti per impedire l’approvazione di alcuni provvedimenti finanziari che accrescono il carico fiscale. Si tenta in questa maniera di imporre a Salandra l’avvio di una riforma tributaria. I socialisti, non trovando l’appoggio delle altre forze di opposizione, non riusciranno nel loro intento e il governo varerà i provvedimenti attraverso l’uso dei regi decreti.
1 giugno: Catania, sciopero generale di solidarietà con gli zolfatari
2 giugno: Bologna, nella palestra della Virtus nella ex chiesa di Santa Lucia (via Castiglione) si tiene il primo comizio socialista contro la guerra
7 giugno: uccisi a Villa Rossa di Ancona (sede della sezione del Partito repubblicano), tre partecipanti ad un comizio antimilitarista tenuto da Enrico Malatesta e Pietro Nenni. In seguito all’eccidio avvengono manifestazioni e scioperi che prenderanno il nome di “settimana rossa”
Giugno: Modena, dichiarato lo sciopero generale in appoggio alla settimana rossa divampata in Romagna e ad Ancona. La città rimane paralizzata, mentre in vari punti si sviluppano scontri tra dimostranti e nazionalisti. La Camera del Lavoro è occupata dall’esercito.
9 giugno: Bologna, la Camera del Lavoro proclama lo sciopero generale a sostegno della Settimana rossa. Lo sciopero si protrae per tre giorni. Avvengono violenti scontri tra scioperanti e gruppi di nazionalisti. I trasporti sono bloccati: grossi macigni sono posti sui binari dei tram, mentre la ferrovia Porrettana, tra Borgo Panigale e Casalecchio è bloccata da travi messe sui binari. Scontri particolarmente violenti avvengono a Corticella e a San Giovanni in Persiceto: 110 persone sono arrestate. Scontri tra polizia e dimostranti avvengono in vari centri della provincia. A Imola, la stazione e il palazzo della Pretura sono incendiati, nelle strade sono innalzate barricate.
Imola, due giorni di sciopero in solidarietà con i lavoratori di Ancona. I manifestanti divelgono un tratto di binari per impedire il trasferimento di truppe da Bologna ad Ancona. Nel pomeriggio i manifestanti occupano la stazione.
Manifestazioni anche a Castelbolognese, dove è saccheggiata la stazione; Faenza, Forlì, Cesena, Rimini. Il vento della rivolta si propaga in tutta la Romagna. Ad Alfonsine e Fusignano – dove è eretto in piazza l’albero della libertà – sono incendiati chiesa e municipio. Scontri e tumulti a Rimini, Cesena e Forlì.
Ravenna, si formano dei Comitati d’agitazione e il 10 mattina quasi 20.000 persone partecipano ad un comizio di protesta. Durante un tentativo d’assalto alla Questura resta ferito a morte un funzionario di Pubblica Sicurezza.
Firenze, i moti della “settimana rossa” hanno a Firenze violente ripercussioni: gli scontri fra manifestanti e forze dell’ordine provocano un morto e un centinaio di feriti
10 giugno: Bologna, scendono in sciopero anche i ferrovieri, paralizzando il centro nevralgico del traffico ferroviario italiano. La repressione sarà durissima: 350 lavoratori saranno retrocessi di qualifica e 48 licenziati.
Lo sciopero generale, avviato in modo spontaneo in molte città e poi sostenuto dal Psi e dalla CGdL, è proclamato anche dal Sindacato ferrovieri. Nello stesso giorno però Rigola, segretario della CGdL su proposta di alcune Camere del lavoro ordina la cessazione dello sciopero generale entro la mezzanotte dell’11 giugno. Mentre proseguiranno le discussioni tra i dirigenti del PSI e quelli della CGdL sulle decisioni da prendere, lo sciopero si estinguerà spontaneamente tra il 12 e il 14 giungo
Roma, fondato il comitato Olimpico Italiano (CONI)
22 giugno: Ancona, arrestato Pietro Nenni
Bologna, convegno provinciale delle cooperative di consumo.
28 giugno: Saraievo, in Bosnia, assassinati l’erede al trono d’Austria, arciduca Francesco Ferdinando e la consorte, dallo studente bosniaco Gavrilo Princip, giunto dalla Serbia con la complicità delle autorità di Belgrado e membro dell’organizzazione Giovane Bosnia. Aumenta il clima di tensione tra l’Austria e la Russia nazione di riferimento degli slavi.
28 giugno: Bologna, i socialisti conquistano l’Amministrazione della città. Francesco Zanardi è eletto sindaco.
www.comune.bologna.it/storiaamministrativa/stories/detail/141319
Le liste socialiste prevalgono anche ad Anzola, Argelato, Baricella, Bazzano, Bentivoglio, Borgo Panigale, Calderara, Castel d’Argile, Casalecchio, Castelfranco, Castelguelfo, Castelmaggiore, Castel San Pietro, Castello di Serravalle, Crespellano, Crevalcore, Galliera, Granarolo, Imola, Malalbergo, Medicina, Molinella, Monte San Pietro, Monteveglio, Ozzano, Pianoro, Sant’Agata, Savigno, San Giovanni in Persiceto, San Lazzaro, San Pietro in Casale, Praduro e Sasso, Zola Predosa. I socialisti riformisti vincono a Minerbio e a Budrio. Per la prima volta i socialisti conquistano la maggioranza anche nell’Amministrazione provinciale.
Milano: la vittoria dei socialisti alle elezioni comunali è considerata dalla Camera del Lavoro come un proprio successo. La Giunta Caldara istituisce infatti un Assessorato del lavoro e si impegna nei settori dell’occupazione, dell’edilizia popolare, dell’istruzione e dell’assistenza instaurando una collaborazione più stretta con l’organizzazione sindacale.
Firenze, i liberali conquistano 31 seggi contro i 29 dei socialisti. La conseguente paralisi del consiglio induce il prefetto a chiederne lo scioglimento
Luglio: il governo chiede al Partito socialista di assumere la posizione di “neutralità assoluta”.
Viene abbandonato il tasso di cambio della lira con la sterlina stabilito nel 1863.
Un gruppo di giovani repubblicani fonda a Roma la Legione garibaldina, gruppo di volontari che decide di partecipare al conflitto per combattere gli Imperi Centrali.
