Alla vigilia dello straordinario ciclo di lotte del 1968-1972, grandi erano le difficoltà che il sindacato incontrava nel promuovere la contrattazione articolata, dovute in gran parte al blocco della sua capacità rivendicativa. Infatti, successivi ad un periodo di accrescimenti salariali, gli anni compresi tra il 1964 ed il 1967 furono segnati da una congiuntura economica sfavorevole che si ripercosse sulla produzione. Il padronato, per sopravvivere attraverso la crisi, aveva recuperato gli aumenti conquistati dai lavoratori all’inizio del decennio, riducendo a tal fine i livelli occupazionali e gli orari lavorativi. Ciò fu reso possibile dalla debolezza organizzativa del movimento operaio nelle singole imprese, dove le strutture sindacali periferiche e gli organismi di rappresentanza dei lavoratori erano del tutto insufficienti a contrastare l’unilateralismo decisionale delle direzioni aziendali. Di fronte ad una simile situazione il sindacato si presentava diviso: la CISL, dal canto suo, offriva una sponda ai settori più avanzati del padronato, premendo perché fossero concessi limitati indirizzi alla contrattazione aziendale, purché quest’ultima restasse sotto il controllo del sindacato esterno. Al contrario la CGIL tentava inutilmente di attivare proprie sezioni aziendali, ma il suo tentativo fallì di fronte all’indifferenza dimostrata dei lavoratori nei confronti di strutture affette da una logica verticistica. Il dilemma tra stare dentro e stare fuori dai luoghi di lavoro si risolse solo grazie alla “spallata” delle lotte operaie, con l’avvio del “maggio strisciante italiano” ed il graduale amplificarsi del conflitto.
All’inizio del ciclo, una volta tornate condizioni economiche più favorevoli, in numerose aziende del Nord fiorirono una serie di lotte aziendali, tese al recupero degli aumenti salariali persi nel periodo precedente. Dapprima si avvertì un diffuso rifiuto delle tradizionali procedure di formazione delle piattaforme, le quali tenevano conto “della possibilità di vederle accolte, e quindi dei limiti del sistema economico”; anche il momento della lotta si caratterizzò per la spontaneità e per l’altissimo livello di partecipazione. Fu a partire dall’autunno del 1968, però, che apparvero i caratteri più innovativi della stagione conflittuale, condotti in fabbrica dagli operai più giovani e dequalificati. Con l’ingresso sulla scena politica di vasti settori delle maestranze, la lotta non si esprimeva più unicamente nella richiesta di aumenti uguali per tutti, ma diveniva tendenza perequativa, perché era mossa nei confronti della tradizionale gerarchia professionale del lavoro, quest’ultima resa obsoleta dal processo di dequalificazione delle mansioni operaie; diveniva resistenza allo sfruttamento intensivo della forza-lavoro perché si scagliava contro l’organizzazione aziendale capitalistica. L’egualitarismo non si presentava quale espressione di una qualche ideologia, ma era un atteggiamento teso all’eliminazione di differenziali salariali inutili se non dannosi per l’unità interna delle maestranze di un’azienda; era quindi il prodotto di un bisogno materiale dei lavoratori che si concretizzò essenzialmente nella richiesta di aumenti eguali per tutti e di riduzione delle categorie operaie a 2 sole.
