L’Onu proclama il 1987 Anno internazionale di rifugio per i senzatetto
1° gennaio: Città del Vaticano, XX giornata mondiale della Pace: il messaggio di papa Giovanni Paolo II
Il mio predecessore Paolo VI di venerata memoria lanciò un appello a tutte le persone di buona volontà per la celebrazione di una Giornata mondiale della pace il primo giorno di ogni anno civile, come augurio e insieme promessa che fosse la pace «a dominare lo svolgimento della storia avvenire». A distanza di vent’anni riprendo questo appello, rivolgendomi a ognuno dei membri della famiglia umana. Vi invito, pertanto, a unirvi a me nel riflettere sulla pace e nel celebrare la pace. Far questo in mezzo alle difficoltà – come sono quelle di oggi – significa proclamare la nostra fiducia nell’umanità. (…)
continua in http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/messages/peace/documents/hf_jp-ii_mes_19861208_xx-world-day-for-peace.html
3 gennaio: rientrano in carcere Enrico Triaca e l’ ex compagna di Prospero Gallinari Mara Nanni che il 24 dicembre hanno ottenuto un permesso speciale di dieci giorni in considerazione della buona condotta tenuta in carcere. La Nanni ha usufruito di una parte della sua licenza per sposarsi. Una licenza di dieci giorni è stata concessa anche a Massimo Maraschi.
4 gennaio: rientrano nel carcere di Paliano, Valerio Morucci e Adriana Faranda, che il 30 dicembre scorso hanno ottenuto dalla magistratura un permesso di cinque giorni. Hanno trascorso le festività nella casa della Faranda, in via Quintiliano, a Monte Mario.
9 gennaio: Barbara Balzerani e Gianni Pelosi sono condannati dalla terza corte di assise di Roma a sei anni e sei mesi di reclusione ciascuno per i reati di banda armata e detenzione di armi. La corte ha invece assolto Giorgio Vanzini, per non aver commesso il fatto, e Antonio De Luca, per insufficienza di prove, dall’accusa di partecipazione a banda armata. Il processo e’ stato istruito dopo la scoperta ad Ostia del “covo” in cui i due terroristi si rifugiavano.
10 gennaio: un articolo dello scrittore Leonardo Sciascia, pubblicato dal Corriere della Sera, dal titolo I professionisti dell’antimafia, inaugura una stagione di durissime polemiche contro i giudici di Palermo e il sindaco Leoluca Orlando.
Renato Curcio, capo storico delle Br, dopo 12 anni di silenzio, accetta di rispondere alle domande di un giornalista dell’Espresso. Curcio dice di non riconoscersi nelle “etichette” di pentito o dissociato o irriducibile. Sul caso Moro, Curcio afferma tra l’altro che: “Moro poteva essere salvato. bastava voler leggere i chiarissimi messaggi delle Br”. quanto ai rapporti con servizi segreti Curcio sostiene che “nella storia delle Br non vi è mai stata intromissione diretta o indiretta dei servizi segreti o di potenze occulte; ricevemmo delle offerte indirette dai servizi israeliani, ma le rifiutammo”.
12 gennaio: Milano, arrestato all’aeroporto di Linate il libanese Bakhir Khodr. E’ trovato in possesso di una decina di chili di esplosivo e di 36 detonatori.
Processo Metropoli: giunto in aereo dalla Francia dove vive da anni (a Lilla), depone Carlo Fioroni. E’ la prima volta che il “superpentito” compare in pubblico dopo la sua scarcerazione. Fioroni ricorda l’ incontro con Feltrinelli, che gli fu presentato da Oreste Scalzone. “mi fu affidato in quell’ occasione – racconta Fioroni – di fare da agente di collegamento tra Feltrinelli e Potere operaio, o meglio con il vertice di questo gruppo intenzionato a creare uno spezzone di partito con struttura rigida, di tipo bolscevico, che prevedeva un certo livello di clandestinita’ di natura difensiva, con rifugi sicuri, documenti segreti”. Fioroni parla anche della nascita del FARO, un’ organizzazione nella quale Piperno e Morucci ricoprono rispettivamente i ruoli di dirigente politico e militare. “L’ aspirazione più grande di Toni Negri – aggiunge ancora – era quella di creare un movimento armato di massa che si opponesse al progetto dei supestiti di Potere operaio, inclini a dar vita ad un gruppo con una struttura politico militare”. Fioroni ha concluso la sua deposizione ricordando di avere avuto fugaci rapporti con Renato Curcio e Lanfranco Pace.
16 gennaio: Roma, comincia il processo per la rapina da 35 miliardi compiuta nel marzo 1984 alla Brink’s securmark. Dei ventiquattro imputati rinviati a giudizio soltanto sette debbono rispondere di aver partecipato al colpo mentre gli altri sono accusati di ricettazione o di aver riciclato il danaro.
18 gennaio: rinnovato il contratto dei metalmeccanici. Sono introdotte ulteriori 16 ore di riduzione annua d’orario dal 1 gennaio 1989. Si inizia a definire la terza parte dell’art. 5 con la cosiddetta “Nota aggiuntiva”
20 gennaio: i giudici della corte d’ assise d’ appello di Cagliari confermano la condanna di Mario Moretti a tre anni e due mesi di reclusione che gli era stata inflitta dai giudici della corte d’ assise di Nuoro per propaganda sovversiva e apologia di reato a fini terroristici. I giudici hanno condonato la pena di due anni. Moretti, detenuto nel carcere di Rebibbia e non presente al dibattimento, era accusato di avere distribuito nel carcere Badu ‘e carros di Nuoro, il 17 marzo 1982, un ciclostilato con il quale le Brigate Rosse rivendicavano l’ evasione di un gruppo di detenute dal carcere di Rovigo.
21 gennaio: una nuova inchiesta giudiziaria, la quinta, è avviata dalla procura della repubblica di Roma per accertare responsabilità e ipotesi di coinvolgimento di una dozzina di brigatisti o fiancheggiatori nella strage di via Fani, nel sequestro e nell’uccisione di Aldo Moro ed altri numerosi delitti compiuti a Roma dall’organizzazione eversiva. A dare il via ai nuovi accertamenti è Francesco Nitto Palma pubblico ministero al processo “Moro ter”. Il magistrato ha chiesto ed ottenuto dai giudici della terza corte d’ assise la trasmissione al suo ufficio dei verbali delle deposizioni fatte da alcuni pentiti e dissociati delle Br. Questi ultimi, e, tra gli altri Walter Di Cera, hanno coinvolto nelle varie fasi dell’operazione Moro e nella progettazione o nell’esecuzione di altri attentati compiuti tra il 1977 e il 1982 a Roma, personaggi che finora non erano stati accusati di quei reati come, ad esempio, Renato Arreni. All’ufficio istruzione del tribunale di Roma è da tempo in corso una quarta indagine sul caso Moro avviata sulla base degli elementi nuovi contenuti in un dettagliato esposto presentato dagli avvocati di parte civile che tutelano gli interessi dei familiari degli agenti uccisi in via Fani.
22 gennaio: Roma, alcuni terroristi dell’Ucc (Unione Comunisti Combattenti) sono sorpresi dai carabinieri a una fermata d’autobus sulla Nomentana. Ne nasce una sparatoria in cui restano feriti due terroristi, Paolo Cassetta e Geraldina Colotti; un terzo, Fabrizio Melorio, è arrestato incolume e un quarto riesce a fuggire. Paolo Cassetta, romano, 26 anni, era fuggito nel 1984 dal soggiorno a Civitella Casanova, in provincia di Pescara, dove era stato inviato dopo essere stato scarcerato per scadenza di termini ed è uno degli imputati latitanti al processo Moro ter. Addosso ai tre terroristi i carabinieri hanno trovato numerosi appunti cifrati, agendine con nomi e indirizzi scritti in codice e altri documenti.
23 gennaio: Roma, il prefetto Riccardo Malpica è nominato alla direzione del Sisde. Sostituisce Vincenzo Parisi, nominato capo della polizia. Malpica dirà poi che, al suo ingresso, il Sisde era “un disastro, non c’era personale, non c’erano locali, non c’era niente”.
24 gennaio: Bolzano, due ordigni esplodono quasi contemporaneamente nelle immediate vicinanze delle abitazioni del vicepresidente democristiano della Giunta provinciale Remo Ferretti e del consigliere provinciale Andrea Mitolo, del Msi. Per gli attentati, riconducibili all’attività dell’organizzazione Ein Tirol, saranno arrestati e condannati gli altoatesini di lingua tedesca Dieter Sandrini e Franz Frick.
25 gennaio: Piombino (Li), grazie alla dura opposizione della popolazione, il referendum indetto dall’amministrazione comunale boccia il progetto di costruire una centrale a carbone a Torre del Sale
Febbraio: la madre di Alì Agca presenta la domanda di grazia, ma il ministero la respinge. La richiesta è rinnovata a settembre, ma viene di nuovo respinta. Respinta anche l’istanza per la semilibertà.
4 febbraio: è possibile che vi siano stati contatti tra il Mossad, il servizio segreto israeliano e le Brigate rosse, ma non sortirono comunque alcun risultato. Nemmeno andò in porto l’ operazione “luna piena”, destinata ad uccidere Marco Pisetta. Con queste argomentazioni il consigliere aggiunto presso l’ufficio istruzione del tribunale di Torino, Mario Garavelli, ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta scaturita dalle rivelazioni, fatte nel 1981, da Alfredo Buonavita, uno dei capi storici delle Br. Il magistrato ha inoltre prosciolto, “per non aver commesso il fatto”, Toni Negri, Francesco Piperno, Antonio Bellavita, Emilio Vesce e Fausto Tommei dall’accusa di aver preso parte a Torino ai sequestri del sindacalista della Cisnal Bruno Labate (12 febbraio 1973) e del dirigente della Fiat Ettore Amerio (10-18 dicembre 1973). Interrogato dai giudici romani, Buonavita raccontò che nei primi anni settanta “emissari dei servizi segreti israeliani cercarono un contatto con le Br, offrendo armi, finanziamenti e coperture varie in cambio di un maggior impegno destabilizzatore della situazione politica italiana”. Obiettivo del Mossad, secondo Buonavita, era di “dirottare il forte sostegno dato all’ Italia dagli Stati Uniti, come strumento per mantenere le proprie posizioni nel mediterraneo, verso Israele”. Per dimostrare la loro buona fede, i servizi segreti israeliani fornirono alle Br l’indirizzo del rifugio, in Germania, di Marco Pisetta, indicazione che si rivelò esatta e che indusse l’organizzazione a mettere a punto un piano (poi fallito) per uccidere l’ ex brigatista. Nella sua sentenza di archiviazione, Garavelli scrive che “nessuna ipotesi di reato può essere ravvisata a carico di chi venne in contatto con il Mossad e che comunque Buonavita ha riferito soltanto cose sentite da altri. Così, per quanto riguarda Pisetta, tutto restò nella fase preparatoria e perciò non vi sono persone perseguibili”.