Il generale Cadorna scrive un promemoria per il re sulla necessità di inviare in Germania nove dei dodici corpi di armata italiani
Costantinopoli, fuoriusciti libici e panislamici approvano la diffusione di un manifesto del Gran Senusso in Libia che invita all’insurrezione contro il dominio italiano
1° luglio: Torino, muore, in circostanze non del tutto chiare, in un albergo del capoluogo piemontese, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito tenente generale Alberto Pollio
10 luglio: il generale Luigi Cadorna è nominato capo dello Stato Maggiore dell’Esercito
18 luglio: Bologna, personale del Comune entra nei forni cittadini e si fa consegnare un pezzo di pane crudo per sottoporlo ad analisi chimica. I risultati dimostrano la qualità scadente del pane, venduto comunque a prezzo troppo elevato. Mantenendo invariato il prezzo, il Comune impone un miglioramento della qualità. L’azione di Zanardi, rivolta al mezzo fondamentale di sostentamento del popolo, ha forte valore simbolico
23 luglio: l’Austria presenta un ultimatum alla Serbia, dopo aver ottenuto il 6 luglio il pieno sostegno della Germania. Il testo dell’ultimatum sarà comunicato al governo italiano come a tutti i governi europei il 24 luglio. La decisione dell’Austria di non informare in anticipo l’alleato italiano, nasce dal timore che questo possa avanzare richieste di risarcimenti territoriali a compenso di un’espansione austriaca dei Balcani. Il ministro italiano degli Esteri, San Giuliano, in una lettera agli ambasciatori a Berlino e Vienna, Riccardo Bollati e Giuseppe Avarna di Gualtieri, richiamandosi al testo della Triplice Alleanza, afferma che l’Italia non ha alcun obbligo di aiutare l’Austria qualora questa per effetto dell’ultimatum alla Serbia si trovi in guerra con la Russia, dal momento che l’Austria non avrebbe dovuto agire senza un accordo con gli alleati e la Triplice è un’alleanza di natura difensiva.La Serbia inizia la mobilitazione delle proprie truppe e risponde all’ultimatum, poche ore prima della sua scadenza, accogliendo quasi completamente le richieste austriache. L’unica clausola che viene messa in discussione è la partecipazione dell’Austria all’inchiesta giudiziaria sull’attentato, da condurre sullo stesso territorio serbo: la Serbia propone, in cambio, di sottoporre la questione al tribunale dell’Aia. La sostanziale remissività della Serbia trova una spiegazione nel fatto che prevalse la necessità di non aprire un conflitto armato con l’Austria.
27 luglio: Milano, una dichiarazione del Psi a favore della neutralità, approvata in una riunione del gruppo parlamentare con alcuni dirigenti del partito, è accompagnata dalla richiesta di convocare la Camera, per ottenere garanzie riguardo alla neutralità dell’Italia, e dalla proposta di indire una conferenza internazionale socialista.Il direttivo richiede anche la convocazione di una conferenza internazionale dei partiti socialisti
28 luglio: inizia la I guerra mondiale: l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia.
Trieste, lo scoppio della guerra trova l’opinione pubblica spesso disorientata, mossa da spinte contraddittorie e passionali, come scrive alla metà d’agosto Scipio Slataper: “L’opinione pubblica qui a Trieste è stata fino a pochi giorni fa travolta dall’odio astioso contro gli slavi, da diventar cieca. Ancor oggi c’è della gente intelligente che sostiene la necessità della vittoria austro-germanica che tagli la testa al panslavismo. Queste idee e sentimenti hanno causato le dimostrazioni tripliciste dei primi giorni”. Sgomento e sorpresa si ritrovano anche in molti socialisti quando appare chiaro che pure la classe operaia si fa coinvolgere dallo spirito bellicista e dalle passioni nazionali. Adriano Oliva, allora giovane tipografo e militante socialista, racconta in un’intervista del 1977 quella drammatica esperienza: “(…) xe triste a dirlo, ma me ricordo come adesso, ala notizia del scopio dela guera ghe xe sta come un’esplosion, no digo de gioia o de entusiasmo, ma de euforia, eco la parola esata! In tuta la gente, anche nel proletariato. Le strade iera animade e piene de alegria. Questa purtropo xe la pura verità! Bisogna viver el momento, per poi creder al suo raconto. Mentre che ne l’umanità ghe doveva esser una costernazion o un urlo de oror, che xe sta inveze come un momento de perplessità: “Cossa sarà? Come sarà?”. Una straneza che me ga assai colpido. Diremo anche questo, che la prima guera mondiale iera cussi lontana dale altre guere, che nisun non gaveva più un’idea de cossa fussi ‘sta mobilitazion e tute ‘ste novità. Pareva come de entrar in una nova era e la gente no pensava a quel che podeva risultar. Ma el fato xe, che ghe xe stà una grande euforia”. Negli ultimi mesi dell’anno le tensioni crescono, anche perché non si riesce a comprendere quali siano le reali intenzioni del governo di Roma. Il ministro degli Esteri Sidney Sonnino mostra per il momento di non gradire l’attivismo degli irredentisti, Ruggero Timeus e Cesare Battisti tra tutti, che propongono spedizioni di volontari organizzate dalla Trento e Trieste o dai repubblicani. È lo stesso Sonnino a scrivere in quel frangente, mentre le armate tedesche premono nelle vicinanze di Parigi, che tutt’al più il governo di Roma può pensare al Trentino, ma non certo a Trieste: “A Trieste non credo, perché Trieste italiana sarebbe rovinata”
29 luglio: la Russia inizia la mobilitazione dell’esercito.
Il Governo italiano informa l’ambasciatore austriaco che ritiene urgente un accordo sull’articolo 7 (riguardante la penisola balcanica) del Trattato della Triplice Alleanza.
31 luglio: ultimatum tedesco alla Russia. Mobilitazione generale nell’impero austro-ungarico. Bulgaria, Olanda, Spagna dichiarano la loro neutralità
Luglio: Bologna, il sindaco Francesco Zanardi e alcuni deputati socialisti incontrano al fronte i soldati per fare sapere loro che la “solidarietà proletaria” non avrebbe abbandonato le loro famiglie. I permessi per questi incontri non saranno più concessi.
Faenza, raggiunto l’accordo per i braccianti che ricalca quello del 1908, salvo salvaguardare meglio la presenza dei braccianti presso ogni macchina trebbiatrice ed aumentare le tariffe. Ma l’anno successivo, a causa del richiamo sotto le armi di numerosi coloni, la Federazione Contadini e l’Associazione Agraria accetta la proposta della Supeprefettura e del sindaco di aumentare il numero di ripartizione per ogni macchina braccianti. Ma, poiché non si voleva riconoscere il diritto di scarico dell’uva ai braccianti (ma anche perché i dirigenti socialisti delle organizzazioni operaie avevano sostenuto da sempre l’abolizione obbligatoria dello scambio d’opera), arriva il rifiuto di ripartire tra tutte le macchine i 90 braccianti che erano al seguito delle loro tre. Si deve così ricorrere a braccianti presi a cottimo.
Agosto: le potenze della Triplice Intesa, l’alleanza stipulata nel 1907 tra Inghilterra, Francia e Russia, chiedono l’intervento in guerra dell’Italia al loro fianco. La richiesta è avanzata dal ministro russo Sergej Dmitrevic Sazonov all’ambasciatore italiano a Pietrogrado, Andrea Carlotti di Riparbella e dal ministro degli esteri inglese Edward Grey all’ambasciatore a Londra Guglielmo Imperiali di Francavilla.
