Gennaio: cresce in Tunisia la repressione francese contro il movimento nazionalista. Inizia la rivolta dei fellagah.
Modena, il segretario della Camera del Lavoro, Galavotti, denuncia la “pesante offensiva dei licenziamenti” messa in atto dai vari “Orsi, Orlandi, Vellani, Martinelli”: 200 lavoratori licenziati “proprio nel pieno dell’inverno, quando continuano ad aumentare i prezzi con conseguente danno delle categorie disagiate”. Per Galavotti, e per il sindacato, la strada da percorrere è quella dell’incremento della produzione e la conseguente ripresa della capacità d’acquisto dei salari. Di questo si deve discutere con quei piccoli e medi industriali che dimostrano disponibilità come alla Ferrari, dove “anziché porre il problema dell’alleggerimento”, si sta esaminando insieme alle maestranze, “il problema dell’aumento della produzione e del miglioramento delle condizioni salariali attraverso un aumento del premio di operosità”.
Ravenna, si sviluppano una serie di lotte contro il tentativo di esproprio da parte dell’Ente di riforma di 2.600 ettari di terra delle cooperative agricole.
Carpi, sciopero generale dei settori tessile -abbigliamento e del truciolo, per il rispetto dei contratti e per l’indennità di mensa.
1 gennaio: la Mutual security agency (Msa) subentra all’Eca e al Military defence assistence program nella gestione degli aiuti americani all’Italia.
Torino, la Fiat licenzia Battista Santhià, l’esponente comunista che di fatto nel 1945 aveva diretto l’azienda e che successivamente era diventato direttore dei servizi sociali. La motivazione afferma che “non poteva essere ulteriormente trascurata la incompatibilità esistente fra la sua posizione di direttore Fiat e i suoi obblighi di alto esponente di un partito di cui è bene noto il costante atteggiamento di ostilità e di lotta a scopo distruttivo nei confronti della Fiat”.
2 gennaio: Gairo (Nuoro), la polizia entra con la forza nel municipio, occupato nella notte di San Silvestro da 150 donne che fanno lo sciopero della fame per protestare contro lo stato di abbandono in cui è lasciato il paese, dopo le recenti alluvioni. Seguono scontri violenti fra polizia e dimostranti anche all’esterno e la polizia apre il fuoco ferendo diverse persone.
Torino, Guido Gonella, nel corso di un discorso sui problemi sindacali, fa riferimento al nome assunto dalla Cisl, su richiesta dei gruppi laici, affermando: “(…) con tristezza abbiamo visto, in sede di sindacalismo libero, respingere la formula il sindacato sarà cristiano o non sarà, sostituendola con l’altra: il sindacato sarà dei lavoratori o non sarà (…)”. Poi Gonella aggiunge: “L’integralismo della Dc non può escludere la vita sindacale dalla sua concezione della vita sociale”.
3 – 7 gennaio: congresso del Psli che, al termine, muta la sua denominazione in Psdi (Partito socialista democratico italiano). Segretario è eletto Giuseppe Romita.
5 gennaio: in agitazione i minatori e i braccianti nel ragusano e pescarese, e i contadini del basso Molise. Sciopera anche l’Ilva di Piombino per ottenere miglioramenti salariali, mentre si preparano a scioperare i lavoratori della Michelin di Torino, in allarme per la riduzione dell’orario.
8 gennaio: Roma, durante il dibattito alla commissione Industria e commercio del Senato, oltre ai rappresentanti della sinistra anche alcuni esponenti della maggioranza, fra i quali il senatore Falck, esprimono perplessità sul piano Schuman per i limiti posti all’industria siderurgica nazionale.
9 gennaio: Modena, la Questura proibisce la celebrazione del secondo anniversario dell’eccidio delle Fonderie. In tutta la regione, è sospeso il lavoro per mezzora.
10 gennaio: scioperi alla rovescia sono organizzati dalla Cgil nel Polesine per rafforzare gli argini pericolanti del Po e contro l’inerzia delle autorità nelle opere di sistemazione del territorio.
11 gennaio: espulso dall’Italia il poeta Pablo Neruda che era stato fermato a Napoli senza alcuna motivazione dalla polizia. Dovrà lasciare il Paese entro 24 ore.
12 gennaio: dopo ben 340 infortuni in un anno, il ministro del Lavoro Rubinacci apre un’inchiesta sull’Ilva di Bagnoli. Lo stabilimento di Piombino è invece in agitazione per la diminuzione dei turni, a fronte di un aumento dei carichi di lavoro e chiede nuove assunzioni.
14 gennaio: Pisa, rilasciati per mancanza di indizi i militanti comunisti che, secondo la denuncia del colonnello Angrisani, avrebbero ucciso il parroco di Cevoli, don Bardetti.
16 gennaio: il professor Umberto Calosso, deputato del Psdi, è aggredito all’Università di Roma da un gruppo di neofascisti che gli impediscono di tenere lezione. E’ nuovamente aggredito il giorno 30. Durante la guerra aveva attivamente collaborato a Radio Londra. De Gasperi, pur esprimendo solidarietà a Calosso, coinvolge nella condanna anche la sinistra e denuncia la violenza di entrambi gli estremismi.
17 gennaio: Ferrara, si svolge il processo contro i braccianti, imputati dell’uccisione dell’agrario Eden Boari, che aveva a sua volta assassinato un lavoratore, nel giugno 1949. La maggior parte è indiziata per aver partecipato, la sera precedente l’uccisione, ad una riunione sindacale che l’accusa indica come preparatoria dell’omicidio. Il processo terminerà con 6 condanne da 18 a 15 anni, 27 assoluzioni con formula piena, altre 25 per insufficienza di prove, e il perdono giudiziario per 2 minorenni.
19 gennaio: Roma, il dirigente della squadra mobile Barranco, presenta le dimissioni dopo le critiche mossegli dalla stampa per l’assoluzione di Lionello Egidi, detto il “biondino di Primavalle”. La corte ha riconosciuto che la confessione gli era stata estorta con torture dalla polizia. Il Questore Polito respinge le dimissioni del funzionario
21 gennaio: l’Urss conferma il veto all’ingresso dell’Italia nell’Onu. Ma nonostante il condizionamento posto dal veto sovietico, l’Assemblea, il giorno 25, approva l’ammissione dell’Italia.
L’ambasciatore americano in Italia James Dunn presenta un rapporto al Dipartimento di Stato sulla situazione italiana nel quale afferma fra l’altro che essa “presenta elementi di reale pericolo, e la stabilità politica in Italia, legata com’è all’opera di un uomo soltanto – De Gasperi – non può più darsi per scontata nei nostri calcoli”.
22 gennaio: Ferrara, la polizia si scaglia contro alcune migliaia di scioperanti alla rovescia che hanno occupato gli argini del Po per sollecitare i lavori di sistemazione e protezione del territorio dalle alluvioni. A Lagosanto sono arrestate 8 persone e vengono sciolti i gruppi che si stavano dirigendo a Codigoro per partecipare ad una conferenza sindacale. A Pomposa, si contano 3 fermati, 2 dei quali vengono rilasciati con la diffida a partecipare ad altre manifestazioni; 2 braccianti vengono arrestati a Mezzogoro, avendo lavorato contro la volontà dell’agrario; a Jolanda di Savoia altri 50. Due giorni prima, erano state arrestate altre 11 persone, di cui 5 rilasciate.
23 gennaio: Luigi Gedda è nominato presidente dell’Azione Cattolica.
24 gennaio: Roma, il sindacato rende noto che in soli 2 mesi, in città si sono avuti 9 morti e 20 feriti sul lavoro.
Roma, un tentativo di assalto fascista contro una sezione del Pci, è respinta dai militanti. Due fascisti feriti: Renato Montagna e Giuseppe Ciarrapico. Gli ambienti fascisti sono in agitazione per la discussione in Parlamento della cosiddetta legge Scelba.
25 gennaio: Roma, il ministro degli Interni Mario Scelba, nel corso del dibattito sulla legge che vieta la ricostituzione del Pnf, afferma: “La stampa neofascista parla ancora oggi di 150 mila eroici combattenti della Rsi che languiscono nelle carceri italiane. Sapete quanti sono questi valorosi combattenti? Sono 442”. Scelba ricorda quindi i provvedimenti assunti dal governo a favore dei combattenti di Spagna e di Salò, e conclude: “Che cosa vogliono di più da noi i fascisti? Che cosa pretendono con la pacificazione giuridica? Essi dimenticano ad esempio che nel Belgio sono ancora detenuti 5.000 collaborazionisti, 400 dei qual condannati a morte. In realtà non si chiede la parificazione ma il capovolgimento dei criteri. Si chiede insomma il nostro riconoscimento dell’infallibilità di Mussolini”.
Umberto Terracini, intervenendo nel dibattito sulla legge di repressione del neofascismo, afferma: “Io non ho affatto fiducia nel ministro dell’Interno, neanche nei confronti di questa legge (…) Dinanzi a certe manovre in atto nel campo politico generale del Paese (…) dinanzi a quelle manovre le quali sempre più chiaramente vanno definendosi come accostamenti della Democrazia cristiana alle forze di destra; di fronte a certe sostituzioni in posti di alta responsabilità (il riferimento è alla nomina di Luigi Gedda a presidente dell’Azione cattolica – ndr)con uomini che hanno chiaramente dichiarato le loro intenzioni di certe alleanze; e di fronte alle aperte dichiarazioni di uomini di governo favorevoli ad avvicinamenti a gruppi che, senza essere senz’altro neofascisti, sono però buoni amici dei fascisti, non si può non restare sospettosi. E questa legge incide per l’appunto sul contenuto del calderone in cui tutto ciò sta mescolandosi e bollendo (…) Questa legge, se affidata a un Governo veramente democratico, potrebbe servire agli scopi che l’hanno dettata e per i quali il Senato, io credo, la voterà. Ma un governo veramente democratico non avrebbe avuto d’altronde bisogno di questa legge, non adotterebbe questo nuovo strumento di repressione, perché un governo veramente democratico avrebbe condotto nel Paese una tale politica per la quale le correnti di malcontento che comunque, sotto ogni governo, sorgono e si manifestano, non si sarebbero incanalate sul vecchio letto essiccato del torrente fascista (…) E io vorrei che il Senato, alla conclusione della discussione e dando il suo voto, chiedesse, pretendesse dal Governo che presenti, e permetta di presentare, discutere e votare al Parlamento leggi destinate a incidere profondamente la struttura sociale ed economica del Paese. Assieme a queste altre, la legge attuale potrà essere utile come una pietra portata ad un grande edificio. Ma se si crede di consolidare l’edificio della democrazia italiana soltanto con una legge di repressione e di polizia, ci si sbaglia di grosso (…)”.
26 gennaio: rivolta anti britannica al Cairo. Assalite e saccheggiate diverse proprietà straniere.
Noto (Siracusa), in contrada Frammeria la polizia aggredisce i braccianti intenti a risanare le zone alluvionate, operando tre fermi.
27 gennaio: Il Cairo, un colpo di mano attuato da Faruk, destituisce il primo ministro Nahas Pascià e fa arrestare e uccidere centinaia di patrioti.
30 gennaio: Lanciano (Chieti), contro la lotta delle tabacchine da otto giorni in sciopero, la direzione dell’Ati chiama la polizia che fa irruzione nello stabilimento. Le tabacchine chiedono regolari assunzioni, aumenti e sicurezza del posto di lavoro. Alle lavoratrici di Chieti si aggiungono, in un secondo tempo, quelle del Salento.
31 gennaio: la Cgil invita i lavoratori alla lotta contro il piano Schuman (il cartello europeo del carbone e dell’acciaio), sottoposto alla ratifica del Parlamento italiano, che determina di fatto il predominio dei monopoli stranieri e una politica di crescente disoccupazione.
Gennaio: l’Ansaldo di Genova annuncia 1.400 licenziamenti. Diversi altri stabilimenti tagliano gli orari, come la Galileo di Firenze, che pure ha aumentato le importazioni di macchinario inglese.
Nelle campagne toscane e soprattutto nel senese, si organizzano agitazioni contro gli sfratti imposti dagli agrari.
Febbraio: Lisbona, riunione della Nato. Ribadita l’opposizione, “con ogni mezzo”, dell’Alleanza atlantica alle forze comuniste.
1° febbraio: Roma, approvata la Legge Scelba che vieta la riorganizzazione di partiti e gruppi neofascisti.
Messo in minoranza alla Camera sugli aumenti degli statali, De Gasperi, contrario a nome del governo agli aumenti, pone la questione di fiducia e impone così che gli aumenti non superino i 61 miliardi.
4 febbraio: Roma, la Cassazione conferma la condanna della Corte d’assise di Cosenza nei confronti di Calogero Vizzini e di suo genero, avvocato Beniamino Farina per i fatti del 16 settembre 1944 a Villalba quando, durante un comizio dell’on. Li Causi sull’attività dei gabellotti, alcuni mafiosi avevano risposto con una sparatoria, ferendo fra gli altri lo stesso Li Causi.
5 febbraio: Roma, la Questura denuncia i dirigenti del Msi per tentata ricostituzione del Pnf. Nel suo rapporto, la Questura scrive che il Msi “rappresenta una vera e propria riviviscenza del Pnf (…) La spedizione alla Garbatella è il sintomo ultimo in ordine di tempo e più grave, perché esplicito e senza riserve, di un metodo che spetta alla Magistratura giudicare con tutte le conseguenze di legge (…)”.
9 febbraio: don Zeno Saltini, fondatore nei pressi di Modena della Comunità di Nomadelfia, la città dei ragazzi, è costretto ad abbandonare la sua opera in seguito ad una imposizione del Sant’Uffizio.
10 febbraio: Mario Alicata interviene su Vie Nuove nella polemica apertasi all’interno del Pci sull’opportunità di dialogare o meno con i giovani fascisti, scrivendo che “il fatto che alcuni di questi (e magari non più tanto giovani) dicano che il loro fascismo non è fascismo dei gerarchi, ecc. ecc.- sostengono che i punti programmatici di natura sociale del fascismo per loro erano e sono una cosa seria , e così via – può soddisfarci sulla loro buona fede, sulla loro onestà morale, e quindi renderci più che mai convinti della esigenza, e vorrei quasi aggiungere del dovere di una discussione aperta, di un dibattito sereno con loro, ma non può esimerci dall’impegno di fare tutto il possibile per liberarli dal veleno che ancora offusca le loro coscienze (…)”.
12 febbraio: Roma, nominato coordinatore delle forze cattoliche per le elezioni comunali di Roma, padre Giuseppe Tenzi, ex cappellano militare della Marina Militare e parroco della parrocchia del Sacro Cuore del Suffragio. Nella lettera di investitura, il cardinale Micara gli scrive: “Ella dovrebbe costituire nel vicariato stesso un centro organizzativo e quanto mai attivo per gli scopi indicati dal Santo Padre aiutandomi e anche rappresentandomi in esso. In particolare dovrebbe rappresentarmi nel curare un sempre migliore coordinamento delle forze cattoliche, così numerose e fiorenti nella diocesi dinanzi alle necessità così gravi”.
Viterbo, su mandato del giudice istruttore, vengono incriminati per l’uccisione del carabiniere Sabatino di Carlo, gli ex partigiani Antonio Bernardini, Giovanni Sapori, Dante Nevi, Enrico Picchialuti, Giovanni Porcacchia, Ettore Natali e Vittorio Minet. Saranno scarcerati il 27 marzo.
15 febbraio: una soffiata di Lucky Luciano permette l’arresto in flagrante, durante una spedizione di droga, di Frank Coppola, altro grosso boss della mafia italo-americana.
16 febbraio: Reggio Emilia, Convegno interregionale (Lombardia, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna) su “Forme ed organizzazione dell’attività sociale delle cooperative”.
