6 febbraio: 100 anni Pci. Alexander Hobel. La guerra di posizione dei comunisti italiani e la democrazia. Prefazione al volume Sergio Gentili
Alexander Hobel – jobsnews.it
In occasione del centenario della nascita del Partito comunista d’Italia, si va riaccendendo il dibattito attorno alle vicende e alla esperienza di quello che fu il maggiore partito comunista dell’Occidente, e tra i principali nel mondo. Non mancano letture discutibili, come quella che attribuisce al “peccato originale” della scissione comunista del ’21 tutti i mali della sinistra italiana, individuando nel Congresso di Livorno l’inizio di una vera e propria “dannazione”, quella appunto delle scissioni e delle divisioni
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100 anni Pci. Miguel Gotor. Il Pci di Enrico Berlinguer e i suoi avversari
Le speciali circostanze della morte di Enrico Berlinguer nel 1984 hanno contribuito alla mitizzazione della sua figura, ma non bisogna pensare che egli in vita non abbia combattuto duramente dentro e fuori il suo partito per portare avanti il proprio disegno politico
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100 anni Pci. Paolo Liguori, la prefazione al volume “La morte del Pci”, Bordeaux edizioni
La sinistra, quella ex-comunista in particolare, appare per molti versi irriconoscibile: sembra andato perso quasi del tutto il legame con le classi lavoratrici, l’attenzione per la difesa dei loro interessi, la stessa capacità di farsi comprendere da larghe masse di popolo, di parlarne il linguaggio, in particolare per quanto riguarda gli strati di popolazione meno privilegiata, più colpita dalla terribile crisi economica degli ultimi due lustri.
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100 anni Pci. Enzo Proietti. Da “Il Pci a Roma”, edizioni Bordeaux
Dalla lettura di quegli anni emergono poi con forza alcuni degli elementi fondanti del Pci romano: la sua funzione nazionale di partito della capitale democratica e antifascista, la sua sensibilità internazionale, il suo rapporto forte con il mondo della cultura, la sua capacità di unificare le diverse componenti sociali, culturali e regionali del popolo romano costruendo nel tempo una vera cultura della solidarietà, il valore democratico della partecipazione nell’elaborazione della politica e della sua organizzazione, la sua democrazia interna e l’impatto con l’irrompere del movimento delle donne
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6 febbraio: Come si licenzia un direttore
Filippo Vendemmiati – Articolo 21
La sua Mini aziendale aveva i mesi contati. Gli avevano preannunciato la consegna di una nuova Fiat 500X. Ironia della sorte è stata proprio la Fiat a licenziarlo. Senza preavviso, senza contestazioni, Paolo Boldrini non è più il direttore della Gazzetta di Mantova, il quotidiano più antico d’Italia
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Come si licenzia un direttore – Articolo21
14 febbraio. Fp Cgil. La segretaria generale Sorrentino: ministro Brunetta, scelta incomprensibile
“Coesione sociale è stato coram populo l’appello che ha preceduto la formazione del Governo Draghi. Ora di fronte a ciò la scelta di Renato Brunetta come ministro della Pubblica Amministrazione è quanto di più antitetico ai concetti di coesione, innovazione, investimenti nella partecipazione per gestire la transizione digitale e organizzativa in modo democratico e partecipato”. Lo scrive su Facebook la segretaria della Fp-Cgil Serena Sorrentino, spiegando che “è in assoluto il ministro che nella storia della Repubblica di più ha generato Conflitto sociale, è intervenuto delegittimando la funzione sociale del valore pubblico, ha bloccato la contrattazione accanendosi in particolare a limitare la contrattazione decentrata, ha sottratto l’organizzazione del lavoro all’autonomia delle parti aumentando le misure orientate alla logica punitiva di dipendenti e dirigenti, ha usato leve come la produttività in una logica punitiva, la formazione come benefit e non come diritto del lavoratore all’aggiornamento costante, ha favorito esternalizzazioni e precariato per privatizzare spazi di mercato di servizi essenziali e fare dumping con le condizioni di lavoro del settore pubblico, non si è mai preoccupato della sicurezza sul lavoro ma ha ridimensionato diritti come il trattamento della malattia”
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Lazio. I veleni della Valle del Sacco: le tappe di un disastro ambientale
La Valle Latina da cinquant’anni a questa parte è stata ripetutamente ferita e violentata dall’inquinamento provocato dai poli industriali e i conseguenti versamenti illegali nei fiumi, dalle discariche abusive e dall’amianto
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