Cessa, di fatto, di esistere la II Internazionale. Nata come centro organizzativo nel 1889, aveva fatto della lotta alla guerra il suo cemento ideale.
1 – 2 agosto: Roma, il Consiglio dei ministri al termine di due lunghe sedute, dichiara la neutralità dell’Italia: “(…) Trovandosi alcune Potenze d’Europa in istato di guerra, ed es sendo l’Italia in istato di pace con tutte le parti belligeranti, il Governo del Re, i cittadini e le Autorità del. Regno hanno l’obbligo di osservare i doveri della neutralità secondo i principi del diritto internazionale. Chiunque violi questi doveri subirà le conseguenze dei proprio operato e incorrerà, quando ne sia il caso, nelle pene sancite dalle leggi”. (Dichiarazione ufficiale del Consiglio dei Ministri) Alla dichiarazione di neutralità si affianca la decisione di richiamare alle armi due classi di leva e di chiamare in anticipo la classe 1894. Nei giorni successivi si stabilirà una legislazione economica di guerra, che prevede tra l’altro, la chiusura delle borse, il divieto di esportazione di molti prodotti, tra cui il frumento, e l’emissione di nuovi biglietti di Stato.
2 agosto: le armate tedesche occupano il Lussemburgo. Ultimatum tedesco al Belgio.
3 agosto: la Germania dichiara guerra alla Francia e invade il Belgio, in attuazione del piano Schlieffen, piano strategico dello Stato Maggiore Tedesco che prende il nome del suo ideatore Alfred Graf von Schlieffen e prevedeva una rapida mobilitazione tedesca, l’inevitabile violazione della neutralità di Olanda e Belgio, e il rapido e massiccio dilagare delle truppe tedesche attraverso le Fiandre e verso Parigi, facendo perno sulla debole tenuta dell’ala sinistra delle posizioni francesi in Alsazia-Lorena.
4 agosto: la Germania invade il neutrale Belgio. Il Regno Unito dichiara guerra alla Germania soprattutto a causa del mancato rispetto della neutralità del Belgio
5 agosto: Roma, accordo nazionale – subito recepito dalle strutture periferiche – tra Confederazione generale del lavoro e Patito socialista per un’azione comune “da svolgere a favore della neutralità italiana”.
L’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Russia, il Montenegro all’Austria-Ungheria
Cleveland (Usa), installato ad un incrocio il primo semaforo
6 agosto: la Serbia dichiara guerra alla Germania.
7 agosto: le truppe tedesche occupano Liegi
9 agosto: la Francia dichiara guerra all’Austria
Firenze, inaugurata la nuova sede della Società di mutuo soccorso di Rifredi; l’iniziativa assume il carattere di una manifestazione neutralista, conclusa con la commemorazione di Jaurès, il leader socialista francese assassinato il 31 luglio da uno studente nazionalista
Genova, si svolge a Sampierdarena il congresso costitutivo dell’Unione anarchica ligure
10 agosto: Turchia, il colonnello tedesco, Kress, viene ricevuto da Enver Pascià, ministro della guerra. Chiede che due corazzate tedesche possano essere ammesse all’interno dello stretto dei Dardanelli per fuggire agli inseguitori inglesi. Pascià dà il suo beneplacito: è il primo passo turco verso la guerra
Bologna, una Commissione presieduta dal vice-sindaco Nino Bixio Scota studia un nuovo contratto d’affitto in sostituzione di quello esistente su base annuale. E’ inoltre avviata una campagna per la verifica delle condizioni degli alloggi e dei servizi igienici. Gli incaricati del Comune, 156 “cittadini volonterosi” guidati dall’assessore Vancini, visitano in 20 giorni più di 4.500 abitazioni e negozi, rilevando decine di pozzi malsani, latrine inadeguate o inesistenti, “appartamenti luridi”. Nonostante una forte protesta, i proprietari sono costretti a sanare le irregolarità rilevate. Il problema casa è oggetto di altre misure approvate dal Consiglio comunale fin dalle prime sedute: dalla cessione gratuita di terreni per la costruzione di case per gli operai a un piano di risanamento degli alloggi di edilizia popolare, a facilitazioni e incentivi per i costruttori di edifici economici. E’ inoltre istituito un registro degli appartamenti sfitti, costantemente aggiornato.
11 agosto: il Partito repubblicano si dichiara favorevole all’ingresso in guerra al fianco della Francia. I repubblicani poco dopo costituiscono i Comitati pro-intervento
12 agosto: dopo la Francia anche l’Inghilterra dichiara guerra all’impero Austro-Ungarico. Inizia anche l’invasione austriaca della Serbia. La prima città a farne le spese è Sabak: la sua popolazione viene massacrata. La violenza austriaca ha poco ha da invidiare a quella tedesca in Belgio. Le rappresaglie nei confronti dei civili si susseguono: il 10 agosto a Linsmeau, il 20 agosto ad Andenne, il 22 a Seilles, il 23 a Dinant. Qui si registra l’uccisione di 612 persone.
Iniziano le operazioni di sbarco degli inglesi in Francia. In dieci giorni vengono trasportati, in assoluta segretezza, oltre 120mila soldati.
Le potenze dell’Intesa aprono due blocchi navali: gli inglesi per impedire i rifornimenti ai tedeschi dal Mar del Nord, i francesi per chiudere gli sbocchi ai porti austriaci dell’Adriatico.
14 agosto, inizia la battaglia della Lorena. I francesi tentano la penetrazione della loro ex regione, in ossequio al “piano XVI”, che prevede di passare da Alsazia e Lorena per penetrare nel cuore tedesco. Il 17 agosto, il XX Corpo d”armata guidato da Foch conquista il villaggio di Chateau-Salins, nei pressi di Morhange. Il 18 agosto, l’armata guidata da Dubail arriva a Sarrebourg.
