1 gennaio: Massamarittima (Gr), inizia le pubblicazioni Il Minatore, organo della Federazione Italiana Lavoratori delle Miniere e reca nel sottotitolo il motto “Lavoratori, la potenza dell’organizzazione non sta nelle singole associazioni o leghe, ma nella federazione di tutte le forze associate” . Stampato a Massa Marittima, raggiungerà subito le 2.500 copie di tiratura, a fronte dei circa 3.660 minatori iscritti
23 – 24 gennaio: Bologna, IV Congresso provinciale della Federterra. Durante l’anno precedente erano stati organizzati 19 scioperi in 20 comuni, coinvolgendo 13.709 braccianti e 49 obbligati. Notevole anche il movimento dei mezzadri. Il Congresso, oltre a modificare lo Statuto (è abolita la figura del capolega, sostituita con un Comitato rappresentativo dell’organismo) delibera importanti indirizzi rivendicativi per la modifica del patto di mezzadria. Questi indirizzi saranno ripresi nel successivo congresso nazionale.
Febbraio: Lugano, Arturo Labriola pubblica Riforme e rivoluzione sociale, in cui espone la sua concezione del sindacalismo rivoluzionario, che è in parte influenzata dal sindacalismo rivoluzionario francese e in particolare da Georges Sorel.
14 febbraio: Brescia, il congresso lombardo del PSI è caratterizzato da un acceso scontro tra l’ala riformista e quella sindacalista rivoluzionaria. Quest’ultima aveva esteso la sua influenza, a partire soprattutto dal 1903, arrivando a controllare la Camera del Lavoro di Milano. Anche a Torino e in alcuni centri industriali della Liguria si era notevolmente rafforzata.
17 febbraio: Ferrara, si costituisce la Federazione provinciale cooperative di produzione e lavoro.
19 febbraio: Bologna, congresso provinciale delle Leghe coloniche. A un mese dal congresso della Federterra, si riprende la discussione sula questione del nuovo capitolato colonico.
13 marzo: Milano, inaugurata la sede della Scuola del Libro dell’Umanitaria in via Goldoni 10. La scuola, fondata nel 1902, grazie alla nuova sede si fonde con la più antica Scuola professionale tipografica
27 marzo: Roma, fondata la Beni Stabili Spa, società immobiliare oggi Fonciere Des Regions SA, gruppo immobiliare italo-francese controllato grazie ad un patto di sindacato da Delfin Sarl, società di Leonardo Del Vecchio; Batipart, holding controllata da Charles Ruggieri; GE Real Estate Francia, sussidiaria di General Electric. Socio di minoranza è il Credit Agricole
31 marzo: il Parlamento approva una serie di leggi per la promozione dello sviluppo economico della Basilicata
4 aprile: Firenze, costituita la società cooperativa Piccolo Credito Toscano,che, circa 16 anni dopo, diventerà società anonima Credito Toscano. Nello stesso periodo acquista il palazzo storico Portinari Salviati, dove ha tuttora sede legale. A seguito della fusione con la Banca di Firenze, il 4 giugno 1930 nasce ufficialmente la Banca Toscana S.p.A., quotata dal maggio 1986. Nel 1990 acquisisce la partecipazione di maggioranza nel Banco di Perugia, cui ha fatto seguito, nel 1991, la fusione mediante incorporazione. Il 20 novembre 2000 viene incorporata anche la Banca popolare della Marsica. Nel 2002 è acquisita dal Monte dei Paschi di Siena, ma conserva la sua identità. Dal 30 marzo 2009 perde il marchio ed ogni residuo di autonomia, confluendo completamente nel Banca Monte dei Paschi di Siena.
