4 gennaio: Castiglione della Pescaia (Gr), il “sovversivo” Domenico Beltrami viene assassinato da una squadraccia fascista di cui fanno parte gli scarlinesi Magibbe, Venturi e i fratelli Petri: i quattro saranno in seguito amnistiati con la motivazione che “il fatto [era stato] determinato da movente politico e diretto a raggiungere un fine nazionale, sia pur mediato in quanto che gli imputati iscritti al partito fascista si [erano decisi] a sopprimere il Beltrami che sapevano sovversivo ( …)”
6 gennaio: Cannes, conferenza interalleata. L’Italia si allinea alle posizioni del premier inglese Lloyd George, favorevole ad una revisione dei trattati di pace e alla destinazione di un contributo alla ricostruzione tedesca. Negli stessi giorni Mussolini si pronuncia sulla politica estera sostenendo la necessità di affrontare e risolvere rapidamente il problema delle ripartizioni tedesche e dell’inserimento dell’URSS nella comunità internazionale.
10 gennaio: Rio Marina (Li), spedizione punitiva fascista all’isola d’Elba. Bastonato il sindaco, assaliti e devastati il municipio, La Camera del Lavoro e il circolo socialista. Due giorni dopo la Camera del Lavoro sarà nuovamente assaltata e incendiata
11 gennaio: Cecina (Li), una trentina di squadristi armati di pistole irrompono sul treno che riporta a Piombino alcune decine di giovani di leva che in mattinata avevano improvvisato un piccolo corteo antifascista a Livorno, dopo aver impedito al macchinista di ripartire, 14 reclute restano vittime del pestaggio ed una rimane ferita alla coscia da una pugnalata. Vengono arrestati i fascisti Pierotto Pierotti, Paride Menicagli, Bixio Semoli e Angelo Davini. Il giorno successivo la ferma protesta di lavoratori e antifascisti, da il via a nuove provocazioni e violenze: nel pomeriggio alcune “squadre di bravacci” sfilano per il centro: la popolazione reagisce alle provocazioni e tre fascisti restano feriti. Dimissionaria l’amministrazione socialista, in fiamme la sezione comunista e la Camera del Lavoro
13 gennaio: Piombino, alle due di notte, una squadraccia fascista “passando sotto il naso della compiacente forza governativa”, raggiunge l’edificio dove hanno sede la sezione socialista e la Camera del Lavoro Confederale, ne devasta i locali, ruba i quadri e le bandiere e brucia in strada suppellettili e documenti. L’incendio fa crollare il tetto della Camera del Lavoro. “Gli stessi Fascisti” si recano quindi alla sede del Partito Comunista dove, divelta un’inferriata, appiccano il fuoco e portano via la bandiera. Gli squadristi non riescono invece ad assaltare la Camera del Lavoro Sindacale di via Bovio a causa della difesa degli anarchici Domenico Venturini, Landino Landi, Piramo Lunghi, Riccardo Marchionneschi, Enea Panzavolta, Dario Franci, Mesene Masangui, Fermo Simoncini ed altri
24 gennaio: Bologna, congresso sindacale fascista. Nasce la Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali. Confluiscono nella nuova organizzazione le forze sindacali fasciste e nazionaliste, entrambe caratterizzate dal rifiuto di riconoscere le differenze di classe e indirizzate verso il superamento della conflittualità in funzione della costituzione di organismi unitari formati da datori di lavoro e lavoratori. La neonata confederazione è legata direttamente al partito: i suoi dirigenti, infatti, vengono scelti “fra gli elementi di sicura fede fascista”.
26 gennaio: Poggibonsi (Si), i fascisti incendiano la Casa del Popolo
5 febbraio: Livorno, un nutrito manipolo di fascisti aggredisce, all’interno del tribunale, l’on. Modigliani e la moglie
6 febbraio: Achille Ratti, vescovo di Milano, è eletto papa con il nome di Pio XI
Piero Marsich invia una dura lettera di dissenso alla direzione del Partito fascista. Tra l’altro definisce il movimento di cui fa parte “l’infausta dittatura di un uomo”. Marsich, legato agli ambienti nazionalisti e a D’Annunzio, è una delle figure più influenti del fascismo della prima ora. La sua violenta missiva diventa oggetto di uno scandalo e sfocia in un tentativo secessionista dell’autore che cerca di aggregare attorno a sé, senza successo, altre voci dissidenti.