15 agosto: in Belgio i tedeschi mettono a segno la prima grande vittoria: Liegi si arrende
I Russi invadono la Galizia
Inaugurazione canale di Panama
(…) Nel 1908 il Governo statunitense acquistò dalla Boston Steamship Company i piroscafi gemelli SS Shawmut e SS Tremont che, con le loro dimensioni (lunghezza 149 m, largh. 18 m, pescaggio a pieno carico 9 m), erano all’epoca le più grandi navi commerciali degli Stati Uniti. Varato nel 1901 l’SS Shawmut fu destinato nel Pacifico tra Giappone, Filippine e Cina come nave da carico e passeggeri. Dopo qualche anno gli elevati costi di gestione costrinsero l’armatore a mettere in vendita le due navi. Nel 1909 furono trasferite nel costruendo Canale di Panama ribattezzandole, rispettivamente, Ancon e Cristobal, dai nomi dei due porti estremi, sul Pacifico e l’Atlantico, con il compito di trasportare materiale di costruzione. Il 3 agosto 1914 il Cristobal fu la prima nave a percorrere l’intero canale per verificare che non vi fossero imprevisti il giorno dell’inaugurazione, che avvenne il 15 successivo da Cristobal a Balboa sulla Ancon con 300 invitati a bordo. Così la SS Ancon è considerata ufficialmente la prima nave ad aver percorso il canale di Panama e solo di essa si hanno foto, per il notevole risalto svolto dai mezzi d’informazione dell’epoca. La nave rimase nel canale fino al 1917 quando fu adibita al trasporto di nitrati e successivamente come USS Ancon al trasporto di soldati americani dall’Europa alla fine della Grande Guerra. (…)
https://www.narraremare.it/canale-di-panama/
16 agosto: i francesi tentano di reagire alla sconfitta belga, e riescono a sconfinare in Alsazia, conquistando due piccole città, Thann e Altkirch. Le truppe francesi tentano anche di raggiungere Mulhouse, ma vengono attirate in una trappola dalla ritirata tedesca: ad attenderli vi è il fuoco concentrico dell’artiglieria e delle mitragliatrici. Una tattica innovativa, che costringe i francesi a ripiegare. Lo stesso giorno, un giovane austriaco riformato dal suo esercito, ottiene di essere arruolato in Germania. È Adolf Hitler.
Inizia la battaglia della valle dello Jadar in Serbia, seguita alla conquista austriaca di Sava. La battaglia dura tre giorni. Alla fine i serbi, guidati da Putnik, hanno la meglio. Il bilancio per gli austriaci è duro: 6000 morti, 4000 prigionieri.
17 agosto – 2 settembre: Battaglia di Tannenberg, è il primo grande scontro della Prima guerra mondiale sul Fronte orientale e si conclude con una completa vittoria delle forze tedesche che, guidate dal generale Paul von Hindenburg e dal suo abile capo di Stato maggiore generale Erich Ludendorff, accerchiarono, dopo alcuni momenti di difficoltà, le truppe russe che erano avanzate in Prussia orientale. La vittoria, pur non decisiva, permise all’esercito tedesco di fermare l’invasione russa e soprattutto diede grande fama in Germania al generale von Hindenburg che negli anni successivi avrebbe raggiunto, insieme al suo collaboratore Erich Ludendorff, una grande influenza sulla condotta militare e politica del Reich durante la guerra mondiale
18 agosto: il sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris si dichiara favorevole all’ingresso in guerra al fianco della Francia, durante un discorso tenuto a Milano sul temdedicato a I sindacalisti e la guerra, tenuto presso la sede della Unione sindacale milanese (USM)
19 agosto: l’esercito belga è costretto a ripiegare su Anversa
20 agosto: Roma, muore papa Pio X, Giuseppe Melchiorre Sarto
I tedeschi entrano in Bruxelles.
Il Giappone dichiara guerra alla Germania e all’Austria. L’Austria dichiara guerra al Belgio
20 – 24 agosto: si svolge la “battaglia delle frontiere” tra l’esercito tedesco e le armate francesi e britanniche. I combattimenti si concludono con un disastro per i francesi che subiscono pesanti perdite e sono duramente battuti sia in Lorena, che nelle Ardenne e sulla Sambre dall’esercito tedesco. La British Expeditionary Force, entrata in azione in aiuto dell’esercito francese, è coinvolta combattendo a Mons, dove è costretta a ripiegare sotto la spinta tedesca.
I francesi cercarono di applicare l’aggressiva manovra offensiva prevista dal cosiddetto piano XVII elaborato dal generale Joseph Joffre e sferrarono una serie di costosi attacchi frontali contro le armate tedesche che a loro volta stavano marciando verso la Francia settentrionale secondo la strategia stabilita dal cosiddetto piano Schlieffen. Gli attacchi francesi, basati sull’assalto allo scoperto alla baionetta, vennero tutti duramente respinti dalle truppe tedesche che, impiegando i moderni procedimenti tattici basati sulla manovra, sull’uso dei trinceramenti e sull’impiego della potenza di fuoco delle mitragliatrici, decimarono i reparti nemici e continuarono ad avanzare.
Si trattò nel complesso della battaglia più grande, in termini di forze impiegate, e più sanguinosa, in rapporto alla sua durata molto breve rispetto alle successive campagne della Grande Guerra, del primo conflitto mondiale. L’esercito francese subì soltanto nei quattro giorni di scontri tra il 20 e il 23 agosto oltre 40.000 morti, di cui 27.000 il 22 agosto 1914, il giorno più sanguinoso della storia militare francese.
Il fallimento della velleitaria offensiva alleata di fronte alla poderosa spinta dell’esercito tedesco, portò ad una ritirata generale sul fiume Marna, dove le forze francesi e britanniche si raggrupparono per la difesa di Parigi.
23 agosto: il Giappone entra in guerra al fianco dell’Intesa
23 -2 5 agosto: offensiva austriaca nella Galizia: occupazione di Krasnik
25 agosto: Asigliano Vercellese (Vc), Mario Maratelli in una sua risaia individua e seleziona una pannocchia di riso diversa dalle altre, dalla quale nascerà la varietà di riso denominata Maratelli, che ha fatto la storia della risicoltura italiana
27 agosto: iniziano i combattimenti intorno ai laghi Masuri, che cambiano le sorti dell’offensiva russa in Prussia Orientale. Il giorno successivo, Francois, disobbedendo agli ordini, invece di ripiegare decide di incalzare i russi in difficoltà. La sua tattica è vincente. Il 30 agosto, l’armata guidata dal generale Samsonov è da considerarsi sconfitta. Il suo cadavere, verrà ritrovato in mezzo a quello degli altri 30mila russi periti in battaglia. Samsonov si era suicidato
28 agosto: si gioca una partita importantissima sui mari. Per gli inglesi si intravede infatti lo spettro di un grandioso sbarco tedesco in un’Inghilterra sostanzialmente sguarnita di uomini. A scongiurare tale possibilità, è la battaglia che si consuma nella baia di Helgoland: tre incrociatori tedeschi vengono affondati, altri tre escono malridotti. Per gli inglesi invece, nessuna perdita di navi
Bologna, l’Amministrazione comunale decide di aprire, sotto il voltone del Podestà, uno spaccio per la vendita calmierata di generi alimentari, in reazione al vertiginoso aumento dei prezzi seguito allo scoppio della guerra mondiale. Alcuni uscieri del comune vendono uva praticamente a prezzo di costo, circa 20 centesimi al chilo. Dopo l’uva seguiranno altri generi (pane, farina, mele, riso, ecc.) a prezzi notevolmente inferiori a quelli dei privati. La somma per l’avvio dell’operazione è presa in prestito dalle casse comunali. Il sindaco ne ha informato la giunta, ma non il consiglio e questo provoca polemiche da parte dell’opposizione, che contesta anche la mancanza di uno status giuridico dell’impresa. Il “negozio di Zanardi” ha comunque grande successo: la gente non ha paura di fare lunghe file, pur di avere prodotti di buona qualità e a basso prezzo (Cfr. http://guerrainfame.it/sindaco_del_pane)
31 agosto, prendendo atto della situazione, il generale French contatta Londra, comunicando la sua intenzione di far ritirare le truppe inglesi alle spalle di Parigi, lasciando i francesi da soli a fronteggiare l’offensiva tedesca. Su pressione francese, il Consiglio di guerra di Londra respinge la richiesta di French, e invia in Francia Lord Kitchener per spiegare la necessità di continuare a dar man forte ai francesi. La ritirata anglo-francese verso la Marna continua.