Il comandante Giampiero Ferrini, sul periodico Il Pensiero nazionale scrive: “Sono stato sottosegretario alla Marina della Rsi e ho sempre creduto che la nostra adesione alla Rsi volesse dire rottura definitiva con le caste monarchiche, vaticanesche e capitaliste, cioè con la classe dirigente ladra e corrotta (…) ma soprattutto ho sempre creduto che la nostra adesione alla Rsi volesse dire affermazione del principio storico per l’Italia di combattere contro le plutocrazie occidentali, cioè contro l’Inghilterra, la Francia e l’America. In nome di tale principio storico noi abbiamo continuato la guerra nella quale sono caduti in combattimento o nella imboscate, centinaia di migliaia d’italiani degli opposti schieramenti. Quando ho letto le dichiarazioni atlantiche di Borghese, dal profondo della mia coscienza di soldato è venuto fuori questo interrogativo: ma come? e la nostra guerra del sangue contro l’oro, dei poveri contro i ricchi? Era necessario per arrivare a vestirsi da inglesi e americani, prolungare di 20 mesi la guerra sacrificando centinaia di migliaia di italiani, facendo processi clamorosi, condannando a morte i membri del Gran Consiglio, il re, i monarchici, i clericali e tutti coloro che non la pensavano come noi? (…) Perché oggi Borghese presidente onorario del Msi si dichiara apertamente per l’esercito integrato d’Europa, cioè per il patto anglo-americano? Era necessario per giungere a questa conclusione, votare al macello centinaia di migliaia di italiani?”.
18 febbraio: Vanni Teodorani s’incontra con Luigi Gedda che progetta di costituire un Fronte nazionale ponendo alla sua presidenza il maresciallo Rodolfo Graziani al posto di Junio Valerio Borghese che ha preferito optare per il Msi.
20 – 25 febbraio: IX sessione del Consiglio Atlantico. Vengono approvati il progetto di costruzione di un esercito europeo e un piano di potenziamento dell’Alleanza per il triennio 1952-54. Ribadita l’opposizione “con ogni mezzo” alla vittoria dei comunisti in Europa occidentale.
21 febbraio: Ellsworth Bunker è il nuovo ambasciatore statunitense in Italia.
Washington, il Psb da il via ai piani Cloven per la Francia e Demagnetize per l’Italia, e di creare un comitato coordinatore, denominato Lenap. Per quanto riguarda il piano Demagnetize si prevede che ad esso collaborino i dipartimenti e le agenzie operanti in questo campo, in Italia e negli Stati uniti, in collaborazione tra il dipartimento della Difesa, l’Esercito, la Marina e i servizi segreti e l’Ambasciata americana in Italia con funzioni informative, di coordinamento e di collegamento con il governo di Roma.
23 febbraio: Roma, riconosciuto valido ai fini della carriera, il servizio prestato nelle Forze armate della Rsi. Fra coloro che sono reintegrati nel ruolo e nel grado anche il capo di S.M. dell’esercito di Salò, generale Gastone Gambara.
25 febbraio: Genova, i portuali bloccano lo scarico di armi e materiale bellico americano dal piroscafo Monreale. Ufficialmente la nave doveva trasportare balle di cotone.
26 settembre: Roma, Giulio Andreotti, in un articolo sul Il Popolo, organo della Dc, critica pesantemente il film di Vittorio De Sica, Umberto D, accusando il regista di svolgere propaganda disfattista.
27 febbraio: Colle Val d’Elsa (Siena), una manifestazione di braccianti in lotta contro l’agrario Pertini e gli sfratti violenti dal suo podere, viene repressa duramente dai carabinieri. Il giorno successivo è organizzato uno sciopero generale di protesta in tutta la provincia.
28 febbraio: Torino, la Fiat licenzia otto sindacalisti con l’accusa di sabotaggio.
Il direttore de Il Meridiano d’Italia, Franco Maria Servello è deferito alla commissione di disciplina del Msi, che “ritenuto che l’attività del dottor Servello nel delicato periodo del 1945 dimostra grave incoerenza politica che non consente la continuazione della sua appartenenza al Msi”, lo dichiara “decaduto” dalla qualità di iscritto al partito. Servello nel 1945 aveva pubblicato su Il Corriere di Salerno articoli, sotto il titolo “Ricognizione al Nord”, di tono e contenuto duramente antifascista.
Febbraio: Alcide De Gasperi, inaugurando i corsi organizzati dalla Pro Deo, afferma che “nelle nostre circostanze il mondo religioso per poter compiere la sua auspicata opera di rinnovamento ha bisogno che nella vita civica esista uno schieramento che difenda vittoriosamente la libertà e risani e consolidi la democrazia”.
Marzo: la Fiom proclama uno sciopero dei metalmeccanici di Torino, Milano e Genova. La Fiat decide una serie di licenziamenti di rappresaglia nei confronti degli operai più attivi nell’organizzazione, peraltro facilmente individuabili per il basso numero di partecipanti allo sciopero. In risposta a questa rappresaglia, la Camera del Lavoro di Torino indice un nuovo sciopero provinciale di 24 ore e la Fiat risponde offrendo un premio di 2.000 a tutti coloro che avrebbero lavorato nel giorno indicato dalla Cgil per lo sciopero.
Durante il mese, scioperi unitari dei metalmeccanici si svolgono alla Fiat, all’Ansaldo, a Porto Marghera, Firenze, Terni e Livorno.
1° marzo: sciopero nazionale in difesa del diritto di sciopero.
Roma, la polizia procede al fermo di numerose persone durante una manifestazione indetta per protestare contro il governo greco, che ha condannato a morte il patriota Beloyannis. I fermati, portati in Questura, iniziano lo sciopero della fame per essere rilasciati, cosa che avverrà qualche giorno dopo.
Contarina (Ro), la polizia carica un gruppo di lavoratori volontari intenti al tamponamento delle falle nel canale collettore padano. Destituito il sindaco di Castelguglielmo (Ro), Cesare Bonfà, per “eccesso di assistenza” alla popolazione alluvionata, e sostituito con un commissario prefettizio.
3 marzo: Trieste, scoppia un ordigno durante un assalto missino alla sede del Fronte sloveno. Rimangono feriti gravemente alle gambe Cesare Pozzo e Fabio De Felice. Pozzo, padovano, ha già subito una condanna a un anno di reclusione per l’attività della Legione Nera
Viterbo, alla ripresa del processo per la strage di Portella, l’avvocato di parte civile Sotgiu produce un rapporto del generale Branca dal quale risulta che il generale Berardi evitò il fermo della banda Giuliano, mettendo ciò in relazione al fatto che separatisti e mafia si erano messi sotto l’egida dei monarchici; e che Messana seppe in anticipo della strage. Il Presidente rifiuta di mettere agli atti il rapporto.
Avenza (Carrara), la polizia fa irruzione alla Pibigas, occupata dai lavoratori e li sgombra, fermando Luigi Baldinello il 18enne Silvio Bonfiglio. La polizia interviene anche a Carrara contro i lavoratori dell’Apuania in sciopero e a Massa contro altri scioperanti.
Carrara, in occasione di uno sciopero nell’Apuania, la Celere aggredisce alcuni cittadini intenti a leggere e commentare un giornale murale del Pci. A Massa, avvengono caroselli di jeep intorno alle fabbriche allo scopo di intimidire gli scioperanti.
Roma, un gruppo di giovani e di donne tenta di aggredire il maresciallo Pietro Badoglio, all’uscita dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli dove si era svolta una cerimonia funebre in memoria di Amedeo D’Aosta. Il maresciallo è salvato dall’intervento della polizia.
Reggio Emilia, riaprono le Nuove Reggiane con solo poche centinaia di operai assunti e solo al termine di pesantissime discriminazioni politiche. Complessivamente sono persi 4.500 posti di lavoro.
Ribolla (Grosseto), la polizia carica un gruppo di minatori in sciopero, invade la sede della Camera del Lavoro, arresta due operai e aggredisce il segretario della Federazione minatori Eraldo Lucchesi
5 marzo: Bari, si conclude con la condanna a pene varianti fra i 6 e i 2 anni e diverse assoluzioni, il processo a carico di 114 manifestanti, incriminati per i fatti del 15 novembre 1947 a Cerignola, nei quali vennero uccisi dalla polizia i lavoratori Domenico Angelini e Onofrio Perrone.
6 marzo: il questore di Nuoro invia una nota riservata alla divisione Affari Riservati per riferire che il 3 marzo precedente il critico Guido Aristarco aveva presentato nel cinema Eliseo il film cecoslovacco “Sirena”, “ove sono messe in rilievo le lotte proletarie degli albori del secolo per le rivendicazioni economico-sociali dei lavoratori, con relativi disordini e conflitto con la forza pubblica”. Concludeva rilevando che “il film stesso e le parole di presentazione del sig. Aristarco hanno dato l’impressione a una parte dei presenti e – direi – ai più intelligenti, che tenda a svolgere una propaganda socialcomunista alquanto larvata nel ceto colto e che soprattutto tenti di sondarne il pensiero politico più nel complesso che individualmente”. Specifica che trasmette la nota “per la cauta vigilanza del caso”.
7 marzo: Napoli, la Celere carica con estrema violenza alcune manifestazioni di protesta contro l’arrivo in città del generale Eisenhower
8 marzo: Perugia, la polizia carica le tabacchine che manifestano in occasione della giornata della donna. Una delegazione di lavoratrici, che intendeva farsi ricevere dall’Arcivescovo, viene aggredita col calcio dei fucili in piazza IV Novembre. Le tabacchine sono in agitazione, come in altre località, per ottenere la stabilità del posto di lavoro: delle 450 lavoratrici, i due terzi sono state licenziate in giugno.
15 marzo: Roma, il Senato approva definitivamente il piano Schuman, che pone forti limiti alla produzione nazionale di carbone e acciaio.
16 marzo: Svezia, Danimarca e Norvegia formano il Consiglio Nordico per favorire la cooperazione in campo economico e sociale.
Villa Literno (Ce), nel corso di una manifestazione contadina indetta per protestare contro le ingiuste assegnazioni delle terre già dell’Opera nazionale combattenti, le forze di polizia caricano e uccidono Luigi Noviello, padre di otto figli, feriscono gravemente Armando Vitiello e provocano diversi contusi.
17 marzo: Reggio Emilia, la polizia carica violentemente una manifestazione antifascista convocata per protestare contro un raduno missino al teatro Ariosto.
19 marzo: Siena, venti lavoratori sono arrestati per la loro partecipazione alle lotte per la terra.
Bologna, nasce il Consorzio Ecodelpa (Ente cooperativo Delta padano) allo scopo di collaborare in tutte le forme possibili all’opera di ricostruzione delle zone alluvionate.
20 marzo: Trieste, incidenti fra polizia e dimostranti in occasione della ricorrenza della Dichiarazione tripartita del 1948.
Arrestati 7 ex partigiani di Oderzo (Ve), Giorgio Pizzoli, Adriano Veneziani, Attilio De Ros, Silvio Lorenzon, Diego Baratelli, Rino Zara e Francesco Bellis per alcune uccisioni di nazifascisti fra i quali “la bella Suzanne”, spia dei tedesca e responsabile della morte di diversi partigiani, giustiziata dal De Ros che a sua volta aveva avuto la moglie seviziata e tre fratelli internati in campi di concentramento tedeschi.
21 marzo: incontro segreto fra il maresciallo Rodolfo Graziani, presidente del Msi, e Luigi Gedda, leader dell’Azione cattolica, in vista delle elezioni amministrative di Roma previste per il mese di aprile. Graziani è accompagnato da Vanni Teodorani. L’incontro avviene in un appartamento in viale Bruno Buozzi. Lo scopo, la costituzione di un Fronte nazionale.
22 marzo: Trieste, la polizia civile carica ancora, con cavalli, motocicli e autopompe, i manifestanti che richiedono il ritorno della città all’Italia, provocando 157 feriti. Il generale Winterton, in un comunicato, respinge ogni responsabilità per i fatti del 20 marzo.
24 marzo: Francia, le forze di polizia fanno irruzione, in ore notturne e senza autorizzazione della magistratura, nelle sedi della Cgt e delle associazioni partigiane alla ricerca di prove su un presunto complotto comunista. Vengono, in seguito, arrestati il segretario dell’Unione dipartimentale dei sindacati Cgt della Senna, Andrè Tollet e il redattore capo del quotidiano comunista L’Humanitè, Andrè Stil.
Roma, la polizia carica violentemente, usando manganelli, moschetti e mitra, davanti al ministero degli Interni, gli studenti in agitazione per i fatti di Trieste, che chiedono la fine dell’occupazione straniera.
Bologna, la Corte di assise si pronuncia sulla strage del 9 gennaio 1950 a Modena, scrivendo fra l’altro: “(…) Quando la pressione aggressiva era quasi cessata e la folla stazionava compatta ma inerte, l’uccisione di Renzo Bersani ed Ennio Garagnani deve ritenersi conseguenza di uso frettoloso e lesivo delle armi, senza alcuna necessità perché i colpiti stavano allontanandosi; ma le indagini non hanno dato alcun risultato perché nessuno di coloro che avrebbero assistito all’uccisione (…) è stato in grado di fornire elementi utili per la identificazione degli sparatori o dell’unico sparatore (…)”.
25 marzo: uno spaventoso crollo della galleria fra Mignano e Venafro (Isernia), lunga 5 Km., provoca 38 morti e 42 feriti. I sindacati denunciano la responsabilità della Sme.
Roma e Milano, le forze di polizia effettuano altre cariche contro gli studenti in agitazione per i fatti di Trieste. Un comunicato del ministero della Pubblica istruzione ordina la cessazione delle manifestazioni e invita gli studenti a “riprendere con serenità gli studi”.
27 marzo: Napoli, la Celere dopo aver circondato l’Università ancor prima dell’ingresso degli studenti, che hanno indetto uno sciopero per l’obiettivo Trieste all’Italia e “fuori lo straniero da Trieste e Napoli”, si scaglia contro gli universitari, provocando una furiosa battaglia dentro e fuori l’ateneo, con un bilancio di 80 feriti e 350 fermati. Lo scontro si accende anche a Portici e San Giovanni a Peduccio.
Viterbo, la Procura ordina la scarcerazione dei partigiani incriminati il 12 febbraio in relazione all’uccisione del carabiniere Sabatino Di Carlo, essendo emerse prove dell’uccisione del carabiniere da parte dei tedeschi. La campagna contro i partigiani era stata condotta con particolare vivacità dal quotidiano romano Il Tempo.
29 marzo: nell’abbazia di Montecassino, è siglato il cosiddetto “patto di Cassino”, con il quale i rappresentanti di varie associazioni d’arma sotto la guida del maresciallo Rodolfo Graziani, formano una “Unione combattentistica” pronta a tutti gli eventi. Fra i firmatari del Patto: Rodolfo Graziani, i generali Esposito, Canevari e Gazzera, il colonnello Festi, Arconovaldo Bonaccorsi, l’ex vice segretario del Pfr Pizzirani, la medaglia d’oro Ugolini, Vanni Teodorani.
30 marzo: Grecia, in una caserma militare nei pressi di Atene, sono fucilati l’ex commissario politico dell’Elas, Beloyannis, e 3 suoi compagni comunisti.
Il 30 marzo 1952 venne eseguita la condanna a morte di Nikos Beloyannis e di suoi tre compagni di lotta. Beloyannis è stato un eroe della Resistenza greca, un leader comunista, un uomo che la sinistra greca ed europea deve ricordare. Durante tutti e dieci i giorni del processo Beloyannis portava un garofano e così lo volle ricordare Pablo Picasso in questo ritratto: L’uomo del garofano.