12 febbraio: esce il primo numero de la Rivoluzione liberale, settimanale diretto da Piero Gobetti. Importante strumento di riflessione politica e culturale, si pone come programma la formazione “di una classe politica dotata di una chiara coscienza delle sue tradizioni storiche e delle esigenze sociali nascenti dalla partecipazione del popolo alla vita dello stato”. La rivista sarà bersaglio di numerosi atti di violenza da parte dei fascisti.
20 febbraio: costituita l’Alleanza del lavoro, fronte unico delle organizzazioni dei lavoratori di sinistra. L’Avanti presenta l’iniziativa come un ammonimento al governo perché si decida ad agire contro il fascismo
.25 febbraio: cade il governo Bonomi, gli succede Luigi Facta. Il governo cade per il rifiuto di Bonomi di intervenire a favore della Banca di sconto, legata alla società Ansaldo, il fallimento rischia di colpire un gran numero di piccoli risparmiatori soprattutto meridionali, tradizionale base elettorale del gruppo democratico-sociale. Durante la crisi di governo Mussolini parla apertamente dell’eventualità di una dittatura militare come unico mezzo idoneo per porre rimedio all’”acuto senso di disgusto che l’attuale regime provoca”. I popolari pongono il veto ad una ipotesi di governo Giolitti.
1° marzo: Roma, II° congresso del Partito comunista. Le conclusioni, note come Tesi di Roma, negano qualsiasi ipotesi di collaborazione in funzione antifascista con altre forze socialiste o di democrazia borghese. Obbiettivo principale del PCd’I resta la prospettiva di uno sbocco rivoluzionario
3 marzo: Fiume, fascisti e nazionalisti assaltano il palazzo del governo e proclamano l’annessione all’Italia. Il governo Facta si rifiuta di assumere i poteri nella città e l’affida provvisoriamente ad un comando militare.
4 marzo: nel Consorzio sovvenzioni industriali, organismo costituito su un accordo tra le maggiori banche per coordinare le loro attività legate all’industria, il governo costituisce una sezione speciale autonoma alla quale sono affidati la liquidazione della Banca di sconto e il salvataggio dell’Ansaldo e del Banco di Roma
5 marzo: Anzola Emilia (Bologna), squadristi fascisti uccidono, nella frazione Case Immodena, Aristide Toselli
7 marzo: Mussolini, in visita in Germania, ha colloqui con le più alte cariche dello Stato, con diplomatici, militari e giornalisti.
18 marzo: i fascisti votano la fiducia al governo Facta.
26 marzo: Milano, adunata fascista. Partecipano oltre 20.000 camice nere provenienti da tutte le province lombarde.
10 aprile: Genova, conferenza internazionale per esaminare i problemi della ricostruzione delle economie russa e tedesca. Per la prima volta, dopo la fine della guerra, si trovano di fronte in un vertice internazionale, in condizioni di parità, paesi vincitori e vinti.
16 aprile: trattato di Rapallo tra tedeschi e sovietici. L’URSS, in cambio della rinuncia della richiesta di qualsiasi danno di guerra, ottiene il riconoscimento da parte della Germania e rompe in questo modo l’isolamento diplomatico.1°
maggio: grandi adunate fasciste a Bologna e Rovigo si contrappongono allo sciopero generale proclamato dai socialisti in occasione della festa del lavoro. In numerose altre città dell’alta Italia e a Brindisi si scatena la violenza fascista che provoca decine di morti. Molti comizi socialisti sono dispersi con la violenza dagli squadristi.
12 maggio: Ferrara, 40.000 fascisti, guidati da Italo Balbo e sostenuti dalle associazioni degli agrari, proclamano lo “sciopero fascista” e bivaccano in città assistiti da un efficiente servizio logistico. Scopo della manifestazione è di premere sul governo perché si dia il via al piano, già finanziato, di opere pubbliche rispondendo così all’alto tasso di disoccupazione.
20 maggio: grande adunata fascista a Rovigo
25 maggio:Sassari, alle tre del mattino nasce Enrico Berlinguer. Figlio di Mario Berlinguer, avvocato, e Mariuccia Lòriga, sposati da un anno. Famiglia della piccola nobiltà agraria e professionale: il nonno avvocato repubblicano legato a Garibaldi, il padre poi leader del Partito d’Azione
26 maggio: i fascisti si concentrano a Bologna chiedendo l’allontanamento del prefetto Cesare Mori reo di aver impiegato la polizia per reprimere le azioni delle squadracce. Il governo invia il direttore generale della pubblica sicurezza. Il 1° giugno i poteri sono trasferiti alle autorità militari che scende a patti con i fascisti, i quali, avuta l’assicurazione dell’allontanamento del prefetto, cominciano a smobilitare.