Settembre: Gramsci si schiera a favore della linea di Mussolini per il passaggio alla “neutralità operante”.
Fondata la Giunta Centrale dell’Azione Cattolica, per coordinare l’attività delle varie Unioni cattoliche.
Ammutinamenti tra i richiamati delle leve del 1888 e del 1889.
I futuristi bruciano a Roma, durante una rappresentazione teatrale, una bandiera austriaca.
Nella prima metà del mese, con una circolare alle Logge del gran maestro Ettore Ferrari, prende posizione in favore dell’intervento in guerra al fianco della Francia
3 – 13 settembre: battaglia della Marna, rimozione di von Molke, sostituito da von Falkenhayn. Per le truppe anglofrancesi, la vittoria della Marna è decisiva: l’avanzata tedesca è arrestata, il piano Schlieffen fallito. La vittoria viene celebrata come “il miracolo della Marna”, tale è l’importanza rivestita di fronte alla possibile perdita di Parigi che ormai appariva come un dato inesorabile. In realtà, la vittoria sarebbe stata sì decisiva, ma solo nel fermare la corsa tedesca: con i successivi scontri sul fiume Aisne sarebbe diventata evidente una sorta di parità fra i due schieramenti e l’incapacità anglofrancese di ricacciare i tedeschi all’interno dei loro confini. Stava per iniziare una guerra nuova, la guerra di trincea, che avrebbe sostanzialmente congelato l’esito del conflitto per quattro anni.
2 settembre: il governo francese abbandona Parigi e si trasferisce a Bordeaux
3 settembre: i tedeschi prendono Reims. Loro avanguardie raggiungono Senlis, 35 km da Parigi
5 settembre: Roma, è eletto papa Benedetto XV, al secolo Giacomo Della Chiesa, nato a Genova il 1834, aveva ricoperto la carica di Segretario di Stato dal 1901 al 1907, per divenire poi arcivescovo di Bologna e cardinale nel 1914.
Londra, Francia, Inghilterra e Russia firmano un accordo segreto, il Patto di Londra,
6 settembre: i socialisti riformisti assumono posizione in favore dell’intervento in guerra al fianco della Francia con un ordine del giorno. della direzione e del gruppo parlamentare
8 – 12 settembre: le armate russe, dopo aver sconfitto a Leopoli gli austro-ungarici, dilagano in Galizia
Battaglia della Marna: il 6 tra Parigi e Verdun si scatena la controffensiva francese guidata dal generale Joffre. I Tedeschi si ritirano oltre l’Aisne e abbandonano Reims
Trieste, la guerra comincia a mostrare il suo volto drammatico, dopo tante attese, tante paure e tante speranze: tra l’8 e il 12 settembre l’esercito russo sfonda le linee nemiche nella Galizia orientale e conquista Leopoli. Gli austriaci devono abbandonare la Bucovina e la Galizia. Il 97° Reggimento, formato da friulani e triestini, che era partito – racconta Silvio Benco – “sotto un nembo di fiori come per una maggiolata”, è travolto e registra gravi perdite. La delusione per la sconfitta, il dolore per i morti, i racconti dei feriti, gli inutili tentativi della polizia e dell’esercito di imporre il silenzio sugli avvenimenti si sommano alla “feroce gioia” degli irredentisti. Già da tempo si parla di movimenti di truppe sul Carso o nell’Alto Goriziano, dove dalla fine di agosto si erano concentrate alcune decine di migliaia di uomini, apparentemente per esercitazioni. Molti attendono un segno dal vicino regno, ma, come sottolinea Silvio Benco, fervente irredentista che aveva scritto per l’Indipendente e per Il Piccolo: “A Trieste si era troppo impazientemente sperato. E nessuno voleva capacitarsi che era stata follia l’aspettarsi che l’Italia entrasse in guerra al galoppo, quando ancora a metà settembre si ripetevano a nome del Governo italiano dichiarazioni di neutralità. Ora disperavano proprio quelli che avevano troppo sperato; e ai più saggi, i quali andavano riaffermando impossibile che l’Italia si lasciasse alle spalle la guerra mondiale senza avere risolto la contesa adriatica con l’Austria-Ungheria, ai meglio informati che sostenevano la guerra delle nazioni essere appena iniziata e dover durare ancora almeno un anno, rispondevano sorrisi pallidi, tentennamenti del capo, sospiri, sgretolamenti di scetticismo e d’angoscia”.
13 – 14 settembre: l’Usi, approva durante una riunione del consiglio generale dell’organizzazione, la mozione antimilitarista e neutralista presentata dall’anarchico Armando Borghi. La presa di posizione della maggioranza provoca la scissione del gruppo interventista, guidata dai fratelli Alceste e Amilcare De Ambris e da Filippo Corridoni, che poco dopo darà vita all’Unione italiana del lavoro. Nella mozione conclusiva si legge: “Il Consiglio Generale dell’U.S.I. esprime la fiducia che il proletariato di tutti i paesi belligeranti e neutrali sappia ritrovare in se stesso lo spirito di solidarietà di classe e le energie rivoluzionarie per profittare dell’inevitabile indebolimento delle forze statali e della crisi generale derivante dalla guerra stessa per una azione comune intesa a travolgere gli stati borghesi e monarchici che in questa guerra furono per un cinquantennio i coscienti e cinici preparatori. Delibera che gli organi direttivi ed il giornale si uniformino a tali concetti”
13 – 17 settembre: fallisce il tentativo francese di forzare la linea dell’Aisne. Il giorno 14 il capo di Stato maggiore tedesco generale Hellmuth von Moltke cede il comando al generale Erich von Falkenhayn
19 settembre: Bologna, il sindaco Zanardi è coinvolto in una rissa in piazza Nettuno tra nazionalisti e socialisti neutralisti. I nazionalisti sono capeggiati da Pompeo Tumidei, presidente del Gruppo Giovanile Nazionalista e studente universitario a Bologna. E’ lui ad affibbiare a Zanardi, intervenuto a separare i contendenti, “i primi pugni nazionalisti”
20 – 21 settembre: i socialisti approvano un manifesto di condanna contro l’interventismo, durante una riunione che si svolge a Roma per iniziativa di Mussolini. Lo stesso Mussolini, nei giorni successivi, organizzerà sulle pagine dell’Avanti! un referendum sulla guerra, il cui risultato sarà un plebiscito a favore della neutralità.