Carlo Carretto, presidente centrale della Giac (Gioventù d’azione cattolica), scrive sul periodico Gioventù un articolo che viene interpretato come una critica dall’interno dell’Azione cattolica a Luigi Gedda: “C’è una categoria di gente che non è capace di avere spirito democratico, che altro non significa se non spirito di un uomo che rispetta un altro uomo. Sono i prepotenti, i fascisti nell’anima, i paternalisti: veri disastri per l’umanità. Lavorano come se tutto dipendesse da loro: si sentono direttamente investiti da Dio del compito di salvare il mondo, e pensano che tutto ruoti intorno a loro come al perno della salvezza; in fondo sono dei violenti anche se non adoperano i pugni e non oserebbero sparare (…) Nelle associazioni in poco tempo diventano i padroni, e liquidano tutti quelli che non la pensano come loro, costruiscono un sistema per cui diventano gli indispensabili. Niente si fa senza di loro, guai a muovere un dito senza di loro (…) C’è proprio un tipo di semicattolico fascista o di fascista cattolico: è l’opportunista, l’uomo che sogna per ogni problema l’intervento dello Stato compresi i problemi religiosi. Si sta così bene dietro l’ombra delle baionette, egli dice: la Chiesa difesa dalla forza pubblica, e la religione rispettata per gli interventi autoritari. Sono inguaribili e non hanno mai capito il valore della libertà (…) Essi non sentono che la dittatura per i tempi moderni è una vera malattia sociale (…) Certo noi non siamo comunisti (…) ma non siamo nemmeno fascisti e la lezione l’abbiamo capita (…) Soprattutto noi non crediamo ai superuomini, non abbiamo paura di essi (…) Abbiamo bisogno degli uomini normali, semplici, che dormono come gli altri uomini, che mangiano come gli altri uomini, che sbagliano come gli altri uomini (…)”.
Marzo: Modena, I Congresso provinciale delle Commissioni interne. Viene denunciato come in molte fabbriche vengono quotidianamente calpestate le libertà fondamentali dei lavoratori. Alla Corni, per esempio, 9 dipendenti sono sospesi per essersi rifiutati di fare gli straordinari o alla Rizzi, dove 5 operai sono stati licenziati per essere stati alla testa di un’agitazione per l’ottenimento del premio di produzione.
Aprile: dal 17 al 24 si svolgono scioperi dei metalmeccanici in quasi tutte le province del Nord contro i licenziamenti, le sospensioni, le riduzioni d’orario e per aumenti salariali
Termina l’occupazione alleata del Giappone.
2 aprile: Ancona, la Corte d’assise d’appello giudica i fascisti Tullio Corsetti, Egidio Vasari, Ennio Pitocchi, Alfredo Navarrini, Andrea Jachella, imputati di collaborazionismo e di aver provocato, mediante infiltrazione in un’organizzazione resistenziale, l’arresto e la fucilazione da parte delle Ss di diverse persone.
4 aprile: Roma, costituita la holding Iri per il settore elettrico Società finanziaria elettrica nazionale (Finelettrica), che raggruppa e controlla le partecipazioni di Sip, Sme e Terni (il 25% della produzione nazionale di energia elettrica)
Lucera (Foggia), emessa la sentenza per i fatti di San Severo. Prosciolti 63 imputati dal reato di insurrezione armata, condannati gli altri a pene oscillanti fra qualche mese e 2 anni (quest’ultima pena è comminata a Tardia, considerato l’organizzatore della rivolta); 12 imputati restano detenuti, tutti gli altri sono scarcerati avendo già scontato la condanna.
4 – 5 aprile: Napoli, convegno sul Mezzogiorno organizzato dalla Cgil. L’ordine del giorno del convegno il cui vero titolo è “Convegno sindacale per il rispetto dei contratti di lavoro e delle leggi sociali nel Mezzogiorno d’Italia”, prevede due relazioni: Posizione e compiti della Cgil di fronte ai problemi dell’economia e del lavoro nel Mezzogiorno (relatore Oreste Lizzadri) e Funzioni e compiti delle organizzazioni sindacali confederali nella campagna elettorale (relatore Agostino Novella)
5 aprile: Achille Lauro, in un’intervista a Il Giornale d’Italia, rivela le trattative intercorse con la Dc, che avrebbero dovuto restare segrete, affermando che esse riguardano almeno Napoli e Roma, che “l’appello della Dc deve essere esteso a tutte le forze nazionali”, compreso quindi il Msi, e che “della legge contro il neofascismo non si deve più parlare”.
7 aprile: Peter Frezier, membro dei servizi britannici, comunica al Sifar l’avvenuta costituzione del Comitato di Pianificazione (CPC) composto da rappresentanti dei servizi francesi, inglesi e statunitensi. Questo Comitato, formalmente costituito nell’agosto del 1951, si doveva occupare del supporto al SAUCER nelle operazioni speciali e nell’intelligence.
E’ una notizia molto importante per spiegare la totale fedeltà italiana ai servizi statunitensi e non a quelli alleati. I nostri vertici militari rimasero infatti molto contrariati dalla comunicazione avvenuta a cose fatte e che metteva l’Italia in una posizione subalterna nei confronti dei tre paesi membri permanenti. L’Italia decise così di proseguire il legame esclusivo con i servizi statunitensi rifiutando ogni accordo multilaterale con le altre potenze NATO.
9 aprile: Siena, nelle campagne del senese, si verificano ancora violenze poliziesche nei confronti degli scioperanti che si oppongono agli sfratti dei mezzadri, con centinaia di fermi.
11 aprile: Milano, assolti gli ex partigiani Luigi Grassi e Dionisio Gambaruto, che erano stati incriminati per l’uccisione il 14 marzo 1947 il direttore de Il Meridiano d’Italia, Franco De Agazio.
15 aprile: Occhiobello (Rovigo), la polizia disperde 1.300 lavoratori volontari, intenti a riparare le falle degli argini del Po.
16 aprile: Torino, assassinato davanti alla sua abitazione il direttore della Fiat spa, ingegner Erio Codecà. Si ipotizza l’eventualità di un omicidio politico originato dal clima di forte tensione sociale esistente nella fabbrica. Per trovare l’assassino viene messa una taglia di 30 milioni, e in fabbrica il clima si fa ancora più pesante.
18 aprile: Roma, un rappresentante vaticano s’incontra con Guido Gonella al quale intima che la Dc deve allearsi, elettoralmente, con monarchici e missini per scongiurare una possibile vittoria dei partiti di sinistra a Roma. L’emissario vaticano afferma che l’ordine viene direttamente da Pio XII.
19 aprile: Padre Lombardi si reca in visita a Francesca De Gasperi, alla quale dice che il Papa avrebbe preferito Stalin e i russi in piazza San Pietro piuttosto che i comunisti in Campidoglio.
Orfeo Sellani, ispettore interprovinciale del Msi per il Lazio e componente del comitato centrale del Msi, dichiara a Lotta politica che “per ottenere la nostra adesione sono state effettuate pressioni da tutte le parti, dai Comitati civici, dall’Azione cattolica, dalla stessa Dc che, mentre alla Camera portava avanti la legge Scelba, ci faceva poi indirizzare richieste scritte (abbiamo le lettere) perché ci unissimo contro il comunismo”, e prosegue spiegando che “Il Movimento sociale italiano per amor di Patria, in diverse località della Provincia ha aderito alle liste civiche (…) perché la nostra linea anticomunista ce lo imponeva (…)”. Sempre sull’organo di stampa del Msi appare anche un duro attacco a Russo Perez, definito “coniglio di ritorno” per la sua proposta di creare una “forza ausiliatrice” di supporto alla Dc.
20 aprile: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giulio Andreotti, scrive a Pio XII per informarlo che “per parare sleali campagne dei fascisti la Dc ha già ottenuto che in una solenne riunione degli ufficiali e degli appartenenti alla ex milizia si faccia formale riconoscimento della politica pacificatrice del governo che proprio in questi giorni ha accettato la pensione agli ex militi del ventennio, dopo averla in precedenza concessa a tutti gli invalidi anche del periodo di Salò. Tale riunione sarà presieduta dal generale Galbiati già capo di Stato maggiore della Milizia ed uno dei 6 membri del Gran consiglio che il 25 luglio ’43 votarono contro l’Ordine del giorno Grandi”.
23 aprile: Roma, alla Camera, si svolge il dibattito sulla creazione dell’Eni, che dovrà unificare tutte le partecipazioni statali nel settore petrolifero, attualmente distribuite fra varie società, con l’esclusiva per la sola Val Padana, della ricerca e della gestione dei giacimenti di idrocarburi, nonché costruzione ed esercizio di condotte per il trasporto. L’opposizione di sinistra contesta la legislazione e i favoritismi nei confronti dei gruppi monopolistici stranieri, in particolare della Standard Oil.
24 aprile: Roma, fallimento dell’operazione Sturzo. Il sacerdote siciliano aveva tentato, sollecitato dagli ambienti conservatori cattolici, di costruire in vista delle elezioni amministrative a Roma, una lista civica comprendente la destra missina e monarchica.
27 aprile: Napoli, Alcide De Gasperi nel corso di un comizio afferma: “Ed è certo doloroso che il Senato non sia giunto all’approvazione degli articoli del codice penale riguardanti il sabotaggio, l’occupazione delle fabbriche e delle terre. Ma il rinvio non vuol dire che la questione sia superata: presenteremo una legge più ampia che con effetto polivalente difenda la democrazia contro gli attacchi da qualunque parte provengano e ci protegga contro nuove o rinnovate dittature. E’ nostro vivissimo desiderio che le Camere ci aiutino in quest’opera lavorando con estrema energia”.
30 aprile: Bologna, assolto in appello lo squadrista torinese Piero Brandimarte.
1° maggio: Palermo, una sfilata di carri allegorici programmata per la festa del lavoro, è vietata dalla Questura e i celerini asportano e distruggono i carri approntati.
Torre Annunziata (Na), nella notte, tre militanti di sinistra, Raffaele Salvi, Ercole Nardotti e Leonardo Troncato vengono aggrediti da un gruppo di democristiani armati di coltelli e vanghe. Salvi è accecato con la calce viva e colpito alla testa.
Serracapriola (Foggia), Arturo Fallitta, segretario della Lega edili, viene aggredito da un mazziere degli agrari mentre rientra dalla manifestazione. E’ messo in salvo dai suoi compagni.
Rimini, migliaia di contadini, provenienti da tutto il circondario, invadono il lungomare e occupano simbolicamente il Grand Hotel.
3 maggio: Viterbo, si conclude il processo per la strage di Portella della Ginestra: ergastolo per 12 imputati Pisciotta Gaspare e Franco, Terranova, Mannino, Badalamenti, Sciortino, Cucinella, Passatempo, i due Genovesi, Gaglio. Manca qualunque riferimento ai mandanti dell’eccidio e le critiche riservate agli organi che hanno condotto l’inchiesta sono estremamente caute. A conclusione dell’udienza Gaspare Pisciotta pronuncia la frase: “Io mi considero ancora un carabiniere onorario”.
4 maggio: Roma, al termine di un comizio di Giorgio Almirante a piazza Augusto Imperatore, alcune centinaia di fascisti formano un corteo che tenta di percorrere via del Corso, ma sono bloccati e caricati dalla polizia che opera diversi fermi e ferisce il 19enne Franco Fantozzi.
Sul periodico missino Asso di bastoni, Fausto Belfiori scrive: “(…) lo comprenda una buona volta il Zangrandi, noi giovani del Msi non abbiamo niente a che fare con i comunisti. Non c’è niente in comune fra noi e loro, nessun punto che possa stabilire un legame di solidarietà, seppur temporaneo; nessuna piattaforma comune di lotta può crearsi tra noi, nemici coscienti della democrazia, del liberalismo e sostenitori dell’egualitarismo politico ed economico. Questo per evitare gli equivoci. Anche nei riguardi della nostra opposizione alla politica estera dell’Italia, Zangrandi dovrebbe conoscere quali sono i principi che ci spingono a combattere l’operato del governo in campo internazionale. Noi non condanniamo il Patto atlantico spinti da un sentimento pacifista: i pacifismi di qualunque tipo, sia quello borghese di un Romain Rolland sia quello proletario di un Di Vittorio, ci ripugnano. Noi crediamo con Mussolini che “la pace è la morte eterna”.
Potenza, Alcide De Gasperi, nel corso di un comizio, afferma: “Noi riconosciamo il valore delle energie volitive e sentimentali della gioventù, e sappiamo che in uno schieramento nazionale c’è posto per una avanguardia di ardimento e di baldanza. Non neghiamo quanto di costruttivo e di buono vi fu nel movimento fascista e giudichiamo serenamente uomini e cose del passato”.
5 maggio: Magrè all’Adige (Bolzano), lanciate bombe a mano contro un gruppo di carabinieri da parte di irredentisti altoatesini.
7 maggio: il direttore del Sifar, Broccoli, accompagnato dal colonnello Felice Santini si reca a Parigi per partecipare alla riunione del Cpc. In obbedienza agli ordini ricevuti dal generale Marras, comunica ai suoi interlocutori che il servizio segreto militare italiano non entrerà a far parte del comitato, privilegiando i rapporti bilaterali con gli organismi similari americani.
Villamarzana (Rovigo), una riunione indetta all’interno di una palestra per discutere la richiesta di lavori di sistemazione nelle zone disastrate e protestare contro la decisione prefettizia di ridurre l’assistenza, viene dispersa dalla polizia che fa irruzione nel locale malmenando i presenti e fermando 11 persone, fra le quali il vice sindaco comunista Paiola e il dirigente della locale Coldiretti, Munari. Per lo spavento, muore in seguito a un attacco cardiaco un lavoratore.
Roma, i carabinieri scoprono un’organizzazione squadristica e sequestrano armi improprie, fra le quali manganelli contrassegnati con falce e martello o la scritta “viva Stalin”. Secondo l’Unità si tratterebbe di malavitosi, ai quali i democristiani avrebbero dato la diritta di effettuare pestaggi, attribuendoli ai comunisti.
Pescara, l’Unità denuncia che l’accordo elettorale fra democristiani e missini è stato siglato nello studio del prefetto.
9 maggio: la conferenza tripartita di Londra (Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia) decide un ruolo più importante per l’Italia nell’amministrazione civile della zona affidata agli alleati nel territorio libero di Trieste. Al comandante militare alleato viene affiancato un consigliere politico italiano, il professor Diego De Castro. Si riconosce all’Italia il diritto di proporre un candidato per l’amministrazione di alcune, limitate, funzioni civili.
Parigi, Le Monde pubblica un rapporto segreto dell’ammiraglio Fechteler sui piani americani nel Mediterraneo, nel quale si parla fra l’altro della “necessità di assicurare il predominio visibile degli Stati Uniti” nonché “di risolvere la questione dei petroli a beneficio degli Stati Uniti”, di piani sulla Libia e di progetti atomici per l’Europa. Immediate le smentite da parte del Pentagono, del Dipartimento di Stato, del Foreign Office, dell’Ammiragliato britannico e dello stesso Fechteler, ma il giornale conferma l’autenticità del documento.
Parigi, seconda assemblea del Noe (Nouvel Ordre Européen). Nelle conclusioni i presenti approvano anche un documento proposto da Fabio Lonciari, del Centro Studi Europei. Lonciari, triestino, diverrà negli anni futuri dirigente nazionale del Msi (Movimento Sociale Italiano).
10 – 11 maggio: Reggio Emilia, convegno nazionale delle cooperative di produzione e lavoro (3.503 cooperative, 194.240 soci).
10 maggio: Bologna, i ministri Scelba e Campilli ingiungono lo scioglimento della commissione amministratrice dell’Azienda tranviaria, che avrebbe una gestione antieconomica.
12 maggio: Reggio Calabria, Alcide De Gasperi, contestato da giovani monarchici e missini, afferma che “ogni voto dato al Movimento sociale italiano è un voto perduto; quanto alla monarchia, non bisogna dimenticare che oggi si tratta di eleggere il sindaco e non il re. Noi vogliamo la pacificazione ma non si pretenda che noi ci assoggettiamo alla politica di isolamento internazionale e di avventure dei fascisti, politica che porterebbe di nuovo il Paese alla rovina (…) A parte i problemi suscitati dalle elezioni amministrative, è in quelle politiche che, nel Nord o nel Sud contemporaneamente affronteremo la battaglia decisiva, e per essa intendiamo preparare le leggi adatte per combattere contro coloro che minacciano la libertà: innanzitutto contro il bolscevismo, che è il nemico numero uno, e coloro che vedono questo pericolo hanno il dovere di aiutarci a respingerlo; in secondo luogo contro coloro che, dall’altra parte, vorrebbero nuovamente imporci la politica delle avventure e del manganello. Non importa se saremo costretti a combattere su due fronti: ci batteremo e vinceremo oggi e domani”. La sera, il ministro degli Interni Mario Scelba destituisce il questore che non ha saputo impedire le contestazioni al comizio del leader democristiano.