8 – 11 aprile: Bologna, VIII congresso del PSI. Il partito, che arriva al congresso profondamente diviso al suo interno, vede l’emergere di tre distinte correnti: quella rivoluzionaria di Arturo Labriola, che respinge l’idea di qualsiasi collaborazione con il governo e sottolinea l’impossibilità di conciliare la lotta di classe con l’esistenza della monarchia; quella riformista, espressa da Leonida Bissolati, che ribadisce la sua volontà di partecipare al governo e la sua fedeltà al regime monarchico; quella facente capo soprattutto a organizzatori sindacali quali Rinaldo Rigola e Angiolo Cabrini, che sottolinea la natura rivoluzionaria e anti monarchica del PSI, ma nel contempo la necessità di mantenere a ogni costo unito il partito. Enrico Ferri si fa interprete di quest’ultima corrente, e riesce a far approvare di stretta misura una mozione che afferma il carattere rivoluzionario del partito e l’esigenza di mantenerne l’unità.
Maggio: Novara, la Camera del lavoro guida la battaglia per le otto ore nella mondatura del riso, per l’applicazione del regolamento Cantelli e per il salario di 25 centesimi all’ora (Il regolamento Cantelli del 1866 prevedeva per la risaia l’obbligo dell’inizio del lavoro un’ora dopo l’alba e il termine un’ora prima del tramonto Ndr). La Camera del lavoro promuove un’inchiesta sulle condizioni di lavoro nelle risaie.
17 maggio: Cerignola (FG), la polizia reprime una dimostrazione popolare contro il fiscalismo e il malgoverno amministrativo, provocando tre morti e quattordici feriti.
Giugno: Roma, la statalizzazione delle ferrovie, di cui si sta discutendo alla Camera, è richiesta sia da Riscatto ferroviario sia dalla Federazione nazionale dei ferrovieri. Le due organizzazioni sindacali, che si erano divise nel marzo 1903, sono concordi nel proporre la costituzione di un’azienda autonoma, di cui dovrebbero far parte rappresentanze di tutte le categorie interessate.
3 giugno: San Giovanni in Persiceto (BO), le Unioni professionali cattoliche lanciano la “Proposta di un nuovo capitolato per la conduzione a colonia dei fondi rustici”, attraverso una lettera indirizzata “Agli agricoltori della provincia di Bologna migliorare le condizioni dei contadini” con la preoccupazione sì, di voler, ma ancor di più di “sottrarre alle insidie del socialismo, che tende a sconvolgere tutto l’ordine sociale”.
25 – 26 giugno: Firenze, III Congresso nazionale della previdenza. Si discute in particolare delle assicurazioni sociali, dell’azione delle Società di Mutuo Soccorso in rapporto alla legislazione sulla previdenza e sul lavoro e della costituzione di una Federazione internazionale delle mutualità.
8 luglio: lo sviluppo industriale di Napoli è oggetto di una legge che prevede una serie di agevolazioni per le industrie locali (Risorgimento economico della città di Napoli) . La Società ferriere italiane ottiene, con la mediazione del Credito italiano, la concessione per creare un impianto siderurgico a ciclo integrale a Bagnoli. Verrà inaugurato nel 1906. La legge prevede anche la costituzione dell’Ente autonomo Volturno. Inizialmente la sua missione fu quella di produrre energia idroelettrica utilizzando la forza idraulica delle sorgenti del Volturno, trasportarla e distribuirla alle industrie di Napoli per favorire l ‘incremento industriale della città. Nel giro di pochi anni l’ente cominciò a dedicarsi anche al settore dei trasporti pubblici: nel 1931 assunse la gestione dell’azienda autofilotranviaria di Napoli, acquistò la ferrovia Cumana e progettò la costruzione della ferrovia Circumflegrea. Nel luglio 2001 una legge regionale trasforma l’EAV in una holding che controlla gran parte delle società del trasporto pubblico locale campano, tra le quali, Circumvesuviana, SEPSA, Metro Campania Nord Est ed Eavbus.
Roma, l’obbligo della frequenza scolastica è elevato a dodici anni con una legge presentata dal ministro dell’istruzione pubblica Vittorio Emanuele Orlando.
28 luglio: l’Opera dei congressi è sciolta, a eccezione della seconda sezione. La decisione di Pio X, comunicata a tutti i vescovi italiani con una lettera inviata dal cardinale Merry Del Val, nasce dall’impossibilità di conciliare l’indirizzo intransigente e quello democratico cristiano, incline ad avviare una partecipazione attiva alla vita politica italiana. Con lo scioglimento dell’Opera tutte le organizzazioni regionali, diocesane e locali sono poste alle dirette dipendenze dei vescovi.