20 – 30 settembre: Battaglia della Somme: francesi e tedeschi cercano di sopravanzarsi prolungando sempre più il fronte verso nord, in quella che verrà chiamata corsa al mare
21 settembre: Roma, il Partito Socialista vota in favore della neutralità assoluta
24 settembre: si svolge a Milano il congresso dei cattolici lombardi, durante il quale vengono analizzati il problema della guerra e della neutralità in favore della quale alla fine si dichiarano
27 settembre: si svolge a Lugano una riunione tra i rappresentanti socialisti italiani e svizzeri per ricostituire un’Internazionale tra i paesi neutrali
29 settembre – 4 ottobre: offensiva russa in Polonia, a cui segue la controffensiva tedesca. La prima battaglia di Polonia si conclude vittoriosamente per i russi
5 ottobre: Guarda di Molinella (Bo), gravissimo fatto di sangue a conclusione delle violente lotte agrarie che si erano protratte per tutta l’estate. Un gruppo di crumiri, provenienti da paesi poveri della provincia di Padova e dal modenese, viene assalito da centinaia di braccianti e mezzadri in sciopero: sul terreno restano 5 morti (un autista, un fuochista e tre braccianti padovani) e diversi feriti, tra i quali il segretario dell’Agraria Alberto Donini. Gli agrari sono costretti a fuggire “come veri austriaci sparando e fuggendo, fuggendo e sparando”. Nelle ore successive 3.000 militari mettono Molinella in stato d’assedio ed effettuano numerosi arresti. Il sindaco Massarenti, accusato come mandante dell’eccidio, riesce a fuggire nella Repubblica di San Marino, assieme ad alcuni sindacalisti. I 56 lavoratori rinviati a giudizio sono confinati sull’isola di Capraia. Ritorneranno assieme a Massarenti a Molinella solo nel 1919, a seguito di un’amnistia. Intanto dopo una settimana viene sciolto il consiglio comunale e il prefetto di Bologna apre un’indagine sull’operato della giunta socialista
8 ottobre: i tedeschi entrano ad Anversa, e raggiungono il mare presso Nieuport (15 ottobre). Realizzano così un fronte unico da Nieuport, Verdun fino al confine svizzero
9 ottobre: Roma, si dimette il ministro della guerra generale Grandi per dissensi con Cadorna.
Il consiglio dei Ministri delibera un aumento di 117 milioni ai bilanci di Guerra e Marina
11 ottobre: Roma, il generale Zupelli, istriano, è nominato ministro della Guerra
13 ottobre: Bologna, nel corso di un viaggio per sostenere la causa delle terre italiane irredente, Cesare Battisti tiene nella palestra della Virtus in Santa Lucia, una conferenza dal titolo “Trento, Trieste e il dovere d’Italia”, invitando ad una visione “lucida e serena” del problema. Davanti al numeroso pubblico convenuto, il leader socialista trentino proclama la necessità di integrare l’Italia fino alle Alpi. Sostiene che, una volta “distrutti i focolari di reazione che si annidano al centro d’Europa”, si sarebbe potuto approvare il programma di Mazzini e Marx per una Federazione degli stati europei. Cittadino austriaco, Battisti combatterà tra le fila italiane col grado di sottotenente degli Alpini e, una volta catturato, sarà condannato a morte come traditore. Diventerà uno dei martiri del patriottismo italiano.
Pubblicato sulla rivista Pagine Libere il manifesto fondativo del Fascio rivoluzionario d’azione internazionale, che si schiera in favore dell’intervento in guerra
15 – 27 ottobre – 29 ottobre – 12 novembre: Francia, accanita lotta frontale a Ypres. Inizia la guerra di posizione
16 ottobre: muore il ministro degli esteri marchese di San Giuliano. Il presidente del Consiglio Salandra assume l’interim del dicastero.
18 ottobre: Roma, Salandra, in un discorso ai funzionari del ministero degli Esteri, pronuncia la frase del “sacro egoismo”: “Le direttive della nostra politica internazionale saranno domani quelle che erano ieri. A proseguire in esse occorre incrollabile fermezza d’animo, serena visione dei reali interessi del paese, maturità di riflessione, che non escluda, al bisogno, prontezza d’azione; occorre ardimento, non di parole, ma di opere; occorre animo scevro da ogni preconcetto, da ogni pregiudizio, da ogni sentimento che non sia quello della illimitata ed esclusiva devozione alla Patria nostra, del sacro egoismo per l’Italia”
Un regio decreto riduce i dazi doganali sui cereali e sulle farine.
Milano, Mussolini pubblica sull’Avanti un articolo intitolato Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva e operante, nel quale chiarendo la sua nuova linea politica vicina a quella degli interventisti democratici, afferma l’inadeguatezza della posizione neutralista, richiamando l’attenzione sul problema delle terre irredente e sulla possibilità che un intervento italiano in guerra sia in grado di accelerare la fine del conflitto.
20 ottobre: Roma, le dimissioni del ministro del Tesoro Rubini provocano la caduta del governo
La direzione del Psi, riunita a Bologna, respinge la mozione contraria alla neutralità assoluta presentata da Mussolini e stende un manifesto contro la guerra, in cui afferma i valori di pace dell’internazionalismo socialista e critica le posizioni interventiste assunti da numerosi partiti socialisti europei. Il manifesto sarà approvato anche dalla CGdL, dall’USI e dal Sindacato ferrovieri. Mussolini si dimette dalla direzione dell’Avanti! che viene affidata a un comitato composto da Giovanni Bacci, Costantino Lazzari e Giacinto Menotti Serrati e, dal dicembre, al solo Serrati.
29 ottobre: gli ottomani, legati agli imperi centrali, attaccano la Russia. Tra il 2 e il 3 novembre le forze dell’Intesa dichiarano guerra alla Turchia.
Novembre: Molinella (Bo), si forma la Lega autonoma braccianti. Proclamandosi al di fuori di ogni tutela politica, rifiuta la lotta di classe, cercando di ottenere una maggiore distribuzione di lavoro attraverso il mantenimento di un buon rapporto con i proprietari. Questa impostazione conciliante non trova molte simpatie tra i lavoratori che aderiscono in scarso numero sia alla Lega autonoma che alla Cooperativa di lavoro e consumo costituita ad opera dell’Agraria.
1 novembre: Roma, nell’enciclica Ad beatissimi apostulorum principis cathedram, papa Benedetto XV pronuncia la condanna dei cattolici contro la guerra
2 novembre: Inghilterra e la Francia (6 novembre), decidono il blocco economico della Germania.