2 giugno: un gruppo di parlamentari socialisti, guidati da Augusto Turati, dichiara di essere intenzionato ad appoggiare un ministero in grado di assicurare il ripristino della legge e della libertà. Anche la CGdL si allinea sulle stesse posizioni. Questa presa di posizione è condannata sia dalla Direzione che dal Consiglio nazionale del PSI.
10 giugno: il presidente del Consiglio Facta afferma in Senato che l’unico modo per affrontare la drammatica situazione interna è “l’imparziale applicazione della legge”.
3 luglio: gli squadristi pugliesi, guidati da Caradonna, assaltano il municipio di Andria
12 luglio: spedizione degli squadristi romani a Viterbo. Nei giorni successivi vengono assaltate e devastate sedi socialiste e dei popolari in varie parti d’Italia. A Cremona le squadracce, guidate da Roberto Farinacci, devastano anche le abitazioni dei deputati Guido Meglioli e Giuseppe Garibotti. A Novara è occupato il municipio. Le incursioni degli squadristi pavesi e del Monferrato provocano morti e feriti. Gli squadristi umbri occupano Tolentino, nelle Marche.
19 luglio: cade il governo Facta. Nella discussione in Parlamento sulla grave situazione del paese, Facta invoca la concordia civile e attribuisce alle sole autorità locali la responsabilità della mancata difesa dell’ordine pubblico. Nega la necessità di un ricorso a misure straordinarie. Mussolini presenta il fascismo come un movimento caratterizzato dal contrasto di due anime: quella legalitaria e di governo e quella di partito insurrezionale.
24 luglio: violenta spedizione squadrista a Magenta.
26 luglio: Ravenna, raid fascista contro le organizzazioni repubblicane e contro manifestanti antifascisti. Nove morti.31 luglio: l’Alleanza del lavoro dichiara lo sciopero generale contro le dilaganti violenze fasciste. Questo sciopero legalitario, come lo definisce Turati, dovrebbe aiutare la formazione di un governo orientato a sinistra, ma provoca invece l’effetto contrario affrettando la riproposizione del governo Facta e spingendo popolari e democratici ad abbandonare ogni ipotesi di collaborazione con i socialisti.
1° agosto: proclama del partito fascista contro lo sciopero e per la mobilitazione di tutti gli squadristi. Viene posto un ultimatum allo Stato: 48 ore di tempo per dare prova di autorità, altrimenti le squadre fasciste si sentiranno autorizzate alla piena libertà d’azione.
2 agosto: l’Alleanza del lavoro sospende lo sciopero. I fascisti passano alla controffensiva e nei giorni seguenti vengono messe a ferro e fuoco numerose località.
3 agosto: Milano, i fascisti occupano Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale socialista. La polizia non interviene e il Corriere della Sera giustifica l’occupazione. D’Annunzio arringa la folla per strada. L’occupazione fascista di Milano si protrae per tutta la settimana.
Genova, squadre fasciste provenienti dal carrarese e dall’alessandrino convergono in città. Sono due giorni di scontri e violenze con morti e feriti. Devastata la sede del giornale socialista Il Lavoro.
Livorno, l’amministrazione comunale è costretta a dimettersi. Anche qui si contano morti e feriti.
Parma, la battaglia tra fascisti e antifascisti, guidati dagli Arditi del popolo, dura 5 giorni e i fascisti non riescono a prevalere.
5 agosto: a Milano, Genova e Parma i poteri sono assunti dalle autorità militari.
13 agosto: Roma, una riunione del Consiglio nazionale fascista, inizia la preparazione di una grande manifestazione da tenersi a Roma “per far cessare la situazione di confusione e instabilità in cui versa il paese”. Sono i presupposti della marcia su Roma. La direzione politica è affidata a Mussolini, Michele Bianchi e Cesare Rossi, quella militare a Italo Balbo
20 settembre: Mussolini annuncia l’abbandono della pregiudiziale repubblicana e sottolinea anche la necessità di “demolire tutta la struttura socialista – democratica” dello Stato e delinea una serie di proposte in campo economico, in linea con le richieste degli imprenditori e delle loro associazioni.
