IN AGGIORNAMENTO
1 gennaio: dopo la riorganizzazione della P2, Licio Gelli riconduce convenzionalmente a questa data l’affiliazione di numerosi appartenenti alla Loggia, tra i quali i generali Giuseppe Santovito, Giulio Grassini, Raffaele Giudice e Gianadelio Maletti. E ancora, il colonnello Pietro Musumeci, il capitano Antonio Labruna, il prefetto Umberto Federico D’Amato, il finanziere Roberto Calvi, l’editore Angelo Rizzoli e il suo braccio destro Bruno Tassan Din, Carmine Pecorelli detto Mino (che prenderà le distanze dalla P2 con una lettera del 18 maggio 1977 Ndr). Si tratta in sostanza di una operazione di riaffiliazione formale.
2 gennaio: tredici detenuti evadono dal carcere di Treviso. Tra di loro sono Prospero Gallinari delle Br , Pasquale Abatangelo dei Nap, il mafioso Domenico Napoli, Vincenzo Andraous e i pregiudicati veneti Pierluigi Montecchio e Francesco Ceccato, in rapporti con Autonomia Operaia.
5 gennaio: evadono dal carcere di Fossombrone, nelle Marche, il brigatista rosso Enrico Bianco e Antonio Marocco, che fa parte delle organizzazioni armate di Autonomia Operaia.
6 gennaio: Praga, 240 politici e intellettuali cecoslovacchi sottoscrivono Charta 77, un documento/manifesto in cui si rivendica il rispetto dei diritti umani nel Paese, violati dopo l’invasione sovietica.
12 gennaio: Genova, l’armatore Pietro Costa è rapito sotto casa da una mezza dozzina di terroristi delle Brigate Rosse. Sarà tenuto prigioniero per 81 giorni in una base dell’organizzazione a Rivarolo e rilasciato dopo il pagamento di un riscatto, avvenuto a Roma, di un miliardo e mezzo. Secondo Patrizio Peci, brigatista divenuto poi collaboratore di giustizia, il sequestro è materialmente compiuto da Cristoforo Piancone, Lauro Azzolini, Riccardo Dura e altri. Banconote del riscatto saranno sequestrate a malavitosi calabresi affiliati alla ‘ndrangheta.
15 gennaio: Roma, XI congresso del Msi, fallisce il tentativo di scissione centrista di Destra Nazionale. Almirante confermato segretario, Pino Romualdi presidente del partito.
18 gennaio: Catanzaro, inizia il terzo processo per la strage di piazza Fontana.
21 gennaio: Roma, il Parlamento approva la legge sull’aborto con 310 voti favorevoli su 606. La legge sarà poi bloccata, per sette voti, al Senato nel giugno successivo.
Maria Pia Vianale e Franca Salerno, appartenenti ai Nap, evadono nella notte dal carcere femminile di Pozzuoli.
24 gennaio: Palermo, gli studenti occupano la facoltà di Lettere contro la circolare del Ministro della Pubblica Istruzione Malfatti del 3 dicembre 1976 che limita la ripetizione degli esami.
27 gennaio: il colonnello dei carabinieri Michele Santoro, il colonnello Angelo Pignatelli del Sid e il vicequestore Saverio Molino sono arrestati su mandato di cattura del giudice istruttore di Trento con le accusa di favoreggiamento personale, falso in atto pubblico, omissione di atti d’ufficio, falsa testimonianza e calunnia in riferimento agli attentati compiuti a Trento all’inizio del 1971. Santoro e Molino finiscono in carcere; Pignatelli è ricoverato in una clinica di Verona.
28 gennaio: Madrid, la polizia fa irruzione in un laboratorio clandestino per la manutenzione di armi e la fabbricazione di documenti falsi. Il laboratorio è frequentato da Eliodoro Pomar e Giancarlo Rognoni latitanti come quasi tutti i neofascisti italiani là residenti, molti dei quali vengono arrestati. Tra di essi figurano Marco Pozzan, Elio Massagrande e sua moglie Sandra Crocco, Maria Mascetti, Francesco Zaffoni, Salvatore Francia, Flavio Campo, Pietro Benvenuto, Mario Tedeschi (omonimo del parlamentare del Msi), Bruno Luciano Stefano e Annie Otal (moglie di Albert Spaggiari). Oltre naturalmente a Pomar e Rognoni. Non subiranno gravi conseguenze, solo Pozzan e Rognoni saranno estradati in Italia. Il mitra usato da Concutelli per uccidere il giudice Occorsio, proviene da questo laboratorio. I locali di Colle Pelaio sono anche una delle basi operative di Delle Chiaie. Il laboratorio è stato frequentato anche dal veneziano Carlo Digilio.
29 gennaio: Roma, la Commissione inquirente rinvia al giudizio del Parlamento gli ex ministri Gui e Tanassi, accusati di corruzione nell’ambito dello scandalo Lockheed.
1° febbraio: Roma, una settantina di fascisti, in gran parte appartenenti all’organizzazione degli universitari missini, entrano nei locali delle facoltà di Lettere e Giurisprudenza intonando canzoni e slogan. Sono armati con spranghe, bastoni, ed anche con armi da fuoco: un colpo di pistola ferisce gravemente lo studente Guido Bellachioma. E’ occupata la facoltà di lettere. Violenze e scontri proseguiranno nei giorni successivi creando uno stato di pericolosa tensione.
2 febbraio: manifestazioni antifasciste in molte città. A Roma gli studenti e le forze politiche si dividono sulle modalità della protesta antifascista: Fgci, Pdup e Ao scelgono un comizio all’università, numerosi studenti, l’Autonomia Operaia e gli ex Lotta Continua decidono di manifestare nelle strade vicine all’università e di assaltare la sede fascista di via Sommacampagna. Il corteo viene disperso dalla polizia, che ferisce gli studenti Paolo Tommasini e Leonardo Fortuna, che vengono però incriminati per tentato omicidio nei confronti dell’agente Domenico Arboletti, che è invece colpito dal fuoco incrociato dei suoi colleghi. La versione ufficiale addossa tutte le responsabilità agli studenti, anche il Pci aderisce a questa versione. Ugo Pecchioli rilancia la teoria degli opposti estremismi che attaccano lo Stato e la democrazia, e chiede la chiusura dei covi dei “cosiddetti autonomi”, affermando che “il raid dei fascisti all’università e le violenze dei provocatori cosiddetti autonomi sono due volti della stessa realtà. Gli uni e gli altri puntano sulla violenza e sul terrorismo”. E’ la rottura, totale e definitiva, tra il Pci e il movimento degli studenti. La figura sociale dello studente del ‘77 è ben diversa da quella dello studente del ‘68. Quello del ‘77 è “uno strano movimento di strani studenti”. Gli studenti del ‘68 erano in maggioranza figli della buona borghesia, quelli del ‘77 sono per lo più studenti – lavoratori, con la prospettiva della disoccupazione e del precariato. La rivolta del ‘77 è sia politica che esistenziale, è l’espressione “di un tessuto sociale disgregato, di una disoccupazione che ha toccato livelli da capogiro, di un’assenza generale di significati. A Centocelle si vive peggio che negli slum di New York e qui come là difficilmente la rabbia si trasforma in coscienza di classe”, come ha scritto Gianni Statera. Asor Rosa, come scrive in un famoso articolo pubblicato sull’Unità il 20 febbraio, vede il ‘77 come la frattura tra “le due società”: quella dei “garantiti”, lavoratori privilegiati perché hanno un posto fisso, e quella dei “non garantiti”, lavoratori precari, disoccupati, studenti – lavoratori. E’ il cosiddetto “operaio sociale” il protagonista del movimento del ‘77, non più l’operaio massa del ‘68, ma il giovane semi occupato o precario, che non ha nessun motivo di sentire attaccamento al lavoro, perché il lavoro occasionale non consente nessuna garanzia. Il movimento del ‘77 ha due anime: una creativa, ironica, beffarda, che si incarna soprattutto nell’ala creativa bolognese, ed un’altra cupa e nichilista, che si manifesta principalmente a Milano e a Roma. L’università viene vista, scrive il giornale dell’Autonomia Rosso, “come luogo di ricomposizione e di lotta di un proletariato disperso, che proprio per il carattere saltuario e precario dell’occupazione, non è in grado di darsi luoghi diversi e autonomi di ricomposizione”.
Una mezza dozzina di attentati coordinati con bottiglie incendiarie e spari, vengono compiuti a Padova e provincia. In particolare viene dato alle fiamme un capannone di una fabbrica di giocattoli a Monselice. Rivendicano le diverse organizzazioni armate che fanno capo ad Autonomia Operaia.
6 febbraio: Roma, su un treno fermo alla stazione Tiburtina è trovato in una toilette un ordigno esplosivo con un volantino del Movimento Politico Ordine Nuovo e la sigla Nap (Nuclei Armati Proletari) incisa sul vetro della sveglia-timer. L’ordigno è comunque inoffensivo, per deficienze tecniche non avrebbe potuto esplodere. La sua presenza sul treno è stata segnalata dal Sds (Servizio di Sicurezza del Ministero dell’interno), messo sull’avviso fin dalla partenza del convoglio da Napoli la sera precedente dall’informatrice Rita Moxedano. Con un altro volantino scritto da Pier Luigi Concutelli, il Mpon smentisce ogni responsabilità e fa il nome di Mario Grenga. La vicenda non sarà ben chiarita. Saranno arrestati la Moxedano e Grenga. Il secondo sarà prosciolto, la prima condannata in primo grado e assolta in appello.