8 febbraio: Roma, il preside del liceo Orazio blocca la proiezione del film I pugni in tasca di Marco Bellocchio definendolo “dissacrante”.
10 febbraio: rinviato a nuovo ruolo per consentire la presenza di Bruno Seghetti, imputato al processo “Moro ter”, il processo per l’ assalto Br alla sede regionale della Dc delle Marche apertosi davanti alla corte d’ assise di Ancona. Oltre a Seghetti sono imputati, Antonio Savasta, Stefano Petrelli e Tommaso Gino Liverani, ufficialmente latitante ma presumibilmente morto per malattia in Nicaragua, Massimo Gidoni e le latitanti Lucia Reggiani e Marina Muzi.
La procura della repubblica di Roma ha avviato una indagine per stabilire i canali attraverso i quali sono giunti recentemente presso alcune librerie di tutta Italia specializzate nella vendita di testi politici ed economici documenti ed opuscoli delle Brigate rosse. Gli accertamenti sono stati disposti dal pubblico ministero Franco Ionta.
14 febbraio: Roma, agguato delle Brigate Rosse in via Prati del Papa a un furgone postale. Due poliziotti uccisi, uno ferito molto gravemente. Dal furgone sono prelevate sacche di denaro per un miliardo. Agguato rivendicato dalle Br-Pcc (Brigate Rosse-Partito Comunista Combattente
16 febbraio: il magistrato di sorveglianza, in base all’articolo 9 della “legge Gozzini” concede ad Alberto Franceschini cinque giorni di permesso premio.
18 febbraio: processo Moro-ter: chiamata a deporre Barbara Balzerani che rifiuta. “Qui si perde solo tempo – ha gridato la brigatista dalla sua gabbia – non vengo li”.
20 febbraio: il giudice istruttore di Milano firma un mandato di cattura contro i dirigenti dello Ior (Istituto Opere Religiose) del Vaticano arcivescovo Paul Marcinkus, Luigi Mennini e Pellegrino De Stroebel accusandoli di concorso in bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano. Ma il Vaticano farà opposizione invocando i Patti Lateranensi, ottenendo il parere favorevole prima della Cassazione e poi della Corte costituzionale. Il mandato di cattura sarà annullato.
Dieci ex terroristi di sinistra e di destra iscritti al Partito radicale (Maurice Bignami, Sergio D’ Elia, Luca Frassineti, Rocco Martino, Ciro Longo, Mario Rossi, Nando Cesaroni, Salvatore Palmeri, Livio Lai, Vincenzo De Stefano) firmano un appello in cui si legge : “Non vi sono progetti, futuri, umanità , speranze che valgano una vita, la vita di chiunque, oltre che quella nostra o vostra, compagni assassini. Non uccidere. uccidere è sempre una perdita. non c’ è storia della salvezza che possa proseguire se spezza una vita”.
20 febbraio: papa Giovanni Paolo II riceve la madre e il fratello di Ali Agca. Il Papa riceverà di nuovo la madre di Agca il 3 dicembre 1994 e il 15 maggio 1996 e il fratello Adnan Agca il 12 novembre 1997.
21 febbraio: in una intervista al settimanale Panorama, Alberto Franceschini condanna la rapina fatta a Roma in via Prati di Papa. Secondo Franceschini, nell’azione “c’ è solo cinismo e calcolo. E’ un terrorismo molto moderno, all’americana, estremamente disumanizzato. L’ importante per questi brigatisti e’ solo prendersi il miliardo (…) non riesco a capire chi sono e come sono qeuesti terroristi e quasi mi rifiuto di capirlo perché c’ è una differenza abissale tra me e loro”.
23 febbraio: al termine di un nuovo giudizio disposto dalla corte di Cassazione con la sua sentenza del novembre 1985, la terza corte d’assise d’appello modifica le pene inflitte in primo grado dalla corte d’assise del processo Moro al foro italico ad un gruppo di imputati minori. In particolare, i giudici assolvono , Norma Andriani, Carlo Brogi, Arnaldo May e Mara Nanni per insufficienza di prove dall’ accusa di concorso morale nell’ uccisione del giudice Tartaglione. La condanna della Andriani per altri reati e’ stata ridotta da 11 a nove anni di carcere. Il pentito Brogi ha avuto due anni di reclusione (nove), Arnaldo May undici (13), mentre per Mara Nanni è stata confermata per la partecipazione ad altri delitti la condanna a 23 anni di carcere. Ridotta anche la condanna della presunta talpa delle Br al palazzo di giustizia, Alessandra De Luca (da dieci a sette anni) e, per l’applicazione dell’ amnistia, sono state cancellate le condanne inflitte a Giovanna Chantal Personne’ (tre anni) ed alla pentita Ave Maria Petricola (tre anni e cinque mesi). Per Marco Capitelli, Augusto Cavani, Otello Conisti, Giovanni Innocenzi, Tommaso Lagna, Antonio Musarella ed Edmondo Stroppolatini, tutti condannati a pene varianti dai nove ai cinque anni di carcere, i giudici hanno deciso lievi riduzioni di pena.
24 febbraio: si concluso il processo per la rapina da 35 miliardi al deposito della Brink’s securmark. I giudici della seconda sezione penale del tribunale infliggono la pena maggiore, dodici anni e mezzo di carcere, a Giampaolo Morosini e pene solo leggermente inferiori agli altri presunti autori materiali del colpo: undici anni e nove mesi ad Alfredo Tadiotto e Francesco Santoro, undici anni a Leonello Cristofari e nove anni e nove mesi a Germano La Chioma. I giudici condannano anche gli altri diciannove imputati, accusati di ricettazione o per aver riciclato una parte del bottino, a pene varianti dai sette anni ad un anno ed otto mesi di reclusione. Il principale responsabile della rapina, Antonio Chichiarelli, ritenuto l’autore del comunicato del lago della Duchessa, e’ stato ucciso pochi mesi dopo la rapina.
25 febbraio: emesso un mandato di cattura per concorso in bancarotta fraudolenta per il vescovo Paul Marcinkus, nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento del Banco Ambrosiano. Il Vaticano rifiuterà di concedere l’estradizione per il responsabile dello IOR, la banca vaticana.
26 febbraio: si è concluso in corte d’Assise d’appello il processo contro una dozzina di persone accusate di aver fatto parte delle Formazioni armate comuniste (Fac). I giudici confermano le condanne a dieci ed otto anni di carcere rispettivamente per Valerio Morucci e per Adriana Faranda, a sei anni per Luigi Rosati (ex marito della Faranda) e a cinque anni per Renato Arreni e Bruno Seghetti. Ridotta da cinque a quattro anni la pena inflitta a Giancarlo Costa e Giancarlo Davoli. Tra i capi d’ accusa contestati agli imputati c’erano una serie di attentati e di tentativi di omicidio compiuti tra il 1975 ed il 1976. Morucci, Seghetti e Germano Maccari erano stati accusati anche dell’uccisione del missino Mario Zicchieri e in primo grado erano stai assolti per questo delitto con la formula piena, mentre i giudici d’ appello li hanno prosciolti per insufficienza di prove.
1 marzo: il Sismi diretto dall’ammiraglio Fulvio Martini realizza a Trapani il Centro occulto Scorpione che fa capo all’organizzazione Gladio assegnandogli “compiti informativi finalizzati alla lotta contro la criminalità organizzata”. La struttura, articolata in un comando e in quattro nuclei, ha in dotazione un aereo e una pista di atterraggio a Castelluzzo, vicino Trapani. Direttore del Centro è il tenente colonnello Paolo Fornaro, già in pensione ma riassunto dall’ammiraglio Martini come collaboratore. Successivamente, e fino al 1990, quando il centro verrà chiuso, gli subentra il maresciallo Vincenzo Li Causi. In una relazione della Commissione parlamentare antimafia si commenterà: “L’attività del Centro Scorpione si è svolta in anni cruciali per la Sicilia e per le vicende della lotta contro la mafia. Fornaro e Li Causi sapevano qualcosa del traffico e degli sbarchi di droga che si svolgevano a poca distanza dalla pista di Castelluzzo?”.
Parigi, Le journal du dimanche scrive che Jean-Marc Rouillan e Nathalie Menigon, due dei quattro capi storici di “Action directe” arrestati otto giorni fa nella campagna intorno ad Orleans, “dovevano avere prossimamente un contatto in Francia con i nuovi dirigenti delle Brigate rosse”. Un documento trovato nel covo, scrive il giornale, prova che “i contatti tra l’organizzazione francese di estrema sinistra e le Br erano tenuti da Regis Schleicher, il quale traduceva i testi italiani. Dopo il suo arresto era Jean-Marc Rouillan che con l’ aiuto di un dizionario traduceva i documenti provenienti dall’ Italia”.
3 marzo: si dimette il governo Craxi. Il 9 marzo il presidente Cossiga affida l’incarico a Giulio Andreotti, il quale, il 25 marzo, è costretto a rinunciare.
La giuria del 37° festival internazionale del cinema di Berlino ovest assegna l’orso d’argento per il miglior attore a Gian Maria Volontè, protagonista di Il caso Moro di Giuseppe Ferrara.
11 marzo: processo colonna napoletana delle Br: Antonio Savasta, che si è definito “un dissociato collaboratore”, dice che proprio il sequestro Cirillo causò la “spaccatura” all’interno delle Br tra “militaristi” e “movimentisti”. Gli “irriducibili” tra i quali Giovanni Senzani, rifiutano l’interrogatorio in quanto “la corte non è legittimata a giudicare”.