La ventata di innovatività e di rabbia travolse le vecchie forme di lotta: scioperi a sorpresa, a scacchiera e cortei interni si sostituirono agli scioperi programmati; dappertutto gli operai facevano carta straccia degli organigrammi d’azienda. La bufera travolse anche il sindacato, che almeno in un primo momento, si dimostrava poco disponibile ad accettare le novità; dove le frizioni con le domande di base si fecero più intense, nacquero organismi autonomi di gestione della lotta, ma, pur tenendo conto di importanti differenze, si può dire che in generale le organizzazioni sindacali arrancassero un po’ ovunque. La pressione di una sinistra sindacale da tempo attiva, però, rese in poco tempo praticabile la revisione degli obiettivi e della stessa struttura organizzativa del sindacato, in funzione di un rapporto più stretto con la base. Venne così la decisione della FIOM di puntare sulla soluzione organizzativa rappresentata dal delegato scelto “dal reparto o dalla linea” (estate 1969), ossia di riconoscere quanto già avveniva nel vivo della lotta FIAT, dove ogni squadra, ogni linea, ogni gruppo omogeneo in mobilitazione eleggeva il proprio rappresentante. I rinnovi contrattuali che infiammarono l’autunno del 1969 definirono infine il momento in cui la strategia sindacale si legava, trasformandosi, alla nuova autonomia operaia. Definizione democratica della piattaforma (con la vittoria della linea egualitaria) e riconoscimento dei nuovi attivisti eletti nei comitati di sciopero consegnarono al sindacato nuova legittimità, ma anche nuove sfide (…) (Lorenzo Alba – IL PUNTO DI FLESSO: LOTTE OPERAIE E CONTRATTAZIONE DAL 1968 AL 1973 – Università di Firenze Facoltà di Scienze Politiche Corso di Laurea in Studi Internazionali Tesi di laurea in Storia dei movimenti sindacali – Anno 2009)
Gennaio: migliaia di lavoratori sono in lotta per la contrattazione integrativa. Si conclude dopo diversi scioperi la vertenza dei 38 mila dipendenti del gruppo Italsider. Per i lavoratori del gruppo Montedison viene stipulato un accordo con regolamentazione dei trattamenti extra contrattuali
Pubblicato il primo numero di Contropiano, quadrimestrale diretto da Alberto Asor Rosa e Massimo Cacciari. Esce pochi mesi dopo la fine dell’esperienza di Classe Operaia. Nel gruppo dei fondatori anche Toni Negri, il quale si allontanerà poco dopo, a causa della ormai evidente divergenza rispetto al rapporto con il PCI e con il Movimento Operaio. Lo stesso Negri scriverà sui numeri a cui prenderà parte due importanti saggi (“La teoria capitalistica del ’29: John M. Keynes” e “Marx sul ciclo e la crisi”). La rivista si compone di tre sezioni (Saggi, Materiali, Note). Svolse un importante ruolo sul piano politico-culturale, come sottolinea lo stesso Tronti (il quale ebbe nell’esperienza un ruolo più defilato rispetto a Classe Operaia), soprattutto nella valorizzazione (di cui l’operaismo politico è stato portatore) di “quel tipo di cultura che veniva da tutt’altri luoghi, anzi da luoghi esattamente opposti, perché era una cultura della grande decadenza borghese, con forti spunti irrazionalisti, ma con grande attenzione a tutto il fenomeno delle avanguardie artistiche, storiche, nelle arti figurative, nella letteratura, in poesia, nella musica”. L’ultimo numero è del settembre/dicembre 1971
1° gennaio: Città del Vaticano, papa Paolo VI istituisce la giornata mondiale della Pace
«Ci rivolgiamo a tutti gli uomini di buona volontà per esortarli a celebrare “La Giornata della Pace“, in tutto il mondo, il primo giorno dell’anno civile, 1° gennaio 1968. Sarebbe Nostro desiderio che poi, ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa – all’inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo – che sia la pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire.»
continua in
www.vatican.va/content/paul-vi/it/messages/peace/documents/hf_p-vi_mes_19671208_i-world-day-for-peace.html
Bologna, il cardinale Giacomo Lercaro pronuncia un’omelia nella Giornata della Pace che provoca pesanti censure da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Il 12 febbraio Lercaro darà le dimissioni per raggiunti limiti di età.
Washington, il presidente degli Stati Uniti, Lyndon B.Johnson, annuncia il blocco degli investimenti americani in Europa, con la sola eccezione della Gran Bretagna, per arginare il deficit della bilancia americana.
Lisbona, l’Aginter Press invia gli auguri di Capodanno: “Buon anno a quanti lottano contro l’imperialismo rosso. Augurando che il mondo libero si risvegli prima che sia troppo tardi”. Sul retro del cartoncino la scritta: “1968, liberi o schiavi?”.
3 gennaio: Roma, firmato il contratto dei bancari. Aumenti del 9 per cento e rivalutazione dell’indennità di contingenza.
5 gennaio: Roma, raggiunto l’accordo tra governo e sindacati sui criteri e sulle direttive del disegno di legge per la soluzione dei problemi della pubblica amministrazione, del riassetto delle carriere e dei diritti del sindacato nelle amministrazioni dello Stato.