12 febbraio: un gruppo di terroristi penetra di sera nell’incustodita casa circondariale di Bergamo, in costruzione. Rubano documenti e depongono ordigni la cui esplosione produce danni ingenti. Sui muri lasciano una firma: Brigate Comuniste
13 febbraio: Roma, un commando delle Brigate Rosse ferisce, sparandogli alle gambe, il magistrato Valerio Traversi, ispettore del ministero della giustizia.
Il terrorista latitante del Movimento Politico Ordine Nuovo Pier Luigi Concutelli, ricercato anche per l’omicidio del magistrato Vittorio Occorso, è arrestato in un appartamento di via Foraggi a Roma. Nell’appartamento la polizia sequestra armi, munizioni, esplosivi, documenti, il volantino con cui il Mpon ha rivendicato l’assassinio del magistrato e la pistola-mitragliatrice usata per commetterlo. Trovati anche quasi undici milioni provenienti dal sequestro di Emanuela Trapani compiuto dalla banda di Renato Vallanzasca. La cattura di Concutelli provoca il conseguente arresto dei neofascisti del Mpon Mario Rossi, Sandro Sparapani e Maria Barbara Piccioli.
15 febbraio: Roma, in un appartamento alla periferia di Roma è arrestato il bandito Renato Vallanzasca, latitante, responsabile tra l’altro di sequestri di persona (compreso quello di Emanuela Trapani) e collegato a organizzazioni terroristiche. Rossano Cochis, membro della banda Vallanzasca e anche lui arrestato poco dopo il suo capo, è coinvolto nel sequestro di Carlo Saronio compiuto da organizzazioni di Autonomia Operaia e sarà processato per l’omicidio del magistrato Occorsio compiuto dal Mpon
17 febbraio: la rottura tra studenti e Pci si approfondisce: il segretario della Cgil Luciano Lama tiene un comizio all’Università di Roma occupata per “riportare l’ordine”. Un folto gruppo di studenti lo contesta con urla, fischi e slogan ironici. La situazione degenera quando il servizio d’ordine del sindacato carica gli studenti: questi rispondono e cacciano Lama dall’Università. Tra i contestatori ci sono anche Bruno Seghetti, Antonio Savasta e Emilia Libera, poi passati alle Brigate Rosse. Francesco Ingravalle, esponente della destra radicale, scriverà in seguito, a proposito di quella contestazione sul periodico Totalité, essa è il segno di “una realtà nuova che vede convergere nella stessa azione negativa quella che era la base della destra parlamentare, quella che era l’ultradestra e quella che era l’ultrasinistra”.
Il ministro dell’Interno vieta, per un breve periodo, a Roma tutte le manifestazioni pubbliche.
18 febbraio: Washington, il presidente Jimmy Carter denuncia la violazione dei diritti dell’uomo in Unione Sovietica.
19 febbraio: Rho (Milano), Enzo Fontana, un pregiudicato fermato in auto per un controllo di documenti, uccide a colpi di pistola il brigadiere della polizia stradale Lino Ghedini e ferisce un appuntato: catturato si definisce “prigioniero politico di sinistra”. Sull’auto viene trovato un volantino delle Br. Fontana era stato rinviato a giudizio nell’istruttoria sui Gap – Br con le accuse di associazione sovversiva, costituzione di banda armata e detenzioni di armi. Nella sua abitazione la polizia trova due giubbotti antiproiettile e una lista con un trentina di nomi di fascisti e di locali frequentati da elementi di destra.
25 febbraio: il segretario del Pci Enrico Berlinguer accusa il movimento studentesco di “diciannovismo”, neologismo per accusare il movimento di essere oggettivamente fascista.
26 – 27 febbraio: Roma, riunione del coordinamento nazionale degli studenti universitari. Il caos è totale, non si sa chi è delegato e chi partecipa a titolo personale, tutti comunque hanno diritto di voto, chi interviene deve sormontare i fischi, i cori, gli slogan, le urla. Le femministe e gli indiani metropolitani abbandonano l’assemblea denunciando “l’allucinante clima di violenza e prevaricazione, che non consente di esprimere i contenuti del movimento”.
27 febbraio: Napoli, summit della Camorra al ristorante Da Ferdinando per spartirsi le quote del contrabbando di sigarette e del traffico di eroina. Partecipano Zaza, Mazzarella, Alfredo Bono, Enea e Pippo Ferrera, il quale, attraverso il trafficante tailandese Koh Bak Kin, ha aperto il mercato del cosiddetto Triangolo d’Oro
Marzo: si conclude il caso Lockheed con la condanna del solo ex ministro Tanassi
2 marzo: Madrid, i segretari dei Partiti comunisti di Francia, Spagna e Italia – Marchais, Carrillo e Berlinguer – firmano la Carta dell’Eurocomunismo.
Torino, durante un’assemblea alcuni studenti della Fgci vengono aggrediti da autonomi
3 marzo: Torino, il Pci, come risposta ai fatti del giorno precedente, attacca col proprio servizio d’ordine gli studenti davanti alla scalinata dell’università.
Pisa, proprio mentre in Parlamento inizia il processo per lo scandalo Lockheed, un Hercules precipita in volo. Perdono la vita 44 militari.
5 marzo: Roma, in seguito agli scontri dei giorni precedenti e al clima di violenza che si è instaurato, il Senato accademico decide la temporanea chiusura dell’Università.
Approvata la legge n° 54/77 che abolisce 5 festività religiose e sposta due festività civili alla domenica
10 marzo: Roma, il Parlamento decide per il rinvio a giudizio di Gui e Tanassi. Per la prima volta due parlamentari saranno giudicati dalla Corte costituzionale. Rinviati a giudizio anche i non parlamentari Duilio Fanali, Bruno Palmiotti, Ovidio Lefèbvre D’Ovidio, Antonio Lefèbvre D’Ovidio, Camillo Crociani, Vittorio Antonelli, Luigi Olivi, Maria Fava, Victor Max Melca. Vengono eletti anche i tre commissari all’accusa: Marcello Gallo, Alberto Dall’Ora e Carlo Smuraglia
11 marzo: Bologna, Pier Francesco Lorusso, 25 anni, studente e militante di Lotta Continua, è colpito e ucciso da un colpo d’arma da fuoco sparato da un agente durante una manifestazione caricata da polizia e carabinieri. La città è sconvolta, mai a Bologna la lotta politica era arrivata ad un tale livello di violenza. La rabbia per l’omicidio esplode subito: gli studenti distruggono le vetrine dei negozi di lusso, occupano la stazione, assaltano la sede della Dc, la libreria di Comunione e liberazione Terra promessa, due commissariati di polizia e l’ufficio pubblicità del Resto del Carlino, poi si rifugiano nella zona universitaria occupandola per tre giorni. Saranno sgombrati coi mezzi blindati inviati dal ministro dell’Interno Cossiga
http://www.osservatoriorepressione.info/bologna-11-marzo-1977-lomicidio-francesco-lorusso/
http://www.inchiestaonline.it/editoriali/bruno-giorgini-11-marzo-1977-ricordo-di-francesco-lo-russo/
https://www.centrodoc-vag61.info/1977-lanno-in-cui-il-futuro-incomincio/
Napoli, un gruppo di estremisti di destra devasta la libreria Cultura Operaia, provocando ingenti danni
Torino, la Corte d’Assise esclude che il gruppo della Consolata, costituito da elementi di Prima Linea, possa configurarsi come banda armata e possa costituire un pericolo per le istituzioni perché carente di mezzi e operativamente inefficace
Venezia, Bruno Visentini è il nuovo presidente della Fondazione Giorgio Cini
Brasile, il governo militare, accusato di mancato rispetto dei diritti umani, denuncia il trattato di assistenza militare con gli Stati Uniti.
12 marzo: Torino, il brigadiere di PS Giuseppe Ciotta è ucciso in un agguato, mentre esce di casa, da un commando delle Brigate Combattenti. Del delitto sarà accusato Enrico Gilmozzi.
Torino, alcuni militanti dell’Autonomia assaltano la sede della Democrazia Cristiana, devastandola.
Roma, cinquantamila giovani manifestano per le strade della città. Scoppiano scontri durissimi tra studenti e polizia, sparano sia la polizia che frange dell’Autonomia. Per miracolo non ci scappa il morto. Vengono saccheggiate due armerie ed attaccate l’Ambasciata del Cile e la sede del quotidiano della Dc, Il Popolo. Davanti al carcere di Regina Coeli Eugenio Castaldi, Piero Piersanti e Mara Nanni aprono il fuoco contro una pattuglia di carabinieri ferendo il capitano Giancarlo Jacchetti e i brigadieri Elio Centurioni e Giovanni Del Grosso.
Milano, un corteo organizzato dall’area dell’Autonomia, assalta l’Assolombarda e gli uffici delle compagnie aeree Iberia e KLM. La manifestazione era stata indetta per protestare contro la morte di Francesco Lorusso avenuta il giorno precedente a Bologna. Tra gli animatori della guerriglia saranno individuati Francesco Tommei, Marco Barbone, Mario Ferrandi e Alberto Funaro..
Bologna, la polizia fa irruzione nei locali che ospitano Radio Alice, chiudendola manu militari a microfoni aperti. L’intervento e l’operazione di chiusura è così seguita in diretta dagli ascoltatori. I blindati dei carabinieri entrano nella zona universitaria
Gioiosa Jonica (Reggio Calabria), ucciso da sicari il mugnaio comunista Rocco Gatto. Aveva denunciato le cosche attive nella zona
16 marzo: Bologna, il Pci reagisce ai disordini organizzando una manifestazione unitaria, insieme alla Dc, “contro la violenza”. La tesi del Pci è che a Bologna è in atto un “complotto”. Per combattere questo complotto a Bologna il Pci si fa più che mai partito dell’ordine. Alcuni giudici applicano sollecitamente la teoria del complotto, cercandone prove che però non trovano. Inoltre il movimento, quello bolognese in particolare, è refrattario all’organizzazione. Nei mesi seguenti saranno arrestati decine di aderenti al movimento con l’accusa di aver organizzato i fatti di marzo
A Padova il procuratore Calogero dispone l’arresto di docenti e studenti di Scienze Politiche, perquisite le case editrici Area, Erba Voglio e Bertani. Arrestato l’editore Giorgio Bertani
Caldonazzo (Tn), arrestato il bandito sardo Graziano Mesina, era evaso il 20 settembre del 1976.