13 marzo: Ravenna, presso il cantiere Menavi, 13 operai muoiono soffocati nella stiva della nave – gasista Elisabetta Montanari a causa di un incendio scoppiato durante l’esecuzione di alcuni lavori di pulizia in un comparto del doppiofondo. E’ uno dei più gravi incidenti sul lavoro verificati in Italia. Si parla di una tragedia annunciata. Dei tredici operai, otto lavoravano in nero, senza regolare contratto. Non è stata rispettata nessuna norma di sicurezza. Come riporta la perizia elaborata un anno e mezzo dopo la strage, “una corretta organizzazione del lavoro avrebbe richiesto progettazione, pianificazione e programmazione degli interventi avendo cura di stabilire una priorità e compatibilità degli stessi”. Nulla di tutto ciò è accaduto invece sulla Elisabetta Montanari dove “si pulivano i doppifondi (lavoro che comportava spandimenti più o meno rilevanti di materiale infiammabile) in prossimità di una zona dove contemporaneamente si usava la fiamma” anche gli impianti elettrici sottoposti a perizia risultavano non conformi alle normative in uso.
16 marzo: Ravenna, in concomitanza con i funerali delle vittime della Menavi, CGIL, CISL e UIL proclamano l’astensione dal lavoro pomeridiana in tutta la provincia.
17 marzo: l’ ufficio di sorveglianza del carcere di San Vittore a Lauro Azzolini, Francesco Bonisoli, Giorgio Semeria, Maria Rosa Belloli e Pietro Di Gennaro il beneficio dell’ ammissione al lavoro esterno per il periodo in cui rimarrà allestita (dal 18 al 23 marzo) una mostra – mercato dei lavori d’arte e artigianato eseguiti da detenuti di San Vittore. La rassegna, allestita a palazzo Serbelloni, si intitola “Mostra-mercato del gruppo serigrafico San Vittore”.
20 marzo: Roma, due terroristi in moto affiancano l’auto del generale Licio Giorgieri, responsabile per la costruzione degli armamenti aeronautici, e lo uccidono a colpi di pistola. L’autista, militare di leva, rimane illeso. Rivendica l’Ucc (Unione dei Comunisti Combattenti): “Abbiamo giustiziato Giorgieri, massimo responsabile della costruzione di armi e di armamenti aeronautici e spaziali. Il generale è stato colpito per le responsabilità da lui esercitate in seguito all’adesione italiana al progetto delle guerre stellari”. Per l’omicidio saranno condannati Claudia Gioia, Francesco Maietta, Maurizio Locusta, Paolo Cassetta, Daniela Mennella, Claudio Nesti, Fabrizio Melorio e Geraldina Colotti.
24 marzo: processo Moro ter: Prospero Gallinari, parlando a nome di alcuni compagni con lui presenti nella Gabbia n. 16 (Francesco Lo Bianco, Paolo Cassetta e Francesco Piccioni) rivendica l’ uccisione del gen. Licio Giorgieri “compiuto dai compagni dell’ Unione comunisti combattenti”.
27 marzo: Roma, il presidente Cossiga affida al presidente della Camera, Nilde Iotti “un mandato per acquisire attraverso gli opportuni contatti ulteriori elementi di conoscenza e di valutazione per la soluzione della crisi e la formazione del governo”. E’ la prima volta che un tale incarico affidato ad un esponente comunista.
Il leader di Avanguardia Nazionale Stefano Delle Chiaie, latitante da quasi 17 anni, è arrestato a Caracas (Venezuela). Per molti versi, annoteranno gli inquirenti, la cattura appare “come il risultato di una sua scelta volontaria, il periodo precedente l’arresto è connotato da una intensa attività preparatoria in prospettiva del suo ritorno”. Delle Chiaie ha con se molta documentazione, di nessun interesse per l’autorità giudiziaria ma finalizzata alla propria autodifesa. Vi figurano “frammenti di storia di Avanguardia Nazionale” in cui, tra l’altro, Pierluigi Concutelli è definito un “paranoico manovrato”, il senatore missino Giorgio Pisanò un “bastardo”, il questore Silvano Russomanno un “incallito provocatore”, Massimiliano Fachini un “agente del Sid”, Giovanni Ventura una “figura losca”, Franco Freda un “complessato dell’emarginazione”. Delle Chiaie sarà immediatamente estradato dal Venezuela e giungerà in Italia il 31 marzo, quattro giorni dopo l’arresto. All’aeroporto di Fiumicino e poi nel carcere di Rebibbia a Roma avrà un esclusivo colloquio con il sostituto procuratore Luciano Infelisi, che susciterà le proteste e le denunce dei suoi colleghi. Infelisi sarà sottoposto a procedimento disciplinare.
Tornano in Italia Paolo Neri e Luisa Aluisini, di cui la Francia ha concesso l’estradizione. I due sono considerati dagli esperti italiani di terrorismo elementi aggregati alla fazione Br – Partito comunista combattente e sarebbero stati in passato legati direttamente a Barbara Balzerani e Mario Moretti.
30 marzo: trovato impiccato Mario Alberto Dettori, addetto al Centro radar di Poggio Ballone (Grosseto) e in servizio la sera dell’abbattimento sul cielo di Ustica dell’aereo di linea DC 9 della società Itavia. Tornato a casa alla fine del turno di notte aveva detto alla moglie: “E’ successo un casino, qui vanno tutti in galera”.
2 aprile: la visita del papa Giovanni Paolo II in Cile fa nascere molte polemiche. In particolare suscita numerose riprovazioni la benedizione impartita alla folla dal palazzo della Moneda a fianco del dittatore Pinochet.
11 aprile: Torino, si suicida lo scrittore Primo Levi. Aveva raccontato l’orrore dei campi di sterminio nazisti nei romanzi autobiografici Se questo è un uomo e La Tregua. Aveva 68 anni.
Per l’uccisione della vigilatrice di Rebibbia Germana Stefanini, la corte d’ assise d’ appello di Roma conferma la condanna all’ergastolo per Francesco Donati, Carlo Garavaglia e Barbara Fabrizi. I giudici d’ appello hanno ridotto da undici a sette anni di carcere la pena per Flavia Nicolotti, una brigatista rossa dissociata dalla lotta armata.
15 aprile: con un’interrogazione, il senatore Sergio Flamigni sollecita il ministro della giustizia, Virginio Rognoni a rispondere alle interrogazioni da lui presentate da tempo “per chiarire gli aspetti ancora oscuri del caso Moro”. Flamigni ricorda che il 19 maggio 1986 l’allora ministro Mino Martinazzoli, in risposta a una sua interrogazione sullo stesso caso, lo informò che aveva dato incarico all’ispettorato generale del ministero di svolgere un’ inchiesta e che il 30 luglio dello stesso anno tale indagine venne conclusa. “Proprio mentre Martinazzoli si apprestava a rispondermi – sostiene ancora Flamigni – venne formato un nuovo governo ed ella gli subentrò nell’incarico di guardasigilli. purtroppo, da allora, non mi è stata fornita alcuna risposta”.
17 aprile: dopo il fallimento del tentativo Scalfaro, si forma il sesto governo Fanfani. E’ il primo governo istituzionale nella storia della repubblica in quanto affidato al presidente in carica. Il democristiano Remo Gaspari ministro della Difesa, Scalfaro confermato agli Interni e Andreotti agli Esteri. Il governo, che resterà in carica solo 11 giorni, è formato da esponenti democristiani e nove tecnici
Il governo: http://www.senato.it/leg/09/BGT/Schede/Governi/0014_M.htm
20 aprile: durante una rapina sono uccisi due carabinieri. Il delitto è attribuito alla banda della Uno Bianca. Si cominciano a intravedere analogie con le sanguinose azioni della banda del Brabante – Vallone. Solo più tardi, e al culmine di una lunga scia di vittime, si scoprirà che la banda della Uno Bianca è composta da poliziotti in servizio alla questura di Bologna. Molte della loro azioni sono rivendicate dalla Falange Armata e qualcuno ipotizza che si tratti di strutture terroristiche collegate tra loro.
Roma, scompare dalla sua abitazione romana l’economista Federico Caffè. Non sarà mai più ritrovato.
21 aprile: Roma, un tentativo di evasione è stato sventato dagli agenti di custodia del carcere romano di Rebibbia che in uno dei controlli che vengono fatti frequentemente, hanno scoperto una via di fuga scavata sotto il carcere. Si sospetta che l’evasione sia stata preparata da Bruno Seghetti, Roberto Delli Veneri, Francesco Piccioni e forse Prospero Gallinari.
24 aprile: la terza sezione della corte d’ appello di Napoli, presieduta da Guido Tavassi, emesso la sentenza contro 58 militanti della colonna napoletana delle Brigate Rosse. La corte conferma la condanna all’ergastolo per Natalia Ligas, Barbara Balzerani, Mario Moretti, Luigi Novelli, Remo Pancelli, Vittorio Bolognese, Annamaria Cotone, Davide Fadda, Francesco Pagano Cesa, Marina Sarnelli, Teresa Scinica, Giovanni Senzani, Salvatore Colonna. Per tutti gli altri imputati la corte ha ridotto lievemente le condanne inflitte loro in primo grado e le pene vanno da un minimo di otto mesi per Maria Cristino ad un massimo di otto anni.
25 aprile: il quotidiano Il Manifesto pubblica una lettera aperta di Renato Curcio, Mario Moretti, Piero Bertolazzi e Maurizio Iannelli. Nella lettera, Curcio e gli altri affermano che se, “ovviamente”, non è esaurita la lotta di classe, è necessario “ammettere lucidamente” che lo “scontro sociale” degli anni settanta è “esaurito nei presupposti di classe che lo hanno determinato, nelle condizioni internazionali che lo hanno favorito, nella cultura politica che lo ha caratterizzato, negli specifici progetti di organizzazione rivoluzionaria di cui si è servito”. Per questo essi propongono una “battaglia di liberta” per un “oltrepassamento” di questo scontro, avvertendo che qualsiasi ritardo nella liberazione dei protagonisti “non è faccenda senza conseguenze”.
25 aprile: il giudice istruttore del tribunale di Padova Giovanni Palombarini rinvia a giudizio Roberto Ognibene, Susanna Ronconi, Martino Serafini, Giorgio Semeria per l’uccisione di due militanti del Msi, Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, avvenuto il 17 giugno 1974 in via Zabarella, a Padova. Nei confronti di Fabrizio Pelli il procedimento è sospeso per la morte dell’imputato.