13 maggio: Frascati, la polizia interrompe uno spettacolo di marionette e ferma gli organizzatori, perché il pupazzo di Mangiafuoco somiglierebbe ad Alcide De Gasperi.
Roma, presentata al Consiglio dei ministri la legge cosiddetta “polivalente”, così definita perché dovrebbe indebolire le opposizioni di destra e di sinistra in difesa delle istituzioni democratiche con la repressione dell’apologia della violenza, dei reati di sabotaggio militare ed economico, l’incitamento alla diserzione e al disfattismo. “Nessuna discriminazione può essere fatta – si legge nella relazione – fra i movimenti che tendono a fini sovversivi”. Fra l’altro, l’art.1 prevede pene detentive da 1 a 3 anni e multe sino a 1 milione per coloro che “promuovano, organizzino e dirigano un partito, una associazione e un movimento” che sia diretto contro gli istituti democratici ovvero “minacci ed esalti la violenza come metodo politico”. L’art.2 punisce con la stessa pena “chiunque fa propaganda per stabilire una dittatura o per la soppressione delle libertà civili e politiche”. Viene poi prevista la reclusione fino a 1 anno per “chiunque svolga un’attività diretta a deprimere nei cittadini il sentimento del dovere della difesa della patria”, mentre altre norme prevedono la tutela di ministri ed esponenti governativi dalle critiche avanzate riguardo al loro esercizio del potere politico o amministrativo.
14 Maggio: Roma, il capo del SIFAR, gen. Umberto Broccoli, si impegna a rispettare gli obiettivi di un piano permanente di offensiva anticomunista chiamato Demagnetize (Smagnetizzare), elaborato dai servizi segreti USA. Gli obiettivi del piano sono la riduzione della forza del partito comunista nei due paesi, delle sue risorse materiali, dei suoi collegamenti internazionali, della sua influenza sui governi francese e italiano e, in particolare, sui sindacati, nonchè dell’attrazione da esso esercitato sulla cittadinanza “affinchè il partito comunista cessi di rappresentare una minaccia per la sicurezza della Francia e dell’Italia e per gli obiettivi degli Stati Uniti”. Il piano era stato discusso in una riunione del settembre 1951 dello Psychological Strategy Board, organismo di coordinamento dei vari apparati impegnati nella guerra psicologica. Alla riunione erano intervenuti, tra gli altri, il direttore del Psb Gordon Gray, il direttore della Cia Allen Dulles e Averell Harriman, assistente speciale del presidente Eisenhower.
Washington, il comitato dei capi di Stato Maggiore americano approva il memorandum che regola l’applicazione del “piano Demagnetize” (che fu tenuto segreto anche al Saceur perché “limitativo della sovranità” di Italia e Francia), stabilendo anche che “l’Ambasciatore può richiedere, ma non dirigere le azioni militari che si rendessero necessarie a sostegno del piano”.
Washington, il Comitato dei Capi di Stato maggiore (J.C.S.) si esprime sul piano Demagnetize. Le deduzioni del Jsc sono così riassumibili: il Comandante in Capo del Comando Usa in Europa (Uscinceur) è interessato direttamente al successo del piano. Va quindi fornita collaborazione e sostegno adeguato agli ambasciatori americani in Francia e in Italia all’attuazione del piano. Va assegnato, se richiesto dagli Ambasciatori, un ufficiale che rappresenti il Comandante in Capo delle forze Usa in Europa. Le azioni specifiche del piano debbono essere intraprese sotto la direzione e seguendo gli orientamenti degli ambasciatori americani in Francia e in Italia. L’Ambasciatore può richiedere, ma non dirigere, le azioni militari che si rendessero necessarie a sostegno del piano.
Il memorandum disponeva inoltre: a) che la riduzione del potere comunista in Francia e in Italia doveva costituire un obiettivo di primaria importanza, da conseguire con ogni mezzo compatibile con gli scopi degli Stati Uniti;
b) che, dal momento che i piani avrebbero potuto apparire limitativi della sovranità e come un’ingerenza nella amministrazione interna dei governi francese e italiano occorreva ricorrere a misure di sicurezza straordinarie;
c) che per questa ragione non sarebbero state distribuite copie del piano stesso nemmeno al Comando in Capo delle forze Usa in Europa. Le disposizioni sarebbero venute solo dagli Ambasciatori in Francia e in Italia. Del contenuto del piano, comunque, potevano essere messi a conoscenza esclusivamente cittadini americani. Noi non siamo in grado di valutare quale percezione abbia avuto il Governo italiano del fatto che gli Stati Uniti stessero attuando un piano assai ambizioso e di forte impegno per ridurre l’influenza comunista nel nostro paese.
Sarebbe anche interessante riuscire a conoscere se e in che modo la Francia, con l’avvento del generale De Gaulle nel giugno 1958, si disimpegno dal legame assai stretto fino ad allora intercorso, oltre che con la NATO, anche con la CIA e gli organismi similari americani. Come abbiamo visto, nel 1954 l’Amministrazione americana si dichiaro soddisfatta dei risultati che
il sostegno americano aveva conseguito sul terreno della rinascita economica italiana e insoddisfatta dei risultati della politica anticomunista.
Quando, nell’autunno del 1953, William Colby fu inviato in Italia a dirigere la “stazione” della CIA per le operazioni politiche, il suo compito, come lui stesso ha scritto, sarebbe dovuto consistere nell’impedire che “l’Italia cadesse nelle mani comuniste alle prossime elezioni del 1958 e nell’evitare quindi che le difese militari della NATO venissero aggirate da una quinta colonna comunista, il PCI”.
Comunque è in questo contesto che furono assunte le misure di carattere militare e quelle di valenza politica da parte degli americani, alcune concordate con il governo italiano, altre strettamente unilaterali.
I programmi stay behind furono senz’altro di natura multilaterale. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna si proposero infatti, con una forte accelerazione all’inizio degli anni Cinquanta, (si deve tener conto che con la guerra di Corea i rapporti tra i due blocchi erano divenuti assai tesi e al limite della rottura) di creare una rete di “resistenza” da lasciare “indietro” qualora fossero stati costretti ad abbandonare i paesi dell’Europa occidentale.
L’iniziativa riguardo non solo i paesi dell’Alleanza atlantica, ma anche (con ogni probabilità senza il consenso dei governi) paesi neutrali come l’Austria, la Jugoslavia e la stessa Svizzera, o ostili come la Germania Orientale.
Non siamo ovviamente in grado di valutare la specificità delle diverse reti stay-behind e la loro consistenza.
Quello che è certo e che la rete italiana (in codice Gladio) fu avviata all’inizio del 1952. Ancora non siamo stati messi nelle condizioni di sapere quale fu il contenuto degli accordi iniziali, né chi li sottoscrisse. Sappiamo che un successivo accordo del 1956 fu la “riformulazione” (restatement) di accordi stipulati negli anni precedenti. Certamente i “soggetti” principali furono la CIA da un lato e il SIFAR dall’altro. Questo pero non significa la non conoscenza degli impegni assunti da parte dei responsabili politici e militari delle due parti e l’assunzione delle relative responsabilità. All’epoca in Italia il SIFAR dipendeva dal Capo di Stato Maggiore della Difesa e ogni operazione rilevante del servizio gli veniva sottoposta.
Si deve presumere che lo stesso avvenisse per i responsabili politici, ministro della Difesa e Presidente del Consiglio.
Più complessa e la “catena di comando” della parte statunitense.
Vi è comunque un punto di riferimento obbligato per tutte le operazioni all’estero, il National Security Council (NSC). E’ attraverso questa struttura che i vari Dipartimenti e le varie agenzie ricevono le direttive e vengono coordinati. Ed è attraverso l’NSC che il Presidente degli Stati Uniti esercita il “comando sul campo”. In questa struttura la CIA è rappresentata direttamente dal suo direttore (che ha anche il compito di coordinare le altre agenzie segrete), allo stesso titolo del segretario della Difesa, del segretario di Stato, del segretario al Tesoro e dell’assistente del Presidente per la sicurezza. Come è stato detto, l’NSC serve a far sì che tutti gli attori si prestino aiuto l’un l’altro e ciascuno conosca la parte degli altri.
Si può quindi affermare che quando furono impiantate le varie reti dello stay-behind negli anni Cinquanta, la CIA ne fosse al comando e ne avesse la responsabilità, ma che della iniziativa e dei compiti ne fossero pienamente consapevoli anche gli altri comandi militari statunitensi in Europa e il Dipartimento di Stato con le relative Ambasciate.
Questo nella sostanza. Nella forma si dovrà pure riuscire a conoscere chi furono i firmatari dei vari accordi e le clausole che furono sottoscritte.
Dal 1952 cominciarono anche le varie forme di coordinamento di tutte le reti stay-behind create in Europa, in contemporanea all’arruolamento degli uomini, la predisposizione delle basi di addestramento e l’invio del materiale di armamento.
15 maggio: Modena, inizia il processo a carico di 27 lavoratori incriminati il 9 gennaio 1950, durante l’eccidio. Sono accusati di “resistenza a pubblico ufficiale” e “tentata invasione di uffici”. In questo modo, gli imputati non possono testimoniare sull’operato della polizia. Gli arrestati sono Liliana Bonacini, studentessa, Giovanni Giugni, Romildo Fini, Angelo Cavallini, Pietro Coppotelli; gli altri sono latitanti.
Esce nelle edicole Il Secolo d’Italia, quotidiano del Msi.
Sul periodico Il Pensiero Nazionale, compare una dichiarazione del federale di Torino del Msi, Gioacchino Giorgi, che afferma: “Noi intendiamo che il nostro Movimento rimanga sulla posizione naturale: a sinistra; che rimanga fedele alle sue origini, alla sua storia, alle sue funzioni”: L’esponente missino attacca i dirigenti nazionale del partito che hanno adottato “il principio del ricatto che, una volta accolto diventa sistema; prima il balletto atlantico; poi gli accomodamenti e le rinunce al Sud, le evoluzioni; ognuno in alto e in basso, deve assumersi le proprie responsabilità”.
16 maggio: Roma, presentato alle Camere un disegno di legge, proposto dalla Dc, che limita la libertà di stampa estendendo la possibilità di sequestro preventivo anche per i reati di vilipendio, offese alla morale familiare e altre fattispecie.
Roma, il Tribunale condanna alcuni missini, incriminati per la spedizione punitiva del 28 gennaio 1950 contro una sezione del Pci al quartiere Garbatella, fra i quali Alberto Ribecchi, segretario provinciale del movimento giovanile missino, condannato a 9 mesi.
19 maggio: alcuni componenti del Comitato centrale del Msi inviano alla Direzione nazionale del partito una lettera con cui si chiede che si attui quella politica antidemocristiana, antimonarchica e anticlericale che era stata individuata nel corso dell’ultimo congresso del partito; in caso contrario, il 10 giugno verrà convocato, scrivono, a Milano un convegno nazionale “che darà vita ad un nuovo movimento repubblicano sociale ed antiatlantico”: Fra i firmatari, Concetto Pettinato, Giorgio Pini, Angelo Tarchi, Gino Bardi.
20 maggio: Santa Maria Capua Vetere (Ce), sciolto il Consiglio comunale per una supposta gestione antieconomica, non avendo aumentato le tasse.
Washington, inviato al comandante in capo delle forze armate americane in Europa la direttiva per l’attuazione del piano Demagnetize. Al punto a) si legge: “La riduzione del potere comunista in Francia e in Italia costituisce un obiettivo di primaria importanza; va perseguito con ogni mezzo compatibile con gli scopi degli Stati Uniti”.
Napoli, condannato in appello Achille Lauro, armatore e presidente del Partito monarchico, per aver acquistato illecitamente terreni comunali.
21 – 22 maggio: Bologna, II Convegno nazionale delle cooperative di consumo. Partecipano i delegati di 4.224 cooperative in rappresentanza di 2.096.000 soci.
24 maggio: Roma, il Msi conclude la sua campagna elettorale con un comizio al quale sono presenti il maresciallo Rodolfo Graziani, Piero Pisenti, Renato Ricci, il generale Canevari, De Bernardi, Vanni Teodorani, Pietro Caporilli. Presentato alla folla dal segretario federale Bracci, Graziani parla brevemente concludendo con l’invito a serrare le fila “attorno a quella forza che ha per base morale il trinomio Dio, Patria, Famiglia per le fortune a venire dell’Italia”.
25 maggio: elezioni amministrative. Lieve calo della Dc, con avanzate delle sinistre in alcune località fra le quali Aosta, Ferrara, Spezia, Terni, Enna, Rieti, Siracusa, Genova, Barletta, Crotone, Cerignola e Melissa. In Umbria, la sinistra vince in 70 centri su 91. I neofascisti si attestano complessivamente attorno al 13%, i monarchici al 14%. La campagna elettorale è stata movimentata. Proibiti comizi dell’opposizione in alcune località, fra le quali Lacugnago (Perugia), Terranova e Lungro (Cosenza), mentre a Catania vengono arrestati alcuni incettatori di certificati elettorali in cambio di generi alimentari. E’ stato destituito da sindaco di Cittanova (Reggio Calabria), l’onorevole Terranova, che si è alleato con l’opposizione e ne è seguita la punizione da parte delle gerarchie ecclesiastiche di un parroco che si è rifiutato di maledire, nella predica domenicale, il suddetto onorevole. Diversi preti hanno rifiutato i sacramenti a chi è noto come elettore del Pci, mentre a Roma, in un convento di monache di via Giulio Cesare, i bambini ricevono la raccomandazione di fuggire dalla casa dei genitori se sono comunisti. Ancora a Roma un poliziotto, Otello Santi, è stato messo sotto inchiesta perché sospetto di simpatie comuniste. Sono anche spuntati in diverse località, manifesti elettorali con King Kong e Frankenstein, aventi la fascia del Pci al braccio e armati di mitra.
27 maggio: Parigi, firmato il Trattato istitutivo della Comunità europea di difesa (Ced), al quale partecipano Francia, Belgio, Germania Federale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi.
28 maggio: Roma, la Cisa-Viscosa annuncia 300 licenziamenti. Interrotte le trattative per il rinnovo del contratto dei gasisti.
Parigi, arrestato l’esponente comunista Jacques Duclos, dopo una dimostrazione anti americana repressa dalla polizia.
29 maggio: Ancona, nella zona del bacino carbonifero della Montecatini, rotte le trattative fra i sindacati e il monopolio, che minaccia a Cabernardi 860 licenziamenti. I minatori sono asserragliati all’interno dei pozzi e, per farli uscire, la polizia li assedia impedendo ai familiari e agli amici di portare viveri e coperte. Il presidio resiste diversi giorni.
29 maggio: Modena, il Tribunale assolve i 32 lavoratori, 29 dei quali con formula piena e 2 per insufficienza di prove, che avevano partecipato alla manifestazione davanti alle Fonderie riunite culminata con la strage del 9 gennaio 1950. Erano stati incriminati per “invasione di stabilimento e violenza contro le forze dell’ordine”. Fra gli incriminati, Giuseppe Dotti, rimasto ferito ad una spalla da un colpo di fucile.
30 maggio: Londra, l’Ente nazionale del carbone annuncia l’espulsione dall’Inghilterra di 1.230 minatori italiani. Essi “dovranno dimostrare entro domani la possibilità di trovarsi altre occupazioni oppure saranno rimpatriati”.
31 maggio – 1° giugno: Modena, IV congresso provinciale della Fiom. Al centro della discussione la lotta per migliori condizioni di vita e per la difesa della libertà e la pace; il miglioramento tecnico e produttivo degli impianti; la conclusione dei contratti nazionali e il miglioramento delle strutture organizzative.