20 marzo: India, crollo elettorale del partito di Indira Gandhi. Perde il 57 per cento dei seggi.
Francia, le sinistre vincono le elezioni amministrative.
21 marzo: Milano, il bolognese Maurice Bignami è arrestato nell’abitazione di Toni Negri, professore all’università di Padova: entrambi hanno rapporti con l’area di Autonomia Operaia. Al momento dell’arresto Bignami è trovato in possesso di dodici moduli in bianco per patenti di guida e di dieci moduli in bianco per carte d’identità rubate quasi due anni prima nel municipio di Portici (Napoli).
Padova, arrestati una dozzina di appartenenti ad Autonomia Operaia e altri cinque sono denunciati. Tra i primi figurano Barbara Bucco, Mauro Caniato, Vincenzo Lovo, Susanna Scotti e altri; i cinque denunciati sono Guido Bianchini, Luciano Ferrari Bravo, Alisa Dal Re, Toni Negri e Alessandro Serafini. Per tutti l’accusa è associazione per delinquere.
22 marzo: Roma, Claudio Graziosi, agente di Ps, è ucciso da un terrorista dei Nap nei pressi della stazione di Trastevere. L’agente aveva riconosciuto la terrorista, Maria Pia Vianale, su un autobus della linea 27.
Durante la caccia all’uomo che aveva ucciso l’agente di PS Graziosi, una guardia zoofila, Angelo Cerrai, che in borghese si era unito agli inseguitori del nappista, è colpito a morte, per errore, da alcuni colpi di pistola sparati da due agenti.
27 marzo: Tenerife (Canarie), due Jumbo si scontrano sulla pista dell’aeroporto di Santa Crus provocando uno dei più gravi incidenti nella storia dell’aviazione: 583 vittime.
28 marzo: Lisbona, il Portogallo chiede l’ammissione alla Cee.
30 marzo: Pisa, ferito con alcuni colpi di pistola alle gambe il medico Alberto Mammoli, che nel 1972 trascurò di assistere in carcere l’anarchico Franco Serantini morente. L’attentato segna l’esordio di una nuova organizzazione terroristica a sfondo anarchico, denominata Azione Rivoluzionaria, che resterà sulla scena per poco più di due anni rendendosi responsabile di una decina di attentati. Secondo gli inquirenti è stata fondata a Genova da Gianfranco Faina, docente all’università, da Alfredo Bonanno, direttore della rivista Anarchismo e da altri affiliati minori, compreso l’avvocato milanese Gabriele Fuga, l’anarchico Pasquale Valitutti e il genovese Enrico Paghera, detenuto comune politicizzato in carcere. Azione Rivoluzionaria ha ambizioni internazionaliste, guarda all’esperienza della Raf (Rote Armee Fraktion) tedesca e accoglie alcuni profughi cileni (Fernando Rejes Castro, Teofilo Soto Paillacar, Martin Pinones); in Italia ha contatti con i Nap (Nuclei Armati Proletari), Pl (Prima Linea) e Autop (Autonomia Operaia). Per il ferimento del medico Mammoli saranno accusati Monica Giorgi, Sandro Meloni, Salvatore Cinieri e Angelo Monaco.
3 aprile: Roma, Bruno Giudici, padre di Enzo, militante del Fronte del gioventù sta mangiando una pizza con il figlio, nel popolare quartiere Talenti, quando una dozzina di estremisti di sinistra aggredisce il ragazzo. Inutilmente il padre cerca di opporsi al pestaggio, rimanendo anch’egli colpito. Quando gli aggressori fuggono il figlio è a terra pesto e sanguinante. Il padre lo aiuta a tornare a casa, ma pochi minuti dopo sarà colto da malore e muore.
5 aprile: Napoli, rapito Guido De Martino, figlio dell’ex segretario socialista. Di fatto viene così eliminato il padre francesco nella corsa alla presidenza della repubblica e i rapitori innescano un potente elemento di ricatto politico. Sarà liberato dopo quaranta giorni dietro il pagamento di un riscatto di un miliardo di lire. L’episodio resterà in gran parte oscuro. Saranno infatti processati e condannati solo alcuni modesti malavitosi locali e anni dopo Clara Calvi, moglie del banchiere Guido Calvi, dirà: “Fu mio marito a pagare un miliardo per il riscatto del figlio di Francesco De Martino”. Ma l’affermazione resterà senza riscontri.
6 aprile: il presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi incontra il presidente del Consiglio Giulio Andreotti, secondo dichiarazioni dell’avvocato di Michele Sindona Rodolfo Guzzi, dopo essere stato interessato ai progetti di salvataggio del bancarottiere latitante. Anche Calvi, come Sindona è affiliato alla P2
7 aprile: Tel Aviv, il premier Rabin si dimette dopo la scoperta di un suo conto in dollari in una banca americana.
14 aprile: Milano, Eugenio Cefis si dimette da presidente della Montedison.
20 aprile: Torino, un commando delle Brigate Rosse tende un agguato a Dante Notaristefano, segretario della Procura generale della repubblica. Spara Nadia Mantovani, ma la pistola s’inceppa e il colpo non parte. Intervengono allora Nicolò Valentino e Cristoforo Piancone, i quali tentano inutilmente di colpire Notaristefano, il quale riesce a fuggire illeso
21 aprile: Roma, autonomi armati scatenano delle violenze all’Università e nel quartiere circostante. In via dei Marruccini, a San Lorenzo, un gruppo di autonomi spara 7 o 8 revolverate contro la polizia: due pallottole colpiscono a morte l’agente di PS Settimio Passamonti, mentre altri proiettili feriscono gravemente l’agente Antonio Merenda e altri due poliziotti.
22 aprile: Roma, il governo proibisce ogni manifestazione pubblica nella capitale per un mese.
Torino, quattro terroristi tendono un agguato ad Antonio Munari, dirigente Fiat, e gli sparano ferendolo alle gambe. I quattro sono i brigatisti Patrizio Peci, Angela Vai, Raffaele Fiore e Angelo Coi.
28 aprile: Torino, Fulvio Croce, presidente dell’Ordine degli avvocati di Torino, è ucciso dalla BR, mentre parcheggia l’auto nel cortile dell’edificio in via Perrone 5. Doveva designare i difensori d’ufficio nel processo a Curcio e altri esponenti delle BR. Dichiarerà Patrizio Peci: “Parteciparono all’omicidio Rocco Micaletto (che sparò), Angela Vai, Raffaele Fiore e Roberto Betassa”
http://www.vittimeterrorismo.it/vittime/fulvio-croce/
29 – 30 aprile: Bologna, secondo coordinamento nazionale degli studenti universitari. Il clima è un po’ meno caotico di quello precedente, e alla fine viene approvata una mozione che afferma che il movimento deve rifiutare sia lo scontro con l’apparato militare dello Stato sia il ritagliarsi uno spazio all’interno delle istituzioni del movimento operaio. Il movimento si considera una componente dell’opposizione di classe e perciò si oppone al compromesso storico. Riguardo alla questione della violenza, la mozione afferma che non si può far finta che non esista il problema della repressione e dell’aggressione poliziesca, ma l’autodifesa deve divenire di massa, non demandata ai servizi d’ordine. La mozione critica coloro che vogliono radicalizzare lo scontro, affermando che “nessuno deve permettersi di andare contro le decisioni e la volontà collettiva delle assemblee”, ma nello stesso tempo “il movimento non fa scomuniche e non accetta la criminalizzazione di nessuna sua componente”. Anche la mozione di minoranza ha una posizione analoga riguardo alla questione della violenza e dell’autodifesa: “il movimento rivendica il diritto a manifestare (…) e ribadisce la legittimità dell’autodifesa di massa, afferma che non accetta in nessun modo la logica delle azioni armate minoritarie che, oltre a prevaricare la democrazia e l’autonomia del movimento, lo indeboliscono, facilitando le manovre della Dc, avvallate dal Pci, tese a stroncarlo nella repressione più violenta”.
30 aprile: otto attentati coordinati, con bottiglie incendiarie e spari, vengono compiuti contro piccoli industriali di Padova e provincia. Rivendicano le diverse organizzazioni armate che fanno capo ad Autonomia Operaia.
Aprile: sequestrato il figlio di Giuseppe Arcaini, presidente dell’Italcasse e sovvenzionatore per miliardi dei partiti di governo.
Maggio: Firenze, si costituisce il comando nazionale di Prima Linea, la più importante organizzazione armata dopo le Br. Aveva iniziato le prime azioni alla fine del ‘76. La linea politica e il modello organizzativo di Pl sono profondamente diversi da quelli delle Br. Pl non nasce dal filone “insurrezionalista” del Pci, ma all’interno della nuova sinistra, e non assume come modello un leninismo militarista di marca terzinternazionalista, ma privilegia uno stretto rapporto coi movimenti. I militanti di Pl non sono clandestini, ma svolgono attività politica nei movimenti, e solo l’attività armata è clandestina. Esistono poi ronde o squadre, organizzate da Pl, ma composte da giovani anche inconsapevoli di essere organizzati da Pl, che firmano gli attentati con le più svariate sigle.