26 aprile: un corsivo del quotidiano socialista L’Avanti cita una intervista di Flaminio Piccoli sul caso Moro e scrive che “da parte dei socialisti si sono sempre avanzati dubbi sulle diverse versioni e interpretazioni che sono state date e fatte circolare sul caso Moro, e si è sempre insistito sull’esigenza di chiarire risvolti assai contraddittori nelle indagini compiute e sulla necessita’ di identificare i legami interni e internazionali che hanno consentito ai terroristi di operare su larga scala nel nostro paese”. “Il presidente dell’ internazionale Dc – scrive il corsivo – non si sente per nulla appagato dai risultati di un processo e di una commissione parlamentare che hanno lavorato a lungo sul caso Moro. dopo aver detto di non aver mai avuto contatti diretti e personali con Curcio e Moretti (anche se aggiunge: ‘ci sono stati nostri amici che con regolari permessi hanno potuto vederli, parlare con loro, approfondire un discorso’) Piccoli si dichiara convinto che solo uomini come questi hanno la possibilità di svelare tutti i segreti”. Il corsivo dell’Avanti conclude che “non è stato mai dato per scontato che non si potesse finalmente venire a capo di questa intricata vicenda e ritrovare il bandolo della matassa di quello che è stato un vero e proprio dramma nazionale. la ricerca della verita’ resta essenziale”. In un’intervista al Corriere della Sera, Piccoli ha detto fra l’ altro di Curcio e Moretti che “la giustizia potrebbe graziarli, a patto che dicano tutto quello che sanno. Che raccontino, finalmente, la verità, tutta la verità sul rapimento e l’uccisione di Aldo Moro”.
Arrestati a Barcellona, Riccardo D’ Este e Laura Trevisan, sospettati di essere militanti delle Brigate rosse.
28 aprile: il presidente della Repubblica Cossiga scioglie le camere ponendo fine alla IX legislatura.
29 aprile: Vincenzo Andraus, personaggio di spicco della malavita milanese, noto come il killer delle carceri, condannato più volte all’ergastolo per omicidio, è accoltellato all’interno del carcere di San Vittore. Nella storia di Vincenzo Andraus c’è anche una parentesi che in qualche modo lo ha legato all’ eversione di sinistra. Nel 1977 Andraus evade dal carcere di Treviso assieme ad altri dodici detenuti, tra cui Prospero Gallinari; nell’ ottobre 1979 Andraus partecipa nel carcere di Trani al ferimento di Enrico Paghera.
2 maggio: L’ Espresso pubblica un’ intervista a Mario Moretti che dice che “se il problema dei prigionieri politici viene finalmente affrontato in sede politica siamo disponibili ad affrontare chiunque”. Secondo Moretti, gli incontri avuti da lui in carcere con Paolo Cabras e Remigio Cadevon, direttore e vice direttore del Popolo, mostrano la disponibilità dei capi storici delle Br ad ascoltare “senza preclusioni” le opinioni sul problema dei “prigionieri politici”. Sulla proposta di Flaminio Piccoli circa la possibilità di concedere la grazia ai brigatisti che uccisero Moro in cambio di “tutta la verità” sulla vicenda. Moretti dice: “l’ on. Piccoli presenta un tema che è sicuramente di grande interesse. va però scomposto in due parti. Lo stabilire una relazione tra la nostra liberazione e delle rivelazioni sull’affare Moro non appare proponibile per la buona ragione che su quella vicenda, tutto o quasi tutto è già di dominio pubblico ed anche arcinoto. E’ vero però che sul piano storico quei 55 giorni si prestano a letture complesse, ricerche e discussioni tutte ancora da fare (…) in tal senso non escludo affatto una riflessione aperta ma di Curcio e altri compagni su quei giorni”. “Giustamente – conclude Moretti – si sta tentando di comprendere il senso e la dinamica del sequestro Moro. Ma troppo spesso si cerca soltanto una strumentalizzazione di interpretazioni a benefici di questo o quel partito (…) mi sono sempre sottratto a giochi di questo tipo e intendo ancor più farlo ora”.
8 maggio: interrogata dal giudice istruttore di Venezia Carlo Mastelloni la sociologa Rita Cauli, coinvolta nell’inchiesta sui rapporti internazionali delle Brigate rosse e rientrata in Italia il 7 maggio dopo alcuni anni trascorsi a Managua (Nicaragua). La Cauli avrebbe anche detto di non aver mai svolto attività politica e che durante il periodo di soggiorno in Francia conobbe solo alcune persone che le furono presentate dal marito, Guglielmo Guglielmi. Quest’ ultimo, attualmente in Nicaragua, è accusato di appartenere alle Ucc (Unità comuniste combattenti). Rita Cauli avrebbe detto anche di non aver mai frequentato persone legate alla scuola parigina Hyperion.
9 maggio: la Gazzetta del Mezzogiorno pubblica un articolo di Giovanni Moro in occasione del nono anniversario dell’assassinio del padre. “L’ aspetto di Aldo Moro che mi pare permanente ed anche di estrema attualità – scrive Giovanni Moro – lo si può trovare espresso in un articolo ritrovato in via Fani il 16 marzo del 1978: ‘dominare con intelligenza gli avvenimenti’. In questa frase è racchiusa, mi sembra, la visione della politica come una prassi che ha il coraggio di misurarsi e anche di scontrarsi, con la verità delle cose”. Giovanni Moro rileva che alla base del pensiero politico del padre c’erano “la piena consapevolezza dei propri limiti” ed il rapporto tra “l’intelligenza e gli avvenimenti” dal quale scaturiva “l’energia necessaria per guidare il fiorire della vita sociale verso obiettivi di mutamento e di sviluppo”.
10 maggio: in un intervento pubblicato dal Manifesto gli ex terroristi Maurice Bignami, Maria Teresa Conti, Sergio D’Elia, Ciro Longo, Luca Frassineti, Rocco Martino e Salvatore Palmeri, tutti ora sono iscritti al partito radicale, scrivono che non basta che i capi storici delle Br Curcio e Moretti dicano che un ciclo storico, quello della lotta armata degli anni settanta, si è chiuso per sempre: devono compiere “un gesto simbolico, gratuito ed unilaterale, ma anche concreto, pagante e coinvolgente, una dichiarazione pubblica ed esplicita di scioglimento della banda armata Brigate Rosse”.
11 maggio: in un’operazione in varie città d’Italia, la polizia arresta sei presunti terroristi; un settimo arresto è compiuto dalla polizia francese a Perpignano. L’arrestato dalla polizia francese è Sergio Di Donnamasa, 34 anni, che nel marzo 1984 fu condannato a nove anni e sei mesi di reclusione dalla corte di assise di Roma nell’ambito del processo contro Guerriglia Comunista, organizzazione accusata di aver fiancheggiato le Brigate Rosse. Il sostituto procuratore Nitto Palma scrisse anche che Di Donnamasa sarebbe potuto essere il “Fritz” che, stando agli appunti trovati nell’appartamento di via Gradoli, aveva acquistato e consegnato ai brigatisti rossi la mitraglietta skorpion usata nel rapimento di Aldo Moro.
13 maggio: in un’ intervista a Famiglia Cristiana, Flaminio Piccoli afferma: “non è vero che sappiamo tutto sul sequestro Moro; vi sono molti particolari importanti che ancora non conosciamo”. Piccoli afferma per esempio che “l’interrogatorio dello statista, condotto da Mario Moretti, non è giunto a noi nella sua interezza ed autenticità. In un covo Br, in via Monte Nevoso a Milano, sono stati trovati stralci in fotocopia estrapolati dagli appunti che Moro scriveva dopo i colloqui con Moretti. Mancano le registrazioni, incenerite da Gallinari, mancano gli originali degli appunti autografi dello statista, inceneriti dalla Braghetti. Manca tutta la parte squisitamente politica relativa alle risposte sulla natura e sugli obiettivi che le Br si prefiggevano”. Piccoli aggiunge che “manca la pizza delle riprese televisive a circuito chiuso che registravano ogni attimo delle giornate del sequestrato; mancano infine molte lettere di Moro che non sono state inoltrate, nonché le minute di quelle inviate dopo la censura. Tale patrimonio e’ in possesso di non più di due o tre persone che lo renderanno pubblico, si presume, quando lo riterranno, per loro, più politicamente opportuno”. Piccoli precisa inoltre la sua richiesta di perdono verso ex terroristi: “io penso ad un provvedimento di grazia per singole persone, dopo un attento esame delle rispettive posizioni. Non ho detto lasciamo andare Curcio e Moretti in cambio della verità su Moro, ma vi sono ancora molti aspetti della vicenda che non conosciamo e sui quali ritengo che alcuni brigatisti abbiano diverse cose da dire”.
Il direttore del Borghese Mario Tedeschi ricorda un servizio pubblicato dal settimanale il 27 gennaio 1985 e il 17 febbraio 1985 e intitolato “Dov’è il film di Aldo Moro?”. Nell’articolo si indicava che in occasione della cattura del brigatista Giovanni Senzani erano stati trovati nell’ abitazione del terrorista “un impianto di videoregistrazione ed una serie di videocassette che riportavano le fasi dell’interrogatorio di Aldo Moro nella prigione delle Brigate Rosse”. “Fin da allora – dichiara Mario Tedeschi – noi chiedemmo pubblicamente di sapere chi aveva fatto sparire quelle bobine e perché, ma inutilmente. A seguito delle nostre rivelazioni il senatore missino Tommaso Mitrotti presentò il 31 gennaio 1985 una interrogazione al presidente del consiglio e al ministro dell’interno senza tuttavia ottenere risposta. Inoltre, benché l’articolo fosse molto circostanziato, ne i carabinieri, ne la polizia, ne la magistratura sentirono mai il bisogno di chiederci come avessimo appreso tale notizia. Spero che adesso, in seguito all’iniziativa dell’ on. Flaminio Piccoli, qualcuno trovi finalmente il coraggio e la voglia di far luce su questa incredibile vicenda”.