Maggio: Bologna, la Cgil propone a Cisl e Uil una discussione in otto punti a difesa delle Commissioni Interne e contro la produttività. Si discute, ma i punti di contrasto sono ancora troppi per arrivare a risultati concreti.
Modena, si accentua la polemica tra Cgil e Cisl sulla “produttività”. Mentre la Cisl lancia la proposta dei Comitati di produttività, per la CGIL si tratta solo di “una maggiore produzione con lo stesso impiego di manodopera, di spazio, di macchinari e di impianti”. Il confronto diventa ancora più aspro in occasione delle elezioni per il rinnovo delle Commissioni interne, nonostante la CGIL sostenga che c’è la necessità che le Commissioni interne rappresentino l’unità di tutti i lavoratori e che si arrivi a comporre liste di candidati “le più larghe possibili e unitarie”, proponendo alle altre organizzazione sindacali “di presentare una lista unica sulla base di un programma comune, invitando anche gli indipendenti a prendere tutti gli opportuni accordi”. Ma, alla fine, in tutte le aziende, in assenza di accordi, prevalgono le liste della Cgil.
Giugno: la regione Sicilia, con un solo voto di scarto, approva la legge che attribuisce ai privati la riscossione delle tasse.
Bologna, in tutta la provincia si effettuano fermate del lavoro per protestare contro la visita in Italia del generale americano Ridgway, uno dei comandanti della guerra di Corea e per il mantenimento della pace contro i nuovi rischi di guerra.
1 giugno: Roma, il periodico neofascista Asso di Bastoni (che ha tra i redattori e i collaboratori Concetto Pettinato, Cesarino Cis, Ezio Maria Gray, Umberto Guglielmotti, Pino Rauti, Renzo Lodoli, Giorgio Pini, Fausto Belfiori, Egidio Sterpa, Luciano Lucci Chiarissi, Enrico De Boccard, Fabio Lonciari, Giulio Raiola, Baldo Moro, Francesco Petronio e Cesare Pozzo) scrive: “Siamo ciò che intendiamo essere e nella nostra veste genuina ci siamo presentati alla sentenza popolare: con i nostri simboli, il nostro passato, le nostre responsabilità, i nostri propositi e la nostra dottrina. Senza mettere acqua nel vino, senza camuffarci dietro cortine fumogene e anzi ostentando un aperto disprezzo oggi in voga che è soltanto una corsa all’imbroglio e alla ipocrisia di rivoluzionari che si vestono da pecore, chierici che fanno la faccia feroce, uomini che mentiscono di fronte a se stessi e al loro passato come De Gasperi (…) Nel prossimo anno chi osasse tagliarci la strada con leggi eccezionali se pure inapplicabili, con persecuzioni, adescamenti, lusinghe e intimidazioni dovrà ben fare i conti con noi che siamo milioni (…) Sono insomma nebbie della disfatta che si dissolvono dinanzi alla Fiamma purificatrice e disintossicante: è un mito che ritorna, una speranza che rinasce (…) Del resto lo stesso governo ciò conferma con i suoi postumi atteggiamenti pseudo patriottici dei quali tenta oggi di truccarsi dinanzi al rifiorire della coscienza nazionale (…) Leviamo alta la Fiamma, camerati: la via è ancora lunga e aspra e i nemici ostinati anche se ciechi: ma nessuna forza umana potrà più fermarci. E’ con noi l’anima stessa della Patria: chi tenta di arrestarne il palpito s’inabissa, oggi che il peso della sconfitta immeritata è già dietro di noi (…) Oggi l’ordine naturale si ricompone: domani non vi sarà più posto per i becchini dell’onore nazionale”.
Roma, il cinema Colosseo ospita la prima assemblea nazionale dell’Associazione combattenti d’Italia che elegge a suo presidente il maresciallo Rodolfo Graziani. Nel suo messaggio, Graziani afferma che “Nell’atto di assumere la presidenza dell’Associazione invio un cameratesco saluto a tutti gli iscritti, Combattenti d’onore e delle Campagne d’Africa, delle Campagne Garibaldine, della Guerra Italo-Turca, della Campagna di polizia coloniale, della Guerra mondiale ’15-’18, della Campagna Legionaria di Fiume e Dalmazia, della riconquista libica, della Guerra per la riconquista dell’Impero, delle operazioni di polizia coloniale in A.O.I., della Campagna Legionaria di Spagna, della Campagna d’Albania e della Guerra mondiale 1940-’45. La riunione di tutti coloro che servono fedelmente la Patria, nell’Associazione combattenti d’Italia, è un avvenimento di importanza storica perché rappresenta il più evidente segno del risveglio del nostro Paese: superata la crisi del dopoguerra, si stanno finalmente amalgamando le forze più sane della Nazione. Coloro che in guerra ed in pace hanno saputo compiere a qualunque costo e fino all’ultimo il proprio dovere si ritrovano affratellati nella nostra Associazione, al di sopra dei partiti politici e costituiscono quella salda unità morale e materiale della quale la Patria ha bisogno per la Sua difesa e la Sua rinascita”.
2 giugno: le Prefetture di Foggia, Catania e Vicenza vietano la celebrazione della nascita della Repubblica.
4 giugno: Roma, la Camera concede l’autorizzazione a procedere contro Giorgio Almirante per “apologia di fascismo”.
5 giugno: Roma, firmata da monsignor Ferdinando Baldelli e dall’onorevole Giovanni Elkan, commissario nazionale per la Gioventù italiana, la convenzione che trasferisce alla Poa (Pontificia Opera Assistenza) la gestione di tutte le colonie climatiche dell’ex Gil, per un totale di 1.330 stabili, 340 palestre, 310 costruzioni in spiaggia, 296 ex case della Gil, 52 cinema e teatri, 68 campi sportivi, per un valore totale di 160 miliardi di lire.
6 – 8 giugno: Modena, IV° congresso provinciale della Camera del Lavoro. L’analisi della situazione economica e sociale, con la rinnovata affermazione dell’importanza del Piano del Lavoro, si accompagna alla forte preoccupazione per le continue limitazioni delle libertà democratiche e per il “pericolo del rinascente fascismo”.
6 giugno: Roma, intervenendo alla Camera, Giorgio Almirante nega che si possa paragonare il Msi al Pnf, e ricorda che i democristiani “oggi si scagliano contro il Msi, mentre alla vigilia del 25 maggio ricercarono un’alleanza (…) I vostri progetti – continua Almirante – sono falliti sul piano nazionale ma questo non ha impedito che in molti comuni la Dc si sia apparentata con il Msi e che ancora oggi ricerchi il nostro appoggio per le formazioni di amministrazioni comunali e provinciali contro i partiti di sinistra”.
8 giugno: Forlì, congresso provinciale della Federbraccianti.
7 – 8 giugno: Modena, III Convegno nazionale delle cooperative agricole.
Torino, conferenza economica della Cgil per la ripresa produttiva alla FIAT
8 giugno: Roma, la direzione dell’Iri licenzia tutti i membri della commissione interna, per reazione allo stato di agitazione seguito la sospensione di un giovane lavoratore. Indetto uno sciopero di 5 ore.
9 giugno: Ca Bernardi (Ancora), un ingente schieramento di polizia intima lo sgombero ai minatori che da 12 giorni sono asserragliati nei pozzi della Montecatini. La Cgil indice uno sciopero cittadino di protesta.
10 giugno: Roma, la Camera approva la legge di repressione sul neofascismo, cosiddetta “legge Scelba”, con 410 voti a favore e 43 contrari. Fra questi ultimi, il democristiano Reggio D’Aci, i liberali Giuseppe Nitti e Cifaldi, i monarchici Covelli, Palmieri e Gerardo De Caro, Guglielmo Gianni, il democristiano Domenico Latanza, amico personale di Arturo Michelini, che poi confluirà nel Msi per molti anni l’amministratore del partito.
11 giugno: Stati Uniti e Francia firmano un trattato di mutua assistenza contro l’espansione del comunismo in Indocina.
13 giugno: Ca Bernardi (Ancona), al 17° giorno di sciopero la Montecatini diffonde la notizia, rivelatasi non vera, che i minatori stanno uscendo dai pozzi, mentre le proposte sindacali per il componimento della vertenza sono ancora una volta respinte.
14 giugno: Confindustria e Confederazioni sindacali firmano l’accordo sugli aumenti degli assegni famigliari ai lavoratori dell’industria
Il Consiglio dei ministri sostituisce il generale De Castiglioni, comandante delle truppe terrestri dell’Atlantico sud europeo, che aveva avuto contrasti con l’ammiraglio Carney a proposito del ruolo che avrebbe dovuto avere il comando italiano nei confronti delle truppe atlantiche greche e turche, e nomina in sua sostituzione il generale Guido Frattini, considerato gradito a Ridgway, alla vigilia della visita in Italia di quest’ultimo. Nei giorni successivi, avverrà anche la sostituzione del capo di S.M. dell’Esercito Cappa, ufficialmente per raggiunti limiti di età.
Achille Lauro, eletto sindaco di Napoli – dove il Pnm ha ottenuto 147.814 voti, pari al 29,5% – si reca in visita ad Umberto II nell’esilio di Cascais, in Portogallo.
15 giugno: in occasione della visita del generale Mattewh B. Ridgway, l’uomo della guerra in Corea e nuovo comandante delle forze atlantiche in Europa, si svolgono manifestazioni di protesta in tutt’Italia. Roma è presidiata da ingenti forze di polizia che proteggono la sede dell’Ambasciata americana, il Viminale, varie altre sedi fra le quali l’azienda elettrica. La Questura ha vietato i comizi del Pci indetti a piazza Ss.Apostoli, Torpignattara e Trastevere. Si tengono egualmente “comizi volanti” e la polizia carica i manifestanti a largo Brancaccio, via Cavour e largo Argentina. A Centocelle, la polizia spara colpi d’arma da fuoco contro i giovani militanti di sinistra, intenti a fare scritte sui muri e opera 4 fermi. A Tormarancia, è percosso un diffusore dell’Unità e una squadra di carabinieri invade la sezione comunista Salario, con la motivazione di ricercare stampa clandestina e armi. In totale sono operati 500 fermi.
Alfonsine (Ravenna), Celere e carabinieri caricano una manifestazione contro la visita del generale Ridgway.
Napoli, per impedire le proteste contro Ridgway, la Celere assedia l’ateneo, disperde una manifestazione in Galleria e blocca l’accesso all’edificio che ospita le redazioni di Mattino, Corriere della Sera e Unità.
Livorno, la protesta contro Ridgway è effettuata con palloncini che fluttuano per la città, presi di mira dai poliziotti, lenzuola e asciugamani appesi ai balconi e sui tetti. In città viene imposto una specie di coprifuoco. Anche in alcuni quartieri di Firenze, per impedire la protesta, viene posto un coprifuoco notturno, per impedire le scritte murali, e i passanti sorpresi per la strada sono costretti a rincasare.
Genova, la polizia si presenta nelle prime ore del mattino ai cancelli delle fabbriche più combattive, ma uno sciopero immediatamente proclamato ne ottiene il ritiro.
Venezia, i fermi e le perquisizioni nelle tipografie alla ricerca di volantini, non impediscono la propaganda antiamericana, che avviene anche con lanci di stampati dal campanile di San Marco.
Cagliari, dove l’arrivo di Ridgway coincide col blocco del porto, effettuato per consentire le manovre delle unità di marina americane, viene vietata qualunque manifestazione. Divieti anche in diverse altre località fra cui L’Aquila e Taranto.
16 giugno: Napoli, i marines invadono la città, in qualche caso uniti a squadre di polizia per scovare i manifestanti anti Ridgway, e compiono diverse aggressioni, fra le quali alla federazione socialista. Una manifestazione improvvisata nonostante il divieto, viene caricata violentemente dalle forze di polizia che procedono a fermi indiscriminati. La protesta contro Ridgway continua in diverse località dell’Emilia Romagna. A Bologna, la polizia carica una pacifica assemblea indetta dagli studenti di Medicina, lanciando lacrimogeni. A Firenze viene indetto uno sciopero di un’ora, dalla Cgil. A Livorno, i manifestanti proseguono nel lancio di palloncini con scritte contro il generale.
Corte Prada Alta (Mantova), il segretario della locale sezione del Pci Silvio Seguri, entrato nel fondo degli agrari Pincella per sedare una controversia di lavoro, è aggredito da tre di loro armati di bastone e picchiato a sangue.
Venezia, dopo 31 udienze e l’escussione di quasi 200 testimoni, il processo contro gli 11 partigiani incriminati per i fatti di Oderzo è sospeso e rinviato alla Corte d’assise di Velletri, dove si riaprirà nel gennaio 1953.
17 giugno: Iran, lo scià Reza Pahlevi costringe, su pressione delle potenze occidentali, alle dimissioni il primo ministro Mossadeq. Cinque giorni dopo è costretto da imponenti manifestazioni popolari a richiamarlo in carica.
Roma, Enrico De Nicola si dimette dalla carica di presidente del Senato per i forti contrasti sorti con il governo. E’ sostituito da Giuseppe Paratore.
18 – 22 giugno: Milano, XXIII Congresso nazionale della Lega delle cooperative. Sono rappresentate 10.641 cooperative, 71 consorzi ed enti nazionali con oltre 3 milioni di soci.
20 giugno: Roma, Olga Cecetkina, corrispondente dall’Italia della Pravda, è espulsa per aver “diffuso notizie false e tendenziose”.
Castellammare (Napoli), la polizia pattuglia la città presidiando gli edifici pubblici. Destituito il sindaco comunista Pasquale Cecchi per l’appoggio dato alle manifestazioni antiamericane.
New York, al Consiglio di sicurezza dell’Onu, il rappresentante degli Stati Uniti dichiara che il protocollo di Ginevra del 1925, contenente il divieto di impiegare armi batteriologiche, è superato e che “non è possibile attribuire ulteriormente valore a un documento internazionale, quando non si possa nutrire fiducia nella parola dei governi firmatari”.
21 giugno: Roma, durante i lavori del Consiglio nazionale della Dc, Guido Gonella, nel suo intervento, sostiene che le feste dell’Unità e in genere le manifestazioni culturali comuniste sono caratterizzate da immoralità e annuncia una campagna contro la “preoccupante penetrazione socialcomunista”, nonché la necessità di varare una legge elettorale, sul modello della legge Acerbo, che garantisca un margine di sicurezza al partito cattolico.
23 giugno: il ministero della Difesa dispone il “non rinnovo del contratto di lavoro” per centinaia di operai degli arsenali di Spezia, Roma e Napoli. Il provvedimento colpisce principalmente membri di commissione interna e di comitati sindacali di categoria.
24 giugno: ancora violenze della polizia durante gli scioperi bracciantili in alcune località della Val Padana. A Mesola (Fe), la polizia carica i manifestanti provocando contusi e operando diversi fermi. Invasa e devastata anche la locale Camera del lavoro.
26 giugno: Washington, il Psb stabilisce di fare dell’Italia un “test case” allo scopo di dimostrare in modo concreto l’effetto e le conseguenze della guerra psicologica.
28 giugno:Torino, la Fiat licenzia nove attivisti sindacali della Fiom e della Uilm.
Annunciato il nuovo testo del progetto di legge sulla stampa presentato dal Consiglio dei ministri, che prevede fra l’altro la estensione del sequestro della stampa quotidiana e periodica anche nei casi di vilipendio alle istituzioni, offesa al capo dello Stato e al Pontefice. Critiche vengono avanzate dalle principali testate fra cui La Stampa (“la libertà di stampa è compromessa”), il Corriere della Sera, l’Unità e l’Avanti. Convocati gli organismi direttivi della Federazione della stampa e nell’occasione si dimette Benso Fini, segretario dell’Associazione dirigenti di giornali, per avere maggiore libertà nella discussione del progetto.
29 giugno: Cesena, Giuseppe Di Vittorio inaugura la nuova sede della Camera del Lavoro.