1° maggio: Turchia, nel corso di una manifestazione sindacale alcuni terroristi sparano sui partecipanti uccidendo 34 persone e ferendone 200.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Evangelisti incontra a New York il latitante Michele Sindona, che anche con lui perora la propria causa. Evangelisti dirà di avere incontrato casualmente Sindona mentre andava a comprare dei soldatini.
3 maggio: Torino, rinviato il processo alle Br dopo il rifiuto da parte dei giudici popolari di accettare la nomina.
7 maggio: con un aereo militare viene ricondotto in Italia e rinchiuso in un carcere calabrese Marco Pozzan, latitante da oltre quattro anni e fatto fuggire in Spagna dal Sid. Due giorni dopo Pozzan sarà presente nell’aula dove a Catanzaro si sta svolgendo il processo per la strage di piazza Fontana, in cui anch’egli figura imputato. Accuserà del suo arresto in Spagna Stefano Delle Chiaie. Pozzan è stato catturato a Madrid alla fine di gennaio del 1977 con altri estremisti di destra.
12 maggio: Roma, gravi incidenti si svolgono in seguito all’intervento delle forze dell’ordine che caricano una dimostrazione promossa dai radicali per festeggiare l’anniversario del referendum sul divorzio. La diciannovenne Giorgiana Masi è colpita mortalmente alla schiena mentre sta fuggendo. Polizia e ministero dell’Interno Cossiga negano che le forze dell’ordine abbiano fatto uso di armi, ma prove fotografiche mostrano invece poliziotti in borghese nell’atto di sparare ad altezza d’uomo. Sette dimostranti rimangono feriti da colpi d’arma da fuoco. L’episodio desta vasta eco sulla stampa e nell’opinione pubblica.
13 maggio: Roma, la polizia fa irruzione nella sede della società Racoin (Rapporti Commerciali Internazionali), sospettata di commercio internazionale di armi, mentre contemporaneamente il pubblico ministero firma una ventina di ordini di cattura. Tra gli arrestati il titolare della società Luigi Guardigli, Enzo Brilli impiegato in un’azienda produttrice di armamenti, l’avvocato Luca Cavatorta dell’ufficio legale dell’Eni, Maria Pia Lavo già nella segreteria del deputato democristiano Franco Evangelisti; mentre il boss della ‘ndrangheta Giorgio De Stefano risulta latitante. Le accuse sono di associazione per delinquere, traffico di armi ed esplosivi, procacciamento di notizie riguardanti la sicurezza dello Stato. L’inchiesta era iniziata alcuni mesi prima dell’irruzione, ma dopo alcuni altri mesi quasi tutti gli arrestati saranno scarcerati per mancanza di indizi dal giudice istruttore. Praticamente unico inquisito resterà Guardigli, sottoposto a perizia psichiatrica dal perito del Tribunale Aldo Semerari che gli attribuisce “una personalità abnorme portata alla mitomania”.
14 maggio: Milano, durante una manifestazione organizzata dalla sinistra extraparlamentare un gruppo di circa 500 autonomi si stacca dal corteo e assalta il supermercato Pam. Mentre il supermercato viene saccheggiato, alcuni cecchini armati con pistole aprono il fuoco contro gli automezzi della polizia che accorrono e feriscono in modo grave il vicebrigadiere di PS Antonino Custrà (25 anni), che morirà il giorno dopo, e altri due sottufficiali. Gli organizzatori del corteo condannano in un comunicato gli episodi di violenza che definiscono opera “di estranei e provocatori”. Tre studenti, Maurizio Azzollini, Massimo Sandrini e Walter Grecchi, saranno arrestati e processati, ma le perizie dimostreranno che non sono colpevoli dell’omicidio. Saranno condannati per altri reati.
17 giugno: Roma, in un intervista ad un quotidiano romano, Cyrus Vance, segretario di Stato americano, esprime la “decisa preferenza” degli USA per “le forze democratiche ed anticomuniste”. Secondo Vance l’ingresso dei comunisti nel governo di un paese occidentale comprometterebbe la “base morale” della permanenza di forze americane nel vecchio continente.
18 maggio: Israele, la destra raccolta nella Likud vince le elezioni dopo 29 anni di dominio incontrastato dei laburisti.
19 maggio: Milano, incendiati da militanti di Prima Linea i magazzini della Sit Siemens e della Magneti Marelli.
Milano, il neofascista Salvatore Vivirito, un passato nel Mar e in Ordine Nero, tenta una rapina in una gioielleria. Uccide l’orefice Ernesto Bernini, che aveva reagito sparando e colpendo Vivirito. Feriti anche la moglie dell’orefice e un complice del rapinatore, Alberto Redi. Vivirito morirà due giorni dopo
25 maggio: primo dei tre colloqui che avvengono tra l’avvocato Italo Castaldi di Roma e il presidente di Mediobanca Enrico Cuccia su richiesta del primo. Dai colloqui emerge che un cliente del legale, Walter Navarra, ha parlato di un progetto di rapimento di uno dei figli di Cuccia organizzato da Luigi Cavallo, latitante in Francia, con il quale Navarra è in rapporti. Inoltre che il rapimento è promosso da Michele Sindona, convinto che Cuccia sia responsabile dei suoi guai e che perciò deve collaborare per risolverli..
Giugno: l’Unità pubblica un articolo di Giorgio Amendola che provoca aspre polemiche. L’esponente comunista accusa intellettuali, giornalisti e professori universitari di essere i “cattivi maestri” del terrorismo.
1° giugno: Genova, le Brigate Rosse feriscono con sette colpi di pistola il vice direttore del Secolo XIX, Vittorio Bruno.
Vincenzo Vinciguerra, così come altri latitanti italiani che vi hanno trovato rifugio, abbandona la Spagna e si trasferisce in Cile, passando dall’Italia e dalla Francia. Là entra a far parte del gruppo che fa capo a Stefano Delle Chiaie, avendo lasciato il Mpon (Movimento Politico Ordine Nuovo) ed essendo entrato a far parte di Avanguardia Nazionale. Trascorso un anno in Cile, Vinciguerra si trasferirà in Argentina, ospitando nella propria abitazione Augusto Cauchi.
2 giugno: Milano, gambizzato Indro Montanelli direttore del Giornale Nuovo da un commando terroristico. I brigatisti attaccando i giornalisti, intendono colpire “Gli uomini e gli strumenti, della guerra psicologica”.
Torino, fermati 4 esponenti di Prima Linea, sorpresi mentre tentano di minare la rete tranviaria cittadina. Si tratta di Valeria Cora, Riccardo Borgogno, Cesare Rambaudi e Marco Fagiano.
3 giugno: Roma, le Br gambizzano il direttore del TG1 Emilio Rossi.
7 giugno: Roma, il Senato boccia la legge sull’aborto, già passata alla Camera, con 156 voti contro 154.
9 giugno: Milano, le Br gambizzano il dirigente della Breda Fausto Silini.
10 giugno: durante l’interrogatorio davanti alla Corte d’assise di Catanzaro, il neofascista Marco Pozzan, estradato dalla Spagna, dichiara: “Delle Chiaie mi disse esplicitamente che aveva rapporti con gli Affari Riservati e con il dottor D’Amato”. Il giorno successivo Umberto Federico D’Amato concorda con Arnaldo Squillante, capo del gabinetto del ministro dell’interno Francesco Cossiga, di “non parlare per ora dei documenti in possesso della Questura” e inoltre dell’opportunità di una smentita, che non verrà comunque diramata.
11 giugno: autorizzata l’esportazione clandestina in Sudafrica, indicando il Venezuela come falsa destinazione, di 25 mila spolette prodotte dalle società Junghans. Il carico è spedito via mare dal porto di Talamone dalla società Tirrena.
14 – 18 giugno: Roma, VIII congresso confederale della Cisl. Partecipano 1.012 delegati, in rappresentanza di 2.823.735 iscritti alla Cisl. All’Ufficio di presidenza sono nominati: Carmelo Pillitteri, Enzo Leolini, Bruno Mazzi, Antonio Pagani ed Enzo Terranova.
Il tema congressuale è “Una proposta di solidarietà e uguaglianza per uscire dalla crisi economica, per impedire la disgregazione sociale”. La relazione è tenuta dal segretario generale Luigi Macario, che è succeduto nella carica a Bruno Storti, eletto nel gennaio del 1977 alla presidenza del Cnel. Macario parla della crisi nel Paese che viene definita “non solo economica e sociale, e non solo civile e politica, ma anche morale e spirituale”, delle politiche rivendicative e contrattuali, dell’assetto del territorio, della politica delle riforme, della riconversione produttiva e dell’azione sindacale internazionale. Il documento conclusivo approva la relazione di Macario e la lista della tesi-1 che ottiene 1.678.500 voti apri a 44 consiglieri. La lista della tesi-2 ottiene 1.225.500 voti a pari 22 consiglieri. Il congresso approva inoltre il nuovo Statuto confederale. Il 6 luglio il nuovo Consiglio generale della Cisl elegge Segretario generale Luigi Macario con 123 voti favorevoli su 194 votanti e Pierre Carniti Segretario generale aggiunto con 125 voti a favore su 195 votanti. Alla segreteria confederale vengono eletti: Eraldo Crea, Idolo Marcone, Roberto Romei, Michelangelo Ciancaglini, Manlio Spandonaro. La minoranza non accetta cariche di segreteria e di Comitato esecutivo. Solo in un secondo momento Franco Marini e Pietro Merli Brandini entreranno in segreteria. Il superamento delle due posizioni interne avviene con la riunione del Consiglio generale del 2 maggio 1979 quando Pierre Carniti viene eletto Segretario generale e Franco Marini Segretario generale aggiunto. Il Consiglio Generale del 2/5/’79 elegge inoltre la nuova Segreteria confederale che risulta così composta: Mario Colombo, Cesare Del Piano, Antonino Pagani, Paolo Sartori. Luigi Macario, sempre il 2 maggio 1979, lascia la Cisl per candidarsi alle elezioni politiche e a quelle per il Parlamento europeo e Idolo Marcone si dimette dalla segreteria per motivi di salute e raggiunti limiti di età.