14 maggio: Gennaro Acquaviva, componente della direzione del Psi, dichiara: “visto che si sta andando alla ricerca di bobine e registrazioni scomparse, spero che nell’indagine si possano ritrovare anche le registrazioni di telefonate che giunsero alla segreteria di Craxi dopo l’assassinio di Moro. Queste telefonate furono da noi registrate e, dato il loro contenuto, subito consegnate all’arma dei carabinieri. ma dopo d’allora non se ne senti’ più parlare”.
15 maggio: il generale dei carabinieri Giuseppe Richero è nominato segretario del Cesis (Comitato Esecutivo per i Servizi di Informazione e Sicurezza).
L ‘ agenzia Ansa scrive: “in relazione a voci incontrollate, circolate a Palermo in ambienti giornalistici, secondo le quali nella cassaforte di villa Pajno (residenza del prefetto) il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa avrebbe potuto custodire bobine magnetiche relative al sequestro Moro, fonti responsabili ne hanno escluso questa sera la fondatezza. Le stesse fonti hanno ricordato che dai verbali processuali relativi al contenuto della cassaforte risulta che in essa dopo l’ uccisione del generale, furono trovati alcuni oggetti personali che non avevano alcun riferimento all’attività operativa del prefetto e non esisteva traccia di eventuali bobine relative al sequestro Moro. Il fratello del generale, Romeo Dalla Chiesa, interrogato anche nel corso del processo a ‘cosa nostra’ (vi sono, fra i rinviati a giudizio, i presunti responsabili materiali dell’ agguato a Dalla Chiesa) sul contenuto della cassaforte, non ha mai fatto riferimento a bobine di questo tipo”.
16 maggio: Roma, pronunciata la sentenza nel processo riguardante la rivista Metropoli in riferimento al sequestro e omicidio di Aldo Moro. Sono condannati per associazione sovversiva e banda armata, ma non per il sequestro Moro, Franco Piperno e Lanfranco Pace di Autonomia Operaia, entrambi latitanti. Assolti Giorgio Accascina, Paolo Zappelloni e Stefania Rossini.
17 maggio: su richiesta delle autorità italiane la polizia francese arresta tre latitanti delle Brigate Rosse, già condannati in Italia. Sono Paolo Ceriani Sebregondi, Paola De Luca e Vincenzo Olivieri. Trascorso qualche giorno è arrestato un quarto latitante, Guglielmo Marzocchi. Saranno tutti estradati in Italia.
19 maggio: in Francia sono arrestati tre presunti militanti delle Brigate Rosse. Sono Vincenzo Olivieri, condannato a 17 anni per banda armata nel processo per il rapimento di Ciro Cirillo, Paolo Ceriani Sebregondi, 40 anni, condannato all’ ergastolo per l’ uccisione di Carmine De Rosa, e Paola de Luca, 40 anni, condannata a dodici anni per partecipazione a banda armata. Vincenzo Olivieri, arrestato nel quartiere parigino di Belleville, era nella capitale francese da un anno sotto il nome di Vincent Heuchel.
20 maggio: cominciato in corte d’ assise di Roma, nell’aula-bunker del Foro Italico, il processo contro i presunti esponenti del Movimento comunista rivoluzionario, organizzazione eversiva che, per un certo periodo, a Roma, fiancheggiò l’attività delle Brigate Rosse e mise a segno numerosi attentati. Gli imputati sono 64, quasi tutti accusati di partecipazione a banda armata, di rapine, furti ed altri reati minori. Tra gli imputati Oreste Scalzone, Giancarlo Davoli, Fabrizio Panzieri e Luigi Rosati, tutti latitanti, Valerio Morucci, Adriana Faranda, Arnaldo May, Norma Andriani, Carlo Brogi, Massimo Cianfanelli. complessivamente sono 64 gli imputati,.
22 maggio: sentenza del processo d’ appello per l’ uccisione di Roberto Peci: i giudici della corte d’assise d’appello diAncona riducono di dieci anni (da 15 anni e un mese a cinque anni e un mese) la condanna al pentito Roberto Buzzatti per “l’eccezionale rilevanza” del suo contributo e confermano quasi tutte le condanne di primo grado. Allo psichiatra Massimo Gidoni non sono riconosciuti i benefici della legge sulla dissociazione. Confermate le condanne all’ergastolo e a sei mesi di segregazione per Giovanni Senzani e Stefano Petrella, quelle a 25 anni ciascuna per Natalia Ligas e Susanna Berardi, quella a 26 anni e mezzo per Stefano Petrelli e quella a 24 anni e mezzo per Massimo Gidoni.
23 maggio: Brescia, si conclude il processo per la strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974. Gli imputati, Cesare Ferri, Alessandro Stepanoff e Sergio Latini, sono tutti assolti per insufficienza di prove.
25 maggio: il ministro degli esteri Giulio Andreotti definisce “una balla totale” la notizia secondo la quale il generale Dalla Chiesa avrebbe distratto una parte dei documenti sul sequestro di Aldo Moro trovati nel covo di via Monte Nevoso a Milano.“Non credo – ha spiegato – che una persona seria come Dalla Chiesa si sarebbe prestato ad occultare documenti”.
28 maggio: i giudici della corte d’assise di Genova condannano per apologia di reato aggravato da finalità di terrorismo ed eversione Bruno Seghetti a quattro anni e otto mesi, di cui un anno condonato, Luigi Novelli a quattro anni e sette mesi (due anni condonati), Francesco Lo Bianco, Prospero Gallinari e Francesco Sincich, ai quali la corte ha applicato il vincolo della continuazione con precedenti sentenze passate in giudicato, aumentando le rispettive pene di sei mesi per Lo Bianco e di cinque mesi per Gallinari e Sincich. L’ accusa si riferisce alla rivendicazione dell’ uccisione di Leamon Hunt durante il processo per il sequestro dell’ armatore Piero Costa.
Il giudice istruttore del tribunale di Venezia Carlo Mastelloni emette confronti di Yasser Arafat un mandato di comparizione per introduzione clandestina di armi da guerra nel territorio dello stato come mandante e detenzioni di armi da guerra, in riferimento ai depositi di munizioni e armi trovati nella zona del Montello, nel Veneto.
30 maggio: cinque presunti esponenti della Ucc (Unione dei comunisti combattenti), fazione delle Br, sono arrestati a Roma. Sono Francesco Maietta, Claudia Gioia, Massimiliano Bravi, Daniele Mennella e Paolo Persichetti.
1 giugno: i giudici della prima sezione della corte di assise di appello di Firenze emettono la sentenza del processo di appello contro i capi del “comitato rivoluzionario toscano” delle Brigate rosse. La pena per Giovanni Senzani è ridotta a sei anni di reclusione e al pagamento di un milione e mezzo di multa (in primo grado sette anni e sei mesi) e per Paolo Baschieri a due anni di reclusione in continuazione con la precedente sentenza della corte di assise di appello di Firenze del giugno 1982, determinando così la pena complessiva in dodici anni di reclusione. La loro posizione è stata stralciata da quella degli altri imputati perche’ erano impegnati a Roma nelle udienze del “Moro-ter”.
3 giugno: processo per la strage di Bologna: Francesco Pazienza parla di rapporti tra il brigatista rosso Giovanni Senzani e il Sismi “riformato” dopo la scandalo P2 guidato dal generale Nino Lugaresi e dai suoi uomini, come il col. Demetrio Cogliandro. “I contatti con Senzani – ha detto Pazienza – erano tenuti, tramite l’agente Luciano Bellucci, da quel Corti che altri non è che il col. Cogliandro. Nei servizi infatti si usano nomi di copertura che cominciano con le prime due lettere del vero nome”. Il pm ricorda come dagli atti giudiziari emergano invece presunti contatti tra Senzani e il generale del Sismi Pietro Musumeci. Di presunti legami tra Senzani e i servizi segreti aveva parlato infatti il pentito Roberto Buzzatti anche nel processo di Ancona per l’omicidio di Roberto Peci.
4 giugno: il primo numero del bimensile Ora d’Aria, redatto dai detenuti del carcere romano di Rebibbia è presentato nella sede della federazione nazionale della stampa. Per l’occasione, una quindicina di detenuti che fanno parte della redazione, tra i quali anche Alberto Franceschini, ottiene il permesso di uscire dal carcere. Ora d’Aria è il frutto del lavoro di trenta persone tra uomini e donne (divisi in gruppi redazionali) coordinato da Carmen Bertolazzi, direttore responsabile. Dello staff, oltre a Franceschini, fanno parte gli ex terroristi Arrigo Cavallina, Attilio Cozzani e Massimo Gidoni, l’ex dei Nar Livio Lai, e detenuti comuni.
4 giugno: la polizia di frontiera arresta all’aeroporto di Fiumicino Stefano Ceriani Sebregondi, proveniente da Rio de Janeiro, in Brasile. Sebregondi è il fratello di Paolo Ceriani Sebregondi, da poco arrestato in Francia. Stefano Ceriani Sebregondi era latitante dal giugno 1978, da quando era stato emesso contro di lui un primo ordine ordine di cattura per il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, e per costituzione e pertecipazione a banda armata. In particolare, era accusato di far parte della Colonna Roma Sud delle Brigate rosse e di aver collaborato con Enrico Triaca a stampare, nella tipografia da questi gestita, volantini delle Br. Nel dicembre dello stesso anno l’ordine di cattura nei confronti suoi e di altri brigatisti – tra cui Corrado Alunni, Prospero Gallinari, Enrico Triaca, Barbara Balzerani – veniva modificato, e le accuse ridotte alla sola partecipazione a banda armata e detenzione di armi. Condannato nel primo processo Moro a sei anni, Stefano Ceriani Sebregondi aveva poi avuto in appello una riduzione della pena a tre anni.
6 giugno: Firenze, la Digos arresta Gianni Mantelli, Massimo Sassaroli e Milena Vacirca, accusati di “associazione sovversiva e banda armata”. I tre sarebbero in contatto con le Ucc di Roma, costituendone di fatto la cellula fiorentina.