Washington, uno studio della Cia su “dissenso studentesco e sue tecniche negli Stati Uniti” rileva che i gruppi del fronte anticomunista non controllano le organizzazioni studentesche.
Torino, sospesi cento studenti per le occupazioni di dicembre.
11 gennaio: Padova, la polizia irrompe nell’edificio centrale universitario dove gli studenti sono riuniti in assemblea e identifica più di 100 partecipanti. Per protesta, in serata vengono rioccupate alcune facoltà.
14 gennaio: un violento terremoto sconvolge la valle del Belice, tra le province di Palermo,Trapani e Agrigento: 300 morti, migliaia di feriti, 150.000 senza tetto.
15 gennaio: Milano, l’autorità accademica dell’Università Cattolica ratifica l’espulsione degli studenti Capanna, Pero e Spada. I tre giovani si iscriveranno all’Università Statale.
16 gennaio: Roma, eletto presidente della Corte costituzionale Aldo Sandulli, sostituisce Gaspare Ambrosini.
17 gennaio: Pisa, occupata la Sapienza che, nella serata successiva, sarà poi sgomberata dalla polizia. Elaborato un nuovo documento, dal titolo “Documento sul salario”, che sostiene l’obiettivo del presalario generalizzato per gli studenti e per tutti i giovani al di sotto dei 18 anni.
Torino, arrestati Luigi Bobbio e Paolo Marinucci. Il giorno successivo la polizia impedisce la rioccupazione di Palazzo Campana ad un corteo di 2.000 studenti che chiede l’immediato rilascio degli arrestati.
Torino, nel corso di un confronto fra il rettore Allara, docenti e studenti, questi ultimi presentano le proprie richieste: revoca delle sanzioni, riconoscimento dell’assemblea e sospensione della didattica per tutta la durata delle trattative. Il rettore suscita l’ilarità dei presenti quando afferma di aver saputo che “agenti russi” si sarebbero “infiltrati” fra i contestatori
.21 gennaio: Roma, un’assemblea di attori e operatori televisivi e cinematografici manifesta la volontà di sindacalizzare la categoria e di instaurare rapporti diversi all’interno del settore.Inizia una vivace agitazione degli studenti del Csc (Centro sperimentale di cinematografia), che chiedono la fine dell’autoritarismo e le dimissioni del commissario De Pirro.
Pisa, il vice segretario della Intesa, l’associazione degli studenti cattolici, Riccardo Di Donato è denunciato per l’occupazione dell’università.
Un bombardiere B-52 precipita in Groenlandia: delle quattro bombe nucleari a bordo, una non sarà mai recuperata.
22 gennaio: Torino, dopo il rifiuto opposto dal rettore alle richieste degli studenti, questi ultimi tentano una rioccupazione, subito stroncata dall’intervento della polizia. Il rettore Allara fa chiudere l’ateneo a tempo indeterminato. Il movimento trasferisce la propria sede presso la Camera del lavoro.
23 gennaio: la marina nordcoreana cattura, nelle proprie acque territoriali, la nave spia statunitense Pueblo.
Roma, l’ufficio R del Sid comunica a quello D (sicurezza interna) che Joseph Luongo risulta essere elemento dei servizi informativi americani, operante in Italia nel 1962, successivamente rientrato a Washington su richiesta del direttore del Sifar, Giovanni De Lorenzo, che non approvava l’attività svolta da costui sul territorio italiano.
Firenze, occupata la facoltà di Magistero.
Danimarca, le elezioni politiche registrano un notevole calo di consensi per i socialdemocratici. Il governo, da 15 anni gestito dalle sinistre, verrà di conseguenza formato da conservatori e liberali.
24 gennaio: Trieste, scioperano i metalmeccanici per l’occupazione e lo sviluppo, per iniziativa di Cgil e Uil. La Cisl non aderisce, ma molti iscritti partecipano all’agitazione.
Washington, gli Usa inviano navi da guerra verso la costa nordcoreana. Negli stessi giorni, vengono richiamati migliaia di riservisti in previsione di un’eventuale azione di forza nella zona.
Lecce, occupata l’Università.