17 giugno: Palermo, scompare Angelo Graziano, mafioso dell’Acquasanta, amico e socio d’affari di Gambino U tignusu. Responsabile della sparizione è Rosario Riccobono, capofamiglia di Partanna Mondello, insofferente dell’intraprendenza imprenditoriale di Graziano. Riina la prende come un’offesa personale.
Madrid, prime elezioni democratiche dopo 40 anni di dittatura. L’Unione del Centro Democratico di Adolfo Suarez conquista la maggioranza.
21 giugno: Roma, alcuni terroristi aggrediscono Remo Cacciafesta, preside della Facoltà di economia e commercio, sparandogli e ferendolo gravemente alle gambe. Rivendicano le Br. Dell’attentato saranno accusate, tra gli altri, Barbara Balzerani e Adriana Faranda.
27 giugno: Pollena Trocchia (Na), il dirigente dell’Alfasud Vittorio Flick è seduto sulla sua auto ferma quando viene avvicinato da alcuni terroristi che gli sparano ferendolo alle gambe. Rivendicano l’azione l’organizzazione Operai Combattenti per il Comunismo.
28 giugno: Genova, il dirigente dell’Ansaldo Sergio Prandi viene avvicinato da alcuni terroristi che gli sparano ferendolo alle gambe. Rivendicano l’azione le Br
30 giugno: Firenze, Remo Pietroni, guardia giurata, è ucciso da un commando di terroristi neofascisti durante una rapina.
Milano, il dirigente della Fiat-Om Luciano Maraccani è affrontato da due uomini e una donna che gli sparano ferendolo alle gambe. Poche ore dopo, a Torino, identico trattamento viene riservato al dirigente della Fiat Franco Visca. Entrambe le azioni sono rivendicate dalle Brigate Rosse. Per quella di Torino si assumerà la responsabilità Patrizio Peci, che chiamerà in causa anche Angelo Coi, Piero Panciarelli e Cristoforo Piancone.
Luglio: riforma dei servizi segreti, scompare il Sid e al suo posto nascono Sismi (Servizio informazioni per la sicurezza militare) e Sisde (Servizio informazioni per la sicurezza democratica)
Dopo 10 anni il generale Ferrara lascia il posto di Capo di stato maggiore dei carabinieri per assumere la carica di vice comandante dell’arma. Ferrara ha avuto un grande potere all’interno dell’arma e si è di volta in volta contrapposto a Sangiorgio, Mino e Miceli. Gli succede il generale Mario De Sena, proveniente dal comando della Legione di Bari e protetto da Mino e dal ministro Lattanzio.
Niccolò De Nora, produttore cinematografico rapito a Roma all’inizio dell’anno, viene liberato nelle campagne di Riesi, il regno di Di Cristina, ma a gestire l’appendice siciliana del sequestro sono stati due vecchi boss suoi rivali, Francesco Madonia e Francesco Cinardo. E’ stato pagato un riscatto di sette miliardi
1° luglio: Roma, il nappista Antonio Lo Muscio, sorpreso dai carabinieri con Maria Pia Vianale e Franca Salerno sulla scalinata della chiesa di San Pietro in Vincoli, viene ucciso mentre tenta la fuga. Le due donne dopo una colluttazione con i carabinieri sono arrestate. Lo Muscio era considerato il capo dei Nap.
Per salvare dal fallimento la società Rizzoli Editore, comprendente anche il quotidiano Il Corriere della Sera, il presidente Angelo Rizzoli e l’amministratore delegato Bruno Tassan Din sono costretti a promuovere un rilevante aumento di capitale e i fondi necessari sono forniti soprattutto dall’Istituto per le Opere di Religione, presieduto dal vescovo americano Paul Marcinkus e dal Banco Ambrosiano, di cui è presidente Roberto Calvi. La P2, alla quale appartengono Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din e Roberto Calvi, diventa lo strumento che permette a Licio Gelli di sfruttare a suo vantaggio la situazione che si è creata.
7 luglio: Abano Terme, il giornalista Antonio Garzotto è ferito nel corso di un agguato tesogli da due terroristi che gli sparano alle gambe. L’azione è rivendicata dal Fronte Comunista Combattente.
Su richiesta di Pier Sandro Magnoni, genero del latitante Michele Sindona, il presidente di Mediobanca Enrico Cuccia si incontra con lui in un albergo di Londra. Nel colloquio si discute di un “progetto di sistemazione della Banca Privata Italiana”, l’istituto fallito già di Sindona. A Londra sono contemporaneamente anche Walter Navarra e Luigi Cavallo, con i quali Magnoni si intrattiene al termine del colloquio con Cuccia. Cinque giorni dopo Navarra riceve da Sindona tramite il suo avvocato Rodolfo Guzzi la somma di dieci milioni di lire quale compenso per l’attività svolta nei confronti di Cuccia.
8 luglio: Roma, un uomo armato entra in una trattoria di San Paolo alla Regola ed uccide erroneamente a colpi di pistola un amico di Domenico Velluto, l’agente di custodia a suo tempi imputato dell’uccisione di Mario Salvi (avvenuta l’8 aprile 1976) e successivamente assolto. I due cenavano allo stesso tavolo.
11 luglio: Roma, un uomo e una donna avvicinano per la strada Mario Perlini, aderente a Comunione e Liberazione, e gli sparano ferendolo alle gambe. Rivendicano l’azione le Br
Genova, il Segretario regionale della Dc ligure Angelo Sibilla è avvicinato da tre terroristi nei pressi del caseggiato dove abita che gli sparano ferendolo alle gambe. Rivendicano l’azione le Br.
13 luglio: Torino, due terroristi affrontano nei pressi di casa sua Maurizio Puddu, dirigente della Dc torinese, e gli sparano ferendolo alle gambe. Rivendicano l’azione le Br. Patrizio Peci indicherà come responsabili Nadia Mantovani e Roberto Betassa.
15 luglio: la Camera approva l’accordo di programma fra Dc, Pci, Psi, Pli, Psdi e Pri (442 favorevoli e 87 contrari). I partiti dell’astensione permettono ad Andreotti di sopravvivere all’aggravarsi della crisi economica e all’aumento delle azioni terroristiche.
18 luglio: Messina, trovato morto il colonnello dei carabinieri Giansante, che era stato collaboratore del generale Anzà. La tesi ufficiale parla di suicidio, rimangono però molti dubbi su ciò che realmente è accaduto. La morte di Giansante precede solo di qualche giorno l’altrettanto strano suicidio del generale Anzà.
19 luglio: il terrorista Romano Tognini resta ucciso durante una sparatoria che avviene nel corso di un tentativo di rapina a un’armeria di Tradate (Varese). Faceva parte di Prima Linea.
21 luglio: truppe egiziane attaccano la Libia bombardando alcune basi militari.
25 luglio: il Vaticano sospende a divinis il vescovo scismatico Lefebvre.
28 luglio: la Spagna chiede l’ammissione alla CEE.
1 agosto: l’onorevole Raffaele Delfino, ex appartenente al Msi e passato a Democrazia Nazionale, incontra a New York il latitante Michele Sindona presentatogli da Philip Guarino. Sia Delfino che il senatore Mario Tedeschi, anche lui di Democrazia Nazionale, sono coinvolti nel progetto di salvataggio di Sindona. Guarino e Tedeschi sono affiliati alla P2, come Sindona.
4 agosto: Torino, Alfredo Di Napoli, 19 anni, studente, e Orlando Marin Pinones, 24 anni, fuoruscito cileno, muoiono dilaniati da un ordigno esplosivo che stanno maneggiando, destinato ad un attentato. I due militavano in Azione Rivoluzionaria.
11 agosto: Roma, la polizia fa irruzione in un appartamento di via Spartaco, dove sono arrestati Silvio Paulon, la sorella Antonella e il marito di questa Vincenzo Modugno, e dove viene sequestrata una valigia con documenti di riconducibili a Stefano Delle Chiaie. Tra i documenti figurano: una fotografia di Marco Pozzan; lettere in cui compaiono i nomi di Luis Sansanelli, residente a Madrid e definito dalla polizia “rappresentante del Msi” in Spagna, di Jose Luis Jerez Riesco avvocato spagnolo difensore di neofascisti italiani latitanti in Spagna, e di Pietro Carmassi, avanguardista toscano. Inoltre: la fotocopia di un ordine di pagamento datato 12 ottobre 1973 della First National City Bank di Balboa (500 dollari americani) a favore di Angelo Faccia; biglietti per viaggi aerei dalla Spagna all’America Latina (soprattutto Panama) e a Londra e Parigi intestati a Giovanni Martelli (pseudonimo di Delle Chiaie), Pietro Carmassi e Mario Fiore; la fotocopia di una lettera diretta ad Adriano Tilgher, di Avanguardia Nazionale, da Gino Birindelli, deputato del Msi e iscritto alla loggia massonica P2; passaporti italiani rilasciati dalla questura di Roma a Saverio Ghiacci e Saverio Savarino Morelli, entrambi di Avanguardia Nazionale; una tessera di riconoscimento della Direcciòn de Seguridad Nacional di Costarica intestata a Francisco Alonzo e con la foto di Delle Chiaie; una tessera dell’Aginter Press rilasciata a Lisbona il 31 dicembre 1974 a Giovanni Martelli (Delle Chiaie); una patente di guida con la foto di Pierluigi Concutelli, del Movimento Politico Ordine Nuovo. Infine un documento classificato “segreto” della Dina, servizio di sicurezza della Giunta militare cilena. Vincenzo Modugno, Antonella e Silvio Paulon sono arrestati per favoreggiamento
12 Agosto: il generale di corpo d’armata Antonino Anzà, che al ministero della difesa presiede la commissione di avanzamento degli ufficiali, viene trovato morto dal figlio nel suo appartamento a Roma. Accanto al corpo ha una pistola con cui sono stati sparati almeno due colpi. La morte del generale sarà archiviata come suicidio, ma alcune ipotesi discordanti rileveranno l’assenza di valide motivazioni alla base del gesto e il fatto che Anzà era uno dei probabili candidati alla nomina di comandante dell’arma dei carabinieri, che sta attraversando un periodo di grave crisi.