30 luglio: Parigi, il governo Combes rompe le relazioni diplomatiche con la Santa Sede
Settembre: Carpi (Mo), i lavoratori del truciolo entrano in agitazione per ottenere miglioramenti salariali.
Novara, sciopero dei panettieri in difesa del collocamento di classe
4 settembre: Buggerru (Ca), la polizia spara su una folla di minatori in sciopero: tre morti e una ventina i feriti. L’avvenimento suscita forti proteste da parte delle organizzazioni sindacali e dei socialisti.
Cfr. www.rassegna.it/articoli/buggerru-leccidio-che-cambio-la-storia-del-nostro-paese
“Agli inizi del 900 Buggerru veniva chiamato «petite Paris» ovvero “piccola Parigi” in quanto i dirigenti minerari che si erano trasferiti nel borgo minerario con le rispettive famiglie avevano ricreato un certo ambiente culturale. Fra questi Achille Georgiades, un greco di Costantinopoli arrivato in Sardegna nel 1903 per dirigere le miniere della Societé des mines de Malfidano di Parigi, la cui Sede operativa in Sardegna era Buggerru. C’era anche il francese Georges Perrier che gestiva un cinema; inoltre in paese vi erano anche un teatro ed un circolo riservato alla ristretta élite dei dirigenti della società francese. Dall’altra parte c’erano i minatori che lavoravano in condizioni disumane, sottopagati e costretti a turni di lavoro massacranti, spesso vittime di incidenti mortali sul lavoro; questi erano organizzati nella Lega di resistenza di Buggerru che contava 4.000 iscritti. Nel 1903 la Lega di Buggerru aveva partecipato con i suoi delegati al secondo congresso nazionale della Federazione dei minatori. I dirigenti della Lega erano due militanti socialisti, Giuseppe Cavallera e Alcibiade Battelli. Per cercare una risposta alle loro rivendicazioni, riguardanti l’incremento dei salari ed il miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro, fu attuata un’ondata di scioperi che cominciò dai primi mesi del 1904. Il 7 maggio si verificò l’ennesimo incidente sul lavoro, che costò la vita a quattro minatori. La protesta si intensificò nel mese di settembre, a seguito della circolare diramata il giorno 2 dall’ingegner Georgiades, dove si comunicava che, a partire dal giorno successivo, la pausa tra i due turni di lavoro, quello mattutino e quello pomeridiano, era ridotta di un’ora. La reazione fu immediata e cominciò lo sciopero dei minatori, che presentarono le loro istanze alla società francese. La domenica del 4 settembre 1904, mentre la delegazione sindacale era in trattative, gli operai si erano riuniti, di fronte alla sede della direzione generale della miniera, in sostegno della delegazione sindacale. Nel frattempo i titolari della ditta chiamarono l’esercito, che fece fuoco sugli operai uccidendone tre e ferendone molti altri. Quella domenica sarà ricordata come l’eccidio di Buggerru” (http://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Buggerru)
Vedi anche http://rete.comuni-italiani.it/blog/15684
8 settembre: Reggio Emilia, esce il giornale La Plebe, periodico «di propaganda cristiana» nato sulle orme del foglio romano Il Domani d’Italia diretto da don Romolo Murri. E’ curato da un gruppo di sacerdoti e di laici aderenti al Fascio radicale cristiano, costituitosi a Reggio verso il 1901, «dopo l’ondata di entusiasmi suscitati da una certa lettura dell’enciclica Graves de communi» di Leone XIII. Il giornale era espressione dei gruppi cattolici più radicali, convinti di poter sostenere assieme ai socialisti valori comuni di riscatto sociale per i ceti più poveri. Cesserà le pubblicazioni il 31 dicembre 1907
11 settembre: Milano, una mozione per lo sciopero generale da organizzare in tutta Italia entro otto giorni è approvata durante una manifestazione della Camera del lavoro. Si vuole così protestare contro la violenza esercitata dalle forze dell’ordine in occasione delle manifestazioni popolari dei mesi precedenti.
