2010.01 Gennaio

Il lavoro, le lotte, la politica giorno per giorno

SITO IN CONTINUO AGGIORNAMENTO

Queste pagine non sono una rassegna stampa, ma la mia personale scelta di notizie, fatti, idee e persone per quanti, determinati ma con il sorriso sulle labbra, ancora resistono e lottano per il pane e le rose

“…volge al declino l’era, che fu nobile nella sua durezza e serietà, della democrazia politica”.
(Luciano Canfora).

21 gennaio

21 gennaio. inizia la distribuzione nelle sale del film L’uomo che verrà, diretto da Giorgio Diritti.

Lo storico eccidio nazi-fascista di Marzabotto visto attraverso gli occhi di una bambina che attende la nascita del fratellino, mentre le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti, a seguito dei quali oltre 770 persone, per lo più bambini, donne e anziani, vengono trucidati.
Co-prodotto dalla Cineteca di Bologna, il film ha vinto otto David di Donatello e tre Nastri d’Argento.
Vuol essere un film sulla guerra vista dal basso, dalla parte di chi la subisce e si trova suo malgrado coinvolto nei grandi eventi della storia che sembrano dimenticare le vite degli uomini. L’evolversi dei racconti è l’evolversi di quei tempi, dove la grande ‘Storia’, quella che troviamo nei libri e negli studi accademici, entra nelle case, sui sagrati, nelle chiese, ed uccide

https://it.wikipedia.org/wiki/L%27uomo_che_verr%C3%A0
https://distribuzione.ilcinemaritrovato.it/luomo-che-verra

PAOLO BROGI – Un bel film su Marzabotto. Ma anche alcune distorsioni storiche
“L’uomo che verrà” è bellissimo e intenso. Straordinaria la bambina muta, la piccola Greta Zuccheri Montanari, che “accompagna” la storia della strage nazista di Marzabotto.

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https://www.brogi.info/2010/01/un-bel-film-su-marzabotto-ma-anche.html

31 gennaio

31 gennaio. «Una ripresa fragile»

PATERNO FRANCESCO – ILMANIFESTO.IT Il messaggio dal World Economic Forum di Davos, in Svizzera, vuole essere rassicurante: governi, banche e istituzioni sono d’accordo su una riforma condivisa del sistema finanziario. Quasi certamente non è vero, perché le banche preferirebbero avere mano libera, mentre alcuni governi vorrebbero qualche paletto in più dopo la catastrofe mondiale che continua ad avere effetti devastanti sull’occupazione. Ma siccome la ripresa resta fragile per loro stessa ammissione, l’indebitamenteo degli stati avanza e il lavoro batte in testa, da Davos è uscito almeno un segnale di pace. O di fumo.

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https://archiviopubblico.ilmanifesto.it/Articolo/2003160203

31 gennaio: Roma. Presidio antifascista in via Tasso

Sono presenti rappresentanti istituzionali, ma non il Comune di Roma.
Interventi dei rappresentanti politici, l’assessore regionale Giulia Rodano, quella provinciale Cecilia D’Elia, il consigliere comunale Pd Paolo Masini sottolinea l’assenza di rappresentanti della giunta Alemanno

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https://www.brogi.info/2010/01/al-prfesidio-in-via-tasso-tanti.html

Ancora buu razzisti contro Balotelli

Nel pomeriggio, a Udine, dagli spalti dello stadio Friuli si è rinnovato il triste, incivile rituale dei fischi, dei “buuu!” e degli insulti razzisti contro il giovanissimo campione nerazzurro Mario Balotelli: un esempio di grave intolleranza per le centinaia di bambini presenti allo stadio e per quelli, assai più numerosi, che hanno visto la partita in tv e che ormai non sentono più neanche da parte degli adulti parole di censura verso eventi tanto incivili e riprovevoli. “Fischi di paura,” così hanno definito le manifestazioni di intolleranza contro il diciannovenne italiano di origine ghanese i pavidi, ipocriti telecronisti
da Brogi.info

31 gennaio
Compagni dai campi e dalle officine…
Notizie sparse raccolte qua e la

31 gennaio. Agile, protesta dei lavoratori contro il silenzio dei media

Ricevo dai lavoratori Agile ex Eutelia una denuncia sul silenzio dei media rispetto alla loro lotta. Ci siamo incatenati a piazza Barberini, siamo saliti sui tetti ecc, spiegano, e nessun giornale a tiratura nazionale o tiggì nazionale se ne è occupato. Vergogna, scrivono i dipendenti in lotta
https://www.brogi.info/2010/01/ricevo-dai-lavoratori-eutelia-questa.html

31 gennaio. Gli operai del Prc in assemblea

FRANCESCO PICCIONI – ILMANIFESTO.IT Ricomporre l’unità dei lavoratori, combattere la precarietà, commissariare le aziende avviate al fallimento, un «piano del lavoro». Questi i temi fondamentali su cui si è aperta ieri mattina a Torino, presso la Fabbrica E di corso Trapani, la Conferenza nazionale operaia dei lavoratori di Rifondazione comunista. Tra le altre proposte, bloccare i licenziamenti per i prossimi 36 mesi, generalizzare gli ammortizzatori sociali, aumentare le pensioni minimeino. All’appuntamento partecipano, tra gli altri, il sociologo Luciano Gallino e il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini. Il segretario di Rifondazione e attuale portavoce della Federazione della sinistra, Paolo Ferrero, ha spiegato che «la situazione in cui versano i lavoratori è inaccettabile: precarietà alle stelle, bassi salari e due milioni di disoccupati. E’ il frutto delle politiche liberiste di Berlusconi. Se la Fiat continua a prendere denaro pubblico per dare dividendi agli azionisti e mette in cassa integrazione gli operai, la si nazionalizzi».
Nell’immediato, la proposta è quella di avviare una campagna referendaria sui luoghi di lavoro contro la precarietà, prendendo di mira in particolare la legge 30. Un’iniziativa che si affiancherà alla raccolta delle firme per un una legge di iniziativa popolare sulla rappresentanza sindacale e la democrazia (su contratti, ecc), che verrà avviata nei prossimi giorni dalla Fiom Cgil. Ma si pensa anche a una proposta di legge contro le delocalizzzioni produttive: già nelle trattative sulla composizione delle alleanze elettorali in vista delle regionali, il Prc introduce il tema del ritiro dei finanziamenti pubblici a quelle imprese che abbandonano, poi, il territorio (verrà chiesta la «restituzione» delle agevolazioni). Ma un tema forte della discussione – visto che vi si trova nel bel mezzo di una crisi che spinge decine di aziende a chiudere i battenti – è anche la richiesta di allargare la legge «Prodi-bis», che rende possibile il subentro da parte dello stato in caso di dismissioni o fallimenti, con la nomina di un commissario incaricato di rimettere in seguito l’impresa sul mercato. Soluzione che non viene invece auspicata per gli stabilimenti ex Eutelia: qui la richiesta (al contrario di quanto detto da Di Pietro) è di passare direttamente alla gestione pubblica. Infine, si propone un intervento pubblico – «piano del lavoro» – per la ristrutturazione di tutti gli edifici pubblici, a partire dalla scuole; sia per metterli in sicurezza, sia per una riconversione ambientale ad «emissioni zero» («invece di pensare al nucleare»). Che potrebbe diventare un forte incentivo a creare lavoro (pannelli solari, ecc), schiodando «il privato» dall’attuale inerzia e passività.
https://archiviopubblico.ilmanifesto.it/Articolo/2003160206