2017 – 04.Aprile

Il lavoro, le lotte, la politica giorno per giorno.

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Queste pagine non sono una rassegna stampa, ma la mia personale scelta di notizie, fatti, idee e persone per quanti, determinati ma con il sorriso sulle labbra, ancora resistono e lottano per il pane e le rose


8 aprile: Coito Ergo Zoom
Giorgio Mastrorocco – Doppiozero

Tentativo empirico di rispolverare l’epos furibondo e sensuale di quel mese di quaranta anni fa. Oppure, più sobriamente, breve cronaca lombarda delle occasioni e dei nutrimenti di allora. Strumenti a disposizione, perfettamente conservati: un diario completo dell’intero 1977 su agenda foderata in similpelle, un quaderno ad anelli con le annotazioni maniacali di tutti i film visti e i libri letti quell’anno, una raccolta di lettere provenienti da Bologna spedite da amici coetanei iscritti a Filosofia

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https://sites.google.com/site/storiadelmovimentooperaio/cronologia/2017



Bologna 25 aprile Pratello resistente



26 aprileBologna, muore Giorgio Guazzaloca primo sindaco non comunista del dopoguerra

Giorgio Guazzaloca si spegne all’Ospedale Sant’Orsola dopo una lunga malattia. Nel 1999, a capo del movimento civico La Tua Bologna, vinse le elezioni amministrative contro la candidata della sinistra Silvia Bartolini. Il risultato fu clamoroso e venne salutato come “la caduta del muro di Bologna”. La notizia dell’elezione di un sindaco – ex macellaio – di destra in quella che fu la capitale del comunismo occidentale fece il giro del mondo e fu pubblicata perfino sul “New York Time”.
Guazzaloca fu primo cittadino di Bologna fino al 2004. Alle elezioni successive sarà sconfitto da Sergio Cofferati 
Da ww.bibliotecasalaborsa.it/cronologia/bologna/2017/scompare_giorgio_guazzaloca_primo_sindaco_non_comunista



29 aprile. Testamento poco bio
Simonetta Sciandivasci – ilfoglio.it

Cronaca felice di un testamento per niente bio, commissionato da un millennial italiano a Roberto Roversi, poeta.

Il testo. Il cavallo di nome Scalabrino era bellissimo e velocissimo ma non vinceva mai perché durante le gare si distraeva per guardare le femmine ed era la disperazione dei suoi padroni tanto che alla fine lo avevano castrato, ma lui, ostinato, se n’era fregato e aveva continuato a perdere. “Addio, Scalabrino. Qui ti ho celebrato con un piccolo ricordo e non ti ho lasciato morire”, è scritto alla fine del racconto che Roversi dettò al suo assistente, poco prima di morire, nel settembre del 2012, a Bologna, “la città che mi piace perché è bella”, sei mesi dopo Lucio Dalla, per il quale scrisse i testi di “Automobili”, il disco con dentro “Nuvolari”, “Merlino e l’ombra”, “Ulisse coperto di sale”.

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Il testo di Roberto Roversi in
http://www.robertoroversi.it/testi-narrativi/racconti/item/896-scalabrino.html