14 settembre: la proposta di sciopero generale è discussa dal comitato esecutivo della direzione del Psi. Il comitato, di cui fanno parte Enrico Ferri, Giovanni Lerda e Oddino Morgari e alcuni dirigenti del Segretariato della resistenza, tra cui Angiolo Cabrini, respinge l’iniziativa della Camera del Lavoro di Milano, ma non rende pubblica la decisione per permettere a Cabrini di prendere contatti con i dirigenti sindacali milanesi.
Castelluzzo (TP), la polizia spara sui contadini che protestano contro lo scioglimento di una riunione locale e l’arresto di un socialista, dirigente di una cooperativa agricola. Si contano due morti e dieci feriti. La repressione suscita una nuova ondata di indignazione in tutto il paese.
15 settembre: Milano, sciopero generale. Grandi comizi di politici socialisti all’Arena. Lo sciopero si estenderà – dopo una serie di riunioni alla Camera del lavoro – nei giorni successivi in tutta l’Italia diventando il primo sciopero generale nazionale. Alla birreria nazionale in Piazza Duomo viene ucciso da un anarchico il dottor Gadola. Ucciso in via Carlo Farini l’anarchico Galli. Carrà partecipa ai funerali che degenerano in una mischia tra polizia e dimostranti. Dalla violenta impressione che ne riporta, nascerà nel 1911 il famoso quadro futurista Il funerale dell’anarchico Galli (foto).Lo sciopero che paralizza per cinque giorni il Paese è la dimostrazione del senso di solidarietà di classe dei lavoratori italiani. L’episodio ha però ripercussioni a livello cittadino; il Sindaco di Milano, che era rimasto neutrale, è aspramente criticato dall’opposizione moderata e questa circostanza segnerà l’inizio della riscossa dei moderati milanesi.
16 settembre: Bologna, proclamato lo sciopero generale, sulla base delle indicazioni della Camera del Lavoro di Milano. Il giorno successivo allo sciopero partecipano gli operai delle officine e degli stabilimenti, i tranvieri e i vetturini pubblici. I negozi, esclusi gli alimentari, restano chiusi. Cortei di operai percorrono le strade della città. Al pomeriggio la folla dei manifestanti è caricata, a sciabole sguainate, dalla cavalleria mentre ascolta il comizio dell’onorevole Gregorio Agnini. Molti restano feriti, ma la manifestazione non si scioglie. I reparti tentano poi di assalire la Camera del Lavoro, ma sono respinti dalla reazione operaia. Quasi un centinaio di persone sono arrestate. La città è al buio per lo sciopero dei gasisti e degli accenditori di lumi. Lo sciopero prosegue anche domenica 18 e solo il lunedì mattina il lavoro riprende. Repubblicani e radicali bolognesi hanno aderito all’agitazione con ordini del giorno. In provincia si sciopera a Imola, Persiceto, Budrio, Mezzolara e in altri centri. La Federazione provinciale Lavoratori della terra proclama lo sciopero generale per tutta la giornata del 19. Coinvolgerà anche Parma, Monza, Torino, Genova, Alessandria, Savona, Como, Varese, Ancona, Fabriano, Terni, Piombino e Roma. La direzione del movimento è assunta dalle Camere del Lavoro; manca del tutto un’azione coordinatrice da parte della direzione del PSI e del Segretariato della resistenza. All’interno del PSI lo sciopero provoca un’ulteriore spaccatura tra la corrente riformista, che ufficialmente approva lo sciopero, ma tenta di ridurne la durata, e la corrente rivoluzionaria, che opera per trasformarlo in sciopero a oltranza per imporre le dimissioni di Giolitti.
18 settembre: Cesena, sciopero generale – il primo organizzato in città – in solidarietà con i lavoratori colpiti dalla repressione governativa.
Milano, la Camera del lavoro chiede ai deputati dell’estrema sinistra di lottare contro il governo con l’ostruzionismo parlamentare, e decide, su proposta di Arturo Labriola, di continuare lo sciopero fino al 21 settembre. Proclamato pure in Emilia e in alcune zone delle Puglie, lo sciopero dilagherà anche nelle campagne. Di fronte al grande sciopero Giolitti fa approvare dal Consiglio dei ministri un provvedimento per la militarizzazione dei ferrovieri e uno per la chiamata alle armi di due classi di leva, ma non li metterà in atto.