Gli austriaci iniziano una grande offensiva contro i serbi: entrano a Belgrado, proseguendo sul massiccio del Valievo ed oltre.
Roma, il Re conferisce nuovamente a Salandra l’incarico di formare il governo
4 novembre: Reggio Emilia, convegno straordinario dei cooperatori italiani per discutere la questione del credito alle cooperative.
Bologna, costituita la Federazione italiana delle Casse rurali cattoliche.
5 novembre: Roma, Salandra forma il governo che si caratterizza per un’apertura alla sinistra liberale, con l’ingresso di Vittorio Emanuele Orlando alla giustizia a di Paolo Carcano al tesoro. Luigi Grippo, deputato di destra è chiamato all’istruzione, Daneo alle finanze. La partecipazione di Sonnino (il grande antagonista di Giolitti) che è nominato agli esteri, dà un’impronta antigiolittiana al ministero.
Inghilterra e Francia dichiarano guerra alla Turchia
6 novembre: gli austro-ungarici entrano in Belgrado. Sarà liberata il 3 dicembre dalle truppe serbe guidate dal generale Putnik
11 novembre:Bologna, l’amministrazione Zanardi decide di non esporre la bandiera nazionale sugli edifici del Comune per festeggiare il compleanno del Re. Questo gesto suscita una vivace protesta sia nel Consiglio comunale, sia presso parte dell’opinione pubblica. Per il consigliere dell’opposizione Ghigi l’esposizione del tricolore “significa soprattutto l’unione di tutti gli italiani” e accusa il Sindaco di socialismo retrivo, bollando l’episodio come un “blando atto rivoluzionario del genere peggiore”. In risposta alle polemiche il sindaco Zanardi rivendica la “visione laica” della sua amministrazione. Le redazioni dei giornali cittadini sono inondate di telegrammi di protesta e durante una manifestazione gli studenti nazionalisti gridano contro i “beduini” socialisti, accusati anche di proibire il segno della croce nelle scuole elementari.
15 novembre: esce a Milano Il Popolo d’Italia, il quotidiano diretto da Mussolini e finanziato dal liberale di destra, antisocialista e interventista Filippo Naldi, direttore amministrativo del Resto del Carlino di Bologna, che riceve a sua volta fondi dal forte gruppo degli industriali zuccherieri.
19 – 23 novembre: battaglia di Lódz, vinta dai tedeschi
24 novembre: Milano, Mussolini è espulso dal PSI con una decisione della sezione socialista milanese che sarà ratificata dalla direzione del partito il 29 novembre. L’espulsione è l’atto finale di una rottura con il partito iniziata già nei mesi precedenti quando Mussolini era passato su posizioni interventiste sfidando così il gruppo dirigente socialista ostile alla guerra. Prezzolini e Lombardo Radice inviano un telegramma a Mussolini in cui scrivono: “Partito socialista ti espelle. Italia ti accoglie”
25 novembre: Cremona, inaugurata la linea ferroviaria Soncino – Soresina, secondo blocco della Ferrovia Cremona – Iseo
27 novembre: Firenze, scontri fra la popolazione del quartiere di San Frediano e un centinaio di liceali del Dante, a cui gli insegnanti avevano fatto attraversare la zona inneggiando alla guerra
Dicembre: la Banca italiana di sconto nasce dalla fusione di due istituti preesistenti, la Società bancaria italiana e la Società italiana di credito provinciale. L’operazione è condotta dai fratelli Pio e Mario Perrone, alla guida del gruppo Ansaldo di Genova e in rapporto con gruppi finanziari e industriali francesi, e da Angelo Pogliani, che sarà l’amministratore delegato del nuovo istituto. La Banca di sconto diventerà in breve tempo uno dei maggiori istituti di credito italiani.Negli anni della prima Guerra mondiale la Banca Italiana di Sconto fu il principale finanziatore dell’Ansaldo. Infatti, il colosso metlmeccanico per sfruttare le opportunità offerte dalle commesse belliche, aumentò di moltissimo la propria capacità produttiva ed il grado di integrazione verticale. Questo richiese ingentissimi investimenti, in buona parte provenienti dalla Banca di Sconto, che andò incontro ad una altrettanto rapida crescita (grazie all’assorbimento di varie banche minori) e ad un forte aumento di immobilizzazioni. A sua volta la Banca per erogare questi prestiti dovette procedere ad aumenti di capitale, che venivano sottoscritti dalla stessa Ansaldo. Questo finì per legare a doppio filo Ansaldo e BIS: l’Ansaldo finì per diventare insieme il maggior azionista oltre che maggior debitore della Banca.
Nel 1918, prima della fine della Guerra, l’Ansaldo, pensò di portare alle estreme conseguenze l’integrazione fra Banca e industria e tentò di scalare la Comit, facendosi finanziare dalla Banca di Sconto. L’operazione peraltro fallì. Dopo la Guerra l’Ansaldo si ritrovò di fronte al problema della riconversione dell’industria bellica con un eccesso di capacità produttiva rispetto alle esigenze del tempo di pace. La BIS fu costretta a finanziare la propria controllante e fu gradualmente travolta dalla crisi finanziaria di quello che era di gran lunga il suo principale debitore. In un disperato tentativo di recuperare liquidità la Banca di Sconto tentò un’ultima scalata alla Comit, anch’essa fallita. In seguito al tentativo di scalata, nel 1921, lo stato di crisi della Banca Italiana di Sconto venne conosciuto dai piccoli risparmiatori, che corsero agli sportelli a ritirare il loro denaro. Stringher tentò di organizzare un consorzio di salvataggio fra banche di emissione, ma la somma raccolta era la metà di quella necessaria. Il Governo evitò il salvataggio per non onerare i contribuenti italiani di responsabilità private[2], ma evitò anche il fallimento concedendo con regio decreto la moratoria verso i depositanti. Conseguentemente l’istituto fu messo in liquidazione. Ai depositanti fu rimborsato il 65 o il 75% del valore depositato, secondo che il deposito fosse superiore o inferiore a 5.000 lire.