Locate Di Triulzi (Milano), Bruno Cantalupi di 23 anni, mentre esce dalla Casa del popolo con un pacco di riviste delle quali è diffusore, è aggredito da ignoti, malmenato e gettato nel Lambro con mani e piedi legati. Il giovane si salva fortunosamente, per la sua eccezionale resistenza fisica e per l’intervento di un pescatore che, alle 4.30 del mattino, ne sente i lamenti.
30 giugno: Ca Bernardi (An), la polizia ordina lo sgombero dei minatori dai pozzi e carica parenti e amici che tentavano di passare loro viveri.
Giugno: scioperi nelle campagne in diverse località, tra le quali il ferrarese e la provincia di Livorno, contro il blocco dei patti agrari.
La regione Sicilia, con un solo voto di scarto, approva la legge che attribuisce ai privati la riscossione delle tasse.
Il piano Demagnetize, il cui nome viene mutato in Clydesdale, passa alla fase esecutiva.
Luglio: comincia la faida per il controllo della cosca di Palermo centro. Un infarto stronca Giuseppe D’Accardi, capofamiglia di Palermo Centro. Gli succede Antonio Butera, ma la lotta per la successione provoca una scia di sangue. Il boss più temuto e più ambizioso, Eugenio Ricciardi, è assassinato da Angelo La Barbera con la complicità dei Galatolo.
1 luglio: Milano, si apre il processo contro alcuni militi fascisti della legione Tagliamento accusati di diversi eccidi, fra i quali quello di Fondi di Schilpario del 28 aprile 1945, violenze nei confronti della popolazione civile e stupri, nonché torture ai danni degli arrestati. Il processo si concluderà il 28 agosto con pesanti condanne.
3 luglio: Roma, l’opposizione chiede la invalidazione delle elezioni comunali, denunciando brogli fra i quali votazioni in luogo di persone defunte o emigrate, incetta di certificati e così via.
4 luglio: Modena, le Fonderie Riunite sono messe in liquidazione a causa “delle precarie condizioni di salute del suo Amministratore unico, l’ingegner Cremonini”. In realtà l’obiettivo è ancora una volta il licenziamento di 400 lavoratori e la riassunzione dopo un’opportuna discriminazione politica e sindacale.
Milano, chiude un reparto della Pirelli: seicento licenziati,
5 luglio: dopo 50 giorni di resistenza, i minatori di Ca Bernardi (Ancona) escono dai pozzi, in cambio della garanzia che i licenziamenti sono sospesi.
7 luglio: Lodi (Milano), una delegazione di lavoratori licenziati dagli stabilimenti militari di Pavia e Milano che si è recata nella cittadina per essere ricevuta da Pacciardi, a Lodi per un intervento, è maltrattata dalla scorta del ministro, mentre la polizia opera alcuni fermi.
8 luglio: intervistato dal Messaggero, De Gasperi afferma che bisogna costruire uno “Stato forte” e una “democrazia protetta”. Parla della necessità di leggi speciali e di altre misure per la disciplina della stampa e dei sindacati al fine di prevenire una dittatura di destra o di sinistra. Avanza anche la proposta di una nuova legge elettorale. Roma, tempestosa seduta alla Camera, dopo che il democristiano Togni accusa lavoratori e i sindacati del delitto Codecà. Togni accusa il Pci di essere moralmente responsabile dell’uccisione dell’ingegner Codecà, a Torino, con i suoi incitamenti alla “lotta di classe”.
10 luglio: Roma, la Corte d’Assise di Appello conferma la condanna di Dante Bruno, accusato di collaborazionismo con i tedeschi e di aver causato, con le sue delazioni, la fucilazione di diversi ostaggi alle Fosse Ardeatine. Nel 1948 era stato condannato all’ergastolo, pena poi commutato in 30 anni di reclusione.
15 luglio: Germania, la Corte di Karlsruhe, in Sassonia, scioglie il Sozialistiche reichs partei che aveva ottenuto, in Bassa Sassonia, l’11% dei voti.
17 luglio: Agrigento, la Corte di assise assolve tutti i braccianti di Canicattì imputati di omicidio, tentato omicidio e lesioni gravi per i fatti del 21 dicembre 1947, nei quali a seguito di una carica poliziesca erano morti 2 lavoratori e un carabiniere.
20 – 27 luglio: Genova, III° Congresso provinciale della FIOM. Il segretario Lantero nella sua relazione ricorda che “su 104 aziende metalmeccaniche in ben 77 con 26.332 lavoratori la Commissioni interne presentarono unilateralmente la carta rivendicativa che non comprendeva solo le richieste di aumento salariale, ma numerose altre rivendicazioni di carattere aziendale: passaggi di categoria, revisione dei tempi di cottimo, miglioramento trattamento mensa, aumento premio di produzione impiegati, aumento di merito, indennità lavori nocivi e disagiati, miglioramento impianti igienici; soprattutto ricordiamo le richieste di ammodernamento impianti, di assunzione di mano d’opera giovanile e adulta, perché chiaramente ispirate alla politica produttivistica dei lavoratori”.
20 luglio: sul periodico neofascista Asso di Spade, Giorgio Pini scrive: “E’ di elementare evidenza che il Movimento, venuto al bivio, deve scegliere fuori da ogni remora ulteriore fra la sua naturale funzione dinamica rivoluzionaria, riservata a una minoranza ardita e oppositrice che si assume di concludere il Risorgimento e di gettare le basi spirituali e politiche del nuovo Stato attraverso una penetrante opera di educazione, e l’errore immenso di lasciarsi trascinare alla funzione di satellite o di braccio secolare delle forze statiche e conservatrici ora predominati sulla scena politica (…) Secondo l’impostazione attuale del gioco, che nessuno ha avuto nemmeno il coraggio di smentire, il movimento passa al rimorchio dei monarchici, tradendo la propria origine storica e la propria sostanza ideologica; si schiera a destra, all’estrema destra, in una nebulosa di direttive che vuol coprire ma non copre agli occhi di chi sa vedere, una precisa opzione in senso conservatore (…) Non v’è chi, essendo in buona fede, ignori i motivi per i quali il fascismo, non sempre a torto, fu accusato di essere stato sfruttato, contro le sue stesse direttive programmatiche originarie e conclusive, da caste e classi per servire i loro interessi. Qualcosa di simile si delinea a carico del Movimento sociale”.
23 luglio: Egitto, Re Faruk è deposto da un golpe militare guidato dal generale Muhammad Neghìb, che assume le cariche di primo ministro e ministro della guerra. Tra i promotori del golpe c’è il futuro leader Gamal Abdel Nasser.
Roma, a seguito delle proteste di Ferruccio Parri, Mario Berlinguer, Giuseppe Saragat, Giuseppe Di Vittorio ed altri deputati, è invalidata l’elezione nelle liste del Msi di Umberto Guglielmotti, accusato di aver esaltato la rappresaglia della Fosse Ardeatine dalle pagine del Giornale d’Italia, di cui era direttore nel periodo della Rsi.
25 luglio: Vivo d’Orcia (Perugia), la polizia aggredisce una manifestazione di braccianti disoccupati.
26 luglio: Buenos Aires, muore Evita Peron che, accanto al marito, ha avuto un ruolo di primo piano nella vita politica del paese.
L’Aquila, si apre – tra manifestazioni di protesta degli antifascisti – il congresso nazionale del MSI.
L’Europeo, ripreso da l’Unità, pubblica il resoconto di un colloquio fra l’ammiraglio americano Robert Carney e il giornalista Luigi Barzini jr., che riferisce le sue parole: “Nel 1948, quando pareva che le elezioni italiane potessero terminare in una guerra civile, o perlomeno in un tentativo di rivoluzione, a Washington eravamo preoccupati del fatto che i vostri carabinieri e l’esercito mancavano di armi leggere e che forse avrebbero avuto difficoltà a sedare una rivolta (…) Allora ero vice capo delle operazioni navali, incaricato dell’organizzazione dei rifornimenti al dipartimento della Marina. La decisione la presi io. Caricai una nave da trasporto di armi leggere e di munizioni e diedi ordine di partire per il Mediterraneo. Poi andai dal segretario Forrestal (…) Forrestal mi mise una mano sulla spalla e mi disse che avevo fatto benissimo (…) C’è ancora molto da fare – prosegue Carney, secondo il resoconto del giornalista – le armi americane sono arrivate tardi e in modesti quantitativi. Non è colpa nostra. La guerra in Corea ha assorbito finora quasi tutto ciò che fabbricavamo. Ma da qualche tempo le armi arrivano con ritmo accelerato (…)”.
29 luglio: sciopero nazionale unitario di braccianti per l’aumento degli assegni famigliari.
30 luglio: Forlì, sciopero generale unitario dei braccianti per il pagamento del sussidio ordinario e straordinario, assegna famigliari, legge di tutela delle lavoratrici madri, conseguimento di provvedimenti di legge che impediscano l’evasione della legge sull’indennità di caro pane, aumento delle aliquote contributive a carico degli agrari.
31 luglio: Trieste, rinvenuta dalla polizia una notevole quantità di armi nella villa di Mario Doria, presidente dell’Associazione industriali della città.
Luglio: in agitazione in diverse località i tessili, contro i tagli occupazionali, gli orari ridotti e il supersfruttamento
Agosto: Passo di Lavazè, in Trentino, si svolge il primo (almeno del quale si ha notizia certa) campo paramilitare fascista. Il campo viene chiamato Ordine Nuovo. Tra i relatori-istruttori, lo spagnolo Josè Luis De Blas.
1 agosto: il questore di Roma Saverio Polito scrive al capo della polizia generale Giovanni D’Antoni sulla presunta esistenza di strutture paramilitari del Pci: “Tutto quanto si è andato vociferando di armate clandestine, di grossi depositi di armi, di gruppi di sabotatori, di formazioni paramilitari e di altre occulte attività, tutte dirette alla conquista armata del potere politico, non è da prendersi in seria considerazione. Il Pci ha, per ora, rinunciato alla conquista del potere attraverso un atto insurrezionale, che rimane un’ipotesi possibile a verificarsi solo attraverso un conflitto europeo e mondiale”.
7 agosto: sciopero nazionale dei ferrovieri per aumenti salariali
Roma, la polizia circonda la Casa madre dei mutilati, per scoraggiare gli invalidi dal continuare una protesta per condizioni di vita più decorose.
Caccamo (Palermo), ucciso il contadino Filippo Intile. Voleva dividere il prodotto dei campi che aveva in mezzadria secondo quanto stabilito dal decreto Gullo anziché al 50%, come preteso dal proprietario e dal guardaspalla Giuseppe Panzeca. E questo gli è costato la vita.
L’Araldo dello Spettacolo, periodico dei produttori cinematografici, rende nota la censura preventiva (dopo la sola lettura del copione) da parte del Ministero, del film “Case aperte” di De Santis, alla notizia – scrive il periodico – “che quest’ultimo avrebbe curato la regia del film”. De Santis si era già visto bloccare Nostro pane quotidiano sull’occupazione delle terre in Calabria, entrando in contrasto con la Lux, mentre Visconti incontra grosse difficoltà a continuare le riprese de “La terra trema” sulle lotte dei minatori. La tecnica del Ministero è così descritta da Vitaliano Brancati: “I funzionari sono tornati ai loro tempi più felici, quando bocciavano un film ancora allo stato di soggetto. Adesso non bocciano, ma riconsegnano la sceneggiatura al produttore con una smorfia di dubbio. La smorfia basta al produttore perché egli rinunci al suo soggetto. In questo primo periodo di consigli e di smorfie, la censura compie la sua strage più larga fra le opere teatrali e cinematografiche (…) Queste vaghe ma paurose disapprovazioni vengono trasmesse oralmente, rafforzando la loro barbarica natura, con l’aria preistorica che hanno i comandamenti religiosi emanati prima dell’invenzione della scrittura (…)”.
10 agosto: Lussemburgo, si insedia la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA).
11 agosto: Amman, Re Talal di Giordania, malato di mente, viene deposto dal Parlamento a favore del figlio sedicenne Husain.
16 agosto: Torino, 16 operai muoiono carbonizzati nell’incendio di una centrale telefonica.
17 agosto: il boss mafioso Leonardo Caruana è denunciato per duplice omicidio, rapina e furto. Un anno più tardi sarà prosciolto.
19 agosto: colloquio a Ischia tra i ministri Pacciardi, Pella, Campilli e La Malfa e il rappresentante statunitense Frank Pace. Si parla, tra l’altro, di aiuti militari e di commesse americane all’industria italiana.
Il prefetto di Chieti sospende dalle funzioni il sindaco di Lentella Nicola Di Jorio, e il vice sindaco di San Salvo, Sebastiano Napolitano; il primo perché avrebbe tenuto “un contegno irriverente nei riguardi dell’Arcivescovado”, non avendo autorizzato il segretario e una guardia comunale ad assentarsi per partecipare ad una manifestazione religiosa, nonché acceso la radio a pieno volume all’approssimarsi della stessa; il secondo, per aver permesso “un uso illegittimo della corrente elettrica, per aver fatto sostituire durante un’assemblea una lampadina con un’altra di maggiore potenza”.
28 agosto: Roma, la polizia circonda il sanatorio Carlo Forlanini per dissuadere dalla protesta i ricoverati, che temono le dimissioni in massa per il responso della commissione medica incaricata, e non intendono accettarlo passivamente. Provvedimenti legislativi di assistenza post sanatoriale sono all’esame del Senato, ma tardano ad essere varati.
Milano, inflitti dal Tribunale militare 4 ergastoli per il tenente colonnello Merico Zuccari, comandante della legione repubblichina Tagliamento, imputato di circa 200 uccisioni e diverse sevizie, i centurioni Nello Restelli e Antonio Fabbri, e il sergente Arrigo Cavallazzi, ex federale di Ferrara. Inflitte pene piuttosto gravi anche agli altri imputati.
30 – 31 agosto: Forlì, II congresso provinciale della Federmezzadri.
31 agosto: Alcide De Gasperi, nel corso di un comizio a Predazzo (Tn), afferma che “governo e partecipazione al governo dei comunisti – fino a che questi sono fedeli alla pratica seguita negli altri paesi o alla dottrina che oggi stesso proclamano – è impossibile; è in conflitto con la libertà, con la democrazia”. Inoltre, egli fa intravedere la possibilità di una revisione dell’art.139 della Costituzione che consentirebbe il ritorno in Italia di Umberto II.
Agosto: Omegna (No), i lavoratori di De Angeli Frua, Officine piemontesi e Metallurgiche presidiano gli stabilimenti per opporsi ai licenziamenti.
Settembre: il generale Ettore Musco nuovo capo del SIFAR.
Bologna, IV Congresso provinciale della Camera del lavoro. Nella sua relazione il segretario Onorato Malaguti traccia un bilancio dell’attività a partire dalla rottura dell’unità sindacale del 1949. Dopo aver sottolineato il valore del Piano del Lavoro, analizza la situazione economica della provincia. La proposta centrale, per quanto riguarda l’industria, è un convegno delle aziende produttrici di macchine utensili (comparto che si avvia ad essere uno dei più importanti della provincia) per arrivare alle conferenze di produzione aziendali, nelle quali si dovranno elaborare i piani di ristrutturazione quali basi per la definizione delle piattaforme di lotta. In agricoltura, invece, si dovrà operare per azioni di sviluppo, intrecciandole e coordinandole con quelle dell’industria. Queste proposte sottolineano un ruolo del movimento operaio non solo rivendicazionista e difensivo, ma in grado di essere propositivo in una situazione nella quale in 3 anni 49 aziende sono fallite e 26 hanno ridotto il personale per un totale di 5671 licenziati. La lotta, secondo Malaguti, si deve sviluppare anche contro visioni propagandistiche della rottura dell’unità sindacale per raggiungere obiettivi che riunifichino i lavoratori. Il ruolo delle Commissioni interne diventa la base per un rinnovato invito all’unità esteso a CISL e UIL e che parta dall’esperienza di alcuni Comitati unitari sorti so obiettivi di lotta alla Calzoni, alla SIGMA-Casaralta, alla Weber e in altre aziende. Sul piano organizzativo, la segreteria viene allargata a sette componenti: Onorato Malaguti, Clodoveo Bonazzi, Rinaldo Scheda, Silvano Armaroli, Arvedo Forni, Diana Sabbi ed Ermanno Tondi.