25 gennaio: Siena, occupata l’Università
26 gennaio: Ferrara, primo convegno nazionale di Giovane Europa, organizzazione di estrema destra. Partecipa anche il belga Jean Thiriart, condannato per collaborazionismo nella seconda guerra mondiale e leader di Jeune Europe. Il convegno – che dura tre giorni – ospita relazioni e interventi dello stesso Thiriart e del presidente di Giovane Europa Pier Franco Bruschi. Intervengono anche altri dirigenti come Claudio Orsi, Claudio Destefanis e Renato Cinquemani. Interventi anche di Claudio Mutti, Francesco (Franz) Primicino di An (Avanguardia Nazionale), dell’avvocato Antonio Fante dell’Orcat (Ordine del Combattentismo Attivo), l’avvocato Marcantonio Bezicheri, Ugo Gaudenzi, Francesco Donini, Sergio Urbani, Francesco Ruocco, Francesco Colucci, Gherardo Gherardi e dell’onorevole Pino Romualdi, deputato del Msi. Il convegno si conclude con l’approvazione di una mozione che “rigetta il condominio russo-americano” dell’Europa.
Roma, il Sid, in una nota informativa, scrive sul conto di Stefano Delle Chiaie che “egli vive di mezzi che gli vengono forniti dall’ufficio politico della Questura”.
Parigi, Nanterre agli studenti contestano il rettore Grappin, ex partigiano, definendolo nazista.
27 gennaio: Roma, la Dc diffonde un comunicato in cui spiega la propria opposizione alla costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sul Sifar, affermando che essa “ha corrisposto al doveroso senso di responsabilità che incombe sul partito di maggioranza in ordine ai temi che investono la sicurezza dello Stato e gli obblighi liberamente assunti dal Parlamento con gli alleati”.
Milano, occupazione del liceo Berchet. In un volantino gli studenti denunciano “l’autoritarismo scolastico come espressione dell’autoritarismo politico-sociale”. Incidenti tra polizia e studenti.
Cagliari, manifestazione di protesta per l’arresto del segretario della Camera del lavoro e di un altro sindacalista per un blocco stradale del novembre 1967. Verranno condannati (l’8 febbraio) a 5 mesi con la condizionale.
Firenze, occupata la facoltà di Lettere.
28 gennaio: Milano, nata come Comitato d’agitazione e di difesa degli abitanti dei quartieri popolari, l’Unione Inquilini, nel corso di un’assemblea presso la cooperativa di Quarto Oggiaro La Conquista, di fronte agli aumenti dell’affitto e delle spese lancia la parola d’ordine dello sciopero dell’affitto ad oltranza che si propaga subito in molti quartieri: “L’affitto non deve superare il 10% dello stipendio del capofamiglia!”.
29 gennaio: Sardegna, sciopero generale contro l’arresto del segretario della Camera del lavoro di Cagliari.
Roma, durante il dibattito che si è aperto sui fatti del luglio 1964, Luigi Anderlini (Indipendente di sinistra) rileva alla Camera che il testo del rapporto del generale Giorgio Manes, consegnato al Tribunale di Roma nel corso del processo De Lorenzo-Espresso, è stato censurato in alcune parti essenziali.
30 gennaio: Roma, si incontrano Pino Rauti, del Cson (Centro Studi Ordine Nuovo) e Yves Guerin Serac, che dirige a Lisbona l’agenzia Aginter Press. Dell’incontro si è fatto garante Armando Mortilla, giornalista romano prima iscritto al Msi poi trasferito a Madrid nel 1972 e informatore stabile della Divisione affari riservati del ministro dell’Interno con il nome in codice Aristo. Dell’incontro Mortilla riferisce puntualmente la Divisione.
Roma, Ugo La Malfa chiede ragione dei ”tagli” apportati al rapporto Manes. Moro s’impegna a darne spiegazione ma rifiuta la tesi del colpo di Stato e la nomina di una commissione d’inchiesta.
Firenze, la polizia carica gli studenti che protestano per gli interventi della polizia nelle facoltà occupate. Il giorno successivo il rettore dell’Università, Giacomo Devoto, si dimette per protesta contro il comportamento della polizia e il rifiuto del prefetto di ricevere una delegazione di studenti.
30 gennaio – 1 febbraio: s’incontrano a Roma presso l’hotel Quirinale, secondo la nota che l’ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno invierà al giudice D’Ambrosio il 20 dicembre 1973, Yves Guerin Serac, Pino Rauti e Paolo Andriani.