1° ottobre: Roma, congresso del PSI. Violentissima polemica tra massimalisti e riformisti. Questi ultimi, guidati da Turati, Treves e Matteotti, sono espulsi dal partito. I riformisti danno così vita al PSU (Partito socialista unitario). Ma nonostante l’espulsione dell’ala riformista, all’interno del PSI continuano le polemiche. Il moltiplicarsi dei contrasti mina qualsiasi capacità di resistenza della sinistra contro l’offensiva fascista e conferma l’improponibilità di un patto antifascista tra socialisti e popolari.
2 ottobre: adunate fasciste in trentino. Squadre venete e lombarde, al comando di Alberto De Stefani, danno l’assalto al municipio di Bolzano e cacciano il sindaco italo – tedesco. Il giorno dopo a Trento impongono le dimissioni del governatore del trentino Alto Adige.
6 ottobre: la CGdL denuncia il patto d’alleanza con il PSI confermando così il processo di disgregazione che coinvolge le forze di sinistra
8 ottobre: il prefetto di Milano, Alfredo Lusignoli, fedelissimo di Giolitti, contatta Mussolini per vagliare, di fronte all’evidente inconsistenza del governo Facta, la possibilità di formare un governo guidato da Giolitti e aperto ai fascisti
11 ottobre: incontro segreto tra Mussolini e D’Annunzio. Si riallacciano così i rapporti tra i due, dopo le tensioni dell’ultimo periodo.
16 ottobre: Milano, riunione di preparazione della marcia su Roma. Mussolini convoca Balbo, Michele Bianchi, il generale De Bono, Cesare De Vecchi. Ai futuri quadrunviri espone il piano militare per la marcia su Roma.
18 ottobre: nasce la Regione Venezia Giulia
24 ottobre: Napoli, mentre il governo Facta non riesce ad arginare lo strapotere delle squadre fasciste, Mussolini dichiara: “o ci daranno il potere o lo prenderemo calando su Roma”. Sfilano di fronte al capo del fascismo 40 mila camice nere.
26 ottobre: Napoli, Michele Bianchi, chiudendo i lavori del consiglio nazionale del Partito fascista, lancia un incitamento alla mobilitazione generale delle squadre fasciste.Inizia la marcia su Roma. Sotto la guida dei quadrunviri, insediati a Perugia, le squadre fasciste convergono da varie regioni su Roma. Mussolini è a Milano e attende gli sviluppi barricato nella sede del Popolo d’Italia da dove negozia a distanza con il re e il governo. Quasi ovunque le autorità civili cedono il comando a quelle militari seguendo le direttive arrivate da Roma. La resistenza delle autorità militari è quasi inesistente ed è immediatamente seguita dall’apertura di trattative con i capi delle colonne fasciste.
27 ottobre: dimissioni del governo Facta. Come ultimo atto il presidente del consiglio prepara un decreto per la proclamazione dello stato d’assedio.Giolitti, convocato a Roma per conferire con il re, non riesce a raggiungere la capitale per l’interruzione dei collegamenti ferroviari.
28 ottobre: il re si rifiuta di firmare il decreto per lo stato d’assedio. Le colonne di fasciste arrivate a Roma bivaccano un po’ ovunque, solo alcuni sono malamente armati, mentre l’esercito può contare su 28 mila uomini, armati ed addestrati, a presidio della capitale.
29 ottobre: Milano, i fascisti impediscono l’uscita dei giornali e assaltano la sede dell’Avanti.Il re invita Mussolini a Roma per affidargli l’incarico di formare il nuovo governo
31 ottobre: Mussolini si presenta al Re come suo “fedele servitore” e gli sottopone immediatamente la lista dei ministri. Questo governo viene votato anche dalle forze moderate ed ottiene addirittura l’assenso di Giolitti.