8 giugno: con una serie di assoluzioni e riduzioni di pena si conclude in corte d’ assise di appello, nell’aula bunker del foro italico, il processo di secondo grado contro gli esponenti di “autonomia operaia organizzata”, del gruppo capeggiato da Toni Negri e accusato, otto anni fa, di aver cercato di spingere le formazioni eversive verso l’ insurrezione armata e la guerra civile. I giudici hanno ridotto a dodici anni di carcere la pena (30 anni) inflitta in primo grado a Toni Negri, che e’ stato assolto non solo dall’insurrezione armata contro i poteri dello Stato ma anche dalle accuse di concorso nel sequestro dell’ ing. Carlo Saronio, nel tentato sequestro dell’ industriale Luina e da altri reati minori. Resta però confermata la sua presunta partecipazione, a titolo di concorso, nella rapina di Argelato. Ridotta anche la condanna (20 anni) inflitta in assise ad Oreste Scalzone, anche lui come Negri, da tempo rifugiato in Francia. L’ex dirigente di Potere Operaio è stato assolto per non aver commesso il fatto dall’accusa di aver preso parte alla rapina al credito varesino di Vedano Olona durante la quale fu lanciata tra la folla una granata. per lui i giudici hanno ridotto la condanna fissandola a nove anni di reclusione. Assolto, seppure per insufficienza di prove, da tutti i reati che gli erano stati contestati, Emilio Vesce, un altro dei dirigenti di Autonomia ora candidato alle prossime elezioni nelle liste dei radicali. Stessa sorte, e con uguale formula, anche per Alberto Magnaghi, anche lui in lizza per un posto al Parlamento con i Verdi . Il proscioglimento per insufficienza di prove è toccato anche ad alcuni degli altri principali imputati come Luciano Ferrari Bravo, Paolo Virno e Lucio Castellano. La corte, come già fecero i giudici di primo grado, ha ritenuto inesistente l’accusa di insurrezione armata per tutti gli imputati ai quali era stata contestata, ma ha assolto anche gli imputati accusati di concorso nel sequestro Saronio, come Silvana Marelli, Gianfranco Pancino e Egidio Monferdin, tutti in precedenza condannati a pene superiori ai 20 anni di carcere. Per effetto della sentenza, comunque, Egidio Monferdin ha avuto 18 anni di carcere, con una riduzione di sette anni rispetto al primo grado, perche’ riconosciuto responsabile degli altri reati minori; Gianfranco Pancino e la Marelli, invece, poiché la loro posizione è stata posta in continuazione con quella di una precedente condanna loro inflitta dalla corte d’ assise di Milano, hanno avuto un aumento della condanna rispettivamente di un anno e sei mesi e di due anni. Consistenti, invece, gli sconti di pena praticati dalla corte d’assise di appello presieduta da Vincenzo Parrone, per la maggior parte degli altri imputati. Leandro Barozzi ha avuto quattro anni e due mesi (dieci anni in primo grado), Renato Cochis ha avuto quattro anni (sette anni in primo grado), Giusto Cortiana ha avuto quattro anni e quattro mesi (sette anni in primo grado), Mario Dalmaviva ha avuto quattro anni e due mesi (sette anni in primo grado), Augusto Finzi cinque anni (14 anni in primo grado), Alberto Funaro tre anni e sei mesi (dieci anni in primo grado), Lauso Zagato quattro anni e due mesi (14 anni in primo grado), Oreste Strano sette anni (16 anni in primo grado), Franco Tommei quattro anni e otto mesi (16 anni in primo grado). La maggior parte delle riduzioni sono state concesse in seguito al riconoscimento delle attenuanti generiche della recente normativa a favore di chi si dissocia dalla lotta armata.
9 giugno: Roma, un rudimentale ordigno è sparato dalla finestra di un albergo contro il fabbricato dell’ambasciata degli Stati Uniti, producendo lievi danni. Poco dopo accanto al muro di recinzione del fabbricato esplode un’auto contenente esplosivo. La stanza dell’albergo da cui è partito l’ordigno era stata assegnata a un cittadino orientale con passaporto canadese intestato a Edwin Yan, nome sicuramente falso. Per questo attentato, il 3 dicembre 1987, la Digos emetterà due mandati di cattura nei confronti di Tsutom Shirokasi e Junzo Okudaira, dell’Esercito Rosso Giapponese (Rengo Sekigum)
10 giugno: Venezia, vertice dei sette paesi più industrializzati del mondo (G7): USA, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone e Italia.
Davanti alla corte d’assise d’appello di Milano comincia il processo di secondo grado per una serie di presunti episodi di favoreggiamento attuati da funzionari della polizia in favore di Renato Longo, un giovane pregiudicato coinvolto in vicende di terrorismo e di stupefacenti che, infiltratosi nelle Brigate Rosse, riuscì a raccogliere elementi grazie ai quali gli inquirenti arrivarono alla cattura dei brigatisti Mario Moretti ed Enrico Fenzi. Successivamente Longo rimase in contatto con i funzionari della questura pavese, promettendo che li avrebbe portati anche sulle tracce di Barbara Balzerani, ma ad un certo punto i carabinieri di Loano (Savona) bloccarono il giovane infiltrato che per sfuggire all’arresto esibì le referenze di “protetto” dalla polizia. Ci furono accertamenti e al termine di una lunga indagine furono incriminati il dirigente della squadra mobile pavese, Ettore Filippi e quello dell’allora Ucigos di Pavia. Al processo di primo grado, davanti alla corte d’assise di Pavia, Filippi accusato anche di truffa e falso, fu condannato ad un anno e otto mesi di reclusione, mentre Cera fu assolto con formula piena. Longo è attualmente detenuto in Francia dove deve scontare una condanna a cinque anni per spaccio di stupefacenti. I due funzionari sono assolti.
Cominciano le operazioni di recupero del relitto del DC9 abbattuto nel 1980 nel cielo di Ustica.
11 giugno: Londra, il leader conservatore Margaret Tatcher vince, trionfalmente, per la terza volta le elezioni inglesi.
14 giugno: elezioni politiche, trionfo per il Psi, aumenta leggermente la DC, mentre il Pci perde il 4%. Entrano in parlamento esponenti dei Verdi e della Lega Lombarda di Umberto Bossihttps://www.wikiwand.com/it/Elezioni_politiche_italiane_del_1987
https://contropiano.org/documenti/2017/10/24/elezioni-1987-avvia-fine-repubblica-partiti-096993
I Risultati
Camera https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=C&dtel=14/06/1987&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S
Senato https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=S&dtel=14/06/1987&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S
Nota per la navigazione: dai link sopra riportati si accede alle pagine dei risultati delle diverse Circoscrizioni, delle singole provincie da qui ai singoli comuni
26 giugno: il dissidente libico Jousef Krebesh è affrontato per strada a Roma da due terroristi libici e ucciso a colpi di pistola. Gli attentatori, Said Ali Tardouni e Omar Malrouk, vengono subito arrestati.
15 giugno: Parigi, arrestati Gianfranca Lupi, Francesco Tolino, Alessandra Di Pace e Maurizio Locusta, presunti militanti dell’ Ucc. Maurizio Locusta è uno degli imputati del processo Moro ter.
18 luglio: la Valtellina è sconvolta dal maltempo. Straripano i fiumi, una valanga investe il paese di Tartano e travolge un albergo: 11 morti. Dieci giorni dopo il maltempo si scatenerà ancora sulla Valtellina. Ventotto le vittime.
19 giugno: Roma,con la sentenza per l’attentato del 13 gennaio 1978 contro il dirigente della Sip, avv. Raffaele De Rosa, i giudici della corte di assise di Roma condannano Valerio Morucci, Adriana Faranda, Barbara Balzerani, Bruno Seghetti e Maurizio Jannelli. L’ accusa di tentato omicidio è stata derubricata in lesioni gravi. Nei confronti di Morucci e della Faranda la corte ha anche applicato i benefici introdotti dalla legge sui dissociati e perciò i due imputati hanno avuto due anni di reclusione ciascuno; cinque anni ed un mese sono stati inflitti alla Balzarani e a Seghetti. Jannelli, per la sua minima partecipazione alla vicenda, ha avuto quattro anni ed un mese.
21 giugno: Atene, arrestato Maurizio Folini, detto “Corto Maltese”, terrorista ricercato perché coinvolto in traffico di armi provenienti dal Medio Oriente, portato in Italia con uno yacht e poi distribuito a varie colonne delle Brigate rosse. Folini si trovava ad Atene da dieci giorni, dove era giunto da Cipro con un passaporto francese.
25 luglio: Venezia, pronunciata la sentenza del primo processo complessivo per la strage di Peteano del maggio 1972 dopo l’assunzione di responsabilità da parte del terrorista Vincenzo Vinciguerra. Sono condannati all’ergastolo Vinciguerra e il latitante Carlo Cicuttini, entrambi militanti del Movimento Politico Ordine Nuovo all’epoca dell’attentato. Con loro condannati a varie pene gli ordinovisti Gaetano Vinciguerra, Benito Turco, Giancarlo Flaugnacco, Carlo Maria Maggi, Carlo Digilio e Delfo Zorzi; inoltre Eno Pascoli del Movimento Sociale Italiano di Gorizia e la moglie Liliana De Giovanni. Condannati anche il generale Dino Mingarelli, il colonnello Antonino Chirico, il colonnello Michele Santoro e il maresciallo Giuseppe Napoli, tutti appartenenti all’arma dei carabinieri. In appello gli ufficiali saranno assolti, ma la Cassazione ordinerà un nuovo processo d’appello e Mingarelli e Chirico saranno nuovamente condannati con sentenza che passerà in giudicato.
29 luglio: Roma, nasce il governo Goria. Il liberale Vincenzo Zanone ministro della Difesa, Amintore Fanfani agli Interni, Andreotti confermato agli Esteri. Il democristiano Giovanni Goria guida una coalizione di pentapartito Dc, Psi, Psdi, Pri, Pli.
30 giugno: il pubblico ministero Franco Ionta chiede il rinvio a giudizio in corte d’Assise di Barbara Balzerani, ritenuta l’organizzatrice e l’ideatrice dell’ attentato in cui fu ucciso Ezio Tarantelli e chiede invece il proscioglimento per insufficienza di prove dell’ altro imputato, il brigatista Luigi Pelosi, arrestato con la Balzerani in un covo di Ostia.
1 luglio: una quarantina di avvocati che assistono gran parte dei 180 presunti terroristi coinvolti nel processo “Moro ter” sono stati deferiti dal presidente della corte, Sergio Sorichilli, alla sezione istruttoria della corte di appello di Roma per abbandono di difesa.