14 agosto: Roseto degli Abruzzi , durante un trasferimento dal carcere di Pesaro a quello di Brindisi, evade il terrorista neofascista Gilberto Cavallini, condannato per omicidio. Diverrà uno dei leader dei Nar
15 agosto: Roma, il criminale di guerra nazista Kappler fugge dall’ospedale militare del Celio. La fuga di Kappler, orchestrata dai nostri servizi segreti, provoca la dimissioni del ministro della Difesa Lattanzio. Sarà sostituito dal democristiano Attilio Ruffini. Il ministro della difesa Vito Lattanzio, aveva infatti dichiarato che Kappler era fuggito dentro una valigia a rotelle trascinata dalla moglie Annelise Wenger. Pesanti polemiche si abbatteranno sul governo e sull’arma dei carabinieri, responsabile della custodia. Il comandante generale Enrico Mino disporrà il trasferimento da Roma del generale Carlo Casarico, dei colonnelli Ennio Fiorletta e Vincenzo Oresta e del capitano Norberto Cappozzella. Ma il vicecomandante generale Arnaldo Ferrara chiederà le dimissioni di Mino.
20 agosto: Palermo, nei boschi di Ficuzza un commando composto da Riina, Bagarella, Greco scarpuzzedda e Giovanni Brusca, uccide il tenente colonnello Giuseppe Russo e l’insegnante Filippo Costa.
25 agosto: Verona, Guerrino Spinelli, un nomade di 34 anni, viene soccorso mentre si trova a bordo di un’Alfa Romeo a cui ignoti hanno dato fuoco. Morirà poche ore dopo il ricovero in ospedale. E’ il primo delitto di Ludwig.
28 agosto: nasce il movimento antinucleare con una manifestazione a Montalto di Castro. Il piano nucleare, che prevede la costruzione di 4 centrali e di altre 4 in caso di necessità, per evitare deficit energetici, sarà comunque approvato in Parlamento il 5 ottobre, con l’astensione del Psi e col voto favorevole del Pci.
5 settembre: Colonia, il presidente degli industriali tedeschi, Hans Martin Schlejer, viene rapito da un gruppo di terroristi dopo uno scontro a fuoco che provoca quattro morti. Il commando come riscatto chiede la liberazione dei componenti della banda Baader Meinhoff.
7 settembre: Stati Uniti e Panama siglano un nuovo accordo sul canale che tornerà sotto il controllo panamense il 1° gennaio del 2000.
8 settembre: autorizzata l’esportazione clandestina in Sudafrica, indicando l’Argentina come falsa destinazione, di sessantamila cartucce prodotte dalla società Snia. Il carico è stato spedito via mare dal porto di Talamone dalla società Tirrena.
12 settembre: è una data tragica per chi crede nella libertà, nella giustizia e nell’uguaglianza tra gli uomini.
Quel giorno, sul pavimento di una cella vuota della prigione di Pretoria in Sudafrica si spense la giovane vita (pochi mesi dopo avrebbe compiuto 31 anni) di Stephen Bantu Biko, il leader pacifista e antirazzista del partito comunista sudafricano (all’epoca fuorilegge), ucciso dalla polizia del regime dell’Apartheid.
Il 6 settembre 1977 Biko fu interrogato dai sui aguzzini, tra cui Gideon Niuwoudt, morto nel 2005, nella stanza 619. Le percosse furono tali che lo ridussero in fin di vita. I suoi carcerieri bianchi dissero che si agitava troppo e per una spiacevole fatalità sbatté la testa contro le sbarre della cella.
L’11 settembre venne trovato nella sua cella in condizioni disperate e si decise di trasportarlo a Pretoria dove il carcere era attrezzato con un’unità medica. La traduzione, per usare il gergo carcerario, avvenne su di una Land Rover che di notte viaggiò per 1100 chilometri. Biko fu gettato come un animale, questo o poco più era il valore che i suoi carcerieri davano alla sua vita, nel cassone dell’auto, ammanettato e nudo. Morirà la sera dopo a Pretoria. Il governo sudafricano sostenne che era morto per un prolungato sciopero della fame.
Biko è stato un uomo che ha creduto, fino all’estrema conseguenza, nelle sue idee, nell’uguaglianza tra bianchi e neri e ancor più nella necessità di una emancipazione, soprattutto culturale, della sua gente.
In molti luoghi del Sudafrica, in particolare tra i giovani e nelle periferie delle grandi città, ancora oggi il mito di Steve Biko è forte e spesso supera quello dello stesso Nelson Mandela.
Ammazzato? «Biko vive!», gridano ancora i graffiti dai muri delle periferie sudafricane.
19 settembre: autorizzata un’altra l’esportazione clandestina in Sudafrica, indicando il Venezuela come falsa destinazione, di 17 mila spolette prodotte dalla società Junghans. Il carico è spedito via mare dal porto di Talamone dalla società Tirrena.
Torino, mentre sta rientrando a casa, viene affrontato da alcuni terroristi e ferito con colpi di pistola alle gambe il giornalista dell’ Unità Nino Ferrero, accusato di essere “un servo del Pci”. Dell’attentato saranno accusati Salvatore Cinieri, Roberto Geminiani e Teofilo Soto Paillacar di Azione Rivoluzionaria.
23 – 25 settembre: Bologna, si svolge il convegno “contro la repressione”. Il Pci, da parte sua, accetta come una sfida che il convegno si svolga a Bologna: nella propria città-vetrina vuole dimostrare che tutti hanno diritto di parola, e che la sua buona amministrazione può garantire tutti i servizi logistici necessari: pasti a prezzo politico, trasporti, campeggi, toilettes per i centomila giovani che arrivano da tutta Italia. Del resto il Pci ha ormai abbandonato la teoria del complotto e successivamente molti dirigenti del Pci riconosceranno che il Pci non ha affrontato convenientemente il movimento del ‘77: Occhetto, responsabile del Pci per la scuola, propone di avviare una discussione franca con chi la pensa diversamente “anche in modo radicale”. D’Alema, segretario della Fgci, afferma che “bisogna capire le ragioni di fondo del movimento del ‘77”, Chiaromonte afferma che il Pci è “in notevole ritardo”, Mussi riconosce che il Pci non può essere “pregiudizialmente ostile a quei fenomeni di società radicale che nascono dalla crisi del principio di autorità”. Berlinguer, nel comizio di chiusura della festa dell’Unità a Modena il 18 settembre, aveva dichiarato che “non saranno certo dei poveri untorelli a spiantare Bologna”, il che voleva significare, oltre alla conferma di uno scontato giudizio negativo sul movimento, anche l’accettazione della sfida di accogliere il convegno a Bologna. Al convegno sono presenti tutte le componenti del movimento: dall’Autonomia più dura ai partiti della nuova sinistra, agli indiani metropolitani. Le componenti più politicizzate si confrontano, o meglio si scontrano, a volte anche fisicamente, nel corso dell’assemblea al Palazzetto dello Sport. Ogni componente partecipa con molto settarismo e pochissima disponibilità al confronto. I vari spezzoni dell’Autonomia si alleano e espellono le altre componenti considerate la destra del movimento: prima il Mls, poi Ao e infine Lc. L’assemblea dimostra l’incapacità del movimento di darsi delle prospettive politiche. Più interessante è l’esperienza vissuta dalle migliaia di giovani che nelle strade di Bologna praticano varie forme di animazione, di teatro di massa, di controcultura, diffondono le decine di riviste e di fogli. La divaricazione tra l’aspetto politico e quello culturale è netta. Il movimento del ‘77 politicamente finisce infatti a Bologna, incapace di decidere cosa fare, mentre la sua eredità culturale sarà ben più cospicua, e darà vita a riviste come il Male, a gruppi come gli Skiantos, che avranno come segno distintivo l’ironia beffarda e la critica satirica. Anche la critica alle forme tradizionali del far politica, la tensione libertaria e la scoperta dell’ecologia e dell’antinuclearismo rimarranno come eredità del movimento.
29 settembre: Roma, la richiesta d’iscrizione al PCI inoltrata dalla giornalista e scrittrice Maria Antonietta Macciocchi viene respinta. La Macciocchi, già in passato esponente comunista, non viene riaccolta nel PCI per aver firmato a Parigi un manifesto nel quale si denunciava “il ruolo passivo che il PCI ha nella repressione in Italia”.
30 settembre: Roma, Walter Rossi, 20 anni, militante di Lotta Continua, è ucciso mentre distribuisce volantini in viale delle Medaglie d’Oro non lontano dalla sezione missina. L’omicida esplode numerosi colpi di pistola contro la vittima, dinanzi ad un gruppo di agenti che dall’interno di un pulmino assistono alla scena senza intervenire. Successivamente verranno arrestati 13 fascisti aderenti al Msi, il più compromesso dei quali sarà Enrico Lenaz. Fra i fermati figurano anche Ilio Briguglio, Riccardo Bragaglia, Germana Afriani, Flavia Perina e Andrea Insabato. Ma in breve tutti torneranno in libertà e nel 1980 tutti gli imputati saranno prosciolti.