Roma, un regio decreto scioglie la Camera e indice le elezioni politiche generali per il 6 novembre. Giolitti non aveva accolto la proposta, avanzata poco dopo la fine dello sciopero generale dall’estrema sinistra, che chiedeva la discussione parlamentare su alcuni provvedimenti diretti a impedire l’uso delle armi durante le manifestazioni, ma aveva risposto affermando la necessità di chiedere al paese di pronunciarsi sull’operato del governo, confidando nel fatto che le elezioni approveranno l’azione governativa.
9 – 10 ottobre: Piacenza, congresso provinciale delle cooperative e delle leghe (63 società aderenti che organizzano oltre 6.000 lavoratori). Si costituisce la Federazione provinciale e il Magazzino provinciale per gli acquisti in comune.
16 ottobre: Reggio Emilia, costituito il Consorzio delle Società Cooperative di Lavoro e Produzione della Provincia di Reggio Emilia (CCPL) con sede presso la Camera del Lavoro in via Farini. L’atto costitutivo è sottoscritto dai presidenti di ventisette cooperative della provincia.
6 novembre: le elezioni politiche segnano, come aveva previsto Giolitti, la sconfitta dell’estrema sinistra, che perde 8 seggi. I socialisti aumentano però in tutta la penisola. La vittoria socialista è soprattutto vittoria dei riformisti: un solo sindacalista rivoluzionario, Enrico Duroni, viene eletto a Mantova. All’andamento delle votazioni contribuisce la massiccia partecipazione dei cattolici, che intervengono nella lotta elettorale a difesa del governo e per frenare l’eventuale avanzata socialista. La loro partecipazione è dovuta al tacito consenso che Pio X aveva dato alle richieste di allentare il non expedit del 1874, avanzate in particolare da Paolo Bonomi, avvocato e dirigente cattolico bergamasco. Due cattolici di tendenza clerico moderata, il conte Ottavio Cornaggia e l’avvocato Agostino Cameroni, vengono eletti rispettivamente a Milano e a Treviglio (BG). Presidente della nuova Camera verrà nominato il radicale Giuseppe Marcora, al fine di controbilanciarne la fisionomia conservatrice.
Bologna, a fine anno le Leghe aderenti alla Camera del Lavoro sono complessivamente 84, con 36.841 lavoratori iscritti.
DURANTE L’ANNO
Londra, vari gruppi parlamentari eletti con l’appoggio del sindacato confluiscono nel Labour Party. Le Trade Unions si affiliano in massa.
San Giovanni in Persiceto (BO), fondata la Cooperativa Metallurgici.
Reggio Emilia, con il finanziamento della Banca Commerciale Italiana, nascono le Officine Meccaniche Reggiane, specializzandosi nella produzione di materiale ferroviario che rimarrà la principale attività produttiva, fino all’assorbimento, nel 1935, da parte del gruppo Caproni.
Faenza, nel corso dell’anno si hanno diversi scioperi e vertenze. Lungo sciopero dei maccarini, mentre i muratori si astengono dal lavoro per tre giorni e riescono a siglare un accordo che prevede aumenti salariali, diminuzione dell’orario di lavoro e il riconoscimento dell’Ufficio di collocamento presso la Camera del Lavoro. I pastai ottengono la diminuzione dell’orario a 11 ore giornaliere per otto mesi e a nove per gli altri quattro. Scioperano anche i ferrovieri addetti alla stazione ed entrano in agitazione i garzoni vetturini e i macellai. Massiccia la partecipazione, con stabilimenti e botteghe chiuse, ai due giorni di sciopero generale nazionale indetto per protestare contro gli eccidi di Buggerru e Castelluzzo.
Varese, la Camera del lavoro organizza il Segretariato d’Emigrazione, sezione dell’Umanitaria di Milano, per orientare gli emigranti e di aiutarli a sbrigare ogni tipo di pratica.