11 luglio: la sentenza della prima sezione penale della Cassazione, presieduta dal dottor Vincenzo Molinari, rende definitivi gli ergastoli inflitti a Luigi Novelli, Pietro Vanzi, Francesco Lo Bianco, Cesare Di Leonardo e Alberta Biliato per il rapimento e l’ uccisione dell’ ing. Giuseppe Taliercio da parte della colonna veneta delle Brigate rosse.
12 luglio: sulla rivista Il Borghese, il direttore Mario Tedeschi intervista il suo “vecchio amico” Umberto Federico D’Amato, sulla figura di James Jesus Angleton. Il prefetto ricorda come “io stesso munito di lettere credenziali di funzionari rimasti al Sud, mi feci paracadutare nei pressi di Salò e presi contatto con Guido Leto (ex capo dell’Ovra), Ciro Verdiani, Vincenzo Di Stefano ed altri: tutti elementi direttivi della polizia della Rsi. Proposi loro un’intesa, ed essi accettarono. Tornai a Roma dopo aver passato le linee con falsi documenti che mi erano stati forniti proprio a Salò. Jim non considerò mai questi uomini come doppiogiochisti, ma come veri alleati e bravi funzionari preoccupati per le sorti del loro paese. Tanto è vero che, dopo il 1945, i tre funzionari che ho citato assunsero, con il Governo di liberazione, incarichi importanti. Ciro Verdiani fu addirittura nominato Questore di Roma dal ministro dell’Interno che era il socialista Romita (…) Io stesso, insieme a Jim, riportai Borghese a Roma su una jeep, in divisa americana (…)“. D’Amato prosegue spiegando come, nel corso di un incontro avvenuto nel 1946, lo stesso Angleton gli disse che il “nemico” da combattere non era più il fascismo ma il comunismo: “Prese il discorso alla larga – ricorda il prefetto – poi arrivò alla sostanza; fino a quel momento ci eravamo occupati di fascisti; ma adesso il fascismo era finito, sconfitto mentre il vero pericolo era il comunismo. Bisognava cambiare obiettivo. Io dissi che comprendevo perfettamente la nuova strategia: si trattava di una svolta storica di cui avevo già cominciato a rendermi conto (…)“
20 luglio: si costituisce ai carabinieri del reparto operativo della legione Roma l’avv. Tommaso Sorrentino, 42 anni, di Cosenza, imputato al processo Moro ter e ricercato dal 1983 perché colpito da mandato di cattura per partecipazione a banda armata denominata Br ed insurrezione armata contro i poteri dello stato. Sorrentino ha fatto parte negli anni settanta di Soccorso Rosso ed è imputato specificatamente di avere aderito all’allora “Nucleo di resistenza offensiva” che faceva capo a Senzani. Sorrentino era tra i gestori della clinica Pittella di Lauria dove venne curata la latitante Natalia Ligas.
Adriana Faranda e Valerio Morucci ottengono un permesso di dieci giorni da trascorrere con i familiari in una località turistica.
25 luglio: un centinaio di opere grafiche realizzate da 16 detenuti comuni e sei politici del carcere di San Vittore (tra cui Franco Bonisoli, Lauro Azzolini e Calogero Carnevali) sono esposte nelle sale dell’ Umanitaria a Milano
28 luglio: si forma il governo Goria
Il governo: www.senato.it/leg/10/BGT/Schede/Governi/0015_M.htm
Agosto: strage nella caserma dei carabinieri di Bagnara di Romagna (Ra). Tre carabinieri vengono uccisi da un loro commilitone che poi si suicida. Ma sulle risultanze dell’inchiesta (gesto di follia) restano aperti tanti dubbi che non troveranno mai risposta.
11 agosto: la corte di appello di Atene accoglie la richiesta italiana di estradizione per Maurizio Folini, per i reati di tentativo di omicidio e rapina. Prima di essere inviato in Italia, Folini dovra’ essere giudicato per l’ ingresso illegale nel paese. Dal 12 agosto Maurizio Folini comincia uno sciopero della fame nel tentativo di evitare l’ estradizione. Il 7 settembre l’estradizione sarà confermata. I giudici greci respingono invece riguardanti presunte attività terroristiche in quanto la convenzione di estradizione esistenti tra Italia e Grecia non prevede reati di natura politica.
25 agosto: sei detenuti, tra i quali il terrorista Mario Tuti, organizzano una rivolta nel penitenziario di Porto Azzurro, sull’isola d’Elba. Prendono 22 perone in ostaggio e chiedono un elicottero per allontanarsi. La situazione resterà in fase di stallo per una settimana, poi i rivoltosi si arrenderanno liberando gli ostaggi.
3 settembre: la nave porta container italiana Jolly Rubino è bombardata nel Golfo Persico. Nessuna vittima.
La nave libanese Boustany One, che trasporta armi e stupefacenti, è intercettata dalla Guardia di Finanza al largo di Mola di Bari. Le indagini avviate accertano che era diretta a La Spezia, da dove sarebbe ripartita con armamenti italiani prodotti anche dalla società Valsella Meccanotecnica di Carpenedolo (Brescia) e con la mediazione di agenzie toscane. Numerosi ordini di cattura vengono firmati dall’autorità giudiziaria di Massa Carrara e finiscono in carcere, tra gli altri, il mediatore Aldo Anghessa e i responsabili della Valsella: l’industriale Ferdinando Borletti e il figlio Giovanni, l’amministratore delegato Paolo Torsello. Una volta trasferita a Brescia per competenza la parte dell’inchiesta che li riguarda, essi saranno però prosciolti.
4 settembre: il governo italiano approva l’invio di nostre unità navali nel Golfo Persico. Intanto si apprende, da fonti francesi, che le mine disseminate dagli iraniani nel Golfo Persico, sono di fabbricazione italiana. Mentre la flotta francese naviga verso il Golfo Persico, anche l’Olanda si pronuncia a favore dell’intervento militare.
11 settembre: Rese note le motivazioni della sentenza del processo Motropoli. L’obiettivo perseguito da Franco Piperno e Lanfranco Pace, attraverso la realizzazione del “progetto Metropoli”, era quello di riunire le varie formazioni terroristiche sotto un’unica direzione. Il primo traguardo da raggiungere era quello di egemonizzare le Brigate rosse, convincendole che il “progetto Metropoli” si sarebbe potuto rivelare un “polo di aggregazione politica”. Fu Valerio Morucci, all’interno delle Br, a tentare di avviare questo discorso e fu poi Lanfranco Pace a formulare la relativa proposta, che venne però respinta dalle Brigate rosse che si dichiararono infatti indisponibili “a veicolare la propria linea politica tra le colonne di stampa, che giammai avrebbero potuto riflettere integralmente i postulanti ideologici della organizzazione”. Nel documento di oltre 380 pagine, il giudice a latere Fernando Attolico, alla luce di quanto emerso dal dibattimento, sostiene la fondatezza delle accuse contestate ai due leader dell’autonomia, ricostruendone l’attività. Soffermandosi sugli obiettivi del “progetto”, il giudice estensore ricorda che anche Oreste Scalzone, che continuava a coltivare il disegno ambizioso di assumere la direzione della lotta armata in Italia, “attribuì la massima importanza al ruolo della rivista Metropoli sin dal 1977”. Dopo aver ricordato i contatti dei leader dell’ Autonomia con Morucci e la Faranda, nonché l’affermazione di Piperno che giudicò l’uccisione degli uomini di scorta a Moro come un “percorso obbligato”, il giudice Attolico sottolinea che “il complesso di elementi probatori acquisiti conferma le gravissime responsabilità di Piperno e Pace”, che ebbero un ruolo primario nel panorama eversivo italiano. Non ci sono invece elementi convincenti per affermare che Piperno abbia avuto un ruolo nella gestione del sequestro Moro. Si sarebbe interessato al rapimento durante i 55 giorni solo perché preoccupato delle sorti del movimento, dell’“impatto su questo dell’innalzamento del livello di scontro”.
14 settembre: Atene, Maurizio Folini è condannato a quattro mesi di reclusione comminata dai giudici ateniesi per ingresso illegale nel paese. La concessione dell’ estradizione in Italia e’ quindi bloccata finchè Folini non avrà scontato la pena.
18 settembre: URSS e USA firmano l’accordo per lo smantellamento degli euromissili. Il trattato sarà ratificato l’8 dicembre con la firma congiunta di Reagan e Gorbaciov. Vengono così smantellati i missili tattici nucleari delle basi europee.
21 settembre: accompagnato da alcuni legali Licio Gelli si costituisce direttamente al giudice istruttore di Ginevra. Gli consegna una lettera in cui, oltre a chiedere scusa per il suo comportamento nella Confederazione Elvetica (da lì evase circa quattro anni prima), accampa “l’aggravarsi delle mie condizioni di salute” che lo costringerebbero a sottoporsi “ad un intervento operatorio ad alto rischio”. Conclude affermando che in Italia è “estraneo a qualsiasi fatto penale”. E’ di nuovo rinchiuso nel carcere di Champ Dollan, mentre le sue condizioni di salute (una denunciata cardiopatia) saranno giudicate non gravi. In Italia lo pretendono almeno quattro tribunali: quello di Roma che lo accusa di calunnie e millantato credito, quello di Milano che lo ha imputato di concorso in bancarotta per il fallimento del Banco Ambrosiano, quello di Bologna che in riferimento alla strage alla stazione del 2 agosto 1980 gli addebita i delitti di associazione sovversiva e di calunnia pluriaggravata, e quello di Firenze che lo vuole processare come finanziatore di terroristi. In Svizzera Gelli è già stato condannato a due mesi con la condizionale per essere entrato nel 1983 nella Confederazione con un passaporto falso, dopo circa tre mesi sarà condannato a sedici mesi per avere corrotto la guardia che lo aiutò a evadere da Champ Dollon. Lo stesso tribunale di Ginevra deciderà che potrà essere riconsegnato all’Italia.
25 settembre: Roma, dal carcere di Rebibbia Renato Curcio, Piero Bertolazzi, Maurizio Jannelli e Mario Moretti rendono nota una lettera di sei cartelle inviata “a tutti i compagni”. La lettera sostiene che per chiudere il “conflitto sociale” che ha caratterizzato gli “anni di piombo” sono necessari atti politici “limpidi e coraggiosi”, in particolare, un indulto, anche per gli “irriducibili”, come quello che, a dieci anni dalla resistenza “cancellò” molti reati compiuti in quel periodo. La lettera sostiene anche che “il ciclo di lotte è oggettivamente chiuso”.