1° settembre: Empoli, la polizia carica gli operai della conceria De Vivo che manifestano contro i licenziamenti, e quelli di alcune fabbriche vicine, intervenuti a portare solidarietà.
Il colonnello Giuseppe Ferrazzani è assegnato al Sifar ed alla sezione “Duca”.
2 settembre: Sindona, con i buoni uffici di Luciano, si reca per la prima volta negli Stati Uniti.
Alla riunione Lenap, esclusivamente dedicata all’esame del piano Clysdedale, si decide che l’obiettivo prioritario è “rompere il controllo comunista sulle organizzazioni sindacali”.
Avezzano (Aq), si conclude con pesanti condanne il processo per gli incidenti di Venere dei Marsi del 5 giugno 1951, 2 giorni prima delle elezioni amministrative. Fra gli imputati vi è il comunista Pietro Verrocchia, nonché l’ex segretario della locale Camera del lavoro Costanzo Petroni, ricoverato per disturbi nervosi in una casa di cura di Aversa. La condanna più grave è per il Verrocchia, a 27 anni di reclusione.
4 settembre: il generale Carlos Hibanez, candidato del Fronte Progressista, è il nuovo presidente del Cile.
Muore Carlo Sforza.
New York, rinviata la decisione sull’ammissione all’Onu di 14 paesi, fra i quali l’Italia. Il corrispondente dell’Ansa da New York scrive che gli Usa temono di perdere la maggioranza assoluta all’assemblea delle Nazioni Unite, avendo 5 delle nazioni richiedenti un orientamento simile all’Urss, il che ha causato un rinvio per tutte. L’Urss sostiene, naturalmente, il principio di universalità nelle ammissioni.
6 settembre: Treviso, durante i lavori per la costruzione di un aeroporto militare a disposizione della Nato, che prevedono l’esproprio di 400 campi coltivati e l’abbattimento di diverse case coloniche, i contadini della zona accolgono poco amichevolmente il primo Cartepillar che tenta di inoltrarsi nei campi, ma sono a loro volta bloccati dalla polizia.
7 settembre: in occasione della inaugurazione di un acquedotto a Crotone, vi è un inizio di contestazione da parte dei braccianti penalizzati dall’Ente Sila, che ha espulso dalle terre espropriate 42 famiglie, senza procedere a riassegnazioni. La protesta viene subito stroncata dall’intervento della polizia e di attivisti democristiani che maltrattano i contadini sospetti e sparano in aria sventagliate di mitra. La polizia ferma 20 persone. Anche in altre località (Andali, Petricello e Belcesto) un’analoga protesta è stata stroncata con la forza e sono arrestati 4 contadini, poi tradotti nel carcere di Catanzaro.
8 settembre: Genova, la Cgil proclama uno sciopero generale contro il decreto Cappa e in difesa delle compagnie portuali.
9 settembre: raggiunto l’accordo tra organizzazioni sindacali e Confagricoltura per l’estensione della scala mobile ai lavoratori agricoli.
Pellagorio (Crotone), dopo la protesta di due giorni prima, avvengono rastrellamenti da parte delle forze di polizia che arrestano altre sette persone.
10 settembre: siglato l’accordo tra Germania e Israele per il pagamento dei danni di guerra, fissato in 35 milioni di marchi.
Friuli, inizia, per concludersi il 21 settembre, un’esercitazione Nato sotto la direzione dell’ammiraglio Carneo, del generale Schlatter e del genenerale Frattini, a cui partecipano le brigate Julia, Tridentina, Ariete, Folgore e Mantova. Per l’occasione vengono vietate manifestazioni politiche e i controlli della polizia sono assillanti.Sono proibite le discussioni politiche nei bar e tutte “le riunioni private che possano provocare comunque una straordinaria affluenza di persone”, come specifica un’ordinanza del prefetto di Udine. A Udine, è requisita la locale Casa del popolo come sede provvisoria del comando americano. A Codroipo, 200 contadini sono colpiti da esproprio per l’occasione, altri provvedimenti del genere sono emanati da tempo ad Aviano e nella bassa valle del Tagliamento.
Montelepre (Pa), la moglie di Sciortino dichiara a un giornalista che la strage di Portella della Ginestra fu ordinata a Roma contro i comunisti. Lo stesso giorno a San Cipirrello, il fratello di Gaspare Pisciotta, Pietro, si dice sicuro che Sciortino parlerà, “perché è stato una vittima, come mio fratello”.
L’Eritrea, abbandonata dagli inglesi, passa sotto il controllo dell’Etiopia.
11 settembre: Lazio, alcune centinaia di contadini di Genazzano, S.Vito e Bellegra resistono alle pressioni dell’Ente Maremma, che intende sgomberare forzosamente i terreni dei principi Torlonia e altri feudi.
Roma, assolti per insufficienza di prove dopo quasi tre mesi di carcere i militanti comunisti della sezione Ponte Milvio, Vincenzo Fabi, Elio Cola e Candido Grassi (altri due, Giovanni Marziali e Romeo Renzi sono latitanti), accusati per detenzione di esplosivo trovato presso di loro in occasione della visita di Ridgway. Il quotidiano Il Tempo aveva scritto, commentando il fatto, che il progetto dei comunisti sarebbe stato quello di far saltare il ponte Salario.
12 settembre: Genova, la direzione dell’azienda siderurgica Bruzzo chiude i battenti affiggendo un manifesto: “In considerazione dello stato di anormalità e di indisciplina esistente nella fabbrica, è stata decisa la chiusura fino a nuovo ordine”. Lo stabilimento viene occupato, mentre continuano gli scioperi indetti dalla Cgil a Terni, Livorno, Pisa.
14 settembre: Tito rifiuta la dichiarazione tripartita su Trieste e propone una gestione comune italo-jugoslava del territorio libero. De Gasperi risponde proponendo la soluzione plebiscitaria.
19 – 21 settembre: Ravenna, IV congresso della Camera del Lavoro provinciale. Stagnazione, crisi agricola industriale e commerciale sono al centro della relazione del segretario Paolo Baroncini. Si lamentano le “limitazioni alle libertà democratiche” dovute alla “proposta di legge contro la libertà di sciopero, la legge sulla stampa, quella polivalente e infine la legge elettorale antidemocratica”. Esaltati i risultati raggiunti, frutto di lotte unitarie: l’aumento delle tariffe ordinarie per i braccianti, la conclusione di un nuovo patto di compartecipazione; i miglioramenti retributivi per i lavoratori dell’industria (Almagià e Artificieri di Lugo); l’accordo provinciale per gli impiegati e i salariati fissi dipendenti dalle aziende esportatrici di prodotti ortofrutticoli; l’accorciamento delle distanze fra retribuzioni maschili e femminili. Necessità di completare il “Piano per il lavoro per la rinascita economica della provincia ravennate”, attraverso opere di bonifica, risanamento della situazione della collina romagnola, opere edilizie di pubblica utilità e maggiore sfruttamento del metano come risorsa energetica.
18 settembre: Roma, il Consiglio dei ministri approva lo schema della nuova legge elettorale che prevede il premio di maggioranza. Passerà alla storia con il nome di “legge truffa”.
21 settembre: Luco dei Marsi, nella Marsica i carabinieri impediscono ai contadini di effettuare uno sciopero alla rovescia. Tre braccianti e tre donne del luogo vengono fermati. Analoghi episodi avvengono ad Ortucchio, sempre con l’intervento dei carabinieri e a Cerignola, con quello della polizia.
23 settembre: il generale Pizzorno è nominato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito.
1 ottobre: Latina, il Tribunale assolve Domenico Matarrese, segretario del Pci di Formia, imputato di vilipendio alla religione per aver commentato in termini aspri la condotta del clero, a fronte di episodi commessi da alcuni religiosi ai danni di minorenni.
2 ottobre: Milano, inizia in Corte d’Assise il secondo processo per l’eccidio di 54 fascisti detenuti nel carcere di Schio, avvenuto nella notte fra il 6 e il 7 luglio 1945. Sul banco degli imputati 14 ex partigiani, 5 dei quali già condannati all’ergastolo dal Tribunale straordinario il 13 settembre 1945. Saranno comminati 8 ergastoli, 7 dei quali commutati in 30 anni di reclusione, a Italo Ciscato, Nello Pecoraro, Bruno Micheletto, Bruno Scortegagna, Narciso Manca, Giovanni Broccardo e Igino Piva, tutti latitanti, e in 29 anni all’unico presente, Ruggero Maltauro.
Berlino, scarcerato il generale nazista Von Makensen, già stretto collaboratore del maresciallo Kesselring.
3 ottobre: esplode la prima bomba atomica inglese.
4 – 7 ottobre: Genova, congresso del Psdi. Giuseppe Saragat è eletto segretario nazionale. Al termine dei lavori, è sottoscritto da Saragat e da Romita un impegno che obblighi la Dc a rinunciare alla presentazione di leggi contrastanti con la democrazia, “e specificatamente, la cosiddetta legge polivalente, la legge antisciopero e quella sulla stampa”.
5 ottobre: Mosca, inizia il XIX congresso del Pcus. La delegazione del Partito comunista italiano è composta da Luigi Longo, Ruggero Grieco, Rita Montagnana, Pietro Ingrao, Enrico Bonazzi, Paolo Robotti.
6 ottobre: Cropani Marina (Crotone), la polizia interviene contro alcune centinaia di contadini che hanno occupato le terre e ne arresta 21. Le occupazioni delle terre continuano a Enna, S.Giorgio ed Assaro.
7 ottobre: atterrano all’aeroporto di Francoforte (Germania), Carlo Rocchi e il colonnello Dollmann che, però, è fermato dalla polizia per essere sottoposto al processo di denazificazione e per il possesso dei documenti italiani falsi con i quali viaggiava. Una nota del centro Cs di Milano (del 13 ottobre successivo ngr), indirizzata all’ufficio D del Sifar, informa che Carlo Rocchi, in rapporti con l’agente americano Charles Siracusa, aveva preso contatto in Spagna con Otto Skorzeny e con il colonnello Eugene Dollmann convincendo quest’ultimo ed altri suoi commilitoni a rientrare nei paesi Nato per partecipare alla battaglia anticomunista.
Arcinazzo (Roma), nella tenuta del maresciallo Rodolfo Graziani si svolge un raduno degli arditi milanesi. Tra i partecipanti Asvero Gravelli, Ampelio Spadoni, il colonnello Festi, il capitano Cordare e Fernando Gori. La sera dello stesso giorno, dinanzi alle proteste degli antifascisti, il ministro dell’Interno Mario Scelba dirama un comunicato affermando che il raduno si è svolto in un luogo privato e non pubblico, giustificando in questo modo il mancato intervento della polizia.
10 ottobre: Genova, in occasione di uno sciopero per la difesa dell’occupazione nell’industria, la Celere carica i manifestanti in via XX Settembre.
In una lettera alla Corte d’assise di Palermo, Gaspare Pisciotta minaccia nuove rivelazioni contro “l’opposizione di chi ha interesse di insabbiare ogni cosa”, facendo il nome, oltre che di Scelba, della deputata democristiana Margherita Bontade.
10 – 15 ottobre: si estendono le occupazioni di terre in varie regioni del centro e del sud Italia, ovunque represse dalle forze di polizia. In Lazio, a Bracciano, un massiccio schieramento di polizia impedisce l’occupazione del feudo del principe Odescalchi; a Capena sono i carabinieri a intervenire per difendere i terreni del principe Massimo, ma i contadini continuano la protesta con altre manifestazioni, come pure a Sacrofano, dove sono prese di mira le proprietà della principessa Del Drago. Nel siracusano, la violenza della polizia contro uomini e cose a Sortino, Carlentini, Francofonte non impedisce la continuazione della protesta che si estende alle province di Enna, Ragusa e Catania. Si occupano terre e si protesta anche nel catanzarese, salernitano e in Maremma.
12 ottobre: Milano, si svolge una manifestazione indetta dalla Camera del lavoro alla quale partecipano Riccardo Lombardi, Lelio Basso, Guido Mazzali, Francesco Scotti, per protestare contro un raduno del Msi.
Milano, al Teatro Lirico si svolge un raduno indetto dal Msi. Graziani invia al segretario nazionale del partito, Augusto De Marsanich, un telegramma: “Nel momento in cui tocchi il culmine della tua coraggiosa azione, ti prego di accogliere la mia domanda di iscrizione al Movimento sociale italiano”.
13 ottobre: una nota del Centro di controspionaggio di Milano del Sifar (Servizio Informazioni Forze Armate) informa che il cittadino italiano Carlo Rocchi intrattiene rapporti con l’agente statunitense della Cia Charles Siracusa e che in tale veste ha preso contatti in Spagna con Otto Skorzeny, il liberatore di Mussolini dal Gran Sasso, e con il colonnello Eugen Dollmann convincendo quest’ultimo a rientrare da Madrid per partecipare al rafforzamento del fronte anticomunista tedesco.Rocchi, definito “residente Cia in Italia”, ha rapporti anche con il Sifar e ne avrà anche con la Divisione Affari Riservati del ministero dell’interno, in particolare con Walter Beneforti.
15 ottobre: il Consiglio dei ministri vara decreti per l’espropriazione di 57.458 ettari di terra.
Il cardinale Idelfonso Schuster, arcivescovo di Milano, chiede l’adozione di misure repressive contro i protestanti in Italia, dando il via ad una serie di discriminazioni ed azioni di polizia contro i gruppi religiosi non cattolici attivi nel Paese.
18 ottobre: Roma, il Consiglio dei ministri approva lo schema della nuova legge elettorale che prevede il premio di maggioranza, passerà alla storia con il nome di legge truffa.
La folla di napoletani che intende partecipare alle esequie del giovane Gelardo Potenza, assassinato da un marine, incontra uno sbarramento di polizia. Un secondo comunicato del Comando americano parla di fatalità e di una decina di colpi, che peraltro nessuno ha sentito, che sarebbero stati sparati in aria per avvertimento prima di quello mortale; e tenta di giustificare l’uccisore sostenendo che le navi americane vengono continuamente infastidite dai pescatori, che salirebbero sulle navi per proporre contrabbando o talora per rubare.
19 ottobre: Ferrara, gli antifascisti si organizzano per impedire un comizio missino a Portomaggiore, con delegazioni alle autorità e uno sciopero provinciale, indetto dalla sola Cgil. Qualche giorno prima, analoghe proteste sono avvenute a Milano, per una manifestazione fascista al teatro Lirico.
Maccarese (Roma), la polizia in forze protegge un centinaio di boari fatti affluire dal bresciano e dal bergamasco per fare opera di crumiraggio in un’azienda agricola. I lavoratori alzano barricate e si verificano scontri. Incidenti avvengono anche a San Giorgio, dove la polizia compie arresti indiscriminati, anche nei confronti delle donne che avevano tentato un blocco stradale per impedire che fossero portati via i loro uomini. Altri arresti avvengono nel palermitano, sulle Madonie e nel Corleonese, in specie a San Giuseppe Jato e Piana dei Greci: fra di essi, una dirigente della lotta di occupazione, Profita, ed Emanuele Conti dirigente del Pci palermitano.
20 ottobre: Kenia, dichiarato lo stato di emergenza dopo una serie di azioni terroristiche del movimento nazionalista dei Mau Mau.
22 ottobre: Iran, il governo guidato da Mussadaq rompe le relazioni diplomatiche con la Gran Bretagna.
23 ottobre: ancora arresti a Maccarese, dove sono colpite due donne, mentre la polizia circonda la Camera del Lavoro per impedire una manifestazione.