1° ottobre: Torino, gravi incidenti scoppiano in città durante la manifestazione di protesta per l’uccisione di Walter Rossi. I disordini cominciano dopo le 10. Alla fine della mattinata un migliaio di studenti si dirige all’Università. Quando il grosso sta ripiegando da via Po, una trentina di giovani col volto coperto fa irruzione nel bar Angelo Azzurro e, dopo aver rotto con spranghe di ferro i vetri, getta all’interno bottiglie incendiarie. nel bar, in quel momento, oltre alla proprietaria ci sono due clienti: Roberto Crescenzio, studente lavoratore, e Diego Mainardo, entrambi 22 anni. Mainardo viene colpito alla testa, ma riesce a fuggire. Crescenzio è ridotto ad una torcia umana e viene ricoverato al CTO col corpo piagato al 90%.Muore dopo, alcune ore.
11 ottobre: Torino, l’addetto alle relazioni sindacali della Fiat Mirafiori Rinaldo Campioni è ferito alle gambe da due terroristi che gli sparano ripetutamente. Rivendicano l’aggressione le Br
13 ottobre: un aereo della Lufthansa viene dirottato a Mogadiscio da un commando palestinese. I sequestratori chiedono la liberazione degli esponenti palestinesi e della RAF in carcere in Germania, in cambio degli ostaggi e della vita di Schlejer ancora prigioniero. Le teste di cuoio tedesche liberano gli ostaggi uccidendo quattro dirottatori.
18 ottobre: Andreas Baader, capo storico della RAF, viene ferito a morte nella sua cella nel carcere di Stoccarda. Il suo compagno di cella Jan Karl Raspe, ferito, muore poco dopo in ospedale. Il giorno dopo un’altra terrorista della RAF, Gudrun Ensslin viene trovata impiccata nella sua cella. Per ritorsione i terroristi uccidono Schlejer e il suo corpo è ritrovato nel baule di una autovettura a Mulhouse, in Francia.
Almeno quattro terroristi prendono di mira la caserma dei carabinieri di Dalmine (Bergamo) con una nutrita sparatoria e con il lancio di ordigni incendiari. La sparatoria, rivendicata da Prima Linea, si concluderà senza vittime e con il danneggiamento grave dell’ingresso della caserma. Dell’azione saranno accusati, tra gli altri, Diego Forastieri e Marco Donat Cattin.
19 ottobre: Livorno, Tito Neri, figlio di un operatore portuale, riesce a sottrarsi al sequestro organizzato da un gruppo di terroristi. Ne nasce una sparatoria tra polizia e sequestratori, tre dei quali vengono arrestati. Sono Salvatore Cinieri, Vito Messana e Angelo Monaco. Un quarto arresto, quello di Sandro Meloni, seguirà poco dopo. Appartengono tutti ad Azione Rivoluzionaria. Al processo figureranno come imputati anche Roberto Gemignani, Pasquale Valitutti e Gianfranco Faina
20 – 21 ottobre: Roma, convegno sulle politiche giovanili organizzato da Cgil Cisl e Uil
Firenze, seminario su stampa e informazione organizzato dalla FLM
22 ottobre: Roma, si svolgono i lavori della “gran loggia” della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana, ricostituita da Francesco Bellantonio nel settembre 1975 dopo aver denunciato il trattato di riunificazione del 1973 e avere di conseguenza abbandonato il Grande Oriente d’Italia, il cui Gran Maestro Lino Salvini lo ha espulso. La sede storica di piazza del Gesù è rimasta al Goi, la nuova sede è in via Alberico II. Alla “gran loggia” Bellantonio ha invitato il gran maestro della massoneria spagnola Antonio Del Villar scrivendogli una lettera in cui affermava “che se il comunismo dovesse impadronirsi della nostra Italia tutto il mondo sarebbe perduto e anche la vostra nobile nazione ne riceverebbe un grave danno”; da qui l’incitazione a “combattere uniti massonicamente contro il mortale nemico”. Alla riunione Bellantonio non è presente perché gravemente ammalato, tra gli ospiti figura anche il massone americano Philip Guarino. Il discorso inaugurale viene pronunciato da Giuseppe (Pino) Mandalari, gran maestro aggiunto e in rapporti con Cosa Nostra.
23 ottobre: Milano, nei pressi della sua abitazione il consigliere comunale della Dc Carlo Arienti è affrontato da due uomini e una donna che gli sparano ferendolo alle gambe. L’azione è rivendicata dalle Br
24 ottobre: varato dal Parlamento il nuovo ordinamento dei servizi segreti. Abolito il Sid, vengono istituiti il Sismi (Servizio per le informazioni e la sicurezza militare) e il Sisde (Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica) e un organismo di coordinamento, il Cesis (Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza)
In un incontro con Rodolfo Guzzi, avvocato del latitante Michele Sindona, il capo della P2 Licio Gelli dichiara che ci sono possibilità di un intervento del presidente del Banco Ambrosiano Roberto Calvi in favore di Sindona. In una successiva riunione che si svolge dieci giorni dopo, il 4 novembre, Guzzi e Gelli parlano anche dell’eventualità di provocare il trasferimento del maresciallo della Guardia di Finanza di Milano Silvio Novembre, accusato di indagare con eccessivo zelo sulle vicende di Sindona. Novembre è il collaboratore del liquidatore Giorgio Ambrosoli.
25 ottobre: Torino, Antonio Cocozzello, consigliere comunale della Dc, ferito gravemente alle gambe da un commando di terroristi. L’azione è rivendicata dalle Br. A sparare è stato Patrizio Peci.
26 ottobre: il presidente del Consiglio Giulio Andreotti ribadisce al tribunale di Napoli, davanti al quale si sta celebrando il processo per le schedature illegali compiute dalla Fiat e che ha richiesto di riesaminare l’opposizione del segreto politico-militare decretata a suo tempo. Scrive Andreotti: “Non si rende possibile dar corso alla richiesta poiché nella fattispecie il segreto polico-militare risulta attuale”. Il segreto era stato posto nel 1972 dal Sid
27 ottobre: il procuratore generale di Roma trasmette al giudice istruttore titolare dell’inchiesta sul “golpe bianco” attribuito a Edgardo Sogno e a Luigi Cavallo, un’informazione da cui risulta che il presidente del Consiglio Giulio Andreotti ha ribadito l’opposizione del segreto per i due imputati.
30 ottobre: Torino, un giovane, Rocco Sardone, 22 anni, studente, rimane ucciso per l’esplosione di una bomba che stava preprando per un’attentato.
1° novembre: il generale Mino, prossimo alla scadenza del mandato di comandante generale dei Carabinieri, muore in uno strano incidente. Il suo elicottero precipita mentre sorvola la Sila. Con la morte di Mino termina la “seconda guerra dei generali”. Gli succede al comando dell’Arma il generale Corsini. Mino apparteneva al ristretto gruppo che circondava Licio Gelli e Mino Pecorelli. Nell’incidente muoiono anche i colonnelli Francesco Friscia e Francesco Sirimarco, il tenente colonnello Luigi Vilardo, il tenente Francesco Cerasoli e il brigadiere Costantino Di Fede.
2 novembre: Mosca, durante le celebrazioni per il 60° anniversario della rivoluzione d’ottobre, il segretario del Pci Enrico Berlinguer tiene un discorso sull’autonomia dei Partiti comunisti e sull’universalità del concetto di democrazia. Pesanti critiche all’intervento arrivano dalla dirigenza sovietica.
Roma, il consigliere regionale della Dc Publio Fiori viene affrontato da alcuni terroristi. E’ armato e reagisce impugnando la pistola, ma viene disarmato e ferito. Fiori risulterà tra gli affiliati alla P2. Rivendicano l’attentato le Br.
7 novembre: Settebagni (Roma) sequestrato Massimiliano Grazioli Lante Della Rovere, possidente terriero. Dopo quattro mesi di vessazioni l’ostaggio sarà ucciso, anche se è stato pagato un riscatto di due miliardi. Il sequestro è opera di un’organizzazione criminale in via di formazione che prenderà il nome di banda della Magliana, di cui è ispiratore, tra gli altri, Franco Giuseppucci, autore del sequestro Grazioli.
8 novembre: Milano, mentre sta camminando per strada il dirigente dell’Alfa-Romeo Aldo Grassini è affrontato da tre uomini che gli sparano alcuni colpi di pistola ferendolo alle gambe. L’azione è rivendicata dalle Br
9 novembre: all’ingresso di molte filiali milanesi del Banco Ambrosiano vengono affissi manifesti che attaccano il presidente Roberto Calvi chiedendone l’arresto per versamenti personali su conti all’estero. I manifesti sono firmati Comitato di controllo sulle pubbliche istituzioni e li ha redatti Luigi Cavallo con materiale fornito da Michele Sindona, del quale è al servizio. Contemporaneamente Cavallo scrive una lettera estorsiva a Calvi prospettandogli “l’opportunità di onorare gli impegni da lei deliberatamente assunti anni addietro con New York”. Un’altra lettera simile sarà spedita poco più di un mese dopo da Cavallo a Calvi “perdurando il suo caparbio rifiuto a onorare gli impegni”, mentre altri manifesti e volantini saranno diffusi pubblicamente.
10 novembre: Torino, Piero Osella, dirigente della Fiat, è aggredito da alcuni terroristi che gli sparano ferendolo alle gambe. All’azione, rivendicata dalle Brigate Rosse, partecipano, secondo Patrizio Peci, Angela Vai, Roberto Betassa e Cristoforo Piancone.