1 ottobre: con 323 voti favorevoli e 20 contrari la Camera approva l’istituzione di una commissione bicamerale d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi. Per diventare operativa la proposta di commissione di inchiesta dovrà ora ottenere l’avallo del Senato.
2 ottobre: Flaminio Piccoli, in una intervista al Gr1, rilancia la sua proposta di concedere la grazia ai terroristi che non si sono macchiati di fatti di sangue.
12 ottobre: guerriglieri curdi sequestrano tre italiani in Iran e chiedono il ritiro della nostra flotta dal Golfo Persico.
In una nota al giudice istruttore di Venezia titolare dell’inchiesta sulla strage di Peteano il direttore del Sismi ammiraglio Fulvio Martini dichiara l’esistenza di contatti dell’estremista di destra padovano Massimiliano Fachini con il Servizio quando questo aveva la denominazione di Sid. In precedenza Martini aveva negato tali contatti.
14 ottobre: in una lettera al quotidiano Il Giorno, Maria Fida Moro nega di aver mai incontrato in carcere Renato Curcio e Mario Moretti e prende posizione sulla proposta di liberare Curcio.
17 ottobre: Savona, scoperto un carico di armi di fabbricazione tedesco – occidentale sulla nave Fathulkhair battente bandiera del Qatar e diretta a un porto degli Emirati Arabi Uniti. Arrestato il comandante, l’inglese John Scallan, con l’accusa di detenzione, importazione e trasporto illegale di armi.
21 ottobre: processo per la strage di Bologna: Nara Lazzerini, ex segretaria di Licio Gelli, racconta che “Gelli vive di vendette e ricatti contro tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui”. La Lazzerini conferma che tra gli interlocutori del maestro venerabile c’erano anche Francesco Pazienza e Stefano Delle Chiaie e di essere a conoscenza di contatti con Leone, Andreotti, Fanfani, Pietro Longo, Forlani e dei suoi rapporti con la Cia e i servizi segreti italiani. La donna avrebbe sentito anche conversare Gelli con due persone dopo il sequestro Moro. Uno dei due interlocutori avrebbe detto a Gelli: “il più è fatto, adesso aspettiamo le reazioni”.
23 ottobre: Atene, Maurizio Folini è ricoverato nell’ospedale generale del Pireo in gravi condizioni, a causa dello sciopero della fame. Il giorno 27 interromperà lo sciopero. Otterrà poi dalla corte d’ appello di Atene una riduzione da quattro mesi a quaranta giorni della pena inflittagli per ingresso illegale nel paese (con falso passaporto). Folini resta comunque in carcere in attesa che il ministro della giustizia Agamemnon Kutsoghiorgas (al quale spetta l’ ultima parola nei casi di estradizione) decida se inviarlo o meno in Italia.
24 ottobre: in un documento pubblicato dall’Espresso Barbara Balzerani, Marcello Capuano, Cecilia Massara, Luigi Novelli, Marina Petrella, Salvatore Ricciardi, Giuseppe Scirocco e Pietro Vanzi, detenuti nel carcere romano di Rebibbia, ritengono ormai superato il ciclo della lotta armata, invitano i terroristi ancora in libertà a non continuare, perché “non ha più senso”, a compiere o progettare azioni sanguinose. Insieme a questo documento il settimanale pubblica anche un intervento di Prospero Gallinari, Bruno Seghetti, Francesco Piccioni, Paolo Cassetta e Francesco Lo Bianco che ammettono “la sconfitta del progetto politico – militare delle Br”, criticando però chi nel carcere perseguirebbe una trattativa “tutta di vertice”.
4 novembre: la Chambre d’accusation (sezione istruttoria della corte d’appello) di Parigi da parere favorevole all’estradizione in Italia di Maurizio Locusta, ricercato per l’omicidio del generale Licio Giorgieri e imputato al processo Moro
5 novembre: Roma, questione morale in Campidoglio, si scoprono collusioni tra vigili urbani e commercianti ambulanti.
7 novembre: due cittadini svizzeri, Louis Nater e Samuel Wampfler, distruggono con un attentato il radio – faro della marina militare dell’isola di San Domino, nel gruppo delle Tremiti. Nater resta ucciso dall’esplosione; Wampfler, catturato, sarà condannato a dieci anni di carcere.
A bordo del mercantile tedesco – occidentale Cap Saray, all’ancora a Porto Empedocle, sono scoperti due mezzi corazzati di fabbricazione tedesca ma con le insegne dell’esercito turco. Il carico denunciato era invece salgemma. Sono arrestati il comandante Klaus Stomberg e il primo ufficiale Klaus Bruckner, entrambi di nazionalità tedesca.
8 novembre: referendum sulla responsabilità civile dei giudici, per la chiusura delle centrali nucleari e per l’abrogazione dell’Inquirente. Trionfano i si, ma non troveranno praticamente attuazione
https://www.wikiwand.com/it/Referendum_abrogativi_in_Italia_del_1987
I risultati provincia per provincia: https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=F&dtel=08/11/1987&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S
14 novembre: Roma, protestano gli abitanti del Tiburtino e di Tor Bella Monaca contro l’annunciata installazione di campi nomadi.
Il giornalista triestino Fausto Biloslavo viene catturato in Afghanistan da militari sovietici mentre si accinge a sconfinare in Pakistan. Biloslavo si trova in Afghanistan nella veste di fotoreporter dell’agenzia di stampa Albatros Press Agency di Trieste di cui egli stesso è uno dei fondatori. Dopo l’arresto è rinchiuso nel carcere di Kabul e accusato di spionaggio.
26 novembre: Eleonora Chiavarelli, vedova di Aldo Moro, è interrogata come imputata di falsa testimonianza, dal pretore di Torino Luisella Gallino venuta appositamente a Roma. Secondo l’accusa, deponendo a Torino il 17 ed il 19 ottobre 1986 in un processo che coinvolgeva anche Sereno Freato, la signora Moro sarebbe stata reticente sulla presunta esistenza di un conto bancario svizzero sul quale erano state depositate alcune decine di milioni di lire.
3 dicembre: Franco Messina, 34 anni, uno degli imputati del processo “Moro ter”, è assolto dalla corte d’Assise d’appello di Perugia dall’accusa di partecipazione a banda armata e concorso in detenzione illegale di materiale esplosivo. In primo grado Messina era stato condannato a cinque anni di reclusione dalla corte d’assise di Pesaro, condanna confermata dalla corte d’assise d’appello di Ancona. Successivamente la corte di Cassazione aveva annullato la sentenza ed aveva inviato gli atti alla corte d’assise d’ appello di Perugia per un nuovo esame. I fatti addebitati risalgono al febbraio 1982, quando, secondo l’ accusa, l’imputato avrebbe tenuto i collegamenti, dall’ esterno, con alcuni terroristi detenuti nel supercarcere di Fossombrone.
5 dicembre: Bolzano, un ordigno esplosivo provoca qualche danno al liceo scientifico frequentato da altoatesini di lingua tedesca. Responsabili dell’attentato i terroristi del Mia (Movimento Italiano Altoadige) e dell’Api (Associazione Protezione Italiani).
14 dicembre: Gianfranco Fini è il nuovo segretario del MSI al termine del XV congresso svoltosi a Sorrento e sostituisce Giorgio Almirante
15 dicembre: Messico, firmato tra il Presidente della Repubblica messicana De la Madrid e i rappresentanti delle organizzazioni degli operai, dei contadini e degli imprenditori il Patto di Solidarietà, che ha come obiettivo la riduzione rapida del tasso di inflazione.
Gli strumenti utilizzati sono:
– Deindicizzazione dei prezzi-chiave dell’economia (salari, tasso di cambio, tariffe pubbliche) e, attraverso una serie di accordi, controllo dei principali prezzi del settore privato.
– Misure di austerità fiscale e monetaria.
– Maggiore spinta alla liberalizzazione commerciale, con la eliminazione delle licenze per importare beni di consumo
16 dicembre: Palermo, si conclude con pesanti condanne il maxiprocesso a Cosa Nostra. Dei 456 imputati, solo 114 vengono assolti. Diciannove persone sono condannate all’ergastolo e gli altrivengono condannati a pene pesantissime per traffico di droga, delitti e stragi, Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti i giudici del pool, le cui accuse hanno retto al vaglio dibattimentale, dimostrano così che Cosa Nostra può essere processata e condannata.
18 dicembre: la sentenza della prima sezione penale della corte di Cassazione conferma i 12 ergastoli inflitti a Natalia Ligas, Barbara Balzerani, Mario Moretti, Luigi Novelli , Remo Pancelli, Vittorio Bolognese, Anna Maria Cotone, Davide Fadda, Marisa Sarnelli, Teresca Scinica, Giovanni Senzani e Salvatore Colonna come esponenti della colonna campana delle Brigate rosse.
24 dicembre: il brigatista Antonio Savasta, detenuto nel carcere di Paliano, ottiene dal giudice di sorveglianza del tribunale di Frosinone, Giancarlo De Cataldo, un permesso speciale di dieci giorni per la buona condotta tenuta in carcere. Savasta va a Roma a casa della madre e dovrà rientrare in carcere il 3 gennaio. Savasta era già uscito dal penitenziario ciociaro due anni prima, ma solo per poche ore, in occasione della morte del padre.
25 dicembre: Lockerbie (Uk), un aereo di linea precipita causando 259 morti. Tra i deceduti c’è Bernt Carlsson, commissario ONU per la Namibia e già stretto collaboratore di Olaf Palme. Carlsson, tra l’altro, stava indagando sull’omicidio del leader svedese. L’agente della CIA Rozin attribuirà l’attentato alla stessa CIA per colpire proprio Carlsson. In seguito gli Stati Uniti accuseranno la Libia e su questa verità si chiude anche la tragica storia dell’attentato di Lockerbie.
Dicembre: Licio Gelli è condannato a 8 anni di reclusione per avere finanziato nel 73 – 75 i gruppi toscani di estrema destra.
DURANTE L’ANNO
Napoli, l’armatore Gianluigi Aponte acquisisce la Starlauro (parte della flotta Lauro) e costituisce la Società Msc Crociere
Il gruppo Ferruzzi, guidato da Raul Gardini, acquisisce il controllo della Montedison