24 ottobre: il settimanale Oggi pubblica un’inchiesta secondo la quale, dopo gli Usa, è il Vaticano a possedere il più consistente tesoro del mondo, in gran parte composto dalle riserve auree, per un valore di 7.000 miliardi di lire (11 miliardi e mezzo di dollari), a fronte di 400 dello stato italiano, 2.600 della Gran Bretagna e 15.400 degli Usa. L’inchiesta riferisce inoltre delle partecipazioni azionarie, dei rapporti con le più grandi banche del mondo e fa riferimento anche all’esportazione dall’Italia di valuta pregiata, citando il caso Cippico.
25 ottobre: Roma, il Tribunale militare presieduto dal generale Ugo Boncompagni respinge il ricorso presentato dal colonnello delle SS Kappler contro la sentenza del 20 luglio 1948 che lo ha condannato all’ergastolo per le misure di rappresaglia compiute, su ordine di Kesselring, Maeltzer e Von Mackensen, dopo l’attentato di via Rasella.
25 – 26 ottobre: Rimini, il primo congresso circondariale sancisce la trasformazione della Camera del Lavoro riminese in Camera Confederale del Lavoro. La raggiunta autonomia sottolinea la peculiarità della situazione riminese rispetto al resto della provincia di Forlì e getta le basi per l’adeguamento dell’iniziativa sindacale ad una situazione economica e sociale in rapida trasformazione.
27 ottobre: Roma, dopo lo scandalo sulla gestione dell’Ente Sila, il ministro dell’Agricoltura Fanfani costringe alle dimissioni il presidente Vincenzo Caglioti.
29 ottobre: durante la riunione Lenap, Samuel Berger dell’Office of director della Mutual Security Agency, propone di non limitare lo sforzo anticomunista al solo terreno sindacale, ma di elaborare anche iniziative governative. Non sono mai state rese note le iniziative proposte e/o adottate
Reggio Emilia, uno spezzone della manifestazione che chiede il rispetto degli accordi per le Reggiane viene caricato dalla Celere in via Ramazzini. Lo scontro si estende ad altre zone della città, con una caccia all’uomo da parte dei celerini.
30 ottobre: nel terzo anniversario dell’eccidio di contrada Fragalà (Crotone), la polizia presidia in forze la zona, particolarmente le terre dei Caulonia e dell’agrario De Tria, che è ritornato a prendere possesso del feudo in precedenza espropriato. Continuano le proteste per ottenere l’assegnazione delle terre e la scarcerazione dei 40 braccianti di Pazzano, Bivongi, Campoli, Agromastelli e Pietra, arrestati e ancora trattenuti nelle carceri di Locri, Siderno e Roccella. Anche a Reggio Calabria i braccianti prendono di mira le proprietà della marchesa Pellicano e dei baroni Macrì, compiendo lavori di semina, e chiedono la scarcerazione dei loro compagni.
31 ottobre: Miramare di Rimini, ingenti forze di polizia disperdono una manifestazione di abitanti che protestano contro la costruzione dell’aeroporto militare.
1 – 5 novembre: Livorno, XI congresso nazionale della FIOM. Con un’industria metallurgica e meccanica in ripresa in quasi tutti i settori, con la disoccupazione che rimaneva un problema molto grave nonostante l’impegno del sindacato e dopo che, nel 1950, si erano costituite la Federazione italiana metalmeccanici (Fim) e l’Unione italiana lavoratori metallurgici (Uilm), la Fiom tornava, per il suo XI Congresso, nella città che ne aveva visto la costituzione. Gli iscritti sono 549.112: la scissione non aveva ancora sostanzialmente intaccato la consistenza della Fiom che, come la Cgil, continuava ad avere l’adesione della maggioranza dei lavoratori. La relazione di apertura è svolta dal segretario generale Giovanni Roveda. Il Congresso chiede, tra l’altro, la nazionalizzazione dei complessi appartenenti all’Iri. Sul piano organizzativo, per una migliore difesa dagli attacchi padronali e per una diretta rappresentanza della Fiom nei posti di lavoro, si decide di costituire i comitati sindacali Fiom in fabbrica, accanto alle tradizionali commissioni interne. Confermata la segreteria uscente: Roveda, Della Motta, Pizzorno.
1° novembre: a Eniwetok, nelle isole Marshall, gli Stati Uniti fanno esplodere la prima bomba termonucleare, la bomba N.
4 novembre: Arcinazzo, anniversario della costituzione dell’esercito di Salò. Adunata dei reduci ed incontro, con tanto di abbraccio, tra Andreotti e il generale Graziani.
5 novembre: il generale Dwight Eisenhover, candidato nelle fila repubblicane, è eletto presidente degli Stati Uniti.
Verzino (Crotone), arrestati altri due contadini per l’occupazione delle terre.
6 novembre: Polesine, la Celere invade le campagne durante uno sciopero unitario dei braccianti, accompagnato da uno sciopero alla rovescia di disoccupati.
7 novembre: Roma, riprende il processo sullo scandalo valutario. Fra gli imputati, monsignor Edoardo Prettner Cippico, l’avvocato Giuseppe Dieci, il ragionier Guido Mattei, funzionario della Cassa di risparmio di Roma, Bruno Barinetti funzionario del ministero dell’Interno, Ferdinando Bussetti, consigliere delegato delle Assicurazioni d’Italia.
11 novembre: Roma, la commissione Interni della Camera, in seduta notturna, prende in esame la legge elettorale. Nella burrascosa seduta, l’opposizione contesta oltre al contenuto, anche la persona del relatore, on. Tesauro, per gli incarichi ricoperti durante il regime fascista e per aver scritto un trattato di diritto costituzionale intitolato “Anno XXI dell’era fascista”, chiedendo alla Giunta delle elezioni la radiazione del parlamentare.
14 novembre: Villalba (Caltanissetta), sparatoria nei pressi dell’abitazione dell’on. Pantaleone, segretario della Camera del lavoro di Caltanissetta.
Milano, 8° congresso provinciale delle Acli, per la prima volta si chiede l’incompatibilità fra cariche sindacali e quelle partitiche e politiche.
16 novembre: elezioni in Grecia, il Partito di Unità ellenica, guidato dal generale Papagos, conquista la maggioranza assoluta.
Un appunto per il direttore della divisione Affari riservati segnala che un tale Rotta si è proposto come informatore negli ambienti del Pci, affaristico e bancario.In particolare nei confronti di Colombi, Busseto, Cinelli, Alberganti di Milano “nonché Di Vittorio e Novella”. La proposta è respinta
Trentino Alto Adige, elezioni regionali.
Risultati
https://www.wikiwand.com/it/Elezioni_regionali_in_Trentino-Alto_Adige_del_1952
http://regionalrat.tnst.it/downloads/DEF_gli_organi_legislativi_ita_web_colore.pdf
http://www.regione.taa.it/Elettorale/risultati/reg_1998.pdf
20 novembre: Napoli, muore a 86 anni Benedetto Croce.
Battipaglia (Salerno), nel corso di uno sciopero delle tabacchine per il rispetto dei patti di lavoro e per il contratto nazionale, la polizia carica con violenza la manifestazione.
23 novembre: Iraq, violente manifestazioni antibritanniche. Il generale Nureddin Mahmoud guida il governo e scioglie i partiti politici.
26 novembre: Napoli, si apre il terzo congresso nazionale della CGIL (https://sites.google.com/site/sentileranechecantano/schede/cgil/3-congresso-cgil). Chiesta la realizzazione di una riforma agraria che limiti la grande proprietà fondiaria, assegni la terra ai contadini, migliori i contratti agrari e tuteli la piccola e media proprietà.Di Vittorio pone all’approvazione della Assemblea un progetto di «statuto dei diritti, della libertà e della dignità dei lavoratori nell’azienda»
27 novembre: Torino, gli operai della Nebiolo iniziano il presidio dello stabilimento, minacciato di licenziamenti. La lotta riceve molte manifestazioni di solidarietà e dura 56 giorni, fino allo sgombero della polizia, il 22 gennaio 1953.
Novembre: Camposanto (MO), a causa di una delle ricorrenti alluvioni del fiume Panaro, 6.000 ettari di terreno sono ricoperti dalle acque.
3 dicembre: Praga, l’ex segretario del Partito comunista cecoslovacco, Rudolf Slansky, accusato di tradimento, è condannato a morte.
Roma, incidenti alla Camera durante la commemorazione della ex regina d’Italia Elena di Savoia, morta il 28 novembre nell’esilio di Montpellier, in Francia.
Roma, la Celere interviene alla Masi, di proprietà del conte Vaselli, presidiata dai lavoratori dello stabilimento insieme a quelli della Stigler Otis, anch’essi minacciati di licenziamento.
4 dicembre: Cornigliano (Genova), 3 operai muoiono uccisi da un’esplosione nei cantieri della fabbrica d’armi Sci, già tristemente nota per l’alto numero di infortuni mortali. Viene proclamato uno sciopero provinciale.
5 dicembre: Tarvisio, in concomitanza con lo svolgimento del Congresso della pace a Vienna, i passeggeri dei treni vengono sottoposti a lunghi ed esasperanti controlli dei passaporti.
8 dicembre: Palma di Montechiaro (Agrigento), lanciate 3 bombe a mano contro il sindaco socialista Domenico Aquilino, che resta lievemente ferito.
Napoli, la Questura vieta un comizio fascista in piazza della Carità, presidiata da ingenti forze di polizia che caricano i gruppi di persone affluite nonostante il divieto, operando 30 fermi. Il comizio è stato indetto per proseguire idealmente l’assemblea convocata il giorno precedente al Teatro Nuovo dai dissidenti del Msi e dal Raggruppamento sociale repubblicano, facente capo a Giorgio Pini, che contestano la linea politica del partito e l’alleanza con i monarchici.
9 dicembre: Roma, il ministro del lavoro Rubinacci riceve una delegazione di CGIL e Lega delle cooperative che gli sottopone tre ordini di problemi: 1) la preoccupazione per il modo con il quale vengono condotte le ispezioni alle cooperative; 2) il carattere delle cooperative tra assegnatari nelle terre dove opera la legge stralcio; le riserve sulla legge Amodeo che prevede lo scorporo delle cooperative coattivamente unificate dal fascismo.
La Corte di Cassazione dichiara decaduti i ricorsi degli agrari contro gli espropri e la incompetenza del Consiglio di Stato a giudicarli, in quanto atti legislativi e non amministrativi. Ciò potrebbe sbloccare la situazione delle assegnazioni, paralizzate dai ricorsi. Ma sono ben 245.000 gli ettari ancora da espropriare entro il 31 dicembre, per attuare la già moderata riforma.
12 dicembre: Roma, i sindacati edili di CGIL, CISL e UIL firmano il nuovo contratto nazionale. Aumenti da 32 a 50 lire giornaliere.
Val Vomano (Teramo), la società Italstrade, appaltatrice dei cantieri nella valle, effettua una serrata contro la lotta dei lavoratori diretta ad ottenere la prosecuzione delle opere, togliendo l’energia elettrica e la ventilazione.
13 dicembre: Roma, assolti in appello Aroldo Procoli e Igino Blasi, in carcere rispettivamente da 18 e 40 mesi, ex partigiani accusati dell’omicidio di 4 persone ritenute spie, il 18 maggio 1944 a Morro Restino; le esecuzioni erano avvenute in seguito all’eccidio di 57 antifascisti, fra cui donne e bambini, effettuato dai fascisti agli ordini di De Marsciano. I due erano stati condannati rispettivamente all’ergastolo e a 20 anni di reclusione dalla Corte di primo grado, che aveva ritenuto trattarsi di vendette personali anziché di atto di guerra.
15 dicembre: Parigi, iniziano i lavori della X sessione del Consiglio Atlantico. De Gasperi afferma la necessità di un coordinamento della lotta contro il comunismo sia sul piano militare internazionale che su quello interno.
Berlino, il cancelliere Adenauer riceve il maresciallo Kesselring, uno dei responsabili dell’eccidio delle Fosse ardeatine, per discutere l’attribuzione allo stesso di un alto comando atlantico.
19 dicembre: Roma, davanti Montecitorio, la polizia impedisce l’accesso a delegazioni di militanti di sinistra che recano raccolte di firme contro la legge elettorale, e ferma 18 persone, fra le quali 11 donne.
Roma, processato Giovanni Berardi, un eccentrico e pacifico signore detto “il poeta” o “il Nazareno” per via dei capelli e barba fluenti, che era stato trascinato in Questura senza un reale motivo; come senza reale motivo viene disposta nei suoi confronti una perizia psichiatrica.
20 dicembre: Madrid, il Governo spagnolo vara una legge per le esenzioni tributarie sull’emissione di obbligazioni per la costruzione di edifici ecclesiastici. Nell’articolo 1 della legge è stabilito che le obbligazioni emesse dalle diocesi per ottenere capitali con i quali provvedere alle spese per la costruzione o l’ampliamento di templi, seminari e centri missionari saranno esenti da ogni tipo di imposta
Roma, condannato a 9 anni di reclusione per truffa aggravata continuata, falso in scrittura privata ed emissioni di assegni a vuoto il prelato romano mons. Edoardo Prettner Cippico. Per effetto dell’indulto sconterà solo 3 mesi e mezzo.
23 dicembre: Roma, sette deputati socialdemocratici sono espulsi dal partito per la loro opposizione alla proposta di nuova legge elettorale. Tra questi Piero Calamandrei, che ha definito Legge Truffa la proposta.
25 dicembre: Natale in miniera per i minatori di Centuripe che, sull’esempio di quelli di Cabernardi, si chiudono nei pozzi per protestare contro il licenziamento di 49 lavoratori.
29 dicembre: Torino, in applicazione dei recenti provvedimenti amnistiali , vengono assolti dalla sezione istruttoria del Tribunale 10 fascisti, responsabili di 16 fucilazioni nel poligono di tiro del Martinetto, e di altre 8 uccisioni dei componenti del comando militare, Eusebio Giambone, Giuseppe Perotti, Eric Giachino, Massimo Montano, Giulio Biglieri, Franco Balbis, Paolo Bracciai e Quinto Bevilacqua.
30 dicembre: Palermo, Luciano Leggio e due suoi complici, sono assolti dall’accusa di aver assassinato Placido Rizzotto. La pubblica accusa aveva chiesto l’ergastolo.
31 dicembre: Roma, il saluto di fine anno del presidente della Repubblica, Luigi Einaudihttp://presidenti.quirinale.it/Einaudi/documenti/ein_disc_31dic_52.htm
Gli infortuni sul lavoro nel 1952 sono saliti a 642.657. La stima fa riferimento naturalmente ai soli casi denunciati.
Scarcerati Erminio Galassi e Carlo Menghi, arrestati il 7 settembre 1950 con l’accusa di aver fatto propaganda pacifista durante la leva.
DURANTE L’ANNO
Genova, avviato l’intero ciclo produttivo siderurgico della Società Cornigliano, denominato “Oscar Sinigaglia”. Nel 1952 per il coke, preparazione minerale e centrale termica, nel 1953 altoforni, acciaieria e laminati a caldo. Nel 1955 laminati a freddo. L’introduzione del ciclo integrale significò la chiusura della vecchia Ilva (3000 addetti a Genova e 4.500 a Savona) ed il ridimensionamento della Siac che passò in breve tempo da 6000 addetti a 3500
Di Vittorio al Congresso della CGIL pone all’approvazione della Assemblea un progetto di «statuto dei diritti, della libertà e della dignità dei lavoratori nell’azienda»Napoli, per le difficoltà post-belliche chiudono numerose fabbriche (Corradini, Bomprini-Parodi, Palomba, ecc.) e massicci licenziamenti vengono operati alle M.C.M., all’Avis di Castellammare, alla Saffa, alle Industrie Meccaniche Navali di Baia. Vengono comunque inaugurati nuovi impianti, come la Merisinter, ed iniziano i lavori di costruzione della Rhodiatoce a Casoria e della Olivetti a Pozzuoli. Fondate anche la Microlambda (poi Selenia) al Fusaro, specializzata nella produzione di complessi elettrici ed elettronici e la Aerfer a Pomigliano d’Arco