La liquidazione fu gestita da un ente statale, che continuò la gestione fino al 1930, quando fu assorbita dal Credito Italiano
1 dicembre: Firenze, esce la rivista bimestrale cattolica Vita e Pensiero fondata da Agostino Gemelli, Francesco Olgiati e Vico Necchi. Dal 1918 sarà pubblicata dalla casa editrice Vita e Pensiero
3 dicembre: il Presidente del Consiglio, Salandra, svolge comunicazioni alla Camera, riconfermando la linea neutralista e rivendicando allo stesso tempo le “giuste aspirazioni dell’Italia”
5 dicembre: Roma, il governo ottiene la fiducia della Camera al termine del dibattito sulle dichiarazioni del presidente del consiglio del 3 dicembre: 413 sono i voti favorevoli e 41 contrari. Anche i radicali e i socialriformisti votano a favore; all’opposizione restano i socialisti, alcuni repubblicani e singoli deputati di altri partiti
8 dicembre: Roma, il Ministro del Tesoro Paolo Carcano annuncia la linea di politica finanziaria in base alla quale il governo finanzierà lo sforzo bellico ricorrendo all’indebitamento e lasciando un ruolo assai marginale al prelievo fiscale, cui spetterà il solo compito di ripagare gli interessi sul debito emesso. Questa scelta, seppur simile a quella di altri paesi impegnati nel conflitto, viene incontro agli interessi e alle richieste di importanti correnti di opinione legate ad ambienti finanziari ed industriali ben rappresentati, tra l’altro, a livello politico e governativo
9 dicembre: Roma, il Governo, sulla base dell’art. 7 del Trattato della Triplice Alleanza, chiede all’Austria compensi per le conquiste fatte in Serbia. Il governo Austriaco risponde che tali conquiste hanno carattere momentaneo
17 dicembre: Roma, arriva l’ambasciatore tedesco von Bulow, con il compito di mantenere l’Italia in una benevola neutralità
19 dicembre: Roma, emissione di un prestito per un miliardo
20 dicembre: creato il Consorzio sovvenzioni su valori industriali (Csvi) guidato dalla Banca d’Italia per il credito industriale a lungo termine
Nella giornata che ricorda il martirio di Guglielmo Oberdan si svolgono in molte città italiane manifestazioni a sostegno dell’interventismo
25 dicembre: Albania, a seguito di gravi disordini a Valona la nave italiana Sardegna sbarca un con tingente di marina che occupa la città
26 dicembre: muore a Four-de-Paris, nell’Argonne, il capitano Bruno Garibaldi, fratello di Giuseppe Garibaldi e nipote dell’Eroe dei due mondi, comandante la Legione Garibaldina, inquadrata nella Legione Straniera
27 dicembre: Saverio Fera, gran maestro della massoneria di rito scozzese, si esprime in favore dell’ingresso in guerra dell’Italia. Il Grande Oriente si era espresso allo stesso modo già in settembre
DURANTE L’ANNO
E’ l’anno della Prima Guerra mondiale. I movimenti pacifisti si spaccano. In particolare, la II Internazionale crolla, e i diversi partiti socialisti europei tradiscono gli ideali internazionalisti e appoggiano l’ingresso in guerra dei rispettivi governi, votando per i crediti di guerra. Contro la guerra si schierano i bolscevichi di Lenin, il quale vede nell’imperialismo e nella spartizione dei mercati mondiali la ragione ultima del conflitto. Nasce il Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir). Lo scoppio della guerra induce infatti alcuni cristiani inglesi e tedeschi a una solenne promessa morale: non farsi la guerra sentendosi fratelli. Fra loro c’è Max Josef Metzger. Per breve tempo fa il cappellano militare, poi si converte alla nonviolenza, diventa vegetariano, scrive “Pace sulla terra” nel 1917, partecipa a manifestazioni per la pace. I militanti del Mir offrono se stessi per la causa della pace, sono obiettori di coscienza e a centinaia saranno incarcerati
Ferrara, nasce l’Unione sindacale ferrarese. Segretario è nominato Aliprando Giovanetti.
Castelfidardo (An), gli strumenti musicali esportati dalle imprese italiane sfiorano le 15.000 unità. Dopo l’interruzione bellica, le vendite all’estero riprendono fino a toccare il massimo nel 1926, per poi accusare un calo a causa della lira a “quota 90” e della depressione economica seguita al crollo borsistico del 1929. L’export degli strumenti musicali torna a salire nel 1934-1935
Torino, Mario Vicarj assume la presidenza della Società Torinese per Abitazioni Popolari
Torino, fondato il quotidiano nazionalista La Patria
Bologna, Licinio Cappelli, editore di Rocca San Casciano (Fo), dopo essere entrato in società con Luigi Beltrami per la conduzione della libreria Treves di via Farini, trasferisce a Bologna anche la sede della casa editrice, nonché gli uffici amministrativi e il magazzino. Di lì a poco entra nella complessa vicenda editoriale della casa editrice Zanichelli, rilevando per alcuni anni il marchio dell’editore carducciano. Sempre nel 1914 Vittorio Emanuele III concede a Licinio il brevetto della Real Casa Savoia. Tra le imprese editoriali di Cappelli vi sono: l’Opera Omnia di Alfredo Oriani, l’edizione critica di Leopardi e quella nazionale di Garibaldi, oltre che stampe di Vincenzo Cardarelli, Manara Valgimigli e Concetto Marchesi.
Milano, pubblicata la prima Guida d’Italia del Touring Club Italiano. (Edizioni successive nel 1916, 1922, 1925, 1930, 1938)
Milano, l’editore Sonzogno inizia a pubblicare I romanzi polizieschi, la prima collana dedicata esclusivamente ai libri gialli edita in Italia.
Genova ospita l’Esposizione Internazionale Igiene, Marine e ColonieBrough (Uk), il pioniere dell’aviazione Robert Blackburn fonda la Blackburn Aeroplane & Motor Company (poi Blackburn Aircraft Limited), azienda che produce idrovolanti e successivamente aerei civili e militari. Cesserà l’attività nel 1936
New York (Usa), Edwin Booz fonda la Booz & Company, una delle prime società di consulenza strategica e direzionale al mondo, lavora a stretto contatto con le più importanti organizzazioni per aumentarne la loro competitività e quindi il loro valore. La Booz & Company è oggi una partnership interamente posseduta e gestita dai suoi circa 200 partner e ha oltre 3000 dipendenti in tutto il mondo
Bothell (Usa), Morris Goldenberg fonda la Brooks Sports, Inc., azienda che produce scarpe da ginnastica e attrezzature sportive per calcio e altri sport
Roma, dalla trasformazione della precedente Soc. An. Barattolo, Giomini e Panella, nasce la Caesar Film, azienda di produzione e distribuzione cinematografica. Negli anni del cinema muto diventò una delle principali Case produttive, coinvolgendo nella propria attività molti dei più importanti registi ed attori dell’epoca e legando in particolare la propria sigla al fenomeno divistico di Francesca Bertini. Successivamente fu rilanciata all’inizio del cinema sonoro per un secondo periodo di attività che durò dal 1931 al 1935
Recanati (An), Giacomo Castagnari fonda la Castagnari, la più importante casa produttrice di Fisarmonica diatonica italiana. La dittaancora oggi produce organetti artigianalmente. Negli anni ’70, dopo un periodo di abbandono dello strumento diatonico a favore della fisarmonica cromatica, i Castagnari riprendono la produzione “ripartendo dallo stato evolutivo in cui l’organetto si era fermato” riportandolo in auge e apportando miglioramenti al fine di renderlo uno strumento adatto a tutti i generi musicali.