Roma, si svolge una solenne parata per celebrare la vittoria fascista. La manifestazione termina con una lunga serie di violenze. Vengono invase e devastate le sedi di vari giornali tra cui Il Paese, L’Epoca e Il Comunista. Vengono assaltate la sede della direzione socialsta e la Casa del popolo e numerose abitazioni private. Il bilancio è di alcuni morti e feriti.La Confederazione generale dell’industria inneggia alla nascita del nuovo governo
10 novembre: il governo fascisti abolisce la nominatività dei titoli, misura da tempo auspicata dagli industriali e ritira il progetto, già passato alla Camera, di riforma agraria
12 novembre: Mussolini, in una intervista a Le Journal dichiara: «C’è chi dice che intendo limitare il diritto di voto. No! Ogni cittadino manterrà il suo diritto di voto per il Parlamento di Roma […] Consentitemi anche di ammettere che non credo estendere il diritto di voto alle donne. Sarebbe inutile. Il mio sangue si oppone a tutti i tipi di femminismo quando si tratta di donne che partecipano alle questioni statali. Certo, una donna non dovrebbe essere una schiava, ma se le do il diritto di voto, sarei ridicolo. Nel nostro stato, non dovrebbe essere considerata»
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16 novembre: Mussolini si presenta alla Camera per il voto di fiducia. Con sicurezza afferma, in quello che passerà alla storia come il discorso del bivacco: “Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Potevo sprangare il Parlamento e costituire un governo esclusivamente di fascisti. Potevo, ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto”. Una Camera composta in larga parte da deputati non fascisti vota la fiducia con 316 si e 116 no e 7 astenuti. Votano a favore anche Bonomi, De Gasperi, Giolitti, Gronchi, Meda, Orlando, Salandra.
22 novembre: concessa l’amnistia. Rimessi in libertà centinaia di fascisti in carcere per gravi reati politici.
15 dicembre: prima riunione del Gran consiglio del fascismo, organo senza precise caratteristiche sulla composizione e sulle attribuzioni. Si presenta immediatamente come istituzione determinante per la definizione della fisionomia del nuovo stato fascista. Nel 1928 diventerà organo costituzionale “supremo” per il coordinamento di tutte le attività del RegimeLe squadre fasciste vengono trasformate nella Milizia Volontaria per la sicurezza nazionale alle dirette dipendenze di ussolini. E’ l’unico corpo che non deve prestare giuramento al re.
18 dicembre: Torino, dopo il ferimento di due fascisti si scatena la violenza delle squadracce che incendiano la Camera del lavoro e vari circoli operai. Devastata la sede dell’Ordine Nuovo. Al termine delle violenze, il capo degli squadristi torinesi, Piero Brandimarte, rivendica 22 omicidi
20 dicembre: Sturzo pronuncia, nella sede della Camera di commercio di Torino, il suo primo discorso politico dopo la marcia su Roma. Egli riafferma la validità del regime parlamentare e, rivendicando poi al partito la sua funzione politica, denuncia la crisi dello Stato democratico-parlamentare. Il discorso apre ufficialmente la polemica attorno alla collaborazione al gabinetto Mussolini. L’esigenza di difendere l’autonomia del partito, di sottrarsi al processo di assorbimento da parte del fascismo diventa la questione essenziale del Partito Popolare
23 dicembre: Pio XI, nella sua prima enciclica Ubi arcano, oppone al sano amore della patria, legittimo e giustificato, «il nazionalismo immoderato», condannabile perché trasgressore delle «regole della giustizia e del diritto».Ciò che risulta assolutamente inaccettabile al papa è l’intrusione del nazionalismo nelle questioni religiose; tale atteggiamento, infatti, paralizza spesso l’azione delle missioni e dei missionari oltre a rappresentare un’indebita ingerenza nelle prerogative del pontefice e della Chiesa
30 dicembre: dal trattato che riunisce la Repubblica socialista federale sovietica russa e le tre Repubbliche d’Ucraina, di Bielorussia e di Transcaucasia, nasce l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss)
31 dicembre: con il Regio Decreto n. 1718 la Direzione generale delle carceri e dei riformatori viene trasferita dal Ministero dell’Interno a quello della Giustizia. Il fascismo, appena arrivato al potere, ribalta così la politica perseguita nell’ultimo biennio della Direzione generale e mette un freno sicuro a possibili iniziative tese ad una rieducazione del reo che comportino un sovvertimento dello status-quo nelle carceri.
Ora è il Ministero della Giustizia che controlla l’esecuzione della pena. Questo, dopo che esso stesso ha pronunciato la sentenza di condanna. Cala così per tutto il ventennio un totale immobilismo sugli organismi preposti alla direzione delle carceri, mentre fanno ritorno tutte le misure coercitive che erano state abolite durante il periodo liberale, pena di morte inclusa
DURANTE L’ANNO
Si svolge a Roma il primo Convegno delle donne iscritte al Partito comunista d’Italia
Parma, nasce la Stazione sperimentale per l’industria delle conserve alimentari, istituita per promuovere e diffondere innovazioni tecnologiche e miglioramenti qualitativi nella coltivazione e lavorazione del pomodoro