31 gennaio: sciopero nazionale dei lavoratori degli enti locali dopo l’irrigidimento del governo sull’indennità di fine servizio e per la mancata convocazione della commissione che doveva definire i problemi relativi il conglobamento delle retribuzioni.
Roma, il consiglio generale della Cgil discute le prospettive di lotta e il nodo della incompatibilità fra cariche sindacali e politiche.
Roma, durante un intervento in Parlamento, Aldo Moro afferma che “le cose in discussione sono di per sé abbastanza serie e, purtroppo, influenti in modo negativo sull’ordinata vita della nazione, perché, ad aggravare la situazione, ci si aggiunge l’incontrollata passionalità o addirittura la spregiudicatezza del gioco politico, condotto con i mezzi deteriori dello scandalismo esasperato”.Moro, inoltre, assume l’impegno “solenne che la verità venga in luce, quale essa sia, e abbia, quando ne ricorrano le condizioni tutte le conseguenze previste dal nostro ordinamento giuridico”.
Trento, occupata di nuovo la facoltà di Sociologia. L’occupazione durerà 67 giorni. Riprende, a Pisa, l’occupazione dell’università, diretta da Il Potere Operaio, che elabora l’opuscolo Contro la scuola di classe.
Vietnam, inizia l’offensiva del Tet (il capodanno vietnamita Tet Nguyen Dan): settantamila vietcong lanciano una violenta e inaspettata offensiva in tutto il Sud Vietnam e colpiscono contemporaneamente Hoi An, Danang, Quinhon e altre enclaves costiere, considerate imprendibili. Entrano in tredici delle sedici città del Mekong. A Saigon riescono ad occupare per sei ore l’ambasciata americana. Si scatena l’insurrezione in tutto il Paese.
Il periodico neofascista L’Orologio, intervenendo sul caso Sifar, scrive: “Ma che cosa sta succedendo, dunque, in Italia? Niente: è semplicemente la conseguenza dell’infezione introdottavi da questo regime ‘democratico e antifascista’, per cui la cancrena si va diffondendo per tutto il corpo del nostro infelice paese. Cosa credete ci sia sotto il pietrone del Sifar e del cosiddetto ‘complotto’ del luglio 1964? Non ci vuol molto a capire quel che è accaduto. I democristiani hanno bluffato e ricattato i socialisti. O meglio: la storia del colpo di stato era un bluff all’ottanta per cento. Sul restante venti per cento qualcuno si è azzardato a puntare. Sul che vale la pena di fermarsi a fare qualche considerazione. Finché questi fermenti di ribellione si estenueranno nel sogno solitario del putsch essi resteranno sterili: ma ben altrimenti fecondi sarebbero se una vera alternativa politica nazionale desse loro una base solida e moderna”.
Gennaio: all’Alfa Romeo e all’Italsider vengono siglati due accordi di gruppo, i cui punti qualificanti sono la riduzione del cottimo e il riconoscimento degli organismi sindacali aziendali. Al Petrolchimico di Porto Marghera (Venezia), si accendono lotte di reparto, guidate dalle organizzazioni sindacali e dalla commissione interna.
Roma, Francesco De Martino, nel corso della sua audizione al processo De Lorenzo-Espresso, afferma: “Non so il motivo per cui il governo abbia disposto la nomina del generale De Lorenzo a capo di Stato maggiore dell’esercito; posso dire però che i membri socialisti del governo non si opposero a detta nomina in considerazione dei precedenti del generale De Lorenzo, il quale si dichiarava amico dei socialisti, sostenitore del centro-sinistra e partecipante alla lotta partigiana”.Esce, a cura della Dedalo, l’edizione italiana della rivista Monthly Review, destinata a svolgere funzioni di raccordo fra la sinistra italiana e le “new left” americana.
Arrestato l’ex sindaco democristiano di Roma, Amerigo Petrucci, “perché quale commissario straordinario della federazione e del Comune di patronato dell’Onmi di Roma, distraeva a proprio profitto, e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso fra il 7 dicembre 1957 e il 3 agosto 1962, denaro appartenente all’ente predetto e di cui aveva possesso per ragioni del suo ufficio (…)”.