Roma, comincia a formarsi una rete regionale di leghe contadine con il coordinamento della Camera del lavoro di RomaHartur Korn inventa la cellula fotoelettricaAmbrosio e Omegna realizzano i primi documentari italiani: La corsa automobilistica Susa – Mocenisio e Le manovre degli alpini al colle della Ranzola
Parigi: il profumiere François Coty fonda l’omonima azienda profumiera, specializzata anche nella produzione di cosmetici ed altri prodotti di bellezza. Nel corso degli anni l’azienda ha avuto numerosi cambiamenti di proprietà e di gestione, e si è assestata come una delle principali aziende nel commercio di profumi per uomo e per donna. Il primo profumo lanciato sul mercato e creato dallo stesso François Coty fu La Rose Jacqueminot. Nel maggio 2005 l’azienda è stata acquisita dalla Unilever. L’azienda è conosciuta anche per le collaborazioni del brand con diverse celebrità per la creazione di profumi, come Beyoncé Knowles, Lady Gaga, Petr Čech, Céline Dion, Shania Twain, Faith Hill e Jennifer López. L’azienda ha le sue sedi principali a New York e Parigi.
Torino, Matteo Ceirano e altri cinque soci fondano l’Itala fabbrica automobili. A lungo è stata la seconda fabbrica italiana e le vetture prodotte sono state esportate in tutto il mondo, avendo nella clientela i nomi dei regnanti e dei grandi protagonisti dell’epoca nel campo della finanza e del potere. Debuttò nel 1906 alla Targa Florio, aggiudicandosi la vittoria. In relazione alla qualità della sua produzione, a buon diritto, è tuttora ritenuta nel campo del collezionismo internazionale una marca con forte connotazione sportiva. Nel 1907 il principe Scipione Borghese con il pilota/meccanico Ettore Guizzardi e il passeggero giornalista Luigi Barzini senior, inviato speciale del “Corriere Della Sera”, prese parte con il modello 35/45 HP al Raid internazionale Pechino-Parigi e lo vinse con grande vantaggio su tutti gli altri concorrenti. Dell’avventura Luigi Barzini scrisse il diario nel libro “La metà del mondo vista da un automobile” (all’epoca “automobile” era maschile. Gabriele D’Annunzio ne cambiò il genere successivamente), che venne tradotto in più lingue e diffuse la fama del marchio in tutto il mondo. Attualmente la Itala 35/45 HP, vincitrice del Raid Pechino-Parigi, è stata restaurata nel 1987 e oggi è conservata presso il Museo Biscaretti di Torino. Questo stesso veicolo ha ripercorso nel 2007 il famoso raid, dopo cent’anni dalla storica impresa, con la spedizione italiana Overland. Durante la prima guerra mondiale, dal 1917, la fabbrica dedicò l’intera attività alla produzione di motori su licenza Hispano-Suiza per l’aeronautica.
Conclusa la Prima guerra mondiale, l’Itala proseguì nello sviluppo automobilistico fino all’anno 1929, quando, per motivi finanziari, si fuse con le Officine Metallurgiche e Meccaniche di Tortona, assumendo la nuova ragione sociale Itala S.A.. La società venne messa in liquidazione nel 1931 e infine chiuse nel 1934 sotto il nuovo nome di Itala SACA, creata per completare e vendere le rimanenze di produzione.
Napoli, tra il 1904 e il 1906 cominciano a farsi sentire i primi effetti della legge speciale per Napoli. Con l’intervento delle grandi banche “miste”, si perviene al consolidamento finanziario-amministrativo e al riassetto produttivo dell’industria metalmeccanica meridionale. La società milanese Officine Meccaniche (già Miani, Silvestri & C. – A. Grondona, Comi & C.), vera associazione di aziende con il concorso del Credito italiano, rileva e amplia gli impianti della Società industriale Napoletana Hawthorn-Guppy. Il Credito italiano ha anche – e conserverà – ruolo di rilievo nella trasformazione societaria delle Officine e Cantieri Napoletani C. & T.T. Pattison. Mentre la Banca Commerciale italiana, presente nell’industria elettrica napoletana, controlla le leve economico-finanziarie della Società metallurgica Giacomo Corradini