16 novembre: Torino, Carlo Casalegno, vicedirettore de La Stampa, viene ferito gravemente con tre colpi di pistola alla testa e uno alla gola da un commando delle BR, sotto la sua abitazione. Casalegno muore il 29 novembre senza aver ripreso conoscenza. Patrizio Peci confesserà di aver partecipato all’agguato insieme a Raffaele Fiore, Piero Panciarelli e Vincenzo Acella.
17 novembre: Genova, il dirigente dell’Ansaldo Carlo Castellano, membro del comitato regionale ligure del Partito Comunista Italiano, viene assalito per la strada da alcuni terroristi che gli sparano ferendolo alle gambe. Rivendicano l’azione le Br. Tra gli attentatori c’è anche Enrico Fenzi.
19 novembre: storica visita a Gerusalemme del premier egiziano Anwar Sadat. E’ il primo leader arabo a mettere piede in Israele negli ultimi 30 anni.
23 novembre: Roma, ciò che resta del movimento del ‘77 si divide sulla decisione di partecipare o meno alla manifestazione nazionale dei metalmeccanici indetta per il 2 dicembre. I partiti della nuova sinistra sono per partecipare al corteo del sindacato coi propri contenuti, mentre gli autonomi vogliono una manifestazione alternativa. L’assemblea finisce con una spaccatura: l’Autonomia rimane a Giurisprudenza e decide di indire una manifestazione separata, i partiti della nuova sinistra, le femministe e parte di Lotta Continua si riuniscono nell’aula magna.
Il vice Procuratore generale della magistratura militare generale Saverio Malizia è arrestato in aula per falsa testimonianza durante la sua deposizione davanti alla Corte d’assise di Catanzaro, che sta celebrando il processo per la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 e reati connessi. Processato per direttissima sarà condannato a un anno di reclusione. Al processo d’appello, a Potenza, sarà successivamente assolto.
28 novembre: Bari, un gruppo di missini mascherati e armati di spranghe, cacciavite e coltelli danno la caccia nelle vie del centro, a militanti di sinistra. In piazza Massari ne sorprendono tre, dei quali solo uno riesce a fuggire. Benedetto Petrone, 18 anni, poliomielitico, viene barbaramente assassinato con coltellate al volo, al ventre e alla schiena. Accoltellato e gravemente ferito anche Francesco Intronò. L’episodio suscita enorme impressione in tutto il Paese. L’omicida è Giuseppe Piccolo, di Avanguardia Nazionale, che si dà alla latitanza. Sarà successivamente arrestato e condannato.
1 dicembre: Roma, nasce l’organizzazione terroristica di estrema destra Terza Posizione. Contestualmente prende corpo anche il progetto legato a Costruiamo l’Azione. Questa nuova organizzazione da vita anche all’omonimo periodico. Partecipano alla riunione di fondazione di TP, Gabriele Adinolfi e Roberto Fiore, Franco Freda, l’avvocato Costantino Cambi e l’avvocato Pietro Moscato. Anche Terza Posizione si doterà di un periodico, testata omonima, responsabile Donatella Bianchi.
5 dicembre: dopo il vertice arabo che ha deciso il congelamento dei rapporti con Il Cairo, l’Egitto rompe i rapporti diplomatici con Siria, Algeria, Libia, Yemen del Sud e Iraq.
6 dicembre: a Ronald Stark, trafficante internazionale di stupefacenti e detenuto nel carcere di Bologna (dove prosegue la sua opera di infiltrazione nei gruppi terroristici di estrema sinistra), giunge una cartolina da Parigi firmata Maurice, Bifo, Felix con espressioni affettuose. I mittenti sono Maurice Bignami, prima Autonomia Operaia e poi Prima Linea, e Francesco Berardi detto Bifo, di Autonomia Operaia, entrambi bolognesi e latitanti. Il terzo è il francese Felix Guattari.
9 dicembre: Roma, il pubblico ministero Alberto Dell’Orco chiede il proscioglimento, per insufficienza di prove, di Edgardo Sogno e Luigi Cavallo dall’accusa di cospirazione politica mediante associazione. Con la stessa requisitoria è chiesto il proscioglimento con formula piena per Randolfo Pacciardi, Remo Orlandini, Maria Antonietta Nicastro, Andrea Borghesio e Vincenzo Pagnozzi. Il giudice istruttore Francesco Amato accoglierà le richieste. Le richieste di archiviazione si riferisce ad un’istruttoria cominciata nel 1974 dal magistrato Luciano Violante che concerneva un vasto piano eversivo che avrebbe dovuto concludersi nel periodo tra il 10 e il 15 agosto 1974 con un golpe che avrebbe comportato il momentaneo arresto di Giovanni Leone e l’affidamento alla carica di primo ministro a Randolfo Pacciardi. Il tentativo eversivo era giunto ad un passo dalla realizzazione, al punto che il 13 luglio 1974 il generale Gian Adelio Maletti, all’epoca capo dell’Ufficio D del Sid, aveva posto in stato d’allarme tutti i centri del controspionaggio. Nel corso delle sue indagini, il giudice Violante aveva acquisito le prove che la Fiat aveva finanziato il Comitato di resistenza democratica fondato da Sogno, struttura portante del presunto complotto eversivo.
Approvata la legge sulla Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro. L’articolo 5 stabilisce il divieto di lavoro notturno per le donne, che può essere rimosso solamente attraverso la contrattazione collettiva
14 dicembre: Roma, durante il processo per il tentato golpe Borghese, ‘imputato generale Vito Miceli accenna al “Sid parallelo” e dichiara: “Un tale organismo segretissimo esisteva già prima che io assumessi il comando del Sid e funziona tuttora”. Il 9 gennaio 1978 la Corte interrogherà come testimone l’onorevole Giulio Andreotti, che smentirà Miceli: “In periodo di pace non esiste un servizo del genere”.
16 dicembre: approvata la legge che introduce il credito di imposta sugli utili distribuiti dalle società di capitali. L’utilità e il significato di questo istituto stanno nel rimborso al percettore del dividendo, che appunto dovrà includere gli utili percepiti nel proprio reddito complessivo perché siano sottoposti a tassazione, dell’IRPEG già pagata a monte dalla società
La risoluzione numero 130 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, «Approcci alternativi e vie e modi esperibili all’interno del sistema delle Nazioni Unite per migliorare l’effettivo godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali», afferma l’indivisibilità e dell’interdipendenza dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. Stabilisce infatti che a tutti i diritti deve essere accordata un’uguale importanza e considerazione, ed in particolare deve essere data una attenzione speciale alla loro tutela ed alla loro promozione, senza distinzione alcuna. Viene ribadito poi che la piena realizzazione dei diritti civili e politici non può avvenire senza che i diritti economici, sociali e culturali siano pienamente goduti. Quindi i diritti umani devono essere considerati in maniera globale, complessiva, avendo sempre come fine il rispetto della dignità della persona e lo sviluppo ed il benessere di tutte le società umane
21 dicembre: Trento, la corte d’Assise assolve i cinque imputati per le bombe dell’inizio 1971: il colonnello del Sid Angelo Pignatelli “perché il fatto non sussiste”, il colonnello dei carabinieri Michele Santoro e il vicequestore Saverio Molino perché “il fatto non costituisce reato”; infine i loro due informatori Sergio Zani (Sartana) e Claudio Widmann (Lucas) per insufficienza di prove. L’accusa, in sostanza, era che gli ultimi due fossero gli esecutori degli attentati e che gli altri tre li avessero favoriti e coperti. La sentenza sarà confermata in appello.
23 dicembre: iscritto nel registro del tribunale di Roma il periodico Costruiamo l’Azione con direttore responsabile Sergio Té. Il numero zero esce con la data gennaio 1978 e tra i redattori sono Paolo Signorelli, del Movimenti Politico Ordine Nuovo e Sergio Calore. Il giornale costituirà il portavoce di un’organizzazione terroristica di estrema destra. Nel numero zero si presenta così: “Noi siamo eretici. Vogliamo indicare a quanti, al di là di schemi e di stupide etichette, si sentono ancora uomini la via da seguire. Contro la morale dei preti e dei mercanti, contro democratismo e marxismo, contro tutto ciò che è stato prodotto dalla dannata anima borghese costruiamo insieme l’azione”. E poi: “Non vogliamo confrontarci con la realtà, la vogliamo più semplicemente distruggere”. Tra gli “obiettivi di lotta”: “Reagire all’isolamento con il collegamento organico con i rivoluzionari. Distruggere la scuola, la fabbrica, le strutture della città un imperativo. Inchiodare alle loro responsabilità tutti i servi del sistema”.
25 dicembre: vertice tra il premier egiziano Sadat e quello Israeliano Begin a Ismailia.
28 dicembre: Roma, Angelo Pistolesi, 31 anni, impiegato all’Enel, missino, viene ucciso da ignoti. Il giovane fascista partecipò al raid di Sezze Romano (28 maggio 1976 ndr) nel quale rimase ucciso il giovane comunista Luigi De Rosa. L’azione sarà rivendicata da diverse organizzazioni terroristiche di estrema sinistra, ma le rivendicazioni non saranno convalidate da documenti e si dimostreranno inattendibili.
31 dicembre: la notte di capodanno si risolve in tragedia per un gruppo di neofascisti riuniti in una villetta sulle pendici dell’Etna, non lontano da Catania. Mentre stanno manipolando una bomba, l’ordigno esplode uccidendo Pier Luigi Sciotto e Prospero Candura. Secondo la documentazione sequestrata il gruppo appartiene a un’organizzazione denominata Fln (Fronte di Liberazione Nazionale).
Dicembre: inizia l’inchiesta per lo scandalo dei finanziamenti occulti dell’Italcasse. Il presidente Giuseppe Arcaini si rende latitante.
DURANTE L’ANNO
Roma, nascono i Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), gruppo armato fascista che in 5 anni porterà a termine 136 azioni tra attentati, omicidi, rapine, ecc.